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rat
LA LUCILLA
DISINGANNATA
03S14
IL PROTESTANTESIMO SVELATO
PER
GIOVANNI PERRONE
TORINO
PIETRO DI G. MARIETTI
TIPOGRAFO PONTIFICIO
L'Editore intende godere del diritto di proprietà
accordato dalie vigenti leggi.
AL LETTORE ITALIANO
Introduzione
A conoscere il merito di una causa difesa pas-
sionatamente da scaltri patrocinatori non v' ha
mezzo più acconcio che il paragone delle prove
poste al cimento della verità sì dei fatti come dei
principii. Di questo mezzo noi ci valemmo nel con
futare quell'ingannevole libretto il quale si aggi
rava per le nostre contrade con in fronte il pom
poso titolo dell'Impossibilità storica del viaggio di
San Pietro in Roma, quando, per forza di ragioni
e di fatti , fu da noi provato che lo scrittore di
quell'opuscolo non altro giunse quivi a dimostrare
che un eccesso d'ignoranza sventuratamente ac
coppiata ad altrettanto di mala fede. E dello stesso
mezzo ci varremo al presente nella disamina di un
libretto scritto in francese dal ginevrino Monod,
col titolo di Lucilie ou La lecture de la Bible, e
voltato in italiano col titolo dimezzato di Lucilla,
il quale, ristampato nel 1859, fu detto dall'editore
aureo libro, benchè non abbia dell'oro punto nulla
se non forse la virtù di sedurre ; e Storia vera,
6
benchè non sia se non un semplice racconto ro
manzesco. Il dovere di carità che ci stringe ai no
stri cari compatrioti , c' indusse a prendere l'im
pegno di confutare i libri eterodossi che spargono
il veleno dell'errore per la nostra penisola ; e quel
dovere e quell'impegno ci obbliga ora all'esame
ed alla confutazione di questo tristo libretto.
Divideremo questa confutazione in varii capi,
tenendo dietro passo passo all'insidioso lavoro del
l'avversario che imprendiamo a combattere. Per
venuti al termine che ci siamo prefisso, di porre
in chiaro la meschinità e falsità dell'impugnazione
della verità cattolica, a più pieno trionfo di nostra
confutazione , argomenteremo dal fatto e propor
remo nettamente il concetto che ogni cattolico
deve avere di quel protestantesimo onde ora si
vorrebbe far dono all'Italia. Laonde di propugna
tori ci faremo aggressori col dimostrare tutta la
deformità di questo sistema vólto a distruggere il
cristianesimo, anzichè a riformarlo, come preten
dono quei così detti ministri, che ora si arrabat
tano nella nostra penisola per farla apostatare
dalla vera fede ricevuta in retaggio prezioso dalle
generazioni precedute e rimasa pel corso di di
ciannove secoli intemerata.
E qui, giacchè mi è uscito dalla penna la men
zione dei così detti ministri, vorrà qualche lettore
che io gli dica chi sono mai cotesti propagatori
del nuovo vangelo. Di ciò faremo parola nel pro
gresso della nostra confutazione. Basti frattanto
l'avvertire ch'essi col chiamarsi ministri del van
7
gèo si arrogano un titolo il quale ad essi non com
pete. E' sono uomini laici, senza missione e senza
carattere, che di per sè si tolsero la briga di pre
dicare ai popoli quanto loro talenta , sotto lo spe
cioso pretesto di annunziare quelle sole verità che
si contengono nella Bibbia, e questa, già s'intende,
mozzata, corrotta, interpretata a modo loro, ov
vero a modo della setta alla quale ciascun di loro
appartiene. Se alcuno di cotesti ministri, lettor
gentile, ti dicesse il contrario, e tu pregalo dimo
strarti il mandato di predicare, e da chi e come
lo abbia ricevuto. Ma ciò sia detto per incidenza ;
torniamo al nostro proposito.
Affinchè la lettura di ciascun capo non riesca
troppo grave per la sua prolissità, il partiremo in
distinti paragrafi che circoscrivano le sue parti, e
cosi alleggino la fatica dell'intendere.
CAPO I PRELIMINARE
Pirrone, La Lucilla
18
§ 4. — Scopo e metodo nella confutazione
della Lucilla.
capo nr.
§ 2. — II decreto delVIndice.
Ma dove lasciate voi (ripiglia il Monod) la
quarta regola dell'Indice data dal Concilio di
Trento? Avverto primieramente, per non lasciar
passare un solenne sbaglio del Monod, che questa
quarta regola non è punto del Concilio, ma bensì
del Pontefice Pio IV che la pubblicò insieme con
una bolla nel 1564 allorchè il Concilio era già
chiuso. Aggiungo in secondo luogo che quella re
gola è un capo lavoro di squisita sapienza e pru
denza, avuto riguardo alle circostanze pratiche in
(1) Regole ielle maestre pie del Preziosissimo Sangue fondato
dal ven. servo di Dio Canonico Gaspare del Bufalo romano.
Roma 1863, cap. 8.
40
cui fu data. Noto in terzo luogo che il Monod nella
sua versione ne alterò le parole traducendo rego
lari per preti, come se non corresse tra gli uni e gli
altri niuna differenza. Osservo finalmente che ces
sate quelle circostanze, per decreto della Congrega
zione delVIndice sotto il dì 13 giugno 1757, quella
regola fu modificata nei seguenti termini : — Che se
tali versioni della Bibbia in lingua volgare sieno
state approvate dalla Sede Apostolica, o pubbli
cate con note tolte dai Santi Padri, ovvero da uo
mini dotti e cattolici, si concedono. — Ciò pre
messo, veniamo alle corte : o il Monod sapeva questa
dichiarazione allorchè scrisse la sua Lucilla, o non
la sapeva. Se non la conosceva, come accingersi a
scrivere senza cognizione di causa in cosa sì grave?
Se poi la conosceva e la dissimulò per calunniare
la Chiesa, chi L'assolverà della taccia di finto, di
menzognero e di calunniatore?
CAPO IV.
§ 1. — Controversia fondamentale
tra i cattolici e gli eretici.
CAPO VI.
DELLE PSUOVE DELLA VEKITÀ
DELLA CHIESA CATTOLICA
E DELLA FALSITÀ DEL PROTESTANTESIMO.
t
m
stesso recavan seco la loro condannazione. Epo-
sciachè ho toccato alcunchè di Ario, mi cade in
acconcio un' opportuna osservazione che fa il
Monod medesimo a rispetto degli eretici , non si
avveggendo che egli viene con ciò a recidere quel
ramo stesso dal quale era sostenuto.
Parlando egli dei Padri e del loro modo di ar
gomentare contro alcune sètte eretiche, le quali,
come egli scrive, introducevano dogmi nuovi, non
potendo sostenerli dalle scritture, così si esprime :
— A cotestoro i padri opponevano la fede costante
ed universale che dagli apostoli in poi si è tras
messa e serbata nella Chiesa, dicendo: Come mai
crederemo a voi, mentre tutte queste chiese igno
rano la vostra dottrina, e ne ricevono un'altra con
traria? Come mai crederemo a voi, per esempio, o
Ario, che scaturiste dalla terra tre secoli dopo G.
C. ad informarci che Gesù Cristo è una semplice
creatura, quando tutte le chiese fondate dagli apo
stolica Gerosolimitana, l'Antiochena, l'Ateniese, la
Romana, e tutte quelle che da questo madri chiese
derivarono, come la Bisantina, l'Alessandrina, la
Cartaginese, la Lionese, tutte hanno costantemente
insegnato ed insegnano tuttodì che Egli è il vero
Dio, la vita eterna? (pag. 178, 179). — Fin qui
egli. E noi aggiungiamo che, tolto qualche anacro
nismo nel novero delle chiese, il ragionamento ò
giusto e senza replica ed applicabile a tutti gli ere
tici. Imperciocchè tutti gli eretici uscirono dalla
Chiesa ricusando di seguitarne la dottrina, e però
incominciarono ad esistere come eretici, dappoi
105
chè la Chiesa già era ed aveva insegnato il contra
rio di quanto essi furono osi di contrapporle. Ri
mane ora che noi rivolgiamo queste verità contro
di lui a confermazione del nostro assunto.
Allorchè Lutero e Calvino cominciarono a divul
gare le loro novità non avevano forse i cattolici
ragione di dir loro: — Come mai crederemo a voi,
mentre tutte queste chiese ignorano la vostra dot
trina e ne ricevono un'altra contraria? Come mai
crederemo a voi, per esempio, o Lutero, o Calvino,
che scaturiste dalla terra quindici secoli dopo Gesù
Cristo ad informarci che la sola fede giustifica
senza le opere, che due soli sono i sacramenti, che
non si offre sui nostri altari un vero sacrifizio, che
non è necessaria la confessione per la remissione
dei peccati; quando tutte le chiese fondate dagli
apostoli e tutte quelle che da queste madri chiese
derivarono in oriente ed in occidente, a mezzodì
e a settentrione, tutte costantemente hanno inse
gnato ed insegnano che, oltre la fede, son necessarie
le buone opere alla giustificazione ed alla salute,
che sette sono i sacramenti, che si offre sui nostri
altari un vero sacrifizio, che la confessione è neces
saria alla remissione dei peccati? — Che avrebbe
il Monod da contrapporre a questa rimbeccata?
Eppure tale appunto fu sempre la risposta data
dai cattolici ad ogni nuovo eresiarca. Nè può re
plicarsi col Monod che le sètte eretiche introdu
cessero dogmi nuovi, a parer suo non punto soste
nuti dalle scritture. Per convincersi del contrario
basta percorrere i loro libri polemici, e gli scritti
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dei cattolici loro impugnatori, onde appare che
ciascun eretico si argomentò di provare colla Scrit
tura i nuovi suoi dogmi. Anzi così forti si crede
vano essi da questo lato, che rigettavano le tradi
zioni loro contrarie per appoggiarsi unicamente
alle Scritture interpretate a loro talento. E tale è
stata nè più nè meno la condotta dei fondatori del
protestantesimo.
Or qui ripigliamo il nostro discorso e stringiamo
i panni addosso al nostro Monod. Se tutti i nova
tori, niuno eccettuato, presero ad impugnare colla
Scrittura alla mano la dottrina già ricevuta e do
minante nella Chiesa, è manifesto che la Chiesa
intendeva già la Scrittura altrimenti da quello
che poi la intesero i novatori. Così, a cagion di
esempio, la Chiesa intendeva della sua infallibi
lità le parole dette da Cristo a San Pietro : Le
porte d' inferno non prevarranno contro di lei,
cioè contro la Chiesa (1). E similmente quelle
indirizzate a tutti gli Apostoli : — Ecco che io
sono con voi tutti i giorni fino alla consuma
zione dei secoli (2) : nonchè quelle dell' apostolo
Paolo : — Ed Egli altri costituì apostoli, altri pro
feti, altri evangelisti, altri pastori e dottori. . . af
finchè non siamo più. fanciulli vacillanti e portati
qua e colà da ogni vento di dottrina pei raggiri
degli uomini, per le astuzie, onde conduce l'erro
re (3): — e medesimamente intendeva quelle dello
stesso Apostolo a Timoteo, dove s'insegna che la
(1) Matt., XVI, 18. (2) lb., XXVIII, 20.
(3) Eph., IV. 11, 14.
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Chiesa — È colonna e sostegno della verità — (1).
Si ostini pure il Monod a sostenere che in tutta la
Scrittura non vi ha sillaba intorno all'infallibilità
di un tribunale visibile : egli è già contradetto e
confutato dal senso in che la Chiesa intese questi
testi, prima che sorgessero i novatori ad impu
gnarlo.
Dopo ciò riesce superfluo il tener dietro a cia
scuno dei passi che in questa lettera sono addotti
dal Monod contro la verità cattolica. Muovono ve
ramente a riso quelle esclamazioni patetiche colle
quali si conchiude alla pag. 198 una prolissa sua
diceria. — Ma in nome del cielo, esclama il Monod,
mostratemi una volta questo tribunale infallibilei
questa seconda rivelazione, senza la quale la prima
mi diventa inutile affatto. 0 mio Signore, mostra
temelo voi! si tratta della salute dell'anima mia,
a voi solo io voglio ricorrere : ah sì ! la vostra santa
parola m'illuminerà! — Che scempiaggini sono
codeste ! Noi già gliel'abbiamo cogli addotti testi
biblici apertamente dimostrato questo infallibile
tribunale; ma per chi chiude gli occhi ostinata
mente al sole, non debbe che a sè unicamente ascri
verne la colpa se non vede e s'inciampa ad ogni
pie' sospinto. Che dire di quell'affettata tenerezza
con che va ognora esclamando: — Ah signora! Ah
signora ! non farebbe ridere anche un Eraclito ?
Ma poichè siamo nei testi scritturali nei quali a
suo giudizio non si fa motto di esterno tribunale
infallibile, vorrei che egli avesse addotto un solo
(1) I.Tim., Ili, 15.
108
testo della Bibbia col quale s'intimasse a tutti in
distintamente il debito di leggere la Scrittura.
Egli è più di trecent'anni, dacchè i cattolici chie
dono ai protestanti un tal testo, e non è mai che
l'abbiano potuto ottenere. Anzi vorrei che avesse
dimostrato colla Bibbia alla mano, che tutti i libri
del vecchio e nuovo Testamento sono ispirati da
Dio. Egli è più di trecent'anni che i cattolici hanno
provocati i protestanti a dimostrarlo, e mai non
ebbero da essi tale dimostrazione. Il nostro eroe,
che pur volle provarsi a questo cimento, dovette
con insigne disonestà corrompere un testo. Impe
rocchè dove l'Apostolo scrive: — Tutta la Scrittura
divinamente ispirata è utile ad insegnare, a con
vincere, a correggere, a formare secondo la giusti
zia (1); — egli traduce: —- Tuttala Scrittura È
divinamente ispirata e utile ecc. — E mentre il
Diodati per un resto di pudore pose quell'È in
carattere corsivo, a palesare che esso non appar
tiene al testo come si vede nelle edizioni di Gine
vra del 1640, e in quella di Londra del 1855, il
Monod più audace ve lo inserì come parte del testo
biblico : e ciò con tanta maggior malizia, in quanto
già gli era stata rimproverata la frode parecchi
anni innanzi che pubblicasse la sua Lucilla (2).
Direm noi che costui fosse di buona fede in tale
falsificazione?
Or andate a fidarvi dei protestanti allorchè ci
tano i testi biblici per convincere di errore i cat
ti) fi. Tim., Ili, 14.
(2) Vedi l'operaie Ministre protestan!. Lyon 1836, pag. 25.
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tolici! Sarebbe cosa da non finirla sì presto l'ap
puntar tutti gli errori da lui commessi nell'allegare
e nell'interpretare la Scrittura nelle due lettere (XII
e XIII) colle quali pretese di abbattere l'autorità
della Chiesa insegnante e sostituirle l'arbitrio del
l'interpretazione privata. Imperocchè : — Eccoci
finalmente, o signora, dice egli nel principio della
lettera XII, in un terreno sicuro e ben circoscritto.
La quistione nella quale siamo per entrare è intel
ligibile e chiara. Si tratta di sapere se Dio vuole
che noi cerchiamo da noi medesimi il senso della
Scrittura, ovvero che lo chiediamo ad un tribunale
visibile (pag. 192 e seg.). — Ma del costui spro
positare in fatto di citazioni e d'interpretazioni
scritturali bastino i saggi che abbiamo dato.
CAPO VIL
k
m
la finirei sì presto, se volessi confermare le stesse
verità colle confessioni che ci han lasciato ed il
Ranke ed il Macauley, il primo nella storia del
papato, il secondo nel suo lavoro sopra la storia
del primo. Mi terrò pago ad un tratto del discorso
pronunziato da quest'ultimo nel Parlamento in
glese, dove, dopo di aver encomiata l'immutabile
Chiesa di Roma, così prosegue : Se io fossi catto
lico, mi contenterei di dire che la mano onnipo
tente e il sollevato braccio di Dio si adoperò (a
seconda delle sue promesse) in difesa delVimmu
tabile Chiesa, e che Colui il quale nei tempi antichi
tramutò in benedizioni le maledizioni di Balaam,
e percosse Toste di Sennacheribbo, ha segnalata
mente confuse le arti degli eretici (1). Tralascio
l'Hurter, che nella celebre monografia di Inno
cenzo III non ebbe difficoltà di chiamare tutti
degni del pontificato quei sommi che ne furono
investiti; tralascio il celebre Leo e più altri per
non essere soverchio, giacchè gli scrittori qui al
legati bastano a stracciare la benda che fece velo
agli occhi del Monod.
E con ciò sono già mezzo confutate le speciali
accuse fatte dal Monod alla Chiesa, senza ombra
di prove o con argomenti condotti a ritroso della
storica verità. Questo è il caso in cui questa im
macolata ed augusta figlia del cielo, rivolta al suo
Dio, può dire con ogni fidanza ciò che l'innocente
Susanna, oppressa da immondi e perfidi accusa
tori, ebbe ad esclamare : Tu ben sai, o Signore,
(1) Macauley specchia in two volumes. Voi. II, pag. 141.
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come costoro hanno detto falso testimonio contro
di me (1). Ora, posciachè l'esposizione di così fatte
imputazioni riuscirebbe troppo prolissa, mi con
viene ripartirle in tanti capi, perchè ognuna di
esse possa avere la sua risposta. Tanto farò parte
nello scorcio rimanente di questo capo, e parte nel
prossimo futuro.
DISCUSSIONE CRITICA
DI ALCUNE FALSIFICAZIONI DELLA STORIA
PER PARTE DEL MONOD.
CAPO X.
[I) l. Vel., v. 9.
205
§2. — Bitratto di Lutero e de' suoi primi disce
poli, lasciatoci da se e dai protestanti loro con
temporanei.
E prendendo le mosse da Lutero, vero fonda
tore del protestantesimo, ecco quale testimonianza
egli rende di sè medesimo. Confessa che egli —
essendo cattolico, avea passata la sua vita in au
sterità, in veglie, in digiuni, in orazione, con po
vertà , castità ed ubbidienza (1). — Diventato
una volta riformato, ossia protestante, egli si can
giò in un altro uomo. Imperocchè, segue a dire di
sè, — che, come non dipende da lui il non esser
uomo, da lui parimenti non dipende l'esser senza
donna, e che non può passarsene nel modo stesso
che non può passarsi dal soddisfare alle più vili
necessità naturali (2).
Ma vediamolo giudicato dal suo contemporaneo
Enrico VITI, capo dell' anglicanismo, il quale, tut
tochè invescato nelle stesse panie e condotto dallo
stesso vizio all' apostasia dalla Chiesa cattolica,
rinfaccia a Lutero la sua scostumatezza. — Io non
mi meraviglio più, o Lutero, come tu non ti vergo
gni davvero, e come ardisca di alzar gli occhi da
vanti a Dio e davanti agli uomini, per essere stato
così leggiero e volubile da lasciarti trasportare,
per istigazione del diavolo, alle tue pazze concu
piscenze. Tu, frate dell'ordine di S. Agostino, hai,
pel primo, abusato di una sacra vergine ; pel qual
(1) Comm. in cap. I. Epist. ad Galat., v. 14, opp.Tom. V.
(2) Ibid. Serm. de Halrim. fol. 119.
206
delitto ella sarebbe stata, nei passati tempi, punita
con essere sepolta viva, e tu battuto fino alla morte.
Ma tu invece di riparare il peccato, tu V hai (cosa
esecrabile !) pubblicamente tolta per moglie, con-
traendo con essa nozze incestuose ed abusando
della povera e miserabile pulzella, con iscandalo
del mondo, con rimprovero e vitupero di tua na
zione, con dispregio del santo coniugio, con sommo
disonore ed ingiuria dei voti fatti a Dio. Final
mente (cosa vieppiù detestabile!) invece di sentirti
abbattuto ed oppresso dal dispiacere e dall'onta
del tuo incestuoso matrimonio, tu miserabile ne
meni trionfo ; ed invece di procacciar perdono del
tuo infelice misfatto, tu provochi tutti i religiosi
colle tue lettere e coi tuoi scritti a fare altret
tanto (1).
Corrado Reiss , della sètta dei sacramentarii,
contemporaneo anche egli di Lutero, così scrisse
intorno a costui : — Dio, per castigye l'orgoglio
e la superbia che si scopre in tutti gli scritti di
Lutero, ritirò il suo spirito da lui , abbandonan
dolo allo spirito di errore e di menzogna, il quale
possederà mai sempre coloro che hanno seguito le
sue opinioni, finchè non se ne ritraggono (2).
Nè altra pittura fa del dottor vittemberghese
la così detta chiesa di Zurigo contro la confes
sione di Lutero, alla pag. 61 : — Lutero ci ri
guarda come sètta esecrabile e dannata ; ma badi
bene che non si dichiari egli stesso per arciere-
li) Presso Florimond, pag. 299.
(2) Serro, in Coena Dom. B. 2.
207
tico per ciò stesso che egli nè vuole nè può asso
ciarsi a quelli che confessano il Cristo. Ma che?
Quest'uomo si lascia stranamente travolgere dai
suoi demoni ! Quanto è sudicio il suo linguaggio,
quanto piene di demoni infernali sono le sue pa
role! Egli dice che il diavolo abita ora nel corpo
dei zningliani , che le bestemmie si esalano dal
loro seno indiavolato , suddiavolato e perdiavo-
lato; che la loro lingua non è che una lingua men
zognera, messa a piacimento di Satanasso, chiusa,
•perfusa, trasfusa dal suo veleno infernale. Si udi
rono mai così fatti discorsi uscire da un demonio
montato in furore? — Egli ha scritto tutti i suoi
libri per impulso del demonio e sotto la dettatura
di Satanasso, col quale egli ebbe a fare, e dal
quale in una lotta parve essere stato atterrato da
argomenti vittoriosi. —
Zuinglio ci descrive Lutero con queste parole :
— Vedete voi come Satanasso si sforzi d'entrare
totalmente in possesso di cotest'uomo (1)... Non è
raro il veder Lutero a contraddirsi da una pagina
all'altra... In vederlo in mezzo a' suoi, voi lo cre
dereste ossesso da una falange di demoni (2).
Erasmo cel dipinge coi tratti seguenti : — Le
genti dabbene gemono dello scisma funesto con
cui tu metti sossopra il mondo colla tua arroganza
sfrenata e sediziosa (3). — Lutero comincia a non
più piacere a' suoi discepoli sino al punto di trat-
(1) Risposta alla Conf. di Lutero
(2) Ibid., pag. 454 e 581.
(3) Bpist. ai Luth. 1526.
208
tarlo da eretico ; ed affermano che, spogliato dello
spirito del Vangelo, è abbandonato al delirio dello
spirito umano (1). —
Per ultimo, ecco come cel presenta Calvino : —
Veramente, dice egli, Lutero è assai vizioso ; pia
cesse a Dio che egli avesse preso cura di raffre
nare viemmeglio l'intemperanza che gli bolle in
tutta la persona! Piacesse a Dio che egli avesse
pensato un po' più a riconoscere i suoi vizii (2).—
Lutero non ha fatto cosa che vaglia... — Non
convien divertirsi in seguir le tue traccie coll'es-
sere papista per metà... Val meglio fondare una
chiesa al tutto nuova. — La tua scuola, diceva
Calvino al luterano Westfal, non è che una fetente
stalla di porci... M'intendi tu, cane? M'intendi
tu, frenetico? M'intendi tu, bestione? (3). —
Da Lutero passiamo al già suo maestro, e poi
suo discepolo, il celebre Carlostadio o Bodenstein,
arcidiacono di Vittemberga. Di lui così scrisse
Melantone : — Egli era un uomo brutale, senza
spirito, senza scienza, senza lume di senso co
mune, che, ben lungi dall'aver qualche segno dello
spirito di Dio, non ha giammai saputo nè prati
cato alcuno dei doveri dell' umana civiltà. Appa
rivano in lui segni evidenti di empietà. Tutta la
sua dottrina era o giudaica o sediziosa. Egli con
dannava tutte le leggi fatte dai pagani. Voleva
che si giudicasse secondo le leggi di Mosè, perchè
(1) Epist. ad Card. Sadolelum.
(2) Conr. Schlussemberg. Theol. Calvin. Lib. II, Col. 194.
(3) Fiorini, in admonit. de Libro concord., c, 6.
209
non conosceva la natura della libertà cristiana.
Abbracciò la dottrina fanatica degli anabattisti
tostochè Nicolò Stork cominciò a divulgarla... Una
parte della Germania può attestare che io nulla
dico che non sia vero. — E non è a dire che Car-
lostadio fosse avverso a tutti gl'insegnamenti del
suo maestro Lutero. Il Florimond ci fa sapere che
egli fu il primo prete della riforma che si ammo
gliasse. Ecco l'orazione che fu composta perla
Messa celebrata in occasione del matrimonio di
quest'uomo che manifestava in sè dei segni evi
denti d'empietà, e che i suoi particolari qualifi
cavano di Beato. — Deus, qui post tam longam
et impiam sacerdotum tuorum caecitatetn Beatum
Andream Carlostadium ea gratta donare dignatus
es, ut primus , nulla habita papitii juris ratione,
uxorem ducere ausus fuerit; da, quaesumus, ut
omnes sacerdotes, recepta sana mente, eius vestigia
sequentes, eiectis concubinis, aut eisdem ductis ad
legitimi consortiumthori, convertantur; per Dom.
nostr. ecc. — Non si può negare, ci dicono i lu
terani, che Carlostadio non sia stato strangolato
dal diavolo, attesi i tanti testimoni che lo riferi
scono , e tanti autori che l'hanno consegnato nei
loro scritti e le lettere stesse dei pastori di Ba
silea fi).
PeRHONf. La Lucilla !I
210
§ 3. — Ritratto di Zuinglio
e de' suoi principali discepoli.
CAPO XI.
f
256
mente condannata per lo stesso motivo (ivi). L'al
tro sia quello che ce ne offerisce il Mecklemburgo,
ove le più fiere persecuzioni, anche di questi giorni,
si fanno pesare sui cattolici, e ciò contro i trattati
stipolati nel 1808, allorchè si fece entrare quel
gran ducato nella confederazione del Reno, e raf
fermati nel trattato di Vienna del 1815. Non pos
sono leggersi senza fremiti di orrore le avanìe che
si fanno soffrire, non dico a chi di protestante si
fa cattolico, poichè questo non può farsi senza
pena di esilio, ma sibbene agli antichi cattolici: —
Dopo i trattati del 1805 e del 1815, testè accen
nati, ottennero i cattolici tratto tratto il libero
esercizio del loro culto. Onde avvenne che la reli
gione cattolica si allargò nel paese, e molti, ezian
dio degli ordini più alti della società, rientrarono
nel grembo della Chiesa. Dal solo anno 1849 al
1850 se ne convertirono undici, tra' quali sono a
nominare i signori di Gloeden, di Vogelsang, di
Bulow, di Florencourt, di Schroeter, di Ketten-
bourg, il Luogo-tenente di Stein, il balio Sacukow
e il dottor Maassen.
Tutti questi signori sono stati poi costretti ad
abbandonare la patria per cagione della loro con
versione, e solo il signor di Kettenbourg ha potuto
ritornarvi alcuni anni fa. L'anno 1852 il governo
gran-ducale diede principio ad una concertata
persecuzione contro i cattolici , violando senza ri
tegno i diritti positivi prestabiliti, senza che i cat
tolici avessero dato il menomo pretesto a somi
glianti rigori. Con un rescritto ministeriale dei 10
257
marzo 1857, si proibì ai preti cattolici di eserci
tare il loro ministero fuori delle due città di Schwe-
rin e di Ludwigslust, colla sola eccezione di -potere
amministrare anche altrove i sacramenti ai mori
bondi. Fu loro vietato per fino di esercitare il me
nomo atto sacerdotale in case private. In virtù di
queir inescusabile rescritto, si vietò al curato di
Schwerin di celebrare la messa nel castello di
Daenitg presso il signore di Sunkan. Il cappel
lano, dal quale il signor Kettenburg faceva edu
care i suoi figli e celebrare i divini uffizii in sua
casa, nel 1852 fu preso a viva forza dai poliziotti
e menato fuori dei confini, in onta delle più giuste
rimostranze.
Il corpo dei ministri stette saldo nel continuare
la persecuzione e, con altro rescritto del 1853,
ordinò che qualunque persona volesse ritornare in
seno alla Chiesa ne l'avvertisse antecedentemente.
Un altro rescritto del 24 aprile 1854, proibiva ad
ogni ecclesiastico cattolico il richiamare al dovere
i fedeli in caso di matrimonio misto, l'esigere qua
lunque impegno rispetto alla educazione dei figli,
il rifiutare la benedizione sotto qualsivoglia pre
testo. Si permise in seguitò al conte Ciamberlano
signor di Kettenburg di avere un cappellano presso
di sè nella sua possessione di Matgendorf; ma
colle restrizioni più incomode ed esorbitanti. A
nessun cattolico, che non sia della casa del conte,
si permette di assistere ai divini uffizii senza spe
ciale licenza del Granduca per ciascun caso par
ticolare ( e l'ottenerla è assai difficile ); ai fa-
Pebrosb, La Lucilla 17
258
migli dei protestanti è formalmente vietato l'in
tervenirvi.
A New-sterlitz , residenza del Granduca di
Mecklemburgo-sterlitz, (la famiglia della duchessa
d'Orleans) esiste pure una piccola comunità catto
lica. Dopo la morte del professore Eggers, celebre
scienziato di Germania, uno dei principali membri
di tale comunità è il signor Dechne di Berlino,
uffiziale al servizio del Mecklemburgo. Il detto
signor Eggers, ottimo cattolico, morì senza i soc
corsi della religione, perchè il prete che ha cura
di quella piccola comunità, non può dimorarvi se
non per dieci giorni stabiliti in ciascun mese, es
sendo obbligato a soggiornare abitualmente in
Wittelvek nella Prussia, a quindici leghe da New-
sterlitz!.... E molti cattolici , morti quest'anno, si
sono trovati nel medesimo lagrimevole caso.
Dalla parrocchia di Schwerin dipendono ventitrè
città, ciascuna delle quali ha i suoi cattolici ; ma
in due sole di esse, Rostock e Butzow, è permesso
l'officiare, e non più che una volta all'anno ! Ep
pure il numero dei cattolici non è così piccolo,
come si potrebbe immaginare. A Rostock ve n' ha
sopra cinquanta, e bene si potrebbe fondare una
parrocchia. Così avviene, che un migliaio di cat
tolici sparsi per quella contrada, (senza contare
quelli delle due città summentovate) rimangono
privati dell'esercizio del loro culto da quindici anni
a questa parte (1). Abbiamo voluto recare alla
distesa questi particolari, per dare un saggio dello
(1) Vedi // Divin Salvatore, 29 ottob. 1861.
259
spirito intollerante degli evangelici, i quali, dovun
que possono, usano contro i cattolici quella cru
deltà medesima, che appongono calunniosamente
alla Chiesa cattolica, rispetto agli eterodossi. Lo
stesso dicasi degli Stati dello Schleswig-Holstein,
dove prima dell'ultima guerra austro-prussiana
contro la Danimarca si esercitò una persecuzione
crudele sistematica per tre secoli continuata. Im
perocchè ivi niun prete cattolico poteva passar la
frontiera senza previa facoltà del governo. Il ve
scovo di Osnabruck, sotto la cui giurisdizione sta
lo Schleswig, aveva mestieri della facoltà del go
verno per farvi la visita. Era proibito ai cattolici
l'uso delle campane, e le sacre processioni dove
vano farsi entro il recinto delle chiese. Non si au
torizzavano i matrimoni misti senza la espressa
condizione che tutta la prole si educherebbe al
culto protestante. Di qui venne che il popolo pro
testante di quei paesi settentrionali, privo da oltre
a tre secoli di ogni cognizione della Chiesa catto
lica, che gli era stata sempre rappresentata nel
modo più assurdo ed odioso, al vedersi comparire
innanzi il cattolicismo sì tutt'altro da quello che
gli era stato dato a credere ; ed al mirarlo quasi
un angelo di pace e di carità, nell'ammirazione e
nella riverenza verso l'augusto carattere della
Chiesa cattolica, perdette gl'inveterati suoi pre-
giudizii. Finita la guerra, un certo numero di
quelle eroine di carità e di sacerdoti, rimaneva
quivi per istabilirvi spedali, scuole e parrocchie
cattoliche, con sommo giubilo di quel popolo che
260
poc'anzi per inganno e per ignoranza aveva in or
rore la nostra santa religione (1). Questi adunque
sono i predicatori della tolleranza, della libertà di
coscienza? Sono questi gli apostoli del libero esame?
A compimento del discorso e coll'intento di
porre in più chiara luce la contraddizione dei
fautori e promulgatori del libero esame, ci piace
di aggiungere un più recente documento, il quale
ci svela tutto lo spirito, onde i protestanti sono
animati verso i cattolici. Nell'Assemblea generale
presbiteriana, tenuta nel maggio del 1865 in Pit
tsburg di Pensilvania (uno degli Stati Uniti) fu
rono prese le determinazioni seguenti : - —* , Che
l'accrescimento disastroso del Papismo, come po
tere ecclesiastico e civile , in questo paese deve
risvegliare i timori, ed eccitare la più rigorosa
energia dei protestanti per iscegliere mezzi vale
voli a contrariare l'influenza segreta e maligna
dell'uomo del peccato, e presentare la fronte del
l'esercito della verità contro il sistema di corru
zione, che si prepara di ora in ora pel conflitto
vicino a scoppiare. Che le chiese protestanti di
America debbano formare una gran lega nazionale,
costituita in modo da satisfare alle urgenti neces
sità dell'epoca nostra. Che fra tutte le chiese pro
testanti dee concertarsi un progetto inteso ad
operare con energia e rigore contro Vateismo
insieme e contro il cattolicismo romano, due ne
mici per eccellenza della verità, arcitraditori della
(1) Vedi la Sodatila ilei Cavai. dell'Ori. Gerosolimit. Roma
1861.
261
libertà civile e religiosa nel mondo (1). — Non
potevasi certo con maggior gagliardia palesare
dall'ira de' lati la propagazione del cattolicismo
nell'America, e dall'altro l'odio profondo, e lo
spirito tirannesco di che sono animati contro di
esso cotesti presbiteriani, nell'atto che si fanno gli
apostoli della libertà religiosa.
Sesta contraddizione nel protestantesimo è il
proclamare la Bibbia , la sola Bibbia, tutta la
Bibbia, mentre tra i protestanti pende ancora in
decisa la quistione di quai libri si componga la
Bibbia, è ancora controversa la quistione intorno
all' ispirazione della Bibbia e di ogni sua parte,
rimane sospesa la quistione intorno alla genuina
versione della Bibbia. La sola Bibbia I e intanto
si fanno correre per l'India, per l'Oceania , per la
Francia, per l'Italia , per tutta Europa ed Ame
rica trattati d'insegnamento sopraggiunti alla
Bibbia, nei quali si propongono moltissime cose
fuori della Bibbia e contro alla Bibbia. Di che ab
biamo una prova in quella stessa Lucilla del
Monod, libercolo zeppo di bugie , di calunnie, di
fallacie, di sofismi, come si è dimostrato in tutta
la serie di questi articoli. Non parlo degli opuscoli
dei preti o frati apostati, i quali hanno un carat
tere tutto speciale. Il prete pervertito è un arcan
gelo precipitato dal cielo che passa sulla terra per
trarne seco gli abitatori nell'abisso, ed è però
chiamato dal Signore demonio (2). Non fu mai
(1) La verité, 25 Juin 1805.
(2) loan., VI, 71.
262
sacerdote apostata che non indirizzasse al Papa i
suoi saluti d'inferno. Dal deplorabile autore degli
Affari di Roma, fino al miserabile autore della
Soma papale, che è l'apostata De Sanctis, non si
troverà chi non esprima virtualmente ad ogni pa
gina l'odio a Roma. Non potendo essi scrollare
questa rócca più solida di qualunque scoglio, si
argomentano di coprirla almeno colla immonda
spuma delle loro livide labbra.
CAPO XII.
DEGLI EFFETTI
PROVENIENTI DAL PROTESTANTESIMO.
§ 7. — Riepilogo e conclusione.
Tali sono i frutti pessimi del protestantesimo,
prodotti nell'ordine religioso, nell'ordine morale,
nell'ordine politico. Se non che ho di sopra affer
ei) Op. cit. lib. IH, c. 4, pag. 218.
(2) Vedi De malr. christ. 1. o. o. 7, art. IV; e Videa crisi,
della Chiesa distrutta nel protestantesimo, cap. XVIII e segg.
504
mato essere stato il protestantesimo la cagione di
tutti i mali, i quali ora affliggono l'umanità, che
è quanto dire il protestantesimo aver diffuso il suo
veleno nelle menti e nei cuori di molti che si chia
mano cattolici. E chi potrebbe dubitarne? Io
chieggo qui, donde si originassero negli Stati cat
tolici i regii placiti , gli exequatur , gli articoli
organici, e tanti altri ceppi posti alla Chiesa di
Gesù Cristo, se non dal protestantesimo ? Donde
mai se non dal protestantesimo entrarono in certi
codici le leggi del divorzio e del matrimonio ci
vile? Donde mai se non dal protestantesimo le
teoriche della demagogia, per le quali si è perduto
ogni elemento conservatore della società ? Tale è
la vera ragione della simpatia di certi governi
cattolici per il protestantesimo e dei favori che ad
esso vengono prodigati nell'atto stesso che s'inca
tena e conculca la Chiesa cattolica nel suo clero ,
nella sua gerarchia e principalmente nel romano
pontificato. Tutto ciò debbesi a quella malnata
pianta distruggitrice di ogni fede, di ogni mo
rale, di ogni bene, la quale, col mezzo delle società
secrete, figlie anch'esse del protestantesimo, entra
di soppiatto nei gabinetti politici e mette in moto
le ruote per giugnere alla pratica dissoluzione di
ogni religione e di ogni civile società.
Ma, per concludere il presente lavoro, mi sia
lecito dimandare al Monod se l'incauta Lucilla
avrebbe mai lasciato il cattolicismo per passare al
protestantesimo, dove questo le fosse stato rappre
sentato per quel mostro che è in sè stesso rispetto
305
alla sua origine, alla sua natura ed agli effetti, dei
quali è la vera cagione nei tre ordini sopramen
tovati? Eppure non altrimenti doveva rappresen
tarsi il protestantesimo a volerlo esporre qual esso
è per essenza. Non si doveva toccare l'una o l'al
tra questione particolare, ma doveasi considerare
l'idea madre, il principio primo, la dottrina fon
damentale di quel sistema. Poco monta che altri
si chiamino gnostici, altri ariani, altri macedo-
niani, altri luterani, altri calvinisti, altri quacheri,
altri mormoni, se tutti convengano in un medesimo
principio, cioè nella negazione della verità rive
lata, e dell'organo per cui mezzo essa ci viene
comunicata. Laonde quando si tratta di dimostrare
dove sia la verità rivelata da Gesù Cristo, il car
dine della controversia consiste nel cercare se si
debba stare ad una autorità infallibile come si
professa nella Chiesa cattolica, ovvero se ognuno
debba stare alla mercè del suo proprio giudizio.
Se in fatto di religione rivelata si deve ammettere
la prima parte della disgiunzione, ecco il cattoli-
cismo uno, compatto, perpetuo, indissolubile, si
curo. Laddove se si ammette la seconda, ecco l'in
dividualismo senz'ordine, senza base, senza centro,
vagante alla ventura di sètta in sètta come le mi
nuzie dei corpi , che noi talora veggiamo aliare
senza posa, soggette ad ogni benchè leggiero mo
vimento dell'aria nelle nostre stanze illuminate
da un raggio di sole. Chi ha fior di senno inten
derà di leggieri che, il protestantesimo, mirato
spassionatamente alla luce della verità e sgom
306
brato dall'invoglia dorata delle parole del Monod,
non possiede altra virtù che quella di allontanare
da sè stesso non pure i buoni cattolici, ma ezian
dio gli onesti protestanti, come veggiamo, la Dio
mercè, succedere in ogni tempo e in ogni luogo.
INDICE
Erraia^Corrige
Pag. 152, lin. 19: la Chiesa prescrisse il visìbile dalV invisibile) leggi la Chiesa
preferisce il risibile alVinvisibile.
Con approvazione dell'Autorità Ecclesiastica.
B,BUOTECA
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