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Università degli Studi di Cagliari
SOVRASTRUTTURE DI STRADE, FERROVIE ED AEROPORTI
Prof.ing. Mauro Coni (http://web.tiscali.it/mauroconi/)
Filler: materiale molto fine (P0.18 =100% P0.075 >85% , P0.05 >50% ). Si aggiunge a leganti e
conglomerati per conseguire maggiori caratteristiche meccaniche e di stabilità termica
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3. Coefficiente di imbibizione
4. Porosità
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La resistenza all’urto è
richiesta per i materiali litici
impiegati in lastre, masselli,
cubetti. Si utilizzano provini
cubici di 30 mm sottoposti
all’azione d’urto di una massa
che cade da un’altezza
progressivamente crescente (1
cm) con frequenza 10 sec. La
resistenza all’urto è data dal
numero di colpi necessari alla
rottura del provino, pari
all’altezza di caduta.
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Abradibilità (PSV,
PSV, CLA)
CLA)
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Gelività.
Rappresenta la sensibilità della roccia all’azione del
gelo. Viene determinata su provini cubici (7.1 – 10
cm). Viene eseguita la prova di compressione dopo
aver sottoposto il provino a 20 alternanze tra –20 e
+35 °C per almeno 3 ore, con passaggi repentini. Un
provino viene considerato insensibile se non presenta
lesioni e fessure, una perdita di peso inferiore al 2%
e di resistenza non maggiore del 25%.
Inerti per strati di fondazione e base legatilegati.. Sono materiali 0/D dove occorre distinguere tra inerti
per leganti idraulici o bituminosi. Nei primi l’attenzione viene posta alla pulizia degli inerti e sulla buona
possibilità di costipamento. Nelle miscele legate a bitume nasce il problema della loro stabilità interna; si
preferiscono, pertanto, inerti spigolosi, interamente provenienti da frantumazione. Buona deve essere
anche la granulometria affinché si raggiunga un’elevata compattezza.
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Misti granulari
Nuovo Capitolato
prestazionale proposto da
Univ. Ancona per il CNR
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Conglomerati bituminosi
tradizionali
Nuovo Capitolato
prestazionale proposto da
Univ. Ancona per il CNR
Conglomerati
bituminosi tradizionali
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t
Te
d du
y
dt dz
In un corpo plastico per produrre lo scorrimento occorre
applicare uno sforzo superiore ad un ben determinato valore e
finché questo non viene raggiunto le deformazioni prodotte
cessano al cessare del carico. In un mezzo viscoso le deformazioni
irreversibili si produco anche per piccoli valori di sforzo; inoltre,
esse progrediscono nel tempo anche mantenendo costante il livello
tensionale applicato.
Corpi elasto-
elasto-plasto
plasto-
-viscosi
t e p ve vt
e = def. elastica, recuperabile e indip. dal tempo
p = def. plastica, irrecuperabile e indip. dal tempo
ve = def.e
def e viscoelastica,
viscoelastica recuperabile e dip.
dip dal tempo
vp = def. viscoplastica, irrecuperabile e indip. dal tempo
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2. Penetrazione
La prova consiste nel determinare l’affondamento (in dmm) raggiunto in 5 sec da un ago di forma
standard caricato con 100 gr all’interno di un provino cilindrico di bitume (d=55 mm, h=35 mm)
mantenuto alla temperatura di 25°C.
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Lo studio reologico del bitume, viene condotto studiando per le differenti temperature i valori di
penetrazione. Più recentemente sono stati introdotti nei laboratori stradali i reometri e i viscosimetri.
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3.Pozzolane,
3.Pozzolane, ceneri volanti
elevato di allumina, ai cementi d’alto forno in cui al clinker puro
vengono aggiunte loppe basiche d’altoforno ed, infine, ai cementi
4 Calce
4.Calce
4.C l pozzolanici
l i i in
i cuii all clinker
li k viene
i aggiunta
i pozzolana.
l
Il cemento tipo Portland normale deriva da una mescolanza di ~80% di calcare (CaCO3) e ~20% di argilla (silicato
idrato di alluminio) che viene progressivamente portata a temperatura di ~1450 °C. A questa temperatura i
componenti si combinano dando luogo a silicati e alluminati di calcio. Il risultato è il clinker Portland che dopo
macinazione diviene cemento Portland. Le materie di partenza (calcare, argilla) vengono preventivamente macinati
per via secca o umida. La successiva cottura avviene in un lungo forno cilindrico, inclinato, dove il materiale
avanza lentamente verso la fiamma.
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Le loppe granulari d’alto forno sono un sottoprodotto della fabbricazione della ghisa. Il granulato si ottiene
raffreddando repentinamente la scoria di fusione con potenti getti d’acqua. I granulato di presenta di aspetto
sabbioso (0/2 mm e 0/5 mm) molto angolosi e friabili. Mediamente di producono 500-800 kg di loppa per tonnellata
di ghisa. La presa delle loppe d’altoforno presenta punti in comune con quella del cemento: ad una lenta
dissoluzione in acqua fa seguito un ricristallizzazione, che necessita di un ambiente basico (pH> 12.5). Pertanto
viene aggiunta calce o è presente quella proveniente dal clinker.
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