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LE PRINCIPALI METODOLOGIE DELLA PROGETTAZIONE EDUCATIVA DELL' INCLUSIONE

I segni del passaggio dalla programmazione alla progettazione.


La scuola di massa era la scuola del programma, cioè con un documento ufficiale e che aveva il compito
preciso dell’alfabetizzazione, cioè di accogliere quante più persone a scuola.
Poi ci sono state molte modifiche in base a studi fatti:

1. La prima modifica ha riguardato il soggetto che apprende e nel 1977 con la legge 517 che decretava
l’integrazione degli alunni diversamente abile nelle scuole, si è aperta la stagione della
programmazione; quindi non sono stati abbandonati i programmi ma si nono orientati i programmi
alle diverse situazioni, visto che si osservava che nelle classi c’era una differenziazione di utenze.
Inoltre le ricerche avevano fatto capire che LA MENTE UMANA NON APPRENDE IN MODO
SEQUENZIALE E LINEARE MA IN MODO PIU’ FLESSIBILE, RETICOLARE, INTEGRATO. Il soggetto che
apprende non accumula ma riceve e rielabora in determinate condizioni di CONTESTO E DI
RELAZIONI.
2. Secondo elemento è il fatto che avevamo una PROGRAMMAZIONE PER OBIETTIVI DISCIPLINARI,
cioè i CONTENUTI DELLA DISCIPLINA proiettati come OBIETTIVI DISCIPLINARI. Oggi partiamo dai
CONTENUTI, partiamo dalle discipline per MOTIVARE TRAGUARDI DI SVILUPPO che sono sia
DISCIPLINARI che TRASVERSALI.
Inoltre la programmazione introduce nuove metodologie didattiche, quindi non più la lezione
classica frontale ma ci si muove nella logica di celte metodologiche didattiche.
VIENE INTRODOTTO IL CONTCETTO DI COMPLESSITA’ IN TUTTO ….LA PERSONA, LA MENTE, LA
SOCIETA’…
Oggi infatti non parliamo di obiettivi didattici ma pe unità di apprendimento.
L’unità di apprendimento CONSENTE DI ALLARGRE L’AREA DELLA COMPETENZA; non c’è un
contenuto disciplinare fisso ma un’unità di apprendimento fatta di più competenze.
Anche il tempo dell’unità di apprendimento è più FLESSIBILE (prima il tempo era scandito)
Oggi non è più l’obiettivo disciplinare ma traguardi di sviluppo che sono SIA DISCIPLINARI CHE
TRASVERSALI.

DIVERSIFICARE E DIFFERNZIARE. Si considerano le singole realtà, le patologie, le personalità; si


prenda in considerazione ogni singolo BES…che include una innumerevole categoria di persone e i
DSA. Quindi oggi c’è una diversa articolazione dell’azione educativo didattica perché teniamo cinto
che in questi soggetti o ci sono ritmi di apprendimento più rallentati o ci sono stili di
apprendimento diversi da quelli NORMODOTATI.
Quindi la programmazione ha consentito di uscire dal copione freddo del programma!!!!!!!!!
Ha investito le scuole della responsabilità di dover RENDERE CONTO ALLA SOCIETA’ DEL LAVORO
DELLA SCUOLA. Quindi da scuola totalmente autonoma del docente…. Ma la forza della collegialità.
La programmazione era fatta da:
 PIANIFICAZIONE
 PREVISIONE (ad esempio i bambini di prima elementare per natale devono saper leggere)
ma oggi non deve essere deterministica perché tiene conto di diverse cose.
 CONTROLLO….tutto molto predeterminato..
 LA PROCEDURA ERA CONSIDERATA UNA FORTE POTENZIALITA’ RISPETTO AL PROCESSO,
quindi il processo si scandiva per fasi della procedura.
 Si considerava il PRINCIPIO DELLA ADATTIVITA’, cioè nel senso che noi ci aspettavamo
comportamenti adatti e adattati attraverso una regolazione continua
 Inoltre si è di fronte ad un passaggio dalla certezza all’INCERTEZZA, dall’immobilismo
all’attivismo.

PASSAGGIO PROGRAMMAZIONE A PROGETTAZIONE:

Intanto si è avuto un profondo cambiamento socio-culturale, la persona è in CAMBIAMENTO DI VALORI DI


PRINCIPI, ECC…e la scuola ha dovuto sviluppare una diversa logica di approccio a quello che è il processo di
apprendimento. Oggi con la multiculturalità non posso avere una programmazione precisa, scandita.

La PROGETTAZIONE oggi investe gli aspetti più educativi del progetto formativo, in cui si interviene su tre
dimensioni della persona:

1. le DIMENSIONI DELLA PERSONALITA’, i caratteri della persona


2. la DIMENSIONE SOCIALE E SOCIOLOGICA, cioè il rapporto della persona con gli altri
3. la DIMENSIONE STORICA e CULTURALE del soggetto (economia, finanza…)

Da cui nella progettazione il contenuto entra in un circolo virtuoso che tiene conto di tutto l’universo del
soggetto.
La Progettazione CONSERVA ALCUNI CARATTERI DELLA PROGRAMMAZIONE PERCHE HA BISOGNO DI FASI.

I caratteri della progettazione:

 La PROGETTAZIONE deve essere DUTTILE perché la varietà della persone che apprendono è tale, la
varietà dei bisogni è tale, la varietà delle esigenze è tale da farci pensare di non essere troppo
contenuti su uno specifico
 La PROGETTAZIONE è CONCRETA, è molto contestuale
 La PROGETTAZIONE Deve SAPER CALIBRARE, cioè IL FEEDBACK, che si fa anticipato e non può
essere a posteriori …DEVE ESSERE IN ITINERE!!!
 QUELLO A VALLE SERVE A CAPIRE IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO
 QUELLO A VALLE SERVE A REGOLARE PER INTERVENIRE PRIMA DELLA FINE DEL
PROCESSO….quando cioè non serve più
 La PROGETTAZIONE TIENE CONTO DI VARIABILI sì controllate ma NON dirette.

La PRIMA PROGETTUALITA’ DELLA SCUOLA NASCE CON UN PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA: era
l’identità di quella scuola per sottrarla all’uniformità perché ogni scuola deve integrarsi in un dato
territorio al di là dei principi normativi generali prescritti. Mi muovo in base alle proposte e alle
potenzialità del territorio di riferimento. La scuola crea i presupposti per stare domani in azienda: la
creatività, lo spirito critico…
Ogni scuola ha un piano.
Oggi si chiama PT(triennale)OF ed è triennale perché io scuola non posso in un anno poi
eventualmente revisionato con un’azione di autovalutazione e di verifica ma a fine anno ma la
cambiavo l’anno dopo, e tutto quello che avevo fatto prima restava li. Invece in un TRIENNIO si può
meglio presentare l’offerta formativa e quindi si può meglio distribuire l’azione con un’attività di
autovalutazione (RAV)
Nella PROGETTAZIONE EDUCATIVA dobbiamo andare a di intercettare i BISOGNI (comportamentali e
affettivi) dei ragazzi di oggi:
1. bisogno di maturare un’identità personale
2. bisogno di interiorizzare delle regole
3. bisogno di fiducia in se stessi
4. bisogno di autocontrollo (si deve partire da quel patto di corresponsabilità dove da una parte
fa la famiglia dall’altra c’è la scuola…ma ci vuole sempre l’educazione)
5. bisogno di interazione democratica (tutti avanzano le loro ideee, di pari dignità, di egual valore
ma se sono dirette tutte allo stesso scopo come BENE COMUNE..)
6. bisogno di agire responsabile e consapevole (avere spirito critico, chiedersi il perché delle
cose)
7. bisogno di autonomia (conquista dell’autonomia)
8. bisogno di adattamento all’ambiente (bisogno di tutela dell’ambiente, la differenziata)
9. bisogno di valutazione e autovalutazione (non ci si sa valutare e autovalutarci

Questi bisogni devono essere tutti inquadrati in una PROGETTAZIONE EDUCATIVA la quale va verso la
realizzazione dei bisogni di sviluppo e maturazione del soggetto.
1. La Progettazione parte da una osservazione ed una diagnosi di quello che è esistente.
2. Il secondo momento è la operatività, cioè che cosa possono essere le condizioni curriculari,
organizzative e gestionali e organizzative che ci fanno realizzare gli obiettivi educativi in termini di
TRAGUARDI DI SVILUPPO CIOÈ DI CRESCITA E MATURAZIONE, MENTRE I TRAGUARDI FORMATIVI
SONO LE COMPETENZE! Si basa sulla verifica delle risorse disponibili; sull'identificazione del proprio
ruolo e di quello degli attori coinvolti e sull'identificazione del problema delle strategie d'intervento.
Occorre sviluppare alleanze e collaborazioni per creare un network; individuare tutte le possibili
forme di risorse; scegliere le strategie da applicare per lo sviluppo del progetto.
3. La terza tappa è la PROGETTAZIONE vera e propria ossia l'elaborazione di un progetto cartaceo
inteso come prodotto cartaceo e stesura concreta di un disegno di intervento. In tale tappa si
identificano le diverse fasi dell'intervento, si provvede alle figure educative di riferimento, alla
scelta delle tecniche, ai costi ed ai tempi di svolgimento.
4. La quarta tappa è la REALIZZAZIONE di interventi e cambiamenti permettendo la verifica in itinere.
Il progetto educativo è così regolato dal principio di logicità se mostra conseguenza tra le seguenti
parti: - definizione e analisi del problema; - identificazione degli obiettivi; - beneficiari
dell'intervento; - modello d'intervento e attività che verranno svolte; - valutazione; - mezzi e
risorse. Relativamente alla definizione e analisi del problema bisogna esplicitare il problema su cui
intervenire dandone una definizione, scoprendone le cause, la rilevanza e la popolazione
direttamente coinvolta. Gli obiettivi, invece, saranno definiti solo dopo aver stabilito un obiettivo
generale ed ovviamente i beneficiari dell'intervento.
5. Segue l'ultima fase che è quella della VALUTAZIONE, o verifica. È una strategia che valorizza la
qualità e l'efficacia del lavoro svolto. Assunto fondamentale della valutazione è quello di
accompagnare il progetto in tutte le sue fasi (ideazione, attivazione, progettazione, realizzazione,
valutazione) affinché sia possibile apportare delle modifiche nel caso in cui la realizzazione del
progetto non fosse efficace.

Ci si muove sulla qualità dell’azione educativo didattica e non sulla quantità.


Il tempo impiegato è qualitativo e non quantitativo
 Si parla di progettazione dagli anni 90, intanto c’è stato un periodo di sperimentazione
dell’autonomia, si è poi arrivati al 2000 con la messa in vigore dell’autonomia.
 Diciamo che anni ‘77-‘97 abbiamo sperimentato ma dagli anni 90 si rivedeva già il sistema con le
ricerche che si facevano sulla mente e non solo.
 Poi nel 2000 si parla di competenze con le strategie europee delle competenze si è iniziato a
parlare di progettazione è diventata un’esigenza, perché nono si possono programmare né
insegnare le competenze, ma si possono inserirle in un progetto più ampio, duttile, flessibile, che
parte da una fase diagnostica, dove le procedure avvengono attraverso i singoli stili di
apprendimento.
 Nel 2003 abbiamo fatto la riforma, cioè a tre anni da Lisbona!! (ricorda gli obiettivi di Lisbona)

La legge 107 riassume i bisogni comportamentali e affettivi in quelli che sono i compiti della scuola
dell’autonomia
Comma 1 della 107 si può riassumere dicendo: una buona progettazione educativa consente di innalzare i
livelli di istruzione e formazione e soprattutto di innalzare LE COMPETENZE DI STUDENTI E STUDENTESSE.
Una buona progettazione educativa consente di contrastare le disuguaglianze; si deve partire da una
differenziazione.
Una buona progettazione educativa consente di contrastare fenomeni di abbandono e dispersione
scolastica
Una buona progettazione educativa apre gli ambienti, li fa vivere ai ragazzi, gli da la possibilità di
sperimentare, di cooperare, di partecipare.
Una buona progettazione educativa consente di rivolgersi alla persona intervenendo sui bisogni di crescita
e maturazione dei soggetti.

 La PROGETTAZIONE EDUCATIVA nella sua fase osservativa e diagnostica parte dai


BISOGNI EDUCATIVI CHE OGGI SONO COMPORTAMENTALE AFFETTIVO E SONO ANCHE
DETERMINATI DAL NUOVO PAESAGGIO EDUCATIVO.

 Invece LA PROGETTAZIONE FORMATIVA parte DAI BISOGNI DI FORMAZIONE che


provengono sia dal singolo che dal territorio.
Si parte sempre dai termini di COMPLESSITA’ E GLOBALIZZAZIONE che hanno determinato
il cambio di orizzonte.
Ritorna il termine delle COMPETENZE in quanto la persona formata oggi esprime delle
competenze.

A livello europeo ci hanno fornito COMPETENZE CHIAVE che si riconnettono


ALLE COMPETENZE CHIAVE PER LA CITTADINANZA
Il 18 dicembre 2006 la Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ha pubblicato
la Raccomandazione del Parlamento Europeo Parlamento Europeo e del Consiglio relativa
a competenze chiave per l’apprendimento permanente. Il documento definisce 8
macrocompetenze (spesso chiamate colloquialmente, o per brevità, “Competenze
Europee“) ed invita gli Stati membri a svilupparne l’offerta nell’ambito delle loro strategie
di apprendimento permanente (che include esplicitamente l’istruzione e la formazione
iniziale, ovvero scolastica).
Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo
sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione:

1. comunicazione nella madrelingua;


2. comunicazione nelle lingue straniere;….no solo inglese
3. competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
4. competenza digitale;
5. imparare a imparare;
6. competenze sociali e civiche;
7. spirito di iniziativa e imprenditorialità;
8. consapevolezza ed espressione culturale.

Un importante passaggio del documento stabilisce che esse sono considerate ugualmente
importanti: non va quindi stabilita tra di esse una gerarchia.
Queste competenze sono state riprese nella logica delle COMPETENZE DI CITTADINANZA
che sono:

1. Imparare ad imparare (che è il più alto di quelli delle competenze chiave) organizzare il
proprio apprendimento, individuando, scegliendo ed utilizzando varie fonti e varie modalità di
informazione e di formazione (formale, non formale ed informale), anche in funzione dei tempi
disponibili, delle proprie strategie e del proprio metodo di studio e di lavoro
2. Progettare: elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie attività di studio e
di lavoro, utilizzando le conoscenze apprese per stabilire obiettivi significativi e realistici e le
relative priorità, valutando i vincoli e le possibilità esistenti, definendo strategie di azione e
verificando i risultati raggiunti.
3. Comunicare:
 comprendere messaggi di genere diverso (quotidiano, letterario, tecnico,
scientifico) e di complessità diversa, trasmessi utilizzando linguaggi diversi (verbale,
matematico, scientifico, simbolico, ecc.) mediante diversi supporti (cartacei,
informatici e multimediali)
 rappresentare eventi, fenomeni, principi, concetti, norme, procedure,
atteggiamenti, stati d’animo, emozioni, ecc. utilizzando linguaggi diversi (verbale,
matematico, scientifico, simbolico, ecc.) e diverse conoscenze disciplinari, mediante
diversi supporti (cartacei, informatici e multimediali).
4. Collaborare e partecipare: interagire in gruppo, comprendendo i diversi punti di vista,
valorizzando le proprie e le altrui capacità, gestendo la conflittualità, contribuendo
all’apprendimento comune ed alla realizzazione delle attività collettive, nel riconoscimento dei
diritti fondamentali degli altri.
5. Agire in modo autonome e responsabile: sapersi inserire in modo attivo e consapevole
nella vita sociale e far valere al suo interno i propri diritti e bisogni riconoscendo al
contempo quelli altrui, le opportunità comuni, i limiti, le regole, le responsabilità.
6. Risolvere problemi: affrontare situazioni problematiche costruendo e verificando ipotesi,
individuando le fonti e le risorse adeguate, raccogliendo e valutando i dati, proponendo soluzioni
utilizzando, secondo il tipo di problema, contenuti e metodi delle diverse discipline.
7. Individuare collegamenti e relazioni: individuare e rappresentare, elaborando argomentazioni
coerenti, collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e concetti diversi, anche appartenenti a
diversi ambiti disciplinari, e lontani nello spazio e nel tempo, cogliendone la natura sistemica,
individuando analogie e differenze, coerenze ed incoerenze, cause ed effetti e la loro natura
probabilistica.
8. Acquisire e interpretare l’informazione: acquisire ed interpretare criticamente l'informazione
ricevuta nei diversi ambiti ed attraverso diversi strumenti comunicativi, valutandone l’attendibilità
e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni.

Nella legge 107 DEL 2015 Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e nell’ambito della
correlazione tra le dette competenze, gli assi di significatività individuati per una buona progettazione
formativa, nel comma 7 si utilizzano due termini che sono POTENZIAMENTO E SVILUPPO MA C’E’
ANCHE VALORIZZAZIONE.

Le istituzioni scolastiche, nei limiti delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione
vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, individuano il fabbisogno di
posti dell'organico dell'autonomia, in relazione all'offerta formativa che intendono realizzare, nel
rispetto del monte orario degli insegnamenti e tenuto conto della quota di autonomia dei curricoli e
degli spazi di flessibilità, nonché in riferimento a iniziative di potenziamento dell'offerta formativa e
delle attività progettuali, per il raggiungimento degli obiettivi formativi individuati come prioritari tra i
seguenti:

a) valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento


all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo
della metodologia Content language integrated learning;

b) potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche;

c) potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte e nella storia
dell'arte, nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei
suoni, anche mediante il coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali
settori;

d) sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la


valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le
culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni
comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia
giuridica ed economico-finanziaria e di educazione all'autoimprenditorialità;

e) sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della
sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali;

f) alfabetizzazione all'arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini;


g) potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati a uno stile di vita sano,
con particolare riferimento all'alimentazione, all'educazione fisica e allo sport, e attenzione alla tutela
del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica;

h) sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero
computazionale, all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione
e ai legami con il mondo del lavoro; h) identica;

i) potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio;

l) prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo,
anche informatico; potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con
bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la
collaborazione dei servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore e
l'applicazione delle linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, emanate dal
Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il 18 dicembre 2014;

m) valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare
e aumentare l'interazione con le famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo
settore e le imprese;

n) apertura pomeridiana delle scuole e riduzione del numero di alunni e di studenti per classe o per
articolazioni di gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo scolastico o rimodulazione del
monte orario rispetto a quanto indicato dal regolamento di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 20 marzo 2009, n. 89;

o) incremento dell'alternanza scuola-lavoro nel secondo ciclo di istruzione;

p) valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni e degli studenti;

q) individuazione di percorsi e di sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli
alunni e degli studenti;

r) alfabetizzazione e perfezionamento dell'italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori


per studenti di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti
locali e il terzo settore, con l'apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali;

s) definizione di un sistema di orientamento.

E una progettazione che si fa in un triennio


Tecnologie digitali
Tecnologie per l’inclusione
Aspetti della progettazione educativo-formativa e per competenze
Metodologie per l’apprendimento: metodi attivi e cooperativi
Il sistema di valutazione tra processo, prodotto ed esiti scolatici

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