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La durata dei contratti di locazione è spesso la caratteristica principale presa in considerazione fra le
due parti e altrettanto spesso un deterrente, per l'una o l'altra parte. Infatti, per il proprietario non è
particolarmente alettante la prospettiva di vedere il proprio immobile occupato per almeno 8 anni e
vorrebbe avere la possibilità di rientrarne velocemente in possesso, per necessità o anche solo
perché non vorrebbe vedere un altro comportarsi come proprietario nel proprio immobile.
D'altra parte, poi, molti inquilini vanno in affitto per un'esigenza di tipo transitorio, in attesa di una
sistemazione più stabile o per soddisfare esigenze di mobilità lavorativa a breve termine, come
evidente da uno studio di Solo Affitti sull'argomento. Statisticamente, inoltre, la durata media dei
contratti di locazione risulta essere di circa due anni, a testimonianza di questa esigenza di
transitorietà, appunto!
La legge 431/98 che ha riformato la normativa sulle locazioni abitative, se da un lato ha posto quasi
come vincolo inderogabile proprio la durata dei contratti, fissati nel periodo 4 anni + 4 di rinnovo
automatico, lasciando molti altri aspetti al libero accordo tra le parti, in realtà contempla anche altre
forme contrattuali, più brevi e meno note. In particolare tra i contratti "del secondo canale" presenta
particolari vantaggi il contratto transitorio, che prevede una durata da 1 a 18 mesi: un'alternativa o
un escamotage al classico 4 + 4? Almeno nell'intenzione della legge, questa formula contrattuale
deve essere utilizzata per soddisfare reali esigenze di transitorietà del proprietario oppure del
conduttore.
Il canone: il contratto transitorio fa parte dei "contratti tipo" per i quali il canone di locazione è
concordato, cioè determinato in base ai criteri e ai valori fissati dagli appositi accordi territoriali, nel
caso di immobili situati nelle 11 aree metropolitane, nei comuni confinanti, nei comuni capoluogo
di provincia ed in quelli identificati come "comuni ad alta densità abitativa". Rispetto al canone
concordato utilizzato per i contratti 3 +2 o a studenti universitari, però, è possibile applicare una
maggiorazione del 20%. In tutti gli altri comuni il contratto transitorio è stipulabile a canone libero.
Come contropartita, però, rispetto agli altri contratti-tipo, il contratto transitorio non ammette le
particolari agevolazioni fiscali previste ed il proprietario, pertanto, usufruirà esclusivamente della
deduzione fiscale del 5% dal canone imponibile ai fini IRPEF, prevista per tutte le tipologie di
contratto di locazione. Oppure potrà assoggettare lo stesso reddito alla cedolare secca con aliquota
del 21% e non del 19% come per gli altri contratti concordati 3 + 2 o a studenti universitari fuori
sede.