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KANT

Riflette sulla politica solo tardivamente dal 1750 al 1790 e ha un pensiero “rivoluzionario”, perché
vuole applicare in maniera rigorosa la ragione alla politica. La sua tesi è: SE la politica NON
coincide con la morale razionale della libertà, NON può nemmeno essere il contrario, né può
godere di una morale autonoma (come x Machiavelli), né una morale solo utilitaristica (come x
Hobbes).

6.1 Morale, Diritto, Politica

- "Kant distingue tra uomo noumenico, cioè dal punto di vista interiore della morale, e uomo
fenomenico, dal punto di vista empirico esteriore. Eppure nn separa totalmente morale e politica.
- "La morale kantiana si basa sulla perfetta coincidenza tra libertà assoluta e dovere
incondizionato che trova espressione nell’imperativo categorico. La morale consiste nel dovere
che il soggetto ha di agire come se fosse “universale”, rispettando qst universalità ank negli altri. Il
soggetto morale quindi è orientato al dovere e non alla felicità. (“Agisci in modo che la massima
della tua volontà possa sempre valere come principio di una legislazione universale”)
- "L’uomo è come se vivesse in 2 mondi,: è un essere razionale che agisce secondo la ragion
pratica, ma ank un essere sensibile determinato dalle inclinazioni naturali.

Per Kant l’uomo ha una destinazione morale, quindi si possono pensare e realizzare le condizioni
che trasformino la politica da amorale regno del potere a regno del diritto, che rispetti la
destinazione morale della società. Quindi il potere deve essere sottomesso al diritto, che regola la
coesistenza degli individui, limitando la loro libertà. L’uomo è libero esteriormente perché
sottomesso al comando impersonale della legge e libero interiormente perché aderisce
al’imperativo categorico. Il diritto è forma della politica, perché è legge prodotta dallo stato; ed è
fine della politica, perché essa deve promuovere il regno del diritto k garantisce all’individuo uno
spazio di indipendenza personale nel rispetto della morale. >>>>>>>>>>>>la politica NON è
MORALMENTE NEUTRALE, ma ORIENTATA ALLA MORALE.

6.2 Stato di natura e contratto originario

Kant analizza la politica non per spiegare come si sia svolta ma per spiegare come essa dovrebbe
essere: dovrebbe seguire la ragion pratica (la morale) e la ragione politica (il diritto). Dopiia origine
dello stato:
- una reale, cioe dalla forza -> essere
- ideale, cioe dal contratto -> dover essere
95 lo stato deve comportarsi come se fosse nato da un contratto, anche se alcuni elementi di forza
non potranno mai essere del tutto abbandonati perché lo stato organizza solo la libertà esteriore,
giuridica e fenomenica e non la libertà interiore e morale. Secondo K. lo stato nella realtà ha
origine da un atto di forza e invece dovrebbe scaturire da un contratto.

Lo stato di natura kantiano, nn è pregiuridico: vi è il diritto, ma solo quello privato : domina la


libertà di ciascuno e di tutti, ma manca un’autorità legittima che risolve le controversie in maniera
vincolante -> quindi lo stato di natura impedisce al diritto di affermarsi in quanto diritto, cioè in
modo cogente per tutti.

Seguendo un ragionamento razionale, il superamento dello stato di natura è inevitabile e coincide


cn l’affermarsi della volontà generale, in cui ‘esercizio del potere è legittimato dalle leggi: si deve
uscire dll stato di natura in cui ciascuno fa di testa sua e ci si deve unire con gli altri al fine di
sottomettersi ad una costrizione esterna pubblicamente legale. Nasce lo stato di diritto, cioè la
comunità razionale che per garantire la libertà a ciascuno affida al potere pubblico (e nonj a
persone private) la decisione sul diritto. Il contratto originario che determina l’unione delle volontà
particolari e orivate di un popolo in volontà comune e pubblica non si fonda su un documento
scritto o un fatto empirico: esso è un’idea regolativi di tipo RAZIONALE.

Questa decisione sul diritto è affidata a un sovrano rappresentativo,il quale anche se non nasce
veramente da un contratto tra gli uomini, è come se da un patto fosse legittimato e quindi deve
realizzare leggi come se esse derivassero dalla volontà razionale comune di tutto il popolo. Infatti
l’obiettivo della filosofia politica di Kant è k il potere si conformi alla ragione e attraverso il diritto si
orienti alla libertà.
Il popolo a qst punto deve solo obbedire al sovrano, perché non vi è il diritto di resistenza. Se ci
fosse, infatti, ognuno potrebbe riaffermare la propria volontà individuale e si tornerebbe allo stato
di natura. Il popolo però gode della libertà della penna, cn la quale esprimere il proprio dissenso.

Differenze con Hobbes:


1) il contratto nn segue una logica utilitaristica, bensì serve x attuare il diritto (valore regolativi) che
fa si che la libertà esterna di ognuno possa coincidere con quella dell’altro in base a una legger
universale di libertà
2) gli uomini nn rinunciano definitivamente ala propria libertà, perché abbandonata quella
selvaggia, ne riacquistano un’altra nella società civile.

6.3 Stato e democrazia

Lo stato a cui pensa Kant è lo stato di diritto, che è fondato sul diritto e è finalizzato a
promuovere il diritto, che serve a conciliare la politica con la dimensione morale dell’individuo, cioè
salvaguardare l’accordo tra libertà esterna e libertà interiore (cioè la morale). Lo stato deve
garantire ad ogni membro:
1)!Libertà: di ogni individuo come uomo. Se ci si obbliga verso terzi bisogna poterlo fare
liberamente senza intaccare la propria personalità morale. Kant critica il governo paternalistico,
che considera gli individui come meri oggetti di amministrazione.
2)!Uguaglianza: di tutti i sudditi di fronte alla legge -> critica ad ogni privilegio
3)!Indipendenza: soprattutto indipendenza economica (fondata sulla proprietà), perché su di essa
si fonda l’uguaglianza politica e cioè la partecipazione al potere legislativo.
Il concetto di proprietà è fondamentale: essa nello stato di natura esisteva, ma era sl provvisoria,
Poi nasce lo stato che attraverso le leggi la difende e la rende perentoria. È cittadino pleno iure
solo che ha una proprietà, perché così nn dipende da altri e può essere perfettamente integro e
quindi partecipare al
96 processo legislativo. (prospettiva anti-democratica: concepisce lo status economico o censo
come presupposto necessario per godere dei diritti politici).

Kant accoglie il principio di separazione dei poteri (senza la quale nn si può accettare l’idea di
rappresentanza) e delle 3 forme di Stato mon, arist, democraz.

Kant preferisce la repubblica alla democrazia, perché nella demo ognuno partecipando
direttamente vuole essere il signore; invece nella repubblica vi sono i rappresentanti, ma bisogna
essere certi che nn anullino il principio rappresentativo diventando dispotici e soprattutto
garantiscano la totale separazioni tra poteri: il legislativo e l’esecutivo devono essere seprarati e
né uno né l’altro possono giudicare.

6.4 La storia, l’illuminismo e l’ordine internazionale

"La storia La storia è caratterizzata da un razionale cammino di progresso verso un ordine civile
razionale. Il principio direttivo della storia è un disegno della natura, che si attua senza che gli
uomini ne siano consapevoli, ed finalizzato a crare una società civile che faccia valere
universalmente il diritto. Questo disegno traspare dal passaggio da uomo barbaro a civilizzato.
Kant interpreta la riv. Francese in 2 modi: -nn la giustifica come atto di violenza perche essa è
quell aspetto della politica che va superato dal diritto positivo -considera il risultato giuridico e
storico da essa raggiunto come manifestazione della tendenza storica alla razionalità. Atto di
entusiasmo e passione che nasce perché il popolo ha voluto darsi una costituzione che credeva
buona.

"L’illuminismo L’illuminismo è definito da K. come l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità e il suo
far uso pubblico della ragione. Infatti Kant distingue:
-l’uso pubblico della ragione è qll di uno studioso dinanzi ai suoi lettori (libertà di manifestare il
proprio pensiero razionalmente)
-l’uso privato della ragione è si attua nel momento in cui eseguiamo la funzione civile affidataci.
Non si può ragionare ma solo obbedire.

"Guerra e pace: K. critica la guerra nella sua epoca perché ormai è solo un mezzo barbarico
distruttivo e dannoso per la cultura (mentre storicamente ha avuto ruolo positivo di disperdere
ovunque il genere umani a bitare il pianeta) In Per la pace perpetua afferma che la pace è la
situazione in cui la ragione umana si realizza mediante un progresso anzitutto morale: non della
morale in quanto tale che è assoluta, ma della disposizione umana a sottomettersi ai suoi comandi
-> la pace nn deriva dall’amicizia tra stati ma da un’esigenza logica e morale.
Bisogna fare in modo che il diritto internazionale non coincida piu solo con ius ad bellum dei
sigoli stati, ma nella sottomissione volontaria della loro sovranità alla razionalità veramente
universale della legge internazionale, che non è una legge esterna degli stati, ma un imperativo
della ragione. Condizioni negative della pace: limitazioni alla propria sovranità.
Condizioni positive: - stati con costituzione repubblicana con cittadini informati e attivi
-"il diritto internazionale si deve fondare su una libera federazione di stati che rinunciano
volontariamente a farsi guerra fra loro (tappa intermedia prima della lega dei popoli)
-"il diritto cosmopolitico, cioè il diritto delle persone singole ad accogliere ed essere accolte nel
mondo, senza subire sopraffazioni, deve essere limitato alle condizioni di universale ospitalità.

6.5 Il giudizio politico

Kant nn ha scritto mai la sua filosofia politica, quindi secondo alkn pensatori del 900 come
Hannah Arendt, x capire il pensiero politico di K. possiamo studiare la Critica del giudizio, in cui si
parla di estetica. Ne emerge k il giudizio di kant nn è oggettivo e scientifico cm qll del razionalismo
moderno, bensì ritiene k la politica sia un’agire libero, comune e pubblico. La differenza è k nel
primo caso l’universale deve superare il particolare, nel 2 caso l’universale politico si costituisce
grazie al al particolare, cioè grazie alla pluralità di opinioni k si fronteggiano nell’arena politica e
tutte vengono rispettate.

CAP. 10 La dialettica

Pensiero più impo del XIX secolo. Autori: Fichte, Hegel, Marx. La dialettica è un tipo di pensiero
che analizza soprattutto le contraddizioni del pensiero razionalistico moderno, in particolare quella
tra libertà individuale e necessità dell’ordine politico, cioè tra soggetto e stato. Essa inizia a
riflettere a partire da: 1) Kant : la dialettica afferma k nn è pox una piena conciliazione tra soggetto
morale interiormente libero e ordine politico che limita necessariamente le libertà esteriori, ed è
proprio nella riv. Francese k si manifesta ciò. 2)la dialettica accetta che in politica si deve applicare
la ragione, ma del razionalismo moderno e dell’illuminismo critica l’eccessiva astrattezza,causa
prima dei fallimenti
-> la dialettica prende sul serio le contraddizioni presenti nel progetto razionalistico e cerca di
interpretarle entro diversi apparati categoriali che ne permettano il superamento e la
concretezza, in modo da far si k qst contraddizioni nn siano assunte solo come cieco destino, ma
come gradini verso la libertà.

I difetti della dialettica sono:


-produrre effetti nn voluti di olismo metafisico (supremazia del il tutto sopra le parti) e passività
politica, a causa del suo impianto ottimistico
-affida la realizzazione della libertà nn all’agire umano ma alla necessità della storia.

FICHTE (1762-1814)

Riprende le tematiche di Kant e vuole organizzare la politica in modo che si superi la distinzione
tra mondo morale dello spirito e mondo empirico della storia. -> il dovere morale diviene principio
di azione politica e spinge la storia a affermare progressivamente la libertà, rendendo protagonisti
sia l’individuo che lo stato e la nazione. Rispetto a Kant, considera si la rivoluzione fr. Cm un impo
evento storico, ma è interessato a indagarne ank le cause di legittimità. E inoltre considera
l’inadeguatezza tedesca di fronte alla rivoluzione e quindi vuole impegnarsi affinché la germania
realizzi l’umanità tra gli uomini e realizzi l’ultima tappa del progresso morale>>x farlo punta mlt
sugli intellettuali come guida filosofica e morale del popolo verso la libertà.

1.1.!Rivoluzione e libertà politica

Fitche ha una concezione contrattualistica e antidispotica dello stato. Egli critica il


meccanismo assolutistico e paternalistico perché afferma che è necessario distinguere tra la
felicità, che l’uomo si attende da Dio, e la protezione dei diritti esterni che deve ex garantita dal
sovrano. Inoltre afferma k è necessario ricordare k ci sn diritti alienabili e diritti inalienabili e tra
questi ultimi il diritto di critica nrlla dimentisione pubblica.
Nell’opera il Contributo, infatti, egli mostra la legittimità della rivoluzione, in quanto basata sulla
libertà degli uomini e il diritto inalinabile di cambiare il proprio pensiero e la propria volontà ->
proprio il futuro, dimensione del progresso e perfezionamento, obbliga gli uomini a non
considerare immutabili le costituzioni tramandate (al contrario di Rehberg: ogni generazione riceve
in eredità un quadro istituzionale che non può respingere) Gli individui nn devono ancorarsi a
specifiche forme costituzionali, ma possono cambiarle se lo ritengono opportuno, perché lo Stato è
solo uno strumento finalizzato alla creazione di una società perfetta di uomini liberi e ragionevoli,
concepito in funzione del proprio annientamento (lo scopo del governo è quello di rendere
superfluo un governo). Per realizzare tt ciò secondo F. serve l’aiuto dei dotti.

Importantissimo x F. è il ruolo della morale k serve x uscire dalla concezione della politica come
coercizione, per far trionfare la legge generale. Egli quindi elabora la teoria delle quattro sfere
concentriche: la prima e più ampia è il terreno della coscienza (legge morale), quella più piccola
è qll del contratto statale (contratto particolare ma nn diverso da tt gli altri k poxono essere
realizzati), i cerchi intermedi sn quelli del diritto naturale in cui ognuno può realizzare contratti.

1.2.!Lo stato e la rappresentanza

L’opera più impo di F. è Fondamento del diritto naturale secondo i principi della dottrina della
scienza. La tesi è: l’individuo è un essere razionale e moralmente libero L’antitesi è: coesistono più
libertà. Secondo F. l’ingresso nello stato è necessario perché ogni diritto naturale esiste davvero
solo quando è garantito e protetto dallo stato. Quindi la volontà di F. di dedurre il diritto dalla
morale si scontra cn il fatto k si può parlare di diritto solo nello stato, quindi la politica, che
realizza il diritto, è lo snodo obbligato per l’affermazione della libertà e della morale. Lo stato però
deve essere rappresentativo: la democrazia è criticata da F. x tt vogliono esercitare direttamente
il potere e la sua contraddizione è che la comunità è sia quella che governa esercitando
direttamente il potere, sia quella che giudica la conformità dell’esercizio del potere al diritto. e ciò
nn è ammissibile. Per evitare ciò èp necessario un ordinamento rappresentativo con cui la
comunità trasmette il proprio potere a un organo che essendo stato autorizzato dalla comunità, è
legittimo. A differenza di K. per i 3 poteri NN devono essere separati, la seprarazione avviene su
un altro piano:ovvero tra l’organo/il governo che ha tt e 3 i poteri e un altro organo di controllo a cui
spetta il compito di sorvegliare e giudicare il governo.
-"governo che riassume in se le 3 funzioni
-"magistratura elettiva degli efori che devono controllare l’operato del governo. Gli efori nn
hanno potere di intervento diretto, ma se rivelano problemi chiamano in causa il popolo, k a qst
punto decide se condannare il governo o gli efori. Ma senza l’appello degli efori il popolo nn ha
diritto di resistenza e non può convocarsi legalmente (non è popolo ma solo individui privati a cui
nn spetta alcun diritto di resistenza!)

X. F. gli “efori naturali” sono i dotti: sl se essi lanciano un appello al popolo in vista della difesa di
un’istanza morale, allora il popolo può insorgere sospendendo il diritto.

1.1!La società e la nazione

All’inizio F. afferma che lo stato ha come unico compito qll di garantire i contratti di proprietà k gli
indivisui stipulano tra loro. L’organizzazione della società in F. inizia a complicarsi: egli recupera la
divisione in ceti, a cui attribuisce valore morale perché indirizzano il singolo a un’attività
socialmente utile e riconosciuta.
99 Dal 1800 F. inizia a considerare lo stato come un “benefattore”, perché spinge i cittadini a
realizzare il regno del diritto -> lo stato inizia ad avere un ruolo predominante sia
nell’organizzazione del corpo sociale (ceti) sia nello sforzo di raggiungere l’autosufficienza
economica: Lo stato deve organizzarsi come u tutto chiuso nei confronti degli altri stati, deve
intervenire in economia mediante pianificazioni, garantendo a tutti il diritto alla proprietà e al lavoro.
-> Lo stato adesso svolte un’azione educativa e pedagogica di moralizzazione degli uomini
(resistenze e immaturità di certi individui che impediscono l’armonizzazione spontanea delle libertà
e interessi necessari per costituire stato di ragione) Se prima F. aveva giustificato la rivoluzione fr,
ora dice k nn è più la libertà che infrange il dispotismo e afferma la virtù, MA è lo stato pedagogico
che prepara alla virtù e quindi alla libertà.

"Discorsi alla nazione tedesca

F. si rivolge direttamente al popolo tedesco, analizzandone le caratteristiche storiche, per ravvivare


l’orgoglio nazionale riguadagnando l’unità nazionale (Napoleone aveva occupato la Prussica +
disfatta di Jena). Essa ha il compito di realizzare la perfezione del genere umano in virtù delle sue
caratteristiche: essa è pura e primordiale per la sua lingua incontaminata (a differenza di Italia e
Francia in cui domina il razionalismo giuridico romani,francese e cattolico).
Lo stato nazionale tedesco deve divenire per tutt gli altri popoli una forza trainante. La missione
della Germania è quella di diventare custode dell’ordine europeo, ma nn attraverso la conquista
militare, ma mediante un dominio culturale -> idea di ordine delle nazioni: la spada tedesca fa
tenere tt le altre spade nel fodero.
La germania lo può fare perché da un lato è sempre stata tagliata fuori dalla storia e quindi di è
sempre mantenuta integra, soprattutto nella lingua, e dall’altra può ora fari continuatrice della
moderna ragione europea.

HEGEL (1770-1831)

Heghel riprende la contraddizione di Fichte tra libertà del singolo e libertà dell’universale, ma la
pone in termini diversi.
Tema principale è lo Spirito pensato come ragione, ma non quella moderna ragione calcolante o
costruttiva, bensi spirito come idea, origine del pensiero e dell’azione, che si cala nel reale e che
passa attraverso le contraddizioni della storia.

-> lettura della storia e politica come razionali e comprensibili non perché costituite razionalemtne,
quanto piuttosto perché elaborate dall’uomo storicamente.
Il reale non va ingabbiato in schemi razionalistici costruiti a priori (parte-tutto, finito-infinito, stato di
natura-società politica…)

Lo schema filosofico di H. è che vi è sempre una contraddizione tra Idea e realtà, in ogni
ambiente storico-concreto (lavoro, rapporto cn gli oggetti etc..), ma tali contraddizioni vengono
superate mediante un processo di superamento (aufhebung) nello Spirito.
Lo Spirito supera le contraddizioni riconoscendole e conservandole nella propria memoria, nn
eliminandole, e in tal modo raggiunge un livello si conoscenza di sé superiore.
Il fallimento del diritto naturale moderno , che nn riesce a dar conto dell’origine dello stato, e del
Terrore, sta proprio nella loro incapacità di passare attraverso l’alienazione e di uscirne con un
superamento + li accusa di essere eccessivamente astratti,

L’Erinnerung è la “memoria dello spirito”. Ogni contraddizione, quindi, è negazione determinata.

1.3.!Dagli scritti giovanili alla “fenomenologia dello spirito”

"Religione: Hegel critica l’astrattezza e la rigidità della religione ebraica, fondata sulla legge che
annulla il singolo di fronte all’assoluto, e approva invece lo spirito del cristianesimo, che è i
costante movimento, che è caratterizzata da contraddizioni (lo scandaloso farsi umano della
divinità), innalzando il ruolo del soggetto verso l’assoluto.

"Nella Costituzione della Germania Heghel afferma che la germania è caratterizzata da un deficit
di concretezza, che non la rende capace di resistere alle truppe Napoleoniche. Egli afferma che è
necessario risvegliare lo spirito nazionale tesesco affinchè la germania trovi la propria via alla
rivoluzione. X H. infatti la rivoluzione francese è ok, ma il messaggio di libertà che lancia manca
di concretezza storica nazionale! La germania deve renderlo concreto abolendo il feudalesimo e i
particolarismi attraverso uno Stato inteso come universalità fornita di potenza.

"Nel Sistema dell’eticità egli afferma che l’eticità migliore è quella greca, in cui il conflitto tra
individuo e stato è risolto nella totalità politica: nella polis greca il cittadino si riconosce
immediatamente nella città, nello stato. Si crea un’unità che è armonia. Hegel polemizza contro
l’astrattezza della libertà borghese fondata sull’uguaglianza esteriore.
SUPERAMENTO DEL CONTRATTUALISMO

-"Hegel nega la validità dello strumento del contratto che ,secondo un processo razionalistico di
costruzione dello stato, dovrebbe portare la moltitudine dei singoli a trasformarsi nell’unità del
corpo politico.
-> il tutto non può essere costrutito dalle parti: i singoli individui, che erroneamente credono col
contratto di essere origine dell’universalismo politico, si collocano già all’interno dell’Idea del Tutto
e agiscono grazie a questa. -"Egli afferma il primato logico e storico del Tutto sulle parti,
l’unitaria sovranità dello Stato, radice originaria su cui si fonda la vita associata in oppostiziona
all’impostazione che pone all’origine un elemento privatistico (contratto) e individualistico (difesa
del proprio diritto naturale) .

“La fenomenologia dello spirito

Secondo la filosofia Hegeliana la coscienza svolge un processo di riconoscimento, passando


attraverso diverse fasi: Coscienza (riconoscimento di un altro fuori di se), Autocoscienza
(ilsapere di ste stessi), Ragione (operare in sé), Spirito (operare l’opera dello spirito). La
coscienza cn questo percorso giunge a sapersi come autocoscienza che nn vive isolata, ma tra le
altra autocoscienze. Tutti i soggetti x H. entrano in una dimensione sociale di relazione e confronto
attraverso la dialettica del riconoscimento: un processo dialettico che porta i soggetti a
conoscersi. Ad esempio storia del rapporto dialettico servo-padrone : il signore, colui che lotta e
che non ha paura della morte, e il servo, colui che davanti al rischio della vita che la lotta
comportava ha riconosciuto il signore sottomettendosi e lavorando per lui. In realtà il vero vincitore
è il servo perche il signore, esonerato dal lavoro è come se uscisse dalla storia, il servo invece,
che all’inizio crede di essere schiavo, attraverso il lavoro si conosce, capisce la sua importanza,
capisce che la realtà esterna è da lui formata e diventa il vero padrone, uomo libero. E’ proprio
attraverso la vita reale e le esperienze che il soggetto diviene soggetto concreto, che attraversa
le diverse fasi della storia: dalla serenità della grecia antica, alla concezione giuridica dell’impero
romano, alla coscinze infelice del medioevo fino all’età moderna, dove in Germania la riforma di
Lutero ha permesso di realizzare la vera libertà, intesa come comprensione filosofica della realtà.

2.2 La filosofia del diritto Lineamenti di filosofia del diritto opera divisa in 3 parti:

1"diritto 2"moralità 3"eticità.


Il vero oggetto di indagine è lo Stato moderno post-rivoluzionario (Spirito oggettivo).

Nella prefazione H. affronta il tema della libera personalità infinita e afferma che nella polis
greca la libertà rimane solo un ideale perché rimane indifferenziata; la libertà soggettiva, invece, si
realizza nel mondo cristiano-germanico grazie alla capacità critico-lavorativa che gli uomini hanno
conquistato con il lavoro moderno caratterizzato dal capitalismo.

Come si realizza la libertà per H.??


attraverso le contraddizioni del reale.

Nella parte del Diritto: la libertà è volontà astrattamente libera e assume le forme del diritto
privato, che però lega 2 individui sl in quanto persone giuridiche. Nella parte della Moralità: la
libertà è la volontà che diviene cosciente di se. È volontà soggettiva. Nella parte Eticità: la volontà
da particolare diviene universale perché il soggetto raggiunge la fase di autocoscienza,
riconoscendosi nello stato. Qui si ha la piena realizzazione della libertà!!!

La parte di eticità è divisa in:


a)!Famiglia: è la prima radice etica dello stato. E’ un’unita ancora solo sostanziale ed è la sede
degli affetti in quanto fondata sull’unione immediata dei legami di sangue e dell0amm del
patrimonio privato. Non vi è ancora il principo di soggettività come scissione perché gli interessi dei
membri nn si contrappongono. La distinzione tra famiglia e società civile è opera della
trasformazione moderna, e avviene quando il lavoro esce dalla casa, dall’oikos, rompendo i
rapporti di dipendenza che regolavano l’antica economia europea e gettando il soggetto nella
società civile regolata da dinamiche diverse.

b)!Società civile: è la sfera pubblica universale caratterizzata dalla molteplicità di soggetti cn


interessi diversi. E’ il mondo delle individualità infinite dominate dalla concorrenza e dal mercato.
H. la divide in 4 momenti:
1)"sistema dei bisogni : luogo del disordine, domina l’intelletto e la razionalità calcolatrice e lavoro
2)"amm. della giustizia : ricompare un elemento universalistico ovvero la restaurazione del diritto
violato 3)"polizia: amm interna dello stato con ripresa delle scienze camerali tedesche
4)"corporazione.: prima forma di totalità concreta seppir ancora di interessi particolari e non
sostanziali. La società civile è dunque il mondo dei rapporti economici tenuti avvinti dal diritto.
-> corrisponde allo stato liberale di diritto di Kant cio che segna l’apertura della società civile allo
stato è l’articolazione in ceti:

c)!Stato: è l’universale, ma non come somma dei particolari, bensì è l’universale certo di sé, che
nn nasce dai particolari, ma è invece consapevole di esserne l’origine.
E’ il das Wissende: l’entitià che sa quello che vuole.
Hegel cmq riconosce il valore degli interessi particolari per l’interesse universale, infatti la
scoietà civile nn si annulla nello stato, ma rimane immanente, perché in essa si manifesta la libertà
soggettiva.

La società x H. è divisa in Stande cioè ceti o corporazioni, associazioni che non derivano da
un’originaria apparteneza naturale ad una categoria ma sono legate alle diverse forme di lavoro
della moderna società e mostrano la personale predisposizione del particolare a riconoscersi
nell’universale.

Esse sono:
•"ceto sostanziale (proprietari terrieri),
•"ceto formale (mondo industriale)
•"ceto universale (tutti quelli k sn al servizio diretto dell’interesse universale, la burocrazia).
Questa rappresentanza cetuale è pensata da H. perché in essa la società è rappr. “come essa
è”, cioè persone atopicamente dissolte che si stanno preparando a volere l’universale.

Lo stato di H. è una monarchia costituzionale,k si articola nei 3 poteri, ma nn è creata da qst (a


differenza del razionalismo!). Lo stato a differenza del giusnaturalismo e razionalismo :
-"non è la somma di volontà particolari ma è l’idea etica (libertà) che si manifesta attraverso la
mediazione della società civile (rappr cetuale) che riesce a unire la coscienza soggettiva con
l’ordine oggettivo.
-"Nel rapporto tra religione e politica, x H. la politica supera la religione perché riesce a realizzare
nel concreto la libertà k la religione realizza solo nel cuore.

FINITEZZE DELLO STATO

Lo stato è razionale completamente, però rappresenta solo un momento dello spirito oggettivo e
non assoluto!Questo perché anche lo stato nn è perfetto, non è il punto di arrivo del processo dello
spirito ma solo un momento di passaggio (la coincilizaione dello spirito con se stesso è solo nella
filosofia) La sua finitezza è dimostrata dal fatto che:

1)"colui che regge lo stato è il monarca, cioè una persona razionale tale per nascita che collega
l’idea alla contingenza ciò mostra k H. è consapevole della contingenza della politica moderna.

2)"Lo stato fa parte della storia del mondo, lo stato è un prodotto della storia e come tale è
sottoposto alle regole e ai giudizi della storia. La storia del mondo è letta da H come la storia dela
libertò cge segue il corso del sole dal mondo Orientale (libertà del singolo, despota) attraverso
mondo greco, romano, germanico, realizzando infine lo Stato.
Tuttavia lo Stato non è l’ultima fase del processo storico: oltre lo stato c’è il tribunale del mondo,
ovvero la attualità storica, che sancisce l’affermazione o la scoparsa degli stati a seconda che
siano o non siano all’altezza dello spirito del mondo.
Gli stati rappresentano sl la realizzazione più alta delle relazioni storiche, politiche di una certa
epoca

3)"Presenza nello stato della contraddizione del lavoro: il lavoro dovrebbe valorizzare l’uomo, e
invece in alcuni casi determina la nascita della plebe, che pur lavorando nn riesce a entrare nelle
dinamiche di riconoscimento della libertà.
2.3 Conclusioni

Con Hegel si raggiunge il culmine del pensiero politico moderno, perché lui supera il dualismo
della teoria della rappresentanza che lega sovrano e singoli, supera il dualismo di Kant tra essere
e dover essere e supera quello di kant tra libertà del singolo e assoluta. Hegel afferma la
razionalità del reale, quindi nulla si sottrae alla comprensione umana.
Vi è quindi molta concretezza, ma allo stesso tempo mlt astrattezza perché la conciliazione tra
reale e razionale viene compresa solo dal filosofo, che comprende ma non cambia il mondo! (x
volerlo cambiare dovrà arrivare Marx).

CONSTANT

- "X C. la lezione della storia francese dall’89 è CHE ank l’autorità legittima/ la legge dello stato
può trasformarsi in dispotismo.
L’autentica libertà deve collocarsi in una dimensione esterna alla legge e cioè nella indipendenza
dell’esistenza personale.
-"Egli della rivoluzione esalta i principi (libertà, eguaglianza, sovranità popolare) ma critica le forme
dei governo a cui essa conduce: DAL Terrore fino alla tirannia di Napoleone.
-"Sicuramente secondo C. nn si può più mettere in discussione il primato della sovranità
popolare, però essa deve essere limitata entro delle forme costituzionali, perché deve essere
circoscritta ai diritti individuali, ossia dalla libertà individuale, di opinione, di godimento della
proprietà e di garanzia vs arbitrio. L’errore della riv è stato infatti quello di trasformare questo
primato in una forma di sovranità illimitata

Emerge qui tt il pensiero tipicamente liberale k ha una concezione individualistica e


antistatualistica della libertà: per tutelare la libertà ed evitare k il potere politico diventi dittatura
assembleare bisogna attuare una divisione dei poteri:
o"potere neutro : del monarca, è arbitro e giudice*
o"potere esecutivo : dei ministri responsabili
o"potere rappresentativo :della camera alta ereditaria dei nobili
o"potere rappresentativo dell’opinione : della camera bassa elettiva
o"potere giudiziario *

IMPO è il potere neutro, che mantiene gli atri poteri nell’ambito della legittimità e fa si che la
sovranità sia limitata nel suo esercizio. (per lui per eliminare il dispotismo non è sufficiciente il
sistema di checks and balnces di Montesquieu, perché i poteri invece che elidersi e moderarsi
nella contrapposizione, si potenziano l’un l’altro).

Non si tratta di un ruolo passivo, perché è un potere cn prerogative importanti, per esempio
l’esecutivo deve avere la fiducia sia delle Camere k del monarca>>impo! Perché è una soluzione
che per tt l’800 di pone in alternativa alla forma di governo di fiducia parlamentare.

Altro pilastro impo della sua costruzione politica è la proprietà: essa garantisce la pox di godere
dei diritti politici (quindi il diritto di voto nn è naturale, ne sono esclusi gli indigenti), ma essa non è
presistente alla società ma esiste solo perché esiste la società, quindi è una convenzione sociale.
(ma ciò nn toglie che sia meno sacra e inviolabile)
La vera libertà è la libertà personale, fondata sulla proprietà privata che è fine e limite di ogni
istituzione politica.

“La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni” (discorso nel 1819) Esattamente come
scrisse Madame DE STAEL bisogna distinguere tra libertà civile e libertà politica.
1) "La libertà degli antichi consisteva nel partecipare direttamente alla vita politca, senza
rappresentanti, ma in qst modo essi erano in realtà schiavi della comunità politica, la loro
esistenza privata era subordinata all’autorità dell’insieme: sovrano negli affari pubblici ma
schiavo in tutti i suoi rapporti privati;
2) "la libertà moderna consiste invece nel rinunciare alla pox di godere direttamente della propria
sovranità, ma di poter essere rappresentati, quindi delegare la propria sovranità e nel dedicarsi
ad altro. 

3) Questo è successo per 3 motivi: a – espansione stato moderno: importanza politica del
singolo individuo
b – abolizione schiavitù : permetteva agli uomini liberi di dedicare il loro tempo all’amm della
cosa pubblica c – crescita commerci : costringono ind alla gestione affari privati Però i cittadini
devono cmq sorvegliare attivamente i rappresentanti, infatti la libertà politica è cmq importante
perché il suo esercizio evita il degenerare in dispotismi e fa maturare la coscienza morale e civica
dei cittadini.

MARX

Opere principali:
Il capitale (mentre è vivo esce solo il primo dei 3 volumi),
Manoscritti economci-filosofici del 1884
Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica.

Marx parte studiando Hegel e poi se ne allontana.

2.1 La società

Marx considera urgente il confronto con Hegel (“critica del diritto statuale hegeliano”). La società
moderna è caratterizzata da:
- scontro tra particolarismi fondato sull’egoismo privato e sull’individualismo, un bellum omnium
contra omnes
- una lotta tra le classi (specialmente borghesi e proletari) : non è piu contraddistinta solo
dall’interesse privato ma anche da questo antagonismo che è una lotta politica. Questa scissione
non si ricompone nell’universale statale ma continua.
- una politica che è lo spettro della guerra dei rapporti sociali Da queste scoperte marx inizierà a
passare dal radicalismo democratico al punto di vista comunista.
Egli è critico della divisione tra società civile e stato, che è immagine di un’alienazione che si
produce in ogni uomo tra ente comunitario (uomo nella sua vita nella comunità politica) e uomo
privato, nella sua quotidianità che considera gli altri uomini come mezzi ✏ bisogna superare
questa separazione! La democrazia è quindi insufficiente a liberare gli uomini da qst problema,
perché nn garantisce il superamento della divisione società civile – stato. ✏ rottura cn la sinistra
hegeliana che interpreta il mondo, ma nn lo trasforma.

Egli poi critica l’economia politica, perché nel sistema da essa dominata il prodotto del lavoro
dell’uomo si contrappone ad esso come una potenza indipendente e estranea da colui che lo
produce. Il proletariato contiene in se sia il segreto dell’assoggettamento che la forza della
liberazione mediante una rivoluzione che abolisca tt le classi. Per prima cosa bisogna abolire la
proprietà privata, nn come facoltà dei singoli di appropriarsi dei prodotti sociali, ma come base
che consenta alla borghesia di appropriarsi del lavoro altrui.

2.2 La storia

Marx sostiene il materialismo storico per cui “la storia di ogni società finora esistita è storia di
lotte di classi”

Prima di tt egli critica le ideologie, perché nn fanno altro che legittimare i rapporti politici esistenti,
facendo si che le idee della classe dominante siano poi effettivamente le idee dominanti facendo
velo alla presa di coscienza della propria condizione da parte di quest’ultimi.

Poi afferma che la struttura economica condiziona in modo automatico ogni sovrastruttura.
Generalmente gli uomini entrano tra loro in certi rapporti di produzione, che corrispondono a un
determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali.
Vi sono momenti i cui però lo sviluppo delle forze produttive entra in contraddizione cn i rapporti di
produzione esistenti e allora subentra un’epoca di rivoluzione sociale.
-> cn il cambiamento della base economica cambia tt la sovrastruttura.

Ma bisogna precisare k come sottolineerà Engels: il fattore k in ultima istanza è determinante nella
storia è la produzione e la riproduzione della vita e quindi il fattore economico non è l’unico
determinante.

“Il manifesto”

-"ribadisce distinzione già fatta nell’”Ideologia tedesca” tra


a)"classe in se: oggettiva posizione sociale degli individui
b)"classe di per se : capace, per acquisizione di una consapevolezza della propria posizione, di
porsi come soggetto politico.
-"questo testo contiene una critica alle immagini del socialismo prevalenti all’interno dei mov
rivoluzionari dell’epoca:
1)!concezione passatista del socialismo, costruita sulla nostalgia e sulla rappresentazione idilliaca
della condizioni dei lavoratori in epoca pre capitalistica
2)!critica del socialismo utopico: hanno il merito di aver per primi scorto l’antagonismo delle classi
ma si solo solo ispirati nella loro critica ad astratti principi morali di giustizia anziché all’analisi
dell’azione storica del proletariato.

Marx mantiene inalterato la sua concezione di comunismo per tt la sua opera ma si modifica
radicalmente l’arco temporale:
-"subito pensa ad un’imminente crisi generale del capitalismo -> repentina presa del potere
proletario
-"dopo il massacro parigino del giugno 1848 capisce che il percoso di affermazione sarebbe stato
molto più lungo e complesso

2.4 La critica dell’economia politca

Marx critica in molti testi l’economia politica, elaborando molti punti fondamentali.
a)"Critica il rapporto tra forze produttive e rapporti di produzione (vedi sopra).

b)"Poi critica il feticismo della merce: la merce è un’astrazione reale che ricapitola in sé tt
l’insieme dei rapporti sociali, contribuendo a determinare la forma concreta che essi poi assumono.
La merca è prodotta generalmente a lavoro umano che ha un valore d’uso, ovvero una sua utilità
per il compratore, sul quale in genere prevale il valore di scambio, cioè il prezzo, che derviva dal
fatto che la merce è una cristallizzazione di una det quantità di lavoro astrattamente umano.
Il suo carattere di feticcio sta nel fatto che nel suo valore di scambio i rapporti sociali esistenti sono
presentati agli uomini come un rapporto tra cosa e nel mondo capitalistico gli uomini ne sono
dominati.

c)!critica il capitalismo perché è fondato sullo sfruttamento: quando il lavoratore lavora, in realtà
produce di più di qnt semplicemente è rappresentato nell’oggetto materiale che realizza, ovvero
vende lavoro al singolo capitalista in misura molto maggiore a qnt previsto dal contratto di lavoro ->
egli quindi produce pluslavoro : parte di giornata lavorativa in cui operaio sgobba oltre i limiti del
lavoro necessario senza produrre alcun valore per se.
Nel vendere la sua merce (il lavoro), però, il lavoratore nn riceve un salario che tiene conto di qst
plus lavoro, del quale si appropria gratuitamente il capitalista, generando plusvalore e quindi
profitto.

Intorno al processo di regolazione della giornata lavorativa si instaura, quindi, una guerra tra: il
capitalista k vuol far valere il suo diritto di acquirente della forza-lavoro e il lavoratore che vuol far
valere il suo diritto di venditore -> tra diritti uguali in genere decide la forza e l’esito di qst guerra è
dato da qnt viene fatta durare, alla fine, la giornata lavorativa.

Marx inoltra distingue tra:

"sussunzione formale: quando il capitale sottomette alle priprie norme un modo di lavoro
sviluppatosi priam che il rapporto capitalistico insorga, quindi agisce prolungando la durata della
giornata lavorativa, generando un plusvalore assoluto. (ma non si sa come va a finire perché c’è
una guerra che può portare o a una sua riduzione o alla sua regolamentazione per legge da parte
stato)
"sussunzione reale: il capitale organizza direttamente i rapporti di lavoro , applicando la scienza
ala produzione, riducendo il tempo necessario per produrre, e quindi, attraverso l’innovazione,
aumnetanto la produttività e generando plusvalore relativo.

2.5 La politica

La progressiva socializzazione del lavoro crea le condizioni oggettive per la transizione al


comunismo , in cui la massa operaia diviene in grado di appropriarsi del suo pluslavoro. Nel
Manifesto Marx afferma che il comunismo è “un’associazione nella quale il libero sviluppo di
ciascuno è la condizione per il libero sviluppo di tutti”.

Essendo però egli contrario alle utopie, nn è interessato a creare una ricetta teoria precisa x la
realizzazione del comunismo, perché è più concentrato ad analizzare i problemi reali (nessun
programma sulla futura società comunista)

Un tentativo di confronto cn le sue idee Marx lo avrà nel momento in cui a Parigi si forma la
Comune nel 1871 ed egli realizzerà quindi delle riflessioni su di essa, in quanto essa era una sfida
alla possibilità di concreta attuazione delle due idee.
Nonostante la Comune seguisse la fine della guerra franco-prussiana, si fosse svilupata in Francia
e nn in Inghilterra (come vorrebbe marx) e si avvalesse più sulle passioni nazionali che sulla lotta
di classe, Marx la celebra come “primo governo della classe operaia”e “forma politica che
consente di realizzare l’emancipazione economica del lavoro”.
Essa però aveva mostrato che la classe operaia non deve accontentarsi di appropriarsi della
gestione dello Stato, ma deve abolirla!
Mediante la dittatura rivoluzionaria del proletariato (fase di transizione fra capitalismo e
comunismo) si deve realizzare un deperimento dello stato, dove dopo una iniziale fase in cui
vigono ancora alkn elementi del capitalismo, si passa a una fase di superamento della divisione
del lavoro.

TOQUEVILLE

Contesto: ormai sOno chiare sia la questione sociale che il progressivo insorgere del movimento
operaio della seconda metà 800.
Toqueville rappresenta un primo elemento di trasformazione del movimento liberale, che sposta il
proprio bersaglio polemico dall’antico regime ai pericoli provenienti dagli strati inferiori. Gli elementi
di moderazione del liberalismo sn ora rivolti contro il comunismo e il socialismo e infatti è proprio
da tali forze politiche che emergeranno le resistenze più tenaci all’allargamento del suffragio, in
difesa della “cultura e proprietà” che garantiscono la “razionalita” dei cittadini. Toqueville presenta
un tentativo molto articolato per garantire le libertà in un contesto diverso da qll di antico regime
diretto inarrestabilmente verso l’uguaglianza democratica.

3.1 L’uguaglianza

T. compie un viaggio di studio in America e scrive “Democrazia in America”.


-"Prima di tt sfata il luogo comune che essa sia pox sl in repubbliche di piccole dimensioni.
-"Poi afferma che essa si realizza in concomitanza cn l’affermarsi di un nuovo stato sociale: frutto
di un fatto e delle leggi, esso è la causa prima della maggior parte delle successive leggi,
consuetudini e idee delle nazioni.
-"Lo stato sociale nuovo su cui si fonda la democrazia è caratterizzato dall’uguaglianza delle
condizioni, che nn implica un livellamento della ricchezza, bensì garantisca la mobilità sociale,
andando inevitabilmente a distruggere il sistema di ceti privilegiati esistente in europa.
-"Si afferma quindi l’individualismo e quindi ognuno può aspirare ad uno stato sociale diverso da
qll di nascita + rifiuto del privilegio, senso di indipendenza, insoggerenza per le distinzioni fra
individui.
-"Essa trova la sua realizzazione più compiuta in america ma in realtà è il destino degli uomini
moderni e arriverà anche in europa
-"Si instaura un nuovo tipo umano parallelamente all’affermarsi della democrazia e
dell’uguaglianza e poiché nn si può più ripristinare l’aristocrazia, serve una scienza politica
nuova.
3.2 Le minacce alla libertà

Il progredire dell’uguaglianza comporta delle minacce alla libertà:


1)"il processo di livellamento porta alla mediocrità, all’uniformità, al conformismo e ai
pregiudizi sociali (come è ben visibile in America, presa cm modello per capire i vizi e i pregi
della democrazia)

2)"Ma soprattutto, poiché si diffonde l’individualismo, ognuno è impegnato a raggiungere i propri


obiettivi privati e si realizza una progressiva spoliticizzazione della società, che rende possibile
l’instaurarsi di un nuovo dispotismo che assume i tratti della tirannide della maggioranza: gli
individui democratici sn propensi a sopportare che sopra di loro si erga un potere immenso, purchè
garantisca la tranquillità pubblica (unica loro passione politica) e nella misura in cui l’attività del
sovrano “provvidenziale” li porti a esonerare da ogni responsabilità pubblica consentendo loro di
immergersi totalmente nei loro spazi privati ✏ Qst potere sovrano, spinto dal movimento
dell’uguaglianza, penetra in ogni interstizio della società, minuziosamente e tende a restaurare il
dominio paterno perpetuando la condizione di minorità dei cittadini.

Questo suo pensiero rappresenta l’esito estremo della “libertà dei moderni” di Constant : la vita
privata dei moderni è cosi dinamica e colma di aspirazioni che non resta tempo libero o energie
per la vita politica”. X qst sue idee egli è definito il profeta del regime bonapartista di fatto
legittimato dal suffragio unviversale dei francesi e profeta dei totalitarismi.

L’unico rimedio a qst rischi dell’uguaglianza è:


•"Politicamente : usufruire della propria libertà politica mediante l’attivismo e contrastando la
spoliticizzazione connaturata alla modernità
•"Istituzionalmente : divisione federale della sovranità, decentramento amministrativo, forza delle
autonomie locali e autonomia del potere giudiziario (esattamente come in America)
•"Socialmente : diffusione delle associazioni basate sul 3 principio della rivoluzione francese, cioè
l fraternità (surrogato delle antiche società aristocratiche). Così si può creare “una società in cui tt,
considerando la legge come opera propria, l’amerebbero e vi si sottometterebbero senza fatica”
-> la sottomissione dei singoli alla legge è rafforzata da questo sentimento di concordanza fra essi

3.3 La Francia

-"Studiando la storia francese a lui contemporanea, soprattutto dopo il colpo di stato bonapartista
(1852) T. mostra che vi è continuità sostanziale tra il processo si accentramento che era iniziato
cn l’antico regime e i risultati ottenuti dalla rivoluzione francese. Entrambi infatti si
contraddistinguono x la progressiva espropriazione del potere dell’aristocrazia, in qnt vero
contropotere istituzionale. (amministrazione assolutista anticipa caratteri essenziali della riv)

-"Egli nn vagheggia un ritorno al passato, però constata che la rivoluzione dopo aver demolito i
valori aristocratici nn è stata in grado di diffondere altri valori , un’altra religione civile,e ha portato
sl al’affermazione dell’indivisualismo. Infatti mancano in Francia gli “antidoti” che negli USA un
diverso sviluppo storico ha costruito contro il dispotismo.

-"Egli si ritira dalla vita politica dopo il fallimento nel 1848 della rivoluzione contro Bonaparte. -"T. è
inoltre critico nei confronti del socialismo, che abolisce la proprietà privata, ma nn ripristina la
libertà individuale e tanto meno qll politica, visto che crea una società in cui lo stato si occupa di tt
e l’individuo nn è nulla.

JOHN STUART MILL

Egli segue i principi di Bentham e li vuole applicare soprattutto all’ambito del governo (B. al campo
giuridico) Il suo obiettivo è quello di ampliare la rappresentanza nella Camera dei comuni, ma
senza fare appello a concezioni astratte cm quella della dichiarazione dei diritti o generali come la
separazione dei poteri; ma qst riforma è necessaria per equilibrare interesse individuale e
interesse collettivo.
La migliore forma di governo per questo scopo è la democrazia rappresentativa, espressione di
una società in cui gnuno vuole massimizzare la soddisfazione personale e in cui il popolo sia
strumento di controllo sui Parlamenti e sul governo.
Il rapporto rappresentanti-rappresentati è migliore tanto più breve è il mandato poiché tanto più
breve è il periodo di tempo in cui conserva la propia carica rispetto al tempo in cui è un semplice
cittadinp, tanto più è difficile compensare la rinuncia agli interessi del periodo più lungo con gli
eventuali profitti del malgoverno del periodo più breve.

Il suo obiettivo è ampliare il suffragio (cmq no donne, no meno 40 anni e certo reddito). Mill nn è
sensibile alle garanzia costituzionali, poiché anche per lui la libertà è garantita dalla proprietà
privata.

Le riforme auspicate da Bentham e Mill verranno applicate cn il Reform Bill del 1832 che allarga il
diritto di voto al 5% e consacra l’emancipazione dei ceti medi, sbloccando la cristallizzazione degli
istituti costituzionali inglesi e inaugurando un periodo di riforme.

Confrontandosi cn l’opera di Toqueville inizia a interessarsi del problema relativo all’organizzazione


concreta della democrazia liberale.
Nella sua formazione è sicuramente influenzato dal padre e ha la fortuna di confrontarsi
direttamente cn Bentham, Ricardo e John Austin, però poi egli prenderà le distanze soprattutto
dalla concezione di utilitarismo benthamiana, perché sarà influenzato dal movimento romantico,
che lo portano a considerare troppo arida la visione di bentham e a voler valorizzare la dimensione
interiore.

Egli nn nega che gli uomini siano mossi da utilitarismo, ma tende a rielaborare tale concetto,
constatando che “p meglio essere un essere umano insoddisfatto che un porco soddisfatto”. Si
differenzia dall’utilitarismo precedente perché egli cerca di introdurre una gerarchia dei piaceri che
riconosca la superiorità delle disposizioni intellettuali e sociali (senso del dovere, senso di
giustizia, sanzioni etc..)sulla mera ricerca del piacere sensibile.
L’unico movente non è la ricerca dell’utile, perché il benessere è il risultato di molteplici fattori
-> ridimensionamente tratti egoistici
Politicamente: inizialmente è un radicale, poi si interessa alla questione sociale e in Principi di
economia politica, mostra di essere più aperto rispetto ai liberali della sua epoca, facendosi
portavoce di un se pur lieve messaggio socialista.

Egli infatti distingue tra sfera di produzione, che deve essere soggetta a leggi ferree come quelle
naturali, e sfera di distribuzione in cui le regole sn completamente sociali e modificabili a
seconda delle circostanze storico-politiche
-> egli teorizza un intervento redistributivo da parte dello stato, che mantenga la struttura di
produzione capitalistica e la proprietà privata dei mezzi di produzione, temperando i contrasti tra
classi.

4.1 Libertà, personalità rappresentanza

Nel “Saggio sulla libertà “egli afferma:


•"“la tendenza di tt i mutamenti nel mondo è rafforzare la società e diminuire il potere dell’individuo”
•"Il criterio dell’autoprotezione: il solo scopo x cui l’umanità è giustificata a interferire nella libertà
di azione di chiunque è qll di auto proteggersi e impedire a un individuo di nuocere agli altri
mediante controllo o coercizione
•"A differenza dei liberali per cui era uno spazio positivo fra società e stato, l’opinione pubblica è
il potenziale spazio della formazione di una mediocrità collettiva che tende a soffocare il carattere
dell’individuo. Bisogna invece tutelare l’autonomia individuale intesa come: libertà di coscienza +
libertà di seguire i propri gusti e inclinazione + libertà di associazione.

In “Considerazioni sul governo rappresentativo” afferma


•"Che il governo rappresentativo, basato sulla partecipazione del popolo, è la migliore forma di
governo e deve promuovere la riflessione intellettuale, il coraggio e l’imp delle opinioni e
convinzioni.
•"Che bisogna estendere il diritto di voto a tutti coloro che pagano le tasse, quindi a tutti i lavoratori
•"Che al fine di rappresentare le minoranze è necessario un sistema proporzionale (abbandonare
il maggioritario inglese) per contrastare il pericolo di una legislazione di classe (i lavoratori erano
moltissimi) •"che serva il voto plurimo per garantire più voti a k è dotato di qualità superiori, cioè a
chi è uomo di cultura (non sono attestate dalla proprietà o ricchezza)
•"Che il mandato deve essere libero, cioè il rappresentante deve seguire sl la propria coscienza.

4.2 La soggezione delle donne

Da parlamentare Mill conduce senza successo grandi battaglie x il suffragio femminile.


Egli era influenzato dalla moglie Harriet Taylor che insieme a Mary Wollstonecraft cercherà di
mettere in discussione la separazione tra sfera domestica e sfera privata e anticiperà i temi del
femminismo novecentesco.

Mill è più cauto della moglie perché nn è convinto della piena libertà di accesso al lavoro delle
donne e alla messa in discussione dei tradizionali ruoli domestici però ritiene che la
subordinazione della donna all’uomo sia di origine storica e nn naturale e sopratutto si basi sulla
paura e nn sui sentimenti.

Il matrimonio è considerato come una schiavitù della donna nei confronti del marito e la
subordinaizone che crea è una scandalosa contraddizione delle società progressive rispetto alle
tendenze liberali e democratiche a cui si sta andando incontro -> è un residuo dell’0antico ordine
fondato sulle differenze di status

La parificazione politica e sociale tra uomo e donna è una tendenza alla quale il mondo moderno
nn potrà sottrarsi.

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