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Axxo XIV, Luglio-Agosto 1911. Ne 151-152. ATENE & ROMA BULLETTINO DELLA SOCIETA ITALIANA PER LA DIFFUSIONE EB LINCORAGGIAMENTO DEGLI STUDI CLASSICI Sede contra Direzione del Bullettina Firenze — 2, Plazza S. Marco Un fascicalo separato — =} SOMMARIO Amministrazione Viale Princine Eugenio 29, Firenze Le=| mie 4 6, Baroda prima Ngloga di Duntec1' Alenni anni fa, due articoli del Novati rinnovarono Vattenzione sulla prima Bgloga di Dante, responsiva ad un carme di Gio- | yanni del Virgi 4 Bologna. Bs: glia intorno alla misteriosa ‘ pecorella” che iyi Dante si apparecehia a mnngere, per man- darne dieci vaselli di latte » quel sno gen: tile © alguanto ardito ammiratore, il quale non scrivere soltanto in io, lettore di poosia Jatina aecesero un poco di batta. Paveva invitato a yolgare, per la gente rozza, ¢ a far contenti anche i dotti, a comporre per loro qualche bel poema eroieo in latino, lasciandogli pire che solo in questo modo avrebbe po- segutire la pid alta gloria della poe- ¢ forse la consaerazione ufiiciale di poeta @alloro. Secondo = into eo per mezzo della corona munemente adottata, dal Pinterpretazione e Ponta in poi, quei dieei vaselli simboleggia yano dieci canti del Paradiso: il poeta, ciod, che stava lavorando alla terza eantiea (siamo cirea al 1319, © Dante mori nel 121), avrebbe exeduto di poter far comprendere al latinista che una poesia come quella del Paradiso era di por si un titolo sufficiente, benchi in ita- liano ; secondo il Novati invece, i dieci vaselli erano la promessa di un’ intera Bueotéea, com tine © Roma, XTP 151-102. posta ¢ da comporre ad imitazione ed emu: lazione della Bueoliea virgiliana, con lo seopo di guadagnarsi quel ramoscello di alloro, che alle fronti dei poeti volgari dalle costumanze © dai pregindizi del tempo era inesorabil mente negato "). Il Novati si fieeva torte anzitutto dell’an- toritA del?’ anonimo che in un codice Lauret iano (il pit importante e, anzi, quasi il solo importante fra i codiei, pochissimi, in eni le due Egloghe dantesche si eonservano) ha il Instrato i versi latini del nostro Poeta con un presioso commentino ; antoritd che senza’ dubbio non & pi ‘ola, perchd Panonimo si mostra assai bene informato sulle cireostanze di fatto, che altrimenti noi dovremmo ras- d ignovare o tutte o in gran parte, © perch? sicuramente 9 quasi sieuramente + & Giovanni seguarel egli ® un anonimo Boccaccio, che, non contento di traserivere @ conservarei Ia eorrispondenza postica fra Dante © il,del Virgilio, ha voluto render cela pitt comprensibile con le sue glosse, Bgl proposito delP ovis di Dante: « ear- men baceolienm » chiosa 2 4) Praxcusco Novant, Poetitle ¢ indugint danie- cles Bologaa, Zanioholli, 1809, Veal ivi f due dotti © acuti articoli intitolati “ Pascua pierite demum ros0- nabat avenis’ © La suprema aspivasione di Dante 2) Le glosse furono pubblicato diplomaticamente nel volume di Partie H, Wrexstern and Epwunn @. GARDNER, Dante and Giovanni del Virgilio, inolu- 151-152. ANNO XIV. 195 In quel fervore di diseussioni ehe la pro- | posta del Novati suscitd, io avevp seritto aleune pagine, anzi pit di aleune, con Io scopo di esaminare © commentare I’ Bgloga nel suo complesso, ¢, riassumendo le idee de- gli altri e contrapponendovi qualche osser- vazione, tramne, se fosse possibile, un poco. di Ince sui passi diffieili che Ta intraleiano s anche, s’intende, ma non soltanto, sa quello dell ovis gratissima. Poi Yoceasione pass, ¢ non ne faci pill nulla. Ma si direbbe eh’ essa stia per ritornare, 0 chiaro almeno che il fuoco cova sotto le ceneri, perehd, a tacere di seritti un poco pitt veeehi, Aristide Marigo, in un lavoro intitolato Zi elassietsmo virgiliano nelle Hgtoghe dé Dante"), si mostra profonda- mente persnaso che, cirea 1 ov gione il Noyati; ¢ in una recensione a questo layoro, Umberto Cosmo, nell'ultine numero del Giornale storieo della letteratura italiana, vol mostrare che hanno sicuramente torto il Novati¢ il Marigo, che anzi, intendendo al Toro modo, si fa torto a Dante, si gindiea con logica e dottrina da eruditi, ma non si rispettano i diritti della poesia *). ding Critioal Zdition of tho tost of Dante! o * Belogae Latinae? and of the postio remains of Giocauné del Virgilio ; Wostminator, Constable, 1902, Intorue xd sso vii il mio articolo Un’edisione énglese delle poe- tie latine di Dante ¢ ai Giovanni det Firgitio (nel Gior- nate danteree, a. X, qgind, TV-V}, che eontione una nuova collazione del codice Laurenziano, ¢ ossery: aioni paloografiche sulle glosgo ¢ sul glossatore, alle ‘guali fnora non fu agghinto nulla di nuove. Fu il Boceaseio Vantore doll glossa o le traerisse da un oilice pit, autigo? Forse le trascrisse, con qualehe giuuta di suos ma nesemno norm ristadid la pie- cola questions, seppure ® possibile venirne a capo. 2) Bstratto dal volume XXV degli Atti © Memorie della R. Avead. di Padova; Padova, Pipogralia Giov. Batt, Randi, 1909; 8, pp. 39. 2) Giornale stor. a. letter. i, vol. LVTL, fase, 1-2 4011; pp. 171 seg. Lfovis gratiesima & per lui proprio Hl Paradiso: <8, © non puo essere altro, il Paradieo, ‘0, meglio In materia di quello che giorno per giorno, ives > A obiariee il pensiero del Cosmo ® utile confrontare ei cho dice povo prima nello, stesso articolo, parlando degli Studi ew Dante del Filomusi-Gnelfl, Bygli mostra di eredere necessi- Bia all/intolligonza dotls poosin del Paradiso In teoria avis fl Paradiso abbia ras | 196 151-152. | Taccusa & grave, ©, ai tempi in eui vi viamo, mentre 10 sdegno contro la po telligensa degli ernditi va crescendo nei molti non ernditi, ® anzi tale da far perdere il co- raggio di contradire. Per fortuna io, in que- ste pagine, che, per non maneare ancora una volta alla buona oceasione, estraggo, rabber- ciandole, da quel mio yeechio lavoro, con- fradico bens) al Cosimo, ma contradico an- . Ed ecco come, Non & singo- lare che in una questione quasi di fatto, come & Vinterpretazione di una non difficilissima latina, due sehiere di studiosi, armata che al Novat poesi Tuna contro Paltra, possano essere con ugual tenacin © quasi direi con uguale entnsinsmo persuase di due cose contradittorie? To mi spiego il fenomeno eosi, che in fondo hanno ragione © torto gli uni e gli altri, hanno ciod mezza ragione © mezzo torto ciascuno, € cia seuno vede soltanto il torto del suo avver: sario, non si aceorge del proprio, Le mie pagine contengono forse poco di nuove, per- ch® nnoyo in tutto non @ il pensiero da cui Imuovono, ma non sono neppure wn tentative to ad interpretare PEgloga strottamente secondo il significato letterale, ¢ giudieare del suo st gnilicato psicologico ¢ poeti¢o pit profonda- mente che si pud, ma fondandosi sempre sul significato Ietterale, Beco dunque sabito il mio pensiero, che credo almeno sia giusto, I Novati s?2 tenuto saldo su due punti: 1°, Povis gratissima é il duceoliewn carmen. 2°, Dante, concedendo al- Vinvito di Giovanni, si dispone a conquistarsi con dieci egloghe latine Palloro. Di solito, © si accettano o si respingono in bloceo qne ste dne asserzioni, Invece, bisogna respingere Ja Seconda 6, con qualehe restrizione © corre di coneiliazione, sono piuttosto un inv! zione, acvogliere la prima), Per provarlo, esa del Filomusi sulla triplice visione, vecendendosi di en- tnsiase anche por csan, A mo veramento rlosos dif. fieile seoprire non solo che fondamento essa abi Puradiao, ma ehe cosa abbia che fare eon 1a poesia 2) Ho detto che il:nio pensiero non 8 proprio nuovo, perch, tacendo dei veoohi, eoloro eho hanno accolto Anno XIV, — “minerd Ta poesia. Ma ripeto che mi fi piacere i esaminarla e commentarla anche per sé stessa, Senza nessun altro scopo che dinten- dere © ammirare © di contribnire a far ammi- ‘are tna Della poosia. I cinquantuno esametri di Maestro Gio- vanni a Dante, spogliati del Toro ornato re- torico © ridotti ai concetti principali, suo: nano cos: ‘Tn sei un grande poeta, ma peeeato che serivi in volgare, per il volgo! Almeno componi qualche cosa anche per noi dotti, in latino, Guarda che magnifici argo- menti di poema eroico ti offrono gli stessi ayvenimenti contemporanci! Se ami la glo- Tia, non puoi contentarti del breve eerchio in cui si chiude il nome di un poeta volgare. To stesso, se me ne ereii degno, io per il primo goderi di presentarti nei ginnasii come ‘poeta latino, colle tempia ornate dell’ alloro dei vati; goderd di farmi banditore della tua gloria, Ma infine perdona il mio ardire. Tu ‘mi laseiasti spevare che da Ravenna mi ayre- ‘Sti visitato a Bologna con amichevoli versi Se tion ti dispiace che il primo a serivere sia stato io *), oca temeraria che stride di atizt al eanoro cigno, rispondimi, o esandi- Sei in alenna maniera i] desiderio che'ti ho manifestato, 0 Maestro ’. Duna vera offerta det!’ alloro a Dante, pur- ‘che seriva un poema latino? Forse no. Bun Hideo dot Novati, ma espeessero dubbi su quatehe par- Aicolare, in qualche modo si avvieinauo a me. Cost i DOvin10, Studi autla Dicina Commedia, yp. 436 82.5 ‘© specialmente il Ca, Bulletina d. Soctetd dantesen it, N. 8., VIL, pp. 165 ogg. B vedi aneke una lieve ma signifiestiva eonoessione dell’Assuxr, nella sua cconferenza su Le Eyloghe, 2 p. 268 del volume Leotwa Dantie: Le Opere minovi di Dante Alighieri; Firenze, Sansoni, 1906. 4) LAs, nolla gna edizione, che di solito seguird ¢ mi fa piacere di citar qui — Dantis Hotogae, Toan= tila de Virgilio Carmen e+ Kologa responsiva. Torta, commento o versiones Firenze, Sansoni, 190% — taglia via questa allasione ad una qnalehe relarione anteriore ‘he ayessoro avuta tra lore Dante © Giovanni, auzt fiom vi aecenna neppure ; ma specialmente il priorem ‘ni pare ci costringa ad intendere come io he fatto, vero invito a Bologna? Forse neppure Dante a vecehie espressioni poetiche eredette i dovere 0 di poter dare un signiticato pre- ciso, come di un esplieito invito a prepararsi con la composi cevere Ia corona qalloro nelPuniversitaria famosa Bologna. Intese male? Mii par dif cile. Pinttosto, egii non volle laseiarsi sfag- gir Poceasione, ehe era yeramente propizia, di manifestare al del Virgilio, ai snoi col- ione di un poema latino ri: leghi latineggianti di Bologna 6 a? Ttatia, at mondo universitario 0 dotto, eid che gli stava chiuso nellanimo; di esporre, sto per dive, il sno programma Marte, e iffsieme anche di condotta, Lfarditezza dell’ interpretazione, ol- tre ad aver Ia sua seusa nell ambiguita di Maestro Giovanni, era temperata dalla fin: zione bucoliea, ehe di corone poetiche dal: loro ¢ di edera fa volentieri consumo ; inol- tre, dalla ambiguitd stessa del coneetio, che pur nella mente di Dante poteva oscillare frawna vera incoronazione nilieiale © una c¢ rona simbolica di poeta gloridso, di vi © acclamato eaposenola®). Come le famose Epistole erano state il suo manifesto politico, la risposta poetien a Maestro Giovanni sa- rebbe stato il suo manifesto letterario, Heli facova conoseere, con tutti quei tempera. menti e smorzamenti che la modestia racco- manda quando si parla di sé e ehe forse soltanto la finzione bucolica pud'vendere fa itorioso, 2) I versi « En ogo iam primus... Promere gymn: is te dvleciahor.,.. > si poston bene intendere, come fa iI Novati, como una sompliee promessa di Ieguere nelle senola i versi latini di Dante, accanto dei classfot o del pitt famosi moderni, Ma si troppo bone ad escer presi par un vero in- Fito 8 Bologna, dove Giovanni avrebbe presentato Dante a’ suol seolari 6 ai dotti, perehe gli facessoro onore. Pitt facile ancora parrobbe che por alloro sia Ja intendere soltanto Ja gloria dell poesia; ma pure, chi su? Certo che pit tardi il del Virgilio, forse messo in orgasmo dalla corrispondenza eon Dante, desider® propria I? alone: anche por 0 4) In modo consimile 0 da gindicara per il famoso | passe, senza dubbio quasi eontomporanco}s rivelto a eonsimili seopi, del Paradivo, XX. Cir, Pascout, | Eu mirabide Fistone; Messina, 1902; pp. 308 agg.

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