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zia delle guarigioni, seguendo le divine tradizioni
degli apostoli.
La Chiesa di Cristo ha riottenuto a suo preziosis-
simo ornamento l’esposizione piena di gioia delle
venerabili e sante icone di Cristo Salvatore, della
Madre di Dio e di tutti i santi, quale preziosissimo
ornamento: essa ne viene per grazia rallegrata e il-
luminata, respinge, scacciandola, la turba degli ere-
tici ed esultando glorifica il Dio amico degli uomini
che per lei sopportò la volontaria passione.
Gloria. Tono pl. 2.
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catelo di pacificare il mondo e salvare le nostre a-
nime.
E ora. Theotokìon.
Tutta la mia speranza in te ripongo, Madre di Di-
o, custodiscimi sotto la tua protezione.
Apòstica alfabetici dall’oktòichos.
Gloria. Idiòmelon. Tono 2.
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Al Mattutino
Dopo l’esasalmo, a Il Signore è Dio, apolytìkion ana-
stàsimo. Gloria. La tua immacolata icona veneriamo, o
buono. E ora. Theotokìon. Trascendono il pensiero tutti i
tuoi misteri. Quindi la solita sticologia, gli anavathmì del
tono, Ogni spirito e il vangelo mattutino stabilito, Con-
templata la risurrezione di Cristo. Dopo il salmo 50.
Gloria. Tono pl. 4.
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Ode 1. Tono 4. Quando l’antico Israele.
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Inneggiamo a Cristo che ci ha dato un’imperatrice
pia, amica di Cristo, con il figlio coronato da Dio.
Theotokìon. Giunti, o purissima, alla tua sacra di-
mora, noi fedeli ti preghiamo ora di essere irradiati
da luminosa grazia.
Katavasìa. Si rallegra in te, o Cristo, la tua Chiesa e
grida: Tu sei mia forza, Signore, mio rifugio e mia
saldezza.
Kathìsmata. Tono 1. Stupisca il coro angelico.
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Liberando il tuo popolo da gravissima empietà,
rendilo ardente di zelo per la pietà e fa’ che acclami
con fede: Gloria, Signore, alla tua potenza.
Contemplando i templi divini risplendenti per le
effigi dal sacro aspetto delle icone del Cristo e per le
immagini della Madre di Dio, esultiamo di sacra e-
sultanza.
L’imperatrice incoronata, che desiderava il vero
regno di Cristo, di nuovo espose la sua icona imma-
colata e le effigi dei santi.
Theotokìon. Tu che partoristi incarnato il Verbo
divino, divenisti, o piena di grazia, suo santuario
degno di Dio: per questo inauguriamo il tuo fulgido
sacrario.
Katavasìa. Vedendo te, sole di giustizia, elevato
sulla croce, la Chiesa se ne stette al suo posto e a ra-
gione acclamava: Gloria alla tua potenza, Signore.
Ode 5. Tu, mio Signore.
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Ode 6. A te offrirò sacrifici.
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solo, con un’unica fede e un solo battesimo, di Cri-
sto ci rivestiamo. Proclamando dunque la salvezza,
a fatti e a parole vogliamo descriverla.
Sinassario del mineo, poi il seguente.
Lo stesso giorno, prima domenica dei digiuni, si
fa memoria del ripristino del culto delle sante e ve-
nerabili icone, attuato dagli indimenticabili impera-
tori di Costantinopoli Michele e Teodora sua madre,
sotto il patriarcato del santo confessore Metodio.
Stichi. Esulto vedendo il culto delle icone un tem-
po vietato, ora ristabilito.
O immutabile Icona del Padre, per l’intercessione
dei tuoi santi confessori, abbi pietà di noi. Amìn.
Ode 7. Nella fornace persiana.
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dalla fiamma, acclamavano: Benedetto sei tu, Si-
gnore, nel tempio della tua gloria.
Ode 8. Distese le mani.
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Fa’ risplendere della tua divina gloria i nostri re,
o pietoso e poni loro intorno gli schieramenti e le
armate angeliche, sottomettendo loro, o Sovrano,
l’arroganza delle genti.
Theotokìon. È stata tolta la condanna della proge-
nitrice Eva, Madre di Dio, perché tu, o pura, inespli-
cabilmente generasti il Sovrano di tutti, del quale
noi ora nelle icone onoriamo anche l’effige.
Katavasìa. Da te, o Vergine, monte non tagliato, fu
staccato Cristo, pietra angolare non tagliata da mano
d’uomo che congiunse le nature distinte: per questo
noi ti magnifichiamo esultanti, Madre di Dio.
Exapostilarion, l’eothinòn anastàsimo, una sola volta e i
seguenti.
Udite, donne.
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volontà la liberasti dalla seduzione degli idoli e la
fidanzasti a te nel tuo sangue prezioso: ed essa con
gioia di nuovo saluta la sacra esposizione delle ico-
ne e lieta a te inneggia e glorifica con fede.
Stico. Ti loderò, Signore, con tutto il mio cuore;
narrerò tutte le tue meraviglie.
Esponendo, Signore, la tua effige secondo la car-
ne, noi la salutiamo per ciò che rappresenta, manife-
stando il grande mistero della tua economia: non in
apparenza, come dicono i nemici di Dio, seguaci di
Mane, ci sei apparso, o amico degli uomini, ma nella
realtà e nella natura della carne, per elevarci, tramite
essa, all’amore e alla divina passione per te.
Stico. Sorgi, Signore, mio Dio, si innalzi la tua
mano, non dimenticare i tuoi miseri sino alla fine.
Un giorno pieno di gaudio e letizia è sorto oggi:
rifulge infatti lo splendore dei dogmi veracissimi e
brilla la Chiesa di Cristo, ornata dall’esposizione di
icone di santi e dai bagliori delle immagini, mentre
si realizza, concessa da Dio, la concordia dei fedeli.
Gloria. Idiòmelon. Tono pl.2.
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Alla Liturgia
Typikà e alle beatitudini le iodi 3 e 6 del canone del
triodion.
Prokìmenon. Tono 4. Benedetto sei tu, Signore Dio
dei nostri padri.
Stico. Poiché sei giusto in tutto ciò che ci hai fatto.
Apostolo: Ebrei 11, 24 – 26. 32 – 40.
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la promessa avendo Dio previsto per noi qualcosa
di meglio, affinché non giungessero alla perfezione
senza di noi.
Alliluia. Tono 4.
Mosè e Aronne fra i suoi sacerdoti e Samuele tra
quelli che invocavano il suo nome.
Stico. Invocavano il Signore ed egli li esaudiva;
parlava loro nella colonna di nubi.
Vangelo secondo Giovanni. In quel tempo Gesù vol-
le uscire per la Galilea (1, 44 – 52).
Kinonikòn. Lodate il Signore dai cieli.
Dopo il congedo del mattutino e prima della Liturgia,
si fa insieme la processione col santo legno della croce e le
venerande icone e si va in un luogo stabilito dove va letto
il Synodikòn. Andando e tornando si canta il canone, po-
ema dei nostro santo padre Teodoro Studita.
Ode 1. Tono pl. 2. Aiuto e scudo.
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Arrossiscano e siano svergognati venendo meno
Lizix e Antonio con Giovanni e Teodoro, i rinnegati
della fede.
Al legislatore Mosè un tempo si opposero Iannìs
e Iambres, ma furono svergognati: arrossiscano ora
Antonio e Giovanni l’eretico.
Fracassasti, o Cristo, l’armatura dei nemici di Dio
consegnasti le loro armi alla Chiesa per cui versasti
il tuo sangue, o buono.
Ti venero e ti adoro, Trinità, divino potere: strap-
pami da tutte le tentazioni poiché credo in te, Padre,
Figlio e santissimo Spirito.
Theotokìon. Indossando la veste reale da te, Vergi-
ne, Dio apparve ai mortali antropomorfo, duplice
nella natura; l’aspetto della sua forma noi veneriamo.
Giunti al luogo stabilito, si dice il tropario: La tua
immacolata icona, o buono.
Gloria. E ora. Un altro. Tono 2.
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DOMENICA SERA AL VESPRO
Dopo il salmo introduttivo al Signore, a te ho grida-
to, sostiamo allo stico 10 e cantiamo 4 stichirà catanittici
del tono corrente, questi 3 del triodion e 3 dal mineo.
Stichirà prosòmia, poema di Giuseppe.
Tono 4. Hai dato come segno.
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Stico. Dai confini della terra a te ho gridato.
Stico. Sarò protetto al riparo delle tue ali.
Stico. Così salmeggerò al tuo nome nei secoli.
E di nuovo, con voce più sonora:
Hai dato l’eredità a quelli che temono il tuo no-
me, Signore.
Apòstica, l’idiòmelon del giorno. Tono pl. 4.
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terminato il mineo si dicono i prosòmia e il theotokìon. I
canoni della Madre di Dio precedono sempre gli altri.
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