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Metafore e icone costitutive del discorso politico francescano tra Napoli e Valencia (XIII-XV
secolo)
Author(s): Paolo Evangelisti
Source: Studi Storici, Anno 47, No. 4 (Oct. - Dec., 2006), pp. 1059-1106
Published by: Fondazione Istituto Gramsci
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20567385 .
Accessed: 23/04/2014 03:19
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http://www.jstor.org
Paolo Evangelisti
1
A. Demandt, Metaphern f?r Geschichte. Sprachbilder und Gleichnisse im historisch-politi
schen Denken, M?nchen, 1978, p. VI.
2
Ben prima di Exodus and Revolution e Spheres of Justice si veda M. Walzer, On the Role
of Symbolism in political Thought, in ?Political Science Quarterly?, LXXXII, 1967, pp. 191
204.
3
Importanti riflessioni sul valore della met?fora politica e sulla storiografia che la riguarda
si leggono in F. Rigotti, Metafore detta politica, Bologna, 1989, pp. 9-38, e Id., Rassegna in
troduttiva sulle metafore storico-politiche, in II potere delle immagini. La met?fora politica in
prospettiva storica, a cura di W. Euchner, F. Rigotti, P.A. Schiera, Bologna, 1993, pp. 7-30;
G. Briguglia, Il corpo v?vente detto Stato. Una met?fora politica, Milano, 2006, pp. 18-26;
cfr. anche M. Black, Modelli, Archetipi, Metafore, Parma, 1992 (che raccoglie in traduzione
gli studi pi? importantidello studioso usciti tra il 1954 e il 1976);G. Lakoff, M. Johnson,
Met?fora e vita quotidiana, 1982 (ed. orig. Chicago-London, 1980); H. Weinrich,
Bologna,
Met?fora e menzogna, 1976; importanti riflessioni e una significativa
Bologna, applicazione
di ricerca storica m?di?vale nella tesi dottorale di A. Airo, La scrittura delle reg?le. Politica
e istituzioni a Taranto nel Quattrocento, Universit? degli studi di Firenze, Dipartimento di
e (2005); cfr. in particolare i capp. I-III.
studi storici geografici, coord. J.C Maire Vigueur
4II debito pi? evidente della testualit? minorita per questi ambiti discorsivi ? quello verso
la tradizione testuale di Ugo di San Vittore e Bernardo di Clairvaux. Altre fonti essenziali
sono Tommaso Ibernico, Quodvultdeus, Agostino, e la Vita lesu Christi di Lodulfo di Sas
sonia.
5
Cfr. M. Aurell, Messianisme Royal de la Couronne d'Aragon (14e-15e Si?cles), in ?Annales
HHS?, 1997, pp. 119-155, p. 155.
si, cio vuol dire che Dio Nostro Signore romper', con i bastoni di questa
casa, l'oro della dignita ecclesiastica, e tutta laChiesa verr'a resa rossa per
lo spargimento di sangue>>6.
In un rapporto di collaborazione organica e di reciproco vantaggio stabilito
con i regnanti e i governi cittadini questa 6lite francescanaassume su di se il
compito di fornireun'etica del potere e del vivere civile che comprende an
che un'etica del governo e un'etica degli scambinell'arenapubblica dei cives
fideles contrattanti, cioe ilmercato esclusivamente cristiano.
Cio si compie attraversouna rinnovatadeclinazione di alcuni simboli forti e
valori propri dell'identita francescana:la povert'avolontaria, l'humilitas-mo
destia, la caritas, codificati in alcuni simboli che traducono questi valori e li
rendono immediatamentepercepibili, comunicabili e decodificabili: laPassio
Christi come massimo esempio della carit'ae della donazione di se, la carita
di Cristo e per Cristo, le stimmate di Francesco, gli apostoli come soggetti
personificanti imigliori gestori della comunita e del bene comune. E ancora:
la croce di Cristo come sintesi delle virtu'civili, la discussione sul valore del
denaro e sul valore di Cristo a partire dal passo evangelico che narradell'un
zione dei piedi di Gesu e dall'immaginedell'armariusdel Signore; il passo di
Luca in cui Cristo salvauno dei ladroni crocifissi con lui, l'amiciziae la re
denzione di Cristo come occasioni per definire i paradigmi inclusivied esclu
sivi della comunita. Sono tutte immaginidiscorsive che vengono rese funzio
nali ad un disegno istituzionale e comunitario:nei testi francescanipassano
cioe da uno statuto ontologico di valore universale o, per un altro verso, fon
dativo dell'identita religiosao propriamenteminoritica, a simboliguida di spe
cifiche comunita politiche, istituzionali,civili ed economiche.
Nella storia francescana che rideclina questi simboli si possono riconosce
re due fasi. Tra Due e Trecento quei codici dell'identita cristiana o mino
ritica sono utilizzati per definire etiche e profili istituzionali senza operare
su quegli stessi simboli una riflessione propriamente politica. Le genera
zioni successive, da Eiximenis a Bernardino da Siena, con i suoi discepoli
in terra iberica, saldano invece strettamente quei simboli e quei valori a
precise identita politiche trasformandolidefinitivamente in valori identita
ri di specifiche comunita. Da codici etico-politici essi divengono infattiba
si costituzionali, premesse fondanti progetti di sviluppo e di affermazione
del Regno di Valencia, della Corona d'Aragona, della respublica senese. A
volte assistiamo ad un vero e proprio sequestro di quei codici identitaridel
la cristianita per destinarli esclusivamente alla legittimazione di comunita
politiche: cosi accade, come si vedra, per laPassio Christi inEiximenis o per
6
F. Eiximenis, De Tripllci statu mundi, in P. Bohigas, Prediccions en les obres de
Iprofecles
Fra Francese Eiximenis, Barcelona, 1928, p. 30.
7
Su questi aspetti della predicazione di Bernardino a Siena mi permetto un rinvio a P. Evan
gelisti, ?Misura la citt?, chi ? la comunit?, chi ? il suggetto, chi ? nella citt?...?; il testo si leg
ge in bonumcommune.com.
8
Ad esempio in Thomas de Celano, Vita Beati Francisa, nell'edizione italiana delle Fonti
Francescane, Padova, 19904, pp. 511 e 531 (testo latino in Fontes Franciscan!, a cura di E.
Menest? e S. Brufani, S. Maria degli Angeli, 1995 [d'ora in poi FF], pp. 398-399 e pp. 423
424); Bonaventura, Legenda Minor, VII, ivi, p. 1053 (testo latino in FF, pp. 832-833); Ia
copone da Todi, Lauda LXVI, 58-70, ivi, p. 1672; Id., Lauda LXII, 15-23, ivi, pp. 1675
1676; si legga anche il passaggio dei Fioretti: ?II verace servo di Cristo santo Francesco,
per? che in cette cose fu quasi un altro Cristo, dato al mondo per salute della gente, Iddio
Padre il volle fare in molti atti conforme e simile al suo figliolo Ges? Cristo, siccome ci d?
mostra [...] nel mirabile misterio delle sacrate Istimmate e nel continuato della san
digiuno
ta Quaresima, la qual'egli si fece
in questo modo? (Fioretti di S. Francesco, ivi, pp. 1469
1470). Fondamentali i passi
in volgare contenuti nella III Considerazione sulle stimmate di
Francesco, scritte tra il 1370 e il 1385, che derivano dalla elaborazione degli Actus Beati
Francisci (1280-1305), dalle precedenti due Legendae bonaventuriane e dalle cosiddette pri
me due Vitae di Tommaso da Celano: ?Avendo santo Francesco questa promessa, comin
cio a contemplare divotissimamente la passione di Cristo e la sua infinita carita. E crescea
tanto in lui il fervore della divozione, che tutto si trasformava in Ges? per amore e per com
passione [..Je stando in questa ammirazione [dellacontemplazione del serafino quale "im
magine d'uomo
crocifisso"] gli fu rivelato [...] che non per martirio
corporale, ma per in
cendio mentale egli doveva essere tutto trasformato nella espressa similitudine di Cristo cro
cifisso [...] cos? [dice Cristo a Francesco] a te concedo che ogni anno, il di della morte tua,
tu vada al purgatorio, e tutte le anime de' tuoi tre Ordini [...] ed eziandio degli altri che a
Da un punto di vista della storiadei linguaggie del discorso politico essi spo
stano significativamentela chiavemetaforica della legittimazionedele comu
nita civili dalla immagine tradizionaledello Stato come corpo e del corpomi
stico di Cristo di derivazione classica e paolina9al corpo carnaledi Cristo sul
la croce.Una scelta che riorienta strategie argomentativee retoriche del di
scorso inmodo radicalee sulla qualemanca ancorauno studio approfondito.
La vicenda testuale di questo Sprachbild,di questa immaginedel linguaggio
che si fa discorso etico-politico e poi costituzionale, e vicenda storica e geo
grafica: contano cioe molto le date e i luoghi ove essa si sviluppa e si soli
difica.
La dimensione geografica nella quale circola questa costellazionemetaforica
esplicita direttamente le ragioniatl'originedella sua affermazionee funziona
lizzazione.Essa e infattipresente nei testi scritti e fatti circolare all'interno
delle corti aragonesidi Sicilia, di Barcellona, diMaiorca, in quella angioina e
poi aragonese di Napoli e, per un pubblico piu' ampio, composto in primo
luogo da amministratoripolitici e fiscali, in citta comeValencia, Palermo,ma
ancheAgrigento,Messina, Napoli, Salerno.Nella comprensione storica della
loro diffusione va ricordato che spesso sono gli stessi interlocutori istituzio
nali ad essere i committenti diretti dei testi prodotti daiMinori. Cio accade
ad esempio per alcuni re e regine della corona d'Aragona, per i giurati e il
consiglio di Valencia, per le amministrazionicivili di Vich e altre citt'adella
Catalogna aragonese.
L'arco cronologico di sviluppo e particolarmenteampio e testimonia la dure
volezza, lapresenza e la capacitapolitica deiMinori di esercitareun ruolo fon
damentale nella costruzione del discorso politico che tesse l'habitusdi valori
nei quali si riconoscono e con i quali si legittimano le comunita delMediter
raneooccidentale cristiano.Dagli anniSettanta delXIII secolo di Ramon Llull
si giunge agli anniTrenta del Quattrocento conMatteo d'Agrigento.
10
Per una buona messa a punto sulla figura dell'autore e dell'opera cfr. S. Mostaccio, ad v.,
in Dizionario biogr?fico degli italiani, vol. 54, Roma, 2000, pp. 221a-223a.
11
?nullam camem nisi carnem Christi ames. Haec enim pro te et pro totius humani gene
ris salute est super aram crucis oblata; eius igitur passionem in corde rumines continue.
Haec autem passionis Christi continua meditado elevabit, quid agendum, quid meditan
dum quidve sentiendum sit, indicabit; te demum ad ardua inflammabit? (I.Mediolanensis,
Stimulus Amoris, Quaracchi, 1949, cap. XIV, p. 69). II testo qui utilizzato ? quello che la
critica filol?gica ha attribuito con certezza a Giacomo, denominato Stimulus minor, a fron
te di uno Stimulus Mator (incipit ?Currite gentes?) di autore ancora an?nimo, ma nel Me
dioevo spesso attribuito e conosciuto come opera di Bonaventura.
aspexero, mihi tuo sanguine appareat rubricatum, ut sic totus in te tendens, nihil prae
ter te valeam invenire, nihil nisi tua vulnera valeam intueri"2.
12
Stimulus Amoris, cit., cap. I, par. Oratio de passione Domini, p. 13.
13
Si legga come un testo francescano del XV sec?lo afferma questa particolare consapevo
lezza della pratica m?stica riflettendo sulla contemplazione della passione di Cristo sulla cro
ce: ?[...] en la qual es demostrada amor e caritat que deu haver lo penident [...] sots tres
cap?tols principals [...] com deu haver caritat [...] com deu mostrar de si caritat [...] com
la deu procurar en tots los altres? (J. Eixemeno, Contemplado de la Santa Quarantena, ed.
A.G. H?uf iVails, Montserrat, 1986, testo pp. 25-111 [d'ora in poi QC], Tercera Jornada,
pp. 75-76).
14
Stimulus Amoris, cit., cap. VI, p. 29.
15
Ivi, cap. XIV, p. 69; e ancora nell'asserzione: ?nudus existens virtutum vestimentis or
n?t? (ibidem).
16
Ivi, cap. XI, pp. 51-52.
17
Ivi, cap. XIV, pp. 67-76.
18
Si ricordi che gli stessi sermoni di Matteo d'Agrigento, scritti in pieno Quattrocento e uti
lizzati poi anche da Giovanni da Capestrano, sono debitori diretti del testo di Giacomo.
19
R. Llull, Lttbre e Blanquerna,
d'Evast ed. MJ. Gallofr?, Barcelona, 19985, p. 19; anche la
pi? importante di contemplazione
opera e di m?stica del filosofo maiorchino si
pedagog?a
apre significativamente con queste parole ?En ax?, S?nyer, com vos representas en la sanc
ta creu cinch nafres, en ax? nos volem aquesta obra departir per v. libres? (R. Llull, Lttbre
de Contemplado en D?u, I, ed. A.M. Alcover, M. Obrador y Benn?ssar [Obres de Ram?n
Llull. Edici? Original, eds. M. Obrador y Benn?ssar, S. Galm?s et al.], Palma de Mallorca,
1906 [ripr. anast. Palma de Mallorca, 1987], p. 3).
20
R. Llull, Lttbre d'Evast, cit., pp. 22-23.
21
R. Llull, Lttbre de Contemplado en D?u, III, ed. A.M. Alcover (Obres de Ram?n Llull. Edi
ci? Original, cit.), Palma de Mallorca, 1910, cap. 122, pp. 124-130; cfr. anche i capp. 116,117,
119-121, pp. 82-96, 103-123.
22
La classica
met?fora paolino-agostiniana ? ben rappresentata, tra gli altri, dai luoghi ago
stinianidel Tractatus X 3 (?filii Dei corpus sunt unici Filii Dei; et cum ille caput, nos mem
bra, unus est Filius Dei [...]?) e In Johan XXXII 7 (?Ecclesia est corpus Christi [...] unitas
membrorum caritate concordat?).
23
Liber de Praedicatione, in Raimundi Lulli, Opera Latina, IV, ed. F. Stegm?ller, A. Soria
mente lo status pui basso della societa,ma sono il simbolo delle due possibi
litad'azione entrambe praticabili da ogni uomo che sia in grado di compren
dere il valore sacrificaledel Redentore. Llull dunque utilizza lametafora del
corpo di Cristo con un obiettivo diverso daila legittimazionegerarchico-fun
zionale degli stati propria della tradizione classico-paolina e medievale. Cri
sto crocifisso serve a Llull per disegnare una scala funzionale e gerarchicadi
valori posti allabase di un'etica comunitaria che non si declina in chiave ver
ticale.Le decodificazioni che il filosofomaiorchino attribuisce alle immagini
di quel Cristo largitivoe comunicativo, dalla corona di spine ai suoi piedi, si
sviluppano in una logica che non serve a costruire una scala ascendente dei
ceti,ma unamappa di valori che debbono essere compresi e praticati ad ogni
livello dell'organizzazionecomunitaria.
InArnau de Vilanova la saldatura trametafora codificante della Passio Chri
sti e norma dell'agire politico si fa piu stringente ed esplicita, essendo propo
sta direttamente ad un sovrano: il rex <diSicilia>>24. Definito amico e amante
di Dio, in quanto tale rexfidelis e christianus,egli e legittimato e garantito a
possedere, governare e godere di una condizione di sicurezza e prosperita in
terra.Ma la sua condizione di sovranofidelis e tale in virtiudella sua capacita
di utilizzare come propriomodello etico il sacrificiodi Cristo sul quale e chia
mato quotidianamente a riflettere.Le parole con le qualiArnau invitaFede
rico a farlo sono esattamente quelle tratte dall'Oratiode passioneDomini di
Giacomo daMilano e dal Soliloquium di Bonaventura:
Domine Iesu Christe, per ineffabile misteryum tue passionis, peto suppliciter ut cor
meum tuis vulnerabilis saucies et tuo sancto sanguine inebries mentem meam, ut quo
cumque me vertam, semper te videam crucifixum [...] ut sic, totus in Te intendes, nihil
preter Te valeam inveniri, nihil nisi tua vulnera valeam intueri2' (Bonaventura, Solilo
quium de quatuor mentalibus exercitiis, cap. I, 4-34; Giacomo da Milano, Stimulus
Amoris, cap. I )26,
24
L'editora del testo ha dimostrato che YAllocutio ha due livelli strutturali e
cronologici,
per cui solo la seconda parte dell'opera risulterebbe redatta, tra il 1304 e il 1305, espressa
mente per il re di Sicilia (J.Perarnau, Allocutio Christini [...] d'Arnau de Vilanova. Edici? i
estudi del text, in ?Arxiu de Textos Catalans Antics? [d'ora in poi ATCA], XI, 1992, pp.
7-135 [d'ora in poi AC], p. 35); tuttavia ? Finiera corpo del testo ad essere dedicara e con
27
tra immagine e
AC, pp. 106-107; per Fequiparazione di Dio quella del sovrano evang?li
co cfr. anche A. de Vilanova, Alphabetum catholicorum sive dialogus de elementis catholicse
fidei, ed. W. Burger, in ?R?mische Quartalschrift?, XXI, 1907, pp. 173-194, p. 179. Nel
Ylnformado la ?christiformitas? dei governanti ? un elemento centrale della sua pedagog?a
e segno ostensivo necessario di chi esercita il dominio: ?D?us orden? e vole que Jesuchrist
e e ?regla?
fos forma regla de tots los elets?; questa ?forma? sono ?el primer senyal del cre
sti? que sie elet? (Informado espiritual, in A. De Vilanova, Obres Catalanes, I, ed. M. Batl
lori, Barcelona, 1947, pp. 223-243, pp. 229-230). Sulla centralita della sua dottrina cristo
centrica espressa nella Passio Christi ha richiamato l'attenzione, in una prospettiva esclusi
vamente teol?gica, F. Santi ricordandoci corne ?l'exemple del Crist crucificat? emerga in
testi pedagogici ampiamente noti e diffusi nel bacino mediterr?neo e specificamente nel
l'area catalano-aragonese: la Regula ad priorissam de charitate, le diverse redazione del
29
Per la Passio Christi come c?dice etico di riferimento per re Federico e per la sua azione
di govemo al servizio ??Tutilitas e Faffermazione della veritat evangelical, cfr. an
publica
che A. de Vilanova, Informado espiritual, cit., p. 227; per l'attivit? pubblica della regina,
ivi, p. 231.
30
Cfr., ad es., Raonament d'Aviny?, in A. de Vilanova, Obres Catalanes, I, cit., pp. 167-221,
pp. 174, 179, 182; e Id., Informado espiritual, cit., p. 223; si rammenti che nei testi di pe
comunitaria e civile Amau utilizza pi? volte i testi paolini da Clareno ed
dagog?a impiegati
Eixemeno esattamente per codificare una prassi di govemo e di servizio comunitario che
costituisce anche un valore identitario di quelle comunit? e ehe, per Eixemeno, converge
con la sua concezione del potere monarchico; cfr. A. de Vilanova, ad gerentes zo
Ep?stola
nam pelliceam, in O. Cartaregia, J. Perarnau, El text sencer de l'?Ep?stola ad gerentes zonam
pelliceam? d'Arnau de Vilanova, ATCA, XII, 1993, pp. 7-42, pp. 26 e 28; A. de Vilanova,
Tractatus de caritate, a cura di R. Manselli, in Id., La rettgtosit? diArnaldo da Villanova, cit.,
pp. 60-76, pp. 63-64, 68.
31
Cfr. AC, pp. 111-114; Raonament, cit., pp. 174-176.
32
AC, p. 116; per le riflessioni sulla moneta cfr. ivi, pp. 111-116. Sul valore politico e iden
titario della moneta nel testo di Amau mi permetto un rinvio a P. Evangelisti, Mercato e
moneta nella costruzlone francescana dell'Identit? politica. II caso catalano-aragonese, pub
blicato sulla rivista on line ?Reti medievali? (VI, 2005, 1) sito retimedievah.it; il testo co
stituisce un della relazione tenuta nel corso del seminario Forme di ra
approfondimento
zionalit? econ?mica m?di?vale promosso dallTstituto storico italiano per ilMedioevo, Ro
ma, 14 novembre 2005, neu"?mbito del ciclo II moderno nel Medioevo, al quale hanno par
tecipato con proprie relazioni anche Paolo Prodi, Giacomo Todeschini, Giovanni Cecca
relli e Valentina Toneatto.
33
Cfr., ad esempio, Angeli Clareni, Epistole, a cura di L. von Auw, Roma, 1980, lettera 43, a
Roberto da Mileto, ove il sintagma utilizzato ? ?vestiariusthesaurorum Altissimi? (ivi, p. 206);
sul valore essenziale della met?fora come strumento
argumentativo e come oggetto di studio
un rinvio a P.
fondamentale per la storia della linguaggi politici mi permetto
formazione dei
po v?vente dello Stato, cit., pp. 9-13,19-26, 155-160, con relativa bibliograf?a.
34
Cfr. ad esempio nel volgarizzamento italiano della Lectio Narbone, a cura di R. Manselli,
in Id., La religiostt? di Amoldo da Villanova, cit., p. 80, contrapposto al sicuro ?armario di
Dio?, ivi, p. 82; nel testo catalano originale l'?armari de aquest setgle? ? contrapposto espli
citamente a ?l'armari de nostra Senyor, hon fallir no por? ni p?rir? (A. de Vilanova, Lli?o
de Narbona, in Id., Obres Catalanes, I, cit., pp. 141-166, p. 152).
35
Si legga, ad esempio, l'indirizzo di saluto con cui Arnau si rivolge ai beghini n?l?Alia
Informatio Beguinorum: ?Alli cultiuatori della euangelica paupertate [...] uoy degate con
fessare tanto arditamente quanto costantemente [...] de lo uostro stato dauante tucty [...]
quilly ehe so posti a regemento de lo pop?lo en qualique maniera, o syano doctury de le
ge o principi de sacerdoti o principi
popolari? (AIB, pp. 19b e p. 20b); il testo si legge so
lo nel volgarizzamento napoletano, probabilmente realizzato all'interno della Canceller?a
reale di Napoli (cfr. AIB, p. 17), mentre manca nella versione catalana.
de Llull, sapra far fruttare il proprio capitalemolto di pi' di quanto gia san
no fare imercanti che fanno triplicareo quadruplicare il suo valoremetten
do in circolazione le risorseguadagnate36.
Cristo peraltro e oggetto di riflessione specifica in quanto compratore dei fi
deles. ILfilosofomaiorchino, per comprenderevisceralmente ilvalore e la fun
zione di questo compratore eccellente, spiega ai propri lettori che cosi come
gli uomini acquistano altri uomini con un titolo di credito, con una lettera
commerciale ove si famenzione del denaro necessario all'atto di compraven
dita, cosi ?la carta che famenzione del prezzo con il quale voi ci avete com
prato e la croce [...] E benedetta sia quella carta- continua ilBeatus - per
che ogni volta che io la guardo essami ricorda il vostro onorevole e presti
gioso dominio e lamia grande servitu>>37.
Ne ilmercante, ne il denaro, ne le pratiche finanziariesono qui messe in di
scussione38. La loro legittimazioneed il pieno diritto alla fructificatiopassano
pero attraversoun varco stretto e preciso: la codificazione di una pratica cri
stianadella ricchezza che porta con se ilmerito di porre le basi per la defini
zione di un'autentica economia civile39.
La forza codificante di questametafora sacrificaledi Cristo in tale specifica
direzione si apprezza facendo parlare direttamenteLlull:
36
R. Llull, Lttbre de Contemplado en D?u, III, cit., cap. 116, pp. 82-83.
37
?Ah Jesu Christ Senyor! Beneyt siats vos, qui avets comprats tot vostres pobles [...] car
a molt hom veg comprar per diners homens per esser lurs catius e lurs esclaus, e veg que
los posseexen en son senyors. Dones ?quant mes devets esser senyor nostra, qui ab
aquells
vostre beneyt cors nos avets comprats! Enaxi, S?nyer Deus, com los uns homens compren
lo altres ab carta, e en la carta fan mencio de diners ab los quais los compren, enax? la car
ta qui fa mencio de diners ab los quais los compren, enax? la carta qui fa mencio del preu
ab que vos nos avets comprats, es la crou, la qual demostra 1 preu qual fo ab que vos nos
compras. On, beneyta sia aital carta, car tota ora que jo la veja, tota hora me membra de la
vostra honrada senyor?a e de la mia gran servitut [...] devant la figura de la vera crou en la
qual vos me compras, conf?s e atore, S?nyer, vos esser mon senyor e mon Deu [...]? (R.
Llull, Lttbre de Contemplado en D?u, III, cit., cap. 68, pp. 51-56).
38
II capitolo si conclude con una riprova del valore razionalizzante e intellettualmente mol
to forte gi? attribuito da Giacomo da Milano alia contemplazione della Passio Christi qui
alla validazione e al perfezionamento ??Yart e ofici della mercatura: ?La mellor
applicata
mercader?a que sia, S?nyer, es amar vos e servir vos [...] e la mellor certea que hom pot aver
en ses mercaderies es que hom vaja per lo primer moviment, e que hom aja ordenada en
rancio, e que hom seguesca la natura e la proprietat de la potencia racional, e que hom fuja
a la natura e a la proprietat de la potencia sensitiva. E qui aital manera ten?a en ses merca
deries, tota guaanyar?a a gloria e piaer de son Senyor Deu? (R. Llull, Lttbre de Contempla
do en D?u, III, cit., cap. 116, p. 89).
39
Su queste tematiche si veda L. Bruni, Econom?a civile: efficienza, equit?, felicita pubblica,
2004, ma ? indispensabile confrontare le tesi di questo volume con G. Todeschi
Bologna,
ni, I mercanti e il tempio. La sodet? cristiana e il clrcolo virtuoso della ricchezza fra Medioe
vo ed et? moderna, Bologna, 2002.
La vostra santita, la vostra misericordia, la vostra pieta, sia, o Signore Iddio, amata e
lodata,poiche innessunaprofessione,innessun fondaco,innessunafiera,ne innes
suna piazza o in alcun posto si puo trovare, o Signore, cosi tanta pregevole mercatu
ra da comprare e da vendere come la si pu6 trovare nella figura della santa croce pre
ziosa. E quella la piazza, ilmercato, la professione dove si trova da comprare e da ven
dere tuttele grazie,le santitae le glorie.Chi vuol comprareallemiglioricondizionidi
mercato vada dinanzi al vostro altare, o Signore, e volga lo sguardo in alto verso la san
ta croce, dove e appesa e sospesa la vostra figura, poiche e qui che si realizzera ilmer
catomigliore40.
40
R. Llull, Lllbre de Contemplado en D?u, cit., III, pp. 88-89. Sul nesso che
lega il sacrificio
di Cristo alla n?cessita di un adeguato e
corrispondente comportamento econ?mico e socia
le cfr. anche Llibre d'Evast, cit., II, LV?I, p. 151; I, IV, pp. 30-36; un ulteriore passo in cui
ilmodello della Passio Christi si configura corne modello comunitario da seguir? ? a p. 192.
41
R. Llull, Llibre de Contemplado en D?u, III, cit., cap. 122, p. 130.
42
Cfr., ad esempio, R. Llull, Llibre de Contemplado en D?u, III, cit., cap. 77, pp. 98-100;
cap. 83, p. 131; su questi aspetti mi permetto un rinvio a P. Evangelisti, Christus est proxi
mus noster. Costruzione dell'identit? comunitaria e definizione delle ?infidelitates? in Arnau
de Vilanova e Ramon Llull, in ?Studia Lulliana?, XLV, 2005-2006, pp. 39-70; Id., I Fran
cescanl e la costruzione di uno Stato. Linguaggi valori identltari, progetti di governo
politici,
in area catalano aragonese, Padova, 2006, pp. 108-146.
43
Quest'opera di Llull ? comunemente considerata come una delle sue prime opere, sicu
ramente conclusa entro il 1274; un testo completo dell'opera ? nell'importante c?dice mi
lanese databile all'8 luglio 1280 (Bibl. Ambr., A. 268 Inf. e D. 549 Inf.). L'utilizzo che se
ne fa in questo studio deriva anche dall'importanza che il Libre riveste per il pensiero filo
s?fico del suo autore. Da Torras y Bages a Men?ndez Pelayo (che la qualifico come ?enor
me enciclopedia asc?tica?) sino a Josep Perarnau la migliore tradizione di studi critici e fi
lologici su Llull non manca infatti di sottolineare la centralita di quest'opera e l'impossibi
lit? di conoscere il pensiero lulliano a prescindere da essa; cfr. J. Torras y Bages, La Tradi
ci? Catalana, Barcelona, 1892, II, 2, cit. da M. Obrador y Benn?ssar, Proemi, pp. VI-VII,
in R. Llull, Lttbre de Contemplado en D?u, I, cit., e J. Perarnau, da ultimo in un interven
to al Pontificio Ateneo Antonianum il 27 maggio 2005, in occasione del IV Incontro an
nuale del Centra italiano di lullismo; per una cronaca dell'incontro cfr. S. Muzzi in ?Frate
Francesco?, LXXI, 2005, pp. 577-581.
44
Se si prescinde da una esegesi marxiana, in questo contesto ? di notevole utilit? anche la
riflessione che ci viene dai pensatori islamici di et? classica: ?Una volta che le cose teoreti
- -
che scrive nel 942 Al-F?r?b? dimostrate nelle scienze teoretiche, si traducono immagi
nativamente nelle menti del volgo e succ?de cos? che il volgo assenta a queste idee grazie
all'immaginazione; e una volta che le cose pratiche, la cui esistenza ? possibile nelle menti
del volgo, vi prendano possesso, vi dominino in modo tale che esse siano vincolate a com
- e pratiche sono realizza
portarsi corrispondentemente ebbene, allora le realt? teoretiche
te. Queste cose sono filosof?a quando si trovano nelle mente del Legislatore; sono religio
ne quando si trovano nelle menti della massa; ed ? chiaro che si esprimono in certa visio
ne nella scienza del Legislatore, in immaginazione e persuasione nelle ment? delle masse?
(Al-F?r?b?, Kit?b tashs?l as-Sa'?dah, ed. J. ?l- Y?s?n, Beirut, 1983, p. 83; trad. it. Al-F?r?b?,
La citt? virtuosa, a cura di M. Campanini, cit., Introduzione, p. 37). Sul rapporto che lega
discorso e discorso politico Gianluca Briguglia ha sottolineato come il pensiero
teol?gico
pol?tico si scopra ?a riflettere mediatamente?, ?proprio come la teolog?a, che scruta l'og
getto della propria ricerca attraverso uno specchio e un enigma? (G. Briguglia, II corpo v?
vente dello Stato, cit., p. 18).
45
Uno solo di questi occupa ben 44 pagine a stampa, in B. Matthaei O.F.M.,
Agrigentini
Sermones Varii, a cura di A. Amore, Roma, 1960, pp. 191-234. Gli altri sermoni sono ilDe
Passione Christi, edito a cura di Amore (Sermones, cit., pp. 65-69) e le omelie, raccolte nel
c?dice nocerino (cfr. nota successiva), De Passione Domini (Sermo XXI), De Sanguine Ch
risti (SermoXXXIV), De Cruce (SermoVIT).
46
?Quinto rivolus exivit de manibus, contra peccatum avaricie, et clam?t largitatem: Noli
te thesaurizare vobis thesauros in terra, sed thesaurizate thesauros in celo ecc, sed date et da
bltur vobis. Dicit Christus: ego dedi elementa pro tuo amore, et celos et solem et Stellas, et
nichil michi remanserat nisi unicum filium meum [...] Dicit versus: [...] peccatore, move
ramiti tumaij, ad sequere me che ti comperai?? (Sermo XXIV, in M. di Agrigento, Sermo
nes, Biblioteca vescovile di Nocera Umbra, cod. 18-II-3). La massima dimostrazione del
Yintentio, del valore e della capacita largitiva di Cristo ? illustrata da Matteo nelle riflessioni
conclusive dopo il racconto della Passione di Cristo: ?Johannes vero, Magdalena et s?rores
domine stabant
genuflexi cum ea amare fientes. Tune unus ex illis Longinus nomine, im
pius et superbus sed post conversus et martyr et sanctus, movens lanceam quam portabat
de longe inter pamm [...] et percussit Dominum in latus eius et statim exivit sanguls et aqua.
Et hoc fuit contra naturam, quia quando homo est mortuus [...] sanguis congelatur in cor
pore, itaque non potest fluere. Unde istud miraculum ad ostendendum quod erat verus Dei
filius? (M. d'Agrigento, Sermones, cit., p. 233).
47
M. d'Agrigento, Sermones, cit., p. 222. La storiografia sul rapporto tra francescanesimo
ed ebraismo in et? m?di?vale ? molto ampia; qui rinvio solo ad uno tra i pi? importanti e
recenti volumi: Friars and Jews in the Middle Ages and Renaissance, ed. by S J. McMichael
and S.E. Myers, Leiden-Boston, 2004; si vedano in particolare i contributi di LJ. Simon,
G. Todeschini, DJ. Viera, A. Toaff, J. Edwards, A. Foa, rispettivamente aile pp. 53-80, 99
118, 147-160, 239-254, 273-298, 299-311; cfr. anche R. Rusconi, con un importante appa
rato iconogr?fico, ivi, pp. 225-253.
48
La comunit? di fid?les cui Matteo si rivolge ? significativamente appellata corne ?populo
amoroso?, la comunit? caritativa apost?lica contrapposta al ?pessimo Giuda? ? presentata
in un passaggio del sermone (cfr. M. d'Agrigento, Sermones, cit., p. 206); la stessa croce di
Cristo ? decodificata dal frate corne il terzo e ultimo luogo di Ges? nel mondo: il primo fu
l'utero della Madre, s?mbolo di purezza, il secondo il presepe, s?mbolo dell'umilt?, il terzo
?fuit penalissima et dira cmx ubi fuit affixus et mortuus?: esso ? il s?mbolo della ?caritas?
(ivi, p. 225).
49
M. d'Agrigento, Sermones, cit., p. 194.
50
II passo evang?lico, citato anche nell'omelia di Matteo, ? infatti quello di Gv. 12,3, cos? in
terpolate dal frate: ?Et Maria Magdalene unxit eum ung?ento pretioso. Et statim tota illa do
mus repleta est odore illius unguenti pretiosa? (M. d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 196-197).
51
?Et tune videns Jesus quod ludas indignatus fuerat de eo quod factum erat, scilicet de
unctione, nec non et alii discipuli erant sed alio modo; nam impius ludas indi
indignad
et murmurabat ex causa iam dicta quia fur et latro erat sed alii discipuli pii mur
gnabatur
murabant quia videbatur eis quod ludas bene et verum diceret, sc?icet quod melius fuis
set quod unguentum illud expensum fuisset ad pauperes, non attendentes eius fraudes et
dolositates; tune benignus Jesus cepit Magdalena excusare et dicere "Quid molesti estis hule
mulieri? Opus bonum operata est in me. Nam semper pauperes habebitis vobiscum, me au
tem non semper habebitis [...]"? (M. d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 196-197).
52
Un passaggio di un altro sermone di Matteo nella sua sinteticit? ? indicativo della fun
zione di Cristo come pedagogo ??. fid?les mercanti, ma anche di quella interconessa e par
ticolare specularit? emulativa tra queste due figure e i relativi valori di cui sono portatrici:
?Multociens mercatores jeiunant usque ad vesperas ut aliquod temporale lucrad possint,
etc. Quanto magis jeiunare debemus ut leccionem Christi bene seis, satis est; si cetera ne
scis etc.? (M. d'Agrigento, Sermo IV, De gloria paradixi et De feiunio, nel c?dice della Bi
blioteca vescovile di Nocera Umbra).
53
?quia id quod factum est bene factum est. Si vos dicitis de pauperibus, ego sum pauper?
(M. d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 196-197).
54
?O Juda impie proditor et pessime mercator unum mancipium vendi solet 50 vel 60 flo
renis et tu vendidisti inexstimabilem et impretiabilem filium Dei totius mundi dominum et
creatorem 30 denariis [...] Ojuda, filium Dei [...] tamquam canem mortuum vis vender??
cur non tuam sed ementium quaeris voluntatem? quid, inquit, vultis mihi dare? quid pos
sunt tibi dare? Si Jerusalem, Galileam et Samariam tibi dederint, numquid Jesum emere
latro. Et hec fuit una de maximis iniuriis factis Christo quia mortem latronum su
pessimus
biit [...] Quando Judas impius proditor vidit et audivit quod lata fuerat sententia mortis
contra Christum ivita ad principes et sacerdotum [...] et statim Judas reddit pecuniam et
abiens se suspendit et crepuit m?dius et diffusa sunt omnia viscera eius [...]
desperatus laqueo
O impii et obstinati Judei, vere sanguis Christi fuit super vos et super filios vestros. Nam
postquam crucifixus eum perdidistis omnem sapientiam, omnem potentiam, omne domi
nium, quia dispersi estis per totum mundum et subditi omnibus et ab omnibus conculca
ti? (M. d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 222-223).
56
E lo stesso frate che in quegli anni, lo si ricordi, attraverso i suoi testi profetico-millena
risti, attribuisce alla Corona un ruolo universalistico, di autentica potenza talassocratica ege
mone.
57
Sulla posizionedi Eiximenis e il mondo ebraico cfr. P. Evangelisti, J Francescani e la co
struzione di uno
Stato, cit., pp. 162-268, rispetto a DJ. Viera, The Evolution of Francese
Eiximenis's Attitudes Toward Judaism, in Friars and Jews, cit., pp. 147-160.
58
?E llavors lleixen D?u e son d'aquells que diu sant Pau: Omnes quae sua sunt quaerunt
non quae Iesu Christi; e vol dir que tots aq?estes aitals amen llavors lo b? proprii e no lo b?
de Jesucrist, qui ?s amor de la cosa p?blica, e perden aix? mateix fealtat, la qual ?s un deis
principals fonaments de la cosa p?blica, aix? com damunt havem dit? (F. Eiximenis, Regi
ment de la cosa p?blica, ed. P.D. de Molins de Rei, Barcelona, 1927 [ripr. anast. Barcelona,
1980; d'ora in poi RCP], cap. 36, pp. 173-176, p. 174, corsivo nostro).
59
?Perque, senyor, yo, obehint molt humilment, de la part del verger qui pertany a pe
nitencia vos he fets quaranta rams [...] e aquells he orden?is, per la major part, segons la
intenci? del dit frare Uberti, seguint aquell [...] empero en algun lochs la color de la sua
seda ab que ligava los dits rams, per forma mils pertanyent a la present obra, e ajustant-hi
algunes vegades flors e aucturitats [...] per dar major odor e fragrancia a la anima del de
vot contemplatiu? (QC, p. 21).
60
Si confronti quanto si viene esponendo di seguito nel testo con il capitolo 22 del libro
quarto ???Arbor Vitae di Ubertino, i passi relativi delle Medltationes Vltae Christi, attri
bute a Giovanni de Caulibus, la stessa Vita Christi di Francese Eiximenis, IX 125, la Isto
ria de la Passi? di Bern?t Fenollar nell'edizione a cura di F. Mart? iGraiales,
Valencia, 1912,
pp. 147-149, la Devota contemplado di Benet Espanyol edita a cura di J.M. Bover i de Ro
sell?, Biblioteca de escritores baleares, Palma de Mallorca, 1868,1, pp. 253-257; e, per Fa
rea castigliana, Isabel de Villena, Vita Christi, Barcelona, 1995, pp. 289-294.
61
Tra gli altri numerosi passi present? nell'intero impianto argomentativo dell'opera in que
sto senso si cita qui uno della Primera a proposito del primo della
Jornada dove, giomo
Quaresima si dice che ?lo sant evangeli declara la obra que deu fer [...] secar e
principal
str?nyer la superflu?tat? (QC, p. 40).
62
Sul concetto di prossimo e sulla sua funzionalizzazione politica nei testi lulliani e vilano
viani mi permetto un rinvio a P. Evangelisti, Christus est proximus noster, cit.; Id., ?Misu
ra la citt?, chi ? la comunit?, chi ? il suggetto, chi ? nella citt?...?, cit.
?
QC, p. 53.
64
QC, pp. 54-55. Il valore pedag?gico delle riflessioni su questa specifica decodifica dei fo
ri delle mani e del sangue di Cristo ? di particolare evidenza essendo stabilito da Eixeme
no che il re deve per tutta la Quaresima, per due volte al giorno, meditare su questi segni
e simboli della Passio Christi.
65
L'esegesi e l'immagine che la codifica, rintracciabili esplicitamente anche nei sermoni di
Matteo, giungono ai francescani per il tramite dello Pseudo Agostino (Adfratres in eremo,
Sermo 32, in PL 40, p. 1293) e di Thomas Hibernicus (Flores, alla voce passio) anche se
spesso la citazione di riferimento nei testi minoriti ? a Bernardo di Clairvaux; cfr. M. d'A
67
Gianluca Briguglia, nel suo importante lavoro sulla met?fora del corpo v?vente dello Sta
to, ha dimostrato che la polisemia di quel congegno metaf?rico originatosi con Livio e Pao
lo ?non dice nulla di definitivo su chi debba govemare all'interno dello Stato-corpo? ov
vero che nessun ?rgano pu?, nella prospettiva storica di lunga durata di quel congegno, ?ri
vendicare incontestabilmente il ruolo di guida? (G. Briguglia, Il corpo v?vente dello Stato,
cit., p. 26). ? tuttavia chiaro che il baricentro della riflessione e dell'azione costmttiva atti
vati da quel congegno metaf?rico ? la dimensione dell'autorit? e del governo, la, pur fles
sibile, organizzazione gerarchica della societ? e dello Stato. Di qui la differenza sostanziale
Appendice
Contemplazionedellemani
<<Osacratissimemanus, que tactu vestro sanabatis infirmos, et non dedignabamini pie le
prosos contingere, quis vos dire crucis crudelissime clavis affixit?>>(Ubertino, Arbor Vitae,
IV, 22 [CR/CRL]).
<<Aquelles mans divinals, que los cels crearen, en la creu s6n estades esteses, e de claus duris
sims trepassades, per mostrar-te que las tuasmans, estiguen esteses al pobres ho posats en
necessitats, e pugues dir: "Lamia anima esta en lasmias mans sempre". Perque lo que por
tam en lasmans no.u oblidam facilment, y axi per lo semblant, lo qui te la sua anima en las
mans, co es exercitant-la en operacions bones, no pot olbidar-se d'ella>>(Meditationes Vi
taeChristi, copiato di seguito aila Contemplaci6 de lapassi6 de nostre senyor Jesucrist, cod.
Ms. g.IV.25, Biblioteca de El Escorial, ff. 162-163v [CR/CRL]).
<<Opreciosos instruments de la eternal medecina de vida, que tocant losmalalts los sana
vets prestament de lur corporals e spiritualsmalaltias! E qui us ha pugudas clavar en la creu
sens tot pietat e vergonya?>>(F. Eiximenis, Vita Christi, IX, 125 [CR/CRL]).
<<O mans sacratissimes que.n sols lo toch vostre abmolta virtut curaveumalats, e no meny
spreant lo poch valer nostre, abmerits tan alts, tocaveu lebrosos guarint sos deffalts. E ara.n
la creu cruelments clavades lo cos sostenint tal paga n'aveu [...]>>(B. Fenollar, Ist6ria de la
Passi6 [Vakncia, 1493], ed. F. Marti iGraiales, cit., pp. 147-149).
<<Les mans qui al sego donaren la vista, y alsmalalts y coxos obraren salut, del m6n qui.s
perdia han feta conquista, y donaren vida a tanta gent trista, y ningu del pobles vos ha co
negut? Clavat entre iladres fes una bandera ab la creumateixa que portas al coll, perqu&.n
les vict6ries fos ella primera y cridas lo poble qui.n tantamanera perque v6s morisseu era
tornat foll>>(B. Espanyol [Hispano], Devota contemplaci6 [1482-1553], ed. J.M. Bover i de
Rossell6, cit., pp. 253-257).
<<Comlo teu amat Jhesus e Salvador teu te lesmans clavellades, foredades e pertusades, e
la sanch rejant; les quals te steses e amples, quaix qui vol abraqarper gran amor que.t por
ta [...] contempla com lo teu amat Jhesiusno.t streny los seus bravos per denegar-te les sues
abraqades, ans aqueiles te ha ubertes e stesos e stirats amplament en l'arbre de la vera creu
[...] axi mateix contemplaras les sues santesmans sagrades [...] o santes mans, qui havets
format lo cel e la terra, qui tostemps sots liberal en dar.nos almoyna e ajuda! Lo gran pertus
de part a part me demostra que yo deg esser misericordi6s e liberal amon prohisme [...] e
1
Per ogni testo ? indicato il destinatario/fruitore principale delFopera: CR (comunit? reli
giosa); CRL (comunit? religiosa laica o mista); SC (sovrani e corti); CPI (comunit? politi
che e relativi organi istituzionali); CC (comunit? cittadine); Co (ambienti di corte).
Contemplazionedei piedi
<<Opedis recti factorum [...]Quis ergomundum impedivit exemplo et vos afficit crudeli pa
tibulo?>>(Ubertino, Arbor Vitae, IV, 22 [CR/CRL]).
?aquells sanctissims peus, lo escambell dels quals devem adorar, per quant es sanct, com
diu la Scriptura, clavats e trespassats durament foren, per que los tues peus no fossen
promptes amal, mas que en la via del manaments de Deu correguessen>>(Meditationes Vi
taeChristi, cit., ff. 162-163v [CR/CRL]).
<<Opeus sagrats, qui ab sandalies avets lom6n cercat ab tanta lassitut e miseria! E qui us te
axi liguatsque jano us pugaumoura a nagun aV6s reclamant?>> (F.Eiximenis, Vita Christi, IX,
125 [CR/CRL]).
<<Opeus gloriosos qui fes penitencia per nostre pecats descal,os anant, espines y pedres ab
gran paciencia, y fanchs calcignant, cercaveu lom6n exemple donant. Clavat sou en fust
que n.us podeu moure, del tant que per terra anaveu liberts...>>(B. Fenollar, Ist6ria de la
Passi6, cit., pp. 147-149).
<<Talsforen les nafres dels peu qui sercaren camins y senderes per dar a tots be, que laMag
dalena plorant speraren [...] Y axi fes batalla a toda ultran,a contra lo diable abmort que
sentis, tant, que de justicia sou feta balanca, y a tots feu spera y franca ferman,a, perque
sol comprareu per tots paradfs>>(B.Espanyol [Hispano], Devota contemplaci6, cit., pp. 253
257).
<<Ala hora de vespres [...] prostrar-t'as devant los peus del teu amat Jhesus, los quals con
templaras com son clavats sobre lo post ab un clau trespassant de part a part, e grand ha
bundancia devallar de sanch tro fins en terra [...] 0 peus sants e beneyts, qui tant havets
per mi treballat [...] Be.m demostrats com deyg esser voluntari e promte en totes bones
obres a fer, e com deyg anar spaxadament en les bones vias e carreres [...] Per que.t sup
plic, Senyor, que vulles de mi foragitar tota specia de peccat de peresa>>(J.Eixemeno, Con
templaci6 de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<XIacorrispondencia est: sicut delectationem habuit in pedibus eundo, in oculi intuendo,
in manibus contrectando, sic Dominus asperitatem sensit in pedibus perfossum, oculis
foxiatis etmanibus perforatis>>(Matteo d'Agrigento, SermoXXI, Biblioteca vescovile di No
cera Umbra, cod. 18-11-3 [CC/CPI]).
jatsia escampas generalment la copiosa ma de aquella sua sagrada doctrina que, eternal
ment, per generaci6 natural havia rebuda de aquella font de Deu lo Pare; emper6 molt plus
altament, e pus copiosa, e pus amigablement la revela e la buida en aquells flums apostoli
cals, co es, en los sants ap6stols en quant ells havia a venir lo regiment de tota la cosa pu
blica crestiana, de la qual ells, apres lo dit glori6s cap nostre, foren especials e primer fun
dadors>>(F. Eiximenis, RCP, Lletra que l'actor del ilibre tramet [...] als Jurats de I...]Va
lencia, pp. 15-16 [CPI/CC]).
?Aquesta es la contemplaci6 de laPassi6 de Jesucrist [...] la qual faras per tots los dies [...]
en aquesta manera [...] primerament, miraras lo seu cap com esta inclinat [...] contempla
la santa creu [...] e com decorra tota de la sua sanch preciosa>>(. Eixemeno, Contemplaci6
de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<Armore langueo [...] Carissimi, verba proposita sunt originaliter sapientissimi Salomonis
[...] in persona amantissimi et benignissimi Jesu in cruce pendentis, in forma vulgari di
centis: lo more per amore [...] cioe vuol dire: tanto e grande [...] et smesurato lu amore
el quale 6 verso de voi; o anime mee fidele, porto et o portata questa pena, questa mor
te crudelissima et vergongnosa de la amarissima et dura croce ne la quale io pendo nu
do crudelmente [...] Venite tucte o creature grati ad piangere [...] o tucti fideli de Dio
servi chiamati [...] 0 imperatore col tuo imperiato, o re o duci et principi o cunti o vui
baruni spandate fiumi et fonti de lacrime ciascuno sia bagnato. 0 voi marchisi o cavale
ri compuncti [...] 0 imperatrice et regine de honore o donne magne o voi principesse o
donne de baroni de cunti et duchesse venete a ppiangere de' signori el Signore. 0 nobi
li cittadini chi non piangiesse o gentilihomini o populo amoroso o donne maritate et sen
za sposo [...] 0 literati o ciascuno doctore o medici o iuristi o voi valenti oy me che e
morto el fiore de li scienti [...] Circa octavum principale. Notandum est quod [la pena
capitale inflitta da Pilato a Cristo] non [fu] cuiusqumque mortis, sed vituperosissime et
penalissime crucis ac si fuisse Christus pessimus latro. Et hec fuit una de maximis iniu
riis factis Christo quia mortem latronum subiit [.]>> (Matteo d'Agrigento, Sermones, cit.,
pp. 191-194 [CC/CPD).
<Et ad contemplandum omnia ista que passus [est] [...] Vide caput inclinatum ad oscu
landum, cor apertum ad diligendo [...] brachia aperta ad amplexando, manus perforatas ad
largiendum, totum corpus dispositum ad redimendum>>(Matteo d'Agrigento, Sermones,
cit., p. 233 [CC/CPI]).
<<Dicitdominus Bonaventura in libro qui dicit stimulus [a]moris, quod impossibile est sa
cram Scripturam nisi prius in cruce sanctissima et Pater noster et Ave Maria sic: et paxio
ne Christi fideliter meditari vel dic amore fatua amicicia [...] Nam Christi crux est quasi
vexillum regale sub quo congregantur omnes fideles>>(Matteo d'Agrigento, omelia VII, Ser
mo de Cruce, Biblioteca vescovile di Nocera Umbra, cod. 18-II-3 [CC/CPI]).
<Johannes vero,Magdalena et sorores domine stabant genuflexi cum ea amare flentes. Tunc
unus ex illisLonginus nomine, impius et superbus sed post conversus etmartyr et sanctus,
movens lanceam quam portabat de longe inter parum [...] et percussit Dominum in latus
eius et statim exivit sanguis et aqua.Et hoc fuit contra naturam, quia quando homo estmor
tuus [...] sanguis congelatur in corpore, itaque non potest fluere.Unde istudmiraculum ad
ostendendum quod erat verus Dei filius>>(Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., p. 233
[CC/CPI).
sentis, tant, que de justicia sou feta balanca, y a tots Feu spera y franca fermanca, perque
sol comprareu per tots paradis>>(B. Espanyol [Hispano], Devota contemplacio, pp. 253
257).
<<Ala hora de vespres [...] prostrar-t'as devant los peus del teu amat Jhes6s, los quals con
templaras com son clavats sobre lo post ab un clau trespassant de part a part, e grand ha
bundancia devallar de sanch tro fins en terra [...] 0 peus sants e beneyts, qui tant havets
per mi treballat [...] B.m demostrats com deyg esser voluntari e promte en totes bones
obres a fer, e com deyg anar spaxadament en les bones vias e carreres [...] Per que.t sup
plic, Senyor, que vulles de mi foragitar tota specia de peccat de peresa>>(. Eixemeno, Con
templacio de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<[... en la qual es demostrada amor e caritat que deu haver lo penident [...] sots tres capi
tols principals [...] com deu haver caritat [...] com deu mostrar de si caritat [...] com la deu
procurar en tots los altres>> J.Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit., Ter
cera Jornada [SC]).
?Vols tornar en la companyia del teu amat Jhesus? Pren lo reclam de la amor santa e ver
tadera [...] pren la vestedura de caritat; car sens aquella no seras amat ni benvolgut en la
cort de Jhesucrist [...] sens aquella no seras res [...] ans totes les tue obres [...] alunyaran
de merit [...] Hec est vera fraternitas [..1Iqui efuso sanguine secuti sunt Dominum>> (J.Eixe
meno, Contemplacio de la Santa Quarantena, cit., Tercera Jornada [SC]).
<<Quintorivolus exivit de manibus, contra peccatum avaricie, et clamat largitatem:Nolite
thesaurizarevobis thesauros in terra, sed thesaurizate thesauros in celo ecc., sed date et dabi
tur vobis. Dicit Christus: ego dedi elementa pro tuo amore, et celos et solem et stellas, et
nichil michi remanserat nisi unicum filiummeum [...] Dicit versus: [...] peccatore, move
ramiti tumaij, ad sequere me che ti comperai?>>(Matteo d'Agrigento, SermoXXIV, Biblio
teca vescovile di Nocera Umbra, cod. 18-II-3 [CC/CPI]).
<<Considerateetiam, carissimi, qualiter amare flebant Johannes,Maria Magdalena [...] Am
brosius2: 'Auctor pietatis in cruce pendens in secularibus negociis pietatis officia dividebat:
persecutionem apostolis, pacem discipulis, corpus Judeis, Patri spiritum, virgini para
ninphum, latroni paradisum, peccatoribus infernum, crucem christianis penitentibus com
mendabat>> (Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., p. 231 [CC/CPI]).
2
Le fonti individuate dall'editore dell'omelia sono T. Hibemicus, Flores, alla voce crux, e
indirettamente Ambrogio, Ep?stola 63 in PL 16, p. 1218; cfr. M. d'Agrigento, Sermones, cit.,
p.231,n. 180.
vertam, semper te videam crucifixum [...] ut sic, totus in Te intendes, nihil preter Te va
leam inveniri, nihil nisi tua vulnera valeam intueri>>(Arnau de Vilanova, Allocutio Christi
ni, cit., p. 97 [SC]).
<<[...]Nam voluntarie subdit se cami et carnis beneplacita nititur adimplere et Deo suo sub
dere cum omni exhortatione [...] interna inspiratione contemnit; et in proprio bono id est
in propria utilitate, Dei non vult facere voluntatem [...] Si ergo, o anima, carnem diligis,
nullam carnem nisi carnem Christi ames.Haec enim pro te et pro totius humani generis sa
lute est super aram crucis oblata; eius igitur passionem in corde rumines continue [...] te
demum ad ardua inflammabit; te vilificari et contemni et affligi faciet affectare [...] mors
vivificat, vulnera sanant, sanguis album facit et mundat [...] passio ignominiosa glorificat
[...] eius manus ligno conclavatae nos solvunt, pedes confossi nos currere faciunt [...] Ec
ce, aperta est apotheca omnibus aromatibus et medicinalibus plena. Per vulnerum ergo fe
nestras intra, et accipias medicinam curativam, restaurativam, praeservativam, conservati
vam [...] Ecce, aperta est ianua paradisi [...] Ecce, apertus est thesaurus divinae sapientiae
et suavitatis aeternae [...] [Jesus] voluit manus et pedes perforari, ut, cum ad ipsum perve
neris, sic tuaemanus intrent in suas ac pedes tui in suos, ut sibi inseparabiliter coniunga
ris.Obsecro ergo, secundum consilium Apostoli omnia probans hoc experiri coneris et, si
tibi bonum videbitur, inde amplius non discedas, Non dubito, quod, si fueris expertus, om
nia praeter ipsum amaritudinem reputabis>>(Giacomo daMilano, StimulusAmoris, cit., cap.
XIV, Quod homo debet libenterChristi passionem meditari, et quam fructuosa sit meditatio
eius [CR]).
<<Dalo splendore de lamaiestate procede la croce de la caritade, cioe l'amore de patere la
croce [...] da Dio vivo per la croce escono le fiumora de le gratie et revanno con quelli
che lo recepono [...] ma lo iudiciio delli figlioli de lo regno e exaltato in croce et per la
croce. Quilli che gustano et entendono la virtude de la caritade de la croce e de lamorte
de Christo, tutte quelle cose che 'sono alte apo li homini" et le cose dello mundo anno in
abominatione>>(M.Curto, L'epistolario diAngelo Clareno nel ms. 1942 della Biblioteca Oli
veriana, epistola 10, p. 153; cfr. anche lettera 41, p. 200 [CR/CRL/Co]).
?Voluit autem beatus Franciscus a Christus doctus et habitum suum exteriorem crucifor
mem ad litteram esse. Unde mensuram sui habitus, latitudinem et longitudinem qualitatem
quoad vilitatem et colorem docuit verbo et exemplo firmavit>>;[la frase che introduce que
sta riflessione e]: <<Quiin dextera Dei sedet, qui semetipsum exinanivit, formam servi ac
cipiens, in similitudinem hominum factus et habitu inventus ut homo, humiliavit semeti
psum usque ad mortem, mortem autem crucis; per crucem et mortem in humilitate pau
pertatem consecrans, patris obedientiam exspirando consummans, ut affectum obedientia,
intellectum paupertate, memoriam humilitate santificemus et induamus. Quoniam, qui
hunc habitum portat et induit usque in finem, hic salvus erit>>(A.Clareno, Historia septem
tribolationum [...1, a cura di 0. Rossini, Roma, 1999, p. 307 [CR/CRL/Co]).
[La necessita di un'abnegazione totale riguarda non solo la <<proprietas>>, il <<dominium>>e
la ?hereditas>>che non sono da ricercarsi in questo mondo, ma l'importanza di saper con
siderare il valore delle] <<cogitationeset opera et affectus et actus qui sunt in nobis>>e <<sunt
nostra proprietas et ipsa nos sequitur quocumque imus, deorsum cum proprietate peccati,
sursum cum proprietate gratie et caritate scilicet Christi qui non est de hoc mundo?> (A.Cla
reno, Epistole, cit., lettera 30, pp. 159-160). [Una miglior capacita di penetrazione della
realta e di conoscenza e data a coloro che sono veri imitatori di Cristo, che hanno com
preso il valore della sua passione; avendo acquisito la] <<coheretidationemregni glorie Ch
risti [...] profundissime intelligit et certissime ex caritatis secreta operatione cognoscit, per
quam non est suus, nec potest se ipsum diligere neque mundum, neque ea quemundi sunt>>
(A.Clareno, Epistole, cit., lettera 30, p. 161 [CR/CRL/Co]).
<<Avendosanto Francesco questa promessa, cominci6 a contemplare divotissimamente la
passione di Cristo e la sua infinita carita. E crescea tanto in lui il fervore della divozione,
che tutto si trasformava inGesu per amore e per compassione [...] e stando in questa am
mirazione [della contemplazione del serafino quale <<immagined'uomo crocifisso>>]gli fu
rivelato [...] che non per martirio corporale, ma per incendio mentale egli doveva essere
tutto trasformatonella espressa similitudine di Cristo crocifisso [...] cosi [dice Cristo aFran
cesco] a te concedo che ogni anno, il di della morte tua, tu vada al pugatorio, e tutte le ani
me de' tuoi treOrdini [...] ed eziandio degli altri che a te saranno statimolto divoti, le qua
il tu vi troverai, tu ne tragga in virtu delle tue Stimmate e menile alla gloria del Paradiso,
acci6 che tu sia ame conforme nella morte, come tu sei nella vita>>;[la quarta considera
zione si apre sancendo questo stato di cristiforme ottenuto da Francesco attraveso lami
mesi della passione di Cristo] <?[...]dappoi che il vero amore di Cristo ebbe perfettamente
trasformato santo Francesco inDio e nella vera immagine di Cristo crocifisso [...]>>(Le con
siderazioni sulle stimmate, Considerazioni III e IV, in I Fioretti di san Francesco, cit., pp.
180-185; cfr. anche, ivi,Considerazione V, pp. 202 e 205 [CR,CRL, CC]).
<<Totapersona qui vol fer aquella per via de contemplaci6 o de oraci6, deu haver tre coses
for[t] singulars. La primera [...] foragitant de si tota consideracio de les coses temporals,
posant-se detras, en aquella hora [...] La segona cosa es que la dita contemplaci6 e oraci6
sia fervent e inflamada, no pas tebea [...] s'escalfen en la oraci6 [...] ab suspirmultiplicats
[...] ab attenta cogitaci6 de la passi6 de Jhesucrist>>(J.Eixemeno, Contemplacio de la San
taQuarantena, cit., Prologo [SC]).
<<Comlo teu amat Jhesus e Salvador teu te lesmans clavellades, foredades e pertusades, e
la sanch rejant; les quals te steses e amples, quaix qui vol abraqarper gran amor que.t por
ta [...] contempla com lo teu amat Jhesus no.t streny los seus braqos per denegar-te les sues
abracades, ans aquelles te ha ubertes e stesos e stirats amplament en l'arbre de la vera creu
[...] axi mateix contemplaras les sues santesmans sagrades [...] o santesmans, qui havets
format lo cel e la terra, qui tostemps sots liberal en dar.nos almoyna e ajuda!Lo gran pertuis
de part a part me demostra que yo deg esser misericordi6s e liberal amon prohisme [...] e
foragitant de mi tota specie de peccat de avaricia>>J.Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa
Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<Ala hora de vespres [...] prostrar-t'as devant los peus del teu amat Jhesuis, los quals con
templaris com son clavats sobre lo post ab un clau trespassant de part a part, e grand ha
bundancia devallar de sanch tro fins en terra [...] peus sants e beneyts, qui tant havets per
mi treballat [...] Be.m demostrats com deyg 6sser voluntari e promte en totes bones obres
a fer, e com deyg anar spaxadament en les bones vias e carreres [...] Per quet supplic,
Senyor, que vulles de mi foragitar tota specia de peccat de peresa>>(J.Eixemeno, Contem
placi6 de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<[Comdeu esser armat lo peccador qui fa penitencia.]
En lo cap [deve porsi] bacinet de saviesa, de conexenca, [.I en lo cors peca o loriga de
caritat [...] Pendras los guantellets en lama, per liberalitat, faent almoynes e exercitant-te
en les obres de miseric6rdia [...]? a Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit.,
Segona Jornada [SC]).
<<Guardadel passat quant temp has perdut infructosament, quant treballs has assajats sens
nengun profit [...] E, d'altra part, vols veure la segona ala qui.t deu levar en alt, qui.t con
vida a ffer oraci6? Guarda la bonesa e liberalitat del teu Creador, quants bens te ha donats
sens ta demanda, sens tosmerits: lo cel e la terra, ab tots lurs enjoyaments, lo cors teu a la
anima de meravellosa bellea, e apres Simateix, fins en l'arbre de la vera creu [...] Sus, don
chs, animamia e desperte't! leva't de la tua peresa; prou has jagut com a bestia, lonch tem
ps has perdut>> (J.Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit., Tercera Jornada
[SC]).
<<Dicitdominus Bonaventura in libro qui dicit stimulus [a]moris, quod impossibile est sa
cram Scripturam nisi prius in cruce sanctissima et Pater noster et Ave Maria sic: et paxio
ne Christi fideliter meditari vel dic amore fatua amicicia [...] Nam Christi crux est quasi
vexillum regale sub quo congregantur omnes fideles>>(Matteo d'Agrigento, omelia VII, Ser
mo de Cruce, cit. [CC/CPI).
ni contemnere o despressare volemo [...] ac zo que possamo la doctrina de ihesu christ pro
sequitare e quanto potremo adimplire>> (Arnau de Vilanova, AIB, pp. 36a-37b
[CRL/CC/Co]).
<<estudiam-nosde esser amsems e per tal que lo comanament de nostro senyor Jhesucrist
metam en obra, amam-nos la .I. l'altre e tots homes per amor de Jhesuchrist/enzemmora
de essere ne studiamo e ac zo que lo comandamento de dyo sequitemo, amamone enzem
mora e omne homo pro christo>>(Arnau de Vilanova, AIB, pp. 52a-b [CRL/CC/Co]).
<<primerament,donques, querets lo regne de Deu [...] emper6 [...] lo Senyor per aquestas
paraules no enterdeix o no veda occupacio de just o de honest trebal per co que nessesari
es de present a aver e per a,6 no tan solament en la dita promessi6 del Senyor, confortam
e confermam entre nos nostres coratges, mas escriven o pintan, o cosen o tixen, o en altres
maneres que sapem o podem, la .I. a l'altre en nostres nesessitats ajudam. La segona cosa
que nos estudiam e.ns esforsam de remembrar es la paci6 de nostro senyorDeus Jhesucri
st [...] / la prima cosa, adunqua, petate lo regno de dyo [...] lo syngiore en queste parauo
le non interdice la occupacione della honesta e iusta fatigua per avere le cose necessarie e
per so, no solamente la nanti dicta passione dello syngiore fortifficamo enzemmoramente
le coraiore nostre, ma medesmo [...] en qualunqua altrimodi que sapeno e potemo l'uno
l'altro inne lie necessitati ne aiutamo. La segunda cosa que n'estudyamo de recordare e la
passione de lo syngiore [...] (Arnau de Vilanova, AIB, pp. 59a-60b3 [CRL/CC/Co]).
<<Estenim [Cristo] spiritus vite caritatis lex a qua et secundum quam et propter quam omnes
divine influentie et ad quam omnis sapientia humana, angelica et divina reducitur et cui an
cillantur et subserviunt leges ecclesiastice et civiles>>(A. Clareno, Epistole, cit., lettera 30,
p. 158 [CR/CRL/Co]).
<?El'uomo che ricusa d'affliggersi e d'affaticarsi per Cristo, veramente egli ricusa la gloria
di Cristo. E come la sollecitudine e utile e giova a noi, cosi la negligenza e contraria a noi
[...] Ad alcuno concede Iddio il buono frutto graziosamente con poche frondi; ad alcuno
altro dae insieme il frutto colle frondi; e sono alcuni altri che non hanno ne frutti ne fron
di.Maggiore cosa mi pare che sia a sapere bene guardare e conservare segretamente li be
ni e le grazie date dal Signore, che di saperle acquistarle. Imper6 che, avegna che l'uomo
sappia ben guadagnare, se egli non sa bene riporre e conservare, non sara giammai ricco.
Ma alcuni a poco a poco guadagnano le cose e sono fatti ricchi per6 che eglino conserva
no bene il loro guadagnato e '1loro tesoro hanno conservato [...] ma se tutte le possessio
ni del mondo fussono d'una persona che non le lavorasse e non le facesse lavorare ad altri,
che frutto o che utile avrebbe egli di queste cose? Certa cosa e che non n'avrebbe utilita
ne frutto veruno. Ma bene potrebbe essere ch'alcuno uomo poche arebbe possessioni e, la
vorandole bene, avrebbe molta utilitade, e per se e per altrui arebbe frutto assai e abbon
dantemente [...] Un frate disse a frate Egidio: - Padre, ame pare che noi non sappiamo
ancora cognoscere li nostri beni.- Al quale frate Egidio rispuose: - Fratello mio, certa cosa
3
Due differenze segnano i testi: in quello catalano la passione di Cristo ? resa la prima vol
ta con la nozione creditizia della promessa del Signore, in quello napoletano manca inve
ce la punt?ale elencazione delle professioni che possono essere svolte senza pregiudizio
della povert? e carita cristomimetiche che debbono contrassegnare tutti i componenti del
la comunit? vilanoviana. Sulla priorit? della passio Christi come rumlnatlo con
evang?lica
tinua della mente per i membri di queste comunit? cfr. i passaggi fondamentali in AIB,
pp. 72a-73b.
e che ciascuno adopera l'arte ch'egli hae imparata, per6 che nessuno puo bene adoperare,
se prima non impara.Onde voglio, fratelmio, che tu sappia che la piu nobile arte che sia
nel mondo si e il bene adoperare. E chi la potrebbe sapere se prima non l'impara?>>(I det
ti del Beato Egidio, VI, Della oziositade, in I Fioretti di san Francesco, cit., pp. 243-247
[CR/CRL]).
<<Deusordena e volc que Jesuchrist fos forma e regla de tots los elets>>(Arnau de Vilano
va, Informaci6 espiritual, cit. [SC/CPI/CC]).
<<Enquant sots rey crestia, devets metre diligencia, per amor e per zel de Christ, de pro
mure la verita del crestianisme, 6oe's la veritat evvangelical [...] dins vostra casa e defora
[...] E quar en la setmana sancta bec Jesuchrist per sos amics lo calice de la passi6, e.n feu
beure a tots los ap6stols; quar aquell sanc qui en aquella setmana los dona a beure signifi
cave la passi6 que per la sua amor soferrien e per la sua veritat; per ,6 en aquella setmana
los darets aygaamans [ai 12 o 13 poveri che debbono essere ospitati allamensa del sovra
no a glorificazione sua e di Cristo], e.l digious de laCena los lavarets los peus e exugarets,
e, per recorda[r] l[a] humiltat de la passi6 de [Christ] los besarets>>(Arnau de Vilanova,
Informaci6 espiritual, cit., pp. 224 e 227 [SC/CPI/CC]).
principi iusto sponte communicantur, propter veritatem, quam servat inmente quoad fi
dem sive legalitatem, et in verbo quoad promissionem, et in opere quoad executionem [...]
Princeps [...] adulteratmonetam ut augeat thesauros suos, furtum committit et in dolo fa
bricat eam, quoniam occulte suos extenuat et expoliat pretiosis. Numquam enim per adul
teriummonete publica utilitas promovetur nec alicui affert lucrum [...]>>(Arnau de Vila
nova, Allocutio Christini, cit., pp. 112-114; cfr. anche Id.,Ars Catholicae Philosophiae sive
Philosophia Catholica et Divina Tradens Artem Annihilandi VersutiasMaximi Antichristi,
ed. J. Perarnau, in ATCA, X, 1991, pp. 57-162, p. 92; Id., Raonament, cit., p. 174
[SC/CRL/CC]).
<<Sinosaltres usassem del aur e del argent e dels altres tresors segon lamanera que vos los
nos avtes dats, ja no ploraren los pobres [...] Enans Senyer, lo partirem cominalment, en
axi que los rics donarem als pobres tant de lur tresor, tro que los pobres no aguessen fam
ni set [...] per defalliment de riquees [...] Lo tresor d aquest mon par me que no es a tuit
comu, enans es mal partit [...] mas lo tresor qui es a totes gents comu, aquell, Senyer, sots
vos>>(R.Llull, Libre de Contemplacio en Deu, I, cit., cap. 34, p. 168 [CC]).
<Ideo perfecta eorum ad Christum caritas plena debet esse semper et ubicumque cum fi
ducia spei et omnem carnalem, humanum et mundanum timore oblivioni tradere et virili
ter foras emittere [...] semper eis intrinsecum et presentem, qui eorum coronas creat et per
ficit in societate et communicatione Christi passionis>>(A. Clareno, Epistole, cit., lettera 43
[aRoberto daMileto], p. 205 [CRL/Co/CC]).
<?[...]contemplaras la plaga del costat, ampla e pregona fins al cor [...] o cor ences e ple de
tota caritat [...] per mi has volgut scampar la tua preciosa sanch, donant-me entendre que
yo deig amarmon proisme e, per lo be e per profit d'aquell treballarde totmon poder>>a
Eixemeno, Contemplacio de laSanta Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<[... en la qual es demostrada amor e caritat que deu haver lo penident [...] sots tres capi
tols principals [...] com deu haver caritat [...] com deu mostrar de si caritat [...] com la deu
procurar en tots los altres>>(J.Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit., Ter
cera Jornada [SC]).
?Vols tornar en la companyia del teu amat Jhesuis?Pren lo reclam de la amor santa e ver
tadera [...] pren la vestedura de caritat; car sens aquella no seras amat ni benvolgut en la
cort de Jhesucrist [...] sens aquella no seras res [...] ans totes les tue obres [...] alunyaran
de merit [...] Hec est vera fraternitas [..1Iqui efuso sanguine secuti suntDominum>> (J.Eixe
meno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit., Tercera Jornada [SC]).
<<Comdeu mostrar de si caritat [poiche] que fe sens obres e sens fruyts es dita morta [...]
la prova de la vera caritat4,en la obra esmostrada [...] La primera 6s, dels bens temporals
fer part e distribuhir a son proisme [...] la segona [...] honestament offerir a son pr6isme
[...] la ter, del bens espiritual, axi com es lo entendre e lo voler, dar-lo plenament a son
pr6fsme' [...]>>[il primo privilegio che deriva all'anima del re caritativo e la capacita di di
4
Sulla funzione comunitaria e politica del sintagma ?vera carita? in Clareno, Filippo di
Maiorca e Eixemeno cfr. P. Evangelisti, Relazioni di potere ed etiche per il potere, cit.
5
? importante porre attenzione a due aspetti dell'uso di questa caritas proposta al re: 1) al
ia qualificazione del destinatario di questa condivisione e messa in circolazione dei beni (so
lo e soltanto chi ? pros simo); 2) nella messa in comune delle capacita intellettuali si coglie
un nesso chiaro con la concezione t?picamente francescana del pauperismo volontario qua
scernere nell'uso e nell'amministrazione dei beni cioe tra] <<Coque no es necessari [e] qo
que sap a superfluitat, dats-ho a pobres car a ells se pertany>>;[il terzo privilegio e la capa
cita di comprendere] <<quetotes los consells de Jhesucrist, tots los capitols de la retgla evan
gelical, tots s6n fundat en almoyna>>;[lamessa in comune, la disposizione caritativa nel con
dividere i propri beni immateriali e materiali si fonda sul presupposto che ci6 che si da]
<<nolo dons a la persona, mas a la causa; no al hom, mas a Jhesucrist>>U. Eixemeno, Con
templaci6 de la Santa Quarantena, cit., Tercera Jornada [SC]).
?frare Francesc Eiximene,, de l'ordre dels fraresMenors, ilur humil servidor en Jesucrist
[... en aquell mateix Senyor qui per salut de la cosa publica mori ab sobirana caritat en
l'arbre de la santa vera Creu>> (F. Eiximenis, RCP, Lletra que I'actordel ilibre tramet [.J.1
als Jurats [...] de Valencia, p. 15 [CPI/CC]).
<<Senyors meus molt reverents: lo trascendent emolt alt ilegat del costat de Deu lo Pare, e
cap de tot cristianisme, Jesucrist, forma exemplar perfet de tota virtut e de la nostra vida,
jatsia escampas generalment la copiosa ma de aquella sua sagrada doctrina que, eternal
ment, per generaci6 natural havia rebuda de aquella font de Deu lo Pare; empero molt plus
altament, e pus copiosa, e pus amigablement la revela e la buida en aquells flums apostoli
cals, ,o es, en los sants ap6stols en quant ells havia a venir lo regiment de tota la cosa pu
blica crestiana, de la qual ells, apres lo dit glorios cap nostre, foren especials e primer fun
dadors? (F. Eiximenis, RCP, Lletra que l'actor del ilibre tramet f...] als Jurats [.I de Va
lencia, pp. 15-16 [CPI/CC]).
<<Eilavors lleixenDeu e s6n d'aquells que diu sant Pau: Omnes quae sua sunt quaerunt non
quae Iesu Christi; e vol dir que tots aquestes aitals amen llavors lo be proprii e no lo be de
Jesucrist, qui es amor de la cosa p6blica, e perden aixi mateix fealtat, la qual es un dels
principals fonaments de la cosa publica, aixi com damunt havem dit>>(F. Eiximenis, RCP,
cap. 36, pp. 173-176, qui p. 174 [CP1/CC/SC]).
<<quanaixi han amada la cam e avorit Deu e lo be comun [...] troben-se en lamort enga
nats, pobres e nuus [...] en aital disposici6 que no els ajuden losmerits de nenguna comu
nitat, ,o es, ne del cel ne de la terra ne encara de Jesucrist [...] com tu siesmembre tallat
del seu cos mistic, que es la comunitat dels feels crestians? (F.Eiximenis, RCP, cap. 38, pp.
181-182 [CPI/CC/SC]).
<<Cardiu la llei divinal (Deuteronomii, XXV cap.): Per quae peccasti, per eaque torqueris; co
es per all6 seras punit per que has aDeu ofes e pecat. E per lo contrari, sapies que aquel
ls qui zelen per la justicia de la cosa publica e sofiren tribulaci6, que Deu en aquesta vida
e en l'altra los fa especials honors, gracies e privilegis. E per tal, dix lo Salvador (Matthaei,
V cap.): Beati...>> (F. Eiximenis, RCP, cap. 12, pp. 84-85 [CP1/CC/SC]).
<Jesucrist, princep e senyor, sobiranament franch e liberal, del qual incessanment e sens
mesura devalla tot a tota creatura, si prom6s a son leyal servidor dar guard6 sobrehabun
dant de spiritual usura. E, per talmanera, nengun qui lo dit guard6 volgues, no prestas per
le premessa per un'attivit? caritativa intesa come messa in comune dei beni anche immate
riali, una posizione particolarmente sottolineata e teorizzata nelle opere e nelle epistole di
Angelo Clareno. Cfr. ad esempio: ?Quia mea substantia omnium divitiarum communica
bilium, grate et plene, est in paupertate fundata et collocata, et infinita omnium bonorum
meorum beata fruitio in vera humilitatis mee tensione possidetur. Immensa enim est hu
militatis altitudo? (Angeli Clareni, Historia, p. 53).
benignus Jesus cepit Magdalena excusare et dicere <<Quid molesti estis huic mulieri? Opus
bonum operata est in me. Nam semper pauperes habebitis vobiscum, me autem non semper
habebitis [...]>>(Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 196-197 [CC/CPI]).
<<OJuda impie proditor et pessime mercator unum mancipium vendi solet 50 vel 60 flore
nis et tu vendidisti inexstimabilem et impretiabilem filium Dei totius mundi dominum et
creatorem 30 denariis [...10 Juda, filium Dei [...] tamquam canem mortuum vis vendere?
cur non tuam sed ementium quaeris voluntatem? quid, inquit, vultis mihi dare? quid pos
sunt tibi dare? Si Jerusalem, Galileam et Samariam tibi dederint, numquid Jesum emere
potuerunt?>> (Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., p. 201 [CC/CPI]).
<<Oimpii et obstinati Judei, vere sanguis Christi fuit super vos et super filios vestros. Nam
postquam crucifixus eum perdidistis omnem sapientiam, omnem potentiam, omne domi
nium, quia dispersi estis per totummundum et subditi omnibus et ab omnibus conculca
ti>>(Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., p. 222 [CC/CPI]).
<<Etad contemplandum omnia ista que passus [est] [...] Vide caput inclinatum ad oscu
landum, cor apertum ad diligendo [...] brachia aperta ad amplexando, manus perforatas ad
largiendum, totum corpus dispositum ad redimendum>> (Matteo d'Agrigento, Sermones,
cit., p. 233 [CC/CPI]).
<<Ah Deus amoros, excellent sobre totes altees, noble sobre tots honraments! A vos, Senyer,
sien donades glories e laors, qui avets donada art e ofici de mercaderia en los homens; car
nos veem, Senyer, quels mercaders que an ofici de camiar les coses vils per les bones, e veem
que porten en les terres aquelles mercaderies que y son necessaries, les quals venen a care
stia. Nos veem, Senyer, que losmercaders an saviea e conexensa de guanyar en les pells e
en los cuyrs de les besties. On qui savimercader era en la gloriosa pell vostra, la qual fo
esquinsada e trencada e nafrada en la sancta creu, en aquella poria apercebre gran guany e
gran profit. Encara veem que losmercaders conexen en les terres estranyes los guanys que
farin en les mercaderi6s [...] Qui es bon mercader, daquestes mercederfes corporals, en
aquelles coses que compra e que ven sab guanyar e fer de son prou [...] On qui en vos,
Senyer, volia esser mercader, comprant e venent poria guanyar en vos, si simetex donava
e venia per vos. Nos veem, Senyer, que losmercaders fan cabalers que trameten guaanyar
per lomon; e veem que aquelles cabalers donen lo ter o 1quart de tot so que guaanyen.
On, beneyt siats vos, Senyer Deus, qui sots lo nostre cabal, del qual cabal donats a nos en
tegre guaany [...]>>(R. Llull, Libre de Contemplaci6 en Deu, III, cit., cap. 116, pp. 82-83
[CC]).
<<La vostra sanctetat e la vostra misericordia e la vostra pietat sia SenyerDeus, amada e loa
da; car en negun obrador ni en negun alfondec ni en neguna fira ni en neguna plassa ni en
negun loc no pot hom atrobar, Senyer, tanta bona mercaderia a comprar ne a vendre, com
fa en la figura de la santa creu preciosa; car aquella es obrador e plassa emercat on se tro
ben a comprar e a vendre totes gracies e totes benahuiranses et totes glorie. Qui vol com
prar a bon mercat, venga, Senyer, denant lo vostre glori6s altar, e guart sus alt en la santa
creu on penja la vostra figura; car aqui pori aver bon mercat [...]>>(R.Llull, Libre de Con
templaci6 en Deu, III, cit., pp. 88-89 [CC]).
<<AhJesu Christ Senyor! Beneyt siats vos, qui avets comprats tot vostres pobles [...] car a
molt hom veg comprar per diners homens per esser lurs catius e lurs esclaus, e veg que
aquells los posseexen en son senyors.Doncs iquantmes devets esser senyor nostre, qui ab
vostre beneyt cors nos avets comprats! Enaxi, Senyer Deus, com los uns homens compren
lo altres ab carta, e en la carta fanmencio de diners ab los quals los compren, enaxi la car
ta qui famencio de diners ab los quals los compren, enaxi la carta qui famencio del preu
ab que vos nos avets comprats, es la crou, la qual demostra 1preu qual fo ab que vos nos
compras. On, beneyta sia aital carta, car tota ora que jo la veja, tota hora me membra de la
vostra honrada senyoria e de lamia gran servitut [...] devant la figura de la vera crou en la
qual vos me compras, confes e atorc, Senyer, vos esser mon senyor e mon Deu [...]>>(R.
Lull, Libre de Contemplaci6 en Diu, III, cit., cap. 68, pp. 51-56 [CC]).
<<Senyerver Deus, qui sots lum e lugor e resplandorde totes lugors e de tots lums e de totes
resplandors!Enaxi com de ofici de correteria seguex gran profit a aquells qui venen e com
pren, enaxi podem veer cogitant, que la vostra humana natura ha lo pus excellent ofici qui
esser pusca en creatura [...]>>(R.Llull, Libre de Contemplaci6 en Deu, III, cit., cap. 122, p.
130 [CC]).
<<Lo mercader [cristiano e fidelis] consira les necessitats de les terres, e per aco va en al
cuna terra on ha gran abundancia d alcuna cosa [...] primerament consira per la fi qui es
general a viure e a bon esser [...] apres [...] consira segons lo tronc [i. e. secondo lo sche
ma dell'albero lulliano della conoscenza] lo seu be especial moltiplicat de moltes coses
guanyades [...] E en totes aquestes coses ha el mercader manera en reebre los significats
dels arbres e la participacio quels uns arbres han ab los altres; per que aquell seria sobtil
e bo mercader qui sabes pendre los significats dels arbres, segons lo proces d aquesta scien
cia general> (R.Llull, Arbre de Sciencia, I, pp. 213-14 [CC/CO/SC]).
<<OhSenyer Deus, qui guardats e defenets los vostres benevolens de lesmans de lursmor
tals enemics! Nos veem que ls falses argentiers e ls falsosmoneders que fan encamarament
en largent e en laur, emesclen coure e laut6 e donenlos color e forma d aur e d argent, per
tal que pusquen enganar la gent. On, beneyt siats vos, Senyer, qui en la vostra passi6 no
fe6s falsia ni engan: car la vostra humanitat se mostra axi verament esser huma [...]>>(R.
Llull, Libre de Contemplaci6 en Deu, III, cit., cap. 122, p. 125 [CC]).
<<[...]lo sant evangeli declara la obra principal que [es] de secar e strenyer la superfluiitat>>
U. Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<Aquestaes la contemplaci6 de laPassi6 de Jesucrist [...] la qual faras per tots los dies [...]
en aquesta manera [...] primerament, miraras lo seu cap com esta inclinat [...] contempla
la santa creu [...] e com decorra tota de la sua sanch preciosa>>(J.Eixemeno, Contemplaci6
de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
?Com lo teu amat Jhesus e Salvador teu te lesmans clavellades, foredades e pertusades, e
la sanch rejant; les quals te steses e amples, quaix qui vol abra,ar per gran amor que.t por
ta [...] contempla com lo teu amat Jhes6s no.t streny los seus bra,os per denegar-te les sues
abra,ades, ans aquelles te ha ubertes e stesos e stirats amplament en l'arbre de la vera creu
[...] axi mateix contemplaras les sues santesmans sagrades [...] o santes mans, qui havets
format lo cel e la terra,qui tostemps sots liberal en dar.nos almoyna e ajuda! Lo gran pertus
de part a part me demostra que yo deg esser misericordi6s e liberal amon prohisme [...] e
foragitant de mi tota sp&ie de peccat de avaricia>>J.Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa
Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<Jesucrist, princep e senyor, sobiranament franch e liberal, del qual incessanment e sens
mesura devalla tot a tota creatura, si promes a son leyal servidor dar guard6 sobrehabun
dant de spiritual usura. E, per talmanera, nengun qui lo dit guard6 volgues, no prestas per
esguart de guany temporal, ans solament prestas per sol amor sua>>(F. Eiximenis, Tractat
d'Usura, cit., p. 34 [CPI/CC]).
<<OJuda impie proditor et pessime mercator unum mancipium vendi solet 50 vel 60 flore
nis et tu vendidisti inexstimabilem et impretiabilem filium Dei totius mundi dominum et
creatorem 30 denariis [...] 0 Juda, filium Dei [...] tamquam canem mortuum vis vendere?
cur non tuam sed ementium quaeris voluntatem? quid, inquit, vultis mihi dare? quid pos
sunt tibi dare? Si Jerusalem, Galileam et Samariam tibi dederint, numquid Jesum emere
potuerunt?>> (Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., p. 201 [CC/CPI]).
?Circa octavum principale. Notandum est quod [la pena capitale inflitta da Pilato a Cristo]
non [fu] cuiusqumque mortis, sed vituperosissime et penalissime crucis ac si fuisse Chri
stus pessimus latro. Et hec fuit una de maximis iniuriis factis Christo quia mortem latro
num subiit [...] Quando Judas impius proditor vidit et audivit quod lata fuerat sententia
mortis contra Christum ivit ad principes et sacerdotum [...] et statim Judas reddit pecu
niam et desperatus abiens laqueo se suspendit et crepuitmedius et diffusa sunt omnia visce
ra eius [...] 0 impii et obstinati Judei, vere sanguis Christi fuit super vos et super filios ve
stros. Nam postquam crucifixus eum perdidistis omnem sapientiam, omnem potentiam,
omne dominium [...]>>(Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 222-223 [CC/CPI]).