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2° incontro - “Famiglie e comunità”

Villa Masone – 29/10/07


serata sul tema “Educare”

I bimbi insegnano ai genitori


di Davide Orlandini

Buonasera, mi presento, sono Davide Orlandini ho 23 anni, abito a Sesso e avrei dovuto essere
qui in qualità di figlio, ma purtroppo a causa di un impegno di lavoro, come vedete, non ci sono.
In ogni caso vi lascio qualche riflessione sul tema, cioè sulla percezione del rapporto famiglia-
comunità visto da un figlio.

Fondamentalmente mi vengono in mente due idee centrali pensando a questa questione: la


prima è che in questo caso sono i figli a educare i genitori, o meglio a “tirar-fuori” i genitori e la
seconda è che nel rapporto famiglia-comunità la strada è ancora molto lunga... già il fatto che ci
si trovi per parlarne dimostra in parte che non è una cosa data per raggiunta.

Un giorno un monaco mi ha raccontato questo aneddoto:


Un giorno, in un campo c'è una riunione di farfalle e una dice: “Ho visto una fiamma”.
La farfalla anziana allora replica: “Vai a vedere e parlacene”.
La farfalla torna e racconta, ma l'anziana dice: “Non ci hai rivelato il segreto di quella luce”.
Allora un'altra farfalla va, torna e racconta ma la reazione della farfalla anziana è la stessa.
Una terza farfalla va. Si getta nella fiamma e viene bruciata. Non torna.
La farfalla anziana il giorno dopo dice: “Col suo essersi donata totalmente ci ha rivelato il segreto di
quella luce”.
La vicenda non era stata raccontata a proposito del nostro tema, ma può far pensare... Quale
genitore apprezzerebbe un figlio che abbandona la famiglia per dare la vita per altro? Per altri?
E se la terza farfalla era genitore e aveva un figlio... ha fatto bene a fare ciò che ha fatto o ha
agito in modo sconsiderato ed egoista?
Normalmente si pensa che i legami per cui dare la vita finiscano al cancello di casa, “Darei la
vita per mia moglie/marito, per i miei genitori, per i miei figli e stop”. Non ho mai sentito dire ad
un genitore che darebbe la vita per la comunità piuttosto che per suo figlio.
Quando gli apostoli hanno abbandonato le loro famiglie, le loro mogli per seguire Gesù e fare
comunità con lui? Hanno fatto bene?
Credo che queste vicende inquadrino già il modo in cui normalmente si pensa il rapporto
famiglia-comunità.

Ma veniamo a me, il figlio.


Per quanto riguarda l'inserimento e la coesione di una famiglia credo siano i figli, principalmente
da piccoli, a essere coloro che aiutano i genitori e insegnano loro.
Una famiglia nuova, in un paese, come entra in contatto con le altre famiglie se non perché ha i
figli che frequentano la stessa classe dei figli di altri?
I figli sono il primo motivo e password sociale che permettono ad un adulto di entrare in una
rete di relazioni, anticamera di una comunità.
La mia esperienza dice questo, prendo ad esempio la comunità parrocchiale perché più
facilmente identificabile ma con un qualsiasi altro gruppo sarebbe lo stesso.
Mia madre di S. Donnino, non molto lontano da Masone peraltro, mio padre di Sesso. Mia madre
legata alla sua parrocchia di origine, mio padre meno. Io ricordo che fino a 6 anni, a messa, sono

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andato a S. Donnino. Comincio la scuola elementare, catechismo... ed ecco che tutta la famiglia
comincia ad inserirsi nella comunità locale. Tant'è che tuttora i legami più stretti dei miei
genitori a Sesso, sono genitori di amici miei o di mio fratello. La loro amicizia si è sviluppata in
modo indipendente ma è nata per il fatto che avevano un figlio che viveva una condizione
comune.
Ecco perché ritengo che per la coesione e l'integrazione di una famiglia in una comunità siano
più maestri i figli che non i genitori. Non penso che la situazione sia ottimale, ma mi sembra sia
così.
Forse gli adulti dovrebbero lavorare più su di loro e meno sui figli. Nel senso che si dovrebbero
trovare per parlare della loro condizione e non dei problemi e del futuro dei figli.
Il dialogo tipo è:
• “Ciao, come stai?”
• “Mah, un po' di corsa col lavoro, poi mio figlio non stava bene...”
• “Eh, è sempre così... Ciao!”
• “Ciao”
Se ci si bada, chi ha risposto, non ha risposto alla domanda, ha detto come va il lavoro e come
sta suo figlio, non come sta lui. Forse i genitori dovrebbero diventare più protagonisti nella
costruzione dei legami tra famiglia è comunità, cercando di slegare il loro inserimento a quello
dei figli.
La funzione delle odiose (per i papà) feste dei bimbi organizzate dalle mamme... qual'è? Far
giocare i bambini?
Falso, i bambini giocano senza che il genitore gli insegni come si fa.
Dar loro un'occasione di incontro? Vero, ma non ai bambini... ai genitori. Sono i luoghi in cui
condividono la loro condizione di genitore, sentono di avere situazioni in comune, cominciano a
sentirsi parte di una comunità. Sembra strano, ma forse i genitori si conoscono grazie a
candeline e regalini e pasticcini.

L'altra questione che dicevo prima, è che come coesione tra famiglia e comunità, siamo ancora
piuttosto indietro.
Mai i miei genitori mi avrebbero lasciato ad un'altra famiglia per andare via un weekend, e non
c'entra il “per non disturbare”. È così.
Si dice che nel momento del bisogno si è disponibili e si saprebbe da chi andare, ma di fatto nella
normalità quotidiana, spesso la vita della famiglia ruota attorno al giardino e al salotto
piuttosto che alla comunità.
Nella mia esperienza, quando il mio gruppo (quello dei giovani 14 - 18 anni) ha attraversato un
momento di confusione e problematiche varie, nessun genitore o adulto ci ha chiesto o si è
interessato. Non perché i sessesi siano più cattivi di quelli di Masone, ma perché il senso di
appartenenza comunitaria è molto debole. Nessuno percepisce i giovani della sua parrocchia,
quartiere, paese, circolo come i suoi giovani, ma più facilmente come figli degli altri.
Dialogo:
• “Hai sentito quello che ha fatto quel ragazzo là?”
• “Eh, d'altra parte con dei genitori così era chiaro che poi...”
Io chiederei al secondo che ha parlato, per chi lui è adulto e magari genitore... lui dov'era?

In conclusione, mi sembra che il senso comunitario non sia qualcosa che sentiamo normalmente,
ma piuttosto qualcosa su cui ragionare e capire cosa sia per cercare di individuare modalità e
idee per crescere su questo fondamentale aspetto del nostro vivere di figli, genitori, famiglie e
persone.

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