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Settembre 2017 Anno XXXIV - N. 9 € 7,00

LIBRO DEL MESE: Pixar, biografia di una nazione


Gentile ministro, un’idea di UNIVERSITà!
Per Auschwitz: la memoria e il turismo di massa
Ma quante brutte chiese! L’arte contemporanea e il sacro

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N. 9 2

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“L’Indice dei libri del mese”:


Le illustrazioni di questo numero sono di Pierluigi Balducci
la fase politica e il dibattito nella sinistra che ringraziamo per la gentile concessione.

R accogliendo l’invito di Franco no opinioni più o meno fondate e, Pierluigi Balducci nasce a Torino il 13 ottobre del 1960.
Rositi, credo anch’io che la no- sovente, ingiurie senza freni. Il sito Bix The Rabbit, è il suo alter ego, nato 20 anni fa dalla sua
stra rivista possa e debba avere un potrebbe essere la sede adatta, anche fantasia e da allora questo strano personaggio è un pretesto
ruolo di orientamento della discus- ospitando segnalazioni di libri e arti- per raccontare cose che solo una creatura multiforme come
sione su presente e futuro della sini- coli pubblicati in altri paesi. Credo Bix puo raffigurare
stra nel nostro paese; ma vorrei riba- che una parte del nostro pubblico con la sintesi necessaria. Grafico, illustratore, art director,
dire due punti che ritengo cruciali. sia in grado di leggere testi in un’altra pubblicitario e artista poliedrico, Balducci ha lavorato come
lingua, e questo sarebbe secondo me creativo in e per importanti agenzie pubblicitarie, ha affinato
Primo: l’“Indice” ha dalle origini
un utile servizio per allargare un po’ la sua sensibilità
fatto militanza culturale e di riflesso
l’orizzonte. Ad esempio, trovo molto e la passione per la sintesi visiva alla scuola di un grande maestro
anche politica, ma sempre parlando
interessante il dibattito politico negli come Armando Testa. Come illustratore si è cimentato sia
di libri, dei loro contenuti, dei loro
Stati Uniti, che presenta analogie e nel settore pubblicitario che nell’editoria, pubblicando come
messaggi, del contesto in cui si col- co-autore molti libri per bambini per importanti case editrici
locano. Secondo: lo ha fatto essendo differenze rispetto alla situazione
italiana, e lo faccio attraverso la let- italiane e straniere.
capace di non parlare a un pubblico Come artista in questi ultimi 20 anni ha seguito le tracce
ristretto, ma di coinvolgere – e orien- tura di due riviste, “The Nation”, il
giornale storico della sinistra radi- del suo coniglio Bix e insieme a lui ha partecipato a mostre
tare – un settore di opinione pub- collettive presso diverse gallerie italiane, ha creato illustrazioni
blica non necessariamente schierato cal, e “Jacobin”, una pubblicazione
editoriali, copertine di dischi, magliette, calendari, gadget
politicamente ma che considera la più recente decisamente schierata
e oggetti di uso quotidiano, dividendo la sua vita e la sua
lettura, la cultura, il confronto di su prospettive socialiste e legata ai
attività tra l’Italia e l’Indonesia.
opinioni come la base dello sviluppo nuovi movimenti di opposizione
Fantasia, divertimento, semplicità, ironia e anche un po’ di
civile e democratico di un paese. negli Usa; interessante anche perché
cinismo
Parliamo quindi di politica, e di sposta l’accento dal dibattito nostra-
sono gli ingredienti del suo lavoro; le sue opere si trovano a
quello che succede nella sinistra ita- no – interno a un personale politico
loro agio tanto in una galleria quanto sui muri di una città
liana, ma cerchiamo di raccogliere la autoreferenziale – alla necessità di
o sugli oggetti di uso comune, come ogni icona pop che si
sfida di farlo parlando di cose scrit- rafforzare e organizzare, ma anche
rispetti. I suoi lavori mostrano come le immagini, al pari delle
te, magari non solo libri ma anche studiare, le strutture dell’opposizione
parole e dei libri che le custodiscono, possono raccontare
riviste, e anche allargando lo guardo sociale. Entrambe hanno un sito su
storiee aprire nuovi punti di vista sulla realtà.
a quello che succede (e a quello che cui vengono pubblicati articoli che
si scrive) fuori dal nostro immiserito potrebbero essere utilmente segnalati
paese. Non è nostro compito essere (ma questo è solo un esempio). www.BixTheRabbit.com
l’ennesimo blog su cui si riversa- Davide Lovisolo

www.rosenbergesellier.it
Gabriel Tarde
Le leggi dell’imitazione. Studio sociologico
Rino Genovese
Un illuminismo autocritico. La tribù occidentale e il caos planetario
Christoph Türcke
Il sogno di Gesù. Psicoanalisi del Nuovo Testamento
Marco Gatto
Glenn Gould. Politica della musica
Luc Boltanski
Della critica. Compendio di sociologia dell’emancipazione
Pierre Rosanvallon
La legittimità democratica. Imparzialità, riflessività, prossimità
Antonio Tricomi
Fotogrammi dal moderno. Glosse sul cinema e la letteratura
Riccardo Donati
Critica della trasparenza. Letteratura e mito architettonico
Rahel Jaeggi
Forme di vita e capitalismo fondazione
John Dewey
per la critica sociale
Filosofia sociale e politica. Lezioni in Cina (1919-1920) www.fondazionecriticasociale.it

Una serie interdisciplinare di testi originali e traduzioni, tra filosofia, sociologia e analisi delle produzioni culturali Collana diretta da Rino Genovese

indice_settembre2017.indd 1 20/07/17 08:59


fondazione
per la critica sociale
N. 9 3

lettere 25
SommariO
Antonio Manzini Orfani bianchi, Teatro
di Antonio R. Daniele
2 Lettere
Riccardo Bacchelli Le notti di via Bigli, 36 Hugo Ball Fuga dal tempo, di Mirella Schino
Segnali di Alberto Saibene Thomas Bernhard Teatro III, di Doriana Legge

5 La difficoltà di fare divulgazione, di Gabriele Lolli Vladimiro Bottone Il giardino degli inglesi, di Classici
6 Chiara Dalmasso
Jim Baggott e il racconto delle origini tra cultura
26 MAtteo Nucci è giusto obbedire alla notte, 37 Aristofane Lisistrata, di Emanuele Zimbardi
scientifica e umanistica, di Fabrizio Pasanisi Paolo Cherchi Il tramonto dell’onestade,
7 Il delitto perfetto dell’università pubblica italiana, di Luca Terzolo
di Giuliana Adamo
di Giuseppe Boccignone Marco Cosentino, Domenico Dodaro e Luigi
8 Dal sottosuolo di Auschwitz ancora tante memorie. Panella I fantasmi dell’impero, di Itala Vivan Arte
Intervista a Jadwiga Pinderska-Lech, Laura Pariani Domani è un altro giorno, 38 Franco Russoli Senza utopia non si fa la realtà,
di Alessandro Azzolina disse Rossella O’Hara, di Matteo Fontanone di Federica Nurchis
9 Peggio la banalizzazione o il silenzio? Un dibattito Saggistica letteraria Alessandro Cosma e Sandro Debono (a cura di)
a due voci, di Alberto Cavaglion e Daniele De Luca Mediterraneo in chiaroscuro, di Giuseppe Porzio
10 I fabiani hanno inventato l’infanzia, i rockers 27 Goffredo Fofi Il paese della sceneggiata, Sylvain Bellenger e Luigi Gallo (a cura di)
di Matteo Moca
l’adolescenza. Intervista a Wu Ming 4, Picasso e Napoli: Parade, di Federica Rovati
Vito Laterza e Leonardo Sciascia L’invenzione di
di Paola Carmagnani
11 Come Emilio Salgari continua a ispirare grandi Regalpetra, di Daniele Zito Musica
Luigi Cazzato Sguardo inglese e Mediterraneo 39 Gustav Mahler Caro collega, di Alberto Fassone
esploratori e avventure, di Felice Pozzo italiano, di Donatella Abbate Badin
12 Il cinema e il suo pubblico: pensare attraverso i film, Jason Weiss (a cura di) Conversazioni con Steve
di Ruggero Eugeni Poesia Lacy e
13 Brexit, Corbyn e le prospettive politiche nazionali 28 Kathleen Jamie La casa sull’albero, Jacques Derrida e Ornette Coleman Musica senza
ed europee. Intervista a Mary Kaldor, di Marta Musso di Marco Fazzini alfabeti, di Simone Garino
14 Leggere un classico dell’economia: Moneta e impero Gwyneth Lewis L’albero dei passeri, Fotografia
di Marcello de Cecco, di Alfredo Gigliobianco di Irene De Angelis
15 Alfonso Gatto aforista, giornalista e poeta, 40 Robert Capa Normandia 6 giugno 1944 e
di Enzo Rega Letterature Russell Miller Magnum, di Gabriele D’Autilia
16 Presentazione dei finalisti della XXX edizione David Bate Il primo libro di fotografia,
del Premio Italo Calvino 29 George Gissing Le donne di troppo, di Tiziana Serena
Daniele Botti Caffè Coppedè, di Paola Caciotti di Federica Zullo
Hanif Kureishi Uno zero, di Esterino Adami Società
17 L’essenza di un libro e la fame di notizie. Intervista
a Michiko Kakutani, di Ennio Ranaboldo 30 Tilmann Lahme I Mann. Storia di una famiglia, 41 Mauro Balboni Il pianeta mangiato,
19 L’esperienza dell’open blog “Letteratitudine”. di Andrea Casalegno di Giuseppe Mastruzzo
Intervista a Massimo Maugeri, di Daniela Carmosino Bodo Kirchhoff L’incontro, di Anna Chiarloni Marco Aime e Luca Borzani Invecchiano solo gli altri,
20 Il complesso rapporto tra l’arte contemporanea e il sacro: 31 Qin Miaojin Ultime lettere da Montmartre, di Alessandro Cavalli
di Paola Iovene
luoghi, oggetti e liturgia, di Alessandro Del Puppo
Park Min-gyu Pavana per una principessa defunta,
Scienze
Libro del mese di Stefano Boggia 42 Elena Gagliasso, Federico Morganti e Ales-
sandra Passariello (a cura di) Percorsi evolutivi.
21 Christian Uva Il sistema Pixar, di Federico Paolini Pagina a cura del Premio Calvino Lezioni di filosofia della biologia, di Luca Munaron
e Gabriele Balbi Ignazio Licata Piccole variazioni sulla scienza,
32 Marco Rinaldi Non voglio bene a nessuno, di Davide Lovisolo
Primo piano di Loretta Junck
22 Stéphane Mallarmé Poesie, di Vincenzo de Santis Eugenio Raspi Inox, di Benedetta Centovalli Quaderni
e Chetro de Carolis 43 Ragionar teatrando, 15: Un laboratorio
23 Javier Cercas Il sovrano delle ombre,
Fumetti di Marcello Sambati tra poesia, università e teatro,
di Gabriele Ranzato e Simone Pollo 33 Lorenzo Mattotti e Jerry Kramsky Ghirlanda, di Samantha Marenzi
di Federico Sacchi 44 Effetto film: Tre film di Max Ophüls e la questione
Narratori italiani del vedere, di Chiara Tognolotti

24 Crocifisso Dentello La vita sconosciuta, Storia Schede


di Domenico Calcaterra 34 Bruno Trentin Diari 1988-1994, di Aldo Agosti 45 Storia e politica
Enzo Restagno La testa scambiata, Giovanni Graziani Prender parola, di Cesare Pianciola, Roberto Barzanti,
di Santina Mobiglia di Salvatore Tropea Maurizio Griffo, Franco Quaccia e mc
Valerio Evangelisti Eymerich risorge, 35 Giacomo Pontremoli I “Piacentini”, 47 Infanzia
di Franco Pezzini di Martina Mengoni di Fernando Rotondo

Cavalli di Trojan sei principali quotidiani nazionali. Il 47% dei toni era
“allarmistico”, i servizi dei telegiornali riguardanti l’argo-
giornalismo diviene teatro multimediale. Si è sviluppata,
dunque, una vera e propria semantica del terrore isla-
mento erano quadruplicati rispetto all’anno precedente mico. Sono spesso usate parole come “kamikaze”, “at-
di Federico Bottino
e lo spazio delle notizie sul terrorismo era aumentato, a tentato”, “mirino”, “distruzione”, “caos” e altri termini
seconda dei giornali, dal 70% al 180%. “Il Giornale” e che dipingono una situazione fuori controllo. Il che è ul-
terrore ai tempi del clickbaiting l’“Avvenire” guidavano la classifica. teriormente paradossale, dal momento che che viviamo
Di fronte agli episodi di terrorismo islamico sembra nel periodo storico in cui vi è il minor numero di morti
N ell’era dei social network uno dei fenomeni che
in assoluto alimenta di più il dibattito sordo degli
utenti (il cosiddetto engagement) è la morte violenta e in
che il nostro senso di impotenza sia più intenso e perva-
sivo, così da farci cadere nella dialettica dicotomica tanto
per operazioni militari o paramilitari e, quindi, anche a
seguito di attentati terroristici. Ciò che tuttavia risulta
particolare le uccisioni di massa. Poiché si tratta di un cara all’Occidente post-Cristiano. Bene-male; salvatori- particolarmente scoraggiante è che questa dialettica vie-
evento che si presta meglio di altri alla narrazione spet- oppressori; martiri-terroristi; democrazia-stato totali- ne impiegata solo quando si parla di atti di (presunta)
tacolare e in certi casi fantasiosa, per non dire fantastica, tario. Eppure, persino in questa spartizione assiologica matrice islamica.
coloro che da sempre si occupano professionalmente di siamo pigri ed eurocentrici e nell’ultima decade ci siamo Quando a pilotare l’auto-killer è un suprematista bian-
diffondere e raccontare vere e false verità tendono ad ap- fatti ingenuamente guidare, nella raccolta e selezione co, affiliato a gruppi assimilabili al Ku Klux Klan, i titoli
profittarsene per protagonismo o più semplicemente per dell’informazione, da aziende informatiche che operano dei giornali sono razionali e rassicuranti. Si racconta di
lucro. Analizzando gli articoli che narrano i recenti fatti nel mercato della comunicazione e dei contenuti web. un “pazzo” che compie un gesto “folle”. In certi casi il
di Barcellona, risulta infatti evidente, come già era avve- Queste monetizzano la propria audience tramite le inser- soggetto non è l’attentatore, bensì la sua auto. Anche
nuto per Nizza, Parigi, Londra, una vera e propria dia- zioni pubblicitarie e stabiliscono la targettizzazione dei Trump nelle sue dichiarazioni non usa termini legati alla
lettica ansiogena e islamofobica. Nei giorni che seguono contenuti attraverso la profilazione degli utenti. Tanti sfera semantica del terrore islamico. Dopo i fatti di Char-
qualsiasi attentato di matrice islamica su suolo europeo è click, tanti quattrini. Raccontare un’emozione che è già lottesville, si scandalizzano i repubblicani che chiedono
comune incontrare titoli sui giornali pensati per comuni- presente nell’ambito di un gruppo sociale o politico in al presidente di chiamare il diavolo con il suo nome: ter-
care ai lettori ansia, insicurezza, instabilità e la sensazione modo ansiogeno porterà più click. Gli utenti vengono rorismo. Di certo non è Trump la causa di questo dop-
di essere minacciati. Già nel 2015 l’Associazione Carta di perciò intrappolati in celle emotive-monoculturali in cui pio trattamento. Anzi, Trump è una vittima dell’unico
Roma condusse uno studio in cui si analizzavano 1.452 il senso critico risulta di fatto annichilito. Le redazio- strumento carnefice a cui Trump deve la presidenza e i
titoli di prima pagina a tema “terrorismo islamico” dei ni lasciano spazio al sensazionalismo e alla tragedia; il signori dell’Isis la fama: i nuovi media.
N. 9 12

Dopo Deleuze, l’approccio fenomenologico: due studi recenti a confronto


Il cinema e il suo pubblico: pensare attraverso i film
di Ruggero Eugeni

L a filosofia del cinema gode di ottima salute.


Non è sempre stato così: fino agli anni novanta
la riflessione sul cinema si svolgeva all’interno della
(seguendo Deleuze) è il veicolo di trasmissione delle
intensità dal film allo spettatore: nella sua immedia-
tezza, essa annulla la distinzione tra il corpo del film
infine Lyotard introdurre negli anni settanta il tema
del desiderio in quanto legato a un “figurale” visuale
e filmico che travolge le forme della rappresentazio-
cosiddetta “teoria”: qui, tendenze semiotiche, psica- e il corpo dello spettatore. Bertetto non segue però ne figurativa svelandone trucchi e meccanismi (un
nalitiche, marxiste, culturaliste e qualche volta este- Deleuze nel passo successivo, per cui il film costi- “a-cinema”).
tiche si dividevano in buona compagnia il territorio tuirebbe automaticamente una forma di pensiero La seconda parte del libro affronta la questione
della ricerca. Poi sono successe due cose. In America (ovvero sul secondo problema chiave della filosofia teorica dello schermo. Carbone inserisce tale rifles-
un gruppo di studiosi (in particolare David Bordwell del cinema): se l’intensità filmica è molteplice e va- sione all’interno del “tempo profondo” di una storia
e Noel Carroll) ha lamentato le incoerenze metodo- riegata, soltanto in alcuni casi essa collega emozio- dei dispositivi di apparizione delle immagini, dalle
logiche e discorsive della “teoria”, e ha proposto un ne e concetto e da vita a quella che l’autore chiama pareti delle grotte di circa 30.000 anni fa fino agli
più sicuro approdo alla filosofia analitica. Da questa l’“immagine fronesica”. schermi digitali contemporanei. In tutti questi casi
parte dell’oceano intanto Gilles Deleuze aveva pub- Se Bertetto guarda a Deleuze, lo sguardo di Car- si ripropone il problema di come una superficie
blicato alla metà degli anni ottanta la sua opera sul bone è più orientato alla tradizione fenomenologica delimitata permetta a un corpo di venire investito
cinema in due volumi (riedita recentemente in ita- dal visibile dell’immagine. Carbone definisce tali
liano da Einaudi). Dopo un periodo di sospetto, nel superfici “archi-schermi”; e sostiene (attraverso una
corso degli anni novanta il lavoro di Deleuze è stato originale rilettura del libro VII della repubblica di
ampiamente accolto dagli studiosi di cinema provo- Platone) che l’archi-schermo possieda una duplice
cando una decisa virata filosofica (per esempio nei funzione: mostrare (la parete dell’antro platonico su
lavori di Raymond Bellour e di David Rodowick); cui i burattinai proiettano le ombre) e nascondere
non solo: l’ondata deleuziana ha favorito l’emergere (il muretto-schermo che cela gli stessi burattinai agli
di una corrente di studi fenomenologici sul cinema occhi del “pubblico”).
(spicca il nome di Vivian Sobchack). Passiamo anche nel caso di Carbone ad affrontare
La relazione tra deleuziani e fenomenologi è com- i due punti nodali di una filosofia del cinema. La
plessa: per un verso (contro le tendenze analitiche) relazione con il film è per Carbone anzitutto una re-
entrambi i gruppi tendono a superare l’idea che lazione con lo schermo. Una delle idee di fondo del
l’esperienza cinematografica sia solamente e fonda- volume è che esista un “triplice nesso che lega storici-
mentalmente mentale e cognitiva, e mettono piut- tà della visione, cambiamento del dispositivo ottico
tosto in rilevo i suoi aspetti corporei, sensibili ed assunto a modello di quest’ultima in una determi-
emozionali; per altro verso tuttavia (parafrasando nata epoca e mutare del desiderio”. In questo senso
lo stesso Deleuze) se i fenomenologi pensano che lo (afferma Carbone contro le teorie degli anni settan-
spettatore faccia esperienza del film, i deleuziani ri- ta) il dispositivo dello schermo si distacca da quello
tengono che il film stesso “sia” in sé esperienza: non precedente della finestra prospettica rinascimentale.
ha senso postulare un dualismo tra spettatore e film. Finestra e schermo costituiscono due “immagini del
Questo stato di cose fa sì che all’interno della filoso- vedere” differenti: la finestra è stato il dispositivo ot-
fia del film “continentale” si incrocino due questioni tico dominante della modernità e ha imposto una
chiave collegate: in cosa consiste la relazione tra il distinzione netta e una contrapposizione frontale tra
film e il suo spettatore? E cosa vuol dire “pensare” guardante e guardato (che prelude a una comunica-
attraverso e con l’esperienza del film? zione ottica tra i due ambiti); lo schermo al contrario
All’interno di questo campo di interessi si colloca- è il dispositivo della contemporaneità introdotto dal
no due volumi recenti. Il primo è Il cinema e l’estetica cinema: esso riflette il raggio luminoso verso la sala
dell’intensità (pp. 450, € 28, Mimesis, Milano 2016) e dunque afferma una immanenza e una piena valo-
di Paolo Bertetto: l’autore (storico e teorico del ci- rizzazione del presente e dell’ambiente della visione.
nema specializzato in particolare sulle avanguardie D’altra parte (e veniamo così al secondo punto chia-
storiche) conclude una trilogia dedicata a una ri- ve di una filosofia del cinema) esiste una identità tra
flessione filosofica sul cinema. Il secondo volume, sensibile e intellegibile e dunque un collegamento
Filosofia-schermi (Dal cinema alla rivoluzione digita- tra dispositivi di visione e forme del pensiero filo-
le, pp. 168, € 16,50, Cortina, Milano 2016) è di sofico (tra immagini del vedere e immagini del pen-
Mauro Carbone, un filosofo italiano trapiantato in sare). In questa chiave, a una filosofia-pittura legata
Francia e in America, che da qualche tempo anima alla finestra rinascimentale è subentrata la filosofia-
un progetto di ricerca sugli schermi cinematografici cinema ricostruita nella prima parte del volume; non
e mediali (si veda il sito http://www.maurocarbone. solo: una maggiore consapevolezza di quest’ultima
org/lyon/). Vorrei illustrare le linee principali dei (ovvero la coscienza della sua dipendenza dai dispo-
due volumi per poi approfondire in che modo essi sitivi di visione dominanti) conduce oggi a una filo-
affrontano le due questioni di fondo della filosofia sofia-schermi. Questa dovrà imparare a pensare con
continentale del cinema che ho delineato sopra. e attraverso il sensibile, liberandosi delle zavorre del
L’orizzonte di riferimento di Bertetto è sostanzial- concetto che appesantiscono il pensiero di Deleuze.
mente deleuziano (con alcuni distacchi di cui dirò È interessante in conclusione confrontare le po-
più avanti). Il cinema è una macchina di gestione sizioni dei due studiosi. Per quanto concerne la re-
dell’intensità – termine ampio che si connette a una lazione tra il film e lo spettatore, entrambi gli au-
galassia di concetti quali la forza, l’energia, il dina- tori sottolineano l’idea di uno spettatore dotato di
mismo, l’emozione, la differenza; e che coinvolge un corpo che non solo percepisce e comprende, ma
aspetti molteplici del cinema e dei film: il dispositivo “sente” il film all’interno di una esperienza dinami-
- Politica

di base; gli elementi linguistici e formali; i conte- ca. Tuttavia se per Bertetto esiste una immediatezza
nuti narrativi e concettuali. Nelle parole dell’autore: francese. Il volume di Carbone è diviso in due parti. del sentire, per Carbone il sentire viene mediato da
“L’intensità è dinamismo, flusso della forza variabile La prima ricostruisce i tratti di una filosofia-cinema un dispositivo responsabile di uno specifico “pensie-
e dei processi differenziali, legata prevalentemente in quanto “affare di un’epoca. Non risulta allora ro del vedere”. Sul fronte del collegamento tra espe-
alla sensazione, ma anche alle forme e ai concetti, e sorprendente trovarlo carsicamente affiorare lungo rienza del film e attività del pensiero, entrambi gli
connessa al divenire”. L’analisi di Bertetto attraversa tutto il corso di questa”. Ecco dunque un giovanissi- autori denunciano il limite “concettuale” dell’idea
varie tematiche: dal cinema-nel-cinema alle forme di mo Sartre che negli anni venti anticipa Deleuze nel deleuziana di filosofia e tendono a spingere più in
seduzione dello schermo, dalle forme dell’illusione riconoscere il ruolo provocatorio dell’immagine in profondità il ruolo di una filosofia del film all’in-
alle forze della identificazione. L’autore giunge così a movimento nel dinamizzare il pensiero dell’essere. terno dei territori del sentire. Tuttavia per Bertetto
proporre una prospettiva di analisi del film che chia- Ecco la diffusa riflessione di Merleau Ponty, da una questo movimento implica una rilettura della storia
ma “ermeneutica delle sensazioni”: la seconda parte famosa conferenza su cinema e psicologia del 1945 del cinema, mentre per Carbone esso conduce a un
Segnali

del volume è dedicata a una nutrita serie di analisi di fino alle note per i corsi al Collège de France degli superamento del cinema verso gli schermi-display
film in questa chiave. ultimissimi anni della sua vita (dal 1958 al 1961): dei nuovi media.
Veniamo alle due questioni poste dalla filosofia del il filosofo francese passa dall’idea del film come
ruggero.eugeni@unicatt.it
cinema cui accennavamo sopra. La relazione tra film “forma (gestalt) temporale” a quella dell’esperienza
e spettatore è al centro del fondamentale capitolo cinematografica come esemplare attivazione della Ruggero Eugeni insegna semiotica dei media
dedicato alla “sensazione nel cinema”. La sensazione percezione incarnata e dinamica del mondo. Ecco all’Università cattolica del Sacro Cuore

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