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SCIOPERI!
N° 2 / PRIMAVERA 2019
Scioperi!
DA JACOBIN MAGAZINE
12 euro Verso le primarie Usa: What Bernie should do
10 8
SOMMARIO
Se ci fermiamo
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al futuro chi ci pensa?
In Italia si sciopera sempre Lo sciopero femminista
di meno. Ma le nuove forme rompe il ricatto verso le donne
di sfruttamento impongono ed evidenzia il conflitto tra vita
strategie che riconnettano e sistema capitalistico
lavoratori e cittadini,
produzione e vita Sara R. Farris
Marie MoÏse
Francesco Massimo
Lorenzo Zamponi
Un femminismo
E l’8 marzo 31 per il 99%
28
bloccò il paese
Tithi Bhattacharya
Nancy Fraser
64
Uguaglianza il mio sciopero
Intersezionalità Wissal Houbabi
La coscienza di classe deve sfidare
le logiche razziste, l’antirazzismo
contestare il dominio del
patriarcato, e il femminismo
attaccare ogni sfruttamento
Francesca Coin
intervista Kimberlé Crenshaw
Lo sciopero
67
con i fumetti di
Rita Petruccioli
C’è
Sarah Mazzetti del disagio
Sara Colaone
La Tram Simona Baldanzi
118
132
124
Ci servono scioperi di nuovo tipo. Ne sono convinte le femministe di Non Una di Meno
che hanno indetto lo sciopero femminista globale dell’8 marzo. «Pensiamo che uno scio-
pero, articolato in vari modi anche inediti, sia lo strumento più potente che consente la
sottrazione dal lavoro produttivo e riproduttivo», dicono nell’appello che lancia la giorna-
ta. Bisogna proiettarsi nel nuovo scenario riprendendo la sfida delle origini, testimoniata
dall’etimologia della parola sciopero in alcune lingue europee (ne scrive Gaia Benzi) e at-
traversata dalle tante modalità di scioperare, che passiamo in rassegna. Proprio del nodo
della riproduzione sociale, e di uno sciopero che coglie la sfida di sottrarsi dallo sfrutta-
mento e al tempo stesso rilanciare costituendosi come comunità in lotta che si prende
8
prende sul serio la suggestione, ragiona su come la produzione sia divenuta mobile e cala
questo scenario dentro una nuova generazione di scioperi sviluppatasi negli Stati uniti.
A proposito di Usa, la sezione della rivista dedicata alla nostra testata sorella si occupa
dell’altro corno del problema e affronta di petto il tema delle elezioni presidenziali. Cosa
succederebbe se davvero Bernie Sanders dovesse vincere nel 2020? La partita è aperta ma
difficile e piena di contraddizioni, in palio c’è la questione non scontata del rapporto tra
stato e trasformazione, tra istituzioni e lotte. Si propone in modalità inedite anche perché
proviene dalla parte del pianeta che alcuni non si sarebbero aspettati. È il bello della sto-
ria. E testimonia il fatto che gli angeli non smettono di scendere sulla terra.
9
Illustrazioni di
PRIMAVERA 2019
N. 2
10
Lo sciopero di Schrödinger
Non c’è spazio, in questo reality, per il conflitto sociale. E in particolare per la sua capa-
cità di esprimere politica in maniera autonoma, di far irrompere la materialità di bisogni
e desideri, di portare in scena un punto di vista radicato nella vita concreta delle perso-
ne. Meglio rimuovere, o provare a integrare anche il conflitto nelle narrazioni dominanti.
Ma capire se e quanto si scioperi in Italia non è solo questione di propaganda di parti-
to. Nella primavera 2016, ai tempi della lotta (poi persa) contro
la riforma del lavoro in Francia, non c’era pagina Facebook più
o meno populista che non ripetesse la stessa domanda: «Perché Francesco Massimo,
in Italia non si sciopera come in Francia?». Pochi mesi prima, a romano, fa ricerca
PRIMAVERA 2019
settembre 2015, erano bastate due ore di assemblea sindaca- a Parigi. Legge e scrive
le dei lavoratori del Colosseo a far gridare allo scandalo. Pun- di lavoro, relazioni
tualmente, ogni anno, alla diffusione della relazione dell’Auto- industriali e movimenti
rità di garanzia sugli scioperi, si ripropongono gli stessi titoli: sociali.
Lorenzo Zamponi,
N. 2
ricercatore
in sociologia, si occupa
di movimenti sociali e
partecipazione politica.
12
La repressione e la delegittimazione
A essersi esaurita è l’idea che sul movimento operaio e sulle sue lotte sul posto di lavo-
ro riposasse un progetto di emancipazione generale dell’essere umano: liberare la fabbri-
ca dall’oppressione e da lì rivoluzionare la società. Le spalle dell’operaio massa, ancorché
PRIMAVERA 2019
robuste, non potevano reggere da sole quella missione storica. «Lo sciopero è sempre più
bersaglio privilegiato dell’iniziativa neoliberale – sottolinea Francesco Raparelli delle Ca-
mere del Lavoro Autonomo e Precario di Roma, realtà di movimento che organizza pre-
cari e intermittenti – penso ad esempio alle proposte di legge di Ichino. In assenza di tute-
N. 2
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D’altra parte, nella storia del conflitto sul lavoro, le condizioni favorevoli e tutelate
sono state l’eccezione, non la norma. «Anche all’epoca del fordismo – ricorda De Cre-
scenzo – si diceva ‘Ora che c’è la catena di montaggio la gente non potrà più scioperare’.
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nel tempo del lavoro frammentato e digitalizzato? E come si sciopera, su questo confine?
Nell’epoca in cui il valore aggiunto di una produzione è strettamente legato alle compo-
nenti simboliche del marchio, diventa decisivo portare lo sciopero fuori dai posti di lavo-
ro e riuscire ad attaccare la reputazione aziendale. «Lo sciopero di 8 ore, intero turno, an-
N. 2
16
24,3
21,3
22,1
6,8
2,3
2,2
9,2
3,5
8,1
a uno sciopero REGNO UNITO GERMANIA POLONIA
Percentuale di persone
che dichiarano di aver
preso parte a uno sciopero
nei periodi corrispondenti.
Fonte: sondaggio (18.368 rispondenti)
condotto nell’ambito del progetto
32,9
15,5
5,3
di ricerca europeo LIVEWHAT (2015)
FRANCIA
Nell’ultimo anno
48,9
49,4
54,8
26,2
28,2
13,7
11,5
31,1
8,5
3.000
Scioperi proclamati
2.500
per anno in Italia
2.000
1.500
1.000
500
3,5
3
Ore di sciopero per dipendente Ore di sciopero
su mille ore lavorate,
nelle grandi aziende italiane in media annuale,
2,5
nelle aziende con almeno
2 500 dipendenti.
N. 2
Fonte: Istat.
1,5
0,5
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
18
Corteo
10
Sciopero
Acampada 0
Occupazioni, altro REGNO UNITO FRANCIA GERMANIA POLONIA ITALIA SPAGNA GRECIA
Numero totale
di scioperi e numero
di scioperi di rilevanza
nazionale proclamati
in Italia per anno.
Fonte: Commissione di
garanzia dell’attuazione
della legge sullo sciopero
nei servizi pubblici
essenziali.
Tutti
Rilevanza nazionale
40
Eventi di protesta per anno,
35 Forme di protesta raccolti su Repubblica
10
Scioperi
5
Occupazioni, altro
0
figli chi
ci pensa?
Questa è una delle formule usate
per ricattare le donne e costringerle
al lavoro di riproduzione sociale.
Al contrario, lo sciopero dell’8 marzo
rompe l’isolamento ed evidenzia
il conflitto tra vita
e sistema capitalistico
PRIMAVERA 2019
Illustrazioni di
20N. 2
nenza dividono le donne più di quanto il genere le unisca. In questo senso, il problema
della riproduzione sociale non è solo quello del lavoro non retribuito, non valorizzato,
segregato e femminilizzato delle donne in ambito domestico: rirguarda anche il lavoro
sfruttato e razzializzato delle donne povere e migranti.
N. 2
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te di fermarsi il mondo. Se concepito come mera astensione dal lavoro di cura, lo sciopero
riproduttivo rischia quindi di non trovare adesione tra le donne, che pur trovandosi a
praticare la riproduzione sociale in una dimensione di coercizione socialmente leggit-
timata e di ripartizione ineguale del lavoro, al di là della volontà individuale non sono
N. 2
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le casse di mutuo soccorso che restituiscono alle lavoratrici di cura salariate in sciopero
il corrispettivo in denaro della giornata di lavoro, e i collettivi sindacali che intervengono
in settori di lavoro in gran parte informale e precario come il sex work, l’assistenza alla
persona e i servizi di pulizia. Il lavoro di cura non si arresta con lo sciopero riproduttivo,
N. 2
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SCIOPERI!
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spagnolo
bloccò il paese
Nel 2018 lo sciopero delle donne ha coinvolto sei milioni
di lavoratrici e lavoratori di tutti i settori. Alcune grandi
fabbriche hanno interrotto la produzione e le televisioni
sono state costrette a modificare la programmazione
L
o sciopero delle donne dell’8 marzo 2018 rappresenta un evento
fondativo nella storia del femminismo in Spagna. Diversamente dal
solito, l’organizzazione di una giornata di sciopero dal lavoro non
arrivava dal movimento sindacale, ma dal movimento femminista.
L’appello alla mobilitazione, inoltre, si rivolgeva a tutte le donne, le
invitava a scioperare in contesti diversi, non solo nel lavoro e nello
Inés Campillo Poza studio, ma anche nella cura e nel consumo. Il movimento femmini-
sta proponeva una risignificazione dello sciopero includendovi tutte
le attività necessarie per la riproduzione sociale, indipendentemente dal fatto che fossero
retribuite. L’obiettivo era mostrare che «se ci fermiamo, si ferma il mondo». E così è stato.
Un successo insperato?
Sebbene non ci siano cifre certe sull’impatto dello sciopero del lavoro di 24 ore, circa
sei milioni di lavoratrici e lavoratori si sono uniti ai blocchi di due ore convocati dai
sindacati maggioritari, specialmente nei settori dell’istruzione, della sanità, della pub-
blica amministrazione e dei trasporti. Le fabbriche Seat e Ford
PRIMAVERA 2019
a Distancia di Madrid.
La traduzione è di
Lorenzo Zamponi.
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L’ondata femminista
In quell’anno, dopo l’esaurimento del movimento 15-M e delle maree in difesa dei ser-
vizi pubblici, emergeva Podemos e la priorità pareva trasferirsi verso la sfera istituzionale.
Molti attivisti iniziarono a parlare di riflusso della mobilitazione sociale, ma in realtà il
femminismo ha continuato ad aumentare la propria capacità di mobilitazione.
Le principali battaglie di questa ondata femminista si sono concentrate sull’aborto (e
il diritto a decidere sul proprio corpo)
e le violenze di genere. Nel 2013-2014,
la campagna contro il progetto di legge taforma nel novembre 2015 è stata un grande successo.
sull’aborto del ministro Gallardón ha se- L’appello contava, per la prima volta nella storia del fem-
gnato un salto di qualità nelle mobilita- minismo spagnolo, sull’appoggio di tutti i sindacati e par-
zioni, come dimostra l’enorme manife- titi politici, compresi i conservatori Ciudadanos e Partido
stazione del Treno della Libertà o il fatto Popular. Già prima dell’irruzione del movimento interna-
che i cortei femministi di Madrid abbia- zionale #MeToo, il movimento 7-N e le mobilitazioni lega-
no abbandonato il loro tradizionale per- te al caso dello stupro di gruppo de “la Manada” sono riu-
corso minoritario riempiendo le princi- scite a inserire le violenze maschiliste nell’agenda politica
pali vie del centro cittadino. Le proteste del nostro paese e a portare in parlamento, alla fine del
hanno portato al ritiro del progetto di 2017, un Patto statale contro la violenza di genere.
legge e alle dimissioni del ministro. Il movimento femminista spagnolo si è unito alla con-
Alla fine del 2014 è nata la Piattafor- vocazione dello sciopero internazionale delle donne dell’8
ma 7-N contro le violenze maschiliste, il marzo 2017 e ha sperimentato per la prima volta la for-
cui obiettivo era riformare la legge sul- mula dello sciopero quadruplo (lavoro, studio, cura, con-
la violenza di genere affinché includes- sumo) che prevedeva blocchi del lavoro di sole due ore.
se la protezione contro ogni tipo di vio- L’appello chiamava in causa i sindacati, le uniche organiz-
lenza, compresa quella sessuale, anche zazioni che possono legalmente proclamare uno sciopero,
al di fuori dell’ambito della coppia e in- ed è stato necessario che un piccolo sindacato del settore
dipendentemente dalla presentazione di pubblico, la Intersindical, si unisse al movimento per con-
denunce. La Marcia Statale Contro le Vio- vocare formalmente l’astensione dal lavoro. Nonostante il
lenze Maschiliste organizzata dalla piat- poco tempo e la fretta, la mobilitazione ha riscosso un cer-
to successo, soprattutto nelle grandi città. Il giorno dopo,
le femministe hanno deciso di iniziare a lavorare per pre-
parare uno sciopero di 24 ore per l’anno seguente.
Il successo dello sciopero dell’8 marzo 2018 va conte-
stualizzato, pertanto, in questa ondata più ampia di irru-
SCIOPERI!
Prospettive
L’8 marzo 2018 è diventato una pietra miliare del femminismo spagnolo. Non solo è
riuscito a mobilitare il paese, ma anche a provocare un cambio di posizione e discorso
nelle destre del Partido Popular e Ciudadanos.
Dopo il successo della mozione di sfiducia nei confronti del pre-
sidente del consiglio Rajoy in giugno, il nuovo primo ministro, il so-
IL MOVIMENTO cialista Pedro Sánchez, ha nominato un governo a maggioranza fem-
HA COINVOLTO LE minile e creato un Ministero dell’Uguaglianza. Da allora, le relazioni
MAGGIORANZE SOCIALI, tra il Psoe e Podemos sono migliorate, fino ad arrivare a un accordo
HA APERTO UNO SPAZIO sulla legge di bilancio 2019, le cui misure principali sono l’aumento
IN UNO SCENARIO del salario minimo, l’equiparazione del permesso di paternità a quel-
CHE SI SPOSTAVA lo di maternità, l’universalizzazione degli asili nido e la dotazione di
SEMPRE PIÙ A DESTRA bilancio per il Patto di stato contro la violenza di genere.
Nonostante queste circostante sembrino indicare una crescente
egemonia del femminismo nel nostro paese, la recente irruzione del
partito di ultra-destra Vox mette in rilievo la resistenza profonda di determinati settori
PRIMAVERA 2019
sociali all’avanzata dei diritti delle donne. L’8 marzo 2018 ha fissato l’asticella molto in alto
ma da allora il contesto politico si è radicalmente trasformato, anche con alcune divisioni
all’interno del femminismo sul tema della prostituzione o sul ruolo delle persone trans
nel movimento. Resta da vedere come il nuovo sciopero inciderà sul panorama attuale.
N. 2
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SCIOPERO FEMMNISTA
per il 99%
Le donne che scioperano
parlano a tutti perché sanno
che la richiesta di uguaglianza
formale ed emancipazione non
prescinde dalla trasformazione
delle relazioni sociali nel
loro insieme. Un manifesto
programmatico
SCIOPERI!
Illustrazione di
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bile, o forse addirittura da non essere più possibile. L’al- Jaeggi, Capitalism: A Conversation
in Critical Theory (Polity, 2018). A
vocal supporter of the International
Women’s Strike, she coined the
phrase ‘feminism for the 99%’.
Traduzione di Alberto Prunetti.
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Fuori
dai
cancelli
Se si analizza la composizione della forza lavoro
in Italia, anche nel periodo d’oro della fabbrica
fordista, il mito dell’operaio massa metalmeccanico
si ridimensiona. L’oppressione di classe attraversa
PRIMAVERA 2019
Illustrazione di
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opere di Karl Marx e di Friedrich Engels, la parola fabbrica invoca Giacomo Gabbuti
lo stadio più avanzato dello sviluppo capitalista, il suo punto di è dottorando
concentrazione e massificazione più impressionante. Allo stesso di storia economica
tempo, uno studio del modello della singola fabbrica con il suo all’Università di Oxford.
N. 2
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Sono state, dicevamo, le due guerre mondiali a dare alle fabbriche un ruolo così cen-
N. 2
trale; il nesso tra mobilitazione di massa, produzione di guerra e destino della Patria ha
“nazionalizzato” (anche quando non in senso letterale) i grandi siti di produzione, po-
nendoli al centro della comunità nazionale. Il Pci insisteva (contro ogni evidenza) a dire
che gli scioperi del marzo del 1943 fossero cominciati alla Fiat di Mirafiori. Inaugurata da
Mussolini nel 1939 ed esempio massimo, come ha ricostruito da ultimo Bruno Settis nel
suo Fordismi (il Mulino, 2016), di realizzazione dei principi fordisti in Italia, Mirafiori era
38
occupare i latifondi dopo la liberazione, come quelli massacrati a Portella della Ginestra nel
1947, proprio mentre tornavano a celebrare il primo maggio. Nello stesso anno, ottenevano
39
La vertenza ItalPizza
In questi interstizi che legano l’organizzazione della fabbrica moderna con le politiche
di controllo della forza lavoro, tra cui figurano le misure di restrizione del diritto di sciopero
(il riferimento è al decreto legge 113/2018 che reintroduce il reato di blocco stradale e alle
norme vessatorie contenute nel decreto sicurezza con la riduzione dei fondi per i titolari
di protezione internazionale) poste dal governo in carica, si colloca la vertenza ItalPizza,
azienda leader nel settore delle pizze surgelate e situata nel polmone
produttivo italiano alla periferia modenese. Protagoniste nove donne
IL RUOLO DELLA provenienti da angoli diversi del mondo. È novembre quando deci-
COMPONENTE FEMMINILE dono di ribellarsi a un’organizzazione del lavoro brutale, iscrivendosi
MOSTRA CHE PRODUZIONE al sindacato Si Cobas per rivendicare condizioni lavorative dignitose.
E RIPRODUZIONE SONO Le richieste sono minime: adeguamento delle condizioni contrattuali
DIMENSIONI INSCINDIBILI alla tipologia di mansioni svolte (le lavoratrici svolgevano attività di
DELLE NUOVE FORME farcitura e preparazione delle pizze inquadrabili nel contratto alimen-
DI CONFITTO NEL LAVORO tarista, ma l’azienda applicava il contratto Multiservizi per abbattere
il costo del lavoro), regolarizzazione dei turni di lavoro per bloccare la
pratica degli straordinari non pagati, restituzione dei contributi non
versati. Una scelta che non viene digerita dall’azienda ItalPizza che decide di sospenderle
fino al 20 gennaio. Atto unilaterale di un’impresa abituata a disporre dei lavoratori e delle
lavoratrici senza restrizioni, grazie a quel potere illimitato nell’organizzazione del lavoro
che si traduce nel ricorso alla pratica dell’appalto del ciclo produttivo attraverso l’interme-
diazione di due cooperative. La protesta delle donne, che aderiscono allo sciopero globa-
le dell’8 marzo, avvia la mobilitazione, con scioperi e presidi davanti allo stabilimento. Il
clima diventa incandescente: lo sciopero indetto da un piccolo gruppo di lavoratori trova
la risposta repressiva delle forze dell’ordine. Nel silenzio delle istituzioni politiche locali e
nazionali la mobilitazione non si ferma, coinvolgendo in pochi giorni nuovi lavoratori, sen-
PRIMAVERA 2019
L’analisi della realtà rimane il migliore antidoto contro la falsa coscienza delle narra-
zioni dominanti che provano a dividere la classe lavoratrice lungo direttrici identitarie per
frammentare l’indivisibilità delle condizioni materiali e di sfruttamento che dai luoghi
di produzione si riversano lungo gli spazi sociali e di cittadinanza. Le lotte che concre-
tamente si svolgono non si limitano a svelare questo tentativo, a smascherare il suo por-
tato politico e ideologico, ma mostrano i nessi tra la dimensione oggettiva, morfologica
del capitalismo contemporaneo e il ruolo soggettivo delle forze in campo, tra struttura
dell’organizzazione del lavoro e conflitto. Donne e immigrati, soggettività espulse nel-
la frammentazione del ciclo di produzione e dalla sfera dei diritti sociali impongono un
nuovo ritmo alla ristrutturazione capitalistica. Un fatto non inedito nel corso della storia
del capitalismo. Come la forza lavoro che dal meridione si riversava nel triangolo indu-
striale rinfocolando il conflitto operaio negli anni Sessanta del secolo scorso, le nuove
figure operaie spiazzano il racconto accomodante delle classi dominanti, segnalando
un punto di crisi potenziale dell’attuale assetto sociale. Certo, diversamente dall’epoca
gloriosa del conflitto operaio, questo tempo sconta l’assenza di organizzazione politica.
La parola mancante, che è strumento pratico che ricompone una parte contro un’altra,
dividendo e tagliando il campo tra un “noi” e un “loro”. Si gioca molto se non tutto qui,
nella capacità di attraversare per salti e strappi questo passaggio, dalla fabbrica antica e
moderna sino al cuore delle istituzioni.
SCIOPERI!
45
Se nulla può
accadere,
tutto è
PRIMAVERA 2019
possibile
N. 2
46
Le strategie organizzative
Il confronto con questo scenario è il punto di partenza delle strategie organizzative della
Riders Union Bologna (Rub), perché sono proprio le tendenze di cui parlavamo poc’anzi a
causare il forte turn-over che caratterizza questo lavoro, la spinta verso l’individualizzazio-
ne della prestazione e anche il ruolo della componente simbolica volta a legittimare l’idea
del lavoretto. Così, mentre per aggirare gli ostacoli del turn-over è bastato organizzarsi at-
traverso lo strumento delle chat di gruppo, per riuscire a rompere il particolare isolamento
PRIMAVERA 2019
Reinventare lo sciopero
La difficoltà maggiore per la Rub è stata quella di riuscire a mettere in campo una stra-
tegia vertenziale efficace. A causa delle condizioni contrattuali cui vengono sottoposti,
i rider sono esclusi dagli strumenti tradizionali della tutela sindacale. Inoltre le “leggi
di produzione” che caratterizzano le piattaforme determinano un’asimmetria di potere
che rende difficile incidere sui comportamenti organizzativi. In altre parole, la strategia
vertenziale ha avuto la necessità di reinventare la pratica dello sciopero, reso inagibile
nella sua forma tradizionale proprio dal modo in cui le piattaforme funzionano. Pur sen-
za abbandonare l’obiettivo di praticare un’astensione collettiva che limitasse il più pos-
sibile l’operatività, il tentativo è stato quello di influenzare l’opinione pubblica più che
esercitare la capacità di mettere in crisi il ciclo di accumulazione delle piattaforme. Ciò è
avvenuto innanzitutto invocando la responsabilità politica di chi detiene le leve dell’am-
ministrazione delle infrastrutture cittadine all’interno delle quali le piattaforme operano.
È in questo senso che la Rub ha guardato alla città non semplicemente come agglomerato
di persone, ma come una rete di relazioni sociali e istituzionali da mobilitare per mettere
in crisi i giganti delle piattaforme.
Oltre che essere un’esperienza da cui trarre spunto per pensare allo sciopero nell’era della
“digitalizzazione del tutto”, dunque, l’esperienza della Rub è significativa del potenziale po-
litico e simbolico che tale pratica assume all’interno di quello che la filosofa Chantal Mouffe
definisce momento populista. Le lotte dei e delle rider non avrebbero potuto ottenere dei
risultati, seppure parziali, senza la capacità della Rub di riuscire a capitalizzare quei tratti
del momento populista che, a causa dell’assenza di un’alternativa politica, gonfiano spesso
il consenso delle destre. La centralità assunta dalla dimensione simbolica e la natura anta-
gonista del rapporto con le istituzioni, due tra gli elementi che caratterizzano il momento
populista, hanno consentito ai rider di diventare il simbolo del rifiuto della precarietà e
della povertà prodotta dal neoliberismo. Dopo la sentenza d’appello del tribunale del lavoro
di Torino, che ha riconosciuto la fattispecie della subordinazione del rapporto di lavoro di
cinque rider di Foodora, diventa sempre più urgente riuscire a ottenere un miglioramento
delle condizioni di lavoro e di vita per tutti e tutte. L’efficacia della lotta si misurerà dunque
sulla capacità di mobilitare quei lavoratori oggi esclusi dalle tutele salariali. Questo obiet-
tivo necessita dell’alleanza di tutte le energie che si oppongono alle tendenze estrattive del
capitalismo. Solo se ci sarà questa alleanza potremo dire che le lotte dei rider sono state una
scintilla in grado di far sì che, citando lo scrittore Mark Fisher, «in una situazione in cui nulla
può accadere, tutto di colpo torna possibile».
SCIOPERI!
49
Illustrazioni di
Ve ne proponiamo cinque.
Alcune fanno parte
della storia sindacale,
altre sono sperimentazioni
proiettate verso il futuro
50
lavoro a
quello della città e dei flussi. È il 2
novembre del 2011
quando migliaia di manifestanti bloc
cano il porto di
Oakland. Il movimento Occupy si
è diffuso in tutti gli
Stati uniti tra piazze e assemblee,
quando si pone il
problema di come mobilitare e far dello sciopero come pratica sociale
è sicu-
Valerio Renzi
incontrare lavo-
ratori, disoccupati, attivisti delle più ramente più semplice. Pensiamo
svariate cause alle mobi-
scegliendo per farlo lo spazio dell litazioni in Francia contro la Loi Trav
o sciopero. All’alba ail: le
il principale porto commerciale dell pratiche di mobilitazione sperime
a costa ovest è ntat e nel
paralizzato e lo sarà nuovamente movimento della Nuit Debout da
il 12 dicembre suc- migliaia
cessivo, mentre la mobilitazione non di giovani e giovanissimi, si sono
ha mai smesso incontra-
di invadere lo spazio della città calif te sull’estensione del conflitto sul
orniana. Le pra- terreno
tiche e l’allusione allo sciopero per della legislazione del lavoro con il
ottenere conflitto
elementi concreti di giu- sindacale più tradizionalmente inte
so.
stizia sociale lasceranno Da Oakland a Oaxaca lo Laddove l’arma dello sciopero è utili
zzata
a pieno e non solo come rituale, sim
i più duraturi segni di sciopero si estende a tutta la ulacro
di conflittualità, l’estensione sociale
quella stagione, con le città. Nel primo caso assume dello
lotte dei lavoratori di scio pero ai non garantiti diventa una
prima la forma del blocco possi-
Walmart e di altri grandi bilità più che concreta.
dei flussi e delle merci e poi
marchi per un salario mi- quello di alleanza sociale tra In Italia le possibilità di uno sciopero
nimo. Prima ancora, Oa- dive rsi, soci ale si sono manifestate il 14 novemb
categorie e soggetti re
xaca in Messico nel 2006, una lotta di del 2014 , quando la mobilitazione contro
nel secondo da il
Jobs Act è stata promossa con una
uno sciopero a oltranza settore si estende velocissi- giornata
degli insegnanti si era tra- di lotta da una coalizione compost
mamente a soggettività po- a da
sformato in insurrezione. dive rsissime tra loro . real tà sociali, organizzazioni studente
litiche sche
La protesta dei precari del- e sigle del sindacalismo di base. Per
Lo sciopero sociale connet- la pri-
la scuola contro il taglio dei ma volta i movimenti sociali non
te l’astensione dal lavoro si sono
limi tati ad alludere allo sciopero di chi
fondi era stata duramente dei lavoratori dipendenti e non
repressa, e agli insegnanti ha diritto a scioperare, ma si sono
contrattualizzati, alle lotte posti il
si unirono studenti, disoc- problema del come metterlo in prat
di precari e autonomi che ica.
cupati, altre categorie di la- re Sare bbe ora di riprendere il discorso.
del diritto a sciopera
voratori pubblici e non solo, sono privi. Coinvolge poi
e istanze sul pia-
sindacati e forze politiche e soggetti che portano avanti bisogni o
sociali. L’Assemblea popolare no della riproduzione e non solo della produzione, pensiam
azio ne di un reddito di base .
dei popoli di Oaxaca (Appo) all’accesso alla casa o alla rivendic non solo
labo rato rio dove
aveva occupato l’intera città Lo sciopero sociale diventa così un
ismo di classe, ma dove si
SCIOPERI!
Giulia Biazzo
per rifiutare il ricatto del legame subalternità netta al modello prec
marcio tra ario
mondo del sapere e sistema prod e sfruttato dell’odierno mercato
uttivo di del
sfruttamento, riportare l’immag lavoro.
inazione al Una forma di mobilitazione nata
potere e riconquistare il tempo rub dal
ato. basso: avevano incrociato le brac
A partire dall’elemento nuovo dell cia
a già il primo maggio 2017, a Nap
(non) categoria dello studente in oli, gli
alternanza stud enti in alternanza scuola-lavoro
scuola-lavoro, infatti, è nata l’esi
genza di chiamati a lavorare durante la fest
metterne in discussione le prospett a dei
ive, forti lavo ratori presso l’edificio monume
dell’idea che il collettivo, se orga n-
nizzato, può tale di Pio Monte della Misericordi
costruire curiosità e attivazione, a,
al fine di come del resto poche settimane
ripensare non solo il prima
sistema formativo ma i ragazzi del liceo Vittorio Emanue
le II
anche il mercato del la necessità di ricominciare di Napoli spediti a lavorare durante
- le
lavoro. a vedere la scuola come stru pause didattiche.
mento di ribaltamento dell ’e-
Nel limbo tra lo sta- Una battaglia continuata attraver
so
tus di studente e quel- sistente. Per fare ciò, servono più di cinquanta statuti dei diri
ilita zion e tti in al-
lo di lavoratore, senza nuove forme di mob ternanza autoprodotti e approva
e è stat o lo ti nelle
diritti e tutele e senza studentesca, com scuole. Un primo passo verso un
ripen-
scio pero alla rovescia lanciato sam ento dell’attivazione individuale
possibilità di decidere, in
è tornata, prepotente, dall’Unione degli Studenti il funzione del risveglio della collettiv
ità,
13 ottobre 2017 con lo slogan capace di contrapporsi al paradigm
a di
“È il nostro tempo”. individualismo, solitudine e asso
PRIMAVERA 2019
gget -
Nelle piazze è stata co- tamento che sta provando a plas
mar e
struita una grande provo- il modo di fare, di vivere e interpre
tare
cazione. Gli studenti hanno la scuola.
detto: “Se ci trattate da lavo -
ratori, ci prendiamo un di-
amo!” E
ritto che non abbiamo e scioperi
N. 2
Giulio Calella
mo visto infine nelle espe-
attuate svolgendo un lavoro non
richiesto rienze delle fabbriche re-
se non addirittura vietato dall’imp
renditore. cuperate che, sull’esempio
Pratiche con l’obiettivo di riapprop
riarsi della ormai ventennale in Argen-
propria forza lavoro, magari iniziand
o a co- tina, si sono propagate in
struire un’opera di pubblica utilità
(manuten- Europa e in Italia: a Trezza-
zione delle strade, costruzione di
fognature, no sul naviglio nel 2013 un
ristrutturazione di case abbandona
te) per gruppo di lavoratori in cas-
poi pretendere dallo
sa integrazione per la chiu-
stato il riconoscimento arrestati per occupazione di sura della Maflow, azienda
e pagamento del lavoro suolo pubblico e resistenza di componentistica per auto,
svolto, oppure coltivan- a pubblico ufficiale e per ha occupato i capannoni e
do un terreno incolto difendersi citarono proprio continuato a lavorare ricon-
per poi chiedere al pro- il diritto e dovere al lavoro vertendo la produzione verso
prietario il salario corri- previsto dall’articolo 4 della il riciclo
spondente o la terra. di apparecchiature
Costituzione. elettroniche e mettendosi in
Lo sciopero alla rove- Di fronte all’impossi- rete con altre realtà per la
scia rimasto più a lungo bilità di scioperare non produzione e distribuzio-
nella memoria è quello solo per i disoccupati ma ne di generi alimentari
del 2 febbraio del 1956 anche per precari con finte “a sfruttam
raccontato dallo storico ento zero”.
partite iva, collaboratori E lavorando senza
attivista non violento occasionali o operai la cui padroni si può mostra-
Danilo Dolci nel libro Pro- fabbrica chiude o migra re al rovescio anche la
cesso all’articolo 4. A Parti- all’estero alla ricerca di società.
nico, provincia di Palermo, manodopera low cost,
un gruppo di braccianti lo sciopero alla rovescia
praticare dai ri-
guidati dallo stesso Dolci torna di attualità. Lo abbiamo visto
ando il sussidio di
iniziò a lavorare una strada cercatori non strutturati che, rivendic
di e assegnisti, hanno
lasciata all’incuria: furono disoccupazione anche per dottoran
ttività lavorativa e
mostrato in piazza che la loro è un’a
to nel mondo rurale
non solo formativa. Lo abbiamo rivis
SCIOPERI!
Uguaglianza
Intersezionalità
La coscienza di classe deve sfidare le logiche razziste,
l’antirazzismo contestare il dominio del patriarcato,
e il femminismo attaccare ogni sfruttamento. Ecco perché
i conflitti devono mettersi al crocevia delle linee di potere
H
o incontrato Kimberlé Crenshaw all’Università Sorbona di Parigi
nel gennaio 2019, a una conferenza organizzata da Marta Dell’A-
quila e Eraldo Souza dos Santos per celebrare il trentesimo anni-
versario del concetto di intersezionalità. Kimberlé Crenshaw ha
sviluppato tale concetto nel 1989 nel suo articolo “De-marginizing
Francesca Coin
intervista the Intersection of Race and Sex: A Black Feminist Critique of An-
Kimberlé Crenshaw ti-discrimination Doctrine, Feminist Theory and Antiracist Politi-
cs”. In quell’occasione, il suo obiettivo era sfidare i limiti delle leggi
anti-discriminazione che consideravano il genere e la razza come categorie separate e
reciprocamente esclusive. Negli ultimi trent’anni, l’intersezionalità è diventata uno stru-
mento analitico essenziale per esplorare come molteplici strutture di oppressione pla-
smano la vulnerabilità individuale.
In questa intervista Crenshaw non ci offre soltanto un corso
intensivo sull’intersezionalità, concetto divenuto centrale nella
costruzione degli scioperi del movimento femminista globale Francesca Coin,
negli ultimi anni. Ci spiega anche perché un approccio inter- sociologa all’Università
sezionale è vitale per trasformare l’attuale situazione politica. Ca’ Foscari
PRIMAVERA 2019
il risentimento della classe lavoratrice radicato nel diritto pa- di Los Angeles
triarcale e nella supremazia bianca, ciò che determina la sua e alla Columbia. Tra
i pionieri della teoria
critica della razza, ha
introdotto il concetto
Illustrazioni di di intersezionalità.
56
L’intersezionalità è una metafora che ho sviluppato per chiarire i modi in cui forme di di-
scriminazione distinte a volte si intrecciano e creano ostacoli che spesso non vengono com-
presi se confinati nella discriminazione razziale o di genere. Ho deciso
di scrivere un articolo per evidenziare in che modo le leggi anti-discri-
L’INTERSEZIONALITÀ minazione fossero inadeguate ad affrontare la discriminazione delle
È UNA METAFORA, donne nere. La ragione per cui in tribunale i giudici non erano in gra-
UNA CORNICE CHE do di capirlo è che la discriminazione razziale e quella di genere veni-
CONTIENE I MODI CON CUI vano considerate come categorie separate e mutualmente esclusive:
DIVERSE STRUTTURE DI si poteva essere oggetto dell’una o dell’altra, ma l’idea che si potesse
POTERE DISCRIMINANO E essere vittima di entrambe era in gran parte difficile da immaginare.
CREANO VULNERABILITÀ Era come se questi due tipi di discriminazione fossero binari paralle-
li che viaggiavano su linee rette senza incontrarsi mai. Volevo trovare
una metafora per cambiare il modo in cui le persone pensano la discri-
minazione e dire che in verità queste due linee non sono parallele ma curvano [ride]. Per
questo ho portato quel pensiero sino al punto in cui quelle categorie non erano più linea-
ri ma potevano intersecarsi. Da allora mi sono resa conto che si possono sempre elencare i
fatti, ma se non si può dare a chi ascolta una cornice in cui inserirli, i fatti non contano. L’in-
tersezionalità era una cornice capace di contenere al suo interno gli innumerevoli modi in
cui le donne di colore sono oggetto di discriminazione. Uno dei motivi per cui le ragioni del-
la loro discriminazione sono state a lungo ignorate, è che le cornici concettuali suggerivano
che il razzismo fosse qualcosa che accade a tutte le persone della stessa razza come la mi-
PRIMAVERA 2019
soginia è qualcosa che accade a tutte le persone dello stesso genere, ma non è detto sia così.
In alcuni dei casi di discriminazione lavorativa che stavo esaminando c’erano tipi di impie-
go per persone nere e tipi di impiego per le donne, ma i lavori per le persone nere erano per
uomini neri e i lavori femminili erano per donne bianche. Era il classico tipo di situazione
in cui hai due strutture di potere che si intersecano facendo subire alle donne nere un trat-
N. 2
tamento distinto rispetto agli uomini neri e alle donne bianche. Vedevamo questi fatti ma
non avevamo una cornice teorica in base alla quale mostrare e far capire ai giudici la discri-
minazione delle donne nere come sottogruppo. Per riuscirci dovevamo più o meno ricreare
la scena del delitto e mostrare come queste strutture di oppressione si intersecano con mo-
dalità uniche per persone che si trovavano in una posizione tale da sperimentare entram-
bi i tipi di discriminazione.
58
Il mio primo uso dell’intersezionalità era interno alla giurisprudenza, è stato fatto in un
momento e in un modo tale da essere riconoscibile a chi lavorava nel campo degli studi giu-
ridici. Potremmo dire che si trattava della prima generazione del concetto di interseziona-
lità. Dovrei anche dire che tale concetto nasceva all’intersezione tra il femminismo nero,
dato che ero una femminista nera, e la teoria giuridica critica, poiché facevo parte di un
movimento che interrogava i modi in cui il diritto formava e regolava ogni tipo di gerarchia
sociale. Piuttosto che vedere le leggi contro la discriminazione nelle loro funzioni intrinse-
camente liberatorie, guardavamo al diritto come parte costitutiva delle condizioni struttu-
rali che consentivano la discriminazione stessa, oltre che cercarne la soluzione. Entrambi
questi orientamenti intellettuali contribuivano a trasformare le donne nere in un luogo pri-
vilegiato di analisi, per identificare il modo in cui la legge cercava di naturalizzare quan-
to accadeva loro e per trasformarlo in un
problema sociale e legale. L’interseziona-
lità era la cornice che usavo per guardare legge strutturava la violenza e a cosa dovevamo fare noi in
all’insieme di questioni che si manifesta- quanto femministe per riscriverla e per rivelare l’influenza
vano insieme al graduale dispiegamen- del patriarcato. Al tempo, la violenza contro le donne non
to di movimenti femministi, antirazzisti era definita così, non c’era un oggetto, c’era solo una pato-
e poi queer negli anni Ottanta e Novanta. logia famigliare, strane cose che accadevano nelle famiglie
In quegli anni, la violenza contro le donne povere o di colore. In realtà accadevano anche alle famiglie
era un vero punto di riferimento per capi- del ceto medio seppur queste non fossero mai identificate
re in che modo il femminismo stesse in- come luoghi di violenza. Alcune parti del movimento fem-
contrando il diritto. Per certi versi, ci sta- minista e chi si occupava di questioni legali al suo interno,
va obbligando a pensare al modo in cui la stavano ragionando su cosa trascende tutte queste narra-
zioni, ed è la violenza contro le donne – fenomeno sistemi-
co, sociale, istituzionale e culturale. Questo accadeva nel-
lo stesso momento in cui il femminismo nero cominciava
a criticare il femminismo tradizionale per le sue dimensio-
ni solipsistiche. Io prendevo parte a questi dibattiti, crede-
vo che ci fosse qualcosa che si chiamava violenza contro le
donne e che avesse senso tentare di teorizzare il ruolo del
patriarcato al suo interno, ma allo stesso tempo capivo che
all’interno di quelle uguaglianze c’erano anche differenze:
differenze di vulnerabilità, differenze nell’accesso alle risor-
se, differenze nel modo in cui lo stato si preoccupava del-
la violenza o meno, differenze tra chi aveva il potere retori-
co di dire «Mi è accaduto questo e a qualcuno interessa» e
chi quel potere non ce l’aveva. In alcuni momenti navigare
l’uguaglianza e la differenza era davvero difficile e l’interse-
zionalità era un modo per inquadrare quale fosse la sfida. Il
SCIOPERI!
sono altri lavoratori ma una massiccia iniquità nella distribuzione della ricchezza e del po-
tere. Una coscienza di classe che non guarda in alto ma in basso è una ricetta per il fallimen-
to degli interessi della classe lavoratrice in tutto il mondo. È un problema enorme negli Stati
uniti e infatti uno degli argomenti usati per giustificare lo spostamento all’estrema destra è
che la classe lavoratrice sta rispondendo al fallimento della politica tradizionale e cercando
N. 2
Ciò che mi affascina è il modo in cui l’accusa di vittimismo che muovono all’inter-
sezionalità non gli impedisca di usare il proprio vittimismo in modo legittimo. Di fat-
to quella della destra non è davvero una critica al vittimismo, è una critica contro chi
lo rivendica, e quindi fondamentalmente è una vera e propria presa del potere. Il mio
collega Luke Harris dice che ciò fa parte di un’azione più ampia contro i diritti civi-
li, che include i programmi di discriminazione positiva [affirmative
action] e le politiche di eguaglianza perché per loro tutto si riduce
a un problema di “diminuita sovra-rappresentazione” [diminished L’ELEZIONE DI TRUMP
over-representation]. Fondamentalmente gli uomini bianchi sono È DOVUTA AL FALLIMENTO
sovra-rappresentati in tutta la società. La sovra-rappresentazione è INTERSEZIONALE, A UN
spesso il prodotto di un potere illegittimo e l’intersezionalità offre ANTIRAZZISMO FONDATO
strumenti retorici, analitici e teorici per interrogare quella distri- SUL PATRIARCATO
buzione asimmetrica del potere. Il contraccolpo è che l’intersezio- O A LOTTE DI CLASSE CON
nalità viene percepita come ingiusta nei loro confronti. Quindi per PRESUPPOSTI XENOFOBI
loro è ingiusta anche una lieve e modesta diminuzione della loro
sovra-rappresentazione – non parliamo di togliere loro il potere o
di camminargli sulla testa, diciamo solo che la tremenda sovra-rappresentazione che
hanno nei luoghi di potere non coincide con la democrazia, non è equa. In questo caso,
il potere stesso di rivendicare lo status di vittima in modo così facile è un’illustrazione
plastica di che cosa significa essere nel gruppo dominante, del potere di essere maschio
e di essere bianco. Kate Manne, l’autrice di Down Girl: The Logic of Misogyny (Oxford
University Press, 2017), di cui sono una grande fan, ha una parola per tutto questo ed
è himpathy – l’empatia sproporzionata per gli autori maschili di molestie sessuali. Ne
ha parlato all’udienza di Kavanaugh [il giudice nominato da Trump alla corte suprema
che ha avuto un’accusa per stupro], e anche se molti hanno visto Christine Blasey Ford
come una legittima testimone di qualcosa che a molte persone sembra essere avvenu-
to, e nonostante Kavanaugh abbia mostrato una fondamentale mancanza di qualifica-
zione per essere un giudice e di non avere il temperamento che avrebbe dovuto avere,
c’è stata una reazione di himpathy nei confronti di un uomo bianco dell’élite che sta-
va perdendo ciò che aveva diritto di avere. L’empatia nei confronti dell’élite maschile
e bianca, a mio avviso, sta giocando un ruolo importante anche nel modo in cui que-
ste argomentazioni semplicistiche contro l’intersezionalità vengono assunte come ve-
rità evangeliche. Gli uomini bianchi dell’élite fanno sempre ragionamenti interseziona-
SCIOPERI!
li che non sono visti come tali, perché lo status quo inizia con loro – con la loro biografia
e la loro identità sociale. La neutralità inizia sempre dagli uomini bianchi. Così, quan-
61
La cosa che mi spaventa è che tanto è facile attivare l’empatia nei confronti di chi
esercita potere, quanto è facile attivare il pregiudizio contro chi non ne ha.
sul furto – furto di lavoro, di terra, di sovranità, di vita, e queste sono cose che ovviamente
proiettano le loro conseguenze di generazione in generazione. Noi comprendiamo bene
le conseguenze di certi avvenimenti storici per le generazioni successive nelle cose che
vogliamo celebrare. L’eccezionalità americana, per esempio, è l’eredità dei padri fonda-
N. 2
62
Credo che le conseguenze del recente spostamento a destra di tutto il pianeta siano
profondamente inquietanti per tutti coloro che temono che la direzione in cui stiamo
andando dovrà peggiorare ancora prima di migliorare. Voglio pensare che questo inco-
raggi quello che io chiamerei il “partito dell’umanità” ad auto-interrogarsi realmente su
ciò che abbiamo perso e su ciò che non
abbiamo fatto in modo efficace per la-
sciare che questi insegnamenti diventi- mo a un bivio: non saremo in grado di convincere nessu-
no lezioni per il futuro. Ma sono anche no se non riusciamo a convincere noi stessi che la causa
profondamente consapevole della pos- di questa crisi non siamo noi. Se abbandoniamo i picco-
sibilità opposta, cioè che quel poco di li passi che abbiamo fatto per rendere la nostra società
trazione che il femminismo, l’antirazzi- più equa e capace di affrontare alcune delle eredità diffi-
smo e tutti i discorsi di liberazione han- cili che hanno rubato le opportunità e la nostra vita, al-
no in questo momento potrebbe essere lora non vedo come potremmo trovare una via d’uscita
sabotata dalla tendenza a indicare pro- da tutto questo. Siamo in un momento critico ed è fon-
prio i movimenti di liberazione come damentale all’interno dei movimenti progressisti trovare
cause dell’attuale fase invece di guar- modi per creare un’interfaccia molto più robusta ed effi-
dare a tutti i modi in cui neoliberismo cace. Le femministe non devono rinunciare al femmini-
e fascismo sono stati resi possibili. Sia- smo, gli antirazzisti non devono rinunciare all’antirazzi-
smo e le persone guidate dalla coscienza di classe non
devono rinunciarci, ma dobbiamo interrogarci sul modo
in cui le fondamenta dei nostri movimenti spesso costi-
tuiscono la negazione della rilevanza di tutti gli altri. Se
riusciamo a farlo, possiamo avere la capacità di articola-
re effettivamente una visione della fase attuale che ci aiu-
ti ad arrivare a un futuro degno delle vite che vogliamo
vivere. Se non lo facciamo non vedo davvero cosa possa
interrompere la tendenza che vediamo in tutto il mondo.
Rafforzare la distribuzione tradizionale del potere è fa-
cile, è come far rotolare una palla in discesa, ma non va
nella direzione di cui abbiamo bisogno. Abbiamo biso-
gno di più mobilitazione collettiva, di più forza collettiva
e ciò accade solo se siamo in grado di tessere più effica-
SCIOPERI!
è il mio
sciopero
«Parlo come donna, lavoratrice e figlia di migranti».
L’8 marzo visto da un’attivista di Non Una di Meno.
Una giornata che serve a costruire un «Noi» inclusivo,
adatto alle sfide e alle minacce dei nostri tempi
L
o sciopero femminista intersezionale mi permette di esprimere la
consapevolezza di ciò che sono: sciopero in quanto donna, perché
la violenza di genere colpisce con sempre più ferocia ed è il governo
stesso a fare da mandante; sciopero contro la strumentalizzazione
dei nostri corpi a fini razzisti; sciopero in quanto lavoratrice sottopa-
gata e sotto ricatto; ma sciopero anche in quanto figlia di migranti.
Wissal Houbabi Mio padre venne in Italia, partito dal Marocco negli anni Settanta.
Quante generazioni di italiani nativi sono nate dal suo arrivo? Oggi si
guarda intorno e mi dice: «Se avessi provato a migrare oggi non ce l’avrei mai fatta». Migrare
più che un diritto universale è un diritto occidentale, altrimenti è una Loro botta di culo. Sul-
la mia pelle ho vissuto le varie fasi di quei confini materiali e immateriali che genera l’acquisi-
zione dei documenti, e quindi, dei diritti. La legge sancisce un Noi
e un Loro interno con la Ius Sanguinis: si è cittadini italiani solo se
si è eredi dell’etnicità italiana e non dall’appartenenza al territorio. Wissal Houbabi è nata
Quando acquisisci la cittadinanza sei tra il Noi, ma solo sulla car- nel 1994 in Marocco
ta. Lo Ius Sanguinis è un dispositivo di controllo di cui il sangue è il e cresciuta in Italia.
simbolo, il simbolo della razza, da quella non puoi scappare. Studia lingue e
PRIMAVERA 2019
Io ero una di Loro nei luoghi di lavoro in cui dicevano «Diamo letterature straniere
precedenza agli italiani», ai controlli doganali ai limiti di circola- all’Università di
zione, nelle ultime parole a cui non sai rispondere: «Se non ti sta Trieste. Femminista
bene torna a casa tua». intersezionale, fa parte
di Non Una di Meno. È
N. 2
appassionata di cultura
hip hop e cultural
studies. Si esprime con
la scrittura, la poesia,
la calligrafia araba, il
disegno e la pittura.
64
La differenza tra Noi e Loro la sancisce la legge, non la percezione sociale che pure ine-
vitabilmente ne risente. Sono i documenti il principale fattore che differenzia le due parti.
Prima c’è stata la legge Bossi-Fini, che aveva come obiettivo quello di cancellare l’immi-
grazione clandestina: una norma che ha subordinato l’ingresso e la permanenza in Italia al
contratto di lavoro; ha introdotto l’espulsione immediata con accompagnamento alla fron-
tiera; ha dimezzato la durata dei permessi di soggiorno (da quattro a due anni) e ha aumen-
tato (da cinque a sei) gli anni per richiedere la carta di soggiorno.
La legge Minniti-Orlando ha introdotto forme istituzionali di discriminazione razzia-
le e, attraverso lo strumento del Daspo urbano, dichiarato guerra ai poveri anziché alla
povertà. Un sindaco, in collaborazione con il prefetto, può multare e poi stabilire un di-
vieto di accesso ad alcune aree della città per chi «ponga in essere condotte che limita-
no la libera accessibilità e fruizione» di infrastrutture di trasporto. Per i migranti che fan-
no ricorso contro un diniego alla protezione umanitaria, inoltre, c’è un grado di giudizio
in meno, giustificato dall’esigenza di accelerare le procedure per l’esame dei ricorsi sulle
domande d’asilo e quindi bastano colloqui videoregistrati, senza contraddittorio e senza
che il giudice possa rivolgere domande al richiedente asilo che ha presentato il ricorso.
Vengono inoltre istituiti i Centri di permanenza per i rimpatri – Cpr, in precedenza Cie e
prima ancora Cpt, istituiti nel 1998 dalla legge sull’immigrazione Turco-Napolitano – os-
sia strutture per immigrati in attesa di rimpatrio ma che di fatto agiscono come regimi di
privazione della libertà personale.
Infine, la legge sulla sicurezza dell’attuale ministro dell’interno Matteo Salvini. Secon-
do cui il mondo diventa più sicuro eliminando la protezione umanitaria, allungando da tre
a sei mesi il periodo di trattenimento per chi è privo di permesso di soggiorno, rendendo
più difficile rinnovare il permesso stesso e favorendo di conseguenza lo sfruttamento delle
migranti e dei migranti, e quindi di tutti i lavoratori, per via del ricatto attuato con la legge
SCIOPERI!
65
biamo rialzare la testa, dimostrare che viviamo in un paese che non è espressione di questo
governo o quello precedente, ma degli e delle studenti, dei braccianti sfruttati, delle badanti
sottopagate, degli e delle operaie nella logistica, di chi un lavoro non riesce ancora a trovar-
lo perché «si da precedenza agli italiani». Un Noi inclusivo e che guardi alla realtà di oggi.
N. 2
66
IMMAGINARIO
#MeToo
La sequenza è eloquente: mostra come alcune serie tv
utilizzino temi dei movimenti femministi per disinnescarli.
Ma c’è vita al di fuori dello schermo. E le narrazioni
non pacificate riescono a far passare il loro messaggio
«S
ono con te per abbattere il patriarcato». Abby, detta la rossa nel
circolo maschile dei furbetti della Casa bianca, guarda negli occhi
la sua migliore amica, la donna più potente del mondo, colei che
ha portato a un nuovo livello essere Mr. Wolf e risolvere problemi,
in due parole, Olivia Pope.
Olivia ha una missione, difendere la prima presidente degli
Selene Pascarella Stati uniti dal complotto testosteronico per abbatterla. Sarà una
battaglia suicida; è pronta, se deve, a compierla da sola. Ma Abby
aspira a un’altra idea di sorellanza. Il suo motto è insieme «Giù da una scogliera», gladia-
trici su tacco dodici, unitevi!
Tra tutti i momenti topici della tv legati alla congiuntura
sociopolitica, quello innescato dalla puntata numero quat- Selene Pascarella ha
tordici dell’ultima serie di Scandal incarna al meglio la defi- una laurea in Scienze
nizione di «Momento #Metoo». della comunicazione e
Si tratta di una svolta nella narrazione verticale di una una specializzazione
serie, cioè destinata a concludersi nell’arco di una puntata in narrazione seriale
o due, che strizza l’occhio al movimento per i diritti delle televisiva. Giornalista e
donne che ha detronizzato Harvey Weinstein e Kevin Spacey, criminologa, unisce la
guadagnandosi la palma di «Persona dell’anno» sulla coper- passione per il piccolo
tina del Time nel 2017. schermo a quella per la
cronaca. Ha scritto di serie
tv per Carta, Speechless,
Urbanfantasy.it e Horror.
it ed è autrice del libro
SCIOPERI!
Una marea impossibile da ignorare, che le major televisive hanno provato ad addome-
sticare in due fasi: prima, nel momento di massimo fulgore dell’hashtag, capitalizzando
il consenso del pubblico femminile, poi, quando il movimento ha superato lo status di
fenomeno social stagionale, tranquillizzando l’audience trasversale dei preoccupati dalla
deriva del cosiddetto «femminismo giustizialista».
Hanno avuto (tra gli altri) il loro momento #MeToo serie animate (I Griffin), commedie
graffianti e grottesche quali Shameless, medical drama come The Good Doctor e Grey’s
Anatomy, il telefilm spagnolo di culto La Casa De Papel e la serie nostrana L’amica geniale.
I primi sei episodi della quarta stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt, a detta degli
autori, sono una riflessione sull’impatto delle silence breakers (come vengono definite le
donne che hanno denunciato molestie) nei luoghi di lavoro. Una dichiarazione d’intenti
che suona studiata per alzare le aspettative e quindi gli ascolti dello show.
C’è stato persino chi ha voluto rivendicare l’aderenza al «#MeToo
prima del #MeToo». Il produttore di Law & Order - Unità Vittime Spe-
LA SERIE DIETLAND ciali, Dick Wolf, ha sostenuto di aver anticipato il movimento con il
INCROCIA LA SFIDA suo poliziesco, incoraggiando le vittime a denunciare.
ALLL’OMOLOGAZIONE Sia l’attrice protagonista, Krysten Ritter, che gli autori del serial
DEI CORPI FEMMINILI Marvel Jessica Jones hanno sottolineato come la seconda stagione
CON LE AZIONI ARMATE dell’adattamento tv del fumetto, girata quando non era ancora esplo-
DI UN GRUPPO DI DONNE so il caso Weinstein, possa essere considerata un dialogo con le don-
ANTI-STUPRATORI ne che hanno dato vita al #MeToo.
Jessica, abusata da un villain con il potere di piegare la volontà
altrui, riprende a suon di pugni il controllo della propria vita. Non
v’è dubbio che la serie a lei intitolata offra spunti di riflessione sul tema dell’interiorizza-
zione della violenza patriarcale e del suo superamento. Eppure la scelta del committente
Netflix di mandarla in onda a partire dall’otto marzo e di affidare tutti gli episodi della
seconda serie a regie femminili ha offuscato la forza dirompente di questa eroina con
un’aura di pink washing.
Lasciando aperto un interrogativo: piuttosto che aprire un dibattito pubblico a partire
dalle dinamiche di potere e di abuso all’interno dei propri set, le case di produzione si
sono concentrate su operazioni di facciata per mettersi al riparo dal boicottaggio?
PRIMAVERA 2019
Il caso Netflix è esemplare in tale senso. Preoccupata di smaltire «l’effetto Spacey», ac-
cusato di molestie e rimosso dal cast di House Of Cards, ha imposto un rigido decalogo di
regole di condotta sul set. «Vogliamo che ogni produzione Netflix costituisca un ambien-
te lavorativo sicuro e rispettoso» ha dichiarato un portavoce. Quali sono queste regole?
N. 2
76
to troppo oltr
e ferocite
eToo si è spin con le folle in
Fo rs e il # M in o co m e ta li e finiscano
- e iniz
le buone caus
- Io penso che at te r? i per le folle
- Come #Blac
kLiv es M
on do so no preoccupat r
ente gli uomin
i di tutto il m ackLivesMatte
- Non ti seguo im prov vi sa m eo cc up az io ne che il #Bl
uniscono e essa pr
- Le donne si non si ha la st
o le ca cc e al le streghe, ma
inferocite anchi.
tazione dei bi
rovini la repu
le King)
King e Michel
ght, di Robert
(The Good Fi
SCIOPERI!
79
solennemente
Promettiamo
la voce
di restituire ,
e ri do tte al silenzio
alle donn ra re
impa
di ascoltare e
og nu na de lle loro storie
da
da Rh imes)
omy, di Shon
(Grey’s Anat
PRIMAVERA 2019
N. 2
80
w w w. e d i z i o n i a l e g r e . i t
del
disagio «Lo sciopero deve fa’ male sennò che sciopero è?»,
dice un lavoratore mentre i suoi colleghi si vedono,
si toccano, si riconoscono. Capisci che funziona quando
il problema di uno diventa il problema di tutti
I
l ritrovo è al bar, il Via vai a Calenzano. Da lì deve partire il corteo
per l’Osmannoro, l’area industriale appiccicata a Firenze, la zona
adiacente l’autostrada strategica per la logistica, da dove partono
i driver ogni giorno. Il loro quotidiano via vai è fatto di indirizzi
sui tablet, di carico e scarico pacchi, di
spunte, di bestemmie al traffico, di par-
Simona Baldanzi cheggi in terza fila. Simona Baldanzi è
Stamani sono lì al bar. Ognuno con la nata a Firenze e vive
divisa e il marchio. Il marchio dei corrieri. Ce l’hanno sul fur- nel Mugello. È autrice
gone, sul giubbetto, sul cappellino. Li distingui dai colori. Sono tra l’altro di Figlia di
PRIMAVERA 2019
rossi, arancioni, gialli e rossi, rossi e neri, bianchi e neri, marro- una vestaglia blu
ni. Li vorrebbero competitivi e concorrenti. Qua si mischiano: (prima edizione: Fazi,
il bar si riempie di colori che si muovono a chiazze. Qualcuno 2006), che ha vinto il
li guarda tintinnando il cucchiaino nella tazzina del caffè. No, Premio Miglior Esordio
di Fahrenheit Radio3
N. 2
Rai, di Il Mugello è
una trapunta di terra
(Laterza, 2014) e di
Maldifiume. Acqua,
passi e gente d’Arno
(Ediciclo, 2016).
82
Arriva anche il furgone che deve aprire il corteo. Bandiere mixer e grosse casse forma-
no l’altare della contestazione. Ci sale su Leandro, sindacalista con quarant’anni di espe-
rienza. Di scioperi ne ha fatti un bel po’. Non è di quei sindacalisti stanchi che ti dicono
«Sono 30 anni che vengo in piazza, ora andateci voi». Come se la voglia di cambiare il
mondo avesse una scadenza, tipo lo yogurt. O che svanisse come una bibita gassata la-
sciata aperta. Ad alcuni succede. A Leandro no, non ancora. Prende il microfono, ci batte
sopra l’indice per vedere se funziona. Se suo padre avesse creduto nella professione del
dj, forse avrebbe vagato per le disco dance di mezza Europa. Invece quella era considera-
ta solo una bravata, un passatempo giovanile. C’era da portare a casa lo stipendio, altro
che occhiaie e a letto fino mezzogiorno. Ha trovato da lavorare in un supermercato dove
ha fatto il delegato per vent’anni e ora è funzionario nella categoria dei trasporti e della
logistica. Il fazzoletto rosso se lo è legato al collo come un cowboy. Il gilet rosso lo ha sopra
il giubbotto. Gli è toccato mettersi gli occhiali che da vicino comincia a vederci male. Lun-
ghi anni di speaker alla radio, di teatro e cabaret lo aiutano nello scandire bene la voce.
Risuona nel piazzale. «Sistemiamoci per benino che fra poco si parte». Tutti sembrano
muoversi a caso e invece si posizionano per formare un corpo unico, lungo e compatto.
Ci sono tanti giovani e tanti stranieri. Per molti è il primo sciopero. Lo vedi da una specie
di indugio rispettoso negli sguardi. Aspettano segnali.
«Su le mani!»
Scherza al microfono Leandro.
«Le lavoratrici e i lavoratori del trasporto merci sono qui e sono i più belli».
SCIOPERI!
83
I pacchi sono venuti perfetti, composti e scocciati sul momento e non c’è rimasto
nessuno spazio bianco nelle lettere. Ogni scatolone è in fila sul marciapiede a comporre
PRIMAVERA 2019
A un certo punto c’è tensione. Lo si vede dalla folla che si comprime. Un corriere prova
a passare col suo furgone. Lavoratrici e lavoratori lo fermano. Battono le mani sulla fian-
cata. Leandro teme il peggio e prova ad avvicinarsi velocemente. Sente degli applausi e
non capisce. Cosa succede? Il lavoratore ha mollato il furgone e si è unito a loro battezzato
da un po’ di caffè da un termos. L’orgoglio di stare insieme dalla periferia puzzolente al
centro città si è gonfiato: non più isolati selfie, ma grandi foto di gruppo, con sfondo il
bianco marmo del Duomo.
La firma del rinnovo del contratto c’è stata un mese dopo. Se non fosse bastato fer-
marsi per Halloween, c’era sempre il Natale. Poi glielo dovevano spiegare i padroni, ai
bambini la storia dei pacchi e del contratto.
SCIOPERI!
85
Sulle tracce
della
parola
sciopero
Che vuol dire oggi scioperare?
E cosa significava quando questa
pratica è nata? In che modo il
linguaggio che usiamo può aiutarci
PRIMAVERA 2019
Riot
or
Strike?
Le rivolte e le insurrezioni urbane sono davvero
lo strumento rivendicativo per eccellenza di questo
momento storico? Un saggio mette in discussione
questa tesi. E si chiede se e in che modo esiste
un rapporto tra forme di lotta e cicli economici
PRIMAVERA 2019
N. 2
92
La traduzione è di
Alberto Prunetti.
93
produzione reale, assieme all’equazione tra produzione e industria, crea una rappresen-
tazione fuorviante del capitalismo contemporaneo, un’illusione ottica e statistica.
Tornando all’analisi di Clover c’è un problema di determinismo nel fare un’equazione
tra le caratteristiche economiche prevalenti di ogni periodo e la presunta risposta delle
classi subalterne. Non sorprende che questo collegamento causale alquanto schematico,
N. 2
con una caratterizzazione economica di un periodo storico associata a una singola tattica
principale, abbia ricevuto una buona dose di critiche.
Ad esempio Alberto Toscano su Viewpoint Magazine mette in discussione la tenden-
za di Clover a considerare inevitabile questa periodizzazione. Tanto più che gli scioperi
tendono ad avere alti e bassi, come le maree. Anche Toscano ammette che Ernest Mandel
era nel giusto quando sosteneva l’impossibilità «di stabilire ogni correlazione diretta tra
94
Questo sistema era unico nel suo dipendere da un’espansione intensiva, distinta da
quella estensiva; nell’estrazione del valore del surplus creato nella produzione, che è
cosa diversa dal profitto nella sfera della circolazione; nella crescita economica basata
su un incremento di produttività e nella competizione all’interno di un mercato unico:
in altre parole, nel capitalismo.
Ovviamente questa è la visione che Marx aveva del sistema. Non è tuttavia su questa
base teoretica che Clover sviluppa la teoria dell’emergente centralità della rivolta fissan-
do la periodizzazione alla base della propria proposta. Si basa invece sul suo opposto, su
quello che Wood ha definito il «modello della commercializzazione», associato alle teorie
di Henri Pirenne, Fernand Braudel, Giovanni Arrighi e altri. In questa visione il capitali-
smo si estende «dall’Italia del xiii secolo fino all’Occidente dei nostri giorni», per usare
le parole di Braudel, e viene generato dall’espansione del commercio. Sia il tempo che lo
spazio pongono questa teoria in ulteriore contrasto con le tesi di Brenner e Wood.
2012, e quello dei servizi è cresciuto del 10%, mentre il flusso finanziario è cresciuto di
solo il sei per cento all’anno, in media.
Bisogna anche tenere presente che mentre gli investimenti diretti esteri (Fdi) sono
considerati parte dei flussi finanziari nel rapporto McKinsey, secondo l’Onu invece solo
N. 2
96
Al tempo stesso nell’uso molteplice e flessibile che Clover fa del termine «circolazione»
c’è qualcosa di più di un semplice gioco di prestigio. Ad esempio è fuorviante la sua tesi per
cui la crescente forza lavoro assunta nel trasporto o nel magazzinaggio – in imprese come
Ups o nella logistica – apparterrebbe al regno della circolazione, secondo lo schema M-D,
SCIOPERI!
97
o giù di lì. E ovviamente tutti questi lavoratori che muovono beni strumentali, materiali
grezzi, semilavorati e prodotti finiti non si troverebbero di fronte un numero crescente di
posti di lavoro se non avessero da muovere nient’altro che asset finanziari digitalizzati.
La «sovrappopolazione»
N. 2
Clover usa la ben nota citazione da Marx sull’aumento della «sovrappopolazione» o sull’e-
sercito industriale di riserva e sulla pauperizzazione come «legge generale assoluta dell’ac-
cumulazione capitalista» per puntellare il suo stesso argomento secondo il quale questa
eccedenza di popolazione «è ricentrata dalla riorganizzazione economica dalla sfera della
produzione in quella della circolazione».
98
Un esercito di riserva, non un corpo permanente Per i maschi, i cui tassi di partecipa-
zione alla forza lavoro sono diminuiti
Nonostante gli afroamericani e gli ispanoamericani co- in maniera significativa, nondimeno
stituiscano una percentuale sproporzionata dell’esercito di abbiamo diciassette milioni e 851 mila
riserva, la sovrappopolazione non rappresenta un corpo lavoratori che sono entrati nella for-
permanente di individui, come implicato invece dall’analisi za lavoro, mentre tredici milioni e 949
di Clover. Piuttosto, come abbiamo visto sopra, è una base mila ne sono usciti. Nello stesso periodo
potenziale ricorrente per un’ulteriore espansione, senza la quattro milioni e 947 mila afroamerica-
quale il capitale non può crescere. Il ciclo di sviluppo del ni sono entrati nella forza lavoro, men-
capitale, con «periodi di vitalità media, di produzione con tre due milioni e 712 mila ne sono usciti.
massimo impegno, di crisi e di stagnazione [...] ha per fon- Si noti che tra gli africani la proporzione
damento la continua costituzione di un esercito industriale tra chi entra e chi esce è più alta della
di riserva o di una popolazione eccedente». media: ovviamente questo accade non
Questo è chiaro nelle cifre di chi entra e di chi lascia perché i lavoratori neri sono benestan-
la forza lavoro. Tra il 2004 e il 2014 33 milioni e 880 mila ti, ma probabilmente perché hanno più
lavoratori sono entrati a far parte della forza lavoro civile necessità dei bianchi di cercare lavoro
statunitense, mentre venticinque milioni e 360 mila lavo- dato che hanno meno risorse su cui fare
ratori ne sono usciti. Pertanto la forza lavoro è cresciuta affidamento, e pertanto vengono carat-
di otto milioni e mezzo di lavoratori, dai 147 milioni e 401 terizzati come disoccupati piuttosto che
mila del 2004 ai 155 milioni e 922 mila del 2014, nonostan- «non nella forza lavoro».
te la Grande recessione. A dicembre del 2017 il tasso di di-
soccupazione ufficiale era per i neri del
6,6%e per i bianchi del 3,7, mentre la
proporzione dei lavoratori occupati e di quelli «non nella forza lavoro» era dell’1,6 % per
i bianchi e dell’1,5% per i neri. Quel che risulta chiaro da questi dati è che nel processo
di formazione dell’esercito di riserva o della «sovrappopolazione» c’è un vasto e costante
turnover, come indica lo stesso Marx. È anche chiaro che gli afroamericani e gli ispano-
americani che lasciano l’esercito di riserva inevitabilmente si trovano a gravitare nella
fascia dei lavori sottopagati.
Guardando a chi è assunto nel settore dell’economia di cui si è parlato sopra, ossia
quello in espansione dei «servizi», qualcos’altro diventa evidente: si tratta di lavori per-
PRIMAVERA 2019
è convincente.
È un errore analitico perché l’occupazione nel campo della produzione era ancora re-
lativamente elevata e sarebbe rimasta tale negli anni Settanta anche nel comparto mani-
fatturiero, nonostante il crollo del 1974-75; è un errore empirico perché il numero delle
N. 2
102
di marketing verticale come lo Schema Ponzi? Non ci sono qui né strategia né attori in
gioco, e nessuna forma di determinismo. La comune aspetta un attore sociale o attori
con sufficiente potere da crearla e un luogo sulla terra dove realizzare la sua costruzio-
ne materiale.
N. 2
104
BERNIE
bianca nel 2020 è ancora lunga
e piena di ostacoli. Eppure
questa anomalia consente di
SHOULD
aprire alcuni scenari. Il primo
riguarda l’essenza stessa della
scommessa: una volta entrato
DO
nella stanza dei bottoni cosa
potrebbe e soprattutto dovrebbe
fare un presidente di sinistra?
Donald Trump
Hillary Clinton
SCIOPERI!
107
Gillibrand e soprattutto Kamala Harris e Cory Booker, in attesa della possibile discesa
in campo della giovane stella liberal Beto O’Rourke, rappresentano questo: il tentativo
di trovare un “nuovo Obama”, un candidato carismatico, innovativo ed entusiasmante,
N. 2
108
al Congresso
Molto prima di Alexandria Ocasio-Cortez, la città di New
York elesse il deputato della classe operaia Meyer
London. Era il 1915 quando iniziò una lunga storia politica
che è piena di indicazioni utili ancora ai giorni nostri
Meyer London
Eugene Debs
PRIMAVERA 2019
N. 2
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Un socialista al Congresso
Il meeting è stato movimentato e pieno di entusiasmo. Una vivace aria musicale ha fatto al-
zare in piedi la folla, esultante. Ogni acuto oratorio portava a un’interruzione fragorosa e quan-
do il deputato London è comparso per parlare la folla ha applaudito per almeno 15 minuti.
Sebbene London si trovasse alla sinistra del Congresso, in realtà faceva parte dell’ala meno
radicale del Socialist Party (Sp). Con solo una superficiale adesione al marxismo, London
credeva in una forma di transizione evoluzionista verso il socialismo ed esitò a opporsi
alla Prima guerra mondiale, al contrario di Eugene Debs, suo compagno di partito.
Semmai, la relativa moderazione di London ci viene in soccorso per farci capire quanto
le posizioni da lotta di classe che abbracciava fossero la norma tra tutti i socialisti, all’epo-
ca. Quel che lo rese diverso dai progressisti ufficiali non era una stravaganza personale ma
la sua lunga adesione al Sp e il suo impegno nel progetto politico di base del partito. Per
costruire un profilo politico che fosse differente da tutte le fazioni istituzionali, London
adottò tre massime socialiste che ancora oggi non hanno perso la loro rilevanza: dai forza
alla lotta di classe, promuovi il socialismo, resisti contro il Partito democratico.
darci della pietà dei datori di lavoro», dichiarò a nome del comitato sindacale, «con nostro
dolore, ci siamo fidati di loro anche troppo a lungo».
Dopo il successo di quello sciopero, l’ascesa di London al Congresso dipese principalmen-
te da risorse fornite dai sindacati, dal Sp e da piccoli donatori. In confronto, oggi quasi ogni
membro del Congressional Progressive Caucus prende denaro da aziende. Da parte sua, la
N. 2
sedicente progressista Nancy Pelosi ha un patrimonio netto di 120 milioni: non solo riceve un
112
Il popolo non può affidare la questione del pane, la questione della vita, ai governanti e ai servi
dei riccastri, responsabili dell’alto costo della vita. Chi, all’infuori delle masse operaie e del movi-
mento socialista, può essere incaricato degli interessi vitali del popolo, in tempi tanto difficili?
Sebbene London si mobilitò su un ampio spettro di tematiche – tra cui il sostegno per
il suffragio delle donne, la legislazione contro i linciaggi e l’autodeterminazione di Porto
Rico – la sua attenzione si concentrò sulle richieste più scottanti dei lavoratori. Durante la
sua campagna elettorale e dopo l’elezione, London denunciò regolarmente la mancanza
di case popolari a buon mercato, di salari sufficienti per campare, di una sanità pubblica e
un’assicurazione sociale. Sosteneva che questi punti fossero prese di posizione chiave che
distinguevano i socialisti dai politici rivali: «Quel che ascoltiamo duran-
te la campagna elettorale è rumore, solo rumore e nient’altro. Ogni can-
didato del vecchio partito cerca di competere con gli altri evitando di LONDON CONCENTRÒ
affrontare le questioni davvero vitali». LE FORZE SULL’OBIETTIVO
Un’analisi di classe ispirava anche la sobria valutazione di London DI ISTITUIRE UN SISTEMA
sui limiti di quel che si può realizzare attraverso mezzi meramente elet- SANITARIO NAZIONALE
torali, soprattutto in una legislatura dominata da politici filo-aziendali. E UN’ASSICURAZIONE
Il New York Call, un quotidiano socialista, descriveva la situazione in SOCIALE UNIVERSALE
questi termini: «Si trova letteralmente chiuso in una gabbia di persone
ostili, dove nessuno è ammesso, a parte i suoi nemici». In questo con-
testo London interpretò il suo ruolo soprattutto come volto ad accrescere la coscienza di
classe, sostenere le lotte dei lavoratori e diffondere le idee socialiste fuori dai corridoi del
potere. Subito dopo le elezioni del 1914 disse con fermezza ai suoi sostenitori:
Niente illustra in maniera più convincente il fallimento economico e morale del presente
sistema di proprietà, individuale o capitalistico, della scarsità di cibo nelle nostre città più
PRIMAVERA 2019
ricche e nei periodi più prosperi nella storia del nostro paese […]. Non siamo mai stati tanto
ricchi e ci sono le rivolte per il pane! Questo è il capitalismo. Questo è il dominio del capitale
privato sulla società umana.
Non avete fatto questi sacrifici per me. Ognuno in questa campagna ha lavorato per l’idea-
le che sprona i socialisti a lavorare contro tremende avversità nella battaglia contro il capitali-
smo. Il socialismo è la voce dell’umanità, del futuro e del mondo. Avete un nobile e leale com-
pito. Non dovete neanche per un attimo vacillare ma dovete lottare, dovete sempre lottare.
Quarantasette democratici traditori, troppo codardi da votare una misura socialista che
aveva la possibilità di passare, che l’avevano votata l’anno scorso ma si sono rifiutati di votarla
quest’anno: la più spregevole azione politica di cui un partito debba essere ritenuto colpevole.
E proprio come nel caso di Obama, quando le sue politiche economiche e il salvataggio
delle aziende hanno lastricato la strada alle elezioni di Trump, Wilson – «il male minore»
– portò nel 1920 all’elezione del repubblicano Warren Harding, ossia «il grande male».
London non rimase affatto stupito da questi sviluppi, dato che «il primato vergognoso»
del governo democratico aveva dimostrato la vacuità delle loro pro-
messe elettorali di sinistra.
LONDON RIFIUTÒ Forse ciò che distingue in maniera netta da un punto di vista po-
DI CANDIDARSI litico London da Ocasio-Cortez e da altri socialisti appena eletti è
NELLE LISTE DEL PARTITO proprio l’antagonismo verso il Partito democratico. Dopo aver rifiu-
DEMOCRATICO. tato, per una questione di principio, di correre al voto sulla lista di un
IL CHE GLI CONSENTÌ partito capitalista, London era stato un candidato socialista indipen-
MAGGIORE INDIPENDENZA dente dal 1896, prima di vincere finalmente nel 1914 su una lista del
DALLO STATUS QUO Socialist Party.
Rifiutare di correre su una lista del Partito democratico rese più
arduo il percorso elettorale di London ma una volta eletto gli fornì,
alla pari degli altri candidati del Socialist Party, maggiore indipendenza organizzativa e
politica dallo status quo.
London era assolutamente libero di dire quel che pensava e di combattere con co-
raggio per i lavoratori, dato che non dipendeva dalla macchina del Partito democratico
per i finanziamenti, per il sostegno degli attivisti e per le commissioni congressuali. E la
sua indipendenza non fu offuscata dalla necessità di sostenere i democratici mainstream
PRIMAVERA 2019
(una regola che puntella lo status quo, come osserva Kim Moody, che la leadership de-
mocratica continua a esigere dalla sua ala progressista). London in campagna elettorale
appoggiò solo altri socialisti e, una volta al Congresso, si astenne dal votare il candidato
democratico per la presidenza della camera.
N. 2
116
e la liberale
Bernie Sanders non viene considerato come l’unico
candidato anti-establishment. Accanto a lui c’è Elizabeth
Warren, senatrice del Massachusetts, che si limita a voler
correggere le storture e invocare la concordia tra le classi
E
lizabeth Warren capisce meglio di chiunque altro la differenza
tra lei e Bernie Sanders. Sanders «è un socialista», spiega Warren,
«mentre io credo nei mercati». Warren è una «capitalista fino al mi-
dollo», mentre Sanders è appunto un socialista democratico.
Cavilli a parte – di sicuro Warren non campa grazie alle rendi-
Shawn Gude te del capitale, e i mercati sono compatibili con il socialismo – la
senatrice del Massachusets ha ragione: lei e Sanders vengono da
tradizioni politiche differenti.
Di base Warren è una fan dei regolamenti, e crede che il ca-
pitalismo funzioni meglio con la libera competizione; Sanders
è un tribuno del popolo, consapevole dell’esistenza delle clas- Shawn Gude
si sociali, e ritiene il capitalismo fondamentalmente ingiusto. è associate editor
Warren interpreta le sue riforme più ambiziose come tentativi di Jacobin Magazine.
di rendere il capitalismo «responsabile»; Sanders preme per leg- La traduzione è di Gaia
gi come lo Stop Bezos Act e denuncia gli amministratori delega- Benzi.
ti per lo sfruttamento dei lavoratori. Warren desidera un clima
di armonioso accordo tra lavoratori e datori di lavoro; Sanders
PRIMAVERA 2019
Brandeis e Debs
Brandeis e Debs sono probabilmente svaniti dalla memoria collettiva, ma sono state
due figure centrali nella politica americana del Ventesimo secolo.
Noto ai più come «il difensore del popolo», Brandeis ha fatto l’avvocato dal 1878 al
1916, quando Woodrow Wilson lo scelse come primo giudice ebreo della Corte suprema.
Mente legale raffinata e appassionata nella difesa delle cause che prendeva a cuore, Bran-
deis disprezzava corruzione e monopoli, riteneva danneggiassero l’interesse pubblico.
Il suo bersaglio principale erano le grandi corporation e la finanza. La loro straordinaria
crescita, intuì Brandeis, non era il risultato di efficienza o di qualità superiore dei prodot-
ti. Erano semplicemente bravi a fare i prepotenti. Il loro comportamento monopolistico
travolgeva le aspirazioni dei semplici consumatori e lavoratori, lanciando sul mercato una
specie di incantesimo pestifero – una sorta di «maledizione della grandezza».
SCIOPERI!
119
Il Partito socialista si oppose sin da subito all’entrata in guerra degli Stati uniti: riteneva-
no la guerra un conflitto tra potenze imperialiste in competizione tra loro che facevano dei
lavoratori carne da macello. Debs, gettando una luce tra le ombre del militarismo, aveva
preso posizione contro la guerra nell’estate del 1918. Fresco di visita alla prigione locale
N. 2
120
Warren e Sanders
Per come la racconta lei, Elizabeth Warren è arrivata alle sue convinzioni politiche attra-
verso anni di studio delle leggi statunitensi sulla bancarotta, dopo esser stata cresciuta da
una famiglia working class in Oklahoma. Professoressa di legge, negli anni Ottanta e Novan-
ta Warren scoprì che un gran numero di statunitensi stava precipitando verso la bancarotta,
non in virtù di sperperi privati, ma per via di salari stagnanti e del comportamento rapace di
banche e società di credito. Anno dopo anno, indipendentemente dalle performance dell’e-
conomia, i grafici di Warren registravano tassi di fallimento sempre più alti.
Mentre faceva pressioni sui legislatori per una riforma progressiva della bancarotta, fu
testimone delle tattiche pesanti che i creditori mettevano in campo per fare a pezzi i loro
avversari. Warren, da sempre convinta sostenitrice del gioco pulito e della fedeltà ai fatti, era
sconvolta. «Ho passato più o meno vent’anni a sudare sopra ogni singolo dettaglio di una
lunga serie di studi accademici, agonizzando sulle dimensioni e sul significato statistico de-
gli esempi, per essere sicura che qualunque cosa scrivessi fosse giusta», ricorda Warren nel
suo libro del 2014, A Fighting Chance. «Le banche compilano un assegno, commissionano
uno studio che simpatizza per loro, e si comprano letteralmente i fatti».
Nel 2007 – qualche anno dopo una sua apparizione da Dr. Phil che l’aveva messa sotto
i riflettori – Warren pubblicava un articolo sul giornale Democracy chiedendo una «Com-
missione di Sicurezza sui Prodotti Finanziari». Come ispirata dal fantasma di Brandeis,
Warren sosteneva che una nuova agenzia avrebbe potuto passare indenne per l’enorme
montagna di legalese tributario e difendere i piccoli consumatori dagli imbrogli delle
grandi banche.
Questo genere di visione riformista le ha procurato anche alcuni incarichi politici. Il
capitalismo di Warren è un capitalismo regolamentato nel quale ciascuno gioca secondo
le regole, non importa a quale classe appartiene, e ne ottiene dei benefici. I lavoratori
lavorano sodo e ricevono una paga decente, i piccoli imprenditori lavorano sodo e com-
SCIOPERI!
121
Invecem, quando Warren critica la politica estera statunitense cita aspetti assai più re-
centi. Dopo la caduta dell’Unione sovietica, scrive in un saggio su Foreign Affairs, gli Stati
uniti si sono impantanati in una «guerra senza fine» e «hanno cominciato a esportare un
tipo particolare di capitalismo» che favorisce le élite benestanti. Warren non è una guer-
N. 2
122
della vecchia
societàEssere eletti non significa
conquistare il potere, diceva
Léon Blum. E gli sfruttati
possono difendere le loro
conquiste solo cambiando
la natura delle istituzioni
PRIMAVERA 2019
N. 2
124
Non è difficile immaginare che la presidenza di Bernie Sanders possa avere questo esito:
la storia di una speranza seguita da uno stallo. Nella sua corsa alle primarie del 2016 ha
sottolineato la necessità di uno scontro con gli interessi particolari e con i miliardari che
dominano la politica statunitense. Eppure le probabilità di vin-
cere una simile battaglia sono scoraggianti: i movimenti sociali
e dei lavoratori sono ancora deboli, e i loro alleati sono lungi dal David Broder è uno
far man bassa del Congresso. storico e traduttore
Un’eventuale amministrazione Sanders sarebbe destinata ad inglese. È il redattore
affrontare una seria opposizione da entrambi i partiti, così come europeo di Jacobin
dalle grandi imprese e dalla macchina statale. Oltretutto, Bernie Magazine.
non potrà far tutto da solo: se mai divenisse presidente, uno dei La traduzione è
principali effetti positivi sarebbe quello di creare lo spazio poli- di Leopoldo Calabria.
tico (e legislativo) in cui altre forze siano in grado di mobilitarsi.
Ciò è fondamentale se consideriamo quanto le istituzioni
americane siano antidemocratiche e quanto siano state pensate proprio per esserlo. An-
che al di là delle privazioni del diritto di voto o del ruolo dei finanziamenti elettorali privati
– molto più importante che in altri paesi occidentali – l’andamento dei cicli elettorali, il
ruolo politico della Corte Suprema e la natura stessa del Senato servono a consolidare il
potere costituito.
Certamente anche in Europa, le nuove forze di sinistra si troverebbero ad affrontare
enormi ostacoli nel caso in cui riuscissero a ottenere l’incarico di governo. Forze come
France Insoumise, Podemos o il Labour di Jeremy Corbyn rappresentano la speranza di
rompere con il neoliberismo. Eppure questi partiti ancora senza esperienza di governo
dovrebbero sicuramente affrontare delle battaglie con l’Unione europea, il rischio di fuga
di capitali all’estero e resistenze sia all’interno che all’esterno della macchina statale.
Come disse il primo ministro socialista francese Léon Blum, «vincere le elezioni» non
SCIOPERI!
125
Contropotere
N. 2
avrebbero dovuto poter contare sull’assistenza sanitaria gratuita come un diritto garantito
dallo stato.
Fu un figlio di Tredegar, il laburista ministro della salute nel dopoguerra, Aneurin Be-
van, a diventare il principale artefice del Servizio sanitario nazionale. Nella sua dura batta-
glia contro le lobby di medici e dentisti, Bevan notoriamente avvisava: «Stiamo venendo a
N. 2
anche che li aspetta una prova del fuoco non appena dovessero trovarsi in situazioni per
cui non hanno una strategia.
129
La questione è come cambiare questa logica: i mezzi attraverso cui promettenti movi-
menti democratico-socialisti sono in grado di cambiare lo stato, piuttosto che essere osta-
colati o cooptati dalle strutture di potere esistenti nella società. Le mobilitazioni elettorali
consentono rapidi spostamenti nella narrazione politica dominante, e permettono alla si-
nistra di ottenere vittorie anche in assenza di movimenti più profondamente radicati. Il
problema, tuttavia, è che la discussione su come “il populismo di sinistra” possa raccogliere
una base elettorale, sul modello delle idee della filosofa Chantal Mouffe, raramente affronta
il tema di ciò che la sinistra dovrebbe fare dopo essere riuscita a insediarsi al governo.
Nel volatile contesto politico di oggi, che in effetti presenta opportunità storiche per vin-
cere le elezioni, è naturale che i socialisti siano più interessati a come
arrivare al potere che a come usarlo. Ma questo riflette un certo tipo
LA DISCUSSIONE SUL di “realismo capitalista”: perché mentre i marxisti dei decenni passati
«POPULISMO DI SINISTRA» si chiedevano come la politica istituzionale potesse portare a una fu-
RARAMENTE AFFRONTA tura società socialista immaginata come quasi certa, oggi è più facile
IL TEMA DI CIÒ considerare Bernie o Corbyn come una “interruzione” difensiva di una
CHE LA SINISTRA preponderante ondata reazionaria.
DOVREBBE FARE Possiamo sperare che a differenza dell’Obamacare, i piani per l’as-
UNA VOLTA AL GOVERNO sistenza sanitaria e l’istruzione di Bernie riescano a imporre un cam-
biamento duraturo nella politica degli Stati uniti: esempi pratici della
fattibilità e della necessità di un’azione pubblica e della collettivizza-
zione della cura. Abbiamo bisogno che i nostri diritti allo studio, alla salute e all’alloggio si-
ano una garanzia piuttosto che qualcosa per cui dobbiamo costantemente pagare o com-
battere. Se nessun avvicendamento nel potere e nella ricchezza è veramente “irreversibile”,
che almeno le nostre vittorie possano consolidarsi per decenni.
Parte della soluzione sta nello sviluppo di una cultura socialista in seno a partiti politici
che sopravvivono ai singoli leader. Nonostante tutti i fallimenti del governo laburista del
1945 (in particolare la sua gestione dell’Impero), fu possibile imporre un cambiamento
duraturo alla politica britannica, e oggi persino i Tories sono costretti a porre i loro stessi
PRIMAVERA 2019
attacchi contro il Ssn come una difesa della sua sostenibilità. Un servizio usato e amato da
milioni e milioni di persone, viene riconosciuto da tutti come un risultato della tradizione
laburista e rappresenta, allo stesso tempo, un collante che tiene unita l’idea socialista.
La domanda, quindi, è come rendere permanenti i nostri successi ed effimeri quelli
delle forze di classe ostili: come realizzare molti Ssn. Senza dubbio, le risposte a questo
N. 2
problema varieranno notevolmente da una società all’altra. Ma la via più ovvia sembra
risiedere nell’espansione dell’esistente esperienza riformista: vale a dire prendere gli esi-
stenti movimenti populisti di sinistra e democratico-socialisti e radicarli in reti più vaste di
organizzazione di partito, in grado di perpetuarsi.
Senza dubbio, la crescita dei Democratic Socialists of America (Dsa), l’elezione di giovani
di sinistra come Alexandria Ocasio-Cortez e la massiccia mobilitazione della gioventù ingle-
130
necessario
Se Bernie Sanders nel 2020 dovesse essere eletto
presidente dovrebbe far ricorso a tutti gli strumenti
a sua disposizione per forzare gli equilibri istituzionali
e fare sponda con i movimenti sociali. Ecco alcuni esempi
B
ernie Sanders è il politico più popolare negli Stati uniti. Se dovesse
spuntarla nel campo delle primarie del Partito democratico, schi-
vando con successo gli attacchi delle élite del partito che non lo ri-
conoscono quale loro alleato, non c’è dubbio che potrebbe vincere la
presidenza nel 2020. È una prospettiva eccitante per quelli di noi che
credono, come disse una volta Sanders, che «questa è una guerra di
Meagan Day classe, e noi ci alzeremo a combatterla».
Ma un socialista democratico alla Casa Bianca è quanto di più
lontano dall’essere un proiettile d’argento. La Corte Suprema è già persa per i liberal, per
non parlare dei socialisti, per molti decenni a venire, e la mag-
gioranza del Congresso sarà probabilmente composta da una
combinazione di repubblicani conservatori proni all’austerità e Meagan Day è staff
democratici centristi più che disposti a incontrarli a metà stra- writer di Jacobin
da. Anche se il loro numero aumenta in modo esponenziale, i Magazine.
progressisti come Rashida Tlaib e Alexandria Ocasio-Cortez, La traduzione
che condividono l’agenda di giustizia economica e sociale di è di Leopoldo Calabria.
Bernie, sarebbero in minoranza sotto un’amministrazione San-
PRIMAVERA 2019
cutive delle agenzie del governo federale, ndt] sono potenti strumenti per i presidenti, che
spesso ne rilasciano centinaia sia di efficaci che di nefasti. Ci sono le alte vette della famosa
Proclamazione di Emancipazione di Lincoln, e c’è anche la recente direttiva di Trump che
consente a livello federale di aumentare il taglio di legname sulle terre pubbliche. Franklin D.
Roosevelt usò 3.522 ordini esecutivi per fare cose come creare l’Amministrazione dei Lavori
Civili, che ha dato lavoro ai disoccupati, e l’Amministrazione per l’Elettrificazione Rurale, che
132
CLIMA
Per ordine esecutivo, un ipotetico presidente Bernie Sanders potrebbe fissare obiettivi aggres-
sivi di riduzione dei gas serra e di consumo di energia per tutto il governo federale, compre-
si i militari (il Dipartimento della Difesa degli Stati uniti è uno dei peggiori inquinatori del
mondo). Potrebbe indirizzare tutte le branche dell’esecutivo pertinenti – compreso l’Epa, il
Dipartimento degli Interni, il Corpo degli ingegneri dell’esercito, ecc. – a tener conto dell’im-
patto da gas serra di qualsiasi proposta infrastrutturale e dichiarare che qualsiasi progetto che
potenzialmente aggrava il cambiamento climatico va respinto.
«Questo porterà inevitabilmente a contenziosi», spiega Basav Sen, direttore del progetto
Climate Justice presso l’Institute for Policy Studies (Ips). «Le corti finiranno per consentire
ad alcuni di questi progetti di andare avanti, ma questa è una tattica di temporeggiamento
molto importante, e crea un argine perché l’industria dovrà combattere battaglie legali contro
il governo federale per ogni pezzo di infrastruttura dannosa che si cerca di costruire. Alcuni
saranno bloccati e tutti saranno notevolmente rallentati, affossando il capitale e rendendo
più difficile la costruzione di nuove infrastrutture per i combustibili fossili».
Sanders potrebbe anche emettere un ordine esecutivo che indirizzi le agenzie federali a
SCIOPERI!
POLITICA ESTERA
Gli Stati uniti hanno la presenza militare a più ampio raggio nella storia del mondo. Per
ordine esecutivo, il presidente Bernie Sanders potrebbe «ritirare le truppe dai paesi di tutto il
mondo in cui sono schierate», dice Phyllis Bennis, direttore del New Internationalism Project
dell’Ips, compresi i luoghi in cui stanno «effettuando assassinii e altre cosiddette azioni anti-
terrorismo che violano il diritto internazionale e che non ci rendono più sicuri così come non
rendono più sicure le persone di altri paesi».
Sanders potrebbe emettere un ordine esecutivo che dichiara la chiusura ufficiale della «Kill
List», una banca dati di individui che il Pentagono ha contrassegnato per la cattura o l’eli-
minazione. Potrebbe anche terminare tutte le campagne segrete di bombardamento tramite
ordine esecutivo. «Solo nel 2017, i civili uccisi da bombe sganciate dalla coalizione a guida
Usa in Iraq e in Siria potrebbero essere addirittura 6.000», afferma Ben-
nis. «È orribile. I bombardamenti segreti non sono chiaramente segreti
SANDERS POTREBBE per le persone che vengono bombardate» e tuttavia si verificano costan-
COMINCIARE temente, sprecando denaro per distruggere vite umane. Come coman-
CANCELLANDO dante in capo, Sanders potrebbe terminarli unilateralmente.
LA KILL LIST, IL DATABASE Il presidente Sanders potrebbe emettere un ordine esecutivo che ri-
DEI SOGGETTI stabilisca la legittimità della Risoluzione dei Poteri di Guerra, che richie-
CHE IL PENTAGONO de il consenso del Congresso per entrare in guerra. I presidenti hanno
VORREBBE ELIMINARE violato questa legge per decenni. Dopo l’11 settembre, la prima volta
che si è manifestato pienamente il potere del Congresso di intralciare i
guerrafondai del governo è stata l’anno scorso, quando lo stesso Sanders
ha invocato la Risoluzione dei Poteri di Guerra in un disegno di legge per porre fine al soste-
PRIMAVERA 2019
gno degli Stati uniti all’intervento saudita in Yemen. Sanders potrebbe emettere un ordine
esecutivo che stabilisca una politica di abrogazione di qualsiasi intervento militare non auto-
rizzato dal Congresso, affermando pubblicamente i principi anti-guerra e pro-democratici a
motivazione della sua stessa conformità con la Risoluzione dei Poteri di Guerra.
Tramite ordine esecutivo, Sanders potrebbe dichiarare che nessun individuo che ha la-
N. 2
vorato per una società appaltatrice della difesa può essere nominato in un’agenzia federale.
L’emissione di un ordine esecutivo in tal senso «avrebbe l’effetto di ridefinire pubblicamente
quali sono gli interessi americani», afferma Bennis. «Gli interessi del Pentagono riflettono gli
interessi delle corporation statunitensi o del popolo statunitense?».
Mentre il potere di spesa in quanto tale appartiene al Congresso, Sanders potrebbe stabi-
lire una commissione allo scopo di condurre una revisione da cima a fondo del budget mili-
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GIUSTIZIA PENALE
La struttura del sistema di giustizia penale pone alcune sfide uniche per il ramo esecutivo,
poiché la maggior parte della sua attività si svolge sotto la giurisdizione statale e locale. Tuttavia,
un presidente Bernie Sanders potrebbe minare le fondamenta della detenzione di massa attra-
verso determinati ordini esecutivi, e potrebbe usarne altri per inviare un messaggio potente.
Sanders potrebbe emettere un ordine esecutivo che imponga al Dipartimento di giustizia di ab-
bandonare le pene minime obbligatorie nei procedimenti federali e di perseguire soluzioni non
carcerarie per le trasgressioni minime. Il presidente ha anche il potere di concedere clemenza
ai prigionieri federali tramite ordine esecutivo: il presidente Jimmy Carter ha graziato tutti i
renitenti alla leva dopo la guerra del Vietnam, e Obama ha amnistiato centinaia di detenuti per
droga nei suoi ultimi giorni di mandato.
Le commutazioni di Obama si applicava-
no selettivamente ai detenuti che avevano re e punire i trafficanti di droga», dice Kara Gotsch, Direttore
completato dieci anni di condanna e che delle Iniziative Strategiche presso The Sentencing Project. «Al
si erano comportati bene in prigione. San- contrario vogliamo che i soldi vengano ridestinati. Vogliamo
ders potrebbe completare il lavoro perdo- prendere un miliardo di dollari e investire in un programma
nando ogni trasgressore per droga incarce- di intervento che cerchi di incanalare le persone con distur-
rato a livello federale e condannato in base bi da uso di sostanze verso il trattamento, un approccio che
ai draconiani requisiti della War on Drugs, punti alla salute delle comunità. C’è così tanto che può esse-
indipendentemente da quanta pena ab- re fatto a livello amministrativo per ridefinire le strategie su
biano scontato o dal fatto che abbia otte- come affrontiamo il crimine».
nuto una qualificazione Ged o un posto di Sanders potrebbe emettere un ordine esecutivo che in-
lavoro – criteri che erano importanti per dirizzi tutte le agenzie a porre fine alla pratica della confisca
l’amministrazione Obama. dei beni civili, vale a dire l’espropriazione delle proprietà di
Allo stesso modo, mentre i presidenti qualcuno solo per il sospetto che abbia commesso un crimi-
non possono decidere in merito all’entità ne. Il procuratore generale di Obama, Eric Holder, ha posto
dei fondi, possono stabilire le priorità per dei limiti alla confisca dei beni civili, ma sono stati respinti.
il modo in cui tali fondi vengono utilizzati Sanders potrebbe dichiarare la fine immediata della pratica
all’interno delle agenzie. «Il Dipartimento in tutte le agenzie, dalla Dea e dall’Fbi al Dipartimento per la
di Giustizia può dichiarare di non voler sicurezza interna. Per ordine esecutivo, Obama ha «eliminato
spendere un miliardo di dollari che altri- la casella», intendendo la casella di spunta che costringe i can-
menti andrebbero all’Agenzia sulle droghe didati a lavori federali a rivelare i loro precedenti penali. Tru-
per l’applicazione della legge per persegui- mp non ha ancora annullato l’ordine, ma è probabile che lo
consideri prima o poi. Se lo fa, Sanders può riemettere l’ordine
con una clausola aggiuntiva: vietare la casella anche a coloro
SCIOPERI!
di lasciare intatta la regola Volcker. E mentre ci lavora, potrebbe emettere un ordine che vieti la
nomina di banchieri, avvocati e lobbisti di Wall Street nelle agenzie incaricate di supervisionare
il settore finanziario – qualcosa che Obama ha ripetutamente fatto.
Nel 2014, Obama ha emesso un ordine esecutivo che fissa il salario minimo per impiegati
e appaltatori federali a 10,10 dollari l’ora – quattro dollari in meno di quello che gli analisti
N. 2
del Mit hanno determinato costituisca un salario di sussistenza nel 2013. Sanders potrebbe
emettere un ordine esecutivo che corregga il problema, istituendo una task force per deter-
minare il vero salario di sussistenza negli Stati uniti e stabilendo di conseguenza il minimo
del governo federale. Infine, potrebbe emettere un ordine esecutivo che stabilisca nuove
priorità tra le agenzie federali che amministrano programmi sociali. Lo scorso aprile Trump
ha emesso un ordine in cui dichiarava che «molti dei programmi progettati per aiutare le
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Gli americani detengono più di 1.500 miliardi di dollari in debiti studenteschi. Ciò impe-
disce a decine di milioni di persone di acquistare case e mettere su famiglia e le trattiene
in lavori che non vogliono, spesso più di uno alla volta, costretti a districarsi per effettuare
pagamenti prima che gli interessi vadano fuori controllo. Cosa potrebbe fare un presidente
Bernie Sanders per affrontare questa crisi tramite ordine esecutivo? Per
prima cosa, potrebbe emettere un ordine esecutivo che indirizzi il suo
Segretario all’Istruzione a cancellare tutti i debiti contratti con istituti BISOGNEREBBE MINARE
fraudolenti a scopo di lucro. LE FONDAMENTA DELLA
Durante il mandato di Obama, gli attivisti hanno fatto pressioni sul DETENZIONE DI MASSA
suo segretario all’istruzione, Arne Duncan, per cancellare tutto il debito ELIMINANDO LA PENA
a carico federale degli studenti che hanno conseguito lauree in istituti MINIMA OBBLIGATORIA
a scopo di lucro fraudolenti come il Corinthian e l’Itt. Ma Duncan si è E CAMBIANDO LA POLITICA
tirato indietro. Secondo Ann Larson di The Debt Collective, una delle SULLE DROGHE
motivazioni che ha fornito era che il Dipartimento per l’istruzione non
aveva il mandato per una mossa così drastica, dal momento che i suoi
leader non sono eletti. Un ordine esecutivo di Obama avrebbe minato questo fondamento
logico, ma non si è mai materializzato. Ma questa sarebbe ancora solo una goccia nel mare.
Che dire degli studenti laureati in università no profit che stanno faticando a trovare stabilità a
causa del peso del loro debito studentesco? Nel 2015, il 70 per cento degli studenti universitari
si è laureato in istituti no profit contraendo un debito studentesco.
Larson sostiene che il presidente Bernie Sanders potrebbe anche fare qualcosa a riguar-
do. «Quando al Congresso fu dato il potere di emettere e raccogliere prestiti per gli studenti
nel 1958, il Dipartimento per l’Istruzione ricevette dal Congresso anche il potere cosiddetto di
“compromesso e risoluzione”, che consente di rinunciare al diritto di incassare», dice Larson.
«E poi l’Higher Education Act del 1965 ha consolidato questo potere nelle mani del Segreta-
rio all’Istruzione». Sanders potrebbe emettere un ordine esecutivo che ordini al suo Segretario
dell’Istruzione di cancellare immediatamente tutti i debiti dei prestiti agli studenti per i quali
il governo federale è creditore, che consiste nella maggior parte del debito degli studenti negli
Stati uniti. L’ordine esecutivo potrebbe anche indirizzare il Dipartimento di Educazione a as-
sumere tutto il debito dei mutuatari che devono denaro ai creditori privati, e annullare anche
quello, riducendo il carico dei prestiti agli studenti americani da 1.500 miliardi di dollari a zero.
Secondo le stime degli economisti, la cancellazione immediata di tutti i debiti studente-
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