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Bitonto

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Bitonto (IPA: [biˈtonto][2], Vetònde/Vtònd in dialetto bitontino[3], Βυτοντινον
Bitonto
in greco, Butuntum o Botontum in latino) è un comune italiano di 55 320
comune
abitanti[1] della città metropolitana di Bariin Puglia.

Bitonto è conosciuta come città degli ulivi[4] per gli estesi oliveti che la
circondano e la produzione olearia, rinomata già nel XIII secolo e perfezionata
nel corso del XX secolo, che costituisce ancora oggi la più importante risorsa
economica della città. Bitonto inoltre ha dato il nome al cultivar locale, cima
di Bitonto.

Il 25 maggio 1734 la città fu teatro della storica battaglia, combattuta tra gli
austriaci e i Borbone, che portò alla nascita del regno di Napoli come Stato
indipendente.

Il centro storico presenta numerose chiese, tra le quali la concattedrale in stile


romanico pugliese, pregevoli esempi di architettura rinascimentale, come i
palazzi Sylos-Vulpano e Sylos-Calò, e barocca come la chiesa di San Gaetano
e la Cappella dei Misteri nella chiesa di San Domenico. Sede della prima
galleria nazionale di Puglia[5] e del museo diocesano più grande del
Mezzogiorno d'Italia, nel 2004 è stato riconosciutocittà d'arte[6].
Localizzazione
Per la qualità e la quantità dei suoi tesori artistici è stata inserita nella short
Stato Italia
list, decisa dal Ministero dei Beni Culturali, delle dieci finaliste per la corsa al
Regione Puglia
titolo di Città italiana per la Cultura del 2020.[7]

Città Bari
metropolitana
Indice Amministrazione
Geografia fisica Sindaco Michele Abbaticchio
Territorio (Sinistra Ecologia
Clima Libertà) dal 21-5-2012
Origini del nome
Territorio
Storia
Coordinate 41°06′30″N
Origini
Periodo romano 16°41′30″E
Medioevo Altitudine 118 m s.l.m.
Età moderna
Superficie 174,34 km²
Età contemporanea
Simboli Abitanti 55 320[1] (30-4-2017)
Monumenti e luoghi d'interesse Densità 317,31 ab./km²
Architetture religiose
Frazioni Mariotto, Palombaio
Chiese rupestri
Altre chiese e luoghi sacri Comuni Altamura, Bari,
Architetture civili confinanti Binetto, Bitetto,
Architetture militari
Mura e porte Giovinazzo,
Torri di campagna Modugno, Palo del
Altro Colle, Ruvo di Puglia,
Obelischi
Terlizzi, Toritto
Aree naturali
Altre informazioni
Società
Evoluzione demografica Cod. postale 70032
Etnie e minoranze straniere Prefisso 080
Lingue e dialetti
Religione
Fuso orario UTC+1
Tradizioni e folclore Codice ISTAT 072011
Istituzioni, enti e associazioni
Cod. A893
Cultura catastale
Istruzione
Targa BA
Biblioteche
Scuole Cl. sismica zona 3 (sismicità
Musei bassa)
Media
Stampa
Nome abitanti bitontini
Radio Patrono Maria SS.
Televisione Immacolata, San
Cinema Gaetano Thiene ,
Cucina
Sant'Andrea
Eventi
Avellino(compatroni)
Geografia antropica
Urbanistica Giorno 26 maggio
Strada poligonale o Anello di Bitonto festivo
Frazioni Soprannome La città degli ulivi
Economia Motto AD PACEM PROMPTUM
Agricoltura
DESIGNAT OLIVA
Industria
BOTONTUM
Turismo
L'oliva designa
Infrastrutture e trasporti
Bitonto pronta alla
Strade
Ferrovie pace
Mobilità urbana Cartografia
Amministrazione
Gemellaggi
Sport
Colori sportivi del Comune di Bitonto
Nero e Verde
Calcio
Unione Sportiva Bitonto
Omnia Bitonto
Olimpia Torrione Bitonto Bitonto
Rugby
Pallavolo
Pallacanestro
Tennis
Ciclismo
Giro d'Italia
Golf
Altri sport
Impianti sportivi
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni

Geografia fisica Posizione del comune di Bitonto


all'interno della città metropolitana di
Bari
Territorio
Sito istituzionale
Il territorio comunale di Bitonto si estende per oltre 170 km², dall'alta Murgia
fino a 2 km dal mare Adriatico. Fino al 1928 il comune aveva anche uno
sbocco sul mare Adriatico, in quanto amministrava la frazione di Santo Spirito, oggi quartiere di Bari. Confina, da nord e in senso
orario con i seguenti dieci comuni[8]: Giovinazzo, Bari, Modugno, Bitetto, Palo del Colle, Binetto, Toritto, Altamura, Ruvo di Puglia
e Terlizzi.

Il centro abitato si trova sul primo gradino dell'altopiano della Murgia a 118 m s.l.m.[9] mentre a 102 m s.l.m. raggiunge il suo punto
più basso. Il territorio comunale ha un'altezza minima pari a 39 m s.l.m. riscontrabili nella parte settentrionale, quella più vicina al
mare, mentre nella parte meridionale è decisamente collinare e raggiunge un'altezza massima di 491 m s.l.m.[9] che determina, così,
una escursione altimetrica di 452 m.

Il territorio comunale include ilparco nazionale dell'Alta Murgia e la Lama Balice, sito naturalistico e paesaggistico istituito nel 2007
come parco regionale, collocato ai margini del centro storico della città. Il terreno su cui insiste il territorio di Bitonto è caratterizzato
dalla presenza del calcare di Bari e della dolomia bitontina[10], i cui estesi giacimenti ne hanno fatto il materiale utilizzato per la
costruzione della stragrande maggioranza delle strutture e monumenti locali.

Classificazione sismica: zona 3 (sismicità bassa).Ordinanza ministeriale n. 3274/03, aggiornata al 16/01/2006 con le
comunicazioni delle regioni.

Clima
Il clima del territorio comunale è, come per il resto della regione, tipicamente mediterraneo, con inverni freschi, spesso sferzati da
freddi venti balcanici, ed estati calde, a volte anche torride per l'azione di caldi venti sciroccali. Le temperature medie in inverno
registrano eccezionalmente valori negativi. Nel mese di dicembre del 2007 è stata registrata una temperatura minima di -2,7 °C,
mentre nel mese di giugno dello stesso anno si è registrata una temperatura massima di 45,5 °C.

La tabella sottostante mostra i dati dei valori medi registrabili nel comune di Bitonto.

Mesi Stagioni
Bitonto
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri
T. max. media
10,5 11,4 13,6 17,4 22,2 26,5 29,1 29,3 25,4 20,2 15,7 12,1 11,3 17,7
(°C)
T. min. media
4,2 4,3 6,0 8,5 12,3 16,2 18,8 19,0 16,2 12,4 8,6 5,8 4,8 8,9
(°C)
Precipitazioni
52 58 46 43 39 30 22 26 49 61 62 60 170 128
(mm)
Umidità
relativa 78,4 77,1 75,1 72,0 69,1 65,2 61,6 63,6 70,7 77,3 79,3 79,4 78,3 72,1
media (%)
La maggiore piovosità si registra durante l'autunno e l'inverno, mentre i mesi estivi sono più secchi, talvolta con piogge del tutto
assenti.

Classificazione climaticadi Bitonto[11]:

Zona climatica C;
Gradi giorno 1350.

Origini del nome


Il nome della città è sicuramente di origine prelatina, basta confrontarlo con "Butua" presente in area balcanica e "Bohotros" in area
illirica.

La probabile ma non certa origine del toponimo Botuntum, da "bonum totum", allude forse alla prosperità del luogo, in ambito
agricolo[12]. Altri studi affermano che il significato di Butuntum o Botuntum, sarebbe invece: città sotto la quale scorre acqua[13]
(dal greco "Bot" o "But": profondità dove scorre o stagna acqua e “ntum”, suffisso che indica città al pari di Tarentum, Metapontum e
Sipontum).

Storia

Origini
Secondo la tradizione, Bitonto sarebbe stata fondata dal re
illirico Botone, dal quale deriverebbe il nome[14]. La
presenza umana nel territorio risale all'epoca neolitica,
testimoniata da insediamenti in grotte e da menhir[15]. Una
necropoli dell'età del ferro era situata presso un'ansa del
torrente Tiflis, nella lama. Ciò fa presumere che la città Schizzo della Tavola Peutingeriana nei pressi di Bitonto
fosse sede di una grande comunità che attirava la
popolazione sparsa nelle campagne[16].

La città fu un importante centro peuceta[17], e dal VI secolo subì l'influenza delle città magnogreche, in particolar modo di
Taranto[18]. Dal III secolo a.C., quando la lega peuceta si sciolse, si dotò di una propria zecca[19], come dimostrano le stesse monete,
rinvenute nel centro storico, che riportano l'immagine di una civetta con un ramo di olivo, altre una conchiglia, altre un granchio,
altre ancora la testa di Atena. Il retro di queste monete riporta la legenda in caratteri greci "BYTON TINΩN" accompagnata in alcune
dall'effigie dell'eroe tarantino Falanto, in altre da una spiga di grano, in altre ancora da un fulmine[20]. Un'altra necropoli, risalente al
IV-III secolo a.C., è stata inoltre rinvenuta nell'attuale centro urbano.

Periodo romano
In epoca romana fu municipio[18], mantenendo comunque il culto riservato alla dea Minerva, che veniva considerata dea protettrice
non solo di Bitonto, ma di molte altre città apule e italiche. A lei veniva attribuito il dono dell'ulivo alla città[21]. Un tempio a lei
dedicato doveva collocarsi su uno sperone che domina il iTflis, tra le attuali chiese di San Pietro in Vincoli e San Francesco la Scarpa.
La presenza del tempio in quel periodo è confermata da una lastra di pietra cubica di epoca romana, riusata nelle mura della sacrestia
dell'attuale chiesa[22].

La città era attraversata dalla via Traiana nel punto in cui il tracciato di quest'ultima si ramificava in due: la mulis vectabilis via per
Peucetios citata da Strabone, che passava per Celiae, Azetium e Norba e la via Minucia Traiana, che passava per Barium. Le due vie,
poi, si ricongiungevano a Egnazia[23]. Fu stazione di sosta menzionata nell'Itinerarium burdigalense[24], nell'Itinerario antonino[25],
nella cosmografia ravennate[26], nella tavola teodosiana[27], e nella Tavola Peutingeriana[28]. Fu inoltre citata da Marco Valerio
Marziale[29], da Sesto Giulio Frontino[30] e da Plinio il Vecchio. Quest'ultimo fa riferimento solo al nome degli abitanti
[31].
Medioevo
Dopo la dissoluzione dell'Impero Romano d'Occidente, del dominio di Odoacre e del
regno gotico, gran parte della Puglia, inclusa Bitonto, fu riconquistata dall'impero
Romano d'Oriente nell'ambito della "restitutio" giustinianea e si trovò coinvolta in
una fase di lotte. La Puglia, come le altre regioni costiere italiane, infatti, era
minacciata dalle scorrerie dei pirati saraceni. Al V-VI secolo risalgono i resti di una
[32].
chiesa rinvenuti negli scavi sotto l'attuale concattedrale

Successivamente, Bitonto fu nodo strategico nel sistema viario pugliese, centro


gastaldale e roccaforte del thema di Longobardia[33]. Nel 975 il catapano bizantino
Zaccaria saccheggiò la città[34] dopo aver sconfitto i Saraceni e ucciso il loro capo,
Ismaele[35]; nel 1010 Bitonto, Bari, Bitetto e Trani si ribellarono al governo
Grifone musivo rinvenuto nella
bizantino dando inizio alla rivolta guidata da Melo contro gli stessi bizantini[36].
chiesa precedente all'attuale
Mesardonite fu mandato in Puglia per arginare la rivoluzione ma in uno scontro
concattedrale.
presso Bitonto avvenuto nel 1017 rimase ucciso[37]. La rivolta si concluse con
l'arrivo dei Normanni che posero fine in Puglia al dominio bizantino e agli attacchi
dei Saraceni. Al 1089 risale la prima notizia certa dell'esistenza del vescovado bitontino[38]. Nel 1098 Roberto, figlio di Guglielmo
d'Altavilla, si proclamò dominator civitatis Botonti[39], instaurando una sorta di contea feudale.

Tra XI e XII secolo sotto il dominio dei Normanni di Ruggero II, Guglielmo il Malo e Guglielmo II, Bitonto visse un periodo di
rinascita dal punto di vista civile e culturale[39]. La città si rivestì di nuove mura[40]. Il giudice bitontino Maggiore, a seguito della
distruzione di Bari da parte di Guglielmo il Malo, assunse la suprema carica di regio giustiziere: grazie a lui e con l'aiuto dei
Benedettini, prese il via la costruzione della nuova cattedrale. I Benedettini erano giunti in città in questo periodo[41], fondando fuori
le mura l'abbazia dedicata a San Leone e dando un forte impulso all'economia cittadina, grazie anche alle nuove tecniche agricole e
alla bonifica di nuove terre. La tradizionale "fiera di San Leone", che si svolge il 6 aprile per commemorare il Santo, si originò
probabilmente proprio nell'XI secolo[41]. Già celebre nel XIV secolo come fiera di animali, venne citata nel Decamerone di Giovanni
Boccaccio[42]:

«Non avendo adunque più modo a dover fare della giovane cavalla, per le parole che dette avea compar
Pietro, ella dolente e malinconosa si rivestì, e compar Pietro con uno asino, come usato era, attese a fare il
suo mestiere antico, e con donno Gianni insieme n'andò alla fiera di Bitonto, né mai più di tal servigio il
richiese.»

(Giovanni Boccaccio , Decamerone , Novella X Giornata IX. )


Con Federico II fu civitas specialis e rimase sempre nell'ambito del regio demanio, ossia alle dirette dipendenze della corona[43],
escludendo il periodo feudale che va dal 1412 al 1551. Il 29 settembre 1227 inoltre, Bitonto fu teatro della scomunica, da parte di
papa Gregorio IX, di Federico II accusato di essere sceso a patti con ilsultano al-Malik al-Kamil.

Lo stesso Puer Apuliae - soprannome di Federico II - probabilmente visitò Bitonto in occasione di un dictamen pronunciato
dall'abate e diacono barese Nicolaus, all'interno della Cattedrale di Bitonto, in lode all'imperatore. La data della visita è tuttora
incerta ma è collocabile dal 1229 al 1236. In questo periodo fu realizzato, dal maestro Nicolaus, anche l'ambone della stessa
Cattedrale che raffigura quattro persone e tra queste vi è Federico II. Probabilmente, l'ambone è stato realizzato proprio in onore
dell'imperatore in seguito alla sua visita effettuata a Bitonto. [44]

Già nel Duecento iniziarono le dispute di confine con Bari per il possesso del porto di Santo Spirito, attraverso il quale si svolgevano
i traffici marittimi. Nel 1265 il confine tra le due città venne fissato all'Arenarum, tra Palese-Macchie e Santo Spirito, ma il conflitto
continuò ancora nei secoli successivi[45].

Agli Svevi subentrarono gli Angioini: Carlo I d'Angiò contribuì a formare in città una nuova nobiltà, composta soprattutto dai
Rogadeo, Bove, Planelli e Labini, dedita ai traffici e al commercio. Tra i principali esponenti di quel tempo ci furono Sergio Bove e
Giacomo Rogadeo, entrambi originari diRavello, sulla costiera amalfitana. È questo un periodo di fioritura per la città, anche grazie a
un'economia basata sull'esportazione di olio che continuerà a crescere fino al XVII
secolo, quando si instaurò la dominazione spagnola[46]. In Puglia, infatti, l'olio
bitontino era apprezzato e richiesto soprattutto daVenezia[46].

Nel 1412 fu possesso feudale di


Giacomo Caldora, duca di Bari. Il
maggior esponente dei Caldora,
Jacopo, fu gran capitano dei soldati
di ventura e prese possesso della
città nel 1433[47]. Nel 1441 ebbe in
feudo la città Giovanni da
Ventimiglia[47], comandante
Antica litografia della città di Bitonto
generale delle armi regie diAlfonso
I d'Aragona. Passò successivamente
a Giovanni Antonio Orsini nel 1460[47], agli Acquaviva d'Aragona nel 1463 e, con Il Titolo dell'Arenario, sulla costa tra
l'ascesa al potere degli Spagnoli nel Mezzogiorno, il Re Carlo V di Spagna donò in Palese e Santo Spirito, che indicava
feudo Bitonto nel 1507 al Gran Capitano spagnolo Consalvo di Cordova, il confine territoriale tra Bari e Bitonto
conquistatore del Regno di Napoli[47].

Età moderna
Il 27 maggio 1551 la città riacquistò la propria autonomia e la regia demanialità, versando al duca di Sessa e alla corona spagnola una
somma di 86 000 ducati (66 000 per la città di Bitonto e 20 000 per il porto di Santo Spirito). Gli statuti cittadini furono redatti nel
1565[48]. La disputa di confine con Bari per il possesso di Santo Spirito, iniziata nel XIII secolo, riprese vigore in quegli anni: nel
1527 Bona Sforza, duchessa di Bari, aveva dichiarato "zona promiscua" il territorio tra Modugno e il mare[49]. Il conflitto riprese in
seguito tra l'"università" di Bitonto e quella diBari: il consiglio di Napoli nel 1584 fissò nuovamente i medesimi confini del 1265[50].

Nel Seicento fu la seconda città di Puglia dopo Lecce[51] e visse una fioritura
culturale, con la bottega di pittura di Carlo Rosa, l'Accademia degli Infiammati, il
musicista Tommaso Traetta, il matematico Vitale Giordano e Nicola Bonifacio
Logroscino, attore dell'opera buffa.

Nel 1647 vi furono moti insurrezionali del popolo contro la nobiltà frenati solo dal
conte di Conversano[52]. Il 25 maggio 1734, durante la guerra di successione
polacca, nel campo di San Leone l'esercito spagnolo di Carlo di Borbone vi
sconfisse gli Austriaci nella battaglia di Bitonto, assicurando ai Borbone il possesso
del Regno di Napoli. Per celebrare l'avvenimento fu innalzato un obelisco noto come
Obelisco Carolino.

Età contemporanea
Durante il Risorgimento il bitontino Giovanni Vincenzo Rogadeo fu nominato da
Giuseppe Garibaldi primo governatore della Puglia e in seguito divenne senatore del L'obelisco Carolino, eretto in seguito
Regno. Come sindaco della città, tra il 1870 e il 1875, promosse un "consorzio per alla battaglia di Bitonto
oli tipici", un "gabinetto di lettura"[53] e una "scuola serale di disegno"[54], oltre a
occuparsi della viabilità e degli accessi ferroviari. Nel 1893 avvenne l'uccisione di
un delegato della finanza; nella vita politica cittadina si sviluppò il movimento socialista. In seguito ebbero rilevanza le figure del
cattolico Giovanni Ancona Martucci e del vescovo Pasquale Berardi e ancora di
Giovanni Modugno, aderente alla corrente politica di
Gaetano Salvemini, tra il 1911 e il 1919.
Il 6 settembre 1928 con r.d. la frazione di Santo Spirito, unico accesso alla costa e oggetto di dispute di confine tra le due città sin dal
XIII secolo, passò al comune di Bari[55] per opera del podestà fascista di Bari (1926-1928), Araldo di Crollalanza. Il territorio
sottratto aveva una superficie di circa 16 km².

Il 26 febbraio 1984 la città fu visitata da papa Giovanni Paolo II[56].

Simboli
Lo stemma di Bitonto, riconosciuto con decreto ministeriale del 25 giugno 1965[57] e descritto nello
statuto comunale[58], raffigura in campo bianco un ulivo terrazzato di verde, simbolo di pace ed elemento
distintivo del territorio bitontino.

All'ulivo sono affrontati due leoni, che vogliono richiamare la forza del potere esecutivo della città, tenuta
dai nobili e popolari. Sui rami dell'albero, cinque storni appollaiati, rappresentanti i cinque casati che
ebbero in feudo la città[59], beccano un'oliva ciascuno.

Lo scudo è sormontato da una corona marchesale e presenta alla base un ramo di ulivo e uno di leccio,
annodati con un nastro rosso. Il nastro bianco sottostante riporta, in caratteri argentei, il motto in latino
"AD PACEM PROMPTUM DESIGNAT OLIVA BOTONTUM", che in italiano si può tradurre con: "L'oliva
designa Bitonto pronta alla pace".
Gonfalone del
comune di Bitonto
Lo stemma va contestualizzato all'evento che ne ha portato la realizzazione: lo storico riscatto dal giogo
feudale, avvenuto nel 1551. In questo senso il motto e i due leoni stanno a indicare che le sorti della città
saranno da quel momento in poi legate all'olivo, e alle decisioni della popolazione, non più ai feudatari. Prima di allora il simbolo
principale della città era costituito dal solo ulivo. Esso infatti rappresenta il motivo ornamentale di molti edifici sparsi nel centro
storico.

Per ricordare questo evento è stata istituita la "Giornata del Gonfalone" in cui si premiano le personalità che più mantengono alto il
nome della città. Tre i premiati dalla prima edizione del riconoscimento (2009): Pasquale Schiraldi, Vito Domenico Gala e Francesco
Stellacci, giovani e illustri ricercatori e cattedratici di origine bitontina.

Monumenti e luoghi d'interesse

Panoramica di piazza Cattedrale, nel centro storico di Bitonto.

Architetture religiose
La concattedrale, dedicata a San Valentino, è stata innalzata nel XII secolo[60] in stile romanico pugliese. La facciata
è tripartita da lesene per tutta l'altezza ed è dotata di treportali. La ricca decorazione scultorea del portale centrale,
delle quattro bifore del registro superiore e delrosone a sedici raggi riprende scene delNuovo Testamento e motivi
zoomorfi. Lungo il fianco destro, caratterizzato da unesaforato e profondi arconi, si apre la Porta della Scomunica,
cosiddetta perché nel 1227 papa Gregorio IX vi scomunicò Federico II[61]. L'interno, con pianta acroce latina, è
diviso in tre navate absidate. Notevoli il soffitto a capriate lignee con
cosiddetta perché nel 1227 papa Gregorio IX vi scomunicò Federico II . L'interno, con pianta acroce latina, è
diviso in tre navate absidate. Notevoli il soffitto a capriate lignee con
decorazione policroma e l'ambone federiciano, decorato con paste
vitree secondo modelli islamici e recante i bassorilievi degli imperatori
svevi. La cripta conserva i resti di una chiesa precedente (databili a
partire dal V secolo)[62], tra i quali un brandello dimosaico raffigurante
un grifone, risalente all'XI secolo. Nella cattedrale sono conservati i
simulacri di Maria Santissima Addoloratae di Maria Santissima
Immacolata, patrona della città. È sede della Parrocchia diSanta Maria
Assunta.

Chiesa di San Francesco d'Assisi, detta della Scarpa, fu costruita nel


punto più alto di Bitonto nel1283 su un terreno ceduto dalle monache
benedettine del monastero di santa Lucia[63]. Secondo la tradizione fu
costruita a testimonianza della visita, nel1222, di san Francesco
d'Assisi con il suo confratello Luca da Bitonto. Sino alXIX secolo
l'edificio fu affidato ai frati francescani, che nei pressi vi costruirono un
convento e un seminario. La chiesa è stata chiusa al culto nel 1970. La
facciata, in stile tardo romanico, si caratterizza per unportale con arco a
sesto acuto e sormontato da un archivolto con decorazioni floreali e di
buoi, in omaggio alla famiglia Bove che promosse l'edificazione della
chiesa, e per un'ampiatrifora sorretta da colonnine, pure racchiusa in un
arco a sesto acuto. Sono affiancati alla facciata il cappellone
cinquecentesco munito di cupola e uncampanile seicentesco, suddiviso
in tre registri da cornici marcapiano e sormontato da una cupola a bulbo.

Chiesa di San Niccolò ai Teatini o San Gaetano, commissionata dai Navata centrale, Cattedrale.
Teatini nel 1609[64] e realizzata secondo il progetto di Dionisio V olpone
di Parabita, fu eretta in piazza Cavour instile barocco sull'antico palazzo
dell'Universitas. La struttura venne consacrata nel1730[65]. La facciata
è composta da due registri: il primo è scandito da seilesene, il secondo
da quattro. Entrambi i registri sono delimitati dalle lesene laterali.
Alternati alle lesene, per entrambi i registri, vi sono dellenicchie che al
centro lasciano il posto al portale, nel primo registro, e a un finestrone
nel secondo. La facciata si chiude con untimpano recante lo stemma
dei Teatini. L'interno si compone di un'unicanavata, terminante in tre
absidi e delineata da quattroarcate per lato corrispondenti ad altrettante
cappelle. Notevole l'altare in pietra del1696 nella prima cappella a
destra, patronato della famiglia Sylos-Sersale[66]. Le pareti della navata
e il soffitto ligneo si presentano affrescati per opera del pittore bitontino
Carlo Rosa. Nella chiesa sono conservati i simulacri diSan Giuseppe,
della Madonna della Salute, San Gaetano Thiene eSant'Andrea
Avellino, questi ultimi due compatroni della città.

Chiesa del Crocifisso, edificata dal 1664[67], in luogo di una cappella


rurale, su progetto di Carlo Rosa, che ne curò anche la decorazione
interna, la chiesa presenta un'originalepianta a croce greca con cupole
in asse ricoperte di chianchette. Il registro inferiore della facciata
riecheggia i modelli classici, con lesene doriche e cornice ametope e
triglifi; quello superiore, caratterizzato da una cornice spezzata su cui si La chiesa di San Francesco la
innestano colonne ioniche che reggono un timpano curvilineo, presenta Scarpa nel centro storico
uno stile più vicino all'architettura barocca. L'interno, interamente
affrescato, è opera di Carlo Rosa e degli allievi Nicola Gliri, Giuseppe
Luce e Vitantonio de Filippis, che dopo la suamorte ne completarono il
progetto[67]. È sede della Parrocchia diSan Silvestro Papa.

Chiesa del Purgatorio, sita nelle vicinanze dipalazzo Sylos-Calò, la


costruzione ebbe inizio nel1670 su disegno di Michelangelo Costantino,
architetto anche del mausoleo Carafa inCattedrale, e fu consacrata nel
1688 dal vescovo Massarenghi[68]. Il portale presenta linee
architettoniche che si adattano alla facciata. Le lesene e il timpano del
portale sono ornate da figure scheletriche e anime penitenti, come
voluto dalle regole dellaControriforma. L'interno della chiesa è a
un'unica navata delimitata da arcate. L'edificio conserva unreliquiario La facciata della chiesa di San
risalente al XVII secolo, alcune tele e un'effigie della Madonna. La Gaetano
chiesa è sede dell'Arciconfraternita di Santa Maria del Suf fragio e
custodisce i simulacri della Madonna Addolorata, del Cristo morto,
esposti durante la Settimana Santa, e di Sant'Anna.
Chiesa di San Domenico, fu costruita, insieme al convento, per volere
dei Domenicani nel 1258[69], quando acquisirono un piccolochiostro
che comprendeva anche una chiesa dedicata aSan Nicola. La chiesa
venne consacrata nel 1302 ed è formata da tre campate che sorreggono
altrettante cupole emisferiche. La terza campata fu allargata nel corso
del XVIII secolo trasformando la pianta della chiesa a croce latina. Così
si sono realizzate due cappelle: una chiamatacappella dei Misteri, dove
sono collocate le statue, realizzate nelXVII secolo, che sfilano durante
la processione del venerdì Santo, l'altra dedicata a San Domenico. Nel
1809 la chiesa fu requisita e divenne sede comunale fino al1934. Il
valore artistico delle due cappelle, decorate e scolpite dalle maestranze
locali secondo il gusto barocco,fanno della chiesa uno degli esempi più
importanti del barocco pugliese, al di fuori del contestosalentino. Nella La chiesa del Crocifisso
chiesa sono conservati i simulacri di San Domenico,San Vincenzo,
della Madonna del Rosario, di Sant'Antonio da Padova, di San Rocco e
le statue dei Misteri, nell'omonima cappella. È sede della Parrocchia di
San Giovanni Evangelista.

Chiesa di Santa Maria del Popolo, conosciuta anche comeSanta Teresa


poiché nel 1702 fu concessa ai teresiani. Costruita nel1601, alla severa
facciata, che riprende i modelli del romanico pugliese, fa da contraltare
l'interno fastosamente decorato constucchi, marmi, cornici e festoni.
Dell'adiacente monastero settecentesco è notevole il ricco portale. Il
monastero è sede del Liceo Classico e Linguistico "Carmine Sylos" [70].

Abbazia di San Leone, i primi documenti che af fermano l'esistenza della


fondazione benedettina risalgono al 1148[71], mentre al 1197 risale il
primo documento che attesta la presenza di una fiera annuale: la fiera di
San Leone che, nel corso del tempo, ha acquisito una certa fama, tanto
da essere citata nel Decameron di Boccaccio. Con il passare del tempo
l'abbazia acquisì sempre maggiore importanza eFerdinando I nel 1494
la sopraelevò a Badia Regale, donandogli, tra l'altro il feudo di torre
quadra, sulla murgia bitontina. Passò successivamente aicistercensi e
agli olivetani. Il chiostro di cui è dotata è del1524 e risalta lo stile
rinascimentale, con colonne di gusto Veneto-dalmata. Nel 1809 fu
soppressa e nel 1810 fu danneggiata a seguito della costruzione di una
arteria stradale. Restaurata nei primi anni delNovecento, conserva
anche un coro affrescato. È sede dell'omonima Parrocchia.

Basilica dei Santi Medici, fu edificata a partire dal1960 secondo il


progetto dell'architetto bitontino Antonio Scivittaro, professore di Portale della chiesa del Purgatorio
Architettura all'Università di Napoli. Fu consacrata dal vescovo di
Bitonto Aurelio Marena nel 1973, e il 4 aprile 1975 venne elevata a
basilica minore da papa Paolo VI[72]. Vi sono contenute le statue e le
reliquie dei santi Medici Cosma e Damiano, attestate a Bitonto sin dal
XVI secolo[73] e in precedenza ospitate presso la chiesa di San Giorgio,
divenuta insufficiente ad accogliere i numerosi pellegrini. Nella basilica
sono conservati i simulacri dell'Angelo custode e di San Lorenzo
provenienti dall'antica chiesa di San Giorgio nel centro storico, dalla
quale provengono anche i simulacri dei Santi Medici Cosma e Damiano
ora custoditi nella Basilica. La facciata presenta tre portali di cui il
centrale, più grande, in bronzo, e conserva unorgano monumentale con
5 000 canne. Sul cortile retrostante si erge ilcampanile, alto 50 m. È
sede dell'omonima Parrocchia.

Particolare della cappella dei Misteri,


Chiese rupestri nella chiesa di San Domenico

Numerose sono le chiese situate nell'agro bitontino. Tra


queste spicca una chiesa dedicata alla Madonna di Costantinopoli, e situata in direzione di
Modugno. È formata da un ambiente unico voltato a crociera con tre finestre, la più grande
delle quali è stata aggiunta in seguito insieme a una porta accanto al semplice portale.
Di notevole interesse era la chiesa di Sant'Aneta dell'XI secolo[74], situata in direzione di
Molfetta e oggi completamente rasa al suolo. Era dotata di un'abside e aveva una pianta a
croce greca.
Sempre in direzione di Molfetta si trova la chiesa di Santa Croce, databile tra X e XI
secolo[75], a pianta rettangolare con cupola quadrangolare e l'interno divisa in nicchie
affrescate. La feritoia dell'abside assicura l'illuminazione
interna.
L'esempio più importante dell'architettura rupestre a
Bitonto è dato dalla chiesa dell'Annunziata, in direzione
di Palese e oggi in territorio di Bari (ma di proprietà del
comune di Bitonto). La chiesa risale forse al X secolo[76],
ha una pianta quadrata e un altare settecentesco.
L'ambiente interno è interamente affrescato,
probabilmente a seguito di una sua ricostruzione nel
La chiesa di Santa Teresa vista da
1585[77].
porta Pendile

Altre chiese e luoghi sacri

Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria;


Chiesa di San Silvestro Papa;
Chiesa di San Leucio Vecchia;
Chiesa di San Francesco da Paola- Parrocchia di Santa Caterina
d'Alessandria;
Chiesa di San Giovanni Evangelista;
Chiesa di Santa Maria la Porta;
Chiesa di Maria Santissima Madre della Chiesa e Consolatrice degli
afflitti - Parrocchia di Sant'Andrea Apostolo;
Chiesa di San Luca Evangelista;
Chiesa di San Giorgio Martire;
Chiesa di Santa Maria delle Marteri; Facciata della basilica dei Santi
Chiesa di Santa Maria delle Vergini; Medici
Chiesa di Sant'Egidio Abate;
Chiesa di San Pietro in Vincoli;
Chiesa di San Pietro Nuovo;
Chiesa di Santa Maria Annunziata;
Chiesa di Santa Lucia;
Chiesa di San Paolo;
Chiesa di Sant'Agostino - Parrocchia di Sant'Egidio Abate;
Chiesa di Santa Maria del Monte Carmelo;
Chiesa di Santa Maria della Chinisa - Parrocchia diCristo Re
Universale;
Chiesa di San Vincenzo de Paoli;
Chiesa del Santissimo Sacramento- Parrocchia omonima; La chiesa rupestre dell'Annunziata
Chiesa del Sacro Cuore di Gesù;
Chiesa dei Santi Martiri di Abitene;
Chiesa di San Leucio Nuovo - Parrocchia omonima;
Chiesa di Santa Maria delle Grazie;
Chiesa di Maria SS. Immacolata - Parrocchia omonima (frazione di Palombaio);
Chiesa di Maria SS. Addolorata - Parrocchia omonima (frazione di Mariotto);
Cappella di San Matteo Evangelista;
Cappella di San Gennaro;
Cappella di San Vito Martire;
Cappella di Maria SS. di Costantinopoli;
Cappella di San Rocco;
Cappella di San Michele Arcangelo;
Cappella del Crocifisso;
Cappella di Maria SS. del Carmine;
Sedile di Sant'Anna.
Convento dei Frati Minori Osservanti di San Leone Magno (attivo);
Ex Convento dei Frati Cappuccini;
Ex Convento dei Frati Conventuali diSanta Maria Maddalena;
Ex Convento degli Olivetani;
Ex Convento dei Paolotti;
Ex Convento dei Carmelitani Scalzi;
Ex Convento degli Agostiniani;
Ex Convento dei Teatini;
Ex Convento dei Domenicani;
Ex Convento delle Teresiane;
Ex Convento delle Figlie della carità di San Vincenzo de' Paoli;
Ex Monastero Benedettino di Santa Lucia;
Monastero Benedettino di Santa Maria delle Vergini (attivo);
Ex Ospitale degli Alcantarini;
Ex Seminario Vescovile;
Ex Palazzo Vescovile;
Convento e Istituto scolasticoSacro Cuore di Gesù delle Maestre pie
Filippini (attivo).

Architetture civili
La chiesa di San Giorgio Martire
Palazzo Vulpano-Sylos, monumento nazionale[78], fu costruito nella
seconda metà del Quattrocento per volere di Giovanni Vulpano,
riutilizzando forse una torre medievale delXII secolo. Oltre il portale con
elementi tardo-gotici aragonesi, si apre un cortile che riprende lostile
rinascimentale napoletano dove, nel fregio, diversi personaggi del casato
sono raffigurati insieme a condottieri e imperatori romani[79]. Allo
stemma della famiglia Vulpano si aggiunse quello della famiglia Sylos,
quando con l'estinzione della prima questa divenne proprietaria del
palazzo[79].

Palazzo Sylos-Calò, edificato tra il 1529 e il 1583 da Giovanni Alfonso


Sylos[80], in stile tardo-rinascimentale. La residenza nobiliare ha una
facciata irregolare sulla quale si apre un portale inquadrato da lesene e
con due effigi imperiali sotto il cornicione. Il loggiato, realizzato su due
livelli, è stato considerato l'espressione più ricca del Rinascimento La chiesa di Maria Santissima
pugliese[81]. Il porticato si erge su otto colonne; l'androne è coperto da Addolorata nella frazione diMariotto
volte ribassate con lunette e presenta colonne lisce con capitelli corinzi,
ripresi dal rinascimento fiorentino. Dal 2009 l'edificio ospita la Galleria
nazionale della Puglia, che custodisce una ricca collezione di dipinti di
arte moderna donata allo Stato da Girolamo e Rosaria De aVnna.

Palazzo De Ferraris-Regna, il nucleo originario risale alXIV secolo e fu


realizzato dai De Ferraris, nobile famigliagenovese che si stanziò nel
XIV secolo a Bitonto[82]. Tra il 1586 e il 1639 fu ricostruito per volere
della famiglia Regna (giunta a Bitonto nelXIII secolo con Paolo Regna,
preso in ostaggio a Milano da Federico II)[82]. Il palazzo presenta un
portale con colonne di ordine dorico poggianti su un semplice
basamento. I loggiati interni sono realizzati in epoche diverse: il primo
piano e il cortile risalgono alXIV secolo, mentre il piano superiore è più
recente. Le finestre sono state trasformate in seguito in balconi. Il Cortile del Palazzo Sylos-Vulpano
portale è in stile tardorinascimentale, con la data 1586)
( incisa sul
portale stesso[82].
Palazzo Sylos-Sersale, la costruzione del palazzo ha inizio dopo il matrimonio tra i nobili Alfonso Sylos e Isabella
Sersale nel 1574[83]. Il palazzo ha un impianto sobrio ma presenta elementi decorativi di gusto barocco. In
particolare il portale è fiancheggiato dacolonne ornate da sagome cilindriche lungo il fusto. Le colonne, insieme con
una trabeazione riccamente decorata, sorreggono un balcone dallebalaustre in pietra. La ricca cornice del
finestrone è interrotta dallo stemma di famiglia che raggruppa elementi degli stemmi deiulpano,
V Sylos e Labini. Il
vestibolo, voltato a botte, è composto da un cortile e unaloggia a tre campate.

Palazzo De Lerma, fu fatto costruire accanto alla concattedrale, in un'area precedentemente inclusa nelle proprietà
del vescovo nel XVI secolo, da Girolamo De Lerma, duca diCastelmezzano e appartenente a una famiglia giunta in
Italia dalla Spagna verso il1500. Sulla sua destra preesisteva la chiesetta della Santa Maria della Misericordia [84],
[84]
della quale si conserva il portale principale (risalente al 1586 ) con, sulla parte superiore, il bassorilievo di una
pietà. Il palazzo è coronato da un ricco cornicione ed è in stilerinascimentale anche se successivamente vi furono
delle trasformazioni e delle aggiunte in stilebarocco, cui seguì l'aggiunta
dei balconi nel XVIII secolo. La facciata del palazzo è prospiciente con il
sagrato della concattedrale e tra di essi vi è una loggiacinquecentesca
chiamata loggia delle benedizioni. Essa è realizzata in stile
rinascimentale ed è posizionata ad angolo.
Villa Sylos, detta comunementeLa Contessa, si sviluppa a L su più
livelli. L'ingresso della villa è preceduto da un portale il cui interno è
voltato a botte ribassata. Un selciato attraversa il portale fino all'ingresso
della villa, formato da duestipiti e architrave con cornice su cui vi è lo
stemma della famiglia Sylos-Labini. A destra, in serie, si aprono tre
finestre. La facciata laterale sinistra è formata da una finestra e un
accesso simili quelli della facciata d'ingresso. La facciata retrostante è
identica a quella anteriore. La porta, sulla sinistra, è, però, dotata di un Loggiato del palazzo Sylos-Calò.
portico a cinque campate, chiuso alla parte esterna. La facciata destra è
dotata di sei finestre: quattro piccole e due più grandi. Nell'area recintata
della villa si trova la torre di Cesare, risalente al XV secolo[85], a cui è
addossato un portico a unacampata con volta a crociera. Infine, un
viale porta alla chiesetta di San Tommaso realizzata in pianta quadrata
e coperta da volta a crociera. La villa diventò bene demaniale nel 1975,
e dal 1978 giace in completo stato di abbandono, anche se è previsto
un recupero[86].

Teatro Traetta, è situato ai margini del centro storico cittadino proprio a


ridosso delle mura urbiche. La facciata è divisa sostanzialmente in due
parti, quella inferiore è in pietra, mentre la superiore è in intonaco.
Nonostante le ridotte dimensioni ripropone la forma delteatro all'italiana
e contiene tre ordini di palchi, un loggione, la galleria, una platea e un
ampio palcoscenico. Una prima proposta di costruzione di un teatro che facciata del palazzo De Ferraris-
fosse aperto al pubblico, e quindi comunale, fu lanciata nel 1820, ma Regna
fallì. Tuttavia, a partire dal 1835, un teatro nuovo per la città fu costruito
per volere di ventuno famiglie nobili di Bitonto[87], che desideravano un
«teatro comodo e ben disposto pel sollazzo del pubblico», e fu
inaugurato nel 1838 con la messa in scena dell'operaParisina di
Gaetano Donizetti. Si trattava del primo teatro stabile della provincia di
Bari[88]. Acquisito al patrimonio comunale nel1989 e riaperto nel 2005,
dopo un cinquantennio di chiusura, è stato intitolato nell'occasione al
musicista bitontino Tommaso Traetta.

Architetture militari

Mura e porte Facciata del palazzo De Lerma


La fortificazione della città visibile nel XXI secolo risale al periodo normanno. Tra
l'XI e il XII secolo infatti, si ha la costruzione di gran parte del tratto murario che
costeggia il centro storico, per una lunghezza di circa 2000 m, nonché delle torri a
base quadrata e di cinque porte: Nova, Pendile, Robustina, La Maja e Baresana[89].
Lo storico bitontino della prima metà del XX secolo Luigi Sylos, sulla base di suoi
accurati studi e ricerche affermò che le ultime quattro delle porte appena elencate
furono edificate già inepoca romana[90].

Durante il periodo angioino la difesa della città non fu trascurata; furono, infatti,
innalzate le torri cilindriche, tra cui il torrione, la torre più imponente e più La facciata del teatro.
resistente, e restaurate porta Pendile e porta Robustina. Tra il XV e XVII secolo,
furono attuati dei restauri e reintegrazioni che interessarono soprattutto il tratto tra
Porta La Maja, piazza Castello e Vico Goldoni, cosa che comportò un avanzamento di tale tratto rispetto al vecchio allineamento
normanno. Fu realizzato il Trione, cioè un torrione, posto sull'estremo orientale della città antica, laddove probabilmente sorgeva una
torre più vecchia[91]. Oggi delle mura, rimangono lunghi tratti che delimitano la parte meridionale del centro storico mentre della
parte settentrionale rimane ben poco. Delle cinque porte originarie rimangono solo porta La Maja e porta Baresana, mentre molte
torri, sia angioine che normanne, sono ancora esistenti.
Torrione angioino, è una torre cilindrica del XIV secolo[64]. Faceva parte
di una piazzaforte con ventotto torri e cortine[92]. Fu utilizzata come
torre di avvistamento e di difesa, e i suoi sotterranei furono adibiti a
luogo di detenzione. Ha un'altezza che supera i 24 m, e un diametro di
circa 16[64]. È dotata di mura spesse quasi 5 m[64] che rendono la torre
molto resistente. È realizzata inbugnato e termina con una merlatura.
Alla base il torrione è inanellato dalle casematte che, in basso, lasciano
il posto a uno zoccolo a stella che segna il perimetro interno delfossato,
profondo oltre 4 m. L'interno è composto da tre ambienti poveri. Quella
del piano terra è di pianta circolare e ci si entra da una apertura di
appena 80 cm. La copertura è a volta semisferica. Il primo piano
conserva una pianta ottagonale e la copertura è formata da unavolta a
crociera. Il secondo piano è, infine, nuovamente di pianta circolare. Il
torrione dal 2009 è sede di una galleria d'arte contemporanea allestita
nelle casematte, grazie a un intervento di riqualificazione che ha anche
riportato alla luce il fossato.

Porta Baresana, detta anchePorta della marina, in quanto rivolge il suo


sguardo verso l'ex frazione a mare di Bitonto,Santo Spirito, fu costruita
presumibilmente nel XVI secolo[93]. Tuttavia un secolo più tardi fu
ricostruita in seguito a un danneggiamento[64]. La facciata anteriore Torrione angioino.
conserva uno stile rinascimentale con l'accesso costituito da unarco a
tutto sesto e affiancato da paraste terminanti in un architrave. Su questo
è stata aggiunta la copia di unapredella policroma, un dipinto
rappresentante i santi protettori della città. Più in alto la facciata reca
uno stemma dei Savoia che sostituisce lo stemma della città aggiunto
nel 1551 in occasione del riscatto della città dal feudatario. La parte
superiore della facciata anteriore è costituita dal vano dell' orologio,
aggiunto nel Novecento. Sul vano dell'orologio si erge una statua
dell'Immacolata, che nasconde la campana dell'orologio. La facciata
retrostante presenta unfornice a ghiera affiancato da paraste in
bugnato, similmente alla facciata esterna ma con degli zoccoli di
basamento più alti. Sull'architrave, che presenta lo stemma della città si
erge il timpano in cui è situato, nel mezzo, il secondo quadrante
dell'orologio.
Porta La Maja o del Carmine, il nome è un'evoluzione della forma con
cui era definita la lama su cui la porta si affaccia: "lama major". È detta,
però, anche "del Carmine" (la stessa porta reca l'iscrizioneIANUA
CARMELI). Fino alla prima metà delSeicento la porta era costituita da un
semplice ambiente chiuso da unavolta a botte acuta, esattamente come
appare dalla facciata interna[94]. Dal 1677 la facciata esterna viene
inglobata in un ricco paramento così come appare oggi [94]. Si tratta di
una coppia di colonne binate a fasce orizzontali, poggianti supiedritti e
terminanti con capitelli tuscanici, che sorreggono due trabeazioni da cui
si innalzano i rispettivitimpani. Con il nuovo paramento l'arco diventa
semicircolare e le sue decorazioni si sovrappongono all'architrave.
Nell'ambiente superiore è uno stemma dei Savoia e una statua della
Madonna del Carmine. Una cornice unifica l'ambiente sovrastante al
resto della struttura. Fiancheggiano la porta una torre normanna
rettangolare, sulla destra, e una torre angioina cilindrica, sulla sinistra. Porta Baresana
Secondo Luigi Sylos, fino agli inizi delXVII Secolo la porta era ancora
quella di epoca romana, posta probabilmente più in alto e più a est di
quella attuale (dove in antichità, sempre secondo il Sylos, accoglieva la via Minucia-Traiana, biforcatasi dalla porta
Robustina)[90] e "spostata" nella sede attuale quando fu costruito il primo ponte sullalama (il "ponte del Carmine",
poi andato distrutto nell'alluvione del 1846)[90][95]; inoltre, sempre secondo lo storico bitontino sarebbe errata
l'attribuzione della provenienza del nome della porta dal latino majora, ma più probabilmente alla divinità romana
"Bona Dea" (la "Ginecea" deigreci antichi, protettrice delle mogli, che secondoLattanzio veniva chiamata anche
Maja), di cui, sempre nel periodo romano c'era un tempio sulla Appia, prima che questa giungesse a Bitonto [90]. Il
riferimento al Carmine deriva anche dal fatto che si trovasse in prossimità del convento dei Carmelitani (ora
l'immobile ospita l'orfanotriofio provinciale femminileMaria Cristina di Savoia)[90].

Torri di campagna
Oltre alle torri che costellano la cinta muraria della città, sono presenti, nell'agro bitontino, diverse torri di campagna, realizzate
soprattutto per scopi difensivi:
Torre Santa Croce fu addossata alla chiesa omonima nel XV secolo[75];
Torre Spoto, è situata nelle vicinanze della strada che porta a Ruvo di Puglia. È realizzata su tre livelli, i primi due
coperti da volte a botte, mentre il terzo livello è privo di copertura. Questa torre è stata il quartier generale di
Montemar e delle sue truppe durante la battaglia di Bitonto;
Torre D'Agera, del XV secolo[96]; è situata in direzione diGiovinazzo e apparteneva alla nobile famiglia degli Agera.
Fortemente degradata, si estende su due livelli e conserva unabifora;
Torre Pingiello, fu innalzata probabilmente agli inizi del 1700. Nei pressi della torre sono stati rinvenuti frammenti
ceramici databili al V secolo a.C.[97];
Torre Carriere, appartenente a una famiglia proveniente dal Veneto, risale invece al 1621, come riporta l'architrave
dell'ingresso;
Situata a ridosso dellalama è la torre Pozzo Cupo delXVI secolo;
Torre Morea, si trova sulla strada che portavaa Silvium (Gravina di Puglia). Fu realizzata nel XVI secolo, si eleva su
due piani ed è adornata all'ingresso da una nicchia un tempo af frescata;
Torre Ranocchio, datata ai primi anni del XVIsecolo; si erge su due piani ed è situata in direzione diPalo del Colle.

Altro

Obelischi

Guglia dell'immacolata, la guglia o gloria dell'Immacolata è un piccolo


obelisco barocco situato su piazza Cattedrale. Fu realizzata in seguito a
una scossa di terremoto avvenuta nel 1731[98]. La scossa provocò
diversi danni nei dintorni mentre Bitonto rimase intatta. ale T evente fu
ritenuto miracoloso e accrebbe la devozione per l'Immacolata, in
memoria della quale fu realizzato questo obelisco. La guglia fu
commissionata dalla famiglia Calamita. A base quadrangolare con gli
angoli smussati si eleva per quattro ordini, l'uno più piccolo dell'altro, in
cui sono interposte tre cornici. Su di essi insistono deiputti seduti o in
piedi con cartegloria e lampade. In cima svetta la statuabronzea
dell'Immacolata.
Obelisco Carolino, si trova su piazzaXXVI Maggio 1734, fu costruito su
ordine di Carlo III di Borbone nel 1741, in ricordo della battaglia che gli
assicurò il Regno delle Due Sicilie. L'obelisco fu progettato daGiovanni
Antonio Medrano[99], autore della reggia di Capodimontee del Teatro
Massimo di Palermo. La base è costituita da uncrepidine su cui è
allocato il plinto, di base quadrata con angoli smussati. Per ciascun lato
sono apposte targhe marmoree recanti, in latino, una sintesi della
battaglia e il ruolo degli autori della battaglia: Carlo III,Filippo V di
Spagna e il duca di Montemar. Il basamento termina con una cornice su
cui si innalza una lunga piramide che fa raggiungere all'obelisco
l'altezza di 18 metri. Qui è apposto, su ciascun lato, un simbolo bellico:
fascio, scudo, bandiera e corazza. Sulla sommità sono situati quattro La guglia dell'Immacolata.
stemmi dei Borbone con, in cima, una corona regia.

Aree naturali

Parco nazionale dell'Alta Murgia, il comune di Bitonto fa parte delParco nazionale dell'Alta Murgia. Le parti più
interne del territorio comunale, per un totale di 1 959 ettari, sono comprese entro i confini del Parco [100], che si
[100]
estende per 68 077 ettari complessivi . La presenza animale in questo spazio è caratterizzata da istrici, volpi e
tassi, ma ci sono anche rettili come lucertole sicule, vipere e bisce. Il parco ospita inoltre la più numerosa
popolazione italiana della specie prioritariafalco naumanni, comunemente noto come grillaio, ed è una delle più
numerose dell'Unione Europea.
Parco regionale Lama Balice, l'area protetta, identificata come parco naturale attrezzato nel1980 e come parco
naturale regionale dal 2007[101], si estende per 504 ettari tra i comuni diBari e Bitonto lungo il percorso
dell'omonima lama, una delle più lunghe della provincia[102]. Il torrente che vi scorre, chiamato un tempoTiflis, è
solitamente in secca, ma in occasione di abbondanti precipitazioni si gonfia per l'apporto di acqua piovana. Dal
punto di vista naturalistico la lama è area di sosta per avifauna
l' e mantiene in ampi tratti l'originariamacchia
mediterranea. I numerosi casali, chiese e masserie, oltre che i resti di epocaprotostorica restituiti dalle numerose
cavità naturali, attestano la continua frequentazione umana del sito.
Società

Evoluzione demografica
Abitanti censiti[103]

Etnie e minoranze straniere


[104]:
Gli stranieri residenti nel comune sono 1 191. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti

Romania, 281
Albania, 200
Tunisia, 121
Cina, 63
Nigeria, 51
Polonia, 38
Algeria, 38
Somalia, 27
Croazia, 25
Iraq, 20

Lingue e dialetti
Il dialetto bitontino è la variante locale del dialetto apulo-barese centrali. È stato oggetto di numerosi studi[105], e reca traccia della
lunga presenza di dominazioni diverse (greca, francese, austriaca e spagnola).

Nella pronuncia dialettale tutte le vocali protoniche e postoniche, esclusa la "a" protonica, hanno ceduto il posto a una "e" muta
simile a quella francese[106]. Le vocali accentate sono rimaste tali in sillabe aperte (ad esempio l'italiano "mosca" diventa "mòsche"),
mentre si sono trasformate in dittonghi diversi in sillabe aperte:
La "a" muta nel dittongo "èu" (ad esempio "mano" in italiano, diventa "mèune").
La "e" si trasforma nel dittongo "ài" o "èi" (ad esempio, l'italiano "treno" diventa "tràine" o "trèine").
La "i", muta nel dittongo "ói" (ad esempio, l'italiano "partita" diventa "partóite").
La "o", diviene invece "àu" (ad esempio l'italiano "scopa" diventa "scàupe").
La "u" si trasforma nel dittongo "ìu" o "éu" (ad esempio, l'italiano "tu" diventa
téue o "tìue").

L'articolo singolare femminile è "la", quello singolare maschile "u", mentre il plurale di entrambi i generi è "re".

Religione
Bitonto, con Bari, è sede dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto. La diocesi di Bitonto ha un'origine che può essere fatta risalire al tempo
della piena conversione della Puglia. La cronotassi episcopale parte infatti dal 515. Sebbene vi siano notizie confuse circa la presenza
di un certo Andreano, vescovo di Bitonto intorno al 734[107], il primo vescovo di Bitonto di cui si hanno notizie dettagliate fu
Arnolfo nel 1087. Nel 1818 la diocesi di Bitonto venne unita aeque principaliter a quella di Ruvo ma nel 1978, con le dimissioni del
vescovo Marena, la diocesi fu affidata in amministrazione apostolica a vescovi delle diocesi vicine e il 30 settembre 1982 fu
nuovamente separata[108].

Il 26 febbraio 1984 è da ricordare la visita di Papa Giovanni Paolo II a Bitonto nel cui discorso rende omaggio ai cittadini bitontini:
«il mio viaggio a Bari sarebbe stato incompleto senza questo incontro con voi, uomini e donne di Bitonto che con la vostra quotidiana
[109].
fatica rendete feconda questa terra, traendone prodotti abbondanti e universalmente apprezzati»

Bitonto fu dapprima unita in persona episcopi all'arcidiocesi di Bari-Canosa e poi, con la riforma del 1986 che riordinò le sedi
diocesane in Italia, fu aggregata a questa, assumendo il suo nome attuale. In occasione del Congresso eucaristico nazionale del
maggio 2005, l'arcidiocesi di Bari-Bitontofu meta del primo viaggio apostolico diBenedetto XVI dopo l'elezione a papa.

Numerose nella città le associazioni e confraternite laicali:

Arciconfraternita Sant'Anna;
Arciconfraternita Immacolata Concezione;
Arciconfraternita Santa Maria del Suffragio;
Arciconfraternita Santissimo Rosario;
Arciconfraternita Maria Santissima del Carmelo;
Arciconfraternita Santissimo Sacramento (estinta);
Arciconfraternita Angeli Custodi (estinta);
Confraternita Sant'Antonio di Padova;
Monte dei Morti della Misericordia;
Confraternita Maria Santissima Annunziata;
Confraternita Santissimo Crocifisso;
Confraternita San Rocco da Montpellier (estinta);
Confraternita San Michele Arcangelo;
Confraternita Santa Lucia;
Confraternita San Giuseppe;
Confraternita Sant'Isidoro Agricola;
Confraternita Santa Filomena;
Confraternita Sacro Cuore di Gesù;
Confraternita San Francesco di Paola;
Confraternita San Filippo Neri;
Confraternita Maria Santissima delle Grazie;
Confraternita San Pasquale Baylon;
Associazione Maria Santissima di Loreto;
Associazione Santa Rita da Cascia;
Terz'Ordine francescano.
Presente nella città è anche la comunità dei testimoni di Geova, che hanno a disposizione la "sala delle Assemblee", che è situata in
campagna ed è una struttura di grandi dimensioni che è un punto di riferimento per i testimoni di Geova di tutta la regione.

Tradizioni e folclore
La città di Bitonto venera come santa patrona l'Immacolata Concezione, la cui
devozione risale al 1703, quando la città rimase intatta in seguito alla scossa di
terremoto che provocò invece diversi danni nei dintorni. Questo evento fu attribuito
all'Immacolata e in suo onore fu quindi fatta erigere in piazza Cattedrale la guglia
dell'Immacolata. È però il miracolo occorso tre anni dopo durante la battaglia di
Bitonto dove la tradizione vuole che la Vergine, apparsa al Generale Montemar delle
truppe spagnole e salvando così la città dal saccheggio e dalla distruzione, che
consolida la figura dell'Immacolata come patrona[110].

La festa patronale in onore dell'Immacolata si svolge il 26 maggio e per i giorni


successivi con processioni, manifestazioni civili e religiose.

Dal 1985 si svolge la rievocazione della Battaglia di Bitonto[111], in cui viene


rappresentata la società di Bitonto nel periodo della battaglia.
La Madonna appare al generale
Montemar
Istituzioni, enti e associazioni
Sezione distaccata del Tribunale di Bari[112]
Ospedale civile "Umberto I"[113]

Cultura

Istruzione

Biblioteche

Biblioteca civica Eustachio Rogadeo: la biblioteca comunale prende il nome dal palazzo che la ospita, donato nel
1966 dall'omonima famiglia al Comune per essere adibito a biblioteca civica e a museo. La biblioteca contiene un
ingente patrimonio librario: circa 60 000 volumi di cui cospicuo è il numero di
cinquecentine, incunaboli e
manoscritti[114];
Biblioteca diocesana: nata come biblioteca del seminario, nel1738 è diventata biblioteca vescovile. Possiede circa
50 000 volumi[115];
[116];
Biblioteca Antonio De Capua: istituita circa trent'anni fa dal Centro Ricerche di Storia e Arte bitontina
Biblioteca Martucci Zecca: la biblioteca della famiglia Martucci Zecca consiste in una raccolta di giornali locali e
pugliesi degli ultimi decenni dell'Ottocento;
Biblioteca dei musicisti pugliesi: la biblioteca fu istituita dall'Associazione musicale "T
ommaso Traetta" e raccoglie
pubblicazioni dei musicisti locali e pugliesi.

Scuole

Scuole primarie: 9 scuole[117];


Scuole Secondarie di I grado: 5 scuole[117];
[117].
Scuole Secondarie di II grado: 7 scuole (3 licei, 2 istituti tecnici e 2 professionali)

Musei
Galleria nazionale De Vanna, è la prima galleria nazionale diarte moderna di Puglia. È intitolata ai bitontini Girolamo
e Rosaria Devanna che ne hanno permesso l'apertura donando la loro collezione nel 2004. Essa raccoglie 229
dipinti e 108 disegni attribuiti a importanti artisti italiani e stranieri, databili tra ilXVI e i primi del XX secolo[118]. Vi
sono esposti 166 dipinti suddivisi in cinque sezioni, nella cornice delrinascimentale palazzo Sylos-Calò. Al piano
superiore sono sistemate le altre sezioni. In quella delCinquecento sono esposte soprattutto opere di artistiVeneti e
meridionali, alcune di forte influenza bizantina, ma anche opere di artisti di altre zone d'Italia. Nelle sale del Seicento
e del Settecento sono esposte opere di autori italiani e stranieri disposti per tematiche. Nella sala dell' Ottocento si
concentrano i ritratti ma anche scene di storia e nature morte, sempre di autori italiani e stranieri. L'ultima sezione, al
piano inferiore, è dedicata agli artisti delNovecento italiani, soprattutto meridionali, ma anche stranieri e
d'oltreoceano.
Museo diocesano Marena, creato tra il 1969 e il 1970[119], si tratta del museo dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto, che
raccoglie i beni artistici della cattedrale di Bitonto e di altre chiese del territorio bitontino. Il museo ha sede presso
l'ex seminario vescovile annesso allachiesa di San Francesco della Scarpa. La struttura, articolata su due livelli e
dotata di un giardino pensile, conserva oltre 2500 pezzi che ne fanno il museo diocesano più grande del
Mezzogiorno[120].Il primo piano è dedicato alla pittura dell'Ottocento e del Novecento in Puglia; il secondo piano è
dedicato ai dipinti del Seicento e del Settecento ma espone anche sculture del Quattrocento e del Seicento. Di
particolare interesse un'icona lignea raffigurante la Vergine di autore bizantino databile al XII secolo e un crocefisso
del XIV secolo di scuola umbra[119]. Nel terzo piano sono sistemate opere realizzate da artisti della scuola bitontina
del XVII secolo (Alfonso de Corduba,Carlo Rosa, Nicola Gliri, Francesco Altobelli).

Museo archeologico De Palo-Ungaro, raccoglie reperti pre-romani


rinvenuti nel territorio comunale. Il museo offre un quadro molto
dettagliato su quella che fu laciviltà peuceta e la vita culturale della città
in quel periodo storico. Ospita due mostre permanenti "Gli antichi
Peucezi a Bitonto" e "Donne e Guerrieri da Ruvo a Bitonto", che
raccolgono reperti datati fra ilVI e il III secolo a.C.[119] rinvenuti nella
necropoli di via Traiana. I numerosi corredi funebri esposti sono ricchi di
reperti ceramici e metallici, databili all'età arcaica e tardoellenistica[119]
e che consentono quindi di tracciare l'evoluzione economica e sociale
della civiltà peuceta e di conoscerne usi e costumi. Nella prima sala i
reperti sono esposti secondo un criteriocronologico che permette di
ricostruire l'evoluzione e le influenze delle civiltà limitrofe sull'
artigianato
locale. Si passa così da reperti a decorazione geometrica, tipica della
produzione peuceta, avasellame a vernice nera con figure rosse tipiche
della civiltà greca. Nella seconda sala le teche custodisconocinturoni,
strigili, mortai a testimonianza della cultura guerriera dei Peuceti. Nella
terza sala sono conservati i monili, le collane, i pesi da telaio e le grandi
anfore decorate con corpi di donne vestite dichitoni.
Museo civico Rogadeo, venne aperto al pubblico nel1962, prendendo il Tiziano, "Ritratto di gentiluomo" -
nome dal palazzo che lo ospita, ilseicentesco palazzo Rogadeo, sede
anche della biblioteca comunale. Vi sono esposti soprattutto reperti Galleria Nazionale "De Vanna".
archeologici come ceramiche di epoca greco-romana rinvenuti nel
territorio bitontino, un monetario, sculture e dipinti delXVII-XVIII secolo.
Al pianterreno vi è la pinacoteca che conserva opere di artisti pugliesi dell'Ottocento, della donazioneCuonzo[121].

Media

Stampa

"Primo piano", periodico mensile; direttore Mimmo Larovere [122];

"Da Bitonto", periodico mensile; direttore Franco Amendolagine;


"Bitonto", pagina dedicata a Bitonto dalla "Gazzetta di Bari", all'interno dellaGazzetta del Mezzogiorno.
"BitontoTV", giornale online e webtv[123].

Radio
Una certa importanza storica nel settore radiofonico locale ha avuto "Bitonto Radio International", che è stata una delle prime
stazioni radiofoniche libere italiane. Fu fondata nel 1976 ma cessò di trasmettere due anni dopo. La radio di Bitonto più seguita è
Radio One, che offre una programmazione incentrata sulla musica rock.[124]
Televisione

"PuntoTV" (Puglia).

Cinema
Tre personaggi di Bitonto sono stati più volte presenti sul "grande schermo":
Michele Mirabella, Bianca Guaccero e Pippo Mezzapesa.

Il film di Lucio Fulci Non si sevizia un paperino, è ispirato a una storia vera
avvenuta a Bitonto nel 1971 quando la città fu teatro di una serie di delitti dove le
[125].
vittime erano bambini, da cui appunto il regista trasse spunto per il soggetto

Il Comune di Bitonto si è trasformato in un "set cinematografico" in diverse


occasioni: la prima fu nel 2001 con la miniserie "Ama il tuo nemico 2", fiction che
aveva per protagonisti Andrea Di Stefano, l'allora giovanissima Bianca Guaccero,
l'attore barese Michele Venitucci e Imma Piro. Nell'anno 2004 scorci di Bitonto
furono ripresi nel film L'amore ritorna[126] del regista pugliese Sergio Rubini, con
Margherita Buy e Mariangela Melato. Pippo Mezzapesa

Nel 2008 è interamente girato a Bitonto il cortometraggio Pinuccio Lovero. Sogno di


una morte di mezza estate, dal già citato Pippo Mezzapesa; Viene ripreso il centro storico di Bitonto e il cimitero della frazione di
Mariotto[127]. Tra il 2010 e il 2011 esce, in alcune sale pugliesi, il film "Piripicchio - L'ultima mossa", con molte scene girate in
Bitonto. Nel 2012, infine, sono girate alcune scene nel centro storico di Bitonto della fiction Volare - La grande storia di Domenico
Modugno del regista Riccardo Milani con Beppe Fiorello.

Cucina
Ricca è la cucina bitontina, che annovera diversi piatti tipici. Tra questi è la
ciallédde, preparato con pane bagnato, pomodorini, olio e sale. Piatti simili sono
diffusi in tutta la Puglia[128]. Diffusi sul territorio murgiano sono i lampascioni, una
pianta che genera dei bulbi dalla forma di piccole cipolle. Tali bulbi sono raccolti e
lasciati a mollo almeno due giorni, dopo i quali sono pronti per essere serviti,
solitamente conditi consale e olio d'oliva.

Rinomati i dolci legati alle tradizioni festive. Tipica del periodo di Ognissanti è la
Lampascioni sott'olio colva, preparata con grano ammorbidito nell'acqua, chicchi di melograno e di uva,
[129].
scaglie di cioccolato fondente, il tutto legato insieme dal vin cotto di uva

Tipiche del periodo natalizio sono, invece, le cartellate, e i cuscinetti. Le prime sono dei nastrini di una sottile sfoglia di pasta
preparata con farina, olio e vino bianco, avvolti su sé stessi sino a formare una sorta di "rosa" che sono poi fritte in abbondante olio e
passate nel vin cotto di uva, di fichi, o di fichi d'India. aTlvolta il vino bianco è sostituito con del succo di arancia.

Con lo stesso impasto si preparano i cuscinetti: si ricavano piccoli rettangoli di pasta farciti con della pasta reale, ottenuta dalla
triturazione delle mandorle e l'aggiunta di zucchero. Successivamente sono chiusi per formare piccoli cuscinetti che dopo saranno
cotti: cosparsi di zucchero a velo se passati al forno oppure rigirati nello zucchero semolato se fritti.

A Pasqua, invece, si prepara la scarcella, una ciambella o colomba di cioccolato di pane addolcito con della glassa. La ricetta tipica
prevede anche un uovo sodo al centro.Carnevale, infine, è l'occasione per la preparazione dellechiacchiere.

Tipica è anche la focaccia di patate, un piatto occasionale che per tradizione si mangia la domenica. L'impasto consiste in farina, olio
d'oliva, pomodori e patate macinate. Il tutto viene poi cotto in forno per circa 15-20 minuti.
Il dolce simbolo della città è però il bocconotto. La ricetta era un segreto delle suore
del monastero di Santa Maria delle Vergini.

Eventi

Beat Onto Jazz Festival


Si tratta di una manifestazione Jazz nata nel 2001 con
finalità divulgative. Si svolge in alcuni giorni del mese di
agosto presso piazza Cattedrale, e col tempo è
Le chiacchiere di carnevale
diventata una realtà importante nel panorama jazz del
Meridione[130].
Traetta Opera Festival
Il Traetta Opera Festival nasce nel 2005 con lo scopo di riscoprire e rivalorizzare la figura del
musicista bitontino Tommaso Traetta[131]. Si tiene a cavallo tra ottobre e novembre. In questo
periodo si tengono convegni sulle opere di Traetta e sono eseguiti brani del musicista nelle
piazze della città. Si esibiscono anche i vincitori dell'edizione precedente del concorso
internazionale di canto lirico, organizzato dal festival[132].

Festival Italia – Giappone


Nell'edizione del 2011 del Traetta Opera Festival si è stretta una relazione culturale con la
Tokio International Choir, che ha portato in città una ottantina di cantanti musicisti e
appassionati giapponesi[133]. È nato così anche il Festival Italia – Giappone, dove la Tokio
International Choir e la Tokio Opera organizzano una serie di concerti a Bitonto e in altre
località della Puglia[134]. Il festival organizza un concorso per giovani cantanti lirici, intitolato
al cantante lirico bitontino Caffarelli, che si tiene nella cornice del teatro Traetta.

Geografia antropica

Urbanistica
Il nucleo storico della città, di forma trapezoidale, è delimitato a tratti dai resti delle mura di periodo normanno. Si è sviluppato a
partire dal quartiere chiamato "cicciovizzo", situato tra il torrente iTflis a sud e la via Traiana (che vi giungeva da Ruvo di Puglia) che
lambiva l'abitato a nord, attraversando probabilmente la zona di porta Robustina fino ad arrivare a porta La Maja[135]. Lo sviluppo
urbano si è, nei secoli, spinto a nord di tale quartiere, attratto dalla presenza della detta via Traiana, fino a raggiungere l'estensione e
l'aspetto attuale.

Le strade del centro storico hanno andamento tortuoso, solo raramente seguono uno schema definito. Sparsi per tutto il borgo antico
sono gli archi e le corti. Le strutture rilevanti più antiche presenti nel centro storico risalgono al basso Medioevo[136], le più recenti al
primo Ottocento.

[137], in direzione di Santo Spirito e Giovinazzo, e, in parte, verso


Lo sviluppo urbano ottocentesco si diparte a raggiera verso nord-est
ovest in direzione di Terlizzi e Ruvo. La caratteristica che contraddistingue la zona ottocentesca è l'aspetto ordinato dei quartieri,
divisi da alcuni assi viari che nella maggior parte dei casi si diramano dalla zona di porta Baresana.

È questo il punto di incontro di ben tre piazze: piazza Cavour, interna alle mura del centro storico, piazza Moro, che si forma
dall'incontro tra via Repubblica e il corso, e piazza Marconi, che unisce via Crocifisso e via Traetta. Il corso ospita palazzo Gentile,
l'attuale sede del Comune[138].

Lo sviluppo di primo Novecento non è separato in modo deciso dalla zona ottocentesca. Grosso modo, anzi, conserva una soluzione
di continuità con essa. La ferrovia, a nord, rappresenta il limite naturale del centro abitato vero e proprio. I quartieri più recenti si
sviluppano oltre la ferrovia, come la zona artigianale, e a est, come lazona 167.
Degno di nota è la rete fognante di Bitonto, tra le più antiche d'Europa, realizzata secoli prima di quelle di Napoli e Parigi. La sua
costruzione risale al 1512 e fu completata nei primi anni delSeicento[139].

Strada poligonale o Anello di Bitonto


La "strada poligonale" costituisce l'anulare della città: un cerchio perfetto di tre chilometri circa di raggio. Venne ideata e realizzata
tra il 1946 e il 1948 dal presidente del consorzio dellestrade vicinali Giuseppe Cazzolla con lo scopo di facilitare l'arrivo in città dalla
campagna ma, nel tempo, è diventata un anello di congiunzione dei vari assi stradali che raggiungono la città.

Frazioni
Mariotto (circa 2300 abitanti) si trova a circa 15 km da Bitonto e in posizione leggermente più elevata (240 m s.l.m.).
Il nome deriva dal feudo di Mariotto dei V erità, con numerose tenute e masserie. L'attività prevalente è agricoltura
l'
(olivicultura e vigneti) e vi si produce il vino "San Barbato".
Palombaio (circa 3500 abitanti), si trova a circa 8 km da Bitonto, a metà strada fra Ruvo di Puglia e Palo del Colle.
Negli ultimi cinque anni è stata soggetta a un notevole sviluppo demografico, che ne ha visto raddoppiare la
popolazione e sorgere numerosi campi sportivi. Nelperiodo natalizio vi si svolge un presepe vivente sulla piazza del
Milite Ignoto.

Economia
L'economia cittadina è da sempre legata all'agricoltura, principalmente all'ulivo. Ad essa si affianca un'organizzazione industriale
basata sull'olio. Sul territorio, insistono migliaia di piccole e medie aziende agricole a conduzione prettamente familiare molte di esse
associate nelle due Cooperative esistenti "Produttori Olivicoli Bitonto" e Cima di Bitonto[140]. Sul territorio comunale insiste, benché
in crisi, la manifattura tessile, con una quarantina di siti produttivi e oltre trecento aziende del settore abbigliamento.

In crescita il turismo, soprattutto culturale, ma anche naturalistico. Il commercio è basato soprattutto sulle tradizionali fiere ("fiera di
San Leone" e "fiera dei Santi Medici").

Agricoltura
Bitonto con un patrimonio di oltre 1 700 000 alberi di ulivo si impone tra i maggiori produttori in Italia di olio d'oliva. Il territorio
comunale infatti, produce un olio extravergine d'oliva ricavato dalla varietà di olive "Cima di Bitonto", diffusa in molti dei comuni
circostanti.

L'olio di Bitonto, la cui produzione si è particolarmente sviluppata nel corso del XX secolo, è caratterizzato da una bassissima acidità
(0,21%)[141], e viene esportato in tutta Europa e in America. Bitonto è anche membro dell'Associazione Nazionale Città
dell'Olio[142]. È commercializzato comeTerra di Bari a denominazione di origine protettacon la menzione geograficaBitonto[143].

Accanto alla produzione olearia, la campagna di Bitonto è adibita ad altre colture arboree, quali il mandorlo, il pero, il fico e il
percoco (che produce frutti simili alle pesche): vengono inoltre coltivati i cereali e, oltre la frazione di Mariotto, la vite, dalla quale si
ricava l'uva destinata alla produzione divino (tra cui i vini Zagarello e San Barbato).

Il settore agroalimentare si caratterizza per alcuni tipici prodotti da forno come il pane locale, la focaccia casereccia, e anche i taralli,
conosciuti nella zona come i taràlle de màsse. Minoritario è l'allevamento (bovino) dal quale deriva però una piccola produzione di
latte.

Industria
L'industria è sviluppata con insediamenti siderurgici, di lavorazione di pelli, per la produzione di ceramica, lavorazione di
conglomerati bituminosi, lavorazione di pneumatici, lavorazione di vinacce e frantoi, calce viva, scatolifici, gomma soffice,
prefabbricati, falegnameria industriale.
L'attività artigianale e della piccola industria mette sul mercato nazionale e internazionale soprattutto i prodotti della confezione,
dell'abbigliamento e della meccanica leggera: l'indotto conta oltre 1200 aziende con circa 13 000 addetti. È anche prevista la
costruzione, sulla direttrice Bitonto-Giovinazzo, di insediamenti industriali dotati delle più moderne infrastrutture e reti,
ecologicamente attrezzate, in grado di attrarre insediamenti di aziende che producono beni e servizi ad alto contenuto tecnologico, su
un'area di circa 800 ettari[144].

Turismo
Il settore turistico a Bitonto sta vivendo un periodo di forte crescita. Nel2007 infatti, le presenze turistiche in città sono aumentate del
350% rispetto al 2006, risultando così il comune più virtuoso della provincia[145]. La città si mostra sempre più disponibile a
iniziative per la promozione del territorio, in particolare per quanto riguarda il
turismo culturale.

Questo successo è dovuto a una politica di restauro e valorizzazione dei beni culturali, come ad esempio il palazzo Sylos-Calò, dove
ha sede la galleria nazionale De Vanna e il torrione angioino, adibito a museo di arte contemporanea, le cui fondamenta sono state
riportate alla luce dai lavori di restauro. Analoghi interventi sono stati attuati nelle chiese, prima tra tutte la concattedrale[146], che gli
scavi archeologici hanno trasformato in un museo vero e proprio, nella chiesa di San Domenico[147] e in quella del Purgatorio, dove
la ripulitura della facciata esterna ha fatto riemergere le immagini scheletriche ivi raffigurate.

Anche il turismo naturalistico fa la sua parte, dopo la rivalorizzazione della lama Balice con la costruzione di una pista ciclabile sul
sito e il suo potenziamento con una serie di fontane. Il turismo religioso è, invece, ben affermato da tempo, grazie alle processioni dei
Santi Medici e della Settimana Santa, che sono tra le più prestigiose di Puglia e accolgono ogni anno sempre più partecipanti e
visitatori.

Infrastrutture e trasporti

Strade
Il casello autostradale di Bitonto dell'autostrada A14 Bologna-Taranto è situato in territorio comunale, tre chilometri a nord dal
centro. La città è servita inoltre dalla SP 231 (già SS 98 andriese-coratina), che costeggia il centro cittadino nella parte meridionale
fungendo quasi da tangenziale: questa arteria collega Bitonto a est con Modugno, ove si innesta sulla strada statale 96 per Bari e
Altamura, e a ovest con i centri interni del nord-barese.

Ferrovie
Bitonto è servita dallaferrovia Bari-Barletta gestita dalla Ferrotramviaria, che ricalca il percorso dellaprecedente tranvia a vapore. Le
città collegate sono quelle interne del nord barese oltre cheBari e Barletta[148].

Fino al 1963, la città era servita da una breve linea ferroviaria, la Bitonto-Santo Spirito, che collegava la città alla sua frazione
costiera. Oggi parte di quel tracciato fa parte delle ferrovie del Nord Barese.

Da luglio 2013 è inoltre in funzione una relazione ferroviaria che collega Bitonto con l'aeroporto di Bari-Palese inquadrata come
servizio FM2 delle Ferrovie del Nord Barese: da Fesca la linea Bari-Barletta devia verso il nuovo tracciato, che include nell'ordine
una stazione al quartiere San Paolo di Bari e la stazione a servizio dell'aeroporto, per poi riallacciarsi alla linea Bari-Barletta in
direzione di Bitonto.

La città dispone di due impianti:

la Bitonto, situata su Piazza Ferdinando I D'Aragona


[149] e realizzata allo scopo di
la fermata Bitonto Santi Medici, su via La Pira, entrata in funzione nel luglio 2010
decongestionare il flusso di viaggiatori nella stazione centrale.
Mobilità urbana
L'A.S.V. gestisce i servizi di trasporto urbano[150]. In particolare sono disponibili due linee che collegano la città anche alle sue
frazioni. La Ferrotramviaria gestisce, oltre alle linee ferroviarie citate, anche autolinee che collegano la città a Bari passando per
Modugno e, nei festivi, autolinee che sostituiscono i treni nella tratta Bari-Barletta.

La STP Bari gestisce le autolinee che collegano Bitonto ad Adelfia[151], passando per Palo del Colle, Bitetto, Binetto, Grumo
Appula, Sannicandro di Bari e Bitritto; a Toritto[151], seguendo il percorso per Adelfia fino a Grumo; a Molfetta[151], passando per
Giovinazzo. La Cotrap collega Bitonto a Santo Spirito.

Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note


25 settembre [152]
7 luglio 1990 Michele Coletti Partito Socialista Italiano Sindaco
1987

13 luglio 1990 31 maggio 1993 Michele Coletti Partito Socialista Italiano Sindaco [152]

Francesco [152]
4 giugno 1993 20 giugno 1994 Partito Socialista Italiano Sindaco
Dimundo
6 dicembre Comm. [152]
20 giugno 1994 Mario Tafaro
1994 straordinario
6 dicembre 30 novembre Partito Democratico della [152]
Umberto Kühtz Sindaco
1994 1998 Sinistra
30 novembre [152]
27 maggio 2003 Nicola Pice L'Ulivo Sindaco
1998
27 maggio [152]
29 aprile 2008 Nicola Pice L'Ulivo Sindaco
2003
20 febbraio [152]
29 aprile 2008 Raffaele Valla Il Popolo della Libertà Sindaco
2012
20 febbraio Pasquale
30 maggio 2012 Comm. pref.
2012 Minunni
30 maggio Michele [152]
in carica Liste civiche Sindaco
2012 Abbaticchio

Gemellaggi
Banja Luka[153]

Sport

Colori sportivi del Comune di Bitonto

Nero e Verde
Particolarità della maggior parte delle associazioni sportive bitontine è il riconoscersi negli storici colori neroverdi che da sempre
rappresentano la città nelle competizioni sportive. Possiamo ricordare nel calcio: l'U.S.D. Bitonto; nella pallavolo: le squadre
maschili e femminili della Volley Ball Bitonto; nel rugby: le squadre maschili e femminili dell' Amatori Rugby Bitonto 2012; nel
tennis: il Circolo Tennis Bitonto 1968; nel ciclismo: Team Oroverde Bitonto; nel running: l'A.S.D. Bitonto Runners; nel calcio a 5:
l'Atletico Bitonto e l'U.S.D. Città di Bitonto.
Calcio

Unione Sportiva Bitonto


La principale società calcistica che dagli inizi del XX secolo rappresenta calcisticamente Bitonto e i suoi colori neroverdi, è l'Unione
Sportiva Bitonto, fondata nel 1921 e militante inSerie D.[154]

Omnia Bitonto
L'A.S.D. Omnia Bitonto è stata la seconda società di calcio a Bitonto, fondata nel 2008[155]. Nella stagione 2017/18, l'Omnia batte ai
playoff nazionali del campionato di Eccellenza l'Afragolese, approdando per la prima volta nella sua storia in Serie D.[154] Dalla
stagione successiva, tuttavia, i dirigenti decidono di dismettere la società omniana per raccogliere l'eredità sportiva cittadina lasciata
dall'U.S.Bitonto e creare l'U.S.D. Bitonto Calcio così da poter portare avanti la centenaria tradizione neroverde.

Olimpia Torrione Bitonto


È presente, inoltre, l'associazione U.S.D. Olimpia Torrione Bitonto, unica scuola calcio riconosciuta dalla F.I.G.C. presente a Bitonto,
fondata nel 2010 dall'unione delle due società più antiche del comune: L'A.S. Olimpia e l'A.S.C. Ilorrione.
T

Dal 2016, l'U.S.D. Olimpia Torrione Bitonto è affiliata alla società calcisticaGenoa C.F.C.

Rugby
Dalla stagione 2012/2013 una squadra di Bitonto è iscritta a un campionato di rugby: si tratta dell'Amatori Rugby Bitonto 2012 che
[156][157]
partecipa alla serie C e disputa le sue gare nel campo polisportivo Nicola Rossiello.

Pallavolo
La squadra maschile dipallavolo Comix Volleyball Bitonto in passato ha raggiunto laserie B1. Dopo la cessione del titolo, è nata una
nuova società che milita inserie C, la Volley Ball Bitonto.

La squadra femminile di pallavolo, la Volley Ball Bitonto dalla stagione 2018/2019 disputerà nuovamente, dopo alcuni anni di
[158].
assenza, il campionato diserie C. La GS Robur A.S.D. Bitonto milita anch'essa in serie D

Pallacanestro
Le squadre maschili di pallacanestro, Sporting Club Bitonto[159] e A.S.D.Virtus Bitonto[160], la prima milita nel Campionato di
Promozione Fip, la seconda milita nel Campionato di Serie D Maschile Fip.

Tennis
Nel comune è presente la squadra del Tennis Club Bitonto fondata nel 1968.[161]

Ciclismo
L'A.S.D. Velosprint[162] è la società ciclistica bitontina.

Giro d'Italia
Il 18 maggio 2010 Bitonto è stata sede di arrivo della decima tappa del Giro d'Italia, Avellino - Bitonto, vinta dallo statunitense Tyler
Farrar.
Golf
Dal 2012 è presente l'Omnia Golf Bitonto[163]. Il team partecipa alle competizioni organizzate dalla FIG, siano esse individuali o a
squadre. Nel 2014 ha fatto registrare ben otto successi individuali in giro per l'Italia.

Altri sport
Sono attive inoltre associazioni diatletica leggera, pattinaggio a rotelle, squash, nuoto, karate, ginnastica ritmica.

Impianti sportivi
Diversi sono gli impianti sportivi cittadini come la piscina comunale, il palazzetto dello sport, nell'istituto M. Cristina di Savoia, lo
stadio Città degli Ulivi, il centro polisportivo Nicola Rossiello e il Circolo di eTnnis.

Note
1. ^ a b Dato Istat (http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html)- Popolazione residente al 30 aprile 2017.
2. ^ DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana, su dipionline.it. URL consultato il 16 marzo 2013.
3. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani , Milano, GARZANTI, 1996,
p. 81.
4. ^ De Napoli, titolo dell'opera.
5. ^ Galleria nazionale di Puglia, su gallerianazionalepuglia.beniculturali.it. URL consultato il 16 maggio 2012.
6. ^ Bol. n. 18 del 9-02-2006, su regione.puglia.it. URL consultato il 17 maggio 2012.
7. ^ A Bitonto aperte 60 dimore storiche - Puglia, in ANSA.it, 26 maggio 2018. URL consultato il 28 maggio 2018.
8. ^ Tuttitalia, su tuttitalia.it. URL consultato il 24 gennaio 2013.
9. ^ a b Comuni Italiani, su comuni-italiani.it. URL consultato il 5 luglio 2011.
10. ^ Gelao, p. 197.
11. ^ Confedilizia - Clima Puglia, su confedilizia.it. URL consultato il 31 luglio 2008.
12. ^ Moretti, Robles, p. 346.
13. ^ Città dove sotto scorre l'acqua; gente di Botone. V edi Il portale del sud - Bitonto, su ilportaledelsud.org. URL
consultato il 7 febbraio 2008.
14. ^ Moretti, Robles, p. 347.
15. ^ Touring club italiano, p. 14.
16. ^ Riccardi, Depalo, p. 45.
17. ^ Riccardi, Depalo, p. 21.
18. ^ a b Riccardi, Depalo, p. 19.
19. ^ Riccardi, Depalo, p. 25.
20. ^ Riccardi, Depalo, pp. 35-36.
21. ^ Lo sviluppo del centro storico di Bitonto, su rilievo.stereofot.it. URL consultato il 3 gennaio 2013.
22. ^ Custode, p. 209.
23. ^ Riccardi, Depalo, p. 43.
24. ^ Itinerarium a Burdigala Jerusalem usque et ab Heraclea per Aulonam et per urbem Romam Mediolanum usque
(datato al 333) pubblicato in Corpus Christianorum. Series latina, CLXXV, Itineraria et alia geographica, Turholti
1965, pp. 1-26.
25. ^ La città è citata nell'Itinerario Antonino 117,1.
26. ^ Anonima Ravennate, Cosmographia, 4.
27. ^ Corci, p. 523.
28. ^ La città è presente nellaTabula Peutingeriana (segm. VI) sotto il nome di Butuntos.
29. ^ "Haec praesta mihi, Rufe, vel Butuntis" (Marziale, II,48) e "Haec tam rustica malo quam Butuntos" (Marziale, IV,55).
30. ^ L'incontro bitontino tra Papa Callisto II e Suger De Saint-Denis con alcune considerazioni sul romanico pugliese
(PDF ), su culturaservizi.it. URL consultato il 4 settembre 2008.
31. ^ "Inter mediterraneos calabrorum...Butuntinenses " (Naturalis historia III,105).
32. ^ Custode, p. 197.
33. ^ Castellano, Muschitiello, pp. 260-61.
34. ^ Touring club italiano, p. 157.
35. ^ De Blasiis, p. 33.
36. ^ De Blasiis, p. 55.
37. ^ CPASP, pp. 127-30.
38. ^ Il vescovo Arnolfo è citato come partecipante alla cerimonia della traslazione delle reliquie di
san Nicola di Bari nel
1089.
39. ^ a b Stefania Mola, Bitonto: la Cattedrale, su mondimedievali.net. URL consultato il 31 gennaio 2008.
40. ^ Custode, p. 201.
41. ^ a b La Badia di San Leone(PDF ), su emeroteca.provincia.brindisi.it. URL consultato il 31 gennaio 2008.
42. ^ Decameron/9a giornata/Novella Decima - Wikisource, su it.wikisource.org. URL consultato il 30 giugno 2008 (archiviato
dall'url originale il 13 settembre 2006).
43. ^ Moretti, pp 265, 298.
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lui pronunciata: «Ecco la consegna che vi lascio uomini e donne di questa nobile terra che da sempre ha nell'ulivo il
suo simbolo prestigioso ed il suo impegnativo programma; fatevi paladini della casa della solidarietà e della pace;
offrite a tutti la testimonianza di una comunità che sa collaborare in spirito di costruttiva e lungimirante concordia;
operate con fiducia per lo sviluppo pieno della vostra terra ».
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