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Laudatio per il conferimento honoris causa a S.E. Mons. Luis F.

Ladaria
“Nella definizione stessa dell’uomo deve trovarsi posto per i disegni di Dio
su di lui”1. Questa citazione di P. Antonio Orbe, sovente riferita da Mons. Luis F.
Ladaria, ci rimanda al principio, alla creazione dell'uomo, per trovare in essa la
promessa e l'anticipo dei grandi progetti di Dio. La chiamata divina, il suo disegno
di portare tutto a pienezza in Cristo, illuminano il mistero della persona. Il
principio lo si puoò capire solo alla luce del compimento.
Da questa profonda visione nasce la teologia del nostro autore. Sullo sfondo
si trova dunque una grande domanda: cosa ha preparato Dio per l'essere umano?
La risposta, seguendo la ricca tradizione patristica, vede l'uomo alla luce del suo
compimento in Gesuò risorto. Due coordinate appaiono allora fondamentali: la
carne, apertura dell'uomo agli altri e verso Dio, assunta e salvata da Cristo; lo
Spirito, che riempie la carne di Gesuò e si versa sui cristiani, attuando la comunione
tra di noi e con il Creatore. La capacitaò di ricevere lo Spirito: ecco il centro
dell'essere umano2. ÈÈ lo Spirito che possiede anche il nome di Gloria, percheé fa
splendere la carne, manifestando in essa il mistero divino 3.
Questo stesso cammino verso l'origine, alla luce della pienezza portata da
Gesuò , eò seguito da Giovanni Paolo II nelle sue Catechesi sull'amore umano. Il
fondatore del nostro Istituto ha affermato che l'amore, promessa che muove la vita
verso la felicitaò piena, appartiene dal principio alla definizione dell'uomo. Adamo,
alla ricerca del suo nome, lo scopre solo in un incontro d'amore; e lo riceveraò del
tutto nella pienezza dei tempi, quando il Figlio dell'uomo si faraò carne per abitare
tra noi e donare il suo Spirito di comunione alla Chiesa. Carne e Spirito, corpo e
comunione, ecco due dimensioni fondamentali per capire la persona alla luce
dell'amore.
Scegliendo quali oggetto della sua ricerca e del suo insegnamento queste
grandi domande sull'origine e compimento dell'uomo nel progetto di Dio, Mons.
Ladaria ha sviluppato una sintesi teologica di grande feconditaò , di cui voglio
segnalare tre punti:
a) La carne plasmata dallo Spirito
Il nostro autore prende un chiaro punto di partenza: la luce che Cristo getta
sull’esperienza umana. In primo luogo, l'Incarnazione del Verbo rivela l'importanza
del corpo per l'identitaò personale. Sulla scia dei Padri della Chiesa Mons. Ladaria
sviluppa una visione della carne come dipendenza e apertura, che permette unitaò
di vocazione e destino tra l'intera famiglia umana ed il cosmo. Ècco percheé ,
nell'assumere la carne, nel farsi "figlio dell'uomo", il Figlio di Dio ha assunto in se
tutta l'umanitaò e si eò unito a tutti gli uomini (cf. GS 22).
Il modo in cui si introduce il tema della carne passa sempre per la sua
apertura allo Spirito, che dirige la vita dell'uomo verso Dio e sigilla la comunione
con gli altri. Si apre cosìò un cammino di crescita nel tempo, nel lento abituarsi della
carne allo Spirito e dello Spirito alla carne. Alla fine lo Spirito fa feconda la carne,
che eredita le proprietaò divine: fructus operis spiritus est carnis salus, come dice
Sant'Ireneo4.
b) Lo Spirito su Gesù: opera di filiazione
1
Cf. A. Orbe, Antropología de San Ireneo, BAC, Madrid 1969, 20.
2
Cf. L.F. Ladaria, "El hombre creado a imagen de Dios", en V. Grossi - L.F. Ladaria - Ph.
Lécrivain - B. Sesboüé, El hombre y su salvación, Secretariado Trinitario, Salamanca 1996, 78.
3
Cf. L.F. Ladaria, "La unción de la gloria celeste", en La Unción de Cristo, Didáskalos, Monte
Carmelo, Burgos 2012.
4
Ireneo di Lione, Adu. haer. V, 12,3; SCh 153,154.

1
Punto centrale di quest'azione dello Spirito sulla carne eò la vita di Gesuò . Lo
Spirito eò disceso su di lui nel Giordano, per operare la conformazione filiale della
sua umanitaò al Padre. In parole di Sant'Ilario di Poitiers commentate da Mons.
Ladaria: "il corpo che [il Figlio di Dio] aveva assunto al servizio dello Spirito ha
realizzato in se tutto il mistero della nostra salvezza"5. Saraò lo stesso Spirito di
Gesuò , quello Spirito che eò communicatio Christi, che si doneraò sui cristiani, percheé
possano essere configurati al Salvatore. Lo Spirito che, attuando su Gesuò eò
"l'unzione della pietaò paterna", paternae pietatis unctio, passeraò dopo agli uomini
come "unzione della gloria celeste", caelestis gloriae unctio6.
L'opera dello Spirito sulla carne dell'uomo consiste nel renderlo piuò filiale
nell’obbedienza amorosa al Padre. Tutta la storia si vede, alla luce dei misteri di
Gesuò , come crescita continua nella filiazione. Davanti al progetto moderno e tardo-
moderno di un uomo isolato, che valuta innanzitutto la sua radicale indipendenza,
si propone cosìò una visione filiale della persona, ancorata sulla gratitudine di chi ha
ricevuto tutto da un altro e, nella sua risposta, scopre l'origine della sua storia e la
strada verso il suo compimento.
c) Il mistero di Dio comunione
Il Figlio che assume la carne e lo Spirito che la riempie con il suo soffio, non
solo ci conducono al cuore dell’umano ma schiudono anche il mistero del Dio,
pienezza della comunione. Si svelano cosìò i fondamenti per una teologia del dono e
dell'amore, alla radice dell'essere della persona. Il Dio cristiano non eò un Dio
solitario, ma un Dio amore che non ha invidia, percheé offre al Figlio tutto cioò che eò e
possiede. Se eò vero che il Padre, in quanto origine del dono, eò piuò grande del Figlio;
eò anche vero che il Figlio non eò piuò piccolo del Padre, in quanto il Padre dona tutto
al Figlio7. In questo modo si salva la taxis trinitaria, fondamento di ogni discorso
sull'ordine dell'amore a partire della sua sorgente nel Padre. D'altra parte,
l’intuizione d’Ilario di Poitiers, “Patrem consummat Filius”, mostra bene la
reciprocitaò del dono, e come la sua accettazione appartiene al dono stesso 8. In tutti
questi rapporti lo Spirito di comunione, il "Noi" di Dio, eò anche l'apertura di Dio,
che accoglie gli uomini associandoli all'amore divino.
ÈÈ facile vedere come questa visione della persona in comunione di carne e
Spirito getti nuova luce sul mistero del matrimonio e della famiglia. La connessione
tra la carne e lo Spirito svela il vincolo tra corpo e amore, il cui ambito piuò
originario eò la famiglia: in essa, infatti, non c'eò carne senza rapporto ne rapporto
senza carne. In concreto, la teologia di Mons. Ladaria entra nella famiglia con lo
sguardo filiale, rendendo evidente l’amore originario con cui l’uomo eò creato dal
principio. La sua riflessione sulla persona del Padre, pienezza della paternitaò (tam
pater nemo, scriveva Tertulliano9), illumina a sua volta l'esperienza dei genitori, per
cui la condizione filiale eò dono dinamico, che si trasmette ai figli 10.

5
In Mt 2,5, 2-5; SCh 254, 108: "Erat in Iesu Christo homo totus atque ideo in famulatum Spiritus
corpus adsumptum omne in se sacramentum nostrae salutis expleuit".
6
Cf. Ilario di Poitiers, In Mt 2, 6; SCh 254, 110.
7
Cf. Ilario di Poitiers, Trin. IX, 54 (SC 433); cf. L.F. Ladaria, El Dios vivo y verdadero,
Secretariado Trinitario, Salamanca 2000, 206.
8
Cf. L.F. Ladaria, "Patrem consummat Filius. Un aspecto inédito de la teología trinitaria de
Hilario de Poitiers" in Greg. 81 (2000) 775-788.
9
De paenitentia 8, CCL 1, 335.
10
Cf. L.F. Ladaria, "Tam Pater nemo. Quelques réflexions sur la paternité de Dieu",
Transversalité 107 (2008), pp. 95-123.

2
Sant'Ilario di Poitiers associa la moltiplicazione dei pani operata da Gesuò al
dono settiforme dello Spirito11. Sette furono infatti le canaste avanzate, il che fa
vedere l’abbondante generositaò divina: "s’indica cosìò l’abbondanza eccesiva e
moltiplicata dello Spirito settiforme, che si rende [...], dopo averci saziati, sempre
piuò ricco e piuò pieno"12. Il compimento, presente nel principio, supera allo stesso
tempo ogni aspettativa, con insospettata novitaò . La riflessione di un pensiero ricco
porta anche con se un'esuberanza singolare, che nasce dalla feconditaò del dono che
eò alla sua origine. L'opera di Mons. Ladaria testimonia la gratitudine per quelli che
hanno ispirato la sua teologia, dagli antichi Padri ai moderni maestri. Ègli si
inserisce cosìò in una tradizione che questo Pontificio Istituto vorrebbe prolungare,
sperando che la sua visione teologica si faccia, nello stile dello Spirito donato da
Gesuò , dopo averci saziati, piuò ricca e piuò piena.

11
Cf. L.F. Ladaria, "La unción de la gloria celeste", op. cit.
12
In Mt 15,10; SCh 258,44-46: "Sed quod septem sportae replentur, redundans et multiplicata
septiformis Spiritus copia indicatur, cui quod largiatur exuberet, fitque saturatis nobis ditior semper et
plenior".

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