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Fondazione Istituto Gramsci

Metafore e icone costitutive del discorso politico francescano tra Napoli e Valencia (XIII-XV
secolo)
Author(s): Paolo Evangelisti
Source: Studi Storici, Anno 47, No. 4 (Oct. - Dec., 2006), pp. 1059-1106
Published by: Fondazione Istituto Gramsci
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20567385 .
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METAFORE E ICONE COSTITUTIVE DEL DISCORSO
POLITICO FRANCESCANO TRA NAPOLI E VALENCIA
(XIII-XV SECOLO)

Paolo Evangelisti

1.Metafore del discorsopolitico francescano.L'incunabolo del 1499 del Regi


ment de la cosapuiblicadi Francesc Eiximenis, stampato in una preziosa edi
zione ad oltre cento anni dalla sua stesura, si apre con un'incisione che e l'im
magine-sintesi di quest'opera:un frate, fuori dallemura di Valencia, osserva
con uno sguardo acuto la cinta della citta e l'armache la rappresenta.Le por
te della citta sono aperte.
La decodificazione dell'immagine che testimonia ilmodo con il quale, anco
ra alla fine del Quattrocento, si comprende e si valorizza la teoriapolitica e
consiliativadel frate francescanoe chiara.
I fratiMinori sono capaci di comprendere,meglio di altri si direbbe, le ra
gioni costitutive dell'organizzazionepolitica - rappresentatadallemura della
citta - e i suoi simboli fondativi, cioe i presupposti identitaridelle comunita
politiche, espressi dalo stemma del Regno.
Le mura urbane non sono un perimetro impenetrabile,ma, proprio davanti
al frate, si aprono con un varco che attende di essere oltrepassato dal france
scano e dalla schieradi consiglieri e cittadinidevoti che lo accolgono e lo scor
tano.Anche qui, con le loro immagini, i due soggetti principali dell'opera si
illuminanoa vicenda: la citta-organismopolitico non e una entita dalla quale
stare lontani,una fonte di corruzioneper il vero cristiano,ma merita di esse
re conosciuta ed apprezzata; il frate per questa ragionenon ne e separato e
non esprime un'istanza di ascesi eremitica,ma vuole contribuire alla edifica
zione ed alla conoscenza di quella comunita politica.
Questa immaginecosi densa e naturalmente l'esitoquattrocentescodi un lun
go percorso storico compiuto da tutti i soggetti che in essa sono ritrattie si
potrebbe continuare a lungo ad analizzarla.Qui essa serve come una foto
grafia di partenza, un'icona entro la quale rintracciareimmagini e concetti,
ovveromisurare i rapporti traSprachbildere Begriffe che la animano.
Essa ci fa riflettere sul nesso stretto tra edificazionemateriale e immateriale
di una comunit'apolitica, sulla necessit'adi utilizzare un linguaggio, che sara
poi codificato come politico, per fornire alla respublica simboli identitari in
cui riconoscersie valori coesivi per i quali operare.

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1060 Paolo Evangelisti

Nel Mediterraneo occidentale questo processo formativo, di costruzione di


un arsenale linguistico finalizzato a un uso politico, si svolge inmaniera si
gnificativa per il tramitedi una nutrita schiera di esponenti francescani che
solcano imari ed attraversano i territoridella corona catalano-aragonesetra
Due e Quattrocento.
Una delle ragioni di interesse, una delle chiavi euristiche con cui affrontare
queste fonti del pensiero e del linguaggiopolitico tardomedievalerisiedepro
prio nel contributo che esse forniscono alla storia della costruzione dei lin
guaggi politici intesi come codici costitutivi di realtapolitiche che divengono
tali, cioe si realizzanoe si legittimano,attraversometafore, icone e simboli im
maginati o rideclinatidai francescani che operano traNapoli e Valencia, tra
Palermo e Barcellona.
La focalizzazione sui codici e sulle icone che iMinori trasformanoin funzio
ne politica offre la possibilita di misurare, entro un contesto storico preciso,
il valore concreto assunto da entita comunemente definite solo nella loro fun
zione grammaticaleo retorico-esornativa.Le immaginilinguistiche, intesenel
laprecisa nozione di Sprachbilddefinita negli studi diDemandt1, prodotte dai
francescanidimostrano in effetti tutta intera la loro funzionalitanell'ambito
del linguaggiopolitico entro le quali vengono consapevolmente forgiateed in
serite.Esse accompagnano ilmomento teorico e ilmomento pratico del di
scorso politico volti rispettivamentea fondare l'accettabilit'adi determinativa
lori e, conseguentemente, a fame dei propulsori dell'azione civile e sociale.
Per questa via euristica il dossier politico prodotto dai francescani e nel suo
complesso uno spezzone importante di uno studio teso a comprendere piu
profondamente ilvalore non meramente persuasivo dellametafora all'interno
del discorso politico, ma utile anche ad una storiografiacapace di cogliere la
centralita fondativadellametafora, dello Sprachbild,nella costruzione e nella
legittimazionedi un'ideologia civile, economica, e quindi anche politica.
All'interno di un tale orizzonte epistemologico e possibile riconoscere la si
gnificativita storica e teoricadelle immaginipolitichemesse in campo daiMi
nori se accediamo, conMichael Walzer, alla nozione della politica come arte
capace di unificare2.Un'arte che ha un bisogno vitale dellametafora come co
dice fondativo dell'unificazione che intendepromuovere. La respublica, qua
lunque essa sia, e infatti impalpabile e invisibile.Prima di poter essere com
presa deve essere vista, prima di poter essere amata deve essere rappresenta
ta e simbolizzata,prima di poter essere concepita deve essere immaginata.So

1
A. Demandt, Metaphern f?r Geschichte. Sprachbilder und Gleichnisse im historisch-politi
schen Denken, M?nchen, 1978, p. VI.
2
Ben prima di Exodus and Revolution e Spheres of Justice si veda M. Walzer, On the Role
of Symbolism in political Thought, in ?Political Science Quarterly?, LXXXII, 1967, pp. 191
204.

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1061 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

lo un sistema linguisticometaforico puo assolvere a queste funzioni che espli


citano insieme le ragioni, lemodalita, e le possibilita inclusivedi una comu
nit'a politica3.
Ma la testualitafrancescana,frutto di una evidente tradizioneplurisecolaredi
riflessionee di pensiero elaboratidai cristianiconsacratial serviziodellaChie
sa4,ha in se un ulteriore fattore di interesse in questo ambito di studi.
Alcuni tra i fratipiu competenti e avveduti fanno infattidellemetafore e del
le icone fondative un utilizzo vitale e plastico. Essi comprendono insomma
che la sacralitae la forza di un'icona, di un paradigmaetico-politico valgono
per la loro capacita di modellarsi sapientemente rispetto agli obiettivi politi
ci,militari ed economici delle comunita che costruiscono e legittimano.Ber
nardino da Siena, FrancescEiximenis o JoanEixemeno sono pienamente con
sapevoli che il valore di un'immagine linguisticao di un simbolo comunita
rio, proprio in quanto codice identitario e fattore coesivo, non sono validi e
funzionali solo per il prestigio e la antichita delle loro origini. Essi hanno bi
sogno di autorevolezzama non di fissita ossificate in quanto la loro ragione
ontologica e data proprio dalla loro funzionalizzazione.Vale a dire che sim
boli e icone politiche servono sin tanto che fondano o contribuiscono a rav
vivare, promuovere e rafforzareuna comunita.
In questo quadro il francescanesimomediterraneo riflette e contribuisce di
rettamentea valorizzare i simboli propri del poteremonarchico. E proprio la
testualitafrancescanapiu marcatamente profetico-millenaristica,di impronta
radicalmentepauperista,prodotta daimedesimi autoripresenti nelle corti co
me consiglieri dei re, che, traDue e Quattrocento, fornisce una serie di co
dici interpretativiche si traducono immediatamentein simboli visivi dell'au
torita sovrana.

3
Importanti riflessioni sul valore della met?fora politica e sulla storiografia che la riguarda
si leggono in F. Rigotti, Metafore detta politica, Bologna, 1989, pp. 9-38, e Id., Rassegna in
troduttiva sulle metafore storico-politiche, in II potere delle immagini. La met?fora politica in

prospettiva storica, a cura di W. Euchner, F. Rigotti, P.A. Schiera, Bologna, 1993, pp. 7-30;
G. Briguglia, Il corpo v?vente detto Stato. Una met?fora politica, Milano, 2006, pp. 18-26;
cfr. anche M. Black, Modelli, Archetipi, Metafore, Parma, 1992 (che raccoglie in traduzione

gli studi pi? importantidello studioso usciti tra il 1954 e il 1976);G. Lakoff, M. Johnson,
Met?fora e vita quotidiana, 1982 (ed. orig. Chicago-London, 1980); H. Weinrich,
Bologna,
Met?fora e menzogna, 1976; importanti riflessioni e una significativa
Bologna, applicazione
di ricerca storica m?di?vale nella tesi dottorale di A. Airo, La scrittura delle reg?le. Politica
e istituzioni a Taranto nel Quattrocento, Universit? degli studi di Firenze, Dipartimento di
e (2005); cfr. in particolare i capp. I-III.
studi storici geografici, coord. J.C Maire Vigueur
4II debito pi? evidente della testualit? minorita per questi ambiti discorsivi ? quello verso
la tradizione testuale di Ugo di San Vittore e Bernardo di Clairvaux. Altre fonti essenziali
sono Tommaso Ibernico, Quodvultdeus, Agostino, e la Vita lesu Christi di Lodulfo di Sas
sonia.

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1062 Paolo Evangelisti

Si pensi inprimo luogo all'abilegioco di sfumatureche 1'entouragedei sovrani


aragonesi sviluppa intorno alla definizione di Anti-Cristo volgendo a proprio
vantaggio la attribuzionenegativa che una sezione importantedella letteratu
ra profetica, di origine angioina, scaglia contro i conti-re di Barcellona. Spo
stando l'esegesi dell'Anti-Cristo inAnte-Cristo la dinastia d'Aragona, in tut
te le sue diramazioni, assume cosi su di se un vero e proprio onere escatolo
gico che le assicurauna centralitanon sottostimabile. I1compito di combat
tere gli infideles,di essere la dinastia che giungera sino alla soglia della fine
dei tempi all'interno di una cristianita affermata in tutto ilmondo e l'abile
scelta con cui i sovrani rispondono allapropagandapolitica angioina che, pro
prio attraversoun francescanocome Johannes de Rupescissa, produce una te
stualitamillenaristica in chiave anticatalana.Grazie all'impegno dei Minori,
da meta del Trecento, l'Anti-Cristoche dovrebbe segnare indelebilmente la
dinastia aragonese si tramutanella nozione escatologica e in realta soteriolo
gica di Ante-Cristo, il precursore della fine dei tempi che anticipa in terra le
punizioni decise dalla Provvidenza. Si converte cosi in una immagine-simbo
lo da esibire e ostentare, al punto che i cimieri dei sovrani,almeno sino aMar
tino I, vengono forgiati con le raffigurazionidel drago alato e del pipistrello,
animali chiaramenteconnessi con la tradizione iconograficaapocalittica.
In questa stessa chiave, e in una declinazione di rafforzamentodel potere, si
gioca anche l'etimologia politica che intende spiegare i nomi di Aragona e
quelli dei sovrani.Sfruttando la forma grafica con cui si rende in catalano il
nome aragonese,ovveroDarago, esso viene decodificato o come la casata del
drago o come <altaredi guerra>>: ara agonis.Egualmente nella illustrazionedel
nome dei sovrani si fa leva consapevolmente sulla fama e l'orgoglio di appar
tenenza ad una dinastia che incarnal'Ante-Cristomistico e apocalittico. Si as
serisce cosi cheAlphonsus e Ferdinandussignificano il primo fuoco e fumo, il
secondo il crogiolo che fonde e amalgama imetalli5.
D'altra parte, lo stesso Eiximenis che ha contribuito con almeno due ope
re (Vida de Jesucrist e De Triplici statumundi) alla riconversione tutta po
sitiva della funzione apocalittica degli Aragonesi riflette su un'altra imma
gine fondante della comunita catalano-aragonese: la sua bandiera, provve
dendo ad una decodificazione etico-politica e pauperista dei suoi colori. Le
barre rosse di quel simbolo rappresentano i bastoni con i quali i sovrani
aragonesi hanno il compito di perseguire la chiesa carnale e gli ecclesiasti
ci colpevoli di orgoglio smodato e di una vita spesa nel lusso. I regnanti so
no chiamati, anche per questa via, a simboleggiare una precisa etica politi
ca ed economica, a punire gli eccessi nell'uso del potere e lo spreco delle
risorse.Dice Eiximenis: ?il campo di quest'arma e gialla ed i pali sono ros

5
Cfr. M. Aurell, Messianisme Royal de la Couronne d'Aragon (14e-15e Si?cles), in ?Annales
HHS?, 1997, pp. 119-155, p. 155.

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1063 Il discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

si, cio vuol dire che Dio Nostro Signore romper', con i bastoni di questa
casa, l'oro della dignita ecclesiastica, e tutta laChiesa verr'a resa rossa per
lo spargimento di sangue>>6.
In un rapporto di collaborazione organica e di reciproco vantaggio stabilito
con i regnanti e i governi cittadini questa 6lite francescanaassume su di se il
compito di fornireun'etica del potere e del vivere civile che comprende an
che un'etica del governo e un'etica degli scambinell'arenapubblica dei cives
fideles contrattanti, cioe ilmercato esclusivamente cristiano.
Cio si compie attraversouna rinnovatadeclinazione di alcuni simboli forti e
valori propri dell'identita francescana:la povert'avolontaria, l'humilitas-mo
destia, la caritas, codificati in alcuni simboli che traducono questi valori e li
rendono immediatamentepercepibili, comunicabili e decodificabili: laPassio
Christi come massimo esempio della carit'ae della donazione di se, la carita
di Cristo e per Cristo, le stimmate di Francesco, gli apostoli come soggetti
personificanti imigliori gestori della comunita e del bene comune. E ancora:
la croce di Cristo come sintesi delle virtu'civili, la discussione sul valore del
denaro e sul valore di Cristo a partire dal passo evangelico che narradell'un
zione dei piedi di Gesu e dall'immaginedell'armariusdel Signore; il passo di
Luca in cui Cristo salvauno dei ladroni crocifissi con lui, l'amiciziae la re
denzione di Cristo come occasioni per definire i paradigmi inclusivied esclu
sivi della comunita. Sono tutte immaginidiscorsive che vengono rese funzio
nali ad un disegno istituzionale e comunitario:nei testi francescanipassano
cioe da uno statuto ontologico di valore universale o, per un altro verso, fon
dativo dell'identita religiosao propriamenteminoritica, a simboliguida di spe
cifiche comunita politiche, istituzionali,civili ed economiche.
Nella storia francescana che rideclina questi simboli si possono riconosce
re due fasi. Tra Due e Trecento quei codici dell'identita cristiana o mino
ritica sono utilizzati per definire etiche e profili istituzionali senza operare
su quegli stessi simboli una riflessione propriamente politica. Le genera
zioni successive, da Eiximenis a Bernardino da Siena, con i suoi discepoli
in terra iberica, saldano invece strettamente quei simboli e quei valori a
precise identita politiche trasformandolidefinitivamente in valori identita
ri di specifiche comunita. Da codici etico-politici essi divengono infattiba
si costituzionali, premesse fondanti progetti di sviluppo e di affermazione
del Regno di Valencia, della Corona d'Aragona, della respublica senese. A
volte assistiamo ad un vero e proprio sequestro di quei codici identitaridel
la cristianita per destinarli esclusivamente alla legittimazione di comunita
politiche: cosi accade, come si vedra, per laPassio Christi inEiximenis o per

6
F. Eiximenis, De Tripllci statu mundi, in P. Bohigas, Prediccions en les obres de
Iprofecles
Fra Francese Eiximenis, Barcelona, 1928, p. 30.

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1064 Paolo Evangelisti

la caritas inBernardino allorquando, nel 1427, se ne serve per legittimare e


rafforzare il valore dei colori della bandiera della repubblica senese7.
L'ampiezza della gamma dellemetafore che iMinori ricontestualizzanotesti
monia di per se l'attenzione e il livello di penetrazione nelle dinamiche costi
tutive della politica e del potere con cui essi operano all'interno dei contesti
geopolitici delMediterraneo.
Tra i percorsi testuali possibili di uno studio in questa direzione e fonda
mentale quello che consente la ricostruzione storica della rifunzionalizzazio
ne compiuta dai francescanidella PassioChristi: immaginetra lepiui sacredel
la tradizione e del discorso religioso ed ecclesiastico della cristianita.
Nella declinazione politica di questa immagine-chiave si segnalano almeno
due aspetti rilevanti.
Da un punto di vista dell'identit'aminoritica i francescanimettono a disposi
zione delle comunita politiche in costruzione un codicemolto forte e rappre
sentativodella loro identita religiosa,fondata sulla radicalitadell'opzione pau
perista, sulla caritas e sull'humilitas.Valori etici incarnati almassimo grado
proprio dal sacrificiovolontario e redentivo di Cristo e, inmisura non sotto
stimabile, dal fondatore dell'Ordine alter Christus: riconosciuto come tale
quantomeno da quando riceve le stimmate sullaVerna8.

7
Su questi aspetti della predicazione di Bernardino a Siena mi permetto un rinvio a P. Evan

gelisti, ?Misura la citt?, chi ? la comunit?, chi ? il suggetto, chi ? nella citt?...?; il testo si leg
ge in bonumcommune.com.
8
Ad esempio in Thomas de Celano, Vita Beati Francisa, nell'edizione italiana delle Fonti
Francescane, Padova, 19904, pp. 511 e 531 (testo latino in Fontes Franciscan!, a cura di E.
Menest? e S. Brufani, S. Maria degli Angeli, 1995 [d'ora in poi FF], pp. 398-399 e pp. 423

424); Bonaventura, Legenda Minor, VII, ivi, p. 1053 (testo latino in FF, pp. 832-833); Ia
copone da Todi, Lauda LXVI, 58-70, ivi, p. 1672; Id., Lauda LXII, 15-23, ivi, pp. 1675
1676; si legga anche il passaggio dei Fioretti: ?II verace servo di Cristo santo Francesco,

per? che in cette cose fu quasi un altro Cristo, dato al mondo per salute della gente, Iddio
Padre il volle fare in molti atti conforme e simile al suo figliolo Ges? Cristo, siccome ci d?
mostra [...] nel mirabile misterio delle sacrate Istimmate e nel continuato della san
digiuno
ta Quaresima, la qual'egli si fece
in questo modo? (Fioretti di S. Francesco, ivi, pp. 1469
1470). Fondamentali i passi
in volgare contenuti nella III Considerazione sulle stimmate di
Francesco, scritte tra il 1370 e il 1385, che derivano dalla elaborazione degli Actus Beati
Francisci (1280-1305), dalle precedenti due Legendae bonaventuriane e dalle cosiddette pri
me due Vitae di Tommaso da Celano: ?Avendo santo Francesco questa promessa, comin
cio a contemplare divotissimamente la passione di Cristo e la sua infinita carita. E crescea
tanto in lui il fervore della divozione, che tutto si trasformava in Ges? per amore e per com

passione [..Je stando in questa ammirazione [dellacontemplazione del serafino quale "im
magine d'uomo
crocifisso"] gli fu rivelato [...] che non per martirio
corporale, ma per in
cendio mentale egli doveva essere tutto trasformato nella espressa similitudine di Cristo cro
cifisso [...] cos? [dice Cristo a Francesco] a te concedo che ogni anno, il di della morte tua,
tu vada al purgatorio, e tutte le anime de' tuoi tre Ordini [...] ed eziandio degli altri che a

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1065 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

Da un punto di vista della storiadei linguaggie del discorso politico essi spo
stano significativamentela chiavemetaforica della legittimazionedele comu
nita civili dalla immagine tradizionaledello Stato come corpo e del corpomi
stico di Cristo di derivazione classica e paolina9al corpo carnaledi Cristo sul
la croce.Una scelta che riorienta strategie argomentativee retoriche del di
scorso inmodo radicalee sulla qualemanca ancorauno studio approfondito.
La vicenda testuale di questo Sprachbild,di questa immaginedel linguaggio
che si fa discorso etico-politico e poi costituzionale, e vicenda storica e geo
grafica: contano cioe molto le date e i luoghi ove essa si sviluppa e si soli
difica.
La dimensione geografica nella quale circola questa costellazionemetaforica
esplicita direttamente le ragioniatl'originedella sua affermazionee funziona
lizzazione.Essa e infattipresente nei testi scritti e fatti circolare all'interno
delle corti aragonesidi Sicilia, di Barcellona, diMaiorca, in quella angioina e
poi aragonese di Napoli e, per un pubblico piu' ampio, composto in primo
luogo da amministratoripolitici e fiscali, in citta comeValencia, Palermo,ma
ancheAgrigento,Messina, Napoli, Salerno.Nella comprensione storica della
loro diffusione va ricordato che spesso sono gli stessi interlocutori istituzio
nali ad essere i committenti diretti dei testi prodotti daiMinori. Cio accade
ad esempio per alcuni re e regine della corona d'Aragona, per i giurati e il
consiglio di Valencia, per le amministrazionicivili di Vich e altre citt'adella
Catalogna aragonese.
L'arco cronologico di sviluppo e particolarmenteampio e testimonia la dure
volezza, lapresenza e la capacitapolitica deiMinori di esercitareun ruolo fon
damentale nella costruzione del discorso politico che tesse l'habitusdi valori
nei quali si riconoscono e con i quali si legittimano le comunita delMediter
raneooccidentale cristiano.Dagli anniSettanta delXIII secolo di Ramon Llull
si giunge agli anniTrenta del Quattrocento conMatteo d'Agrigento.

te saranno stati molto


divoti, le quali tu vi troverai, tu ne tragga in virt? delle tue Stimula
te e menue alla gloria del Paradiso, acci? che tu sia a me conforme nella morte, corne tu sei
nella vita?; la IV Considerazione si ?pre sancendo questo stato di cristiforme ottenuto da
Francesco attraverso la mimesi della passione di Cristo: ?[...] dappoi che il vero amore di
Cristo ebbe trasformato santo Francesco in Dio e nella vera immagine di Cri
perfettamente
sto crocifisso [...]? (Le considerazioni sulle stimmate, in I Fioretti di san Francesco, a cura di
G. Davico Bonino, Torino, 1964, pp. 180-185).
9
Livio, Ab Urbe condita II, 32; I Cor 6, 15-16 e 12, 12-27; sul valore politico di questa im
magine si vedaora il densissimo e innovativo studio di G. Briguglia, II corpo v?vente dello
Stato, e i saggi del medesimo
cit., autore che sono alla base di questa monograf?a (cfr. ivi,
bibliograf?a, p. 163); per la presenza di questa stessa met?fora nel pensiero filos?fico isla
mico di et? classica cfr., ad esempio, Al-F?r?b?, La citt? virtuosa, a cura di M. Campanini,

Milano, 1996, capp. XXVI-XXVII, pp. 207-219.

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1066 Paolo Evangelisti

2. Lo ?<Stimulus Amoris>>, metafore e paradigmidi pedagogia sociale in un'ope


ramistica del XIII secolo.La matrice riconosciuta di questa riflessione sulla
funzione della Passio Christi e un testo di forte ascendenza bonaventuriana,
ampiamente circolante nei territoricatalani del bassoMedioevo, ripreso di
rettamente da Arnau de Vilanova e, per via mediata, ancora nel primo de
cennio del Quattrocento, in uno dei testi di etica politica al centro di questo
studio: laContemplaciode laSantaQuarantena di Joan Eixemeno, scritta su
commissione diMartino ilVecchio.
Si trattadello StimulusAmoris diGiacomo daMilano la cui stesura risale agli
ultimi decenni del XIII secolo'0.Ed e proprio da questa sezione di testualita,
tutta internaall'Ordineminoritico, in cui la componentemistica e di alta spi
ritualitasvolge un ruolo centrale, che consiste l'interessedi tale fonte.Un'o
pera essenziale nel percorso di costruzione della identitadeiMinori al punto
che il capitoloXIV (<<Quod homo debet libenterChristi passionemmeditari,
et quam fructuosa sitmeditatio eius>>)servi da base teologica per la decora
zione della cosiddetta <<vetrata degli angeli>>della basilica superioredi Assisi,
ove le schiere celesti tributanogli onori a Francesco proprio in quanto com
partecipe della passione di Cristo in ragione delle stimmate ricevute.
All'interno di un testo che tratteggiaa tutto tondo una pedagogia della con
templazione di Cristo e del suo sacrificio come cammino di perfezione del
pauper ChristiP1alcuni passaggi si impongono alla nostra attenzione per la
loro plurisecolare tradizione testuale appena segnalata e per il loro valore
semantico che li vedr'afunzionare in orizzonti tanto religiosi che civili e po
litici.
Nel testo di Giacomo la contemplazione e la pedagogia della Croce assumo
no per il frate destinatario il valore di codice di riferimento e di paradigma
esistenziale assolutamentepreminenti se non esclusivi sul piano dell'etica in
dividuale e comunitaria. IIpassaggio del capitolo che apre l'opera lo testimo
nia inequivocabilmente:
Domine IesuChriste,cormeum tuisvulneribussauciaet tuo sanguineinebriamen
temmeam, ut quocumqueme vertam,semper te videam crucifixum,et, quidquid

10
Per una buona messa a punto sulla figura dell'autore e dell'opera cfr. S. Mostaccio, ad v.,
in Dizionario biogr?fico degli italiani, vol. 54, Roma, 2000, pp. 221a-223a.
11
?nullam camem nisi carnem Christi ames. Haec enim pro te et pro totius humani gene
ris salute est super aram crucis oblata; eius igitur passionem in corde rumines continue.
Haec autem passionis Christi continua meditado elevabit, quid agendum, quid meditan
dum quidve sentiendum sit, indicabit; te demum ad ardua inflammabit? (I.Mediolanensis,
Stimulus Amoris, Quaracchi, 1949, cap. XIV, p. 69). II testo qui utilizzato ? quello che la
critica filol?gica ha attribuito con certezza a Giacomo, denominato Stimulus minor, a fron
te di uno Stimulus Mator (incipit ?Currite gentes?) di autore ancora an?nimo, ma nel Me
dioevo spesso attribuito e conosciuto come opera di Bonaventura.

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1067 Il discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

aspexero, mihi tuo sanguine appareat rubricatum, ut sic totus in te tendens, nihil prae
ter te valeam invenire, nihil nisi tua vulnera valeam intueri"2.

E dentro laCroce e la passione di Cristo che si articolano e si comprendono


le virtutes cardine dell'identita francescana,a partire dalla volontariapauper
tase vilificatiodi se come presupposto di una supereminentiache, seppur pri
va di ogni attributo di ricchezza e di potenza, e comunque una condizione
guadagnata e che richiede di essere agita.
I1modello di Cristo e del suo sacrificio funziona qui perfettamente, e anche
nella retoricae nel contenuto argomentativo l'attenzioneposta su questamo
dalita di autospoliazione e centrale.E una condizione di esemplarita,di per
fectio cristomimetica,che assumepienamente valore allorquando si eserciti in
una doppia, ma inscindibile,dimensione: quella dell'interioritae quella della
socialita.
Non esistono in questo testo di mistica francescanaambiti e funzionalizza
zioni politiche,ma occorre porre attenzione ad almeno due locidi rilievo che
dimostrano fino a che punto il codice etico-pedagogico della Passio Christi e
della Croce venga fatto agire nella dimensionemistica che connette interio
rit'a e socialit'a".
Nel capitoloVI vi e un passaggio sulla passione di Cristo e sulla sua contem
platio richiestaalpauperChristi che indica chiaramentecome la capacita con
templativadi immergersinel senso profondo del sacrificio e della redenzione
di Cristo assicuri, a chi ne e capace, uno statuto di gloria e di forza spiritua
le assolutamente rilevante.Accedi percio aCristo - dice Giacomo - e chiedi
gli di degnarsi di renovarele sue ferite nel tuo sangue e di rubricarete total
mente con il suo sangue.A seguito di questa communiomistica, cosi segnata
mente carnale, il beneficiato da Cristo sara rivestito di porpora e potra en
trarenel palazzo del re"4. Un concetto ben rappresentatoanche dall'afferma
zione: <<passioignominiosaglorificat>>".
I1secondo locus,di notevole rilievo siaper l'estensioneche per la sua colloca
zione nell'opera, riguardala capacit'adelmistico francescanodi saperosserva

12
Stimulus Amoris, cit., cap. I, par. Oratio de passione Domini, p. 13.
13
Si legga come un testo francescano del XV sec?lo afferma questa particolare consapevo
lezza della pratica m?stica riflettendo sulla contemplazione della passione di Cristo sulla cro
ce: ?[...] en la qual es demostrada amor e caritat que deu haver lo penident [...] sots tres

cap?tols principals [...] com deu haver caritat [...] com deu mostrar de si caritat [...] com
la deu procurar en tots los altres? (J. Eixemeno, Contemplado de la Santa Quarantena, ed.
A.G. H?uf iVails, Montserrat, 1986, testo pp. 25-111 [d'ora in poi QC], Tercera Jornada,
pp. 75-76).
14
Stimulus Amoris, cit., cap. VI, p. 29.
15
Ivi, cap. XIV, p. 69; e ancora nell'asserzione: ?nudus existens virtutum vestimentis or
n?t? (ibidem).

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1068 Paolo Evangelisti

re e comprendere ilmondo proprio in virtu'della sua conquistata condizione


contemplativa.Uno status dunque che non lo separadal saeculume, soprat
tutto, lo rende capace di interpretareuno spettro amplissimodi attivitauma
ne e politiche da una posizione, si badi bene, non di teologica condescensioin
firmorum,ma di adeguatacapacita introspettivae prospettica, guadagnatagra
zie allameditatio ed alla communio con Cristo e la sua Passio. Cio avviene se
condo il paradigma interpretativodel <<Debessecundo omnia ad laudem re
ducere Creatoris, quod facerepoteris per hunc modum et etiammelius, si ti
bi Dominus dignabitur indicare>>. Cosi se vedrai ?aliquos in praelatione tem
porali sive spiritualidignitate constitutos>>cio non deve allontanartida loro,ne
muoverti a stigmatizzazionio ad esecrazioni,ma farti rifletterepoiche ?hoc es
se factum ad commendandamdivinamagnificentiam et potentiam>>. Parimen
ti questo paradigma esplicativo vale se vedrai altri uomini impegnati intensa
mente e con passione in affari temporali, in attivita sociali e di carita, in atti
vita giurisdizionali,nella ricercanon solo teologicama anche nelle scienze na
turali,sino a coloro che sono ?creaturarumoccultissima inquirenteset quod
libet verbusculum curiosissimeordinantes>>16. Qui al frate contemplativo,uni
to a Cristo per il tramitedella sua passione, che ha compreso radicalmentee
carnalmentefino a voler farsicompletamente rubricaredal sangue del Reden
tore,viene attribuitauna funzione di comprensione del senso delle attivita so
ciali e politiche che comporta un giudizio di valore positivo che tocca, e sen
za problematizzazionealcuna, anche l'attivitascientifica e quella economica.
Dal capitolo centrale di quest'opera, il fortunatoXIV'7 - assurto agli onori
dell'iconografiaassisana,nonche debitore diretto di passi bonaventurianicon
tenuti nel Lignum Vitae e nel De perfectionevitae ad sorores- occorre sotto
linearequattro punti di rilievo.
fl primo e il rinnovato invito ad una costante ruminatiodel cuore e dellamen
te sulla passione di Gesu', una tecnicameditativa che diviene autentico pro
pellente per una crescita costante della consapevolezza spirituale del frate e
per il potenziamento di quella vilificatio di se che accompagna la compren
sione viscerale del valore del sacrificiodi Cristo. Si trattadi un'esperienza in
tellettuale forte che richiede a ciascuno l'impegno, I'allenamentosi potrebbe
dire, delle facolta cognitive della scientia e dell'experientia.Sono due lessemi
utilizzati direttamente da Giacomo.
II secondo e il valore pedagogico assunto dalla croce, immagine in se etica e
codificante, che verra decisamente potenziata in chiave politica nel XIV eXV
secolo dai confratelli di Giacomo.
Il terzo e la funzione totipotente della Passio e della Croce di Cristo capace
non solo di emendare, preservare e curaremalattie dell'anima e del corpo,

16
Ivi, cap. XI, pp. 51-52.
17
Ivi, cap. XIV, pp. 67-76.

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1069 Il discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

quale autentica apotheca aperta,ma di dischiudere, attraverso la sua com


prensione, la comprensione del mondo. Esperire e conoscere il sacrificiodi
Cristo significa attingere a lui che e <<thesaurus divinae sapientiae>>
e <<sum
mum bonum>>.
Quarto elemento di rilievo e la funzione caritativae nettamente comunitaria
con cuiGiacomo legge il sacrificiodi Cristo, contrapponendo al disvaloredel
l'utilitaspersonale quello dell'utilitas collettiva: <<inproprio bono, id est in
propria utilitate,Dei non vult facere voluntatem>>. Qui il francescano attri
buisce aCristo anche ladedizione piena, una qualita fondamentaleche segna
profondamente lamodalita largitivadel suo sacrificioe, coerentemente, quel
la di tutti coloro che saranno capaci di essere in communioconGesut e la sua
passione.
L'immaginedellaCroce di Cristo, nella sua funzionepedagogica, serve inque
sta stessa direzione come elemento capace di forniremotivazioni forti e deci
sive.Nel testo cio si realizzacon un uso sapientedella retoricapersuasiva che
ricorre al classico artificio del ribaltamentosemantico per colpire piu a fon
do l'ascoltatore-discente.Si deve guardare alCristo immobilizzatosullaCro
ce come a colui che e capace ?attraverso le suemani inchiodate di scioglier
ci e liberarci,e permezzo dei suoi piedi bloccati, incastratisul legno, e in gra
do di farci correre>>(<<eiusmanus ligno conclavataenos solvunt,pedes confos
si nos currere faciunt>>).
Questa e il complesso Sprachbilddella PassioChristi cheGiacomo daMilano,
e con luiBonaventura e Gilbert de Tournai, consegnano almondo france
scano e segnatamentead un ambito di fruizione testualedelMediterraneo oc
cidentale che ne fariatesoro almeno sino alXV secolo.

3. La ?<PassioChristi>> e il corpodi Cristo crocifisso:


metaforeper la legittimazio
ne della <respublica>> e per fondare l'economiacivile cristiana.Se citazioni di
rettedi queste opere francescanepiU risalentiverranno rinvenutein testi etico
politici tardotrecenteschie del secolo successivo'8,e fondamentalerilevarel'im
plementazione semanticache questa immaginesacradelminoritismo consegue
in testiquasi coevi alloStimulus,opere di esponenti delmondo francescanoat
tivipresso le corti dei regnantiaragonesi tra fineXIII e inizioXIV secolo,ma
aventi anche rapporticon il regno angioino cliRoberto e Sancia aNapoli.
Ramon LluIl,Arnau de Vilanova e Angelo Clareno sono i rappresentantidi
maggior rilievo ai quali ci si riferisce. I loro interlocutori istituzionali,desti
natari privilegiati dei consilia che essi concepiscono e propongono sono Fe
derico III in Sicilia,Giacomo II d'Aragona,Filippo, reggente diMaiorca, e i
loro rispettivientouragedi corte.

18
Si ricordi che gli stessi sermoni di Matteo d'Agrigento, scritti in pieno Quattrocento e uti
lizzati poi anche da Giovanni da Capestrano, sono debitori diretti del testo di Giacomo.

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1070 Paolo Evangelisti

del Signore.Llull utilizza con grande con


3.1. Leferite di Cristo e l'<<armarius>>
sapevolezza l'immaginedella Passio Christi comemetafora esplicativa e codi
ficante delle comunita civili alle quali si rivolgenel Llibre d'Evast e Blanquer
na. Le cinque ferite di Cristo inchiodato alla croce costituiscono la cifra uni
ficante e coerente dell'intero testo pedagogico del Doctor Illuminatus scritto
nel 1283. II <<proleg>>dell'opera si apre infattidichiarando che le cinque feri
te inferte a Cristo sulla croce articolano il libro che egli presenta per poter
comprendere il senso e il significato dei ceti in cui e organizzata la comunita
e per trarreda quelle cinque ferite le regole comunitarie"9. Nenlo stesso testo
e ancora laPassio Christi a venir utilizzata per qualificare inmodo sintetico e
simbolico una comunit'acivile, una ciutat che e cristianaed evangelicaperche
capace di impiegarecorrettamente i beni e il denaro derivante dalle proprie
attivit'aeconomiche20.Nel Llibre de Contemplacio en Deu questa operazione
di semantizzazionedella societ'aattraverso la contemplazione della passione
di Cristo e del suo valore caritativo e strutturatae sistematizzata.Nel capito
lo 122 del terzo libro, ad esempio, intitolatoCom hom se pren guardade so
que fan losmaestrals, ogni professione civile trova la propria legittimazione
nel Cristo crocifisso e largitivo:
Deus glorios, amoros del qual venen e devallen totes gracies e totes benediccions! En les
arts e en los oficis del homens menestrals, podem veer e apercebre ab sensualitats le
intellectuitats; car enaxi com lo ferrer met lo ferre en lo foc per tals que pusca mills
batre e amollir... enaxi 1ome qui ha son cur dur e cruel [...] guart, Senyer, en la creu
e remembre la vostra passio e les vostres greu dolors; car aital [...] remembrament,
pora son cor escalfar en amar.

Utilizzando questomodello Llull richiama ifusters, i <<maestrals qui obren de


pera e de tapies>>, gli argentieri e imonetieri, gli scrivani, i calzolai, i sarti, i
tessitori, i barbieri, imacellai, i vetrai, gli amministratoricivili e fiscali delle
citta e del re, i cambiatorie gli intermediari21 ad assumere comportamentieco
nomici e civili che si conformino a quel Cristo in croce.
Ed e nei testi dell'autoremaiorchino che si coglie appieno quell'inizio dimu

19
R. Llull, Lttbre e Blanquerna,
d'Evast ed. MJ. Gallofr?, Barcelona, 19985, p. 19; anche la
pi? importante di contemplazione
opera e di m?stica del filosofo maiorchino si
pedagog?a
apre significativamente con queste parole ?En ax?, S?nyer, com vos representas en la sanc
ta creu cinch nafres, en ax? nos volem aquesta obra departir per v. libres? (R. Llull, Lttbre
de Contemplado en D?u, I, ed. A.M. Alcover, M. Obrador y Benn?ssar [Obres de Ram?n
Llull. Edici? Original, eds. M. Obrador y Benn?ssar, S. Galm?s et al.], Palma de Mallorca,
1906 [ripr. anast. Palma de Mallorca, 1987], p. 3).
20
R. Llull, Lttbre d'Evast, cit., pp. 22-23.
21
R. Llull, Lttbre de Contemplado en D?u, III, ed. A.M. Alcover (Obres de Ram?n Llull. Edi
ci? Original, cit.), Palma de Mallorca, 1910, cap. 122, pp. 124-130; cfr. anche i capp. 116,117,
119-121, pp. 82-96, 103-123.

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1071 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

tamento del discorso politico compiuto dal francescanesimocon la trasfor


mazione dell'immaginedel corpo politico paolino in immaginedel Cristo cro
cifisso22.
In un sermone del Liber de predicationee quel Cristo a divenire lo specchio
di tutta la comunita, e il suo corpo in croce infatti a contenere e rappresen
tare tutti gli stati e i comportamenti sociali praticabili o condannabili. I1suo
capute formato, allo stesso livello,da prelati, principi e doctores, il cuore e co
stituito dai religiosi,ma attorno alla testa la sua corona di spine e fattada tut
ti ivizi, sui quali primeggia avaritia:?per brachium sinistrum intelligimusma
las operationes hominum simpliciter, et hoc cummagna avaritia,gula etc.>>;
<<Per duos pedes Iesu intelligimusduas vias, cum quibus nos sumus viatores.
Una est bona per virtutes; alia estmala per vitia>>23. Qui dunque Cristo croci
fisso non e solometafora della comunitama luogo concreto sul quale e con
il quale simisurano le relazioni sociali, si definiscono i principi oppositivi con
i quali si costituisce una societa di cristiformi in opposizione ad una societa,
lullianamente intesa, di infideles,vale a dire incapace intellettualmentee ne
gatrice della christiformitas.In questo uso metaforico del corpo e della pas
sione di Cristo emerge con nettezza anche la funzione identitaria,da cui di
scende direttamente un principio di inclusione e di esclusione comunitario
che e elemento imprescindibiledel discorso religioso e politico che questa te
stualita francescanaviene realizzandonelMediterraneo tardomedievale.
Ma la comprensione lullianadella comunit'aattraversole cinque ferite di Cri
sto posta in aperturadi due testi chiave, antesignanidella sua riflessione filo
sofica e della sua azione pedagogica come ilLlibre d'Evast e Blanquerna e il
Llibre de Contemplaciodimostrano, assieme alla decodificazione del corpo di
Cristo sulla croce sviluppatanel sermone del Liber de Predicatione,un'ottica
discorsiva e interpretativadella comunit'ache si puo definire orizzontale.Nel
Blanquerna sono tutti e cinque gli estaments a dover confomarsi alle cinque
ferite di Cristo, almodello largitivoe caritativodel Cristo crocifisso, tutti e
cinque rappresentanole sue nafrese debbono vivere secondo le regole che da
esse derivano.Nel sermone scritto aMessina l'attenzionenon e concentrata
sulla posizione gerarchicadegli stati,ma su quella svolta dai valori/disvalori:
conta di piu laposizione apicale dei vizi posti sulla corona di spine, e dunque
lo schema di valori che vi si contrappongono, che la posizione dei ceti dislo
cati nel corpo di Cristo. Cosi i piedi di Cristo non rappresentanotradizional

22
La classica
met?fora paolino-agostiniana ? ben rappresentata, tra gli altri, dai luoghi ago
stinianidel Tractatus X 3 (?filii Dei corpus sunt unici Filii Dei; et cum ille caput, nos mem

bra, unus est Filius Dei [...]?) e In Johan XXXII 7 (?Ecclesia est corpus Christi [...] unitas
membrorum caritate concordat?).
23
Liber de Praedicatione, in Raimundi Lulli, Opera Latina, IV, ed. F. Stegm?ller, A. Soria

Flores, Palmae Maioricarum, 1963, pp. 83-85.

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1072 Paolo Evangelisti

mente lo status pui basso della societa,ma sono il simbolo delle due possibi
litad'azione entrambe praticabili da ogni uomo che sia in grado di compren
dere il valore sacrificaledel Redentore. Llull dunque utilizza lametafora del
corpo di Cristo con un obiettivo diverso daila legittimazionegerarchico-fun
zionale degli stati propria della tradizione classico-paolina e medievale. Cri
sto crocifisso serve a Llull per disegnare una scala funzionale e gerarchicadi
valori posti allabase di un'etica comunitaria che non si declina in chiave ver
ticale.Le decodificazioni che il filosofomaiorchino attribuisce alle immagini
di quel Cristo largitivoe comunicativo, dalla corona di spine ai suoi piedi, si
sviluppano in una logica che non serve a costruire una scala ascendente dei
ceti,ma unamappa di valori che debbono essere compresi e praticati ad ogni
livello dell'organizzazionecomunitaria.
InArnau de Vilanova la saldatura trametafora codificante della Passio Chri
sti e norma dell'agire politico si fa piu stringente ed esplicita, essendo propo
sta direttamente ad un sovrano: il rex <diSicilia>>24. Definito amico e amante
di Dio, in quanto tale rexfidelis e christianus,egli e legittimato e garantito a
possedere, governare e godere di una condizione di sicurezza e prosperita in
terra.Ma la sua condizione di sovranofidelis e tale in virtiudella sua capacita
di utilizzare come propriomodello etico il sacrificiodi Cristo sul quale e chia
mato quotidianamente a riflettere.Le parole con le qualiArnau invitaFede
rico a farlo sono esattamente quelle tratte dall'Oratiode passioneDomini di
Giacomo daMilano e dal Soliloquium di Bonaventura:
Domine Iesu Christe, per ineffabile misteryum tue passionis, peto suppliciter ut cor
meum tuis vulnerabilis saucies et tuo sancto sanguine inebries mentem meam, ut quo
cumque me vertam, semper te videam crucifixum [...] ut sic, totus in Te intendes, nihil
preter Te valeam inveniri, nihil nisi tua vulnera valeam intueri2' (Bonaventura, Solilo
quium de quatuor mentalibus exercitiis, cap. I, 4-34; Giacomo da Milano, Stimulus
Amoris, cap. I )26,

24
L'editora del testo ha dimostrato che YAllocutio ha due livelli strutturali e
cronologici,
per cui solo la seconda parte dell'opera risulterebbe redatta, tra il 1304 e il 1305, espressa
mente per il re di Sicilia (J.Perarnau, Allocutio Christini [...] d'Arnau de Vilanova. Edici? i
estudi del text, in ?Arxiu de Textos Catalans Antics? [d'ora in poi ATCA], XI, 1992, pp.
7-135 [d'ora in poi AC], p. 35); tuttavia ? Finiera corpo del testo ad essere dedicara e con

segnato dall'autore a re Federico, di qui il valore etico-politico e di pedagog?a per il sovra


no che YAllocutio assume nel suo complesso.
25
AC, p. 97; ilmodello del sacrificio di Cristo come modello cristomimetico ? anche al cen
tro di un'altra sezione del testo (cfr. AC, pp. 86-88); la pregnanza di questo modello nella
sua esplicita funzionalizzazione sociale e comunitaria si apprezza plenamente nel fonda
mentale testo arnaldiano di pedagog?a evang?lica per i laici: YAlia Informatio Beguinorum,
ed. J. Perarnau, Barcelona, 1978, testo alie pp. 19-84 (d'ora in poi AIB), ad esempio alie
pp. 72-73.
26
Cfr. p. 12 dell'edizione dei padri di Quaracchi, Firenze, 1905.

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1073 Il discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

Nel testo arnaldiano e questo fidelis, caritativo e cristiforme secondo ilmo


dello della Passione, a possedere i requisiti che lo rendono <<rexchristianus>>,
<<imitatore di Dio>>ed <<expressaimagoDei>>7.Piu profondamente e radical
mente Arnau utilizza questi parametridi christiformitasper connotare la no
zione stessa di civilitas che si distingue dalla condizione di animalitas.
I1medesimo modello ha piena cittadinanzae viene fatto funzionarenellemis
sive che uno spirituale come Clareno indirizzaad un suo sodale, Filippo di
Maiorca, anche quando e reggente della Corona di quell'isola tra il 1325 ed
il 1329. La condizione di idoneita cristiforme, caritativae pauperista, conse
guita dal sovrano reggente in ragione della sua comunione e identificazione
con questomodello e la stessa cheArnau pone a fondamento della legittima
zione del sovrano di Sicilia e del fratello regnante inAragona qualche decen
nio prima .

La validita di questametafora codificante e condivisa tra i diversi esponenti


del francescanesimomediterraneo si consolida anche nell'utilizzo che essi ne
fanno proponendola alle diverse comunita civili e religiose di cui sono inter
locutori o leaderdi riferimento.Le missive-circolari di Clareno, scritte in la
tino e poi tradotte in volgare, le opere arnaldianequali l'Alia InformatioBe
guinorumo ilPer cio chemolti desideranosaperesono i testipiu chiari in pro
posito. Essi dimostrano di saper raccogliere in questomodo una tra le piu im
portanti funzionalizzazioniche la Passio Christi aveva gia rivelato all'esegesi
pedagogica di Giacomo daMilano.

27
tra immagine e
AC, pp. 106-107; per Fequiparazione di Dio quella del sovrano evang?li
co cfr. anche A. de Vilanova, Alphabetum catholicorum sive dialogus de elementis catholicse
fidei, ed. W. Burger, in ?R?mische Quartalschrift?, XXI, 1907, pp. 173-194, p. 179. Nel
Ylnformado la ?christiformitas? dei governanti ? un elemento centrale della sua pedagog?a
e segno ostensivo necessario di chi esercita il dominio: ?D?us orden? e vole que Jesuchrist
e e ?regla?
fos forma regla de tots los elets?; questa ?forma? sono ?el primer senyal del cre
sti? que sie elet? (Informado espiritual, in A. De Vilanova, Obres Catalanes, I, ed. M. Batl
lori, Barcelona, 1947, pp. 223-243, pp. 229-230). Sulla centralita della sua dottrina cristo
centrica espressa nella Passio Christi ha richiamato l'attenzione, in una prospettiva esclusi
vamente teol?gica, F. Santi ricordandoci corne ?l'exemple del Crist crucificat? emerga in
testi pedagogici ampiamente noti e diffusi nel bacino mediterr?neo e specificamente nel
l'area catalano-aragonese: la Regula ad priorissam de charitate, le diverse redazione del

Ylnformatio Beguinorum e?De elemoslna et sacrificio. ?L'apasionat cristocentrisme? di Vi


lanova in questi testi ? cos? sintetizzato: ?eis bracos de la creu ofereixen el model de la mo
ral cristiana, el paradigma de tot tipus de vida cristiana. Hi trobem humilitat i caritat, amor
i opci? de pobresa, menyspreu dels honors d'aquest m?n, perfecta sobrietat...?; richiama
to nella sua introduzione da Cesare Vasoli in F. Santi, Arnau de Vilanova. L'obra espiritual,
Valencia, 1987, p. 18.
28
Mi permetto un rinvio a P. Evangelisti, Relazioni di potere ed etiche per il potere. Clare
no, Filippo di Maiorca e la testualit? pol?tica francescana catalano-aragonese, Convegno in
ternazionale di studi francescani, Assisi, 5-7 ottobre 2006, in corso di stampa.

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1074 Paolo Evangelisti

Ma rispetto allo StimulusAmoris gli esponenti catalani, e in diversamisura lo


stessoClareno, sviluppanoulteriormente il paradigmapolitico decodificabile
dalla Passio Christi. Essi colgono in profondita il valore normativizzantecon
tenuto nel sacrificio largitivoe comunicativo di Cristo e lo pongono a fonda
mento della legittimazionedel sovrano cristiano incaricatodi attuarlo in spe
cifiche prassi di governo. Cristo crocifisso non e piui solo l'immaginepeda
gogica in cui si riflette e si ridefinisce la comunita dei cristiani,ma e lame
tafora cogente che indica al sovrano-fidelis comportamenti politici nell'am
ministrazione del regno.E da questa immagine sacra che Arnau e Llull fan
no discendere una concezione non proprietariadel potere e delle risorsedel
regno, un chiaro orientamento dell'azione di governo per il bene e l'utilitas
publica29,una delegittimazione per chimette in atto comportamenti antitetici
a questo codice di validazione francamentepolitico.
In questo quadro l'attenzione si concentra specificamente sumodalita di go
verno e di amministrazionedellamoneta e del mercato di grande interesse30.
I doveri del re rispetto ad un valore e ad un simbolo, lamoneta appunto, che
non gli appartiene direttamente sono resi espliciti. Essa incarna infatti una
funzione finanziariae politica come espressione dell'unita e della credibilita
di una comunita che e anche quella del mercato. In questo preciso contesto
la caritascristomimeticadel re simisura concretamente nel rispetto del titolo
e del tenore dellamoneta del regno, nella accettazione di un sistema che so
lo per mezzo di una procedura pubblica e legalene determini apprezzamen
Ed e significativoche, proprio in questo ambito etico-poli
ti e svalutazioni3".
tico,Arnau riprendaunametafora che diviene codificante, ovvero quella del
l'armariusdel Signore. Egli si serve di questa immagineper mettere in con
trapposizione i re e tutti coloro che ripongono le risorsenel loro armariuspri
vato immobilizzandole e chi, capace di comportamenti non tesaurizzanti,sa
farle circolare per poi riporle nell'armariusdi Dio, l'unico che garantisce la

29
Per la Passio Christi come c?dice etico di riferimento per re Federico e per la sua azione
di govemo al servizio ??Tutilitas e Faffermazione della veritat evangelical, cfr. an
publica
che A. de Vilanova, Informado espiritual, cit., p. 227; per l'attivit? pubblica della regina,
ivi, p. 231.
30
Cfr., ad es., Raonament d'Aviny?, in A. de Vilanova, Obres Catalanes, I, cit., pp. 167-221,
pp. 174, 179, 182; e Id., Informado espiritual, cit., p. 223; si rammenti che nei testi di pe
comunitaria e civile Amau utilizza pi? volte i testi paolini da Clareno ed
dagog?a impiegati
Eixemeno esattamente per codificare una prassi di govemo e di servizio comunitario che
costituisce anche un valore identitario di quelle comunit? e ehe, per Eixemeno, converge
con la sua concezione del potere monarchico; cfr. A. de Vilanova, ad gerentes zo
Ep?stola
nam pelliceam, in O. Cartaregia, J. Perarnau, El text sencer de l'?Ep?stola ad gerentes zonam

pelliceam? d'Arnau de Vilanova, ATCA, XII, 1993, pp. 7-42, pp. 26 e 28; A. de Vilanova,
Tractatus de caritate, a cura di R. Manselli, in Id., La rettgtosit? diArnaldo da Villanova, cit.,
pp. 60-76, pp. 63-64, 68.
31
Cfr. AC, pp. 111-114; Raonament, cit., pp. 174-176.

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1075 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

durevolezza dei beni comunitari32. La strutturalogico-argomentativadi riferi


mento rimanequella della Passio Christi, ovvero di colui che, in sommo gra
do, ha saputo dare tutto di se, ha messo cioe a disposizione della comunita
dei fideles tutto intero il suo valore, ancor piu apprezzabile in quanto inesti
mabile. Di particolare importanzae il passaggio con cui si chiude l'Allocutio
Christini poiche l'armariusprivato del re (infidelis) e contrapposto a quello
comunitario e del re avveduto e prudente:
[...] qui cor suumoccupatcircaDeum predictismodis, thesaurumdesideriorumet
meditationumreponitin salvoarmario,in quo numquamperirepotest, et hic pru
dentissimumest.Sed stultissimuset infelixest qui semperthesaurum
suumreponitin
armario, de quo certus est quod in eo deperiet, quali est ili qui thesaurizat in hiis, que
fluunt,et a quibus,velitnolit, separabiturthesaurizans.

Nel testo arnaldiano lametafora creditiziadella salvezza si traducedunque in


puntuale legittimazionedi competenzemonetarie del sovrano, incidendo di
rettamentesul rapporto triangolaremonarca-moneta-comunita,vale a dire un
asse centrale della riflessione teorico-politicache si svilupperada Oresme si
no all'Althusiusentrando poi nella nozione di legittimazionecontrattualistica
dello Stato. E questa unametafora importanteche si ritrova letteralmentenei
testi di Angelo Clareno" e che ilMestre riutilizza,con identica funzione, nel

32
AC, p. 116; per le riflessioni sulla moneta cfr. ivi, pp. 111-116. Sul valore politico e iden
titario della moneta nel testo di Amau mi permetto un rinvio a P. Evangelisti, Mercato e
moneta nella costruzlone francescana dell'Identit? politica. II caso catalano-aragonese, pub
blicato sulla rivista on line ?Reti medievali? (VI, 2005, 1) sito retimedievah.it; il testo co
stituisce un della relazione tenuta nel corso del seminario Forme di ra
approfondimento
zionalit? econ?mica m?di?vale promosso dallTstituto storico italiano per ilMedioevo, Ro
ma, 14 novembre 2005, neu"?mbito del ciclo II moderno nel Medioevo, al quale hanno par

tecipato con proprie relazioni anche Paolo Prodi, Giacomo Todeschini, Giovanni Cecca
relli e Valentina Toneatto.
33
Cfr., ad esempio, Angeli Clareni, Epistole, a cura di L. von Auw, Roma, 1980, lettera 43, a
Roberto da Mileto, ove il sintagma utilizzato ? ?vestiariusthesaurorum Altissimi? (ivi, p. 206);
sul valore essenziale della met?fora come strumento
argumentativo e come oggetto di studio
un rinvio a P.
fondamentale per la storia della linguaggi politici mi permetto
formazione dei

Evangelisti, I pauper es Christi e i linguaggi dominativi. Ifrancescani corne protagonisti della co


struzione della testualit? pol?tica e dell'organizzazione del consenso nel Bassomedioevo (Gilbert
de Tournai, Paolino da Venezia, Francese Eiximenis), in La propaganda politica nel Basso Me
dioevo, atti del XXXVIII Convegno storico internazionale, Todi 14-17 ottobre 2001, Spoleto,
2002, pp. 315-392; Id., Un non-umanista consiguiere politico di Lorenzo ilMagnifico. Etica po
l?tica ed ?arte dello stato? nel Memoriale e nelle lettere di Antonio da Vercelli, osservante fran
cescano 1478), in Ovidio Capitani. Quaranta anni per la Storia m?di?vale, a cu
(marzo-maggio
ra di M.C. De Matteis, Bologna, 2003, II, pp. 167-187; una versione ampliata del testo si leg
ge in ?Bullettino telem?tico di filosof?a politica?, Universit? di Pisa: http://bfp.sp.unipi.it/rivi
ste/articoli.htm. Pi? recentemente si vedano le importanti osservazioni di G. Briguglia, II cor

po v?vente dello Stato, cit., pp. 9-13,19-26, 155-160, con relativa bibliograf?a.

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1076 Paolo Evangelisti

le opere pedagogiche destinate alle comunita beghine ove diviene l'immagine


normativizzanteper la correttagestione dei beni di quelle confraternite34, con
siderate, si badi bene, autenticimodelli comunitariper tutti coloro che vivo
no e governano la societa civile35.
Parallelamente a questi testi va registrata la funzionalizzazione che Ramon
Llull conferisce alla Passio Christi come codice della perfetta societa cristia
na, svolgendo un sapiente percorso retorico-argomentativonel quale l'imma
gine di Cristo in croce si riflette in quella del mercante e viceversa.Nel de
scrivere il sacrificio di Cristo, Llull si appropria di un dizionario economico
mercantile che serve al filosofomaiorchino proprio per offrire a chi vuole es
sere un fidelis mercante, un civis di una comunita cristiana, tutti gli elementi
per riflettere suimigliori comportamenti da mettere in atto nell'arena legale
e civile degli scambi.
Se infatti gli interlocutoriprivilegiati di Arnau e di Clareno sono i sovrani e
le comunita di autentici osservanti della poverta evangelica, inLlull, accanto
ai re, e fortissima l'attenzioneverso una figura chiave delle comunita arago
nesi, qual e appunto ilmercante. Autentico soggetto e paradigma delle co
munita civili alle quali egli offre la propria pedagogia politica.
In un capitolo intitolatoCom hom se pren guardade so que fan losmercaders
il Signore e oggetto di venerazione - sostiene ilDoctor Illuminatus- poiche
ha dato agli uomini l'art e l'ofici della mercatura. Con la loro professione i
mercanti sannomutare le cose diminor pregio in cose di valore, sanno far cir
colare le ricchezze ed i beni anche nei territoriche ne sono carenti.Essi sono
inoltredotati di perizia e della capacitadi valutareprezzi e valori degli oggetti
di scambio, siano essimaterie prime o animali.E tuttavia ilmiglior mercante
e chi investenel sacrificio e nel corpo di Cristo, cioe in chi ha saputo,meglio
di chiunque altro, rinunciareai propri interessiper unmigliore, piu alto e piui
diffuso guadagno. Ilmercante veramente cristiano e colui che samettere a
frutto per la comunita le conoscenze e le attivita economiche, e colui che ha
comemodello la passione di Cristo. Chi vende e compra per Cristo, conclu

34
Cfr. ad esempio nel volgarizzamento italiano della Lectio Narbone, a cura di R. Manselli,
in Id., La religiostt? di Amoldo da Villanova, cit., p. 80, contrapposto al sicuro ?armario di
Dio?, ivi, p. 82; nel testo catalano originale l'?armari de aquest setgle? ? contrapposto espli
citamente a ?l'armari de nostra Senyor, hon fallir no por? ni p?rir? (A. de Vilanova, Lli?o
de Narbona, in Id., Obres Catalanes, I, cit., pp. 141-166, p. 152).
35
Si legga, ad esempio, l'indirizzo di saluto con cui Arnau si rivolge ai beghini n?l?Alia
Informatio Beguinorum: ?Alli cultiuatori della euangelica paupertate [...] uoy degate con
fessare tanto arditamente quanto costantemente [...] de lo uostro stato dauante tucty [...]
quilly ehe so posti a regemento de lo pop?lo en qualique maniera, o syano doctury de le
ge o principi de sacerdoti o principi
popolari? (AIB, pp. 19b e p. 20b); il testo si legge so
lo nel volgarizzamento napoletano, probabilmente realizzato all'interno della Canceller?a
reale di Napoli (cfr. AIB, p. 17), mentre manca nella versione catalana.

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1077 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

de Llull, sapra far fruttare il proprio capitalemolto di pi' di quanto gia san
no fare imercanti che fanno triplicareo quadruplicare il suo valoremetten
do in circolazione le risorseguadagnate36.
Cristo peraltro e oggetto di riflessione specifica in quanto compratore dei fi
deles. ILfilosofomaiorchino, per comprenderevisceralmente ilvalore e la fun
zione di questo compratore eccellente, spiega ai propri lettori che cosi come
gli uomini acquistano altri uomini con un titolo di credito, con una lettera
commerciale ove si famenzione del denaro necessario all'atto di compraven
dita, cosi ?la carta che famenzione del prezzo con il quale voi ci avete com
prato e la croce [...] E benedetta sia quella carta- continua ilBeatus - per
che ogni volta che io la guardo essami ricorda il vostro onorevole e presti
gioso dominio e lamia grande servitu>>37.
Ne ilmercante, ne il denaro, ne le pratiche finanziariesono qui messe in di
scussione38. La loro legittimazioneed il pieno diritto alla fructificatiopassano
pero attraversoun varco stretto e preciso: la codificazione di una pratica cri
stianadella ricchezza che porta con se ilmerito di porre le basi per la defini
zione di un'autentica economia civile39.
La forza codificante di questametafora sacrificaledi Cristo in tale specifica
direzione si apprezza facendo parlare direttamenteLlull:

36
R. Llull, Lttbre de Contemplado en D?u, III, cit., cap. 116, pp. 82-83.
37
?Ah Jesu Christ Senyor! Beneyt siats vos, qui avets comprats tot vostres pobles [...] car
a molt hom veg comprar per diners homens per esser lurs catius e lurs esclaus, e veg que
los posseexen en son senyors. Dones ?quant mes devets esser senyor nostra, qui ab
aquells
vostre beneyt cors nos avets comprats! Enaxi, S?nyer Deus, com los uns homens compren
lo altres ab carta, e en la carta fan mencio de diners ab los quais los compren, enax? la car
ta qui fa mencio de diners ab los quais los compren, enax? la carta qui fa mencio del preu
ab que vos nos avets comprats, es la crou, la qual demostra 1 preu qual fo ab que vos nos

compras. On, beneyta sia aital carta, car tota ora que jo la veja, tota hora me membra de la
vostra honrada senyor?a e de la mia gran servitut [...] devant la figura de la vera crou en la

qual vos me compras, conf?s e atore, S?nyer, vos esser mon senyor e mon Deu [...]? (R.
Llull, Lttbre de Contemplado en D?u, III, cit., cap. 68, pp. 51-56).
38
II capitolo si conclude con una riprova del valore razionalizzante e intellettualmente mol
to forte gi? attribuito da Giacomo da Milano alia contemplazione della Passio Christi qui
alla validazione e al perfezionamento ??Yart e ofici della mercatura: ?La mellor
applicata
mercader?a que sia, S?nyer, es amar vos e servir vos [...] e la mellor certea que hom pot aver
en ses mercaderies es que hom vaja per lo primer moviment, e que hom aja ordenada en

rancio, e que hom seguesca la natura e la proprietat de la potencia racional, e que hom fuja
a la natura e a la proprietat de la potencia sensitiva. E qui aital manera ten?a en ses merca

deries, tota guaanyar?a a gloria e piaer de son Senyor Deu? (R. Llull, Lttbre de Contempla
do en D?u, III, cit., cap. 116, p. 89).
39
Su queste tematiche si veda L. Bruni, Econom?a civile: efficienza, equit?, felicita pubblica,
2004, ma ? indispensabile confrontare le tesi di questo volume con G. Todeschi
Bologna,
ni, I mercanti e il tempio. La sodet? cristiana e il clrcolo virtuoso della ricchezza fra Medioe
vo ed et? moderna, Bologna, 2002.

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1078 Paolo Evangelisti

La vostra santita, la vostra misericordia, la vostra pieta, sia, o Signore Iddio, amata e
lodata,poiche innessunaprofessione,innessun fondaco,innessunafiera,ne innes
suna piazza o in alcun posto si puo trovare, o Signore, cosi tanta pregevole mercatu
ra da comprare e da vendere come la si pu6 trovare nella figura della santa croce pre
ziosa. E quella la piazza, ilmercato, la professione dove si trova da comprare e da ven
dere tuttele grazie,le santitae le glorie.Chi vuol comprareallemiglioricondizionidi
mercato vada dinanzi al vostro altare, o Signore, e volga lo sguardo in alto verso la san
ta croce, dove e appesa e sospesa la vostra figura, poiche e qui che si realizzera ilmer
catomigliore40.

Lo stesso Liull porta almassimo della sacralizzazionepolitica possibile la fi


gura etica non di un generico mercante ma tecnicamente dell'intermediario
d'affari, intesa come la professione esprimente ilmaggior grado di compe
tenza nella valorizzazione del guadagno. Nel suo Llibre de Contemplacio en
Deu e infatti l'<oficide correteria>>
a venir equiparato aCristo, al suo piu <<ex
cellent ofici>>,essendo entrambi- ilmediatore d'affari e ilRedentore - lamas
sima espressione dell'attivita di intermediazione:<<Snyerver Deus, qui sots
lum e lugore resplandorde totes lugorse de tots lums e de totes resplandors!
Enaxi com de ofici de correteriaseguex gran profit a aquells qui venen e com
pren, enaxi podem veer cogitant, que lavostra humana natura ha lo pous ex
cellent offici qui esser pusca en creatura [...]>>?.
E questo ilmodello che Llull propone esplicitamente, a partire da un testo
mistico e contemplativo, aimercanti autenticamente cristiani chiamati, con i
sovrani aragonesi, a governare le comunita e a convertire o controllare- su
entrambe le sponde delMediterraneo - gli infideles, le loro organizzazionipo
litiche e le loro attivita commerciali42.
Piu di altri questo testo duecentesco43dimostra con notevole intensita la vici
nanza delle argomentazioniproprie del discorso teologico e di quello politi
co, unificati non solo sul piano della costruzione retorica,ma su quello della

40
R. Llull, Lllbre de Contemplado en D?u, cit., III, pp. 88-89. Sul nesso che
lega il sacrificio
di Cristo alla n?cessita di un adeguato e
corrispondente comportamento econ?mico e socia
le cfr. anche Llibre d'Evast, cit., II, LV?I, p. 151; I, IV, pp. 30-36; un ulteriore passo in cui
ilmodello della Passio Christi si configura corne modello comunitario da seguir? ? a p. 192.
41
R. Llull, Llibre de Contemplado en D?u, III, cit., cap. 122, p. 130.
42
Cfr., ad esempio, R. Llull, Llibre de Contemplado en D?u, III, cit., cap. 77, pp. 98-100;
cap. 83, p. 131; su questi aspetti mi permetto un rinvio a P. Evangelisti, Christus est proxi
mus noster. Costruzione dell'identit? comunitaria e definizione delle ?infidelitates? in Arnau
de Vilanova e Ramon Llull, in ?Studia Lulliana?, XLV, 2005-2006, pp. 39-70; Id., I Fran
cescanl e la costruzione di uno Stato. Linguaggi valori identltari, progetti di governo
politici,
in area catalano aragonese, Padova, 2006, pp. 108-146.
43
Quest'opera di Llull ? comunemente considerata come una delle sue prime opere, sicu
ramente conclusa entro il 1274; un testo completo dell'opera ? nell'importante c?dice mi
lanese databile all'8 luglio 1280 (Bibl. Ambr., A. 268 Inf. e D. 549 Inf.). L'utilizzo che se

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1079 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

necessita di avvalersientrambi di un sistema di Sprachbilderin quanto siste


mi di analisi e di codificazione di scienze e discipline prive di un contenuto
tangibile,empiricamente evidente44.

3.2. Cristo crocifisso,Giuda e il bene di Cristo: <Sprachbilder>>


per la definizio
ne del bene della <<respublica>>.
Gli esiti politici tre-quattrocenteschidi questa
tipologia argomentativa,dei contenuti propri che essa veicola, sono ben rap
presentati da tre esponenti di primo piano del francescanesimoche si pone al
serviziodei regnae delle istituzioniaragonesi:Francesc Eiximenis, Joan Eixe
meno, Matteo d'Agrigento.
Possiamo partire dal testo piu lontano da quelli lullianiappena esaminatiper
focalizzare la correlazione stretta tra le argomentazionie il lessico che ilBea
tus Illuminatusha messo a disposizione del discorso teologico e politico nel
XIII secolo e l'utilizzo che ne faranno le generazioni francescane successive,
incarnateappunto nell'Osservanzaquattrocentesca.
La nutrita serie di <<discorsipubblici>>pronunciati daMatteo d'Agrigento e
dai suoi confratelli aventi ad oggetto lametafora fondativa dell'identita co
munitaria cristiana costituita dalla Passio Christi si offre come dossier testua

ne fa in questo studio deriva anche dall'importanza che il Libre riveste per il pensiero filo
s?fico del suo autore. Da Torras y Bages a Men?ndez Pelayo (che la qualifico come ?enor
me enciclopedia asc?tica?) sino a Josep Perarnau la migliore tradizione di studi critici e fi
lologici su Llull non manca infatti di sottolineare la centralita di quest'opera e l'impossibi
lit? di conoscere il pensiero lulliano a prescindere da essa; cfr. J. Torras y Bages, La Tradi
ci? Catalana, Barcelona, 1892, II, 2, cit. da M. Obrador y Benn?ssar, Proemi, pp. VI-VII,
in R. Llull, Lttbre de Contemplado en D?u, I, cit., e J. Perarnau, da ultimo in un interven
to al Pontificio Ateneo Antonianum il 27 maggio 2005, in occasione del IV Incontro an
nuale del Centra italiano di lullismo; per una cronaca dell'incontro cfr. S. Muzzi in ?Frate
Francesco?, LXXI, 2005, pp. 577-581.
44
Se si prescinde da una esegesi marxiana, in questo contesto ? di notevole utilit? anche la
riflessione che ci viene dai pensatori islamici di et? classica: ?Una volta che le cose teoreti
- -
che scrive nel 942 Al-F?r?b? dimostrate nelle scienze teoretiche, si traducono immagi
nativamente nelle menti del volgo e succ?de cos? che il volgo assenta a queste idee grazie

all'immaginazione; e una volta che le cose pratiche, la cui esistenza ? possibile nelle menti
del volgo, vi prendano possesso, vi dominino in modo tale che esse siano vincolate a com
- e pratiche sono realizza
portarsi corrispondentemente ebbene, allora le realt? teoretiche
te. Queste cose sono filosof?a quando si trovano nelle mente del Legislatore; sono religio
ne quando si trovano nelle menti della massa; ed ? chiaro che si esprimono in certa visio
ne nella scienza del Legislatore, in immaginazione e persuasione nelle ment? delle masse?
(Al-F?r?b?, Kit?b tashs?l as-Sa'?dah, ed. J. ?l- Y?s?n, Beirut, 1983, p. 83; trad. it. Al-F?r?b?,
La citt? virtuosa, a cura di M. Campanini, cit., Introduzione, p. 37). Sul rapporto che lega
discorso e discorso politico Gianluca Briguglia ha sottolineato come il pensiero
teol?gico
pol?tico si scopra ?a riflettere mediatamente?, ?proprio come la teolog?a, che scruta l'og

getto della propria ricerca attraverso uno specchio e un enigma? (G. Briguglia, II corpo v?
vente dello Stato, cit., p. 18).

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1080 Paolo Evangelisti

le privilegiato.Un dossier che va compreso nel suo pieno valore allorche si ri


cordi il ruolo svolto daMatteo per laCorona aragonese essendo stato arruo
lato al servizio di Alfonso ilMagnanimo, per il tramitedi Bernardino da Sie
na, nel corso di un colloquio nel quale il sovrano richiedevaall'osservante to
scano alcuni fratida utilizzare in importantimissioni politiche da svolgerenei
territoriibericidellaCorona.Da quell'incontronapoletano si avvierauna plu
ridecennale stagione di impegno istituzionalediMatteo che lo vedra prota
gonista stimato di mediazioni civili in diverse citta della Catalogna, ispiratore
e controllore di una specifica normativa antiebraica e antimusulmanavarata
in tutti i territoridella <<confederazione>>,
consigliere e fiduciariodella regina
Maria delegata dal consorteAlfonso a gestire una situazionepolitica partico
larmente difficile proprio per la dinastia aragonese, nonche attento osserva
tore delle dinamiche economiche e politiche nelle citta di Napoli, Salerno,
Messina ed Agrigento. fl suo centro d'azione e di riflessione ruotadunque in
torno alla costruzione e al rafforzamentodi comunita politiche che, in diver
samisura, vedono minacciati alcuni dei loro presupposti identitarie coesivi:
dalla presenza di infidelesnel tessuto civile delle citta catalane, siano essi fa
zioni politiche che si contrappongono tradi loro o che lottano contro il ceto
fedele allaCorona, a quella di persone che, in virtu del proprio statuto reli
gioso, vengono considerati fattori di rischio capaci di alterare la convivenza
cristiana tantonella sua dimensione civile che in quellamercantile e finanzia
ria. Si potrebbe dire che sicurezza e identita sono le immaginidiscorsive e i
concetti-chiave sui quali il futuro vescovo di Girgenti si confronta nel corso
di tutto il suomandato politico.
E in questo orizzonte di impegno istituzionale cheMatteo concepisce e uti
lizza un autentico corpusdi omelie che si serve della fondamentalemetafora
politica del Crocifisso come schema interpretativodella civitas cristiana da
consolidare.Oltre al sermone dedicato alle virtu del legno della croce sono
giunti sino a noi almeno altri cinque sermoni di notevole ampiezzadedicati al
tema della PassioDomini nostri JesuChristi"5.
Nelle omelie dell'Agrigentino si riscontra in primo luogo uno sviluppo della
specifica funzionalizzione economica dell'anatomia del corpo di Cristo sulla
Croce.
Nel sermoXXIV, dedicato al sangue sgorgatoda Cristo crocifisso, tredei set
te rivolidel <<prezioso>> fluido divino, simboleggianti la redenzione dai pecca
ti, servono a codificare un precisomodello caritativo-largitivodel buon fide

45
Uno solo di questi occupa ben 44 pagine a stampa, in B. Matthaei O.F.M.,
Agrigentini
Sermones Varii, a cura di A. Amore, Roma, 1960, pp. 191-234. Gli altri sermoni sono ilDe
Passione Christi, edito a cura di Amore (Sermones, cit., pp. 65-69) e le omelie, raccolte nel
c?dice nocerino (cfr. nota successiva), De Passione Domini (Sermo XXI), De Sanguine Ch
risti (SermoXXXIV), De Cruce (SermoVIT).

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1081 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

lis chiamato ad utilizzare i denari e le ricchezze. fl significato del rivolo che


esce dallemani di Cristo viene cosi presentato:
La quinta volta usci un rivolo [di sangue] dalle mani, sparso contro il peccato del
l'avariziaed invocantela largitas:non accumulatei vostri tesorisu questa terra,ma
accumulateli in cielo ecc., e date e vi sard dato. Dice Cristo: io diedi per il tuo amo
re gli elementi, ed il cielo, ed il sole e le stelle, e non mi rimase altro che ilmio uni
co figlio [...] Dice il versetto: o peccatore quando ti scuoterai e seguirai me che ti
ho comprato?46

Qui l'anatomiae la fisiologiadel corpo di Cristo, come schema inverantele re


lazioni economiche comunitarie,appare in tutta la sua evidenza e si salda di
rettamentecon un discorso esplicitamenteeconomico e dominativo contenu
to nelle parole <<iodiedi per il tuo amore gli elementi, ed il cielo, ed il sole e le
Per questa via al fidelis caritativovengono attribuitepotenzialita e ca
stelle>>.
pacita dominative ed economiche offertegli qualora scelga di conformarsi a
quel comportamento di Cristo. Per converso si statuisce inequivocabilmente
l'esclusioneda tale circuito di chiunque sia incapacedi comprendere il <vero
valore>>della Passio Christi, ponendosi al di fuori della comunita dei fideles.
Uno dei passi piu' espliciti di tale argomentazione identitariautilizza la figura
simbolo dell'ebreo: <<Oimpii et obstinati Judei, vere sanguisChristi fuit super
vos et super filios vestros.Nam postquam crucifixus eum perdidistis omnem
sapientiam,omnem potentiam, omne dominium, quia dispersi estis per totum
mundum et subditi omnibus et ab omnibus conculcati>>?7.

46
?Quinto rivolus exivit de manibus, contra peccatum avaricie, et clam?t largitatem: Noli
te thesaurizare vobis thesauros in terra, sed thesaurizate thesauros in celo ecc, sed date et da
bltur vobis. Dicit Christus: ego dedi elementa pro tuo amore, et celos et solem et Stellas, et
nichil michi remanserat nisi unicum filium meum [...] Dicit versus: [...] peccatore, move
ramiti tumaij, ad sequere me che ti comperai?? (Sermo XXIV, in M. di Agrigento, Sermo
nes, Biblioteca vescovile di Nocera Umbra, cod. 18-II-3). La massima dimostrazione del
Yintentio, del valore e della capacita largitiva di Cristo ? illustrata da Matteo nelle riflessioni
conclusive dopo il racconto della Passione di Cristo: ?Johannes vero, Magdalena et s?rores
domine stabant
genuflexi cum ea amare fientes. Tune unus ex illis Longinus nomine, im

pius et superbus sed post conversus et martyr et sanctus, movens lanceam quam portabat
de longe inter pamm [...] et percussit Dominum in latus eius et statim exivit sanguls et aqua.
Et hoc fuit contra naturam, quia quando homo est mortuus [...] sanguis congelatur in cor

pore, itaque non potest fluere. Unde istud miraculum ad ostendendum quod erat verus Dei
filius? (M. d'Agrigento, Sermones, cit., p. 233).
47
M. d'Agrigento, Sermones, cit., p. 222. La storiografia sul rapporto tra francescanesimo
ed ebraismo in et? m?di?vale ? molto ampia; qui rinvio solo ad uno tra i pi? importanti e
recenti volumi: Friars and Jews in the Middle Ages and Renaissance, ed. by S J. McMichael
and S.E. Myers, Leiden-Boston, 2004; si vedano in particolare i contributi di LJ. Simon,
G. Todeschini, DJ. Viera, A. Toaff, J. Edwards, A. Foa, rispettivamente aile pp. 53-80, 99
118, 147-160, 239-254, 273-298, 299-311; cfr. anche R. Rusconi, con un importante appa
rato iconogr?fico, ivi, pp. 225-253.

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1082 Paolo Evangelisti

L'insistenza diMatteo sulla figuradi Giuda, presentato nei suoi sermonipro


nunciati nelle citta emporiali delMediterraneo aragonese come il peggiore e
il piu incapacedei mercanti, come il traditoredella fides della comunita per
eccellenza, quella apostolica, acquistadunque un peso determinante all'inter
no della pedagogia agrigentinadella Passio.
Questa operazione e particolarmentechiara e sistematizzatanel sermodel ve
nerdi santo. I livelli argomentativichemotivano la ribaditacondanna di Giu
da come soggetto incapacedi stimare ilvalore delle cose e ilprezzo che vi de
ve corrispondere, esemplato sulla traditiodi Cristo, realizzauna vera e pro
pria topografia in negativo delle prassi economico-relazionali comunitarie.
Una mappa mentale, per utilizzare le stesse parole dell'Agrigentino, dotata di
particolare forza sia per il valore emblematico della figuradi Giuda sia per la
particolare diffusione di questo tipo di sermone, certamente tra i piu ascolta
ti del ciclo quaresimale.
Nel racconto della PassioneMatteo analizzadistesamente la figuradi Giuda
ritornando su di luiper sei volte. Egli emesso in contrapposizione stabile con
una comunita segnata indelebilmenteda una disposizione caritativa48 chemar
ca nel contempo la propria distanza dal pessimus, avarus,proditor Judaspro
prio sul terrenodella commisurazione del valore delle cose, sulla capacita di
stimarne il prezzo in funzione dell'uso e del contesto in cui esse possono ve
nir impiegate.Una contrapposizione che si colloca al pi alto livelloperche il
polo positivo dell'antitesi e Cristo stesso: il <<fiore come e defi
degli scienti>>,
nito nella lunga esortazione d'apertura di questa omelia scritta significativa
mente tutta in volgare49. Gesu e un vero leaderdella comunita apostolica an
che perche dotato della capacita di stimareper conto dell'intera compagine
comunitaria ilvaloremateriale ed immaterialedelle cose e degli atti che sipos
sono acquisire e realizzare.E il caso del commento diMatteo al classico pas
so evangelico sull'uso dell'unguento per i piedi di Cristo che vede contrap
posti Gesu eGiuda proprio sullavalutazione dell'uso, della vendita, del prez
zo di questamerce:
Videns hoc impius Iudas quod unguentum iflud erat ita pretiosum quo Maria Mag
dalenaunxeratChristum,indignatusincepitmurmurarede Christoet aliisdiscipulis:
Ut quid perditio ista unguenti facta est? Poterat etenim venundari multo et dari paupe
ribus[...]Videte domini,potuitdicereIudasdiscipulis,quomodomagisternosterde

48
La comunit? di fid?les cui Matteo si rivolge ? significativamente appellata corne ?populo
amoroso?, la comunit? caritativa apost?lica contrapposta al ?pessimo Giuda? ? presentata
in un passaggio del sermone (cfr. M. d'Agrigento, Sermones, cit., p. 206); la stessa croce di
Cristo ? decodificata dal frate corne il terzo e ultimo luogo di Ges? nel mondo: il primo fu
l'utero della Madre, s?mbolo di purezza, il secondo il presepe, s?mbolo dell'umilt?, il terzo
?fuit penalissima et dira cmx ubi fuit affixus et mortuus?: esso ? il s?mbolo della ?caritas?
(ivi, p. 225).
49
M. d'Agrigento, Sermones, cit., p. 194.

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1083 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

licatusest qui permisitse ungi istounguentotampretiosos;nonne fuissemelius quod


fuissevenditumtrecentisdenariis.Sed hoc non dicebatad pauperumsustentationem
sed ad suiutilitatem.

In tale passo, che evoca la contrapposizione netta tra l'utilitaspublica della


morte di Cristo e l'utilitaspersonale perseguita da Giuda con la sua volonta
di vendere l'unguento,viene in evidenza il fatto che e solo il futuroCrocifis
so a saper individuare il valore vero di quell'unguento in virtu dell'utilizzo
specifico che esso svolge in quel contesto. I1passaggio relativo alla funzione
carismaticache, nell'interpretazionediMatteo, viene spesa da Cristo in que
sta direzione, riassume compiutamentemodalita argomentative e contenuti
fondamentalidella contrapposizione traCristo e Giuda:
<<EdalloraGesu vide Giuda, che era indignato con lui per cio che era stato
fatto, cioe l'unzione, e gli altri discepoli, che erano indignati in altromodo;
infatti l'empioGiuda si scandalizzavaemormorava per la cosa gia detta>>, va
le a dire lavalutazione di un mancato guadagno collettivo e personale rispet
tivamentedi 300 e di 30 denari che sarebbe derivato dalla vendita di quella
merce preziosa, impedita dall'utilizzo gratuito dell'unguento per Cristo. La
ragionedel suo scandalo si esprime in una parola che qualifica il traditoredi
Cristo: egli <<era un ladro>>.
Giuda e qui l'impersonificazionedell'imperiziavalutativa, colui che non di
stingue traun bene immaterialeche va privilegiato, cioe ilbene che deriva al
la comunita da una privazione volontaria del guadagno, rispetto ad un bene
materiale che svaluta,con ildenaro, ilbene supremo,ovvero l'incrementodel
prestigio della comunita, simboleggiatoda Cristo che si fa ungere i piedi"0.
Ma - continuaMatteo rafforzandoquesto ragionamentoche sta a dimostra
re pure la sottigliezzadei confini dell'infidelitas, la facilita con cui essi posso
no essere varcati- anche altridiscepoli pii mormoravano giacche, non consi
derando le sue frodi ed i suoi inganni,ritenevanocheGiuda dicesse cose buo
ne e vere, e cioe che sarebbe statomeglio che quell'unguento fosse stato ven
duto in favoredei poveri.Allora ilbuon Gesu inizio a scusarsiconMaddale
na e a dire: <Perchemolestate questa donna?Lei ha compiutoun'operagiusta.
Infatti i poveri li avrete semprecon voi, io-invecenon saro semprecon voi>>".

50
II passo evang?lico, citato anche nell'omelia di Matteo, ? infatti quello di Gv. 12,3, cos? in
terpolate dal frate: ?Et Maria Magdalene unxit eum ung?ento pretioso. Et statim tota illa do
mus repleta est odore illius unguenti pretiosa? (M. d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 196-197).
51
?Et tune videns Jesus quod ludas indignatus fuerat de eo quod factum erat, scilicet de
unctione, nec non et alii discipuli erant sed alio modo; nam impius ludas indi
indignad
et murmurabat ex causa iam dicta quia fur et latro erat sed alii discipuli pii mur
gnabatur
murabant quia videbatur eis quod ludas bene et verum diceret, sc?icet quod melius fuis
set quod unguentum illud expensum fuisset ad pauperes, non attendentes eius fraudes et
dolositates; tune benignus Jesus cepit Magdalena excusare et dicere "Quid molesti estis hule

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1084 Paolo Evangelisti

f1commento diMatteo ha un'ulteriorefunzionepoiche richiamai suoi cives-fi


deles a rifletteresullagerarchiadegli utilizzi e sui valori relatividellemerci, una
gerarchiache puo anteporreal valore della largitioper ipauperes,un valore piu
alto: quello del bene di Cristo"2.Un bene cheMatteo definisce come un <<bene
povero>>,legittimandoloe anteponendolo a tutti gli altri attraversoquesta via
costruitacon il lessicoe la semanticatipicamentefrancescani.A commento del
l'ultimacitazione evangelica I'AgrigentinoinfattiaffermaconGesu <<cioche e
stato fatto e statoben fatto, se voi pensate ai poveri, io sono povero>>53.
Giuda marca lapropria incapacitaeconomica anche come specifica imperizia
politica, come evidentemancanza di subtilitasnel valutare il peso e il valore
dei propri atti e lo stesso valore del denaro.E in questo ambito discorsivo che
Matteo lo definisce <<pessimus mercator>>,unmercante che non capisce la dif
ferenza tra il valore <<invendibile>> e <<inestimabile>>di unamerce come il cor
po di Cristo e quello di uno schiavo:
0 empio Giuda, traditore e pessimo mercante, il prezzo corrente di uno schiavo e di
50 o 60 fiorini e tu vendesti il figlio di Dio, inestimabile e dal prezzo incalcolabile, si
gnore e creatoredi tutto ilmondo, per 30 denari [...]0 Giuda, tuvuoi vendere il fi
glio di Dio [...] allo stesso prezzo di un cane morto? Perche non segui la tua volonta,
ma dai retta a quella dei compratori? Che cosa - disse - volete darmi? E che cosa es
si ti possono dare? Se ti dessero Gerusalemme, laGalilea e la Samaria, potrebbero per
cio stessocomprareGesu?54

E una puntuale contestazionemossa aGiuda che si sviluppanello stesso ser


mone anche attraversoun passaggio che contrappone lamorte subita da Cri
sto condannato come se fosse un ladro allamorte dell'Iscariota,vero ladro55.

mulieri? Opus bonum operata est in me. Nam semper pauperes habebitis vobiscum, me au
tem non semper habebitis [...]"? (M. d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 196-197).
52
Un passaggio di un altro sermone di Matteo nella sua sinteticit? ? indicativo della fun
zione di Cristo come pedagogo ??. fid?les mercanti, ma anche di quella interconessa e par
ticolare specularit? emulativa tra queste due figure e i relativi valori di cui sono portatrici:
?Multociens mercatores jeiunant usque ad vesperas ut aliquod temporale lucrad possint,
etc. Quanto magis jeiunare debemus ut leccionem Christi bene seis, satis est; si cetera ne
scis etc.? (M. d'Agrigento, Sermo IV, De gloria paradixi et De feiunio, nel c?dice della Bi
blioteca vescovile di Nocera Umbra).
53
?quia id quod factum est bene factum est. Si vos dicitis de pauperibus, ego sum pauper?
(M. d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 196-197).
54
?O Juda impie proditor et pessime mercator unum mancipium vendi solet 50 vel 60 flo
renis et tu vendidisti inexstimabilem et impretiabilem filium Dei totius mundi dominum et
creatorem 30 denariis [...] Ojuda, filium Dei [...] tamquam canem mortuum vis vender??
cur non tuam sed ementium quaeris voluntatem? quid, inquit, vultis mihi dare? quid pos
sunt tibi dare? Si Jerusalem, Galileam et Samariam tibi dederint, numquid Jesum emere

potuerunt?? (M. d'Agrigento, Sermones, cit., p. 201).


55
?Circa octavum principale. Notandum est quod [la pena capitale inflitta da Pilato a Cri
sto] non [fu] cuiusqumque mortis, sed vituperosissime et penalissime crucis ac si Christus

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1085 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

Tale condanna etica apre la strada alla dimostrazione di un'ulteriore colpa


fondamentaledel <<pessimo mercante>>,quella di aver tradito la fiducia di Cri
sto che gli aveva assegnatoproprio il compito di amministratoredei beni del
la comunita apostolica, chiamando cosi in causa un profilo fondamentaledel
fidelis: la responsabilitadei suoi comportamenti nella gestione dei beni co
munitari.
Matteo sottolinea infine che egli fu fatto da Cristo <<thesaurarium suum>>,tor
nando a dimostrare come la sua colpa sia quella di non aver compreso il va
lore vero del ?bene>>-Cristo. Ed e questa peculiare imperiziagestionale e va
lutativaa qualificarlo come <<pessimus>> ed <<avarus>>.
Proprio questo bene-Cristo, contrapposto daMatteo al disvalore-Giuda,nel
lemani di Francesc Eiximenis era giamutato definitivamente da corpo del
Redentore in corpo politico, vale a dire in autentico valore della politica.
Nello scritto programmatico-costituzionaleda cui siamo partiti, ilRegiment
de la cosapuiblica,redatto dal frateper incaricodei governanti di Valencia, il
Cristo largitivo,espressione con la suamorte della caritassuprema,massima
virtu'etica e civile, divienemetafora del bene comunitario, della respublica
valencianaper il cui profitto economico sono chiamati ad operare tutti i cives
fideles, ed in primo luogo imercanti di quella citta e di quel Regno.
La natura costituzionale e progettuale del trattatoeiximeniano, la sua stessa
collocazione fisica e simbolicavoluta daiGiurati di Valencia che stabiliscono
di incatenarlo sui banchi della sala del Consiglio cittadino, statuisce inequi
vocabilmente la piena conversione dell'immagine discorsiva di Cristo sulla
croce in codice esplicativo e normativo per una specifica comunita politica.
Una respublica richiamatadal frate a svolgereun ruolo di sviluppo economi
co e civile fondato su tre presupposti: la conoscenza delle proprie potenzia
litaproduttive, lamoltiplicazione delle risorsee l'espansionedelle proprie at
tivitamercantili in tutto ilMediterraneo56.Egli propone cosi aValencia un si
stema valoriale in cui i presupposti coesivi e legittimantisono nettamente ri
calibrati,attenuando significativamentele basi etniche, le ragionidi sangue e
di stirpe che costituivano tradizionalmente il collante politico e l'argomento

latro. Et hec fuit una de maximis iniuriis factis Christo quia mortem latronum su
pessimus
biit [...] Quando Judas impius proditor vidit et audivit quod lata fuerat sententia mortis
contra Christum ivita ad principes et sacerdotum [...] et statim Judas reddit pecuniam et
abiens se suspendit et crepuit m?dius et diffusa sunt omnia viscera eius [...]
desperatus laqueo
O impii et obstinati Judei, vere sanguis Christi fuit super vos et super filios vestros. Nam

postquam crucifixus eum perdidistis omnem sapientiam, omnem potentiam, omne domi

nium, quia dispersi estis per totum mundum et subditi omnibus et ab omnibus conculca
ti? (M. d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 222-223).
56
E lo stesso frate che in quegli anni, lo si ricordi, attraverso i suoi testi profetico-millena
risti, attribuisce alla Corona un ruolo universalistico, di autentica potenza talassocratica ege
mone.

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1086 Paolo Evangelisti

retorico principale della fondazione identitariadei regni e delle respublicae.


Anche per questo motivo e importantenotare che nel Regiment la politiciz
zazione della crocifissione di Cristo diviene piena e consapevole.
Eiximenis, richiamando il sacrificio sullaCroce lascia intendere infattiche es
so non si compie per il riscatto dell'intera umanita,ma solo per la salvezza
della comunita valenciana.L'atto caritativodi Cristo, comemodello politico
cristiano da seguire e come discrimine su cui simisura lafidelitas al bene co
mune, si precisa alla luce della ripetuta affermazione eiximeniana che sostie
ne la piena responsabilitadi tutti gli ebrei per quel sacrificio, vale a dire di
soggetti che incarnanoletteralmentel'incapacitadi provare <<amore per la co
munita'>7.
Di evidente importanzanella storia del discorso politico che stiamo seguen
do e il fatto che lungo tutto il testo, i riferimential bene di Cristo e al sacri
ficio per il conseguimento di quel bene, vengano esplicitamente resi equiva
lenti al bene della respublica'8,definito ?bene?, ma anche <<profit>> e <<pro
speritat de la cosa publica>>.
Torna in questo sistema argomentativo il valore ed il concetto duecentesco
dell'armariusdel Signore - gia evocato nei testi vilanoviani e clareniani, dif
fusi anche dai loro numerosi volgarizzamenticircolanti nei territori italianie
iberici sino alXV secolo - quale simbolo di un utilizzo profittevole del de
naro che deve circolare e fruttificareper conseguire il bene comune.
A dimostrare la forza di questo fondamentaleSprachbildpolitico utilizzato dai
francescanipossiamo, in via conclusiva, vedere sino a che punto si sia spinta
la funzionalizzazioneetico-politica ed etico-economica dell'anatomiadel cor
po di Cristo crocifisso inun testo del primoQuattrocento scrittodaJoan Eixe
meno su commissione di reMartino I.
L'interesse per questo testo deriva dal fatto che esso attinge direttamente a
quell'antica spiritualitamistica francescana che, originata da Bonaventura e
Giacomo daMilano, giunge nelle mani del re d'Aragona e di Eixemeno per
il tramitedell'ArborVitae di Ubertino da Casale. E questa l'opera della qua
leMartino I richiede al frateun semplice volgarizzamento.Ma nellemani del
futuro vescovo di Malta, il testo, per ammissione dello stesso autore, viene
ampiamente rimaneggiato.

57
Sulla posizionedi Eiximenis e il mondo ebraico cfr. P. Evangelisti, J Francescani e la co
struzione di uno
Stato, cit., pp. 162-268, rispetto a DJ. Viera, The Evolution of Francese
Eiximenis's Attitudes Toward Judaism, in Friars and Jews, cit., pp. 147-160.
58
?E llavors lleixen D?u e son d'aquells que diu sant Pau: Omnes quae sua sunt quaerunt
non quae Iesu Christi; e vol dir que tots aq?estes aitals amen llavors lo b? proprii e no lo b?
de Jesucrist, qui ?s amor de la cosa p?blica, e perden aix? mateix fealtat, la qual ?s un deis

principals fonaments de la cosa p?blica, aix? com damunt havem dit? (F. Eiximenis, Regi
ment de la cosa p?blica, ed. P.D. de Molins de Rei, Barcelona, 1927 [ripr. anast. Barcelona,
1980; d'ora in poi RCP], cap. 36, pp. 173-176, p. 174, corsivo nostro).

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1087 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

L'Arbor subisce alcune radicalimodificazioni nella sua letteralitae nella sua


funzionalizzazionecomplessiva59. Esso si trasformain un testo di etica per il
sovrano in cui sono proprio la quotidianameditazione sulla Passio Christi e
la riflessione sulla caritasa divenire il centro dell'azione di pedagogia france
scanamessa in atto da Eixemeno, il quale scrive questo testo come se fosse
egli stesso il re, in realta suo discente.
La conformita ai valori della caritase della Passio Christi richiestaa reMarti
no diviene parte integrantedella sua stessa legittimazionepolitica e dell'eser
cizio del governo ai quali collabora attivamente ilmedesimo fratemaiorchi
no, suo consiglierepolitico emilitare. Basti ricordareuno dei passaggi con cui
Eixemeno interviene amodificare inmaniera significativauna tradizione te
stuale di pedagogia della croce e della passione di Cristo&0 allorquandodeco
difica per il re, e per la prassi quotidiana che e chiamato a seguire, il signifi
cato delle ferite di Gesui. Giungendo ai fori delle mani il re-francescanoaf
ferma che essi rappresentanoil vero e pi alto esempio di liberalitae impon
gono almonarca di eliminaredai suoi comportamentiogni forma di avarizia,
cioe di utilizzo proprietario delle ricchezze", attraversodue modalita: esse
debbono circolare tra coloro che il re riconosce come suoi prossimi62ed es
sere distribuiti con la pratica dell'elemosina ai poveri63.Parimenti il sangue
prezioso di Cristo, scaturitonon solo dai fori delle mani ma dalla ferita del
costato, impone aMartino I di assumereuna prassi caritativaquotidiana che
si traduce in un uso non privatistico del proprio potere. Egli deve mettersi al

59
?Perque, senyor, yo, obehint molt humilment, de la part del verger qui pertany a pe
nitencia vos he fets quaranta rams [...] e aquells he orden?is, per la major part, segons la
intenci? del dit frare Uberti, seguint aquell [...] empero en algun lochs la color de la sua
seda ab que ligava los dits rams, per forma mils pertanyent a la present obra, e ajustant-hi
algunes vegades flors e aucturitats [...] per dar major odor e fragrancia a la anima del de
vot contemplatiu? (QC, p. 21).
60
Si confronti quanto si viene esponendo di seguito nel testo con il capitolo 22 del libro
quarto ???Arbor Vitae di Ubertino, i passi relativi delle Medltationes Vltae Christi, attri
bute a Giovanni de Caulibus, la stessa Vita Christi di Francese Eiximenis, IX 125, la Isto
ria de la Passi? di Bern?t Fenollar nell'edizione a cura di F. Mart? iGraiales,
Valencia, 1912,
pp. 147-149, la Devota contemplado di Benet Espanyol edita a cura di J.M. Bover i de Ro

sell?, Biblioteca de escritores baleares, Palma de Mallorca, 1868,1, pp. 253-257; e, per Fa
rea castigliana, Isabel de Villena, Vita Christi, Barcelona, 1995, pp. 289-294.
61
Tra gli altri numerosi passi present? nell'intero impianto argomentativo dell'opera in que
sto senso si cita qui uno della Primera a proposito del primo della
Jornada dove, giomo
Quaresima si dice che ?lo sant evangeli declara la obra que deu fer [...] secar e
principal
str?nyer la superflu?tat? (QC, p. 40).
62
Sul concetto di prossimo e sulla sua funzionalizzazione politica nei testi lulliani e vilano
viani mi permetto un rinvio a P. Evangelisti, Christus est proximus noster, cit.; Id., ?Misu
ra la citt?, chi ? la comunit?, chi ? il suggetto, chi ? nella citt?...?, cit.
?
QC, p. 53.

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1088 Paolo Evangelisti

servizio di quelli che il re stesso definisce <<suoiprossimi>>e per il cui profit


to e chiamato ad operare, utilizzando a questo fine <<tuttoil suo potere>>4.
E chiaro quindi che nel tratto testuale che connette Eixemeno aMatteo, au
tori francescaniche scrivono e operano nel medesimo quadrante geopolitico
a distanza di pochissimi anni, si realizzauna compiuta funzionalizzazione in
chiave etico-politica dell'anatomia del corpo di Cristo sulla croce. Una ope
razione in cui l'accostamento tra il sangue del Redentore e l'uso comunitario
del potere e delle risorseeconomiche codifica al suomassimo livello la legit
timazionedella sovranitae le prassi del suo esercizio.
Non possiamo, in questa sede, aprire uno dei capitoli piu interessantidell'a
nalisi del discorso e del valore dele metafore politiche costruite daiMinori,
ovvero quello delle ricadutenelle ?buone pratiche>>di governo e nelle codi
ficazioni normative di questi insegnamentietici. Possiamo solo accennare al
fatto che dalle Costituzioni di Federico ?di Sicilia>>alle scelte gestionali del
l'amministrazionedel patrimonio pubblico nella Sicilia riacquisitadaiMarti
ni, dalla pianificazione di conquiste economico-militari alle normative fiscali
applicate alle comunita di infideles, si estende un ampio territoriodi puntua
le verifica dei codici pedagogici e politici proposti alle corti, ai ceti dirigenti
cittadini ed aimercanti delMediterraneo occidentale in tre secoli di azione
francescana.
Ma si torni conclusivamente al testo eixemeniano.
E dunque l'intera figura di Cristo sulla croce, non rinserrato in se stessoma
con le braccia aperte65,a certificare il valore di questa caritaspolitica imposta
all'attenzione del sovrano attraversoun'icona che si trasforma in immagine
mentale rammemorante,razionalizzantee normativa'.
La stessa immagineesplicativa di cui si servira,come abbiamo visto,Matteo
d'Agrigento quando dovra fornire alle comunita cittadine ed emporiali ara
gonesi i presupposti coesivi e le chiavi di legittimazionedi pratiche civili ed
economiche che dovranno identificaree distinguere prassi e valori cristianida
prassi e disvalori categorizzabilinell'area dell'infidelitas.
In talmodo, e grazie allo sviluppo di questo Sprachbild,risultaormai possi

64
QC, pp. 54-55. Il valore pedag?gico delle riflessioni su questa specifica decodifica dei fo
ri delle mani e del sangue di Cristo ? di particolare evidenza essendo stabilito da Eixeme
no che il re deve per tutta la Quaresima, per due volte al giorno, meditare su questi segni
e simboli della Passio Christi.
65
L'esegesi e l'immagine che la codifica, rintracciabili esplicitamente anche nei sermoni di
Matteo, giungono ai francescani per il tramite dello Pseudo Agostino (Adfratres in eremo,
Sermo 32, in PL 40, p. 1293) e di Thomas Hibernicus (Flores, alla voce passio) anche se

spesso la citazione di riferimento nei testi minoriti ? a Bernardo di Clairvaux; cfr. M. d'A

grigento, Sermones, cit., p. 233, e ivi n. 187.


66
QC, p. 53.

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1089 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

bile utilizzareun codice etico-politico cosi sacroper definire, autorizzare,col


pire emodificare comportamentipolitici ed economici ritenuticompatibili o
in conflitto con gli obiettivi di una respublica cristiana.La versatilita di tale
immagineesplicativa, le possibilita interpolativee sostitutive che riguardano
lo stesso Cristo ed evidentemente anche ilGiuda-infidelis, non a caso riuti
lizzate in etamoderna in ben altri contesti politico-religiosi, quali quelli del
Nord Europa, dimostra la vitalit'adi quell'immagine.Allo stesso tempo testi
monia l'importanzadi un lessico politico francescanocapace di costruirepla
sticamente sistemi di validazione e di legittimazionedi comunita politiche e,
insieme, ragioni fondanti prassi civili ed economiche che le qualificano.
Da un punto di vista della storiadel linguaggioe del pensiero politico la net
tissimacentralitadella immaginemetaforica della Passio Christi, rispetto alla
metafora classicadello Stato come corpo o come corpomistico di Cristo, im
pone di considerare la trasformazionedi un'ottica complessiva con cui questi
testi guardano all'organizzazionecomunitaria.Cristo in croce - a differenza
dellametafora organologica del corpo codificata nel tratto testuale che da Li
vio giunge al bassoMedioevo e all'etamoderna tramite il Policraticus- ride
finisce e attenua significativamente la prospettiva gerarchizzante e verticale
con cui si argomenta, si semplificae si legittima la strutturadella respublica67.
Si puo infatti affermare che la prospettiva della Croce, nel discorso politico
francescano,apre il linguaggiopolitico ad una comprensione orizzontale del
le comunita civili in quanto il corpo e lemembra di Cristo gerarchizzanopri
ma i valori, poi le funzioni.

67
Gianluca Briguglia, nel suo importante lavoro sulla met?fora del corpo v?vente dello Sta
to, ha dimostrato che la polisemia di quel congegno metaf?rico originatosi con Livio e Pao
lo ?non dice nulla di definitivo su chi debba govemare all'interno dello Stato-corpo? ov
vero che nessun ?rgano pu?, nella prospettiva storica di lunga durata di quel congegno, ?ri
vendicare incontestabilmente il ruolo di guida? (G. Briguglia, Il corpo v?vente dello Stato,
cit., p. 26). ? tuttavia chiaro che il baricentro della riflessione e dell'azione costmttiva atti
vati da quel congegno metaf?rico ? la dimensione dell'autorit? e del governo, la, pur fles
sibile, organizzazione gerarchica della societ? e dello Stato. Di qui la differenza sostanziale

rispetto alla metaforizzazione del corpo di Cristo crocifisso.

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1090 Paolo Evangelisti

Appendice

Dalla metafora classico-paolinadello Stato come corpoal corpodi Cristo sulla


Croce: unmutamento nel discorsopolitico bassomedievale.
Sinossi testualedella funzionalizzazionedella <PassioChristi>>in area catalano
aragonese (XIII-XVsecolo)'

I)La contemplazionedell'anatomiadi Cristo in croce.Sinossi esemplificativa

Contemplazionedellemani
<<Osacratissimemanus, que tactu vestro sanabatis infirmos, et non dedignabamini pie le
prosos contingere, quis vos dire crucis crudelissime clavis affixit?>>(Ubertino, Arbor Vitae,
IV, 22 [CR/CRL]).
<<Aquelles mans divinals, que los cels crearen, en la creu s6n estades esteses, e de claus duris
sims trepassades, per mostrar-te que las tuasmans, estiguen esteses al pobres ho posats en
necessitats, e pugues dir: "Lamia anima esta en lasmias mans sempre". Perque lo que por
tam en lasmans no.u oblidam facilment, y axi per lo semblant, lo qui te la sua anima en las
mans, co es exercitant-la en operacions bones, no pot olbidar-se d'ella>>(Meditationes Vi
taeChristi, copiato di seguito aila Contemplaci6 de lapassi6 de nostre senyor Jesucrist, cod.
Ms. g.IV.25, Biblioteca de El Escorial, ff. 162-163v [CR/CRL]).
<<Opreciosos instruments de la eternal medecina de vida, que tocant losmalalts los sana
vets prestament de lur corporals e spiritualsmalaltias! E qui us ha pugudas clavar en la creu
sens tot pietat e vergonya?>>(F. Eiximenis, Vita Christi, IX, 125 [CR/CRL]).
<<O mans sacratissimes que.n sols lo toch vostre abmolta virtut curaveumalats, e no meny
spreant lo poch valer nostre, abmerits tan alts, tocaveu lebrosos guarint sos deffalts. E ara.n
la creu cruelments clavades lo cos sostenint tal paga n'aveu [...]>>(B. Fenollar, Ist6ria de la
Passi6 [Vakncia, 1493], ed. F. Marti iGraiales, cit., pp. 147-149).
<<Les mans qui al sego donaren la vista, y alsmalalts y coxos obraren salut, del m6n qui.s
perdia han feta conquista, y donaren vida a tanta gent trista, y ningu del pobles vos ha co
negut? Clavat entre iladres fes una bandera ab la creumateixa que portas al coll, perqu&.n
les vict6ries fos ella primera y cridas lo poble qui.n tantamanera perque v6s morisseu era
tornat foll>>(B. Espanyol [Hispano], Devota contemplaci6 [1482-1553], ed. J.M. Bover i de
Rossell6, cit., pp. 253-257).
<<Comlo teu amat Jhesus e Salvador teu te lesmans clavellades, foredades e pertusades, e
la sanch rejant; les quals te steses e amples, quaix qui vol abraqarper gran amor que.t por
ta [...] contempla com lo teu amat Jhesiusno.t streny los seus bravos per denegar-te les sues
abraqades, ans aqueiles te ha ubertes e stesos e stirats amplament en l'arbre de la vera creu
[...] axi mateix contemplaras les sues santesmans sagrades [...] o santes mans, qui havets
format lo cel e la terra, qui tostemps sots liberal en dar.nos almoyna e ajuda! Lo gran pertus
de part a part me demostra que yo deg esser misericordi6s e liberal amon prohisme [...] e

1
Per ogni testo ? indicato il destinatario/fruitore principale delFopera: CR (comunit? reli

giosa); CRL (comunit? religiosa laica o mista); SC (sovrani e corti); CPI (comunit? politi
che e relativi organi istituzionali); CC (comunit? cittadine); Co (ambienti di corte).

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1091 Il discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

foragitant de mi tota specie de peccat de avaricia>>


U. Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa
Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).

Contemplazionedel costato e del sangue


<<[...]Ecce, apertus est thesaurus divinae sapientiae et suavitatis aeternae [...] [Jesus] voluit
manus et pedes perforari, ut, cum ad ipsum perveneris, sic tuaemanus intrent in suas ac
pedes tui in suos, ut sibi inseparabiliter coniungaris. Obsecro ergo, secundum consilium
Apostoli omnia probans hoc experiri coneris et, si tibi bonum videbitur, inde amplius non
discedas. Non dubito, quod, si fueris expertus, omnia praeter ipsum amaritudinem repu
tabis>>(Giacomo daMilano, Stimulus Amoris, cit., cap. XIV, Quod homo debet libenterCb
risti passionem meditari, et quam fructuosa sit meditatio eius [CR]).
<<Secundoconsiderabit beneficium redemptionis. Circa quod, primo considerabit assump
tione humane nature. In quo beneficio nemo posset mensurare amorem, quem deus osten
dit homini [...] et si diligenter hoc meditetur, procul dubio mens eius deficiet, quia non po
terit aliquammensuram in tali amore determinare [...] nam considerat quod una gutta san
guinis sui corporis erat pretiosior omnibus creaturis [...?>>(Arnau de Vilanova, Allocutio
Christini de biis que conveniunt bomini secundum propria dignitatem creature rationalis.Ad
inclitum dominum tertium Fredericum Trinacriae regem illustrem, cit., pp. 86-88 [SC]).
<<Opectus suavissimus sacratissimum boni Iesu, sapientie eterne et thesaurorum gratie con
tentivum armarium [...] quis te privavit respiratione vitali?>>(Ubertino,Arbor Vitae, IV, 22
[CR/CRL]).
<<Sapies,fill, que una gota de la sanch de Jhesu Christ abestara a rembra tot lo poble; mas
per la gran amor que-ns ha, volch que tota la sua sanch ne fos escampada; car enaxi con
empola qui es ten forment trencada que no y pot romanir gens de vi, enaxi lo cors de Jhe
suchrist fo per tants lochs foradat e nafrat, que gens de sanc no y romis>>(R.Liull, Doctri
na pueril, ed. J. Santanach iSufiol, Palma deMallorca, 2005, VIII, 12, pp. 34-35 [CC/CRL]).
<<Oporta de paradis e finestra! E com v6s sou posada en aytal loch que per v6s sien vistes
les entramanes del Senyor, axida e scampada la sua sanch molt preciosa?>> (F. Eiximenis,
Vita Christi, IX, 125 [CR/CRL]).
<<[...]contemplaras la plaga del costat, ampla e pregona fins al cor [...] o cor ences e ple de
tota caritat [...] per mi has volgut scampar la tua preciosa sanch, donant-me entendre que
yo deig amarmon proisme e, per lo be e per profit d'aquell treballarde totmon poder>>(J.
Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).

Contemplazionedei piedi
<<Opedis recti factorum [...]Quis ergomundum impedivit exemplo et vos afficit crudeli pa
tibulo?>>(Ubertino, Arbor Vitae, IV, 22 [CR/CRL]).
?aquells sanctissims peus, lo escambell dels quals devem adorar, per quant es sanct, com
diu la Scriptura, clavats e trespassats durament foren, per que los tues peus no fossen
promptes amal, mas que en la via del manaments de Deu correguessen>>(Meditationes Vi
taeChristi, cit., ff. 162-163v [CR/CRL]).
<<Opeus sagrats, qui ab sandalies avets lom6n cercat ab tanta lassitut e miseria! E qui us te
axi liguatsque jano us pugaumoura a nagun aV6s reclamant?>> (F.Eiximenis, Vita Christi, IX,
125 [CR/CRL]).

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1092 Paolo Evangelisti

<<Opeus gloriosos qui fes penitencia per nostre pecats descal,os anant, espines y pedres ab
gran paciencia, y fanchs calcignant, cercaveu lom6n exemple donant. Clavat sou en fust
que n.us podeu moure, del tant que per terra anaveu liberts...>>(B. Fenollar, Ist6ria de la
Passi6, cit., pp. 147-149).
<<Talsforen les nafres dels peu qui sercaren camins y senderes per dar a tots be, que laMag
dalena plorant speraren [...] Y axi fes batalla a toda ultran,a contra lo diable abmort que
sentis, tant, que de justicia sou feta balanca, y a tots feu spera y franca ferman,a, perque
sol comprareu per tots paradfs>>(B.Espanyol [Hispano], Devota contemplaci6, cit., pp. 253
257).
<<Ala hora de vespres [...] prostrar-t'as devant los peus del teu amat Jhesus, los quals con
templaras com son clavats sobre lo post ab un clau trespassant de part a part, e grand ha
bundancia devallar de sanch tro fins en terra [...] 0 peus sants e beneyts, qui tant havets
per mi treballat [...] Be.m demostrats com deyg esser voluntari e promte en totes bones
obres a fer, e com deyg anar spaxadament en les bones vias e carreres [...] Per que.t sup
plic, Senyor, que vulles de mi foragitar tota specia de peccat de peresa>>(J.Eixemeno, Con
templaci6 de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<XIacorrispondencia est: sicut delectationem habuit in pedibus eundo, in oculi intuendo,
in manibus contrectando, sic Dominus asperitatem sensit in pedibus perfossum, oculis
foxiatis etmanibus perforatis>>(Matteo d'Agrigento, SermoXXI, Biblioteca vescovile di No
cera Umbra, cod. 18-11-3 [CC/CPI]).

Contemplazionedella Croce e dell'intero corpo


<<DomineIesu Christe, cor meum tuis vulneribus saucia et tuo sanguine inebriamentem
meam, ut quocumque me vertam, semper te videam crucifixum, et, quidquid aspexero, mihi
tuo sanguine appareat rubricatum, ut sic totus in te tendens, nihil praeter te valeam inve
nire, nihil nisi tua vulnera valeam intueri>>(Giacomo daMilano, Stimulus Amoris, cit., cap.
I, Oratio de passione Domini [CR]).
<<Domine Iesu Christe, per ineffabile misteryum tue passionis, peto suppliciter ut cor
meum tuis vulnerabilis saucies et tuo sancto sanguine inebries mentem meam, ut quo
cumque me vertam, semper te videam crucifixum [...] ut sic, totus in Te intendes, nihil
preter Te valeam inveniri, nihil nisi tua vulnera valeam intueri>>(Arnau de Vilanova, Al
locutio Christini, cit., p. 97 [SC]).
?Vedete, amici, come e grande lamisericordia di Dio e la fede del'uomo che '1ladro cru
cifiso con Christo, che giamai non avea facto se non malle, solo per la fede che ebbe in lui
e per la suamisericordia gli diede il paradiso>>(A. de Vilanova, Per cio chemolti desidera
no sapere..., a cura di R. Manselli, in Id., La religiositddi Arnaldo da Villanova, <<Bullettino
dell'Istituto storico italiano per ilMedioevo e Archivio muratoriano>>,LXIII, 1951, pp. 92
100, p. 95 [CRL, CC, Co]).
<<perbrachium sinistrum intelligimusmalas operationes hominum simpliciter, et hoc cum
magna avaritia, gula etc.>>;<<Perduos pedes Iesu intelligimus duas vias, cum quibus nos su
mus viatores. Una est bona per virtutes; alia estmala per vitia>>(Raimundi Lulli, Opera La
tina, IV, cit., Liber de Praedicatione.Distinctio II B: Centum Sermones, pp. 83-85 [CC/CPI]).
<<Senyorsmeus molt reverents: lo trascendent e molt alt ilegat del costat de Deu lo Pare, e
cap de tot cristianisme, Jesucrist, forma exemplar perfet de tota virtut e de la nostra vida,

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1093 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

jatsia escampas generalment la copiosa ma de aquella sua sagrada doctrina que, eternal
ment, per generaci6 natural havia rebuda de aquella font de Deu lo Pare; emper6 molt plus
altament, e pus copiosa, e pus amigablement la revela e la buida en aquells flums apostoli
cals, co es, en los sants ap6stols en quant ells havia a venir lo regiment de tota la cosa pu
blica crestiana, de la qual ells, apres lo dit glori6s cap nostre, foren especials e primer fun
dadors>>(F. Eiximenis, RCP, Lletra que l'actor del ilibre tramet [...] als Jurats de I...]Va
lencia, pp. 15-16 [CPI/CC]).
?Aquesta es la contemplaci6 de laPassi6 de Jesucrist [...] la qual faras per tots los dies [...]
en aquesta manera [...] primerament, miraras lo seu cap com esta inclinat [...] contempla
la santa creu [...] e com decorra tota de la sua sanch preciosa>>(. Eixemeno, Contemplaci6
de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<Armore langueo [...] Carissimi, verba proposita sunt originaliter sapientissimi Salomonis
[...] in persona amantissimi et benignissimi Jesu in cruce pendentis, in forma vulgari di
centis: lo more per amore [...] cioe vuol dire: tanto e grande [...] et smesurato lu amore
el quale 6 verso de voi; o anime mee fidele, porto et o portata questa pena, questa mor
te crudelissima et vergongnosa de la amarissima et dura croce ne la quale io pendo nu
do crudelmente [...] Venite tucte o creature grati ad piangere [...] o tucti fideli de Dio
servi chiamati [...] 0 imperatore col tuo imperiato, o re o duci et principi o cunti o vui
baruni spandate fiumi et fonti de lacrime ciascuno sia bagnato. 0 voi marchisi o cavale
ri compuncti [...] 0 imperatrice et regine de honore o donne magne o voi principesse o
donne de baroni de cunti et duchesse venete a ppiangere de' signori el Signore. 0 nobi
li cittadini chi non piangiesse o gentilihomini o populo amoroso o donne maritate et sen
za sposo [...] 0 literati o ciascuno doctore o medici o iuristi o voi valenti oy me che e
morto el fiore de li scienti [...] Circa octavum principale. Notandum est quod [la pena
capitale inflitta da Pilato a Cristo] non [fu] cuiusqumque mortis, sed vituperosissime et
penalissime crucis ac si fuisse Christus pessimus latro. Et hec fuit una de maximis iniu
riis factis Christo quia mortem latronum subiit [.]>> (Matteo d'Agrigento, Sermones, cit.,
pp. 191-194 [CC/CPD).
<Et ad contemplandum omnia ista que passus [est] [...] Vide caput inclinatum ad oscu
landum, cor apertum ad diligendo [...] brachia aperta ad amplexando, manus perforatas ad
largiendum, totum corpus dispositum ad redimendum>>(Matteo d'Agrigento, Sermones,
cit., p. 233 [CC/CPI]).
<<Dicitdominus Bonaventura in libro qui dicit stimulus [a]moris, quod impossibile est sa
cram Scripturam nisi prius in cruce sanctissima et Pater noster et Ave Maria sic: et paxio
ne Christi fideliter meditari vel dic amore fatua amicicia [...] Nam Christi crux est quasi
vexillum regale sub quo congregantur omnes fideles>>(Matteo d'Agrigento, omelia VII, Ser
mo de Cruce, Biblioteca vescovile di Nocera Umbra, cod. 18-II-3 [CC/CPI]).
<Johannes vero,Magdalena et sorores domine stabant genuflexi cum ea amare flentes. Tunc
unus ex illisLonginus nomine, impius et superbus sed post conversus etmartyr et sanctus,
movens lanceam quam portabat de longe inter parum [...] et percussit Dominum in latus
eius et statim exivit sanguis et aqua.Et hoc fuit contra naturam, quia quando homo estmor
tuus [...] sanguis congelatur in corpore, itaque non potest fluere.Unde istudmiraculum ad
ostendendum quod erat verus Dei filius>>(Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., p. 233
[CC/CPI).

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1094 Paolo Evangelisti

II) Sinossi testualedella funzionalizzazionepolitica della <<Passio


Christi>>

a) Cristo sulla Croce: chiave interpretativadella comunitd e della sua organiz


zazione
<<Domine Iesu Christe, cor meum tuis vulneribus saucia et tuo sanguine inebriamentem
meam, ut quocumque me vertam, semper te videam crucifixum, et, quidquid aspexero, mihi
tuo sanguine appareat rubricatum, ut sic totus in te tendens, nihil praeter te valeam inve
nire, nihil nisi tua vulnera valeam intueri>>(Giacomo daMilano, Stimulus Amoris, cit., cap.
I, Oratio de passione Domini [CR]).
<<DomineIesu Christe, per ineffabilemisteryum tue passionis, peto suppliciter ut cormeum
tuis vulnerabilis saucies et tuo sancto sanguine inebriesmentem meam, ut quocumque me
vertam, semper te videam crucifixum [...] ut sic, totus in Te intendes, nihil preter Te va
leam inveniri, nihil nisi tua vulnera valeam intueri>>(Arnau de Vilanova, Allocutio Christi
ni, cit., p. 97 [SC]).
<<Debetsecundo omnia ad laudem reducere Creatoris, quod facere poteris per hunc mo
dum et etiammelius, si tibiDominus dignabitur indicare.Cum enim videris aliquos in prae
latione temporali sive spirituali dignitate aliqua consitutos, hoc esse factum ad commen
dandam divina magnificentiam et potentiam cogitabis, quodque laudabis [...] Cum autem
videri aliquos scientiae insistentes et non solum Creatorem, sed etiam creaturarum occul
tissima inquirentes et quodlibet verbusculum curiosissime ordinantes, hoc esse admanife
standam divinam sapientiam [...] Cum autem videri aliquos temporalibus negotiis insisten
tes, in ipsis laudabis divinam prudentiam per tales quiescentibus providentem [...] Si vide
ris aliquos insistere operibus pietatis, in ipsis laudabis divinam bonitatem se ad omnia dif
fundentem [...]>>(Giacomo da Milano, Stimulus Amoris, cit., cap. XI, Quod contemplati
vus non iudicet alios propter apparentes defectus [CR]).
<<Asignifican,a de les cinc nafres les quals nostre senyor Deu Jesucrist prengue en l'arbre
de la vera creu [...] volem departir aquest ilibre en cinc ilibres, per dar doctrina i regla de
lamanera segons la qual s6n significats, en aquest ilibre, cinc estaments de gents a les quals
es bo tenir aquest ilibre>>(R.Llull, Libre d'Evast, cit., Prologo, p. 19 [CC/CPI]).
<<Enaxi, Se'nyer,com vos representas en la sancta creu cinch nafres, en axi nos volem aque
sta obra departir per .v. libres? (R.Llull, Libre de Contemplaci6 en Deu, I, cit., p. 3 [CC]).
<<Sapies,fill, que una gota de la sanch de Jhesu Christ abastara a rembre tot lo poble; mas
per la gran amor quens ha, volch que tota la sua sanch ne fos escampada; car tot enaxi com
ampolla qui es ten fortment trencada que no y pot romanir gens de vi, enaxi lo cors de Jhe
su Christ fo per tants lochs foradat e nafrat, que gens de sanch no y romas>>(R.Llull, Doc
trinapueril, cit., VIII, 12, pp. 34-35 [CC/CPI]).
<<perbrachium sinistrum intelligimus malas operationes hominum simpliciter, et hoc cum
magna avaritia, gula etc.>>;<<Perduos pedes Iesu intelligimus duas vias, cum quibus nos su
mus viatores. Una est bona per virtutes; alia est mala per vitia>>(Raimundi Lulli, Liber de
Praedicatione, cit., pp. 83-85 [CC/CPI]).
<<Christoristaur6 tucti li suoi amici alla salute etema principalmente per la sua passione>>
(A. de Vilanova, Per cio chemolti desiderano sapere..., cit., p. 100 [CRL, CC, Co]).
<<Talsforen les nafres dels peu qui sercaren camins y senderes per dar a tots be, que laMag
dalena plorant speraren... Y axi fes batalla a toda ultranqa contra lo diable ab mort que

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1095 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

sentis, tant, que de justicia sou feta balanca, y a tots Feu spera y franca fermanca, perque
sol comprareu per tots paradis>>(B. Espanyol [Hispano], Devota contemplacio, pp. 253
257).
<<Ala hora de vespres [...] prostrar-t'as devant los peus del teu amat Jhes6s, los quals con
templaras com son clavats sobre lo post ab un clau trespassant de part a part, e grand ha
bundancia devallar de sanch tro fins en terra [...] 0 peus sants e beneyts, qui tant havets
per mi treballat [...] B.m demostrats com deyg esser voluntari e promte en totes bones
obres a fer, e com deyg anar spaxadament en les bones vias e carreres [...] Per que.t sup
plic, Senyor, que vulles de mi foragitar tota specia de peccat de peresa>>(. Eixemeno, Con
templacio de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<[... en la qual es demostrada amor e caritat que deu haver lo penident [...] sots tres capi
tols principals [...] com deu haver caritat [...] com deu mostrar de si caritat [...] com la deu
procurar en tots los altres>> J.Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit., Ter
cera Jornada [SC]).
?Vols tornar en la companyia del teu amat Jhesus? Pren lo reclam de la amor santa e ver
tadera [...] pren la vestedura de caritat; car sens aquella no seras amat ni benvolgut en la
cort de Jhesucrist [...] sens aquella no seras res [...] ans totes les tue obres [...] alunyaran
de merit [...] Hec est vera fraternitas [..1Iqui efuso sanguine secuti sunt Dominum>> (J.Eixe
meno, Contemplacio de la Santa Quarantena, cit., Tercera Jornada [SC]).
<<Quintorivolus exivit de manibus, contra peccatum avaricie, et clamat largitatem:Nolite
thesaurizarevobis thesauros in terra, sed thesaurizate thesauros in celo ecc., sed date et dabi
tur vobis. Dicit Christus: ego dedi elementa pro tuo amore, et celos et solem et stellas, et
nichil michi remanserat nisi unicum filiummeum [...] Dicit versus: [...] peccatore, move
ramiti tumaij, ad sequere me che ti comperai?>>(Matteo d'Agrigento, SermoXXIV, Biblio
teca vescovile di Nocera Umbra, cod. 18-II-3 [CC/CPI]).
<<Considerateetiam, carissimi, qualiter amare flebant Johannes,Maria Magdalena [...] Am
brosius2: 'Auctor pietatis in cruce pendens in secularibus negociis pietatis officia dividebat:
persecutionem apostolis, pacem discipulis, corpus Judeis, Patri spiritum, virgini para
ninphum, latroni paradisum, peccatoribus infernum, crucem christianis penitentibus com
mendabat>> (Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., p. 231 [CC/CPI]).

b) La <<ruminatio>> Christi>:stimolo emulativodei veri <<Christifi


sulla +<Passio
per penetrare e comprendereilmondo
deles>>
<<DomineIesu Christe, cor meum tuis vulneribus saucia et tuo sanguine inebriamentem
meam, ut quocumque me vertam, semper te videam crucifixum, et, quidquid aspexero, mihi
tuo sanguine appareat rubricatum, ut sic totus in te tendens, nihil praeter te valeam inve
nire, nihil nisi tua vulnera valeam intueri>>(Giacomo daMilano, Stimulus Amoris, cit., cap.
I, Oratio de passione Domini [CR]).
<<DomineIesu Christe, per ineffabilemisteryum tue passionis, peto suppliciter ut cormeum
tuis vulnerabilis saucies et tuo sancto sanguine inebriesmentem meam, ut quocumque me

2
Le fonti individuate dall'editore dell'omelia sono T. Hibemicus, Flores, alla voce crux, e
indirettamente Ambrogio, Ep?stola 63 in PL 16, p. 1218; cfr. M. d'Agrigento, Sermones, cit.,
p.231,n. 180.

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1096 Paolo Evangelisti

vertam, semper te videam crucifixum [...] ut sic, totus in Te intendes, nihil preter Te va
leam inveniri, nihil nisi tua vulnera valeam intueri>>(Arnau de Vilanova, Allocutio Christi
ni, cit., p. 97 [SC]).
<<[...]Nam voluntarie subdit se cami et carnis beneplacita nititur adimplere et Deo suo sub
dere cum omni exhortatione [...] interna inspiratione contemnit; et in proprio bono id est
in propria utilitate, Dei non vult facere voluntatem [...] Si ergo, o anima, carnem diligis,
nullam carnem nisi carnem Christi ames.Haec enim pro te et pro totius humani generis sa
lute est super aram crucis oblata; eius igitur passionem in corde rumines continue [...] te
demum ad ardua inflammabit; te vilificari et contemni et affligi faciet affectare [...] mors
vivificat, vulnera sanant, sanguis album facit et mundat [...] passio ignominiosa glorificat
[...] eius manus ligno conclavatae nos solvunt, pedes confossi nos currere faciunt [...] Ec
ce, aperta est apotheca omnibus aromatibus et medicinalibus plena. Per vulnerum ergo fe
nestras intra, et accipias medicinam curativam, restaurativam, praeservativam, conservati
vam [...] Ecce, aperta est ianua paradisi [...] Ecce, apertus est thesaurus divinae sapientiae
et suavitatis aeternae [...] [Jesus] voluit manus et pedes perforari, ut, cum ad ipsum perve
neris, sic tuaemanus intrent in suas ac pedes tui in suos, ut sibi inseparabiliter coniunga
ris.Obsecro ergo, secundum consilium Apostoli omnia probans hoc experiri coneris et, si
tibi bonum videbitur, inde amplius non discedas, Non dubito, quod, si fueris expertus, om
nia praeter ipsum amaritudinem reputabis>>(Giacomo daMilano, StimulusAmoris, cit., cap.
XIV, Quod homo debet libenterChristi passionem meditari, et quam fructuosa sit meditatio
eius [CR]).
<<Dalo splendore de lamaiestate procede la croce de la caritade, cioe l'amore de patere la
croce [...] da Dio vivo per la croce escono le fiumora de le gratie et revanno con quelli
che lo recepono [...] ma lo iudiciio delli figlioli de lo regno e exaltato in croce et per la
croce. Quilli che gustano et entendono la virtude de la caritade de la croce e de lamorte
de Christo, tutte quelle cose che 'sono alte apo li homini" et le cose dello mundo anno in
abominatione>>(M.Curto, L'epistolario diAngelo Clareno nel ms. 1942 della Biblioteca Oli
veriana, epistola 10, p. 153; cfr. anche lettera 41, p. 200 [CR/CRL/Co]).
?Voluit autem beatus Franciscus a Christus doctus et habitum suum exteriorem crucifor
mem ad litteram esse. Unde mensuram sui habitus, latitudinem et longitudinem qualitatem
quoad vilitatem et colorem docuit verbo et exemplo firmavit>>;[la frase che introduce que
sta riflessione e]: <<Quiin dextera Dei sedet, qui semetipsum exinanivit, formam servi ac
cipiens, in similitudinem hominum factus et habitu inventus ut homo, humiliavit semeti
psum usque ad mortem, mortem autem crucis; per crucem et mortem in humilitate pau
pertatem consecrans, patris obedientiam exspirando consummans, ut affectum obedientia,
intellectum paupertate, memoriam humilitate santificemus et induamus. Quoniam, qui
hunc habitum portat et induit usque in finem, hic salvus erit>>(A.Clareno, Historia septem
tribolationum [...1, a cura di 0. Rossini, Roma, 1999, p. 307 [CR/CRL/Co]).
[La necessita di un'abnegazione totale riguarda non solo la <<proprietas>>, il <<dominium>>e
la ?hereditas>>che non sono da ricercarsi in questo mondo, ma l'importanza di saper con
siderare il valore delle] <<cogitationeset opera et affectus et actus qui sunt in nobis>>e <<sunt
nostra proprietas et ipsa nos sequitur quocumque imus, deorsum cum proprietate peccati,
sursum cum proprietate gratie et caritate scilicet Christi qui non est de hoc mundo?> (A.Cla
reno, Epistole, cit., lettera 30, pp. 159-160). [Una miglior capacita di penetrazione della
realta e di conoscenza e data a coloro che sono veri imitatori di Cristo, che hanno com
preso il valore della sua passione; avendo acquisito la] <<coheretidationemregni glorie Ch
risti [...] profundissime intelligit et certissime ex caritatis secreta operatione cognoscit, per

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1097 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

quam non est suus, nec potest se ipsum diligere neque mundum, neque ea quemundi sunt>>
(A.Clareno, Epistole, cit., lettera 30, p. 161 [CR/CRL/Co]).
<<Avendosanto Francesco questa promessa, cominci6 a contemplare divotissimamente la
passione di Cristo e la sua infinita carita. E crescea tanto in lui il fervore della divozione,
che tutto si trasformava inGesu per amore e per compassione [...] e stando in questa am
mirazione [della contemplazione del serafino quale <<immagined'uomo crocifisso>>]gli fu
rivelato [...] che non per martirio corporale, ma per incendio mentale egli doveva essere
tutto trasformatonella espressa similitudine di Cristo crocifisso [...] cosi [dice Cristo aFran
cesco] a te concedo che ogni anno, il di della morte tua, tu vada al pugatorio, e tutte le ani
me de' tuoi treOrdini [...] ed eziandio degli altri che a te saranno statimolto divoti, le qua
il tu vi troverai, tu ne tragga in virtu delle tue Stimmate e menile alla gloria del Paradiso,
acci6 che tu sia ame conforme nella morte, come tu sei nella vita>>;[la quarta considera
zione si apre sancendo questo stato di cristiforme ottenuto da Francesco attraveso lami
mesi della passione di Cristo] <?[...]dappoi che il vero amore di Cristo ebbe perfettamente
trasformato santo Francesco inDio e nella vera immagine di Cristo crocifisso [...]>>(Le con
siderazioni sulle stimmate, Considerazioni III e IV, in I Fioretti di san Francesco, cit., pp.
180-185; cfr. anche, ivi,Considerazione V, pp. 202 e 205 [CR,CRL, CC]).
<<Totapersona qui vol fer aquella per via de contemplaci6 o de oraci6, deu haver tre coses
for[t] singulars. La primera [...] foragitant de si tota consideracio de les coses temporals,
posant-se detras, en aquella hora [...] La segona cosa es que la dita contemplaci6 e oraci6
sia fervent e inflamada, no pas tebea [...] s'escalfen en la oraci6 [...] ab suspirmultiplicats
[...] ab attenta cogitaci6 de la passi6 de Jhesucrist>>(J.Eixemeno, Contemplacio de la San
taQuarantena, cit., Prologo [SC]).
<<Comlo teu amat Jhesus e Salvador teu te lesmans clavellades, foredades e pertusades, e
la sanch rejant; les quals te steses e amples, quaix qui vol abraqarper gran amor que.t por
ta [...] contempla com lo teu amat Jhesus no.t streny los seus braqos per denegar-te les sues
abracades, ans aquelles te ha ubertes e stesos e stirats amplament en l'arbre de la vera creu
[...] axi mateix contemplaras les sues santesmans sagrades [...] o santesmans, qui havets
format lo cel e la terra, qui tostemps sots liberal en dar.nos almoyna e ajuda!Lo gran pertuis
de part a part me demostra que yo deg esser misericordi6s e liberal amon prohisme [...] e
foragitant de mi tota specie de peccat de avaricia>>J.Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa
Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<Ala hora de vespres [...] prostrar-t'as devant los peus del teu amat Jhesuis, los quals con
templaris com son clavats sobre lo post ab un clau trespassant de part a part, e grand ha
bundancia devallar de sanch tro fins en terra [...] peus sants e beneyts, qui tant havets per
mi treballat [...] Be.m demostrats com deyg 6sser voluntari e promte en totes bones obres
a fer, e com deyg anar spaxadament en les bones vias e carreres [...] Per quet supplic,
Senyor, que vulles de mi foragitar tota specia de peccat de peresa>>(J.Eixemeno, Contem
placi6 de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<[Comdeu esser armat lo peccador qui fa penitencia.]
En lo cap [deve porsi] bacinet de saviesa, de conexenca, [.I en lo cors peca o loriga de
caritat [...] Pendras los guantellets en lama, per liberalitat, faent almoynes e exercitant-te
en les obres de miseric6rdia [...]? a Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit.,
Segona Jornada [SC]).
<<Guardadel passat quant temp has perdut infructosament, quant treballs has assajats sens
nengun profit [...] E, d'altra part, vols veure la segona ala qui.t deu levar en alt, qui.t con

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1098 Paolo Evangelisti

vida a ffer oraci6? Guarda la bonesa e liberalitat del teu Creador, quants bens te ha donats
sens ta demanda, sens tosmerits: lo cel e la terra, ab tots lurs enjoyaments, lo cors teu a la
anima de meravellosa bellea, e apres Simateix, fins en l'arbre de la vera creu [...] Sus, don
chs, animamia e desperte't! leva't de la tua peresa; prou has jagut com a bestia, lonch tem
ps has perdut>> (J.Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit., Tercera Jornada
[SC]).
<<Dicitdominus Bonaventura in libro qui dicit stimulus [a]moris, quod impossibile est sa
cram Scripturam nisi prius in cruce sanctissima et Pater noster et Ave Maria sic: et paxio
ne Christi fideliter meditari vel dic amore fatua amicicia [...] Nam Christi crux est quasi
vexillum regale sub quo congregantur omnes fideles>>(Matteo d'Agrigento, omelia VII, Ser
mo de Cruce, cit. [CC/CPI).

c)Amare Cristo croczfissoe'amare la ?<res -> Cristo e la *<res


publicaw> publica>>
e ?<pro
?Per Jesucrist>> Christo>>
<<[...]Ecce, apertus est thesaurus divinae sapientiae et suavitatis aeternae [...] Uesus] voluit
manus et pedes perforari, ut, cum ad ipsum perveneris, sic tuaemanus intrent in suas ac
pedes tui in suos, ut sibi inseparabiliter coniungaris. Obsecro ergo, secundum consilium
Apostoli omnia probans hoc experiri coneris et, si tibi bonum videbitur, inde amplius non
discedas. Non dubito, quod, si fueris expertus, omnia praeter ipsum amaritudinem repu
tabis>>(Giacomo daMilano, Stimulus Amoris, cit., cap. XIV, Quod homo debet libenterCh
risti passionem meditari, et quam fructuosa sit meditatio eius [CR]).
<<Debetsecundo omnia ad laudem reducere Creatoris, quod facere poteris per hunc mo
dum et etiam melius, si tibi Dominus dignabitur indicare. [...] Cum autem videri aliquos
temporalibus negotiis insistentes, in ipsis laudabis divinam prudentiam per tales quiescen
tibus providentem [...I>>(Giacomo da Milano, Stimulus Amoris, cit., cap. XI, Quod con
templativus non iudicet alios propter apparentes defectus [CR]).
<<Porende, ca la pasy6n de nuestro sennor ihesu christo e la vertud de aquella salud barre
e alynpia de toda tacha e rracade pecados, e a todos aquellos que fazen un cuerpo con ihe
su christo, es a saber, todos aquellos que biven emueren en caridat, de la bendita limosna
aquella la qual se faze en rremenbranca de la pasyon de nuestro sennor ihesu christo [...]
rrecaba el benefi,io de lamisericordia del sennor, ca todo leal amigo [...] satisfaze el deseo
e el querer de su amigo [...] nuestro sennor le satisfaze conplyda mente la su buena volun
tad [...] ca en otra manera no se puede mejor conplyr de los byenes tenporales>>(Arnau de
Vilanova, De Helemosyna et Sacrificio, ed. J. Perarnau, in <<AnthologicaAnnua>>,XXII
XXIII, 1975-76, p. 621 [CRL/CC/SC]).
?christiano in quanto christiano niente altro deo fare ke christo sequitare tanto inni li es
sempli quanto enne Hi enzengiamenti, quanto plu poter [...]>>(Arnau de Vilanova, AIB, pp.
72b-73b [CRL/CC/Co]).
<<enla present vida a aquels qui renuncien per Jesucrist a riquees ho a abundaicies tem
porals, es donada en la present vida consolaci6 sperital .C. aytantmajor que no la agrade
les terrenals riquees [...] a totes possessions terrenals renunciam e tots bens terrenals volem
menysprear [...] per tal que puscam metre en hobra la doctrina de nostre senyor Jhesucri
st e complir aytant com porem/enne ila presente vita, se lii dao a quilli che renunziano pro
christo ally temporaly rebeise consolacione speritale cento tantomaiure que potesse avere
delle terrenali riqueze [...] a tucty le possessioni terrene renunciamus, e tucte le terreni be

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1099 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

ni contemnere o despressare volemo [...] ac zo que possamo la doctrina de ihesu christ pro
sequitare e quanto potremo adimplire>> (Arnau de Vilanova, AIB, pp. 36a-37b
[CRL/CC/Co]).
<<estudiam-nosde esser amsems e per tal que lo comanament de nostro senyor Jhesucrist
metam en obra, amam-nos la .I. l'altre e tots homes per amor de Jhesuchrist/enzemmora
de essere ne studiamo e ac zo que lo comandamento de dyo sequitemo, amamone enzem
mora e omne homo pro christo>>(Arnau de Vilanova, AIB, pp. 52a-b [CRL/CC/Co]).
<<primerament,donques, querets lo regne de Deu [...] emper6 [...] lo Senyor per aquestas
paraules no enterdeix o no veda occupacio de just o de honest trebal per co que nessesari
es de present a aver e per a,6 no tan solament en la dita promessi6 del Senyor, confortam
e confermam entre nos nostres coratges, mas escriven o pintan, o cosen o tixen, o en altres
maneres que sapem o podem, la .I. a l'altre en nostres nesessitats ajudam. La segona cosa
que nos estudiam e.ns esforsam de remembrar es la paci6 de nostro senyorDeus Jhesucri
st [...] / la prima cosa, adunqua, petate lo regno de dyo [...] lo syngiore en queste parauo
le non interdice la occupacione della honesta e iusta fatigua per avere le cose necessarie e
per so, no solamente la nanti dicta passione dello syngiore fortifficamo enzemmoramente
le coraiore nostre, ma medesmo [...] en qualunqua altrimodi que sapeno e potemo l'uno
l'altro inne lie necessitati ne aiutamo. La segunda cosa que n'estudyamo de recordare e la
passione de lo syngiore [...] (Arnau de Vilanova, AIB, pp. 59a-60b3 [CRL/CC/Co]).
<<Estenim [Cristo] spiritus vite caritatis lex a qua et secundum quam et propter quam omnes
divine influentie et ad quam omnis sapientia humana, angelica et divina reducitur et cui an
cillantur et subserviunt leges ecclesiastice et civiles>>(A. Clareno, Epistole, cit., lettera 30,
p. 158 [CR/CRL/Co]).
<?El'uomo che ricusa d'affliggersi e d'affaticarsi per Cristo, veramente egli ricusa la gloria
di Cristo. E come la sollecitudine e utile e giova a noi, cosi la negligenza e contraria a noi
[...] Ad alcuno concede Iddio il buono frutto graziosamente con poche frondi; ad alcuno
altro dae insieme il frutto colle frondi; e sono alcuni altri che non hanno ne frutti ne fron
di.Maggiore cosa mi pare che sia a sapere bene guardare e conservare segretamente li be
ni e le grazie date dal Signore, che di saperle acquistarle. Imper6 che, avegna che l'uomo
sappia ben guadagnare, se egli non sa bene riporre e conservare, non sara giammai ricco.
Ma alcuni a poco a poco guadagnano le cose e sono fatti ricchi per6 che eglino conserva
no bene il loro guadagnato e '1loro tesoro hanno conservato [...] ma se tutte le possessio
ni del mondo fussono d'una persona che non le lavorasse e non le facesse lavorare ad altri,
che frutto o che utile avrebbe egli di queste cose? Certa cosa e che non n'avrebbe utilita
ne frutto veruno. Ma bene potrebbe essere ch'alcuno uomo poche arebbe possessioni e, la
vorandole bene, avrebbe molta utilitade, e per se e per altrui arebbe frutto assai e abbon
dantemente [...] Un frate disse a frate Egidio: - Padre, ame pare che noi non sappiamo
ancora cognoscere li nostri beni.- Al quale frate Egidio rispuose: - Fratello mio, certa cosa

3
Due differenze segnano i testi: in quello catalano la passione di Cristo ? resa la prima vol
ta con la nozione creditizia della promessa del Signore, in quello napoletano manca inve
ce la punt?ale elencazione delle professioni che possono essere svolte senza pregiudizio
della povert? e carita cristomimetiche che debbono contrassegnare tutti i componenti del
la comunit? vilanoviana. Sulla priorit? della passio Christi come rumlnatlo con
evang?lica
tinua della mente per i membri di queste comunit? cfr. i passaggi fondamentali in AIB,

pp. 72a-73b.

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1100 Paolo Evangelisti

e che ciascuno adopera l'arte ch'egli hae imparata, per6 che nessuno puo bene adoperare,
se prima non impara.Onde voglio, fratelmio, che tu sappia che la piu nobile arte che sia
nel mondo si e il bene adoperare. E chi la potrebbe sapere se prima non l'impara?>>(I det
ti del Beato Egidio, VI, Della oziositade, in I Fioretti di san Francesco, cit., pp. 243-247
[CR/CRL]).
<<Deusordena e volc que Jesuchrist fos forma e regla de tots los elets>>(Arnau de Vilano
va, Informaci6 espiritual, cit. [SC/CPI/CC]).
<<Enquant sots rey crestia, devets metre diligencia, per amor e per zel de Christ, de pro
mure la verita del crestianisme, 6oe's la veritat evvangelical [...] dins vostra casa e defora
[...] E quar en la setmana sancta bec Jesuchrist per sos amics lo calice de la passi6, e.n feu
beure a tots los ap6stols; quar aquell sanc qui en aquella setmana los dona a beure signifi
cave la passi6 que per la sua amor soferrien e per la sua veritat; per ,6 en aquella setmana
los darets aygaamans [ai 12 o 13 poveri che debbono essere ospitati allamensa del sovra
no a glorificazione sua e di Cristo], e.l digious de laCena los lavarets los peus e exugarets,
e, per recorda[r] l[a] humiltat de la passi6 de [Christ] los besarets>>(Arnau de Vilanova,
Informaci6 espiritual, cit., pp. 224 e 227 [SC/CPI/CC]).

> be de Jesucrist-> be de la cosapu'blica-> be comun-> profit de la co


sa pu'blica
<<Laquarta ragione per che l'uomo debbe seghuitare li exenpli di Ihesu Christo e per mo
strare che [h]a ragione e senno naturale [...] Anche mostra che l'uomo non debbe mettere
il suo thesauro nel'armario nel quale e cierto che non ci pu6 essere salvo [...] Anche piu,
che nell'albergho di questa vita o di questo mondo si ssforza di fare ghrande provisione e
nell'altro dove sa che debbe andare et stare senza fine, niente aduna et oltre a ci6 che il the
soro del suo pensiero e del suo disio e del suo amore mette nel'armario di questo mondo
dove sa che perira e manchera finalmente e non [h]a cura di meterlo nel'armario di Dio
dove non puo manchare ne perire>>(Arnau de Vilanova, Lectio Narbone, cit., pp. 80-83
[CR1/CC]).
<<Encara mes, car en l'alberch de aquesta vida e de aquest setgle s'esforca d'ajustar; e a l'al
tre, que hom sab que ha anar e star sens fi, no.y fa negun pertret. D'altra part, car lo tri
stor de son pensament e de son desig e de sa amor met en l'armari de aquest setgle, hon
fallira e perira finalment; e no cura de metre-lo en l'armaride nostre Senyor, hon fallir no
pora ni perir>>(Arnau de Vilanova, Llif6 de Narbona, in Id., Obres Catalanes, I, cit., pp.
141-166, p. 152 [CR1/CC]).
[L'armariusprivato del re contrapposto a quello comunitario/armarius di Cristo e l'imma
gine discorsiva che conclude la codificazione dei giusti comportamenti finanziari del so
vrano cristomimetico nell'esortazione rivolta da Arnau a Federico <<rexSiciliae>>]
<<[...]qui cor suum occupat circaDeum predictis modis, thesaurum desideriorum etmedi
tationum reponit in salvo armario, in quo numquam perire potest, et hic prudentissimum
est. Sed stultissimus et infelix est qui semper thesaurum suum reponit in armario, de quo
certus est quod in eo deperiet, quali est illi qui thesaurizat in hiis, que fluunt, et a quibus,
velit nolit, separabitur thesaurizans>>(Arnau de Vilanova, Allocutio Christini, cit., p. 116
[SC]).
<<Diligituretiam princeps iustus quia reddit singulis quod debetur. Nam bonos honorat et
premiat, vitiosos autem corrigit [...] malitiosos vero, quoniam incorregibiles sunt, extermi
nat et abscidit a populo tamquammembra putrida [...] Omnia namque bona subditorum

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1101 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

principi iusto sponte communicantur, propter veritatem, quam servat inmente quoad fi
dem sive legalitatem, et in verbo quoad promissionem, et in opere quoad executionem [...]
Princeps [...] adulteratmonetam ut augeat thesauros suos, furtum committit et in dolo fa
bricat eam, quoniam occulte suos extenuat et expoliat pretiosis. Numquam enim per adul
teriummonete publica utilitas promovetur nec alicui affert lucrum [...]>>(Arnau de Vila
nova, Allocutio Christini, cit., pp. 112-114; cfr. anche Id.,Ars Catholicae Philosophiae sive
Philosophia Catholica et Divina Tradens Artem Annihilandi VersutiasMaximi Antichristi,
ed. J. Perarnau, in ATCA, X, 1991, pp. 57-162, p. 92; Id., Raonament, cit., p. 174
[SC/CRL/CC]).
<<Sinosaltres usassem del aur e del argent e dels altres tresors segon lamanera que vos los
nos avtes dats, ja no ploraren los pobres [...] Enans Senyer, lo partirem cominalment, en
axi que los rics donarem als pobres tant de lur tresor, tro que los pobres no aguessen fam
ni set [...] per defalliment de riquees [...] Lo tresor d aquest mon par me que no es a tuit
comu, enans es mal partit [...] mas lo tresor qui es a totes gents comu, aquell, Senyer, sots
vos>>(R.Llull, Libre de Contemplacio en Deu, I, cit., cap. 34, p. 168 [CC]).
<Ideo perfecta eorum ad Christum caritas plena debet esse semper et ubicumque cum fi
ducia spei et omnem carnalem, humanum et mundanum timore oblivioni tradere et virili
ter foras emittere [...] semper eis intrinsecum et presentem, qui eorum coronas creat et per
ficit in societate et communicatione Christi passionis>>(A. Clareno, Epistole, cit., lettera 43
[aRoberto daMileto], p. 205 [CRL/Co/CC]).
<?[...]contemplaras la plaga del costat, ampla e pregona fins al cor [...] o cor ences e ple de
tota caritat [...] per mi has volgut scampar la tua preciosa sanch, donant-me entendre que
yo deig amarmon proisme e, per lo be e per profit d'aquell treballarde totmon poder>>a
Eixemeno, Contemplacio de laSanta Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<<[... en la qual es demostrada amor e caritat que deu haver lo penident [...] sots tres capi
tols principals [...] com deu haver caritat [...] com deu mostrar de si caritat [...] com la deu
procurar en tots los altres>>(J.Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit., Ter
cera Jornada [SC]).
?Vols tornar en la companyia del teu amat Jhesuis?Pren lo reclam de la amor santa e ver
tadera [...] pren la vestedura de caritat; car sens aquella no seras amat ni benvolgut en la
cort de Jhesucrist [...] sens aquella no seras res [...] ans totes les tue obres [...] alunyaran
de merit [...] Hec est vera fraternitas [..1Iqui efuso sanguine secuti suntDominum>> (J.Eixe
meno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit., Tercera Jornada [SC]).
<<Comdeu mostrar de si caritat [poiche] que fe sens obres e sens fruyts es dita morta [...]
la prova de la vera caritat4,en la obra esmostrada [...] La primera 6s, dels bens temporals
fer part e distribuhir a son proisme [...] la segona [...] honestament offerir a son pr6isme
[...] la ter, del bens espiritual, axi com es lo entendre e lo voler, dar-lo plenament a son
pr6fsme' [...]>>[il primo privilegio che deriva all'anima del re caritativo e la capacita di di

4
Sulla funzione comunitaria e politica del sintagma ?vera carita? in Clareno, Filippo di
Maiorca e Eixemeno cfr. P. Evangelisti, Relazioni di potere ed etiche per il potere, cit.
5
? importante porre attenzione a due aspetti dell'uso di questa caritas proposta al re: 1) al
ia qualificazione del destinatario di questa condivisione e messa in circolazione dei beni (so
lo e soltanto chi ? pros simo); 2) nella messa in comune delle capacita intellettuali si coglie
un nesso chiaro con la concezione t?picamente francescana del pauperismo volontario qua

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1102 Paolo Evangelisti

scernere nell'uso e nell'amministrazione dei beni cioe tra] <<Coque no es necessari [e] qo
que sap a superfluitat, dats-ho a pobres car a ells se pertany>>;[il terzo privilegio e la capa
cita di comprendere] <<quetotes los consells de Jhesucrist, tots los capitols de la retgla evan
gelical, tots s6n fundat en almoyna>>;[lamessa in comune, la disposizione caritativa nel con
dividere i propri beni immateriali e materiali si fonda sul presupposto che ci6 che si da]
<<nolo dons a la persona, mas a la causa; no al hom, mas a Jhesucrist>>U. Eixemeno, Con
templaci6 de la Santa Quarantena, cit., Tercera Jornada [SC]).
?frare Francesc Eiximene,, de l'ordre dels fraresMenors, ilur humil servidor en Jesucrist
[... en aquell mateix Senyor qui per salut de la cosa publica mori ab sobirana caritat en
l'arbre de la santa vera Creu>> (F. Eiximenis, RCP, Lletra que I'actordel ilibre tramet [.J.1
als Jurats [...] de Valencia, p. 15 [CPI/CC]).
<<Senyors meus molt reverents: lo trascendent emolt alt ilegat del costat de Deu lo Pare, e
cap de tot cristianisme, Jesucrist, forma exemplar perfet de tota virtut e de la nostra vida,
jatsia escampas generalment la copiosa ma de aquella sua sagrada doctrina que, eternal
ment, per generaci6 natural havia rebuda de aquella font de Deu lo Pare; empero molt plus
altament, e pus copiosa, e pus amigablement la revela e la buida en aquells flums apostoli
cals, ,o es, en los sants ap6stols en quant ells havia a venir lo regiment de tota la cosa pu
blica crestiana, de la qual ells, apres lo dit glorios cap nostre, foren especials e primer fun
dadors? (F. Eiximenis, RCP, Lletra que l'actor del ilibre tramet f...] als Jurats [.I de Va
lencia, pp. 15-16 [CPI/CC]).
<<Eilavors lleixenDeu e s6n d'aquells que diu sant Pau: Omnes quae sua sunt quaerunt non
quae Iesu Christi; e vol dir que tots aquestes aitals amen llavors lo be proprii e no lo be de
Jesucrist, qui es amor de la cosa p6blica, e perden aixi mateix fealtat, la qual es un dels
principals fonaments de la cosa publica, aixi com damunt havem dit>>(F. Eiximenis, RCP,
cap. 36, pp. 173-176, qui p. 174 [CP1/CC/SC]).
<<quanaixi han amada la cam e avorit Deu e lo be comun [...] troben-se en lamort enga
nats, pobres e nuus [...] en aital disposici6 que no els ajuden losmerits de nenguna comu
nitat, ,o es, ne del cel ne de la terra ne encara de Jesucrist [...] com tu siesmembre tallat
del seu cos mistic, que es la comunitat dels feels crestians? (F.Eiximenis, RCP, cap. 38, pp.
181-182 [CPI/CC/SC]).
<<Cardiu la llei divinal (Deuteronomii, XXV cap.): Per quae peccasti, per eaque torqueris; co
es per all6 seras punit per que has aDeu ofes e pecat. E per lo contrari, sapies que aquel
ls qui zelen per la justicia de la cosa publica e sofiren tribulaci6, que Deu en aquesta vida
e en l'altra los fa especials honors, gracies e privilegis. E per tal, dix lo Salvador (Matthaei,
V cap.): Beati...>> (F. Eiximenis, RCP, cap. 12, pp. 84-85 [CP1/CC/SC]).
<Jesucrist, princep e senyor, sobiranament franch e liberal, del qual incessanment e sens
mesura devalla tot a tota creatura, si prom6s a son leyal servidor dar guard6 sobrehabun
dant de spiritual usura. E, per talmanera, nengun qui lo dit guard6 volgues, no prestas per

le premessa per un'attivit? caritativa intesa come messa in comune dei beni anche immate
riali, una posizione particolarmente sottolineata e teorizzata nelle opere e nelle epistole di

Angelo Clareno. Cfr. ad esempio: ?Quia mea substantia omnium divitiarum communica
bilium, grate et plene, est in paupertate fundata et collocata, et infinita omnium bonorum
meorum beata fruitio in vera humilitatis mee tensione possidetur. Immensa enim est hu
militatis altitudo? (Angeli Clareni, Historia, p. 53).

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1103 IIdiscorso
politicofrancescano
(XIII-XV
secolo)
esguart de guany temporal, ans solament prestas per sol amor sua>>(F. Eiximenis, Tractat
d'Usura, in J. Hernando i Delgado, El <<Tractatd'Usura h...]A>,Barcelona, 1985, p. 34
[CPI/CC]).

d) Comprendereil valore immaterialeemateriale dei beni:Cristo e Giuda, im


magini simbolo dei comportamentieconomici e politici di una comunitd
<<Secundoconsiderabit beneficium redemptionis. Circa quod, primo considerabit assump
tione humane nature. In quo beneficio nemo posset mensurare amorem, quem deus osten
dit homini [...] et si diligenter hoc meditetur, procul dubio mens eius deficiet, quia non po
terit aliquammensuram in tali amore determinare [...] nam considerat quod una gutta san
guinis sui corporis erat pretiosior omnibus creaturis [...]>>(Amau de Vilanova, Allocutio
Christini, cit., pp. 86-88 [SC]).
<<[...]Nos veem, Senyer, que losmercaders an saviea e conexensa de guanyar en les pells e
en los cuyrs de les besties. On qui savimercader era en la gloriosa pell vostra, la qual fo
esquinsada e trencada e nafrada en la sancta creu, en aquella poria apercebre gran guany e
gran profit [.I On qui en vos, Senyer, volia esser mercader, comprant e venent poria
guanyar en vos, si simetex donava e venia per vos. Nos veem, Senyer, que losmercaders
fan cabalers que trameten guaanyar per lomon; e veem que aquelles cabalers donen lo ter
o 1quart de tot so que guaanyen. On, beneyt siats vos, Senyer Deus, qui sots lo nostre ca
bal, del qual cabal donats a nos entegre guaany [...]>>(R.Llull, Libre de Contemplacio en
Diu, III, cit., cap. 116, pp. 82-83 [CC]).
<<sentCebria isque en terraper recrear; e, passeiant allen vee vn hom qui estaua assegut a
la vora de vn pou, e acostasi, e parech li que lom aquell fosmolt las, e reposas. E demana
li, de part de Deu, qui era. E lom Ii respos que ell era Judes lo traydor.Lo sant,marauel
lant se de ago, li demanava com e per que esatua alli, en aquellamanera. - Yo (dix ell) son
fortment turmentat en infern, continuament, a tots los altres dies, exceptat lo dissapte, quem
traen per aquest pou, e repose aci, per guardo duna obra de caritat que fiu, en mon jouent
a la cosa publica, ans quem acostas a la companyia del Saluador [...] Considerats, dix lo
frare alsCiutadans, quant deu esser lomerit daltresmajors bens que hom faca a la cosa pu
blica, que aquest, per tan poch, aconseguis repos de la .Vija.part del temps, co es, de vn
dia de cascuna setmana>>(DoctrinaCompendiosa de viurejustament, Segona partida, cap. 18,
pp. 226-227 [CC/CPI]).
<<XIacorrispondenfcia est: sicut delectationem habuit in pedibus eundo, in oculi intuendo,
in manibus contrectando, sic Dominus asperitatem sensit in pedibus perfossum, oculis
foxiatis et manibus perforatis>>(Matteo d'Agrigento, SermoXXI, cit. [CC/CPI]).
<<Videnshoc impius Judas quod unguentum illud erat ita pretiosum quo Maria Magdalena
unxerat Christum, indignatus incepitmurmurare de Christo et alhisdiscipulis: Ut quid per
ditio ista unguenti facta est? poterat etenim venundari multo et dari pauperibus [...] Videte
domini, potuit dicere ludas discipulis, quomodo magister noster delicatus est qui permisit
se ungi isto unguento tam pretiosos; nonne fuissemelius quod fuisse venditum trecentisde
nariis. Sed hoc non dicebat ad pauperum sustentationem sed ad sui utilitatem [...] Et tunc
videns Jesus quod Iudas indignatus fuerat de eo quod factum erat, scilicet de unctione, nec
non et alii discipuli indignati erant sed aliomodo; nam impius Judas indignabatur et mur
murabat ex causa iam dicta quia fur et latro erat sed alii discipuli pii murmurabant quia vi
debatur eis quod Judas bene et verum diceret, scilicet quod melius fuisset quod unguen
tum illud expensum fuisset ad pauperes, non attendentes eius fraudes et dolositates; tunc

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1104 Paolo Evangelisti

benignus Jesus cepit Magdalena excusare et dicere <<Quid molesti estis huic mulieri? Opus
bonum operata est in me. Nam semper pauperes habebitis vobiscum, me autem non semper
habebitis [...]>>(Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 196-197 [CC/CPI]).
<<OJuda impie proditor et pessime mercator unum mancipium vendi solet 50 vel 60 flore
nis et tu vendidisti inexstimabilem et impretiabilem filium Dei totius mundi dominum et
creatorem 30 denariis [...10 Juda, filium Dei [...] tamquam canem mortuum vis vendere?
cur non tuam sed ementium quaeris voluntatem? quid, inquit, vultis mihi dare? quid pos
sunt tibi dare? Si Jerusalem, Galileam et Samariam tibi dederint, numquid Jesum emere
potuerunt?>> (Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., p. 201 [CC/CPI]).
<<Oimpii et obstinati Judei, vere sanguis Christi fuit super vos et super filios vestros. Nam
postquam crucifixus eum perdidistis omnem sapientiam, omnem potentiam, omne domi
nium, quia dispersi estis per totummundum et subditi omnibus et ab omnibus conculca
ti>>(Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., p. 222 [CC/CPI]).
<<Etad contemplandum omnia ista que passus [est] [...] Vide caput inclinatum ad oscu
landum, cor apertum ad diligendo [...] brachia aperta ad amplexando, manus perforatas ad
largiendum, totum corpus dispositum ad redimendum>> (Matteo d'Agrigento, Sermones,
cit., p. 233 [CC/CPI]).

e)Meditare suCristo crocifisso:comprendere/validarelafunzione civile ed eco


nomica del <<mercator
fidelis>>
<<Adquos defectus pellendos hortatur eum consequenter ad exercendum mercationem lo
cupletem, et excludentem omnes defectus illos dicens: Suadeo tibi [..1I emere ame quia gra
tiam perfectionis nemo consequitur nisi pretio devotionis in Christum, per quam exhibet
ei pecuniam suae mentis, scilicet cogitationes et affectiones. Ipse enim non petit pretium
nisi cor, dicens in Proverbiis Praebe mihi cor tuum [Prov. 23,26], pro quo dat ut subiun
git, aurum suae perfectae caritatis, cuius perfectionem exprimit dicendo quod est ignitum,
scilicet flamine spiritus Sancti, et probatum, opere vel effectu eximio, scilicet passionis et
mortis spontaneae pro dilectis. Quantum vero sit efficax istud aurum ad excludendum su
pradictos defectus exprimit consequenter dicens: ut locuplex fias, in quo designat exclu
sionem primorum trium: qui enim habet loculos mentis plenos caritati Christi, nec miser
est neque pauper et per consequens nec miserabilis. Iterum per hoc aurum acquiruntur ve
stesmundissimae vel decentissimae, quod est contra nuditatem>>(Arnaldi de Vilanova, Ope
ra omnia scriptaSpiritualia, I, Expositio superApocalypsi, ed. J. Carreras y Artau et al., Bar
celona, 1971, p. 66 [CR/CRL/CC]).

<<Ah Deus amoros, excellent sobre totes altees, noble sobre tots honraments! A vos, Senyer,
sien donades glories e laors, qui avets donada art e ofici de mercaderia en los homens; car
nos veem, Senyer, quels mercaders que an ofici de camiar les coses vils per les bones, e veem
que porten en les terres aquelles mercaderies que y son necessaries, les quals venen a care
stia. Nos veem, Senyer, que losmercaders an saviea e conexensa de guanyar en les pells e
en los cuyrs de les besties. On qui savimercader era en la gloriosa pell vostra, la qual fo
esquinsada e trencada e nafrada en la sancta creu, en aquella poria apercebre gran guany e
gran profit. Encara veem que losmercaders conexen en les terres estranyes los guanys que
farin en les mercaderi6s [...] Qui es bon mercader, daquestes mercederfes corporals, en
aquelles coses que compra e que ven sab guanyar e fer de son prou [...] On qui en vos,
Senyer, volia esser mercader, comprant e venent poria guanyar en vos, si simetex donava

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1105 II discorsopolitico francescano(XIII-XVsecolo)

e venia per vos. Nos veem, Senyer, que losmercaders fan cabalers que trameten guaanyar
per lomon; e veem que aquelles cabalers donen lo ter o 1quart de tot so que guaanyen.
On, beneyt siats vos, Senyer Deus, qui sots lo nostre cabal, del qual cabal donats a nos en
tegre guaany [...]>>(R. Llull, Libre de Contemplaci6 en Deu, III, cit., cap. 116, pp. 82-83
[CC]).
<<La vostra sanctetat e la vostra misericordia e la vostra pietat sia SenyerDeus, amada e loa
da; car en negun obrador ni en negun alfondec ni en neguna fira ni en neguna plassa ni en
negun loc no pot hom atrobar, Senyer, tanta bona mercaderia a comprar ne a vendre, com
fa en la figura de la santa creu preciosa; car aquella es obrador e plassa emercat on se tro
ben a comprar e a vendre totes gracies e totes benahuiranses et totes glorie. Qui vol com
prar a bon mercat, venga, Senyer, denant lo vostre glori6s altar, e guart sus alt en la santa
creu on penja la vostra figura; car aqui pori aver bon mercat [...]>>(R.Llull, Libre de Con
templaci6 en Deu, III, cit., pp. 88-89 [CC]).
<<AhJesu Christ Senyor! Beneyt siats vos, qui avets comprats tot vostres pobles [...] car a
molt hom veg comprar per diners homens per esser lurs catius e lurs esclaus, e veg que
aquells los posseexen en son senyors.Doncs iquantmes devets esser senyor nostre, qui ab
vostre beneyt cors nos avets comprats! Enaxi, Senyer Deus, com los uns homens compren
lo altres ab carta, e en la carta fanmencio de diners ab los quals los compren, enaxi la car
ta qui famencio de diners ab los quals los compren, enaxi la carta qui famencio del preu
ab que vos nos avets comprats, es la crou, la qual demostra 1preu qual fo ab que vos nos
compras. On, beneyta sia aital carta, car tota ora que jo la veja, tota hora me membra de la
vostra honrada senyoria e de lamia gran servitut [...] devant la figura de la vera crou en la
qual vos me compras, confes e atorc, Senyer, vos esser mon senyor e mon Deu [...]>>(R.
Lull, Libre de Contemplaci6 en Diu, III, cit., cap. 68, pp. 51-56 [CC]).
<<Senyerver Deus, qui sots lum e lugor e resplandorde totes lugors e de tots lums e de totes
resplandors!Enaxi com de ofici de correteria seguex gran profit a aquells qui venen e com
pren, enaxi podem veer cogitant, que la vostra humana natura ha lo pus excellent ofici qui
esser pusca en creatura [...]>>(R.Llull, Libre de Contemplaci6 en Deu, III, cit., cap. 122, p.
130 [CC]).
<<Lo mercader [cristiano e fidelis] consira les necessitats de les terres, e per aco va en al
cuna terra on ha gran abundancia d alcuna cosa [...] primerament consira per la fi qui es
general a viure e a bon esser [...] apres [...] consira segons lo tronc [i. e. secondo lo sche
ma dell'albero lulliano della conoscenza] lo seu be especial moltiplicat de moltes coses
guanyades [...] E en totes aquestes coses ha el mercader manera en reebre los significats
dels arbres e la participacio quels uns arbres han ab los altres; per que aquell seria sobtil
e bo mercader qui sabes pendre los significats dels arbres, segons lo proces d aquesta scien
cia general> (R.Llull, Arbre de Sciencia, I, pp. 213-14 [CC/CO/SC]).

<<OhSenyer Deus, qui guardats e defenets los vostres benevolens de lesmans de lursmor
tals enemics! Nos veem que ls falses argentiers e ls falsosmoneders que fan encamarament
en largent e en laur, emesclen coure e laut6 e donenlos color e forma d aur e d argent, per
tal que pusquen enganar la gent. On, beneyt siats vos, Senyer, qui en la vostra passi6 no
fe6s falsia ni engan: car la vostra humanitat se mostra axi verament esser huma [...]>>(R.
Llull, Libre de Contemplaci6 en Deu, III, cit., cap. 122, p. 125 [CC]).

<<[...]lo sant evangeli declara la obra principal que [es] de secar e strenyer la superfluiitat>>
U. Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).

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1106 Paolo Evangelisti

<<Aquestaes la contemplaci6 de laPassi6 de Jesucrist [...] la qual faras per tots los dies [...]
en aquesta manera [...] primerament, miraras lo seu cap com esta inclinat [...] contempla
la santa creu [...] e com decorra tota de la sua sanch preciosa>>(J.Eixemeno, Contemplaci6
de la Santa Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
?Com lo teu amat Jhesus e Salvador teu te lesmans clavellades, foredades e pertusades, e
la sanch rejant; les quals te steses e amples, quaix qui vol abra,ar per gran amor que.t por
ta [...] contempla com lo teu amat Jhes6s no.t streny los seus bra,os per denegar-te les sues
abra,ades, ans aquelles te ha ubertes e stesos e stirats amplament en l'arbre de la vera creu
[...] axi mateix contemplaras les sues santesmans sagrades [...] o santes mans, qui havets
format lo cel e la terra,qui tostemps sots liberal en dar.nos almoyna e ajuda! Lo gran pertus
de part a part me demostra que yo deg esser misericordi6s e liberal amon prohisme [...] e
foragitant de mi tota sp&ie de peccat de avaricia>>J.Eixemeno, Contemplaci6 de la Santa
Quarantena, cit., Primera Jornada [SC]).
<Jesucrist, princep e senyor, sobiranament franch e liberal, del qual incessanment e sens
mesura devalla tot a tota creatura, si promes a son leyal servidor dar guard6 sobrehabun
dant de spiritual usura. E, per talmanera, nengun qui lo dit guard6 volgues, no prestas per
esguart de guany temporal, ans solament prestas per sol amor sua>>(F. Eiximenis, Tractat
d'Usura, cit., p. 34 [CPI/CC]).
<<OJuda impie proditor et pessime mercator unum mancipium vendi solet 50 vel 60 flore
nis et tu vendidisti inexstimabilem et impretiabilem filium Dei totius mundi dominum et
creatorem 30 denariis [...] 0 Juda, filium Dei [...] tamquam canem mortuum vis vendere?
cur non tuam sed ementium quaeris voluntatem? quid, inquit, vultis mihi dare? quid pos
sunt tibi dare? Si Jerusalem, Galileam et Samariam tibi dederint, numquid Jesum emere
potuerunt?>> (Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., p. 201 [CC/CPI]).
?Circa octavum principale. Notandum est quod [la pena capitale inflitta da Pilato a Cristo]
non [fu] cuiusqumque mortis, sed vituperosissime et penalissime crucis ac si fuisse Chri
stus pessimus latro. Et hec fuit una de maximis iniuriis factis Christo quia mortem latro
num subiit [...] Quando Judas impius proditor vidit et audivit quod lata fuerat sententia
mortis contra Christum ivit ad principes et sacerdotum [...] et statim Judas reddit pecu
niam et desperatus abiens laqueo se suspendit et crepuitmedius et diffusa sunt omnia visce
ra eius [...] 0 impii et obstinati Judei, vere sanguis Christi fuit super vos et super filios ve
stros. Nam postquam crucifixus eum perdidistis omnem sapientiam, omnem potentiam,
omne dominium [...]>>(Matteo d'Agrigento, Sermones, cit., pp. 222-223 [CC/CPI]).

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