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La zona di origine dell'Olivo (Olea europaea L.) si ritiene sia quella del Medio Oriente (3.000 a.C.) . Si è ambientata
molto bene nel bacino mediterraneo dove viene considerata una coltura principale. I Romani provarono a coltivare
l’olivo in ogni territorio conquistato. È presente anche in California (USA), Argentina, Messico, Australia e Cina.
3. AREALE STORICO DI COLTIVAZIONE DELL’OLIVO
In verde l'areale storico della coltivazione dell'olivo, le aree dove l'olivo può regolarmente produrre.
In altre regioni i grassi per alimentazione provengono essenzialmente da burro, lardo ed oli da spremitura di altre
piante.
4. Areale di coltivazione
Il clima ideale è un clima di tipo temperato, con t° minime non inferiori a 8 - 10° C sotto zero,
soprattutto in certi periodi, quando la pianta è in attività vegetativa.
L’altitudine a cui può essere coltivato, non supera generalmente, i 500 - 600 m.s.l.m. alle nostre
latitudini.
Si adatta bene alle diverse condizioni climatiche ed edafiche, anche se si avvantaggia, come le altre
piante, di terreni relativamente profondi e fertili, dove le produzioni spuntano i migliori valori.
La sua adattabilità è dovuta, in particolare, alle numerose cultivar selezionate, più che altro, dalle
diverse condizioni climatiche che si verificano nell’ampio areale che interessa la coltura.
Esistono, infatti, cultivar autoctone, nei vari ambienti, ben adattate, ma in parte, sostituite da altre
cultivar a maggiore produttività.
5. Origine e diffusione
Con una sup. olivetata media inferiore all’ettaro, per questa annata si stima una
produzione pari a 80 mla/q.li d’olio extravergine. La produzione è altalenante e risulta pari
al 2-3% di quella nazionale; l’isola copre appena il 40% del fabbisogno interno, pari a
180/200 mila q.li.
Oltre 50 aziende regionali propongono i loro prodotti in confezione
Importiamo olio comunitario dalla Puglia, Basilicata, Sicilia, per la maggior parte di origine
Spagnola (Andalusia), che si caratterizza per il gusto di fieno (Fenolo).
Nell’annata agraria in corso è prevista una produzione di 1.500 q.li di olio DOP
pari al 4% del prodotto imbottigliato.
12. COLTIVAZIONE DELL’OLIVO IN SARDEGNA
LOGO
Costituito da un’oliva dalla quale stilla una goccia d’olio che,
con le foglie dell’ulivo, stilizza la testa di un asinello,
simbolo della produzione olearia della Sardegna.
Disciplinare di produzione
Art.7
La raccolta delle olive deve avvenire ad uno stadio di maturazione
ottimale, entro un arco di tempo compreso tra l’inizio della invaiatura e non
oltre il 31 gennaio. I sistemi di raccolta ammessi sono:
la “brucatura” dalla pianta;
la raccolta con mezzi meccanici.
In ogni caso, saranno escluse le tecniche, comunque eseguite, che
prevedono la raccattatura delle drupe cadute al suolo. E’ vietato l’uso di prodotti
di abscissione.
Le olive raccolte dovranno essere trasportate e conservate in idonei
contenitori aerati atti a garantire la qualità originaria, in ambienti freschi e ben
aerati, al riparo dall’acqua, dal vento, dai rischi di gelate e lontano da odori
sgradevoli; devono essere molite entro 2 giorni dalla raccolta.
13. COLTIVAZIONE DELL’OLIVO IN SARDEGNA
14. COLTIVAZIONE DELL’OLIVO IN SARDEGNA
15. DIFFUSIONE DELL’OLIVO NEL SASSARESE
Il comune di
Alghero è il
primo in
Sardegna, con
580 q.li d’olio
certificato
D.O.P.
16. Caratterizza il paesaggio della Sardegna
Si nota l'affinità compositiva dei due elementi e questo spiega la facilità con cui
l'organismo umano assimila questo alimento che è superiore a quello di qualsiasi
altro olio o grasso.
24. L'olio d'oliva è una vera e proprio medicina
Per i bambini, per il grande apporto di acido oleico presente anche nel
latte materno, alimento perfetto sotto qualsiasi punto di vista;
L'olio di oliva assume anche grande importanza nella prevenzione di alcune forme tumorali:
se ne raccomanda l'uso nella frittura dei cibi perché il suo punto di fumo può raggiungere i
210° senza bruciare grazie alla sua bassa acidità.
«Il punto di fumo è la t° in cui l’olio comincia a bruciare e i grassi si decompongono nei loro
costituenti principali, formando composti tossici».
Nessun altro grasso può uscire indenne da temperature così elevate come esige la frittura!
A differenza di altri grassi per frittura, quest'olio, dopo il primo uso, può essere conservato ed adoperato
per molte altre volte, lasciando depositare in fondo al contenitore i residui delle cotture precedenti:
nessun altro grasso può garantire più di un'occasione d'uso!
26. Proprietà dell'olio di oliva
Fra i popoli che fanno uso esclusivo risulta meno frequente l'incidenza di infarti e di malattie
cardiovascolari , pur essendo elevato l'apporto calorico dell'alimentazione stessa.
Numerosi studi hanno dimostrato che l'olio d'oliva riduce il deposito di colesterolo "cattivo" sulle
pareti delle arterie e potenzia invece il "colesterolo buono" che rimuove il colesterolo dalle pareti
delle arterie.
CONSIGLIATI
Abbassano il tasso di colesterolo e migliorano il
tasso di HDL:
Olio d'oliva 77% di grassi insaturi
Olio di arachidi 56% di grassi insaturi
SCONSIGLIABILI
Fanno aumentare soprattutto LDL e VLDL:
Olio di cocco 91% di grassi saturi
Olio di palma 83 % di grassi saturi
Burro 65% di grassi saturi
Strutto di maiale 42% di grassi saturi
Margarina 33,8-71,5% di grassi saturi
30. Alcune caratteristiche botaniche
Cinque fasi principali suddivise in 17 Subfasi comprendono l'intero ciclo fenologico della pianta di olivo.
43. Fasi fenologiche
1. Stasi vegetativa 2. Germogliamento 2. Accrescimento del germogli 3.a.Inizio mignolatura 3.b. Sviluppo mignole 3.c. Completa mignolatura
4.a. Inizio fioritura 4.b. Piena fioritura 4.c. Fine fioritura 5. Allegagione 6.a. 1° fase – 6.b. 2° fase -
accrescimento frutto Indurimento nocciolo
N 40-70 Kg/ha;
P2O5: 15-25 Kg/ha;
K2O: 60-90 Kg/ha.
Bactrocera oleae
54. Il ciclo della mosca
In prossimità della terza muta la larva di III età, si sposta verso la superficie e
prepara il foro di uscita per l'adulto rodendo la polpa fino a lasciare un sottilissimo
strato superficiale.
Sulla superficie è bene evidente un'area circolare traslucida dovuta alla pellicola
residua lasciata.
La pupa resta quiescente nella cavità sottostante, protetta all'interno del pupario
formato dall'esuvia della larva matura.
Gli adulti sono glicifagi e si nutrono principalmente di melata. Essendo la loro dieta
base povera di proteine, sono particolarmente attratti da materiali che emanano
sostanze azotate volatili, come ad esempio gli escrementi degli uccelli, allo scopo
d'integrare il fabbisogno proteico. Questo comportamento è importante perché può
essere sfruttato nei programmi di lotta e di monitoraggio utilizzando come attrattivi
le proteine idrolizzate e i sali d'ammonio.
57. Il ciclo della mosca
58. I danni causati dalla mosca
Questo imenottero attacca le uova e le larve La lotta con i fitofarmaci può essere attuata con trattamenti
curativi contro le larve oppure con trattamenti preventivi contro
delle olive. gli adulti.
Tra i predattori le formiche e altri insetti I trattamenti curativi si effettuano irrorando l'oliveto con
possono distruggere le larve cadute nel insetticidi a base di Dimetoato, Deltametrina, Phosmet
terreno.
60. Lotta guidata e lotta integrata
Sistemi tradizionali
Le olive possono essere raccolte sulla pianta oppure a terra, quando cadono
naturalmente per completa maturazione o per scuotimento.
Brucatura:
I frutti vengono staccati manualmente e posti in ceste . In questo caso i frutti non
sono soggetti a traumi e si presta bene per la raccolta delle olive da tavola.
Pettinatura o strisciatura
I rami fruttiferi vengono pettinati e le drupe vengono lasciate cadere su dei teloni
posti sotto la chioma
Abbacchiatura
Si percuotono i rami con delle lunghe pertiche, provocando la caduta dei frutti. Si
provocano danni ingenti sia ai frutti che alla vegetazione, per cui è da sconsigliare.
Raccattatura
Si attende che le drupe completamente mature cadano dalla pianta naturalmente o
in seguito a scuotimento dei rami e poi si raccattano sul terreno con attrezzi
spazzolatrici, aspiratori, raccattatrici.
64. Metodi di raccolta
65. Conservazione e trasporto
I brucatori
Sono attrezzi costituiti da assi sinusoidali che
girano in senso opposto rispetto a quelli
adiacenti e sono generalmente azionati da
motore elettrico che si può collegare a una
batteria di 12 V (batteria della trattrice)
67. Metodi di raccolta
I vibratori determinano il distacco dei frutti per mezzo di una testata che, agganciata al tronco
o alle branche principali, genera vibrazioni ad alta frequenza e bassa intensità (15-30 Hz).
Essi possono essere semoventi o portati da trattrici e possono essere dotati di telaio per
l’intercettazione delle olive. Da queste macchine si ottiene la maggiore efficienza, infatti
consentono di raccogliere i frutti di ciascuna pianta in pochi minuti. La raccolta con scuotitori si
può fare su piante che hanno raggiunto un diametro minimo del tronco di 8-16 cm (ulivi di età
5-10 anni). Esistono modelli più potenti che possono scuotere alberi con tronco superiore a
50cm di diametro.
I vibratori di tronco con annesso l’intercettatore meccanizzato rappresentano la migliore
soluzione e il miglior rendimento in termine di resa raccolto, ma va fatta una attenta
valutazione sul tipo di impianto di uliveto che si va trattare.
28. Operazioni preliminari
L'olio di oliva dev'essere conservato in bottiglie di vetro scuro o latta, al riparo dalla luce e
fonti di calore.
Se il contenitore è integro e ben sigillato l'olio di oliva in esso contenuto si mantiene inalterato
per circa 18 mesi.
Se l'olio di oliva si presenta torbido e denso a causa della mancata filtrazione, i tempi di
conservazione del prodotto si abbassano e l'olio può andare più facilmente incontro ad
irrancidimento.
Quando si acquista un olio di oliva è importante valutare attentamente il prezzo del prodotto
in quanto i parametri tradizionali di genuinità e pregio (colore verde e opacità) possono essere
riprodotti artificialmente evitando la filtrazione e tingendo l'olio con clorofilla.
Per valutare la pregiatezza di un olio di oliva ci si può basare sul valore di acidità, tanto più
basso quanto migliore è la qualità del prodotto.
73. La produzione di olive da tavola
Quella mondiale è di circa 1 mln di tonnellate annue (pari al 3.5% della produzione olivicola),
il 40% viene prodotto in Europa. L’Italia produce circa il 10% della produzione mondiale.
74. La produzione di olive da tavola
Il paese maggior consumatore al mondo è l’USA ed è seguito subito dall’Italia (2,5-3 Kg per
abitante). Il nostro paese importa olive da mensa per circa il 45 % del consumo totale.
Nella zona di origine, l’Oliva Tenera Ascolana è coltivata almeno su una superficie di circa
66.000 ettari a coltura specializzata che fornisce una media di circa 6.000 quintali di prodotto.
A tale coltura specializzata si aggiunge una produzione derivante da piante sparse coltivate
per lo più per soddisfare il fabbisogno familiare (1-5 piante per un totale di circa 7.300 piante).
In Abruzzo sono coltivati ad Oliva Tenera Ascolana circa 20 ettari specializzati (7.000
piante con produzione stimata intorno a 700-750 quintali di prodotto).
Oggi, é stimata una domanda di Oliva Tenera Ascolana per la produzione delle olive
farcite, che si aggira intorno a 20.000 quintali mentre, 10.000 q.li sarebbe la quantità
richiesta per il consumo
75. La produzione di olive da tavola
le olive dolcificate ad acqua; vengono lasciate a bagno una decina di giorni in acqua
fredda, che deve venire cambiata più volte. Vengono successivamente conservate in
barattoli con acqua leggermente salata; le olive verdi dolci, hanno colore verde brillante, e
sono grosse, del tipo pugliese o ascolano, che vengono rese dolci mediante trattamenti
con soda caustica e calce;
le olive verdi in salamoia, sono quelle più comunemente usate per gli aperitivi nei locali;
vengono rese dolci con trattamenti alla soda caustica e calce anche se con tempi meno
prolungati delle olive verdi dolci, e poi vengono conservate in una salamoia di acqua e
sale;
le olive (dette) bianche, che si trovano in Sicilia e si ottengono tramite una lunga e forte
salamoia tanto che perdono il loro colore; successivamente vengono conservate in una
salamoia leggera;
le olive conciate vengono preparate partendo da olive dolcificate tramite salamoia che
vengono successivamente ammaccate (possono essere poi snocciolate o meno) e lasciate
fermentare con aromi diversi come aglio, origano, peperoncino, finocchietto…
76. La produzione di olive da tavola
le olive baresane, vengono dolcificate con soda caustica o calce, e si presentano lucide, nere e grosse;
le olive Greche sono trattate con una salamoia addizionata con aceto di vino ( e conservate poi in una
simile salamoia) e si presentano grosse e di colore scuro-violaceo; le olive al sale secco sono state
dolcificate e mantenute sotto sale per poi venir lavate e asciugate in forno; sono di colore nero opaco,
di medie dimensioni, dalla buccia raggrinzita e dalla polpa abbastanza asciutta;
le olive seccate al sole o in forno vengono dolcificate in acqua e poi asciugare tramite essiccatura al
sole o in forno; si presentano raggrinzite e asciutte, quasi senza polpa;
le olive (dette) di Gaeta vengono tenute in acqua per diversi giorni, poi messe sotto sale pe un giorno e
ancora in acqua per altri 40 giorni; vengono conservate in una leggera salamoia di acqua bollita e sale;
le olive nere in salamoia sono generalmente di piccole dimensioni e di colore più o meno scuro a
seconda del grado di maturazione: possono essere di diversi tipi a seconda delle regioni di provenienza
e delle salamoie nelle quale vengono immerse, che possono contenere anche diversi aromi e spezie,
le olive aromatizzate derivano sia da quelle nere in salamoia che da quelle al sale secco, che vengono
aromatizzate qualche giorno prima di essere gustate con finocchio, cipolle, origano, timo, peperoncino,
arancia o limone;
le olive in pasta sono un prodotto artigianale formato da pasta di olive e aromi, chiamato anche caviale
o pate’ di olive, usato nelle preparazioni di salse, sughi e bruschette
Uso in cucina
L'olio di semi è più adatto ad essere consumato crudo, dato che a temperature elevate subisce
trasformazioni chimiche che liberano sostanze nocive: la sensazione di leggerezza che dà l'olio di
semi alle fritture è solo apparente, poiché in realtà è molto più difficile da assorbire dal nostro
organismo rispetto a una frittura fatta con l'olio di oliva.
Nonostante ciò, è spesso utilizzato per le fritture, poiché è più economico. L’olio di semi è indicato
per condire carni, insalate, pesce lesso, ed è indispensabile per la realizzazione di molte salse, una
per tutte, la maionese.
A differenza dell'olio di oliva, l'olio di semi è composto principalmente da acidi polinsaturi.
Gli oli vegetali sono ricchi di nutrienti essenziali, indispensabili per la nostra dieta: contengono infatti
molte vitamine, soprattutto l'olio di girasole che contiene una percentuale elevata di vitamina E;
questo nel caso in cui non vengano trattati chimicamente e che non siano raffinati.
L'olio di semi potrebbe essere sostituito a quello di oliva nelle diete ipocaloriche, poiché l'olio di semi
contiene pochi acidi linoleici, necessari all'organismo, mentre l'olio di oliva ne contiene in maggior
quantità.
Ogni olio di semi, ha poi caratteristiche particolari, ad esempio:
- l'olio di girasole è una fonte rilevante di calcio, potassio, di grassi polisaturi e vitamine;
- l'olio di soia ha contiene oligoelementi, lecitine e vitamine A ed E (un antiossidante naturale,
previene malattie cardiovascolari);
- l'olio di arachide contiene, a differenza degli altri oli di semi, molti grassi acidi monoinsaturi e meno
polinsaturi.
Olio di sansa
La sansa di olive è ciò che resta dopo l'estrazione dell'olio e da essa è possibile estrarre ancora dell'olio
residuo. Infatti la sansa, a seconda del tipo di frantoio, contiene ancora dal 3% al 6% di olio. La sansa
proveniente da frantoi tradizionali (con presse) contiene circa il 6% di olio mentre la sansa da frantoi
moderni, i così detti frantoi "continui", ne contiene circa il 3%.
Quest'olio viene estratto industrialmente, appunto nei "sansifici", per mezzo di solventi chimici.
Quest’olio detto "olio di sansa grezzo" non è commestibile: attraverso un trattamento di raffinazione si
ricava "l'olio di sansa d'oliva raffinato", che ancora non è commestibile. Solo dopo l'aggiunta di una
percentuale non meglio specificata di olio di oliva vergine esso diviene commestibile e denominato
"olio di sansa di oliva". Questo prodotto, oltre ad avere composizione e proprietà completamente
differenti, è un olio di minor pregio e meno costoso.
Le denominazioni commerciali sono rigorosamente codificate dalla Unione
Europea nella direttiva 136/66/CEE. Il Reg.CE 2568/91 e in ultimo il Reg.CE
1989/03 individuano le seguenti categorie di olii di oliva: