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GuGLIELMO CAVALLO

I ROTOLI DI ERCOLANO COME PRODOTTI SCRITTI.


-QUATTRÓ-RIFLESSIONI
'':

1. Un'analisi delle scritture greche testimoniate nei papiri ercolanesi


consente di rilevare un fatto già da tempo e da piu parti sospettato o
_intuito: certi rotoli risultano piu anü"chi del I secolo a.C., epoca in cui"la
bibliotheca di Ercolano era ·saldamente costituita, e si dimostrano
risalire fino al ID-II; essi recano tutti opere di maestri dell'epícureísmo,
dallo stesso Epícuro a Polistrato e a Demetrio Lacone, ed e da ritenere,
sul concorde fondamento di fattori culturali da un lato e grafici
dall'altro, che si tratti di fondo librario formatosi altrove e solo in un
secondo momento trasferito, con ogni verisúpiglianza dall'epícureo
Filodemo di Gadara, ad Ercolano '. Non sembra, infatti, che nel II e
-_ fino agli albori dei I secolo a. C. vi sia stata nel mondo romano una
penetrazione dell'epicureismo a livelli sociali tanto alti da giustificare il
formarsi di una biblioteca . fatto necessariamente d'élite - costituita da
rotoli di maestri di quella filosofia; ed invece fu solo nei decenni
centrali del I secolo a. C., nella seconda fase storica dell'epícureismo
romano, che la dottrina conquisto "uomini rappresentàtivi della classe
dirigente e dellá cultura" e p.erciõ un ruolo e un prestigio che fino a
quel momento le erano mancati '. La stessa creazione della "Villa dei
papiri" muove da atteggiamentí socio-culturali che insorgono in età
tardo-repubblicana. Ma sono anche da addurre ragioni d'indole piu·
specificamente grafica a sostegno di U:na formazíone del primitívo
· fondo bibliotecario in ambito diverso da quello campana: alcune tra le

1: Su tutta tale problematica rimando ai mio lavoro Libri scrilture scrtbi a Ercolano,
íNapoli 1983] (primo supplemento a Cronacbe Ercolanesi 13 [19837. rin. 5R.f.0\
2. M. GIGANTE, Ricercbe filodemee, [Napolí 1982]', pp. ·.H-3'1 \parole c1tate, ·i,.
33),
6 ROTOLIDIERC01.ANO 7
GUGL!llLMO CAVALLO

mani attestate nei papiri piu antichi risultano del tutto isolate, in quanto libro incerto, co~ il quale si e ormai sulle sogli~ del I .
non trovano circostanziato riscontro nella produzione libraria greco- !:111~ª:~r~~:ltri papiri sí richiede un piul profondho psca~agli~o;ª
egizia di età ellenistica, e dunque esse riverberano tracce di un . il . ediatarnente a meno c e . erc. '
puô riusc1re ut e notare 1mm d' P Herc. 1148 e P. Herc. 1151,
particolarismo gi-afico che si e tentati di attribuire alia zona del scritto sícuramente dalla stessa mda~o 1 .. b h h vergato P. Herc.
rnediterraneo greco-orientale, della quale era origµ1ario (Palestina) o 1039 dovuto al me esuno sctl a e e a .
dalla guale era passato .(Atene) Filodemo. In ultima analísi,.il fondo piu e P. Herc. , A) ssono esser parte di un umco
1420 P H erc 1056 (sempre mano , po . .. .
antico della biblioteca di Ercolano sembra essere stato organicamente e · a editortale
· . e s1. e, tentat1• perc10 · - di credere che nel testt m ess1.
costituito altrove. Ma dove? Se ne puô meglio circoscrivere l'ambito? programm . . d . . d identificare l'opera mass1ma
contenuti - finora nmastl a ~spot1 - ps1aH ªrc 1056 vergato da due mani
Quel che guí. interessa, comungue, non e soltanto rispondere ·a d. E · U roblema a se pone • e · l
· quest'ultima domanda, ma ancor piu rilevare certi fatti e correlarli a 1 ~1curo. n p B da cal. [20] Arrighetti), ina non tanto per a
(A. fmo a col. · ,
[19] e .
anta pmttosto perc e
h' la mano B non mostra alcuna
quelli che per altra via si ~onoscono essere stati i modi di produzione/
edizione di volun;ina di maestri e seguaci di scuole filosofiche ndla circostanza ln se, gu A sotto l'as etto grafico-tipologico - in ~ontr~sto,
coerenza con la mano . al o :neità riscontrata tra rotoli d1vers1 che
Greda antica. Si tratta, infatti, di questione prelíminare nello stesso
dungue, con la sostanz'. e om âesima edizione - e per di piu esegue un
tentativo di rintracciare il possibile percorso dei rotoli piu antichi sembrano esser parte d1 una me . i so" laddove invece la
greco-ercolanesi fino alia "V-ilia dei papiri". 1 d. trascrizione "accurato e· cosc1enz o , . . .
avaro 1 . . d '"omissioni error1, correz1oru,
il discorso non puô che prendere· le mosse dai rotoli che rima mano reca un testo sv1sato a . . ' ·f .bil. l' na e
cóntengono ]'opera dello stesso Epicuro. Ad una medesíma edizione p . ll'interlinea"'; le mani stesse, moltre, pur r1 er1 . 1 u .
aggmnte ne . trettamente coeve ma diacromca-
originaria, c.ompleta o parziale, del TisQl. cpi'.tai;wç s~n da riferire - scritti 1' altra al II secolo a.C., non paiono ~ 1 'eno educate in
da una medesima mano nel III-II secolo a.C - P. Herc. 993/1149 (libra .l d.1 l h decenmo o comungue a m
mente d1s ocate qua c e d i fatti addotti ha valore
II), P. Herc. 1479/1417 (libro XXVIII) (tav. 1), P. Herc. 1191 e P. tempi diversi._ Tutto questo - ~ur ~: ;:e::~::daeparte di P. Herc. 1056,
Herc. 1431 (libri incerti); e, in quanto scritto in forme grafiche cogente - lascta credere tutta:7ia e " t ro" operato in seguíto a
tipologicamente analoghe, della stessa ·edizione doveva for parte P. . d li O B O 51 a un res au
scrma a a man • . d l rotolo (casi del genere sono
Herc. 989, riferito al DsgL cpi'.tosooçma di contenuto non adeguatamente caduta/degrado deli~ sez10ne fi~a~e)• e anche si tratti di deliberata
indagato. Che l'edizione quí postulara fosse in origine intera o parziale . · · · mbito greco-eg1z10 o .
testunomatl m a ., rretta a colonne di scr1ttura
o in quale.di queste condizioni fosse entrata a far parte del primo • • l f· d. dare una veste plu co d.
sost1tuz10ne a m~ 1 h li ione iniziale da scorrettezze l
nucle~ di quella che sarà la biblioteca filosofica di Ercolano, e inguinate forse pm ancora e_ e n: a sezl eno letteraria di sostituzione
problema destinato a rímanere aperto; ma si puô almeno fàre qualche . • ( manca tesnmomanza a m . .
trascnz1one non l ., . t )' All'ipotesl qul avanzata non
ulteriore considerazione tenendo conto di altri rotoli del IlEQt qii'.toi::coç . ·1 h t di roto o g1a scrlt a • d.
d1 una qua e e ~ar e consente di intravedere lo stato 1
riferibili al II o al II,I secolo a.C. S'incontrano: P. Herc. 154 e P. Herc. sembra. oppors1 - per quanl_to tt a rnateriale di p. Herc. 1056,
1042, dovuti a mani diverse e diacroniche (il secando e da ritenere piu . d l rotolo - a stru ur . . ,
conservaz1one e . .f. né lungo una delle kolleseis ne
recente), contenenti il libro XI; P. Herc. 1148 e P. Herc. 1151, scritti . h' .1 bi dimano non s1 vetl 1ca . .
giacc e 1 cam o . ., . k tlemata consecutivi ma d1vers1.
da uno stesso scriba, recanti, rispettivamente, i librí XIV e XV, nonche · in un medesimo k.ollema, e percio m o
P. Herc. 1420 e P. Herc. 1056, libri incerti, vergati da altro scriba ma in
una tipologia grafica strettamente affine (per qu!mto concerne P. Herc.
1056 ci si vuol riferire alla mano A), perdà da credere parte di una
medesíma edizione dell'opera di Epicuro; P. Herc. 419, P. Herc. 1634 ---- . . O ere [Torino 1973]', p. 625, ai
3. E' quanto scrive G. ARRIGdHETTI, ~phicuh:nn~ ve~gató P. Herc. 1056.
e P. Herc. 697, scritti. da mano assai diversa e l'ultímo contenente il .d 1 d. . . ne tra !e ue man1 e e . 7 78
quale s1 eve a 1~t1nzrn . p iri dell'Odisseo. Seminorio popirolog,co 197 '. 'a
. medesimo libro.incerto dato da P. Herc. 1191 e P. Herc.1056; P. Herc. ·4 . E' il caso d1 PSI Od.. 5 · vd. 1979
ap
19 46 (con M anfred•' hanno collaborato
101_0 e P. Herc. 1308/1390 dovuti a scríbi diversi ma coevi e che cura di M. MANFREDI, Firenze ' PPC· - A A CA~;.NOVA. P. ºauNETI).
.. . G B TlANINl P. ARRAR ' •
vergano forme grafiche.analoghe, contenenti l'uno il libro II, l'altro un ali' ed1z1one dei papiro · AS ' l . dei passo a Paolo Fedeli.
.testo dubitativamente identificato .con il IIEgt !plJCTEWÇ; infine P. Herc. 5. Cic. Att. 16, 6, 4. Devo la segn_a az1one - '
----~----------~----------~----------- ------

8 GUGLIELMO CAVALLO 9
RQTOLIDIERCOLANO

Oltre agli scritti di Epicuro, dello stesso fondo bíbliotecario -Õ.:ri;EQ ('Avd.yovóç <j)rJCILV ó KaQ'I.Ícnwç. Êv i:cp ?EQL ~T)vovoç) ,VEffim:l
~ primitivo dovevano far parte opere di Demetrio Lacone, a quanto ÊX.Õo{l-ÉYr;a EL 'tLIJL ij{l-EÀE ÔLavuyvoovm, µuJ{l-Óv Êl;EÀEL l:OLÇ X.EKt'T(~EVOLÇ, ~
! :! mostra tutta una seríe di papiri che ne danno i testi e che risultan·o d unque v1· s1· dice , in sostanza ' che ' a quanto racconta Antigano dr
d ·, l· ol to
riferibili anch'essi al II o al II-I secolo a.C, in pratica píu o meno coevi,
dunque, dell'epoca in cui fiori guel seguace della dottrina epicurea. Si
e · ll V: ·ta J1• Zenone chi all' epoca i quest u timo avesse v u
ansto ne a 1 , , ,, d' 'bir"
leggere (ômvayvoovm) le ºP:re di ~latone da poco isf.om eili
hanno resti forse del I libro e senz'altro del II del IlEQl :rtOLt:Jµái;oov, dati, (vEfficr-tl Êx.Õofüvta) 7 doveva nvolgersl e dare un <;ompe~so - a qu _
rispettivamente, ,da P. Herc. 188 e P. Herc. 1014 dovuti ad una che ne detenevano il possesso" (i:oi.ç x.ex.i;EµÉvoLç), m pratica la Scuo~a
1
medesima mano, del IlEQL yEooµs,piaç, contenuto in P. He~c. 1061, del A cad em1ca.· S mbra perciõ che le scuole filosofiche conservassem m
!' lIQóç i;àç IloJ..1Jatvou ânoQlaç, oíferto da P. Herc. 1429 e identificato e d . · , d' se
gualche modo i díritti di consult~zio~e'.pro uz1_one - ~on sl ~uo 1~e _
anche nei frammenti, ve_rgati dallo ·stesso scriba di quest'u1timo, P. la disponibilità nei due sensi ind1can s1a stata smcron!ca o d1acromca_
Herc. 1642 e P. Herc. 1647; ai guali tutti sono da aggiungere altri delle opere- di rnaestri e seguad. Non diversamente s1 deve credere srn
papiri assegnati a Demetrio Lacone, pur se ne resta incerto il titolo: P. avvenuto per il Giar . dm·_0 dí Epicuro , che non poteva non .
esser
.
Herc. 1012, P. Herc. 1013, P. Herc. 1055. Va osservato, pure, che in P. depositaria delle opere del suo fondatore. ln questa pr?s~etuv; nes~e
Herc. 108.3, P. Herc. 860, P. Herc. 1501 e da identificare la medesima. dura da accogliere, peraltro, l'ipotesi ava~zata da D1skm CI~Ay eh~
mano attestata ín P. Herc. 1429, P. Herc. 1642 e P. Herc. 1647, e in P. ··
nuene essere stata l'opera di Epicuro depos1tata . nel
. , Metroon,
. - rc I
Herc. 128 una tipologia grafica fortemente affine: si tratta di papiri' da . d' S t dí Atene· • in quest'ultimo, ín verlta, sl conservavan~
assegnare a Demetrio Lacone? Questione analoga insorge per quanto· ~1~ 1. talo te solo ;tti pubblici (o privati cui si valesse dare forza d1
1st1tuz10na men • l f' d'
! concerne P._ Herc. 1053 e P. Herc. 1024 dovuti aél uno stesso scriba e · bbli ·) 9 tanto che _ quando nel IV secolo L1curgo, a me l
!' am pu c1 , . . . . • t' lle
connotati da una tipologia grafica assai simile a guella che presentano il . ndi tragici all'arbitr10 d1 quantl ne recrtavano 1 tes i, vo
i :; sohttrarre I gra . . " ff1·c·1ale" di questi ultimi fosse conservata nel
IlEQt noLf)µá-i:wv e il IlsQt yEooµsi;Q[aç di ·Demetrio. In ogni caso tali
1 ' c e una trascr1z10ne u . ,o .d
1 papiri sembrano aver farto parte di uno stesso programma editoriale e Metroon (tv x.owcp) _ fu necessaria una l?gge. a~ nguard?, , e~1 ente-
di un unitario fondo librario piu antice. Nel quale forse si trovavano h, si trattava non di atti ma d1 scrittl letterarr; ne s1 han~o
anche Polistrato, IlEQL qnÀocroqilaç, P. Herc. 1520, Carneisco, <InJ..[crw, mente perc e s· 'f . ,
altre testimonianze esplicite in tal senso. igm icatlvo e_ pure. e e l
h m
P. Herc. 1027, ed altri rotoli di contenuto incerto tutti riferíbili al II tempi piu antichi, e proprio per gua?~º c?ncerne spec1~came?te a
secolo a.C. - '
prosa scientifico-filosofica, si ha not1:1~ dr ~pera d~ros1tata m ~n
I raggruppamenti qui operati e, di contra, le differenze, talora tempio _ quella di" Eraclito all'Artem1s10n d1 Efeso - ma non m
' diacroniche, di"mani e di stili grafici trai papiri del TIEQL cpúo-e.oJç che si
i' possono assegnare ad un arco di tl'!mpo tra il III-II e il II-I secolo a.C.
1
inducono a credere, almeno nel caso dell'opera di Epicuro, ad una
compresenza di edizíoni diverse e non integrali (per la perdita di alcuni
Hbri? perche già in origine concepíte come parziali?), riunite insieme in
aggregazione bibliotecaria forse per completarsi a vicenda, comunque
caratterizzate talvolta da doppi o tripli esemplari di uno stesso libra, ma . .
"7. Seguo l'mterpretaz1one
d'1 B . A • VAN GllONINGEN,'E~ô"omç, in Mnemosyne, ser.
in tal caso costituenti "edizioni" diverse. Ma con quale signifi.cato? Una
IV, 16 (1963), pp.El-17, sop_ra~h PA~c:ives o/ Athens, in Studies in Attic Epigraphy
testimonianza di Diogene Laerzio relativa alla Scuola Academica puó 8- D. CLAY, p,curus m e d l Athens _ Princeton 1982
suggerire certi meccanismi di trasmissione di libriltesti filosofici almeno History and Topography presented lo Eugene Van et-poo '
a partire dal tardo IV secolo a.C. 6 : si parla degli scritti di Platone, (Hesperia Supplement XIX), PP- 17-26 - . ·
.· 9, E PosNER ·A rch.wes m· the Ancient World ' Cambridge (Mass.) ·
1972, PP-
Ah ·
· B ' y•c Establishment oí a Central Archwe ai t ens, m
102-114;. A. L. 0EGEHOLD, r,e 2 2!-JO.
6. Diog. L. ill 66. Una traduzione "italiana di Diogene Laerzio si deve a M. American Journal 0/ Archaeology, 76 (197 L PP· . 6 )
GIGANTE, Diogene Laerzio Vite dei/Hosofi, [Roma-BariJ 1983 (Biblioteca Uniuersale · kes des Kallimachos ' Berlm 1922,- P· 5 (teS(. ª · ·
10- F. SCHMIDT, Dze· p ma
Laterza, 98·-99). · '
11. Diog. L. IX 6. .
1 1 1 1 1 1 ' " ' " \ i õ ; ; - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ~ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ~ - - -- -

10 GUGLlELMO CAVALLO ROTOLlDlERCOLANO


11

quakhe archivio di stata ". Ed invece ad esser conservato nel Metroon vaie a dite di trascrizioni diverse, vetisimilmente talara parziali già !n
di Atene risulta il testamento di Epicuro, nel quale si dispone che gli origine, li:nitate in tal caso ad un certo numero di H~ri
di una
eredi fruiscano !iberamente dei suoi beni, ma a condizione che "cedano determinata opera, fatte in tempi diversi; ma sempre - dato il car~ttere
il Giardino e Je sue pertinenze" ad Ermarco, ]o sco1arca che di Epicuro specialistico degli interessi dai quali erano provocate -. su quell_1 eh~
fu l'immediato successore, cui ugualmente si dispone che gli stessi eredi dovevano essere gli esemplari "ufficiali" dei testi di ~p1cur~ e ~1 altrt
"diana tutta Ia biblioteca" n_ Né mi pare si possa ricavare altro dalla maestri dell'epicureismo (né si puõ escludere - ed anz1 m certI cas! se n~
e :-,
testimonianza, qui ripresa, di Diagene Laerzio se non eh~ depositaria possono rilevare le tracce - un qualche "lavaria cri~ic~" co~piuto SUi
della scuola di Epicuro, perché i membri futud di essa continuino "a testi trascritti) n_ I rotolí di Ercolano che cost!tmrono il nucl~o
coltivare la filosofia", resta il Giardino; e quanto ai]ibri in possesso del bibliotecario piu. antico della "Villa dei papiri", dunque, tutto lasc1a
testatore, questi non possono essere che volumina conservati nella credere rappresentino un fondo format~si ad Atene,_ a s~retto co?tatt~
fondazione epicurea, -al pari di questa, dunque, lasciati ad Ermarco con il Giardino, e !à acquisito da Filodemo • ered1tato dai su01
nella sua qualítà di erede-scolarca. In ogni caso, gli scritti ivi conservati maestri? 16 - prima della sua venuta in ambito romano. __ _
del maestro e di altri seguaci coevi o successivi (lo stesso Ermarco, lnquadrata in questa ricostruzione, interesse· speciale nveste _la
Metrodoro, Polistrato, Demetrio Lacone, Zenone Sidonio, per ricorda- soscrizione reperibile in P. Herc. 1479/1417, l~ quale suona ];;oov
1
,.• re i piu autorevoli) dovevano avere in gualche modo carattere à.Qxatwv[ Jty[e]áqrrJ btl Ni:xfou ,oü µ[t:],à. 'Av[·n]q,a.11v: 1' la ~fta s~ :~e
"ufficiale", come tali messi a disposizione di quanti facessera parte ne ricava, 29615, e da ritenere quella del testo - esem_rla~e uffic1ale
della scuola, ma anche - pur se non se ne conoscona di volta in volta le del libra XXVJII del Ilt:Ql q:níarniç conservato nel G1ardmo (non nel
modalità e il momento - di chi valesse consultarli o averne copia ". Metroon, giacche •l'índicazione della data non e cog~_nte in tal senso
Resta da cogliere l' aggancio tra quanto s' e detto e i rotoli ercolanesi. come a torto s'e ritenuto}, e si deve credere, percio, che P: Herc.
Non v'e dubbio alcuno che - qualsiasi identificazione voglia prop~rsi 1479/1417, riferibile al III-II secolo a.C., derivi - direttamente p1uttosto
del proprietario della "Villa dei pa_piri" - la biblioteca filosofica di che attraverso un qualche anello intermedío - da quel testo-esemplare,
Ercolano fu quella in cui e su cui lavorõ Filodemo di Gadara giacche vi trasmettendo di quest'ultimol'intera soscrizione. Per ~uel che concer-
si trovano esemplari da considerare brogliacci d'autore, stesure prowi- ne, in particolare, Jüilv à.Qx,at'.°v[, non canos~e~d?s1 per la~una de!
sorie, ediziani risalenti a Filodemo stesso; ed essa costituisce del resto, papiro l'immediato contesto c1rcostante, qu~lsias1 mter_p~etaz1on~ del
al di là della rara presenza di altri testi, una raccolta di libri tutta. termine non puõ che essere rischiosa, né v1 sono mot1v1 fondau per
epicurea e di tradizione epicurea, che nel suo nucleo originaria, s'e stabilirne un rapporto diretto e sicuro con ty[g]áqrrJ che segue oltre la
detto, risaliva ad età piu antica. Per questo le "edizioni" di scritti lacuna; ed invero l'interpretazione "da antichi esemplari" dovuta - _sul
contenuti in rotoli dei III.II o del II secolo a.C. si deve ritenere fondamento della proposta di integrazione tx.] .wv à.gx,atwv - ad Achille
discendano da testi della biblioteca del Giardino stesso; par trattarsi, Vogliano 18 e ripresa da altrí (s'e integrato, anche un [a-õrnygáqioov J!) 19

12. Per quanto concerne !'opera di Eradito, se il fine fosse solo quello della 15, ARRIGHETTI, Epicuro Opere cit., P- 625. · _ . _
conservazione o anche l' altro di una qualche circolnione in un luogo che era pubblico · 16. L'ipotesi ê di A. VoGLIANO, Gli studi filoso/id epicure, ne//'ulhmo anquante11-
·resta problematico (vd. in questo stesso numero di Scrittura e civiltà iI lavoro dí G. nio, in Museum Helveticum, 11 (1954), p. 194. _
_N!EDDU, PP- 218-224). - . I 7. D. SEDLEY, Epicurus 01t Nature Boak XXVIII, in Cro11ache Ercolanest, 3
13. Diog. L. X 16-17 e 21. Oltre alia traduzione di GIGANTE, Diogene Laerzio cit., (197J), pp. 11, 56, 79. · _ . .
vd. anche quella di M. ISNARDI PARENTE, Epicuro Opere, Torino [1983]', pp. 108-110. 18. A. VOGLIAN,Q, I /rammenti dei XIV libra dei lJEQl ;j)ÚOÊàl~ d1_ Epicuro, 1?
14. In generale sulle biblioteche di scuole filosofiche vd. E. SCHMALZRIEDT, ITéQt Rendiconti dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, Classe d1 scienze morah,
(j)ÚOECOÇ. Zur Frügeschichte der Buchtitel, München 1970, pp. 73-82. - ser. m, 6 (19:31-1932), p. 8 nota 1.
13
~OTOLIDJatCOLANO
12 GUGLIELMO CAVALLO

ca; Si e fatto già qualche cenno al riguardo, ma le opere filodeme~


e assai discutibile sotto l'aspetto storico-librario ove la si collochi in
rivelano assai di piu. Nell'elaborazione dei testi dello stesso Filodemo 1
un'epoca cosi antica. E' da pensare, piuttosto, ad una didascalia _ posta
rotoli ercolanesi sembrano documentare tre fasi: a) un primo stadio di
~a fine del te~to-e~e'?p!are "ufficiale" dei XXVIII libro del IlEQi
vera e proprio brogliaccio; b) un secando di stesura non definitiva, ma,
cpuaewç come d1 alm hbn - che ne indicava contenuto circostanze di
per cos1 dite, semipuqblica; e) un terzo di prodotto finito._ Le lacu~e
composizione, cronologia: P. Herc. 1479/1417, nel tras:netterla docu-
de1la documentazione impediscono di seguire il lavara di Filodemo m
menta ~na ?rass~ ~inora ~travista solo per altra via (in età piü antica
ogni fase dei suo svolgimento opera per opera; e non e da esdudere
un,~ ~e:1e d1 not121e relauve all'autore e all'opera risulta testimoniata
peraltro che talora vi siano state solo du~ fasí, o ~erc~é già inizialmente
all 1mz10 del testo-esemplare). 20
puõ non esservi stàtO un veto e propr10 broghacc1~ ma una s~esu~a
Que! che impone un'ulteriore riflessione e il farto che Ie "edizioni"
suffidentemente organica, o anche perché. il passaggio dal. brogliacc10
antiche, di cui s'e detto, pur sovente consistendo di piu roto]i/libri, si
presen~ano omogenee sotto l'aspetto tecnico-grafico, vale a dire a
al testo definÍtivo puô essere awenuto senza altre fasi inter?1edie. 1:1~
osserviamo piu da vicino la documentazione offerta dai rnatenalr
blocch1 testuali dovuti ciascuno . alla medesima mano o a mani
fortemente a~ini, indicando perciô un programma "editoriale" piu ·o ercolanesi.
Un brogliaccio d'autore deve essere ritenuto P. Herc. 1041, l'Index
meno orgamco nella trascrizione delle diverse opere. Ancbe se
Academicorum philosophorum (tav. 2), de! guale si ttO''.ª. attestata
sfui:rno~o certi mecqnismi che presiedevano alia produzione libraria
integralmente solo su disegni e parzialmente_ anche in or1gmale una
ant1ca, e comungue difficile individuare in essi - avendo a che fare con
doppía serie di colonne con diversa n~m?az1on~, I - ~ e, co°:
un fondo bibliotecario specialistico e verísimilmente legato in modo
esclusione dí U, M - Z (ma di quest ultima sene non Vl sono che 1
stretto alla scuola filosofica di cui e espressione - rnanufottí usciti da
disegni conservati ad Oxford): già ~ilhelm _Croe~1~rt .~tese la ,~era
botteghe librarie; ugualmente, un~ commíttenza esterna a singoli scribi
indole ·del rotolo, pur se la relativa d1mostraz1one e mf1ciat_a dall 1?:ª
o a. gr:'p~i di scribi non puô che risultare congettura priv~ di
che questo fosse costitui~o da fogli scritti prima di esser: mcoll~;'. m
~ot1vaz1om cogenti; affatto da esduçlere, infine, e una diretta trascri-
forma di volumen e che v1 fosse documentata la manus Pbilodemi , ed
z10?: ad opera degli interessatí, immediatamente disdetta dal carattere invece la formazione del brogliaccio filodemeo - proprio in quanto tale
artrg1anale delle mani e vanificata dal rublo stesso della~scrittura nella caratterizzato da tecniche librarie irregolari, scrittura disordinata,
soci~t~ ·antica, considerata, al livello tecnico, opus servile. Nel caso aggiu~te, correzioni, espunzioni, segni di trasposízione e rimandi fatti
s?ectf~co,. dungue, non resta che avanzare l'ipotesi di una produzione ora dalla medesima mano che ha vergato il testo, ora da altra mano - ha
ltbrana, srn ad uso interno sia ove rivolta all'esterno, gestita o almeno in
seguito un percorso diverso, che va ricostruito e che pu~ fornire
gualche m_aniera _c~ntr~lla~a dalla scuola stessa, il Giardino, ed analoga indicazioni di carattere piu generale su quella ch'e stata cbiamata la
a guella d1 altre 1st1tuz1om culturali del mondo ellenistico 21 • "preistoria" del testo in età antica ". V'e, innanzi tutto, ~ pro?le~a
delle incoerenze "logiche" (ma quale logica, guella degh ant1ch1 o
2. Entrare nella biblioteca di Filodemo vuol dire non soltante
tro~ars'i ?i fronte una raccolta di libri organíca ch'e l'unica, ín pratica,
testlmomata per l'antichità, ma anche - e forse finara non ne e stata
s~ttolineata tutta l'importanza - venire a diretto contatto con una setíe
di meccanismi inerenti alla produzione testuale e libraria in guell' epo-
22, W. CROENERT, Die Ueberlie/erung des Index Academicorum, in .Hermes, 38
(1903), pp. 357-405 (trad. it. in W. CROENERT, Studi ercolanesi, a cura dt ~- LIVREI\,
[Napoli 1975), pp. 1~5-202); per quanto riguarda in particolare la ques~J~ne deUa
mdnus Philodemi vd. ultimamente L. TARAN, Speusippus o/ Athem. A Crzttcal 11 !t 1Y
with a Collection o/ Related Texts and Commentary, Leiden 1981, PP· 200-203, e il mm
19. CLAY, Epicurus cit., p. 21 s.
Ilegl rpúoewç cit., pp., 23-50; ma vd. anche il !avaro lavoro Libri cít., p. 26 s. d· ·
20. ScHMALZRIEDT, cit. di
23 , L, espress1one
· - d" C F Russo Le "Vespe" spagi11ate e un modulo t tetrametn
e 1 . . , .
Nrnnnu, p. 225 s. e nota 49.
18 x 2, in Bel/agor, 23 (1968), p. 318.
21. Vd. piu ~ltre, p. 23.
15
ROTOLlDJERCOLANO
14 . GUGUELMO CAVALLO

tavolette (cerate e non), g1acc . h,e ne - I mon d o antico


. non . ne mancavano. . di
quêlla dei moderni?{2• nella successione delle colon~e in piu parti del
. d 1 di spessore assai sottile, talora numte,
testo: a giudizio éii Croenert, il quale ipotizza anche un "modello" estensione ragguar evo e e . . · · ne ,a
costituito da "fogli singoli", in pratica da schede, tali incoerenze erciõ in polittici di numerosa consistenza e d1 vana co~p~s1z10 h .
p(assai. nota
' la tesnmoman
. . za di Diogene Laerzio, il quale rtfenscef e e .1
"ricadono su tre distinte persone, l'autore, il copista, l'incollatore
"Nomot. d.1 Pl atone, o'vTaç ,
/::v 'lt-nofu dunque su tavolette cerate, urono
""' , ' , 1 ·
(glutinator)". Errori e discontinuità possono incontrarsi, infatti, all'in-
. . d Fil. di Opunte) ,9. Ma l'ipotesi non e senza a ternauve e
terno della stessa colonna (per es. col.. XXVI) o riguardare la trascnttl a 1PP 0 · ·, · 1 ta sul
. re doversi formulare in mamera plU aruco a
successione tra , colonne (per es. le coll. IX-XII postulano una · comungue m1 pa . d 11'1 d A d · orum
collocazione "logica" prima della col. VI, mentre l'attuale col. IV fon d amento d t. un a valutazione compless1va el n ex d ll' ca emic
ca in
sembra doversi porre "logicamente" dopo l'VIII); ed e questo il motivo d t t stuale di Filodemo autore ne contesto e epo
come pro ot O e b • d. p H 1021 Sul modo
. riveva e della struttura tecnico-li rana 1 . erc.. ·. .
che induce Croenert ad. invocare una re~ponsabilità sia deUo scriba
(confusione tra ,schede e quindi all'interno di una colonna o tra singole ~~;;;dinafo di lavorare dell'autore .ste~so richiamô l'attenz10n~,e~~e~i
., f . d Mekler ;o. ma va considerato che il lavoro del letterat? n~ . .
colonne), sia del glutinator (confusione tra gruppi di colonne· dovuta a rle >
Filodemo di regala si svolge - se ne_ n ev~rann
·r O in segmto 1 m0tlVl
. " . . " e
trasposizione di kollemata ritenuti scritti prima della manifattura stessa
. . 11· - a contatto strettiss1mo d1 una cerch1a ed1tonale (
del rotolo). Resi certi, tuttavia, da studi aggiornati sulle tecniche librarie econom1co-soc1a . . · d. e t) che
propno su ques t o, del resto , si fondano certl
. . eqmvoc1 d.I roener
del rotolo antico, e in particolare su qúelle di P. Herc. 1021, che
quest'ultimo non· poteva essere costituito da foglí già scritti, ,:, incoeren- consente all'autore una scrittura suscettibile d.1 imTe
..

desultoria elaborazione. In questa prospettJval I d~o o o . li a da


i;t~, cJ;n'.71~dex
f ae

ze testuali non posson di sicuro esser ríferite a confusioni_del glu.tinator,


i cui compiti peraltro etano diversi (restaurare Hbri · danneggiati, Academicorum si. presenta come una prima racco ta 1 matena , m la
allestire e incollare sillyboi, fors' anche sostituire parti _in rotolí già l'tenere dovuta a Fílodemo stesso anche per quanto ned:oncerne ..
r · · lia quale a 1verse paru
scritti) 1•; non resta che la responsabilità de1. copista, quindí, in pratica, disorganicítà; raccolta ancora prowISor~a, -~e o lun hi ancora in
una confusione di schede a monte. L'ipotesi in sé non e da scartare; ed "l gicamente" coerenti sí alternano pass1 pm o men g .
r o . perciô non priva di ripetizioni, incongruenze, npen~a-
invera, che la scrittura di un'opera potesse avvenire su schede e stato da 1ormaz10ne, e . d f" 't ollocaz10-
. h d. " h " testuali dt non ancora e m1 a e
tempo e piu ·volte rilevato "; ed in tal caso doveva trattarsi_di regala di menti, o anc e 1. ~ranc es h te di P Herc. 1021 vi sia stata
ln ultima anallSl ammesso e e a mon . . .
ne. . d. h de 'e piu giusto credere che esse siano state trascntte m
una sene I se e , fu . dello scriba ma come
successione dísorganica non per con stone ,

24. Vd. quanto a tal proposito scrive a ragione L. CANFORA, Traslocazioni testuali
in testi greci e latim; in La critica testuale greco-latina, oggi. Metodi e problemi, a cura di
E. FLORES, [Roma 1981], p. 299 s.
25 ·, T. DORANDJ, Sulla trasmissione dei test~ dell'Index Academicorúm philosopho-
rum Herculanemis (P. Herc. 1021 e 164), in Proceedings o/ the XVI Int. Congr. o/
. . . 1 . t . li non-Íetterari - G. PUGLIESE
Papyrology, Chico 1981, pp. 139-144; E. G. TURNER, Snif/ing Glue, in Cronache 28. V d .. pur se si tratta di_ in~ag1~1 re atl~e ªa::11;;:~i pompeiani ed ercolaiiesi, in
Ercolanesi, 13 (1983), pp. 7-14 (redazione ampliam di note ai riguardo già pubblícate CARRATELLI, L'i11strumenl":m·smp!lºriumdne1 mte,Mr;o degli scavi di Pompei, Napoli
dallo stesso TURNER, in Taran, Speusippus dt., pp. 461-463). .
Pompe1a11a. . lta d1· st udi per i secon oScen '"H • A Roman Writíng-Tah let firom
R acco
26, T. DoRANDI, Glutinatores, in Zeitschri/t /ür Pápyrologie und Epigraphik, 50 o
E G TURNER - . · KUTSC ' . JD
1950, pp. 268-273; · · · 50 l%0), p. 108 s.; A. K. BowMAN • , •
(1983 ), pp. 25-28.
27. Vd. almeno F. SOLMSEN, Republic III, 389 b 2 - d 6: Plato's Dra/t and the
London, in The ]oumal o/Ro~anWSl~11e\
THOMAS, Vindo/anda: the Latm
bl\s
ritmg- a e ,
London 1983 (Britannia Monograph
.
Editor's Mistake, in Philologus, 109 (1965), pp. 182-18'.>; Russo, Le "Vespe" spaginate Series, 4), pp. 32-45. , ·
cit., pp. 317-324; CANFORA, Traslocazioni testuali cit., pp. 299-314 (ed aoche, tra gli
studi specifici dello stesso CANFORA sull'argomento, Per una stotia delta Ter:w Fz1ippica
29. Diog. L. ill 37 - . .d H
30. Academicorum phzlosophorum m ex ercu
lanensis ed.
'
s. MEKLER, Berolini
di Demostene, in Be/fagor, 22 [1967], pp. 152-155, e Traslocazione di terza Filippica 1902, pp, XXII-XXVI.
36-40, in Rivista di filologia e di istruzione classica, 100 (1972], pp. 129-131).
l6 GUGUELMO CA.VALLO 17
ROTOUDtERCOLANO

raccolta complessiva di materiali voluta dall'autore (man mano che mostra àntooo vergato a col. II 35, il rotolo doveva essere in parte, scr.itto
andava stendendo l'opera?} su cui lavorare ulteriormente. Tuttavia non anche sul verso ,3; anzi, e assai fondato cre~ere v~rga:e ~u q.uest ul~1mo
e da esdudere • ed e forse, anzi, piu probabile . che P. Herc. 1021 Ie colonne dodici in tutto, M-Z dei disegm oxonrens1 d1 cu1 non s1 son
costituisca il primo brogliaccio d'autore, il rotolo stesso in cui parti di - rnai titrov~ti gli oríginali. Ma v'e di piu: "il fatto che le 12 colonne
testo venivano scritte; parti ampie o fugaci, di senso compíuto o esterne, come e prov_ato dal contenuto,. sicura~ente n~~ si suc~e~evano
tranche (e poi riprese), in successione "logica" o meno. E' d'altro canto tutte l'una all'altra né nell'ordine in cu1 le abbrnmo n~ m_ quals1as1 ~tro,
da tener conto, infatti, che il normale modo di scrittura in prosa (ma e· soprattutto che nel loro insieme nem possono costltUlte la co~tmua-
talora anche in versi) nel mondo antico era guello di dettare il testo ad ·zione di quelle numerate 1-36, fa esdudere nel nostro ca~o che il testo
j .\. amanuensí H, i qualí si puà ritenere scrivessero in piu casi tale prima trascritto sul recto proseguisse puramente e semplicemente sul
stesura · o vero e proprio brogliaccio, con incongruenze "logiche", " J4. ed invera tali colonne "esterne" non possono che trovare una
ripetizioni, aggiunte, quale si presenta in P. Herc. 1021 . su rotolo e ve rsO , . • l t
sistemazio;e dislocata dovendosi rítenere costitmscano · smgo armen e
non su schede; queste, di regala tavólette come s'e detto, nel mondo . , d' na. parti di testo aggiunte ai materiali contenuti sul recto ,).
antico erano adoperate per pratiche autografe quotidiane all'interno di o a P1u u 1 d. .- d f· ..
_ N el caso dell 'Index Academicorum fUodemeo, 'e ll' 1z10ne e .mltlva
una società piu o meno alfabetizzata come fu in generale quella, almeno dovette ·esser sistemata sotto U diretto controllo de au~ore m u_na
urbana, dell'antichità greca e romana, ma l'uso che se ne fece per scritti struttura organica, quale risulta (forse attr~verso un anell~ ,~termed10)
di qualità letteraria non sembra essere stato esclusivo J>_ ln ogni caso, in P. Herc. 164; ma se tutto il discorso qm portato avantl .em qualche
del brogliaccio d'autore P. Herc. 1021 conserva sicure tracce nei segni ~odo giusto, va sottolineato che per sp~egare determmate mcoerenze o
indicanti le parti di testo da traslocare, nella espunzione di passi . - traslocazioni testuali in certe opere anuche · sopr~ttutto se afüdate ad
ripetuti, nelle aggiunte e nelle correzjoni dovute ora alio scriba stesso una scrittura precana · perche, d estmate
· a d.ff
r us10ne . orale , o . anche
.. .
ora ad altra mano; e si tratta di revisione, va ríbadito, che ·risale a • quando si tratti di scritti di "storia imme~iata". e perc~à sus_cetubili dr
Filodemo stesso · anzi, piu che di un_a revisione, di una sistemazione o aggiornamenti sincronici con lo svolger~1_degh avv~~1ment1, o ancora
tentativo di sistemazione dei materiali destinata ad esser trasferita in
"edizione" definitiva · pur se non eseguita materialmente dall'autore
nel caso si debba postulare una composmone strat1frcata .neI
tempo ·
non e sempre cogente porre una serie di schede a monte; mcoeren~; e
(un compi~o del genere, all'epoca in cui scrive Filodemo, era di solito , traslocazioní potevano verificarsi anche quando a ~~ndamento deli eil
affidato a scribi, correttori, revisori, e soltanto controllato dall'autore). dizione" vi era un qualche rotolo strutturato pm o rr:eno. come
E v'e, ínfine, un'altra circostanza di ínteresse assai notévole che orienta
•:_ · b rogli acCLo
· filodemeo , soprattutto ove . essa fosse trascntto
- li' m vera e
a vedere ín P. Herc. rn21 un primo brogliacdo d'autore: a quanto _, propria veste "editoriale" senza un drretto controllo de autore.

J ~

-31 . Mi limito a rimandare a T. KLEBERG, Commercio librârio ed editori11 nel mondo


antico, in G. CAVALLO (a cura di), Libri; editori e pubblico nel mondo antico. Guidà
storica e critica, [Roma-Bari] 1984 ', p. 46 s.
·< 33. A quanto mostrano ritr~vamenti greco-egizí, º"luw va ínteso se~pre {~e
:;· rimando alia part~ esterna dei rotolo (vd. E.G. Tull.NER, Greek Manuscnpts o t e
32. Nelle testimonianze iconografiche le scene che raffigurano modi di scrittura su · _- A ncten = o
· 1 w orld, X fOrd 1971·, p · 16 nota 4 ' e. The Terms Recto and Verso.

The
J A1111tomy
'
tavolette, per lo piu polittici, sono di ambigua interpretazione (si tratta di registri o a!tro : . - ,fth p· R ll,B elles 1978 p 25· eperunamessaapuptod1tutta a questione
_ o e apyrns o rux , ' ' ] 44 54)
dei genere?), mentre la composizione letteraria ê índicata dall'immagine dei volumen M. MANFREDI, Opistogro/o, in Ln parolo del passato, 38 [1983 , PP· · . ·
(inteso come prodotto finito o anche come brogliaccio?). Su tal tipo di repertorío 34. l. GALLO, Sulla struttura dei P. Herc. 1021, in Cronache Ercolanes,, 13 (1983),
iconografico si veda álmeno H. • I. MARROU, Mm,atKÕÇ àvr'Jl). Étude sur lés scenes de la
vie intellectuelle /igurant sur les monuments /unéraires romaíns; Grenoble 1938; p~.
148-153, 192-195, 211s.
p. 7; 5.Un tentativo di sistemazione delle colonne "esterne" in tal senso edelíneato da
ÜQRANDI, Sulla trasmissione cit., p. 143.
18 ROTOLID!ERCOLANO 19
GUGL!ELMO CAVALLO

_D'al~ra índol~ p~i~no es_sere totoli del fil9demeo Ilajl QTl"tOQLXjjç tecnico-Hbrari e grafici suggeriscono il contrario! Sembra plausibil~
des1gnat1 nella soscriz10ne fmale .come úxoµ.V!')µanxá: e il caso di P. credere, píuttosto, che P. Herc. 1426, in quanto edizione ~efin!tiva d1
~erc. ~674 ~<P~koôr11,1,(ou :ltEQt Ql'lto]Q[t]~jjç [ú:n;o]µ.v[-1wa1:i]x[óv]: un rotolo / libro (o tomo) dell'opera di Filodemo sulla retortca s1a stato
mtegraz1one d1 Domenico Bassi) (ta_v. 3) e di P. Herc 1506 (<I>Lkoô-ríu.ou ricontrollato com'era uso, da un diorthotes, che ha integrato un'omis-
1tEQl QTl"tOQLxjjç 'Ônoµ.vl'lµ.ai:tKóv). Tali rotoli, recanti l'uno il II e I'altro . sione dovuta' all'amanuense. In relazione a quanto s'e detto, discutibile
fose il III líbro del Tiegl Qll"tOQLXftç, anche se nori risulta,no strutturati e da considerare, pure, ogni tentativo di ricostruire l'estensione /
come brogliacci1 mostrano comungue coÍonne di scrittura tecnicamen- formato almeno dei II libro dei TieQt QTJ"tOQLXfjç sul fondamento di una
te irregolarí e forme grafiche rozze e disomogenee; il che ne indica un reciproca integrazione dei contenuti tra i rotoli che ne recano parti di testo; ed
~ar~ttere "editoriale" non-definitivo. 36 • E tuttavia, nonostante si sia invece, ín quanto si tratta di produzíoni testuali tipologkamente diverse, nelln
1nd1vidua~a nel trattato filodemeo un'opera "rimaneggiata piu di una fase di passaggio stesura provvisoria / stesura definitiva il contenuto poteva
volta dali autore" 37, non e stata mai chiarita finora síno ín fondo essere ín v;rio modo rielaborato (ridotto, esteso, riscritto_).
!'índole testuale di P. Herc. 1674 e P. Herc. 1506 laddove invece Quanto ad altri rotoli, i qualí figurano come ú:itoµv1jµata - P. Herc.
úxoµ.V!')µai:ixóv altro non puõ significare che "abb;zzo", sia pur in - 89 ([<l>tkoô}r,µou(tcôv :n;egt fre]cp[v] ú:n;oµv11µ.á[toov ,:o fo],:Lv ôt [:itEQt "CT]Ç
qualche modo compiuto, e perciõ testo ad uso ínterno, destinato ad i;côv -Oeõ.i]v [füayooyfjç]: integrazioni çi Wilhelm Croenert), P. Herc. 16~
"un .cercle restreint d'auditêurs, d'éleves, de camarades d'étudé 'ª con ([<PL),,oôitµou? ... mgl ~í.]oo[v x;at] 11-tt[oov, ft :n:egti:oü µri {µá"tl']v?) xmà t]a
tutte le implicazioni che tal sign1ficato comporta. ln questa prospe~tiva, , i:[ux}óv[,:a] ~rj[v] ú:n;[o]µvriµá,:[oov]a': integrazioni di Etto~e Bign?ne), P.
du~qu.e, P. Herc. 1672 e P. Herc. 1426 (tav. 4) i quali contengono Herc_. 1001 ([<t>]tko[ô1jµ.ou :n;eQ]t (}11[-r:oQLY.TJÇ] ú:n:[o]µ[vriµat~v!: mtegr~-
sezrom testuali dei Tieet QTJtOQLxjjç date, rispettivâmente; éiai menziona- . zioni di Domenico Bassi), P. Herc. 1427 (<tit1..oô1Jµou :n:EQL Ql]"COQLXTJÇ
~i P. Herc. _1?74 e P. He~c. 1506, e che non solo non &gur~no come i,.:n;oµvT}µátrov ct.'). essí mostrano tecniche libraríe e gra~c~e accu~ate, e
1J:itOµ.Vf)µa1:Lxa, ma che, d1 centro, mostrano caratteri tecnico-lihrari e comungue nessuna sostanziale distinzione da qu:í rot~h c~e ,s1 deve
grafici_ ~a "ed~zío~e" ~efinitiva, non possono essere considerati puri e ritenere rechíno "edizioni" definitive; e dei resto il termme unoµ,•riµa,
semplic1 dopp1om; ed mvece, il rapporto P. Herc. 1674/ P. Herc. 1672 che in epoca piu antica índica lo "schizzo" o "ahbozzo" di un'ope~a,
e P. Herc. 1506 I P. Herc. 1426 ·va ritenuto quello di stesura mostra di aver s~bito in età ellenistíca una modificazione semantLca
provvisoria / stesura definitiva dei libri del IIeet QTJ"tOQLKjjç ín essi ácquisendo il significato di "trattato" .o libro (come testo) 41 : .qua~e si
contenuti l 9• L'osservazione di Domenico Comparetti che una breve ritrovà nei rotoli ercolanesi citati. Ed e proprio questa mod1ficaz1one
frase aggíunta in P. Herc. 1426 rísulta compresa nel testo ín P. Herc. semaritica di -ô:itóµvriµa che sembra aver determinato l'inso~g:r: del
1506 •• non prova una sicura discendenza del secondo dalprimo; i dati - termine ú:n;oµVT]µai:txó,• per indicare la stesur_a non ancora defimuva <:
percio sc:il6 "semipubblica") di uno scritto; ed e comungue quest'ult1-
ma che P. Herc. 1674 e P. Herc. 1506. sembrano documentare.
Resta da chiedersi: tali prodotti non ancora rifiniti sono da
consíderâre prime stesure in assoluto o hanno a monte, a loro volta, un
·,.· qualche brogliaccio de! tipo testimoniato ~a P. He~c.1021, o anche una
~- _J6. Rimando al mio lavoro Libn" cit., p·. 6Js. _ serie di schede-tavolette? Anche se una rtsposta, m quanto fortemente
37. D. CoMPARETTl, Rela;zione rui papiri ercolanesi letta a/la R.. Accademia dei ?.'problematica, e da lasciare in sospeso, si e tentati di cr:dere a~~
Linceí, in D. CoMPARETTI • G. DE PETRA, La Vt1ta ercolanere dei Pisoni. I suai /·'seconda alternativa· ma ín ogni caso va osservato - se ne e fatto gia
monumenti e la sua biblioteca, Torino 1883, p. 78.
(~~:imo _ che nella produzione testuale antica, le fasí attravekso _cui
0

·38. D. COMPARETTI, La Bibliotheque de Philodeme ín Mélanges o/ferts à Émile


Chatelain, Paris 1910, p. 121. · '. {"cquesta pàssava· possono non essere state sempre le stesse quahtattva-
. 39 ·- E' quanto adombrá F. LONGO AuRICCHIO, Per una 1,uova ediz;ione dei secondó ~'t_)~·-1.'
_l,bro_ della "Retoric,l' di Filodemo, in Rendiconti dell'Accademia di Archeologia Lettere e
Belle Arti di Napoli, n.s., 45 (1970), p. 128. · _ _ 41. F. BõMER, Der Commentarius. Zur Vorgeschichte u11d litcrarische11 Form der
. 40 • COMPARETTI, La Bibliotheque cit., p. 123s. •_ ·Sçhriften Caesars, in Hermes, 81 (195}); PP· 215-221.
21
20 GUGLIELMO CAVALLO ,
ROTOLlDIERCOLANO

mente e quan~itativamente: a tipologie diverse ?i testo non si puà patr~onio bibliotecario della villa stessa. Di qui, dunque, un significa-
escludere comspondessero · forme di elaborazione in quakhe modo to tutto particolare che rivestono i rotoli ercolanesi, i quali - data la
differenziate del discorso scritto. situazione archeologica di ritrovamento - sono testimoni díretti ~ _.
concreti di un sistema di produzíone definíto, laddove ínvece quanto d1 ·
3. Su medi e tecniche di produzione libraria·nell'antichità si e assai librí ha restítuito la xtóga greco-egizia consiste ín materiali di dis~ocata
e/o disorganica conservazione, comungue, in ultima analisí, "senz~
scritto, ed in particolare proprio su quanto concerne l'età romana tra la
storia" (cartonnages di mummie e kiman sono costituiti, sisa, di pezzt
tarda Repubblica e il primo Impero a motivo della serie, assai cospicua,
che per lo piu si trovano insieme ín maniera fortuita). Ed e per questo
· di testimonianze al riguardo contenute nelle fonti letterarie 42 ; ma,
che da Ercolano puo venire qualche ulteriore indicazíone o almeno
ugualmente, attraverso la superstite biblioteca filosofica di Ercolano si
puõ giungere a quakhe nuova acquisizione. Che i rotoli filodemei o suggestione. .
anche di altri autori ma scritti nella. stessa età di Filodemo o_ poco oltre · ·Le opere- filodemee in piu libd mostrano una coincídenza assoluta
fossero prodotti all'interno di quel microcosmo di /ructus e otium rotolo/libro; ma que! che v'e da sottolíneare e una piu o meno organica
ch'era la "Villa dei papiri" non par dubbio 4' (né sotto tal profilo programmazione "editoriale" di esse, giacché libri díversi di una stessa
interessa la controversa identificazione dei proprietario di questa): si. opera sono vergati talara dalie medesime mani, talora da mani che
trattava, in pratica, di una manifattura/editoria, quale ín quello stesso almeno scrivono in tipologie grafiche affini 4;. E' quanto si puà
i'. constatare - limit~ndosi a ricordare i. casi piu significativi - per i
tor_no di tempo ê anche altrimenti testimoniata, che rientrava tra le
1

att1vità accessorie dí un sistema di produzione, non solo rurale ma filodemei llEQL µouoLxijç (í diversi libri sono da· ritenere scrítti tutti da
1
anche urbano, di tipo schiavistico 44 ; ed ínvero, se si tien conto di una medesima mano), llegl QTIWQLxijç (a parte alcuni libri, vi agiscono
!
quanto scrive Cornelio Nepote riguardo ad Attico, l'"editore" di mani sostanzialmente affini), llEQL xnxuõv (numerosí líbri risultano
t :·. vergati da una medesima mano). Che programmi "editoríalí" di tal
':
Cicerone (erant in ea [se. /amilia] pueri litte,_ratissimi; anagnastae optimi
et plurimi librarit) ~\ e da credere che.all'interno della "Villa dei papiri" fatta ed anzi connotati da piu stretta coerenza grafica, fossero di
vi ~o~se. un_ team analogo, addetto all'allestimento "editoriale" deglí port~ta_ píu vasta e di ascendenza piu a_ntica indicano . q~e_i rot~~
scr1tt1 d1 Filodemo nonché alla trascrizione di altre opere a fini non contenenti opere di Epicuro o di Demetrto Lacone che 1 tlp! graftc1
tanto di produzione artigianale "su base preindustriale" per cosi dire 46, adoperati mostrano non piu tardi dei II secolo a.C. e, s'e detto, come
corile nel caso di Attico, ma soprattutto alio scopo dí accrescere il origine riferibili con ogni verisimiglianza alia stessa Atene. Doveva
l:\ trattarsi di una forma di programmazione "editoriale" che risaliva
come· altrí caratteri fondamentali della produzione libraria greca antica
(formazione del rotolo, "mise en page", tipologie grafiche, uso di segni
i diaçritici, ·sticometria, la qualé inizialmente e da credere abbia avu~o
solo funzione tecnica e catalogica) - ali'età ellenistica, quando il lavono
42: Vd. da ultímo il lavoro - sintetico ma assai avveduto in sede critica - di P. filologico sui testi e il costituirsi di patrimoni, bibliotecari non ~olo
FEDEU, Aulore, commtite,ite, pubblico•in Roma, in Orolità scrilturo spettocolo, a cura di
immensi, ma anche organici, imposero una ridefinizione delle tecmche
· M. VEGETTl, [Torino 198}], pp. 77-106 (ove ê anche reperibile la bibliografia
fondamentale sull'argomento). · del libro. TI modo stesso di programmazione "editoríale", fondato su un
4}. Sul tal tipo di Vilfa vd. M. FREDERIKSEN, I combiomenti delle strutture agrorie team che all'interno dí un microcosmo lavorava secondo direttrici
nella tardo repubblica: lo Campania, in Società romana e produzzone schiovistico, a cura dí artigianali per lo piu coordinate, doveva ripetere quelli ch'erano o
A. GIARDINA e A. ScHIAVONE, I, L'Italio; insediomenti e forme economiche [Roma-
Bari] 1981, pp. 27.0-274 (con note alla p. 512). _ ' ·
44, ln generale suí sistemi di produzione schiavistici di quest'epoca vd. il quadro
46. L'espressione e di W. JoHANNOWSK;, Te~tim?1iio11z_e 1:7a1eríali dei mo~ di
d'insíeme tracciato da A. CARANDINI, Sviluppo e crisi delle monifatture ruroli e urbone,
produzione schiavistico i,1 Campania e ,iel San1110 Irpmo, m Soc1cla romana e produ:r.,one
ín Società romano e produzione smiavislica eit., II, Merci, mercoti e scambi nel
'Medtierraneo, [Roma-Bari] 1981, pp; 149-160 (con note alla p. 292 s.). schiovistica cit., I, p. }07.
45. Nep., Alt. 13, J. ' 47. Vd. il mio !avaro Libri cít., pp. 61-64.
ROTOLIDIERCOLANO
. 2J.
22 GUGLIELMO CAVALLO

etano stati sistemi e modi di produzione del libro propri delle Ma e .altro che interessa in questa sede. .Il rit:ovare
· neII a "Villa dei
.
istituzioni cukurali del mondo ellenistico. Né e un caso ritrovare nei .· .,,
papm program m1· "editoriali" e tecniche librane
. . che, a·,quanto
1 tutto
t
rotoli "editi" nella "Villa" quelle tecniche in forme rigorose, quali di 1 . credere erano modeliatí su quelli del Giardmo e, prn argamen e,
tado si possono osservare in materiali originarí della XÓ>Qa greco-egizia. J~eªistituzio;i culturali ellenistiche non eprivo di interesse nel_ cerc~r1
di pire il sostrato ideologico stesso da cui nasceva ~n'o~eraz1_one e
A questo punto v'e da fare un'altra considerazione, fondata su un
1 : ca !trimenti confortata da caratteristiche della planrmema com-
1 i. silen~io, un vuoto della storia, che va interpretato: a partire da una data genere, a . d II "Vill " deslrn· a La quale a quanto
lessiva e della decoraz1one e a a me . .' . .
~ stato rilevato, riproduceva in parte (~eristilio e g~ande giar~mo) ~~
interno all'ultimo scorcio del IV secolo a.C. cessano, in pratica,
testimonianze relative ad un qualche commercio librario, mentre esse si
riaffaccíano, · divenendo sempre piu frequenti, nel mondo greco- innasio tardo-ellenistico; m~ un gínnas10 nel quale I _apparato ecora !
g d . d . . l'Atene tra lo scorc!O del secolo IV e
romano di età tardo-repubblicana e imperiale; sicché va respinta Ia tesi, vo era traguar ato ª ev~car~ . . .. I 1 · a analisí - e
sostenuta da ultimo da Tõnnes Kleberg, il quale, in relazione ali'età l'' lzío del III a.C., in prauca 1 Atene d1 Epicuro .' _nu tlrn .
mh . r: i'mplicazioni di carattere rn1st1co-sacrale qu1 non
elienistica, scrive che "solo in rapporto con una grande biblioteca e e v11ossero o meno r d" t J ·
. - lia "Villa dei papiri" si ripeteva, sotto iorrna 1 nos a g1co
destinara alia ricerca il commercio librario raggiunge Ia sua piena
::~::~s~htfa presenza di Filodem~ rendeva piu concreto e at:ual:
maturità. La biblioteca ha bisogno de] comrnercio Iibrario per potersi
ello ch'era stato il Giardino atemese del maestro. ln q~anto miliu
forrnare ad anche per poter crescere e svilupparsi secando direttrici
qu · doveva trattarsi di una scuola, ma d1 un m eu
giuste" ••. Ed invece, s'e detto, ad alimentare di libri le ístituzioní contesto mutato, non . . d ll "Villa" una personalità
culturali ellenistiche era - a parte forme di acquisizione diverse, colto che faceva capo al propnetar-10 e a ' d li
. so p1'u' generale da atteggiarnenti che sono alia base e a
fors'anche cornmertiali ma d'indole antiquaria - soprattutto un sistema mossa, 1D sen '
• ne di· ville di lusso nel I secolo a. • ·
e

di produzione interno alie istituzioni stesse {pur se di certo rientrava fra stessa creaz10
i fini di queste ancbe il rnettere quei librí a disposizione di quanti
4 I libri delia "Villa dei papiri" e la stessa presenza in .qu_esta di
dall'esterno volessero consultarli o averne copia), organizzato secondo . . ,, d della personalità - assai dtscussa .
modi che, in scala ridotta, i rotoli ercolanesi in qualche modo Filodemo sono nverbero, se etto,. . h quello correlato
direttamente docurnentano. Un commercio librario fiorente e fenome- non solo sul piano dell'~dentit_àd stol ri~a ma t~í~a e ~u di chi' ne fu il .
no da ritenere correlato non agli elitari milieux che facevano capo a 11 , 1 d lla collocaz1one I eo og1co-po . , ., d
a a tro, ·
e .. ·d' Filo d e mo stesso·' m eta plu. tar
· ,1 ahn no all'epoca, l . ·a
biblioteche, musei o scuole filosofiche, ma all'esistenza di un piu o propnetano ' e . de b he la "Villa dei papm" Sla
meno vasto pubblico di lettori che puà insorgere soltante in una società infatti, nel corso del I secolo . ·., sem ra e
sufficientemente alfabetizzata, come quella-dell'Atene di età classica o,
1,
ancor piu, quella greco-romana dei primi secoli dell'Impero. E nel
torso di guesta sarà proprio la dialettica alfabetizzazione/commercío ·
9 G S RON Templa serenà. A propos de lª "Vil/a der ·Pap)'rt
. d'Herculanum:
fi' d I
_librariq che finirà con il determinare un atteggiamento diverso del 4 , .' A~ ', ' orleme111s aristoci·atiques romains à la m e a
cantnbutwn a I etude des qomp F . d R Antiquité 92 (1980) PP· 277-301,
letterato di fronte alia sua scrittura sotto un duplice aspetto: quello République, in Mélanges de ld'Ec~le . rmLa1çat~/, odme1:· Papiri [Napoli 1983] (Secondo
della destinazione, in quanto puà esser letto da un pubblico piu vasto, e · 294-299 (tra . lt. m • wa · '.
quéllo della elaborazione/edizione, giacché la crisi di un certo tipo di :p~;~e~~~ a Cro1Mche frcolanesi_ 13/1983), pp. 69-82, in part. 79-82).
F d ik J cambiamenlt c1t., p. 279 s. · . d
manifattura líbraria schiavistica viene ad interrompere il rapporto 50. re er sen, . p m der Statuenausstattung m · er
strettissimo - direttamente constatato per Filodemo e indirettarnente 51. Vd. da ultimí D, PANDER~.IALIS, Zumh rAog':bna,'.o'ogiscben Instituis. Atbeniscbe
. . • · ., · t ·t et1 des Deutsc en r.. ''
testimoniato per Cicerone - tra l'autore e una sua cerchia "editoriale" Vil/a dez papm, m ,..,11 e1 ung . 9 ( d ·r . La Vi/la dei Papiri cit., pp. 19-50);
(librarit~ anagnostae, glutinatores); a questa si sostituisce, infatti, Abteilung, 86 (1971), P~· 1_73-20 tra2s/zs~ (trad. it. PP· 71-73); M. R. WOJCIK, 1:°
SAURON, Templa serena Clt., m part. PP· d t 'voe problemi deita committeni:_·a, ln
un'irnpresa libraria esterna. · la . . ,, d · E l Programma ecora t
"Vil det Papm t rco ano. 'l . d ll'Università degli Smdi di Pemgi11, 17 [n. s.
Annali dclla Facoltà di Lettere ~ fi osofia 3: 8 La "Villa dei papirt", Afrune riflessioni,
31 (1979-1980), 1. Studi classtcr, PP· 359- 'e
48. KLEIÍERG, Commercio librario cit., p. 36. in La Villa dei papiri cit., PP· 12 9-134 ·
24 GUGLll!LMO CAVALLO

stata trasformata, al parí di altre ville di lusso, in podere destinato ;ilo ,.


sfruttamento agricolo ' 2 • Al che si attaglia la cronologia dei rotoli, i piu \
tardi dei quali si mostrano scritti nei decenni iniziali dei I secolo d.C.,
pur se in età post-filodemea, quindi a partire dalla fondazione
dell'Impero, rivelano interessi meno per l'opera dei filosofo di Gadara e
piu per i "classici" dell'epicureismo "· Ma quel che va osservato sul
fondamento della situazione di scavo ' 4 - problema sul ·quale- si vuole
introdurre un'ultima riflessione anche per quanto viene ad· implicare
sotto l'aspetto grafico e tecníco-librario - ê che la bibliotheca Graeca di
contenuto prevalentemente epicureo ed in ogni caso _filosofico non era
l'unica-; a quanto mostra, infatti, il ritrovamento di rotoli latini (il
· cosiddetto Carmen de bello Actiaco P. Herc. 817 o testi di carattere
oratorio quali P. Herc. 1067 e P. Herc. 1475, per ricordare í pochi di
contenuto meglio identificato) '' v'era pure una bibliotheca Latina,
si curamente separata dali' altra secando una concezione b_ibliotecono-
mica largamente attestata nel mondo romano a livello sia pubblico sia
privato ' 6• A quest'ultimo p·roposito v'e un fatto da -riconsiderare:
diversamente dalla prassi nota, v'erano nella biblioteca filosofica di
Ercolano, conservati insieme ai gred, anche papiri latini? Da una
testimonianza di Camillo Paderni, il custode del Museo napoletano di
Portici ner primí anni delle scoperte.ercolanesi, tali risultano diciotto

52. D. MusTILLl, La villa pseudou~bana ercolanese, in Rendiconti dell'Accademia di


Archeologia Lettere e Belle Arti di Napoli, n.s. 31 (1956), p. 96 s. (rist. in La Vil/a dei
Papin' cit., p. 18). .
53 ..Rimando al mio lavoro Libri eit., p. 65.
54. Sulla díslocazione dei rotoli all'interno della "Villa" quale e risultata dai
ritrovamenti vd., in genetale, C. GALLA vorrr, Nuovo contributo alia storia degli scavi
borbonici di Ercolano (nella Vil/a dei papiri), in Rendiconti delta R. Accademia di
Archeologia Lettere e Befle Arti di Napoli, n.s., 20 (1939-1940), pp. 269-306, e
wprattutto La custodia dei papiri nella Villa suburbana ercolanese, in Bollettino dei R. .
lstituto di patologia dei tibro, 2 (1940), pp. 1-11, e La libreria di una villa romana
ercolanese, ivi 3 (1941), pp. 3-18. Altri contríbuti saranno citati in relazione a problemi'
specifici. . ·
55; CLA III 385,386,387.
56, Si vedano, p. es., le testimonianze.di Suet., Aug. 29, 4 (biblioteca pubblka) e
Cic., Ad. Q. /r. 3, 4, 5 (biblioteca privata). Piu ampí ragguagli in V.M, STROCKA,
Romiscbe Bibliotheken, in Gymnasium 88 (1981), pp. 298-329.
podere destinato alio
,logia dei rotoli, i piu
iali del I secolo d.C.,
re dalla fondazione
:l filosofo di Gadara e
che va osservato sul
na sul quale si vuole
o viene ad implicare
btbliotheca Graeca di
1so .filosofico non era
:o di rotoli latini (il
7 o testi di carattere
r ricordare i pochi di
a bibliotheca Latina,
:ezione bibliotecorio-
vello sia pubblico sia
to da riconsiderare:
blioteca filosofica dí
apiri latini? Da una
t-,foseo napolétano di
tali risult~no diciotto

·ndico.nti dell'Accademia di
96 s. [rist. ln La V,1la dei
Tav. 1. P. Herr. 1479/1417, coro. 3.

lla" quate e risultata dai


bulo atla storia degli scavi
:/i delta R. Accademia di
•9-1940), pp. 269-306, e
'anese, in Bolleltino dei R.
reria di ,ma vil/a romana
•ti in relazione a problemi

4 (biblioteca pubblita) e
iuagli in V.M. STROCKA,
19.
Tav. 2. P. Herc. 1021, com. 4.
Tav" 3. P. Herc. 1674, com. 6.
Tav. 4. P. Herc. 1426, corn. 2.
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•Tav.7 · p . H erc. 217, com. 5_
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Tav·: 8 · p · H erc. 1491 . cor,n.· 2.


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Tav. 10.. P.. Hetc. 1423 ' coro. 5.

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•1i
·.•i_ ,\1
Íw:
!I\
l~_._i_:_ rotoll d,'=no eontenuti = .:::;um di '""'' d'alb= "; :.
insorgono seri dubbi. Innanzi tutto, i volumina dí testi latini di cui sono
SlJperstiti piu o. ~eno ampi fram_menti (compreso P. I:Ierc.' 817)
sembrano dovers1 ntenere recuperat1 non nella stanza dove ~l trovàvano
:j,'
1 gli scrítti epicurei ma altrove; 'ª e d'altro cantó - tenuto conto di quel
!~f _che scrive il Paderni ríguardo aí diciotto andati distrutti di cui s'e detto
J,f,( , (" ali these were w~itte~ in Latin, as appears by a fe:" words, wich broke
l ~- off from them. I was lil hopes to have got somethmg out of them, but
J·. ~:-_. they are in a worse condition than the Greek") " - e da chiedersi quanto
j
i
.f;, ·ci si possa-fidare di una testimonianza _fondata _s~Il~ vag_a_ lettur~ di
-1/ qualche paro~a (o solo qualche lett~ra?), m mater1~h _nd?t_t~ m ?ess1~~
1iJJ;, stato e peraltro da parte - a voler nprendere alcun1 gmd1z1 1mp1etos1 d1
! ,,li: J?h~nnJoa~him Winckelma1111; e d! ~omenico Comparetti_ - dell'" astu:
1~~: _ussimo ed ignorante" Padernl "', 'p1ttore" e non certo filologo, o d1
· ti.'. altri "uomini di assai povera cultura" •1 • Non si puà esdudere, percià,
,;l'f che i diciotto rotoli creduti latini fossero anch'essi greci 62 , contenuti in
:!{ _ un unico scrinium forse perché esemplari di un medesimo programma
;jc> "editoriale", ed in ogni caso di carattere· filosofico, contenutisticament~
, ]@i . congrui, vale a dire, con gli altri libri collocatí nella stessa stanza. E' dd
. /w} tutto sicura - a quanto dimostrano materiali superstiti - l'esistenza di
,.;lf una bibliotheca Latina, ma in altra zona della "Villa". Meno probabile e
'.}d; da ritenere - dato il carattere fortemente organico della raccolta di
,J". · rotoli filosofici - che questi possano costituire un "deposito di libri" •1 o


· ·:-:j\;/
.••._:[_-~,;~_:,i_'._:_~_\

,
57. Lett~ di e. p.i.,,,; , .... 18 oo,l,re " " On eo..._,, - 1m · - L,
vi/la ercolanese cit., p. 241s; per la data della !ettera stessa vd. p. 295). _
58. I. SGOBBO, Staiue di oralori allici ad Errolano dinanr.i alla biblioteca delta "Vil/o
dei papirt, in Rendiconti dell'Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti di Napoli, n.
._;: _.,_:_:•~-: ;:_~- ~_~.:•_••:_• :_ -_• ·: _• . s., 47 (1972), pp. 297-299]; WoJCIK, Lo ''Villo dei P1ap!rl' ddi Ercola1no cit.,dpll.360 e noCta
~ 11, ove e addotta, tra !'a tro, quale testirnonianza a r1guar o una ettera e o stesso .
Paderni datata 18 novernbre 1752 (in CoMPARETTI - DE PETRA, Lo vi/la ercolanese dt.,
l- p. 238).
1
5 9. Lettera cit. alla nota 57.
l- 60. J. J. WINC_KELMANN, Lettere italiane, a cura di G, ZAMPA, Milano 1961, p. 302.
61. CoMPARETII, Relazione cit., p, 60.
62. Un tal sospetto risulta già avanzato da E. MARTINI, Catalogo generale ilei papiri
ercolánesi, in COMPARE'ITI - DE PETll.A, Lo vílla ercolanese cit., p. 93.
i'
i
63. E' quanto scrive PANDERMAl-lS, Zum Programm cit., p. 182 (trad. it. in Lo Villa
dei Papiri cit:, p. 27).
1

26 GUGLlELMO CAVALLO ROTOLI DI ERCOLANO 27

· i :esti di una bibliotheca Graeca in smobilitazione 6-! ma originariamente che Jibri greci e libri latini venissero prodotti gli uni accanto agli altri
d1 conteriuto assai piu vasto e articolato. Del tutto problematico resta non pare abbia determí.Qato incidenze reciproche piu che occasionali.
invece, se la ·raccolta di volumina filosofici costítuisse l'unica bíbliothec~ Se resta escluso un confronto per quanto concerne l'estensione dei
Graeca o se, oltre e dislocata rispetto a questa e alia latina ve ne fosse rotoli giacché lo stato di conservazione dei latini ed i testi in essi
un'altra ~i conte~uto piu vario in relazione a "tensioni cclturali ... piu · contenuti non altrimenti tramandati ne rendono impossibile qualsiasi
vaste, pm eclettiche e largamente diffuse nella nobilitas romana ricostruzione, diverso senz'altro risulta il formato in altezza 6' ; quest'ul-
ta~~orepubbli~a~a" "'. La situazione di rinvenimento dei rotoli super- tima infatti oscilla tra i cm 19-24 ca. nei rotoli gred (non solo di
suu, recuperat1 m una stanza alquanto isolata e di ridotte dimensioni Erc;lano, rr:a anche nei greco-egizi fino agli albori del I secolo d.C.),
induce a credere ad un carattere tutto speciale della raccolta (si trattav~ mentre puõ giungere fino ai cm 28 ca. nei latini 70 • Divers_a e anche la
forse dei "laboratorio" in cui lavoravano Filodemo e il suo team presentazione del testo: nei volumina greci (ercolanesi e non) le
"editoriale" ?) , mentre altri sembrano essere stati gli ambienti destinati colonne si mostrano mediamente ampie cm 5-6, laddove invece neí
alia sistemazione, s'e detto, di una bib!iotheca Latina ma fors'anche di rotoli latini, a quanto lasdano intravedere i frammenti superstiti, le
una bibliotheca Graeca d'indole div~rsa. ln quest'último senso orienta- colonne sernbrano aver avuto estensione assai piu ampía, intorno ai cm
n? il ;omples~o decorativo della "Villa", il ritrovamento - pare altrove - 17, tanto che, come a ragione e stato scritto, "nei limiti in cui le si
d1 un ?per~ d1 carattere g~ografico o storico-geografico ~, e comungue possono immaginare, danno !'impressione che si pongano in uno spazio
la test1momanza che rotoh (ma quali?) in capsae o scansie si trovavanó aperto ai lati e quasi attraversato da un moto orizzontale procedente da
anche nel tablinum e nella zona tra quest'ultirno e il peristilío sinistra adestra" 71 ; il che dei resto corrisponde a quanto e documenta-
quadrato 67 • •
to da ritrovamenti latini in Egitto all'incirca coevi (le colonne vi
. In questa sede interessa pure, ed anzi piu, dat~ la compresenza nella risultano o si possono ricostruire di misura intorno ai cm 15-18, ma non
"Villa" di libri grecí e libri latíni, muovere da modi e sistemi di ne mancano di piu estese, quali nel frammento delle Verrine ciceronia-
~roduz:ion_e di questi per giungere. a ridefinire, piu in generale, !e . ne, P. Jand. 90 del l secolo d.C. ove esse presentavano di certo
mteraz1om (e non) all'interno della cultura. scritta del tempo tra . i.m'ampiezza non inferiore a cm 24 ca.) n, né sembra che in quest'epo-
strutture librarie/grafíche greche e latine. Almeno i testi filodemei, s'e ca i libri latini recassero testi prosastici suddivisi in unità sticometriche.
detto, non potevano che for capo_ ad una produzione libraria tutta ln relazione ad altre caratteristiche tecnico-librarie e difficile istituire
interna alla "Villa" stessa; ma non diversamente doveva essere per testi qualsiasi confro~to, dato il numero relativamente scarso ed oltrernodo
d'altri autori e percià anche per i latini (all'epoca "assez norríbreux ont frammentario dei rotoli latini usciti dagli scaví di Ercolano e, almeno
d~ être les: particuliers. q_ui ont pu se constituer une bibliotheque en per l'età pfü antica, anche d'Egitto. .. . .
farsant cop1er leur dom1cil~ des livres empruntés") •8; e tuttavia il fatto Quel éhe resta da esaminare e, piuttosto, la fenomenologia d1
ordine piu specificamehte grafico, ma con l'a"."ertenza che vi so?o
scritture latino-ercolanesi nem ancora indagate, srcché una comparaz10-
ne in tutta la varíetà dei suoi aspetti e esclusa. Una prima sostanziale
64, E l'opínione della WoJCIK, La Vil/a dei papiri. Almne ri/lessioni cit., p. 132 s.
65. Ivi, p. 129. Ma si veda anche M. H. CRAWPORD, Greek Intellectuals and the
Roman Aristocracy in the First Century B.C, in Impe,·,'alism ú1 the Ancient World, ed: by
P.D.A. GARNSEY and C.R. WH!TTAKER, Cambridge 1978, pp. 193-207.
66 . Risu!tano perduti originale e disegni; si dispone solo della trascrizione di un 69. Sulla tipologia dei volu.mina greci vd. il mio lavoro Libn' cit., pp. 14-27.
frammento dovuta a R: HERCHER, Claudii Aeliani De animalium natura libri XVII. 70. Ricostruzione di D. BAssr, Catalogo descrittivo dei papiri ercolanesi, ín Rivista di
Varia Historia. Epistolae. Fragmenta, II, Lipsiae 1866, post p. 662. · filologia e d'istruzione-classica, 36 (1908), p. 486 nota L
67, Una messa a punto della questione in WOJGIK, La Vil/a dei papiri. Afame · 71. G. PETRONIO NrcOLAJ, Osservazioni sul ca12one de/la capita/e lrbraria romana
ri/lessioni cit., p. 132. Ira I e III secolo, in Mircellanea· in memoria di G. Cencetli, Torino 1973, p. 13,
68 .. R. MARICHAL, L'écriture latine e/ la civilisation occidentale du l" au XVI• siêcle 72. R. SEIDER, Palo.ographte der lateú'lische,i Papyn·, II, 1, Stuttgart 1978, pp. 32,
in L'écrüure et la psycbologie des peuples, Paris 1963, p. 208. ' . ~.4~ .
28
GUGLlELMO CAVALLO
ROTOLIDIERCOLANO 29
differenza, già osservata da Robert Marichal, e d'indole tecnico-
discorso vale per P. H~rc. 1067 nel quale va ritenuto di ispirazione
materiale e riguarda l'uso di uno strurnento scrittorió di tipo diverso:
greca soltanto un certo gusto per la marcata curvatura dei tratti, qual_e
"le copiste grec emploi un calame à pointe dure et mince gui n'accuse
risulta documentato in rotoli greco-ercolanesi di età filodemea. Test1•
pas les pleins, le latin un calam e à pointe souple et large gui lui permet ·
.mone Ercolano, dunque, la scrittura greca - a parte le rare suggestioni.
d'opposer fortement les pleins et Ies déliés, de donner, par conséguent,
di cui s'ê detto - non sembra aver avuto incidenza alcuna nella
à l'écríture un relief et un rythme que le grec ne peut avoir" n_ Ed
strutturazione _della capítale, rimanendo sostanzialmente estranea a
invera, le mani latine di Ercolano - attestino esse una capitale di qualità
modi ·tecnici, stilistid, estetici di quest'ultima. Il che concorda con
altamente formale (P. Herc. 359, P. Herc. 371, P. Herc. 1059, P. Herc.
quanto si e potuto constatare, pur se nei !~ti ~i u~a c~renza d~
1475, P. Herc. 1484, P. Hert. 15.35, P. Herc. 1558 [tav. 5a]) o una
materíali in relazione al complesso delle tecmche hbrane. Sr tratta d1
scrittura piu sciolta (P. Hérc. 817 [tav. 6), P. Herc. 1067 [tav. 56)) e
un fatto degno di nota giacché mostra, in un·mondo romano visto neDa
talora non scevra di caratteri corsivi (P. Herc. 153, P. Herc. 217 [tav.
dimensione di una ripetuta (ma tutta da ridefinire?) influenza greca a
7], P. Herc. 394, P. Herc. 1057, P. Herc. 1257, P. Herc. 1491 [tav.
vari livelli dalla letteratura all'artigianato artístico, uno scorcio diverso,
8]) 7\ mostrano comungue toni ehiaroscurali piu .o nieno marcati . 1
quello di una produzione libraria dotata di una indiscussa_ orígi?alità'.
ª?~olo ~i scrittura ~torno ai 35°, ina guakhe volta anche assai aperto,
perdà di certo con una sua tradízi~ne a mont_e e defin~ta _ne1 su01
v1crno a1 75•, comem P. Herc. 1491 7j - e, di solito, "empattements" ora
caratteri prima dell'arcd di tempo tra il 31 a.C. e il 79 d.C. md1cato dal
pastosi ora fini; turti caratteri che denotáno, nel gioco strumento/
Carmen de bello Actiaco P. Herc. 817.
supporto, un impatto morbido, "a pennello" per cosi dire. Qualche
Quando si passi a considerare le scritture greche di Ercoian_o, no~
influenza greca, peraltro limitara ad un paio di esemplari, si puõ
· ne mancano alcune che rivelano influssi piu. o meno marcati ma m ogm
cogliere altrimenti: si deve ancora una volta a1 Marichal la cauta
caso sícuri della capítale latina, segno dí forme di accu~i:_urazi~n~ gra.~ica
osservazione che a vergare il Carmen de bello Actiaco P. Herc. 817
quali tra i papiri greco-egizi si rnanifestera?no s?l~ p1u ~ardi, m prena
possa essere stata "une main plus ou moins grecque ou grécisante" 76,
età romana. E' difficile dire se a Ercolano s1 trattJ d1 mam educate nelle
ed un_a piu attenta analisi di quest'ultima - nel circoscrivere Je incidenze
due scritture o se sia da credere ad una suggestione visiva esercitata su
greche a certo contrasto modulare tra alcune lettere piu strette (B, D, S)
librarii greci dalla capitale latina; quest'ultima ípotesi pare tu:tavia la
ed altre piu larghe (H, M, N) nonché a forme quali A_ con tratto di
piu probabile, soprattutto ove si tenga conto che certe m~m gr~ch~
smrstra ad andamento talora verticale, B con occhielli leggermente
risultano típologicamente connotate (P. Herc: ~423 mostr~ mfless1om
angolati, M con Iínee esterne. divaricate ed interne talora fuse in
dello stile epsilon-theta di origine tutta eDerusnca) nonche del modo
wl'imíca curva - ne precisa anche la qualità non piu che ".grécisante»,
non organico in cui quegli influssi si manifestano (or~ piu ?ra m_e~~
giacché si tratta di mano di sícura educazione latina, a quanto dirnostra
accentuati; ora in cerre caratteristiche ora ín altre); e gli stess1 poss1bili
non solo il movimento esperto dei ritmi chiaroscurali ma l'impianto
referenti grafici si dimostrano diversí: se P. Herc. 36~ o P. Herc. 380
strutturale della scrittura nel complesso dei suoi componenti. Lo stesso
(tav. 9} rivelano nel modulo ampio delle lettere, nel ch1~roscu~~ pesante
·e morbido nell'angolo di scrittura rigorosamente obliquo, l mfluenza
·di quella ç~pitale romana di qualità piu formal e di cui s' e detto '. inve~~
esemplari quali il già ricordato P. Herc. 1423 (tav. 10) e altn pap1r1
73. MARICHAL, L'écnture !atine cit., p. 209. minorí scritti dalla medesirna mano o anche P. Herc. 207, P. Herc.
74.Vd. PETRONIO_ N1coLAJ, Osseroa:doni cit., pp. 11-18. 1275 P. Herc. 1507, anch'essi dovuti ad una stessa mano, trovano
}5. Sull'uso sincronico dí a~go]i di scríttura diversi in ambita" greco vd. il mio conf;onto soprattutto in guella scrittura latina piu sciolta in cui a~a
artico]o Problemi inerenti all'angolo di scrittura alia luce di un nuovo papiro greco: PSI capitale libraria si mescolano forme di orig~e corsiva_ e che s~mbra, ~?
Od. 5, in Scrútura e àviltà, 4 (1980), pp. 337-344; P. Herc. 1491 documenta il ultima analisi, la trasposizione posata dr una s_cnttu~a d ~so PI~
medesímo fenomeno in ambito latino.
generale e in cui percià ·lo stesso chiaroscuro s1 esp;_1me m mod1
76 • MARICHAL, L'écn'ture cit., p. 208; ma· vd. anche PETRONID NICOLAJ,
Osseroazioni cit., p. 14 nota 36. · disomogenei. Anche per quanto conc_er~e, dun~ue, l m,flusso. della
scrittura latina sulla greca non pare sr sia andat1 oltre 1occas1onale

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JO GUGLJELMO CAVALLO

a~sunzione dí c~rte tec~i:he (calamo a punt~ flessíbile) e Ia rara ripresa


d1 qualche tracc1ato. Gli e che mani greche e mani la tine, pur Iavorando VITTORIO PERI
.l~ une accanto alle al_tre, _ave~ano ricevuto un'educazione grafica, sía al
livello e~ement~te sia finaliz~ata specificamente a prodotti librari,
affa t to_ di~e~sa: per quanto nguarda le prime, si trattava di manodo-
pera d1.on~me greco-orientale che in Campania non mancava 1a, mentre
le m_ai_11 latme non.potevano che essere state educate nel soko dí una
trad~z10~e tutta romana, la stessa cbe esprimeva gli scriptores dei
manifest1 elettorali a pennello. . NOTE PRELIMINARI E PROFANE S_ULL'ORIGINE
PALEOGRAFICA DEGLI ALFABETI SLAVI

Chrabur; il monaco slavo letterato degli inizi dei X secolo g1a


vantava i titoli di superiorità dell'alfabeto paleoslavo nei confronti di
quello greco ',' s01,tenendo che "le lettere slave sono piu sante e píu
pure: un santo uorno infatti le ha create, mentre !e greche gli Elleni
pagani" '. L'argomento da lui considerato come decisivo consisteva

1. GERNORlZEc CHRABÕR, o' pisme11ech, kritícesko izdanie, izgotvila ALDA


GIAMBELLUCA - )S:OSSOVA, Sofija 1980, 113-143, l • RDAN lvANOV, Btilgarski starini iz
Màkedonija, pod redakcijata na prof. B. ANGELOV i prof. D. ANGELOV, Fototipno
izdanie, Sofija 1970, 442-446. Le dtazioni saranno fatte sull'edizione della Kossova, con
la sigla O pismenech, seguita dai paragrafo, con l'indica~ione delle pagine dei testo e
della traduzíone italiana dell'opuscolo. Per il passo citato O pisme11ech, VIII, 126:129 e
178, e interessante notare che la difesa delle lettere slave e fatta contro delle tesi
conservatrki di trilinguisti, che qui appaiono come appartenenti alla cultura bizantina e
non latina, come era no gli oppositori di Costantino a Venezia: "Altri dicono: «A che i
libri slavi? Non sono stati creati da Dio, nemmeno dagli angdi e neppure sono dai
principio, come gli Ebraici, i Latini e gli Ellenici, che esistono dal.prindpio e sono
accetti a Dio !,, Ed altri reputano ... che Iddio avrebbe ordinato che i libri siano in tre
lingue, poiche nel Vangelo sta scritto: «E v'era una tavola·scritta in ebraico, in latino e
in greco&; e non v'e lo Slavo". La priorità riservata da questa teoria ai greco, anche ín
area latina, ne indica la provenienza: Rabano Mauro nell'opera De Universo, XVI, 1
(HRABANI MAURL. Opera quotquot reperiri potueru11t omma, I, Coloniae Agrippinae
1626, 208) lo testimonia indipendent~mente dalla Vil.a di Costantino Filosofo: "Tres
sunt autem linguae sacrae: Hebraea, Graeca, Latina, quae tato orbe maxime excellunt.
77 · Su tale doppio li~ello di educazione grafica nel mondo antico rimando al mio His enim tribus Jinguis super Crucem Domini a Pilato causa eius fuit scripta. Unde et
lavara Dai segno mcompiuto ai segno negato, in Quademi storíci, 38 (1978), p. 478s. propter obscuritatem sanctarum Scripturarum harum trium linguarum cognitio
78 ·. D. ~us~~. Modi di produzione e reperimento di manodopera scbiavíle: sui necessaria est, ut ad alteram recurratur, si aliquam' dubitationem norriinis vel
rap~oril .tra _zOriente ellenistico e la Campania, in Società romana e produzi'one interpretationis sermo unius linguae attulerit. Graeca autem lingua inter caeteras
scb,av,shca c1t., I, pp. 243-263, in part. pp. 250-259. gentium darior habetur. Est enim et latinis et omnibus linguis sonantior".
· 2. O pismenech, XII, 138 e 179. ·

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