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CARUSO ROBERTO

Verifica di Diritto Amministrativo e Diritto del Lavoro.

Prof. R. Ricci

• “Brevi cenni sulla disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della
riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica”;
• “Definizione della Direzione Infermieristica e Ostetrica Aziendale ed aree di
responsabilità”;
• “Descrizione della configurazione organizzativa in staff-line”;
• “La Direzione Infermieristica e Ostetrica Aziendale concorre al perseguimento della
mission aziendale, individuarne i contenuti”.

Il processo di professionalizzazione delle professioni sanitarie non mediche è ormai di lunga durata.
Sono circa dieci anni che rilevanti provvedimenti riguardano una pluralità di professioni,
(infermieri, ostetriche, fisioterapisti, tecnici sanitari di laboratorio biomedico...). La vera svolta però
si è avuta con l’approvazione delle due leggi di riforma dell’esercizio professionale: la legge 26
febbraio 1999, n. 42 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie” e la legge 10 agosto 2000 n.
251 “Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della
prevenzione nonché della professione ostetrica”.
Tradizionalmente il sistema di abilitazione all’esercizio professionale era stabilito dal cosiddetto
mansionario, che era recepito dal D.P.R. 14 marzo 1974, n. 225. Più esattamente il mansionario
conteneva un insieme di funzioni e mansioni di carattere rigido ed esaustivo. Ne consegue che tutto
ciò che non era specificamente compreso era da considerarsi di competenza medica. Vi erano anche
altri riferimenti normativi che regolavano le mansioni degli infermieri professionali – le fonti

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extramansionariali, di cui oggi ne residuano solo alcune – ma è indubbio che il mansionario ne
costituiva il corpus principale.
Le innovazioni apportate con la legge 26 febbraio 1999, n. 42, recante disposizioni in materia di
professioni sanitarie sono rilevanti ed epocali. Per la prima volta si delinea un esercizio
professionale senza mansionario e si elimina la suddivisione propria del T.U. delle leggi sanitarie
del 1934, accomunando le professioni sanitarie principali ed ausiliarie nell’unica dizione
“professioni sanitarie”(art.1, L.n.42/1999) e sancendo i principi della titolarità dell’autonomia delle
professioni e della responsabilità.
Un’ulteriore svolta normativa si è avuta con la legge 10 agosto 2000 “Disciplina delle professioni
sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione
ostetrica”. Gli obiettivi della Legge 251/2000 si inquadrano nella evoluzione normativa generale
della sanità, iniziata con il D. Lvo. 502/92 e successivi decreti integrativi, e finalizzata ad
assicurare il diritto alla salute della persona e della collettività, e al recupero dell’efficienza,
produttività, economicità, qualità del sistema delle cure e “concorrenzialità” nel Servizio Sanitario
Nazionale. Gli elementi innovativi evidenziati dalla normativa in oggetto, si esplicitano
essenzialmente nella necessità di far evolvere i percorsi assistenziali e quindi di sviluppare
l’organizzazione all’interno dei presidi/istituzioni sanitarie, che oggi evidenziano una situazione di
alta complessità indotta dalla sempre più crescente domanda di salute dei cittadini, a fronte di
risorse sempre più limitate, e richiamano l'esigenza di valorizzare le competenze e le capacità
tecnico-professionali, insieme a caratteristiche di flessibilità gestionale. La suddetta legge disciplina
le professioni sanitarie allocandole nelle seguenti aree:
- “Professioni sanitarie infermieristiche e professione sanitaria ostetrica”.
- “Professioni sanitarie riabilitative”.
- “Professioni tecnico-sanitarie”.
- “Professioni tecniche della prevenzione”.
Essa inoltre istituisce la nuova qualifica unica di dirigente del ruolo sanitario e la laurea
specialistica (ora magistrale). Assieme alla legge 42/99, la 251 costituisce il punto più elevato della
riforma delle professioni sanitarie, sia nella definizione delle 4 “fattispecie” che nell’aspetto
innovativo rappresentato dalla formazione universitaria (art. 5), che, ancora, nella possibilità della
individuazione e assegnazione di posizioni, qualifiche, incarichi dirigenziali ad operatori
appartenenti alle professioni sanitarie. E’ perciò alto il merito della 251 di aver dato alle professioni
ridefinite dalla 42 una classificazione nelle quattro aree, poi riprese dalle classi della nuova
formazione universitaria, aree riempite successivamente dal D.M. 29/3/2001, altro importante
pilastro del sistema.
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Con l’attivazione della formazione infermieristica e ostetrica universitaria (sino al suo attuale
assetto che prevede: Corso di Laurea e di Laurea Magistrale, Master di I e II livello, Dottorato di
ricerca), si è dato il via ad una preparazione culturale, tecnica e organizzativo-gestionale di
infermieri e ostetriche sicuramente più elevata, che si è poi espressa operativamente sia a livello
assistenziale, che nella docenza, nella ricerca e nello sviluppo e gestione del personale.
La Legge 251/2000 si pone quale obiettivo principale quello di riconoscere la diretta ed autonoma
responsabilità delle attività assistenziali, organizzative e gestionali, connesse ai relativi profili ed
impegna i Ministeri competenti per la completa applicazione della legge, ad emanare gli
Ordinamenti Didattici di specifici corsi universitari e a definire la disciplina concorsuale per
l’accesso ad una nuova qualifica di dirigente del ruolo sanitario. Il Ministero della Salute, inoltre,
emana linee guida per:
a) – “L’attribuzione in tutte le aziende sanitarie della diretta responsabilità e gestione delle attività
di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni;
b) - La revisione dell’organizzazione del lavoro , incentivando modelli di assistenza
personalizzata”
In presenza di strutture organizzative di media e alta complessità, assistenziale e gestionale, risulta
necessario istituire una Direzione Infermieristica e Ostetrica Aziendale (D.I.O.A.), a cui afferiscono
tutti i professionisti dell’area 1 di cui alla legge 251/2000.
La Direzione Infermieristica e Tecnica concorre al perseguimento della mission aziendale
assicurando efficacia, qualità ed efficienza tecnico–organizzativa del processo assistenziale
nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione. Ha la responsabilità sulla gestione
dell’assistenza infermieristica e tecnica, al fine di garantire la erogazione di adeguati livelli
d’assistenza infermieristica e tecnica in relazione alle funzioni previste dalla programmazione
aziendale e dalla disponibilità di risorse definite nel budget annuale dei Dipartimenti. Ha la
responsabilità del governo clinico assistenziale, nell’ambito dei programmi di assistenza orientati al
singolo e alla collettività, per le aree delle professioni direttamente gestite. Cura il mantenimento e
lo sviluppo delle competenze professionali, la programmazione, la selezione, l’inserimento e la
valutazione delle risorse professionali di competenza, collaborando allo sviluppo del sistema
premiante e della produttività. Affianca i Direttori dei Dipartimenti ad attività integrata. Promuove
la qualità delle attività assistenziali erogate dal personale di competenza attraverso:

• l’intervento nella gestione dei processi organizzativi che determinano la distribuzione quali-
quantitativa delle risorse umane afferenti al Direzione;

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• la definizione del livello di delega ai Responsabili assistenziali di dipartimento delle
responsabilità in ordine alla gestione ordinaria delle risorse umane assegnate a ciascun
Dipartimento;
• la promozione delle attività di formazione di base, permanente e di riqualificazione del
personale direttamente gestito al fine di sviluppare una cultura orientata alla qualità ed alla
partecipazione, promuovendo in modo specifico la formazione e la ricerca;
• l’intervento nei processi e progetti trasversali di ricerca volti al miglioramento ed
all’innovazione organizzativa di interesse assistenziale.

La Direzione Infermieristica e Tecnica per adempiere le funzioni del governo assistenziale si avvale
per quanto di competenza dei Responsabili assistenziali di dipartimento (art. 32).

La configurazione organizzativa interna alla Direzione Infermieristica e Ostetrica Aziendale, che


meglio si presta all’individuazione delle modalità organizzative da mettere in atto per conseguire i
risultati attesi, è quella staff-line. Tale modello è caratterizzato dall’affiancamento delle direzioni di
“staff”, interessate alla formazione e alla direzione professionale, a quelle di “line”, coinvolte nel
processo produttivo. Vengono definite in staff le strutture, semplici o complesse (in relazione alla
complessità aziendale e della D.I.O.A.), riferite alla Formazione Continua, alla Formazione
Universitaria, alla Ricerca e Sviluppo e alla Qualità e Accreditamento. Dipendono in linea
gerarchica le strutture, semplici o complesse (in relazione alla complessità aziendale e della
D.I.O.A.), riferite alla Direzione Infermieristica e Ostetrica Ospedaliera e alla Direzione
Infermieristica e Ostetrica Territoriale, per lo sviluppo e la gestione del personale ad esse afferenti.
Oltre al Direttore della Direzione Infermieristica e Ostetrica Aziendale, le posizioni dirigenziali
sono previste al vertice di ciascuna struttura individuata. La Direzione Infermieristica e Ostetrica
Aziendale si viene così a configurare come una struttura aziendale complessa - costituita
dall’insieme del personale infermieristico, ostetrico e di supporto, operante in tutti i settori
organizzativi afferenti all’Azienda -, che indirizza, dirige, organizza, coordina e valuta l’attività di
tale personale, in conformità alla pianificazione strategica e in coerenza e per il conseguimento
degli obiettivi aziendali.

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