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Esperienze sfavorevoli infantili ed interventi del


Servizio Sociale”
AVEZZANO

9 novembre 2018

Marianna Giordano
I parte

La valutazione del Servizio Sociale
nelle fasi di rilevazione e protezione
secondo un modello “process oriented”






Qualche premessa
•  Un tempo di trasformazioni sociali, culturali,
organizzative
•  Le rappresentazioni sull’infanzia, sulle
famiglie, sul buon-trattamento,
•  Le chiavi di lettura più diffuse del disagio
familiare
•  Le rappresentazioni sui servizi

M. Giordano 3
La valutazione nel processo di tutela
Cosa significa valutare nei servizi sociali?
Come la valutazione si colloca nel
processo/progetto di tutela?
La valutazione come fase e come
metodologia
Il contatto con la violenza
Quali orientamenti possono sostenere
processi di valutazione nei servizi
sociali?


M. Giordano 4
Il processo di intervento nella rete multi-
professionale di tutela
adattato da De Robertis C. (1986)



Rilevazione e valutazione preliminare

Protezione

Elaborazione del progetto di intervento

Valutazione

Ri -elaborazione del progetto d’intervento.

Trattamento

Valutazione dei risultati


M. Giordano 5
Funzioni della valutazione

•  Un processo di conoscenza del problema


•  La premessa/base del progetto di cambiamento
•  La connessione della pluralità dei punti di vista:
- l’integrazione
- l’intreccio

M. Giordano 6
Richieste
Famiglia
Soggetti della rete
Autorità giudiziaria

M. Giordano 7
fase obiettivi
Rilevazione e ü  condividere le preoccupazioni emerse ed individuare fattori di rischio e
coinvolgimento
della famiglia fattori di protezione;
ü  attivare dove è possibile (in assenza di un pericolo imminente per il
bambino) tutti gli interventi professionali. Utilizzare tutti gli strumenti
finalizzati a realizzare un progetto con la collaborazione dei genitori.
Protezione –  confrontarsi sulla costruzione di possibili percorsi di tutela nelle
situazioni a rischio e dopo aver rilevato gli elementi di criticità o di forza,
valutare la necessità del collocamento fuori dalla famiglia;
–  definire, l’adozione delle modalità operative inerenti l’applicazione di
provvedimenti di allontanamento di minori dalla famiglia di origine in
esecuzione di un Decreto dell’AGM o di un provvedimento ai sensi
dell’art. 403 CC;
–  valutare le procedure da adottare per attuare il provvedimento nella
forma meno traumatica e più protettiva possibile per il bambino, nella
sicurezza di tutte le componenti coinvolte;
–  garantire, in caso di allontanamento, un adeguato contesto di
accoglienza al momento dell'inserimento del bambino in struttura.
Valutazione e –  coinvolgere gli operatori referenti per l'area sociale, educativa, sanitaria
ridefinizione del
progetto e psicologica
complessivo di –  definire un progetto condiviso di tutela, teso ad avere un quadro
tutela
valutativo complessivo ed esauriente della situazione sia individuale che
Tratto da relazionale del bambino e dei genitori;
Spunti –  proporre interventi condivisi e coerenti per garantire la protezione e la
metodologici sulla
funzione di tutela valutazione;
dell’infanzia nei –  garantire l'accompagnamento del bambino nei percorsi giudiziari e
servizi sociali del
Comune di Napoli
mantenendo una comunicazione esaustiva e costante con l'Autorità
Giudiziaria;
–  condividere le valutazioni per giungere ad un quadro esauriente della
situazione del bambino e dei genitori e per poter valutare il recupero
M. Giordano
delle risorse degli stessi. 8
Ancora funzioni della valutazione

La valutazione è una metodologia ed uno


strumento operativo utile per giungere alla
definizione di un Progetto di tutela che
preveda:
ü obiettivi (anche minimi)
ü elaborazione di un progetto condiviso
ü  termine temporale per ri-valutare
ü relazione da condividere/o per l’AG
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La costruzione di significati

•  Attori, professionali e non


•  Competenze professionali
•  Rappresentazioni del problema
•  Attribuzioni di significato e responsabilità

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Il posizionamento del professionista

ü approccio teorico culturale


ü soggettività
ü formazione
ü collocazione nel processo di
intervento

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Orientamenti

M. Giordano 12
Approccio process-oriented
•  Nell’approccio process-oriented , l’adattamento,
inteso come esercizio abbastanza buono delle
competenze genitoriali, o il mal adattamento,
inteso come difficoltà/ fallimento nella
modulazione delle competenze genitoriali, sono
l’esito di “un percorso costellato di eventi
accidentali, da incontri e legami significativi, da
condizioni esistenziali e da prerequisiti che
acquistano il loro significato alla luce della
dinamica processuale e delle interconnessioni
che vengono a determinarsi tra i diversi
elementi” (Di Blasio P., 2005:21).
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LA GRIGLIA DI VALUTAZIONE PSICO-SOCIALE

"Spunti metodologici sulla funzione di tutela dell’infanzia nei servizi sociali del Comune di
Napoli: la riflessione e la proposta operativa« a cura di T. Bertotti, D. Artiaco, F. Galli, M.
Giordano http://www.comune.napoli.it/flex/files/9/4/2/D.3984b9ab18f1cca10c6a/
Spunti_metodologici____la_riflessione.pdf

M. Giordano 14
RILEVAZIONE
Requisiti minimi dei Servizi contro il maltrattamento e l'abuso all'infanzia (CISMAI 2003)

è il percorso di primo approfondimento della situazione di


sofferenza del minore, allo scopo di avviare un precoce
intervento di presa in carico;
è una funzione “diffusa” a tutti gli operatori per intercettare
precocemente il fenomeno.
OBIETTIVI

- creare uno spazio di accoglienza del dubbio;
- raccogliere i segnali/indicatori;
- raccogliere e condividere le informazioni con altri operatori

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RILEVAZIONE

I segnali di disagio,
malessere, sofferenza
fanno pensare
ad un mal/trattamento?
Se sì, di che tipo?
E’ pericoloso? quanto?

M. Giordano 16


Le Esperienze Sfavorevoli Infantili (ESI)


(Felitti V.J., Anda R.F., Nordernberg D., Williamson D.F., Spitz A.M., Edwards V., Koss
M.P., Marks J.S, 2001)






.


… “Quell’insieme di situazioni vissute nell’infanzia
che si possono definire come “incidenti di percorso”
negativi, più o meno cronici rispetto all’ideale
percorso evolutivo sul piano sia personale che
relazionale”.

M. Giordano 17
“ … Le ESI comprendono tutte le forme di
abuso
all’infanzia subito in forma diretta
e le condizioni subite in forma indiretta che
rendono l’ambito familiare impredicibile e
malsicuro …” (Felitti et. al 2001)

ESI INDIRETTE ESI DIRETTE


•  Alcolismo
• Abuso Sessuale
•  Tossicodipendenza • Maltrattamento Psicologico
•  Malattie psichiatriche • Maltrattamento Fisico
•  Violenza Assistita • Trascuratezza

M. Giordano 18
UNA VALUTAZIONE NELLA RELAZIONE
Ø  Ascoltare (prestare attenzione)

Conoscere non basta
Ø  Contenere (racchiudere, farsi carico)

Ø 
Dare cittadinanza alle emozioni

le resistenze nella rilevazione producono interventi:
prematuri,
tardivi, pasticciati
“mancati”
affrettati

M. Giordano 19
PRIMA VALUTAZIONE SULLA
PROTETTIVITA’

La famiglia è capace qui e ora di fermare il mal-


trattamento?

Quali sono le figure protettive all’interno della famiglia?

Quali sono le risorse protettive esterne alla famiglia?


Come si pone la madre rispetto ai problemi familiari?
Quali connessioni compie tra la sua storia da bambina e
quello che accade con i suoi figli?
Come trattare le resistenze ed accompagnare nel
posizionamento e nella protezione
M. Giordano
dei figli? 20
LA GRIGLIA DI VALUTAZIONE PSICO-SOCIALE
Bambino
DIMENSIONE SANITARIA PROBLEMI SANITARI RISORSE PRESENTI E/O ATTIVABILI
•  Vaccinazioni, controlli medici, ecc. •  L’adempimento degli organi sanitari di legge •  Scarsa presenza o assenza di problemi
•  Patologie connesse alle condizioni •  Epilessia, diabete, morbo celiaco, ecc. sanitari e di disabilità
igienico sanitarie •  Disabilità fisica, autismo, ritardo mentale, lieve, •  Adeguata capacità di fronteggiare i problemi
•  Handicap fisici e mentali più o meno gravi medio, grave, dislessia, ecc. •  Puntualità dei datori di cura nelle visite
•  sintomatologie, anche in assenza di cause •  Scabbia, pediculosi, ecc. mediche di routine (bilanci di salute,
organiche •  Enuresi, vomito compulsivo, balbuzie, obesità, accertamenti specialistici della prima
eccessiva magrezza, dolori addominali ricorrenti, infanzia, ecc.)
ricoveri frequenti, psoriasi, asma, ecc •  Intelligenza nella media

DIMENSIONE PSICOLOGICA PROBLEMI PSICOLOGICI RISORSE PRESENTI E/O ATTIVABILI


•  Rilevamento dello stato di benessere/ •  Tic, iperattività , disturbi dell’attenzione, ecc •  Temperamento facile
malessere del bambino, attraverso •  Alimentazione eccessiva o scarsa, insonnia, •  Buon livello di autonomia
manifestazioni evidenti di disagio, incubi notturni •  Capacità di chiedere aiuto
disturbi del comportamento •  Psoriasi, ansia,ecc •  Autocontrollo e capacità di comprendere gli
•  Alimentazione e sonno •  Dipendenze da alcool, droghe e gioco stati emotivi altrui
•  Somatizzazioni •  Capacità di operare un corretto esame della
•  Dipendenze realtà
•  Capacità di rielaborare traumi, violenze e/o
DIMENSIONE SOCIO RELAZIONALE PROBLEMI SOCIO RELAZIONALI rifiuti subiti
•  Relazione in famiglia, nella scuola, nel •  Temperamento irritabile e difficoltà ad essere •  Saper affrontare problemi in modo attivo
gruppo dei pari consolato. Se neonato o molto piccolo pianti
•  Capacità di entrare in relazione con adulti e con
•  Difficoltà nel comunicare il disagio/ frequenti immotivati
i pari
dolore / emozioni •  Spiccata conflittualità con i genitori, con gli
•  Adeguata autonomia personale rispetto all’età
•  Difficoltà ad instaurare relazioni sociali insegnanti, con i compagni di classe, con il e ai compiti di sviluppo
con i coetanei gruppo dei pari in genere •  Assunzione di responsabilità
•  Comportamenti aggressivi, di chiusura, di
•  Desiderio di cambiamento
isolamento, di fuga, di autolesionismo
•  Partecipazione ad attività di socializzazione
•  Compagni con condotte a rischio
formale ed informale
•  Problemi di alcool e droga
•  Presenza di un adulto significativo che il
•  Condotte antisociali anche di gruppo bambino vede regolarmente
M. Giordano 21
•  Significativa rete sociale
•  Impegno scolastico nella norma
I bambini maltrattati in carico

•  Di quali forme di violenza sono vittime i


bambini ?

M. Giordano 22
Quali esiti sul bambino? (Malacrea)
.

Il mio mondo
è un posto Tocca a me
malsicuro e perché non
malvagio valgo niente

M. Giordano 23
LA GRIGLIA DI VALUTAZIONE PSICO-SOCIALE
GENITORI COME PERSONE
DIMENSIONE SANITARIA PROBLEMI SANITARI RISORSE PRESENTI E/O ATTIVABILI
•  patologie connesse alle condizioni igienico •  visite mediche e screening sanitario in gravidanza, stabilità emotiva;
sanitarie,patologie croniche profilassi obbligatorie capacità empatiche;
•  Handicap fisici e mentali più o meno gravi •  Epilessia, diabete, morbo celiaco, ecc. desiderio di migliorarsi;
•  patologie di ordine psichiatrico • disabilità fisica, autismo, ritardo mentale lieve, medio, buon livello di autostima;
•  sintomatologie, anche in assenza di cause grave, dislessia, etc.;malattie croniche gravi in assenza di autonomia personale;
organiche sostegno familiare esteso; capacità nell'assunzione di responsabilità;
deficit intellettivi di entrambi i genitori in assenza di capacità di rielaborare il rifiuto e la violenza subiti
sostegno familiare;grave psicopatologia di entrambi i nell'infanzia
genitori in assenza di altri caregivers supportivi nel
contesto familiare..
•  Scabbia, pediculosi, ecc.
•  Enuresi, vomito compulsivo, balbuzie, obesità,
eccessiva magrezza, dolori addominali ricorrenti,
ricoveri frequenti, psoriasi, asma, ecc

DIMENSIONE PSICOLOGICA PROBLEMI PSICOLOGICI • stabilità emotiva;


•  Rilevamento dello stato di benessere/ •  Tic, iperattività , disturbi dell’attenzione, ecc • capacità empatiche;
malessere del genitore, attraverso •  Alimentazione eccessiva o scarsa, insonnia, • desiderio di migliorarsi;
manifestazioni evidenti di disagio, incubi notturni • buon livello di autostima;
disturbi del comportamento •  Psoriasi, ansia,ecc • autonomia personale;
• capacità nell'assunzione di responsabilità;
•  Alimentazione e sonno •  Dipendenze da alcool, droghe e gioco capacità di rielaborare il rifiuto e la violenza subiti
•  Somatizzazioni •  esperienze sfavorevoli vissute nell’infanzia non nell'instabilità emotiva;
•  Dipendenze rielaborate;
•  esperienze di rifiuto, violenza o abuso •  comportamenti/esiti legati alla mancata
subite nell'infanzia difficoltà nell'elaborazione/riparazione del danno
subito;
•  accettazione della pornografia infantile relazione soddisfacente tra i partner, e/o con almeno un
componente della famiglia d'origine;
capacità di riconoscere le difficoltà e di chiedere aiuto;
DIMENSIONE SOCIO RELAZIONALE PROBLEMI SOCIO RELAZIONALI desiderio di migliorarsi;
•  Relazione in famiglia, al lavoro, con gli • spiccata conflittualità tra i partners, con gli altri membri capacità nell'assunzione di responsabilità;
amici, i vicini di casa, nell'ambiente di vita; della famiglia allargata, con il vicinato; rete di supporto parentale o amicale;
•  grado di assunzione del ruolo genitoriale
•  Reti sociali
• comportamenti aggressivi generalizzati;
M. Giordano
• difficoltà ad instaurare relazioni stabili. 24
buone relazioni con amici, vicini di casa, etc;
partecipazione ad attività di socializzazione formale e
informale
Vite in bilico
Indagine retrospettiva sul maltrattamento e abusi in età infantile

(Centro Nazionale Documentazione e analisi sull’Infanzia e l’adolescenza, 2006).

CAMPIONE: 2.325
donne tra i 19 e 60
anni
circa il 74% del campione
è stato vittima di ESI
circa il 50% ha subito più
di una forma di ESI nel
percorso di vita

M. Giordano 25
LA GRIGLIA DI VALUTAZIONE PSICO-SOCIALE
GENITORI FIGLI
DIMENSIONE PSICOLOGICA PROBLEMI PSICOLOGICI RISORSE PRESENTI E/O ATTIVABILI
attenzione ai bisogni affettivi e psicologici dei scarsa o totale incapacità di riconoscere e rispondere stabile e regolare coabitazione;
figli ai bisogni affettivi degli altri componenti del nucleo; capacità di riconoscere e rispondere ai bisogni
mancanza di empatia, distorsione nella affettivi e psicologici dei figli e degli altri
comprensione delle emozioni; componenti del nucleo;
scarsa o totale incapacità di soddisfare i bisogni dei capacità di interagire ed entrare in contatto con i
diversi componenti del nucleo rispetto all'età e al membri della famiglia;
ruolo (bambini piccoli, adolescenti, coppia, etc);
scarse conoscenze e disinteresse per lo sviluppo del
bambino;
scarsa tolleranza alla frustrazione, eccessiva
regolazione delle proprie emozioni impulsività, aggressività; capacità di gestire emotivamente le avversità;
maternità/paternità non desiderate capacità di distinguere sé stessi dai figli.
DIMENSIONE SOCIO RELAZIONALE PROBLEMI SOCIO RELAZIONALI interazioni positive con i figli (affetto, fiducia,
osservazione della composizione familiare; composizione familiare e lo stato anagrafico sostegno, arricchimento, etc.);
qualità delle relazioni tra i componenti del risultante; cooperare in maniera positiva con le altre agenzie
nucleo e in modo speciale genitori/figli; disorganizzazione nella routine familiare; educative (scuola, parrocchia, etc.);
livello della comunicazione verbale e non significativi conflitti familiari e di coppia, separazioni aspettative adeguate all'età del bambino, alla sua
verbale; non concordate, conflitti intergenerazionali, personalità e ai suoi desideri;
qualità delle relazioni sociali significativi conflitti genitori/figli; stili educativi adeguati e autorevoli rispetto all'età
scarsa o totale incapacità di interagire e di entrare in ed alle caratteristiche e ai suoi desideri.
contatto con i membri del nucleo familiare;
isolamento sociale;
atteggiamenti e pratiche educative autoritarie o
eccessivamente lassiste;
accettazione della violenza e delle punizioni come
pratiche educative;
forti negligenze, incuria grave, maltrattamenti, e
violenze nei confronti dei figli;
violenza domestica;
sfiducia verso le norme sociali e le istituzioni

.
M. Giordano
T. Bertotti, D. Artiaco, F. Galli, M. Giordano 26
Genitori vulnerabili

•  genitori che vivono


condizioni di difficoltà a
livello personale e/o
relazionale e/o sociale che
interferiscono con l’esercizio
delle funzioni di cura,
sicurezza, protezione,
responsività nei confronti dei
figli

M. Giordano 27
LA GRIGLIA DI VALUTAZIONE PSICO-SOCIALE
FAMIGLIA ALLARGATA/COMUNITA’
DIMENSIONE SOCIO RELAZIONALE PROBLEMI SOCIO RELAZIONALI RISORSE PRESENTI E/O ATTIVABILI
relazione con la famiglia di origine e tra la relazioni difficili con la famiglia d'origine e/o con credo e valori familiari condivisi;
coppia; quella del partner; sostegno da parte delle famiglie di origine;
relazioni conflittuali tra i partner, anche se non comunità centrata su valori di positività;
più conviventi coesione e buone relazioni di vicinato;
politiche sociale supportive;
osservazione del contesto comunitario ed quartiere sovraffollato con scarsa identità e accesso per la famiglia a tipologie di sostegno
individuazione di eventuali fattori di senso di appartenenza; ed accompagnamento;
rischio; presenza di atteggiamenti pregiudizievoli, di Buona partecipazione alle attività comunitarie
intolleranza e di rifiuto;
debolezza delle reti sociali formali ed informali;
risorse scarse o deboli;
violenza ed insicurezza diffuse;
relazione costruttiva e di collaborazione con i
relazione con i servizi socio-sanitari; ampio lasso di tempo in carico presso i servizi servizi;
socio-sanitari; capacità della persona di mettersi in gioco e di
diffidenza verso i servizi; co-progettare;
relazione poco significativa con i servizi; clima scolastico positivo con regole chiare;
Sentimenti di inadeguatezza per la dipendenza aspettative adeguate alle capacità del
rapporti con la scuola e relazione con gli dai servizi; bambino;
insegnanti; insegnanti sensibili che forniscono modelli
basso senso di appartenenza alla scuola; positivi;
scarsa considerazione del mondo scolastico e del rendimento scolastico del bambino adeguato;
contributo che può avere nella crescita dei figli; partecipazione dei genitori alla vita scolastica;
mancanza di comunicazione tra insegnanti,
genitori, alunno;
relazioni molto conflittuali tra famiglia e scuola;
scuola poco aperta alle esigenze della comunità;
T. Bertotti, D. Artiaco, F. Galli, M. Giordano

M. Giordano 28
LA GRIGLIA DI VALUTAZIONE PSICO-SOCIALE
CONTESTO SOCIALE
DIMENSIONE SOCIO ECONOMICA PROBLEMI SOCIO ECONOMICI RISORSE PRESENTI E/O ATTIVABILI
lavori precari e saltuari; entrate e risorse economiche adeguate ai
entrate economiche; lavoro nero; bisogni della famiglia;

entrate illegali; capacità di pianificare le spese e dare priorità

contributi economici/pensioni di invalidità; alle scelte materiali(es. Telefonini, televisori,
aiuti economici di familiari ed amici; capi d'abbigliamento, etc);
contesto abitativo adeguato;
in assenza di spazi abitativi adeguati, valutare
servizi igienici inadeguati; la capacità di:
mancanza di una suddivisione dello spazio sopperire alle carenze strutturali;
giorno/notte mantenere un dignitoso profilo di abitabilità;
spazio di cucina non separato o separabile dallo usufruire degli spazi adeguatamente;
spazio notte; garantire un buon grado di pulizia;
condizioni abitative; scarso o assente livello di cura, manutenzione e medio/alto livello di istruzione;

pulizia della casa; buona capacità di interlocuzione e

rapporto inadeguato tra il numero dei comprensione;

componenti il nucleo e lo spazio dell'abitazione; capacità di gestire e pianificare la vita familiare;

desiderio di miglioramento;
condizioni culturali; basso livello di istruzione; ;
analfabetismo;scarsa capacità di espressione e di
comprensione;
dispersione scolastica;
assenza di valori socialmente condivisi quali la
legalità, il rispetto per il bene pubblico, etc.;
approvazione dell'uso della forza nelle relazioni
familiari e sociali;
incapacità a costruire un progetto di vita e a
pianificare la gestione della vita familiare;;
T. Bertotti, D. Artiaco, F. Galli, M. Giordano

M. Giordano 29

II parte
la resilienza
per orientare
il processo di presa in carico
e
di trattamento integrato

M. Giordano 30
Notai del fallimento
o
tutori di resilienza

M. Giordano 31
Buon – trattamento o mal- trattamento

“Per contrastare il maltrattamento non basta individuarlo e

fermarlo: bisogna sostituirlo con altro. Togliere il
maltrattamento – affermando i diritti del bambino – non innesca
in automatico il suo contrario.

Conforta sapere che si può e si deve agire in più tempi
successivi. La ricerca ci dice che i modelli operativi interiorizzati
– cioè la “filosofia del mondo” che ogni soggetto ricava dalle sue
esperienze precoci e che determina il suo comportamento e il
sentimento di sé – restano modificabili per tutta la vita, se
eventi esterni e momenti critici interni spingeranno al
cambiamento” (M. Malacrea) 32 M. Giordano
Resilienza

Resilienza è la capacità delle persone , a partire


da esperienze sfavorevoli, di mettere in moto
risorse per fronteggiare le avversità

M. Giordano 33
Resilienza

Le definizioni della resilienza, nella letteratura scientifica, rimandano a


due tipi di reazione di adattamento: lo sviluppo normale a dispetto del
rischio e la rinascita dopo aver subito un trauma.

La resilienza è un fenomeno manifestato da soggetti giovani che


evolvono favorevolmente, nonostante abbiano subito una forma di
stress che nella popolazione generale è conosciuto come comportante
un rischio serio di conseguenze sfavorevoli. (Rutter)

E’ la capacità che un soggetto ha di superare circostanze singolari di


difficoltà, grazie alle sue qualità mentali, di comportamento e di
adattamento. (Kreisler)

La resilienza è la capacità di riuscire in modo accettabile, a dispetto di


uno stress o di un’avversità che comporta, normalmente, il rischio
grave di uno sbocco negativo (Vanistendael, 1996b)
M. Giordano 34
Resilienza

Per poter incassare il colpo e rimbalzare occorre che


prima di subire i traumi sia impresso nel fondo della
memoria qualcosa che abbia creato un stabilità
interna B.Cyrulnik

M. Giordano 35
Resilienza
La qualità della resilienza si fonda sulle esperienze
relazionali e la possibilità di creare legami in un
contesto culturale ed organizzativo (E. Malaguti)

M. Giordano 36
Ma perché è così difficile lavorare con le madri/ i
genitori vulnerabili?

Atteggiamenti pregiudicanti e risorse


nelle relazioni tra madri vulnerabili, figli ed
operatori:
I vissuti emotivi;
il “conflitto di interessi”;
la dimensione di genere;
la resilienza;
l’orientamento professionale ed organizzativo.

M. Giordano
37
Prevalenza di fattori protettivi




Aiuto e sostegno al bambino e alla famiglia
Interventi di supporto domiciliare e territoriale,
(sociale, educativo, psicologico)


M. Giordano 38
Fonte: Paola Di Blasio “Tra rischio e”, Ed. Unicopli, 2005
Compresenza di fattori di rischio, di amplificazione
del rischio e di fattori protettivi

|

Protezione del bambino,
potenziamento delle risorse familiari,
monitoraggio del bambino e della famiglia

Segnalazione alla Procura Minorile
Fonte: Paola Di Blasio “Tra rischio e protezione. La valutazione delle competenze parentali”, Ed. Unicopli, 2005

M. Giordano 39
Assenza di fattori protettivi


|

Protezione e tutela del bambino,
collocazione fuori della famiglia,
prescrizioni alla famiglia,
valutazione delle risorse della famiglia
valutazione della recuperabilità genitoriale

Fonte: Paola Di Blasio “Tra rischio e protezione. La valutazione delle competenze parentali”, Ed. Unicopli, 2005

M. Giordano 40
La sfida dell’appropriatezza


i criteri e le responsabilità nella valutazione: tra rischio e danno

Il vero dilemma per l’assistente sociale è definire
• la tipologia dei problemi
•  la gravità dei problemi
• il contesto anche perché le situazioni non sono mai così nette
• gli interventi

L’esperienza insegna che, in questa fase, è molto importante:
Il coinvolgimento delle persone
la chiarezza
nella rete e con la famiglia
per evitare o almeno ridurre fraintendimenti o posizionamenti
invischiati.



M. Giordano 41
III parte
La relazione con l’Autorità Giudiziaria:
dalla segnalazione
al monitoraggio;
intrecci.

M. Giordano 42
PROTEZIONE
Requisiti minimi dei Servizi contro il maltrattamento e l'abuso
all'infanzia (CISMAI 2003)

È l’intervento volto ad arrestare il comportamento maltrattante/
abusante. Va modulato in relazione alla gravità.
Nei casi più gravi, laddove le figure naturalmente preposte alla
protezione ed alla cura non adempiano alle loro funzioni, si
configura come intervento di natura anche giuridica realizzato
a favore dei minori.
Funzioni:
1. Interrompere il ripetersi degli atti di maltrattamento-abuso,
anche tramite il ricorso all’Autorità Giudiziaria;
2 . A t t i v i t à d i v i g i l a n z a , a l l o n t a n a m e n t o d e l l ’ a d u l t o
pregiudizievole, o collocamento del minore in ambiente
extrafamiliare.

M. Giordano 43
Dal preoccuparsi ad occuparsi :
la protezione

Modulare la protezione

mettersi nel conflitto,
interponendosi tra la vittima e l’autore, e
proporre :
ü  protezione fisica
ü  protezione emotiva
ü  cura dei legami di attaccamento

M. Giordano 44
Dal preoccuparsi ad occuparsi:

la via stretta della segnalazione


Chi segnala?
a chi?
Con quali obiettivi?
Con quali strumenti?

M. Giordano 45
La via stretta della segnalazione
•  La segnalazione al Tribunale per i minorenni è fondata, oltre che
sulla norma giuridica, sul convincimento che in alcune situazioni
è necessario costruire un contesto chiaro e formale di valutazione
che protegga il bambino, tra l’altro, dal reiterarsi degli
accertamenti e dalla cronicizzazione degli interventi.
•  La scelta di segnalare è spesso sofferta, soprattutto quando è
associata a richieste di allontanamento; tuttavia rappresenta un
atto di chiarezza e di rottura perché coinvolge la collettività,
attraverso il Tribunale per i minorenni, sulla situazione di una
famiglia e quindi esplicita un conflitto tra ciò che è privato e ciò
che non lo è.

M. Giordano 46
Dal preoccuparsi ad occuparsi:

la via stretta della segnalazione



Quali vantaggi?
-  per il bambino,
-  per la famiglia,
-  per i servizi
Quali criticità?
-  per il bambino,
-  per la famiglia,
-  per i servizi

M. Giordano 47
La via stretta della segnalazione
La segnalazione permette di
instaurare un contesto esplicito di :
preoccupazione per un bambino,
non adeguatezza del contesto familiare
non chiara consapevolezza dei genitori sulla
connessione tra le loro condotte ed il
malessere del figlio,
valutazione su come sta il bambino e sulla
recuperabilità delle competenze genitoriali.

M. Giordano 48
La via stretta della segnalazione
•  Cambia l’alleanza
•  Se non è articolata può esporre il bambino
a minaccia

M. Giordano 49
Monitoraggio
Notai del fallimento o tutori di
resilienza?

l’assetto di intervento prevede un duplice livello:
-  protezione del bambino
-  potenziamento delle risorse familiari
•  operare gli opportuni interventi preventivi rispetto
all'insorgere delle criticita'
•  rilevare le criticita'
•  supportare la capacita' degli adulti di essere
genitori consapevoli ed attenti verso i bisogni dei
figli.

M. Giordano 50
Monitoraggio
Attenzione a:
-  dimensione temporale e processuale degli
interventi in modo da tenere sotto controllo
sia i rischi di sostituzione della famiglia sia
quelli di delega e abbandono.
-  chiarezza degli accordi con la famiglia e al
concordare obiettivi e interventi, negoziando
il ruolo del servizio e quello dei genitori con le
prescrizioni del Tribunale.
adattato da T. Bertotti

M. Giordano 51
Monitoraggio
•  La valenza ed ambivalenza di sostegno e
controllo
•  Il monitoraggio nella rete
•  Fotografia o film
•  Intrecci con l’Autorità Giudiziaria

M. Giordano 52
Criticità nell’èquipe e nella rete
Diffidenze
•  interpersonali
•  interprofessionali
•  tra servizi
Conflitti;
•  disistima
•  controllo
•  potere
•  punti di vista

M. Giordano 53
marianna.gior@gmail.com

M. Giordano 54

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