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ma, nello stesso tempo, inconsciamente chierici e gente con istruzione, la sequela
ammirati. La cultura di «cristianità» in umile di Gesù li aveva portati alla
cui era immersa tutta la società rinuncia al loro sapere come mezzo di
medievale, induceva all’ammirazione di lavoro o di apostolato, in quanto esso
quegli uomini che erano stati capaci di supponeva un certo grado di prestigio e
seguire Gesù in maniera coerente; ma di potere.
nello stesso tempo, non poteva Le esperienze negative che si possono
acconsentire che lo facessero in modo intravedere nella Regola non bollata
così provocatorio. La fraternità quando parla del —» lavoro e della —»
francescana, nel prendere sul serio il predicazione, sono un esempio del fatto
Vangelo, metteva in crisi una società che che ia brama di potere e di dominio
si proclamava credente, ma che adattava persiste acquattata nel fondo dell’uomo
la sua fede agli antivalori condannati da e, alla più piccola negligenza, si camuffa
Gesù. persino di servizio e zelo per la causa del
Regno. Per questo Francesco pone in
allerta i fratelli affinché, «in qualunque
5. ERAVAMO INCOLTI
E SOGGETTI A TUTTI
luogo si trovino presso altri o per
lavorare, non facciano né gli
La Chiesa, nel medioevo, prestò un amministratori né i cancellieri, né
indubitabile servizio alla cultura. I presiedano nelle case di coloro a cui
monasteri e poi le cattedrali furono i prestano servizio, né accettino alcun
rifugi dove trovò asilo il sapere per non ufficio che generi scandalo o che porti
essere distrutto dalle invasioni del Nord. danno alle loro anime, ma siano minori e
Ma la protezione e l’uso di questo sapere, sottomessi a tutti coloro che sono in
oltre che essere un servizio, si convertì quella stessa casa» {Rnb 7,1-3:24). La
anche in potere, perché si trasformò in formazione e l’onestà dei Minori li
ideologia dominante e rese idoneo chi lo rendeva appetibili ai nuovi Comuni per il
deteneva a svolgere funzioni importanti disimpegno di cariche di responsabilità.
per mantenere l’organizzazione sociale L’accettazione di tali cariche significava
che perciò davano prestigio. un certo prestigio e la tentazione di
Dentro questo quadro del sapere [—> potere, pericoli che rendevano incoerente
SAPIENZA] come arma a doppio taglio - la la loro opzione di minorità e che rappre-
conservazione della cultura e il suo uso sentavano un pregiudizio per la loro
come mezzo ideologico di pressione e di anima.
potere - si deve collocare il gesto di L’altro pericolo era quello che insi-
Francesco e dei suoi di non adottare la diava i predicatori. Possessori di una
scienza come veicolo cultura teologica, correvano il pericolo di
dell’evangelizzazione, ma di servirsi esercitarla a vantaggio proprio, pur
della cultura popolare per comunicare la mascherandola con il servizio della
loro esperienza evangelica. predicazione. Perciò Francesco rac-
comanda loro di guardarsi «da ogni —»
a) Il non-sapere superbia e vanagloria, di difendersi dalla
sapienza di questo mondo e dalla
La voce di Francesco nel suo Testa- prudenza della carne. Lo spirito della
mento, quando rievoca le origini, ci carne, infatti, vuole e tenta di parlare
mostra l’elemento provocatorio della sua molto ma di fare poco, e cerca non la
opzione nel definire se stesso e i suoi religiosità e la santità interiore dello
come «uomini senza formazione e al spirito, ma vuole e desidera una reli-
servizio di tutti» (2Test 23:118).
Sebbene realmente non fosse così, poiché
nella prima fraternità c’erano alcuni
1127 Minorità 1128 1129 1130 Minorità
giosità e una santità che appaia al di fuori Francesco è impegnarsi a seguire l’u- fraternità si estende pure alla espro- Questo atteggiamento di umile mi-
agli uomini. È di questi che il Signore miltà e la povertà di nostro Signore Gesù priazione, non solo delle cose, ma anche norità potrebbe parere irreale, perché
dice: “In verità vi dico, hanno ricevuto la Cristo, relativizzando le cose e contenti di quei valori più sottili ai quali ci generico e astratto. Ciononostante, la
loro ricompensa”. Lo Spirito del Signore, di quanto basta per vivere con dignità aggrappiamo come a tavola di salvezza storia della fraternità ebbe ai suoi inizi
invece, vuole che la carne sia mortificata (Rnb 9,1-2:29). della nostra personalità. momenti di lucidità per farsi minore,
e disprezzata, vile, abbietta, e ricerca Con frequenza dimentichiamo che — benché a poco a poco tale lucidità an-
l’umiltà e la pazienza, la pura e semplice c) Il non-potere » Dio è il Bene totale dal quale procede dasse rarefacendosi, fino a scomparire
e vera pace dello spirito; e sempre e L’istinto di dominio che tutti por- ogni bene, e che, perciò, dobbiamo nella concretizzazione quotidiana del
soprattutto desidera il timore divino e la tiamo dentro deve smascherarsi per riconoscere che tutti i beni sono suoi e a progetto di vita come un valore iden-
divina sapienza e il divino amore del poter essere controllato, poiché sotto il lui dobbiamo restituirli (Rnb 17,17ss:49); tificante.
Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» manto del servizio siamo soliti in- «a noi non appartengono che i vizi e i Questa perdita della minorità come
(Rnb 17,10-16:48). trodurlo nelle nostre relazioni con gli peccati» (Rnb 17,8:48). Da qui segue che valore inglobante della vita francescana,
Il sapere dunque per Francesco è un altri. L’opzione evangelica ci insegna ed uno possa considerarsi veramente minore ridotta - al massimo - alla virtù dell’ —»
valore ambiguo che deve essere usato in esige di definire il servizio al Regno dal «se, quando il Signore fa per mezzo di lui umiltà, ebbe come conseguenza alcuni
accordo con la propria opzione di minore punto di vista di Gesù. Questo è il qualche cosa di buono, non per questo la comportamenti simili a quelli degli altri
della fraternità. UAmmonizione 7 delinea motivo per il quale Francesco insiste nel carne se ne inorgoglisce, poiché la carne Ordini religiosi, se non monastici.
meravigliosamente questo doppio dire che «nessuno dei frati abbia in è sempre contraria ad ogni bene, ma Per esempio: le cariche, che nell’or-
effetto, di vita o di morte, che la scienza questo potere o dominio, soprattutto tra piulioslo si ritiene ancora più vile ai ganizzazione della fraternità sono in
può costituire per i frati, soprattutto se di loro. Come dice infatti il Signore nel propri occhi, e si stima minore di tutti gli funzione del servizio della medesima,
sono predicatori. Vangelo: “I prìncipi delle nazioni le uomini» (Am 12,2-3:161), perché furono prese come feudi propri, in forza
signoreggiano, e i grandi esercitano il l’importante è accettare con umiltà che la dei quali si poteva esercitare il potere e
b) Il non-avere potere su di esse”; non così sarà tra i fonte del bene non siamo noi ma Dio. dominare gli altri. E questo dovette
frati, e “chi tra loro vorrà essere Perciò l’atteggiamento coerente è quello succedere molto presto, poiché già
Anche la —» povertà evangelica è maggiore, sia il loro ministro e servo; e di non esaltarsi più per il bene che il Francesco avverte in una delle sue
suscettibile di essere vissuta in base alla chi tra di essi è maggiore, sia come il Signore dice e opera per mezzo tuo, che Ammonizioni - dopo aver proposto
minorità. I numerosi movimenti minore”» (Rnb 5,12-15:19). per il bene che dice e opera per mezzo l’esempio del Signore, che non venne per
pauperistici che precedettero e ac- La convenienza di un’autorità nel degli altri (Am 17,1: 166), poiché essere servito ma per servire - che è un
compagnarono l’itinerario spirituale di gruppo che animasse e coordinasse i «chiunque invidierà [—» INVIDIA] il suo vero ministro colui che si gloria tanto
Francesco, non sempre seppero fare a frati poteva essere motivo per giustifi- fratello per il bene che il Signore dice e della sua carica, come se gli avessero
meno di appropriarsi la loro povertà, care l’esercizio del potere. Per questo fa in lui... invidia lo stesso Altissimo che affidato l’ufficio di lavare i piedi ai
usandola come arma contro gli abusi, la Francesco, seguendo il Vangelo, pro- dice e fa ogni bene» (Am 8,3-4:157). fratelli. E quando si turbano più di essere
maggior parte delle volte reali, di una pone un tipo di autorità il cui unico Colui che ha compreso che cos’è tolti da superiori che dall’ufficio di lavare
Chiesa potente e ricca. potere sia il servizio. La rinuncia alla minorità, «non si ritiene migliore, i piedi, vuol dire che si stanno
Francesco ricorda nel suo Testamento propria volontà, per compiere fidu- quando è onorato e esaltato dagli uomini, pericolosamente appropriando della
che nella primitiva fraternità quelli che si ciosamente la volontà di Dio, poneva la di quando è ritenuto vile e semplice e carica, a detrimento della loro vocazione
univano al gruppo «davano ai poveri tutte fraternità, ministri e sudditi, in una disprezzato; poiché quanto l’uomo vale di minori (Am 4,1 - 3:152). Perciò si
quelle cose che potevano avere; ed erano situazione di minorità, dove l’obbe- davanti a Dio, tanto vale e non più» (Am lamenta di quei frati che sono stati posti
contenti di una sola tonaca rappezzata dienza cessava di essere una soggezione 20,1-2:169). La grandezza dell’uomo in alto dagli altri e non vogliono
dentro e fuori, quelli che volevano, del personale, nella quale era possibile non sta nell’affermazione di sé, ma nel abbassarsi volentieri. Questi frati non
cingolo e delle brache. E non volévano l’abuso del potere, per mutarsi in una sapersi fondare in Dio. Perciò si realizza hanno capito la vera minorità del
avere di più» (2 Test 19-21:117). apertura obbedienziale di tutti al pro- colui che sa restituire tutti i beni al servizio, che non ambisce, anche se
Perciò Francesco non si inorgoglisce getto evangelico professato. In questo Signore; perché chi serba qualche cosa qualcuno vi è designato, alle alte cariche,
della sua povertà, ma usa le cose con modo, le mediazioni dell’autorità, anche per se stesso, sta costruendo la sua ma preferisce stare sempre ai piedi degli
sobrietà, dando ad esse - e incitando a se necessarie, erano controllate dalla personalità in modo errato, giacché altri (Am 20,3ss:145).
fare altrettanto quelli che avevano più di pratica del discernimento. presto o tardi gli sarà tolto ciò che L’altra forma di appropriazione, che
lui - una funzione sociale come esigenza 6. NON SI APPROPRINO DI NULLA credeva essere il suo fondamento e la sua accompagna questa dei ministri, è quella
di solidarietà cristiana. Essere povero sicurezza, restando esposto alle di ritenere l’ufficio di predicare [—»
minore dunque per L’atteggiamento di minore evan- intemperie (Am 19,2: 168). PREDICAZIONE] come se si trattasse di un
gelicamente provocatorio della prima diritto.
1131 Mi
7. SERVI DI TUTTI
La minorità è un atteggiamento re-
lazionale originato dall’accettazione
della propria povertà esistenziale. Ma
tale atteggiamento non si riduce alla sola
proclamazione del nostro nulla, bensì
richiede inoltre la sua esplicita- zione in
alcune relazioni umili con Dio, con i
fratelli e con gli altri uomini. La ragione
è che i valori, o ciò che prima
chiamavamo virtù, si acquistano e
maturano esercitandoli. Poiché non
varrebbe nulla essere mentalmente
convinti dell’importanza della minorità,
se poi questa non si calasse fino a questi
strati più profondi dell’uomo dove la
convinzione si fa decisione e la credenza
diviene pratica.
a) Servi di Dio
Parlando dei servi di Dio (cfr. 3,c)
abbiamo già descritto la posizione di
colui che sa di essere minore e perciò ha
bisogno di Dio. Il concetto di «servo di
Dio», elaborato nel medioevo per
esprimere la dedizione monastica al
servizio divino, riflette la disponibilità
totale di colui che si abbandona
completamente alla volontà del Signore.
Francesco lo usa molto di rado (Rnb
7,13:26; Rb 5,5:88), salvo nelle
Ammonizioni, che sono redatte in stile
monastico, probabilmente posteriore al
Santo. Lo impiegano invece con
frequenza i biografi. Sia quelli ufficiali -
Celano e Bonaventura - sia gli anonimi
usano l’appellativo «servo di Dio»
applicato a Francesco, in un senso
giuridico.
Tuttavia, questo aspetto canonico e
giuridico del «servo di Dio» non esau-
risce tutto il contenuto di significato che
tale termine ebbe per Francesco. Servire
il Signore Dio in —> penitenza (Rnb
22,26:60) condensa tutto il progetto
evangelico [—> EVANGELICITÀ] che
Francesco intuì per sé e per i suoi fratelli.
Più ancora; questo servire Dio in
penitenza, che suppone di aver ces-
norità 1132 1133 Minorità 1134
sato di servire corporalmente il mondo costo di umiliare gli altri (Rnb 5,12- 15:19). Il vero frate minore dà forma
(2Lf 65:203), costituisce anche la forma chiara e definita alla sua maturità
di vita di Chiara e delle sue sorelle evangelica aiutando gli altri frati ad es-
nelPessersi fatte «figlie e serve sere fedeli alla loro opzione, consapevole
dell’altissimo sommo Re Padre celeste» che questo servizio è mutuo, cioè che
(Fv 1:139). In questo modo, seguono anche gli altri frati debbono servire lui in
l’esempio di Maria, «figlia e ancella rapporto alla sua —» vocazione cristiana
dell’altissimo Re, il Padre celeste» (Uff, (Rnb 5,16-18:20).
Ant.:281; SalV 6:259), che si pose in Ma questo servizio fraterno non si
forma incondizionata al servizio del limita al mero aiuto spirituale. Dalla cura
regno annunciato da suo Figlio. degli infermi (Rnb 10,1:34), all’aiuto a
Da quanto si è detto si ricava che il quelli che stanno attraversando momenti
servo è colui che rende fattibile la —» di crisi (Lmin 2:234) o sono caduti nella
volontà del suo Signore senza rivendi- contraddizione del peccato (Lmin 8:235),
care, per questo, alcun diritto. Docile alle fino al lavoro o all’elemosina per
sue decisioni, le accoglie con fiducia, procurare cibo e vestito per gli altri (Rb
perché sa che provengono dall’amore e 5,4-5:88), sono tutte forme per
sono per il suo bene. Da ciò deriva che concretizzare lo spirito di servizio del
essere minori, nel metterci in relazione minore, che caratterizza e colora tutte le
con Dio, non vuole dire prendere un relazioni della fraternità evangelica.
atteggiamento servile, frutto della paura
e della pusillanimità. Servire Dio è c) Servire tutti per Dio
render possibile che il suo Regno prenda
corpo nella storia degli uomini, e La disponibilità al servizio che ca-
convertirsi in umili col- laboratori della ratterizza la vocazione del frate minore
sua attività liberatrice. non si riduce all’ambito della fraternità.
È nell’ampio campo dei figli di Dio, e
anche della creazione intera [—>
b) Servi dei fratelli CREATO], che essa vive e si realizza. Il
credere che la storia sia sempre «storia di
Il servizio del Regno non è affatto salvezza», perché Dio è presente in essa
un’astrazione che permetta di diluire i e la accompagna, ci porta ad accettare e,
contenuti evangelici di servizio in at- se è possibile, a trasformare gli
teggiamenti e gesti spiritualistici. Se il accadimenti al fine di far sì che il Regno
Regno è la concretizzazione dell’amore si attui e vada crescendo nel quotidiano
salvifico di Dio per gli uomini, l’entrare camminare degli uomini.
nella sua dinamica non può essere altra Questa trasformazione tuttavia può
cosa che riprodurre questo stesso amore diventare realtà soltanto se accettiamo
tra di noi. Ma l’amore si manifesta una conversione progressiva del nostro
soprattutto nel servizio; e questo si istinto di dominio in volontà di servizio.
concretizza, prima di tutto, nei confronti In questo consiste precisa- mente la
di coloro che abbiamo più vicino, cioè i minorità, nell’offrire la nostra
fratelli che formano fa fraternità. disponibilità di servizio a tutti gli uomini,
Parlando dell’aspetto minoritico poiché «mai dobbiamo desiderare di
dell’obbedienza, abbiamo già alluso al essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo
carattere che debbono mantenere le essere servi e soggetti ad ogni umana
relazioni tra i fratelli, con l’esclusione del creatura per amore di Dio» (2L/47:199).
dominio degli uni sugli altri e del- Ciò che è proprio del servo di Dio è di
l’affermazione delle loro personalità a servire tutti; perciò, nella sua attività
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