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it/agora/pagine/social-una-fabbrica-di-solitudine-e-dolore
Nel caso in cui l’isolamento sociale è un fatto oggettivo non può essere
contagioso, tuttavia c’è anche una percezione soggettiva di solitudine, che
riguarda persone inserite in un contesto sociale ma con la sensazione di
non essere considerate e comprese. Questo tipo di insoddisfazione si può
propagare attraverso persone particolarmente sensibili e capaci
d’immedesimarsi, infatti i nostri studi hanno dimostrato che se si hanno
amici o vicini di casa che soffrono di solitudine, sono le donne a essere
contagiate più facilmente, sia a livello emozionale che comportamentale.
Io stesso sono stato sorpreso dai risultati delle ricerche condotte sugli
effetti della solitudine sull’attività cerebrale: solitudine e dolore vengono
elaborati nella stessa area cerebrale. Questo significa che, a parità di
patologie, chi si sente solo soffre più degli altri. I nostri test hanno
dimostrato che se si mostra a un soggetto sofferente la fotografia di una
persona cara, la sua percezione del dolore diminuisce.
In che modo la solitudine, come lei sostiene, è una malattia che può
avere esiti letali?
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