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MAIDEN VOYAGE

(Herbie Hancock)

IL DISCO
Maiden Voyage è il titolo del quinto album di Herbie Hancock ed è stato registrato da Rudy Van
Gelder il 17 marzo 1965 per l’etichetta discografica Blue Note Records.

Le tracce che lo compongono sono le seguenti:

1)Maiden Voyage
2)The Eye Of The Hurricane
3)Little One
4)Survival Of The Fittest
5)Dolphin Dance.

Il disco ha una natura di concept album che ha come tema il mare e la vita acquatica, come si può
anche capire dal titolo di alcune delle composizioni.
Hancock mira infatti a creare un’atmosfera oceanica, che riesce brillantemente a far percepire
all’ascoltatore grazie a precise scelte tecniche relative ai suoni, alla melodia, all’armonia e al ritmo,
talvolta al limite dell’onomatopeico.

I musicisti che affiancano il pianista nella registrazione dell’album sono Freddie Hubbard alla
tromba, George Coleman al sax tenore, Ron Carter al basso ed infine Tony Williams alla batteria.
Essi sviluppano con successo il concetto voluto dal compositore attraverso un sapiente uso dello
spazio sonoro ed un magistrale controllo delle dinamiche.

Maiden Voyage, uno dei più grandi capolavori del jazz e della musica, ha ricevuto il Grammy All Of
Fame Award nel 1999.

LA COMPOSIZIONE
Maiden Voyage è anche il titolo della composizione che apre il disco.

Il brano è stato utilizzato, negli anni 70, per lo spot del brand Fabergè e inizialmente, nel master
del disco, era stato fermato solamente col titolo di “Tv Jingle”, finché la sorella di Herbie Hancock
non propose il nuovo nome.

E’ uno dei brani più conosciuti di Herbie ed è per questo diventato un vero e proprio standard-jazz.
In alcuni appunti sulla lavorazione dell’album, Hancock scrive che la composizione è un tentativo di
catturare "lo splendore di una nave marittima nel suo viaggio inaugurale” e in un’intervista del
2011 considera la suddetta opera come preferita tra tutte le sue creazioni.
Maiden Voyage si traduce letteralmente “Viaggio Inaugurale” e da il via proprio ad un viaggio
metaforico verso spazi aperti ed inesplorati di un mondo magico e inviolato (“maiden” ha anche il
significato di vergine, incontaminato); in particolare si riferisce al viaggio di una barca appena
messa in acqua che segue il volere delle onde e del mare. La nave è metaforicamente quella di
Herbie Hancock, che pare un tutt’uno con essa e cerca di trasmettergli le proprie sensazioni di
stupore e novità.

La particolarità e la bellezza di questo brano (ma anche dell’album intero) è quella di aver creato
una musicalità quasi onomatopeica che indirizza l’ascoltatore, da subito, verso l’elemento
acquatico e l’idea del mare aperto.

Si percepisce sin dall’inizio un ritmo dal perfetto moto ondoso, fondato sulla ripetizione costante
di un semplice nucleo di tre note, con la terza leggermente distaccata, e si crea come un rumore
sordo di fondo quasi ovattato; inizialmente rendono questa idea il basso e il pianoforte. Anche
quando Herbie Hancock esce allo scoperto creando movimenti di note, rimane il basso a “cullare”
il brano con un continuo “dondolio”.

Fondamentale in questo ambiente “acquatico” è la batteria di Tony Williams che con le spazzole
riesce a creare un "effetto schiuma".
Williams suona in modo originale e non convenzionale, spezzando spesso l’accompagnamento ed
arrivando a volte quasi a fermarsi.

A rendere l’idea del mare aperto, infine, sono anche i soli di tromba e di sax, che disegnano trame
elaborate, ma mai caotiche, con i loro fraseggi.
I due solisti raccolgono e rielaborano elementi del tema nelle proprie improvvisazioni, che si
aprono e si chiudono con enigmatici intervalli di quarta e si increspano e infittiscono nella parte
centrale sempre con l’idea di emulare le onde.

ANALISI ARMONICA, MELODICA E RITMICA


Maiden Voyage è un pezzo modale con una struttura di 32 battute che seguono la forma AABA.
Il modo che riscontriamo prevalentemente è quello misolidio dato l’uso costante di accordi sus,
tranne che per la battuta n.21, dove troviamo un accordo minore con la 13esima (Db min 9/13)
che suggerisce quindi il modo dorico.
Nel pezzo vediamo l’uso costante di accordi SUS costruiti con intervalli di quarta. Questi voicing
quartali sono tipici del jazz modale (per esempio So What, Impressions, Milestones) perché creano
una atmosfera più ambigua e meno identificabile, rispetto a quella del "jazz tonale"

L’accordo di REb min(9/13)che troviamo nella seconda parte della B ci fa riflettere


sull’interpretazione armonica: esso, infatti, potrebbe anche essere considerato come SOLb 9
(sus) [esempio].

Un’altra importante caratterista del brano è l’ostinato ritmico, considerato anche come una
trasformazione del ritmo bossanova. L’utilizzo degli ostinati ritmici è tipico del jazz modale, in
quanto elemento che fornisce identità al pezzo. In particolare vediamo la ripetizione costante di
una cellula ritmica di due battute composta da una semiminima, una semiminima legata ad una
croma, due semiminime puntate legate tra loro ed infine una croma legata a quattro crome.
Il brano è in 1/8's straight feel.

La melodia è molto ampia e lascia spazio a note lunghe e pause per mantenere coerenza tra il
brano ed il suo significato. Nelle A questa insiste molto sui toni guida degli accordi (1°, 5°, 7° b)
mentre la B si apre con un FA (quindi la nona di Mib) lungo due battute che rompe lo schema dei
toni guida, in cui poi rientrerà nelle ultime quattro battute. Frequenti sono i salti di quarta, sia
ascendenti( LA/RE all’inizio del tema) sia discendenti (FA/DO nella battuta n.5). L’ambitus è molto
ridotto poiché è di una sesta minore (da LA a FA).

I due soli di sax e di tromba, rispettivamente di Coleman e di Hubbard, riprendo l’idea musicale del
tema attraverso l’utilizzo di salti di quarta. Per evidenziare l’atmosfera dell’accordo sus, utilizzano
spesso una triade costruita un tono sotto all’accordo che sottolineano proprio la settima, la nona e
l’undicesima. (esempio Gizzi).
A livello ritmico i solisti riescono perfettamente a rendere l’idea quasi onomatopeica delle onde,
con l’alternarsi di frasi larghe e aperte ad andamenti più vorticosi.

ALTRE VERSIONI DI MAIDEN VOYAGE:


1) ROBERT GLASPER (Robert Glasper-piano, Bob Hurst-bass, Damion Reed-drums, Bilal-
vocals) album “Mood” 2002
2) TOTO album "Through The Looking Glass" - 2002
3) GRANT GREEN (Grant Green-guitar, Claude Bartee-tenor sax, William Bivens-vibes, Ronnie
Foster-organ, Idris Muhammad-drum, Joseph Armstrong-congas) album “Alive!”-1970
4) PHISH album “Colorado ‘88”-1988
5) BLOOD, SWEAT & TEARS album "New Blood"-1972
6) JOEY ALEXANDER (Joey Alexander-piano, Chris Potter-sax, Ulysses Owens Jr- drums, Larry
Grenadier-bass) album “Countdown”-2016
7) BOBBY HUTCHERSON (Bobby Hutcherson-vibraphone, Herbie Hancock-piano, Bob Cranshaw-
bass, Joe Chambers-drums) album “Happenings”-1967
8) ALEXANDER ROBTONIK-2010

Matteo Ursini
Paola Bivona
Federico Rubin

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