Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
Novembre 2017
viale Giustiniano 10
20129 Milano
www.ceas.it
INDICE
1 PREMESSA ............................................................................................................................... 5
2 LA STRUTTURA DI PARATIE.................................................................................................... 7
3 FASI TIPICHE DELL’ANALISI .................................................................................................... 9
3.1 LA FASE ZERO ................................................................................................................................... 9
3.2 UNA FASE DI SCAVO ........................................................................................................................... 9
3.3 LA SIMULAZIONE DI UN RINTERRO ....................................................................................................... 9
3.4 L’APPLICAZIONE DI TIRANTI O DI PUNTONI .......................................................................................... 10
3.5 APPLICAZIONE DI CARICHI ESTERNI E VINCOLI .................................................................................... 11
4 IL MODELLO DEL TERRENO .................................................................................................. 13
4.1 CONSIDERAZIONI GENERALI SULLA SCELTA DEI PARAMETRI. ............................................................... 13
4.2 PARAMETRI CHE CARATTERIZZANO IL MODELLO ................................................................................. 14
4.3 MODELLO PER TERRENI GRANULARI CON O SENZA COESIONE EFFICACE. ............................................. 17
4.4 MODELLO PER ARGILLE IN CONDIZIONI DRENATE O NON DRENATE ....................................................... 21
4.4.1 Il criterio di rottura in termini efficaci ...................................................................................... 21
4.4.2 Comportamento in condizioni drenate ................................................................................... 22
4.4.3 Comportamento in condizioni non drenate ............................................................................ 23
4.4.4 Passaggio da condizioni non drenate a drenate.................................................................... 24
4.4.5 Comportamento semplificato in condizioni non drenate ........................................................ 25
4.4.6 Come iniziare l’analisi se si usa il modello per argille ............................................................ 25
4.5 RIASSUNTO DEI MODELLI PER LA SIMULAZIONE DEL TERRENO ............................................................. 26
5 LA PRESENZA DI ACQUA NEL TERRENO ............................................................................. 27
5.1 CALCOLO DELLE PRESSIONI INTERSTIZIALI NEL CASO DI FILTRAZIONE ................................................. 27
5.2 CALCOLO DELLE PRESSIONI INTERSTIZIALI IN PRESENZA DI TERRENO IN CONDIZIONI NON DRENATE....... 31
5.3 CONDIZIONI DI STABILITÀ DEL FONDO SCAVO E USO DELLA “LINING OPTION” ........................................ 34
5.3.1 Simulazione di un tampone di fondo attraverso uno strato impervio. .................................... 34
5.3.2 Utilizzo della “Lining Option” .................................................................................................. 35
5.4 UTILIZZO DELLE PRESSIONI INTERSTIZIALI DATE PER PUNTI ................................................................. 35
5.4.1 Interfaccia con il modulo di filtrazione 2D .............................................................................. 37
6 VALUTAZIONE DEI CEDIMENTI VERTICALI .......................................................................... 38
6.1 PREMESSA ...................................................................................................................................... 38
6.2 METODO PARATIE PLUS................................................................................................................... 38
6.3 METODO DI BOONE & WESTLAND (2006) .......................................................................................... 41
6.4 METODO KJHH KUNG ET AL. (2007) ................................................................................................ 43
7 L’EFFETTO DI CARICHI NASTRIFORMI ................................................................................. 45
7.1 CARICHI PREESISTENTI ALLO SCAVO ..................................................................................... 45
7.1.1 Descrizione del metodo di simulazione ................................................................................. 45
7.1.2 Avvertenza importante ........................................................................................................... 48
7.2 CARICHI NASTRIFORMI APPLICATI IN UNA FASE SUCCESSIVA ........................................... 48
7.3 RIMOZIONE DI CARICHI NASTRIFORMI .................................................................................... 48
8 EFFETTO ARCO NEL TERRENO ............................................................................................ 49
9 TECNICHE RISOLUTIVE PER MODELLAZIONI PARTICOLARI .............................................. 51
9.1 GLI ELEMENTI SLAVE ................................................................................................................. 51
9.2 METODI PER IMPORRE CONDIZIONI AL CONTORNO NON LINEARI .......................................................... 52
9.3 MODELLAZIONE DI CERNIERE PLASTICHE ........................................................................................... 56
10 VALUTAZIONE DEL COEFFICIENTE DI SICUREZZA ............................................................. 59
11 L'ELEMENTO PARETE COMBINATA (CWALL) ....................................................................... 61
11.1 PREMESSA .................................................................................................................................. 61
11.2 FORMULAZIONE DELL'ELEMENTO .................................................................................................. 62
Ce.A.S. s.r.l. 3
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
4 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
1 PREMESSA
Questo manuale descrive sinteticamente i metodi di calcolo implementati nel modulo PARATIE, il motore
di calcolo non lineare di PARATIE PLUS. Nello stesso tempo sono proposti suggerimenti sull'uso del
programma con riferimento alle diverse situazioni che possono presentarsi nella pratica.
Ogni capitolo ha un taglio monografico: non è quindi necessario leggere in modo sequenziale tutto il
manuale, ma è possibile di volta in volta consultare la parte riguardante il singolo problema. Le eventuali
ripetizioni vanno quindi giustificate alla luce di questa impostazione.
È importante sottolineare quanto segue:
• L'utente di PARATIE PLUS deve possedere una discreta preparazione nel campo della Meccanica del
Terreno. Alcuni tipi di analisi possibili con PARATIE PLUS richiedono una buona padronanza della
Geotecnica, soprattutto per quanto riguarda la simulazione di terreni in falda.
• L'utilizzo del programma da parte di persone non consce di questa problematica può portare a
conclusioni prive di riscontro fisico e a scelte progettuali inappropriate.
• Le indicazioni qui riportate sui criteri per la valutazione dei parametri geotecnici e, più in generale, sui
metodi di calcolo delle opere di sostegno, vanno comprese ed accettate dall’utilizzatore del
programma che è titolare esclusivo di ogni responsabilità su qualunque conseguenza che ne può
derivare.
In questo manuale, utilizzeremo il termine PARATIE per riferirci al modulo di analisi non lineare con il
metodo delle molle monodimensionali, facente parte del più ampio ambiente di calcolo offerto da
PARATIE PLUS.
Ce.A.S. s.r.l. 5
Modulo PARATIE - Teoria
2 LA STRUTTURA DI PARATIE
PARATIE è un codice agli elementi finiti che simula il problema di uno scavo sostenuto da diaframmi
flessibili e permette di valutare il comportamento della parete di sostegno durante tutte le fasi intermedie e
nella configurazione finale.
Il problema è visto ad un problema piano in cui viene analizzata una “fetta” di parete di larghezza unitaria,
come mostrato nella Figura 2-1. PARATIE non è quindi idoneo a studiare problemi in cui vi siano
importanti effetti tridimensionali.
Figura 2-1
La modellazione numerica dell’interazione terreno-struttura è del tipo “TRAVE SU SUOLO ELASTICO”: le
pareti di sostegno vengono rappresentate con elementi finiti trave il cui comportamento è definito dalla
rigidezza flessionale EJ, mentre il terreno viene simulato attraverso elementi elastoplastici
monodimensionali (molle) connessi ai nodi delle paratie: ad ogni nodo convergono uno o al massimo due
elementi terreno.
TERRENO DI MONTE
CUNEO DI VALLE
Figura 2-2
Ce.A.S. s.r.l. 7
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Il limite di questo schema sta nell’ammettere che ogni porzione di terreno, schematizzata da una “molla”,
abbia comportamento del tutto indipendente dalle porzioni adiacenti; l'interazione fra le varie regioni di
terreno è affidata alla rigidezza flessionale della parete.
La realizzazione dello scavo sostenuto da una o due paratie, eventualmente tirantate, viene seguita in
tutte le varie fasi attraverso un'analisi STATICA INCREMENTALE: ogni passo di carico coincide con una
ben precisa configurazione caratterizzata da una certa quota di scavo, da un certo insieme di tiranti
applicati, da una ben precisa disposizione di carichi applicati. Poiché il comportamento degli elementi finiti
è di tipo elasto-plastico, ogni configurazione dipende in generale dalle configurazioni precedenti e lo
sviluppo di deformazioni plastiche ad un certo passo condiziona la risposta della struttura nei passi
successivi. La soluzione ad ogni nuova configurazione (step) viene raggiunta attraverso un calcolo
iterativo alla Newton-Raphson (Bathe (1996))
L'analisi ha lo scopo di indagare la risposta strutturale in termini di deformazioni laterali subite dalla parete
durante le varie fasi di scavo e di conseguenza la variazione delle pressioni orizzontali nel terreno. Per far
questo, in corrispondenza di ogni nodo è necessario definire due soli gradi di libertà, cioè lo spostamento
orizzontale e la rotazione attorno all’asse X ortogonale al piano della struttura (positiva se antioraria)
Ne consegue che con questo strumento non possono essere valutati:
• cedimenti o innalzamenti verticali del terreno in vicinanza dello scavo1.
• condizioni di stabilità generale del complesso parete+ terreno+tiranti
In questa impostazione particolare, inoltre, gli sforzi verticali nel terreno non sono per ipotesi influenzati
dal comportamento deformativo orizzontale, ma sono una variabile del tutto indipendente, legata ad un
calcolo basato sulle classiche ipotesi di distribuzione geostatica.
Queste e altre osservazioni che verranno qua e là evidenziate devono mettere in guardia l’utilizzatore sui
limiti intrinseci di questo approccio ed invitare ad un’analisi critica dei risultati che il codice produce.
1 Esistono diversi metodi per correlare cedimenti verticali alle deformazioni laterali: si veda Nova,
8 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Ce.A.S. s.r.l. 9
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Per specificare un rinterro, è sufficiente assegnare una quota di fondo scavo (o di piano campagna),
superiore a quella della fase precedente.
È possibile simulare—in via approssimata—anche l’effetto di una compattazione, applicando, e poi
rimuovendo, un sovraccarico uniformemente distribuito equivalente al rullaggio stesso.
3.4 L’applicazione di tiranti o di puntoni
La messa in opera di un ordine di tiranti va generalmente simulata con uno step a se stante, se non altro
per poter valutare le conseguenze di questa variazione, al netto di altri effetti collaterali di disturbo.
L’applicazione di un tirante, di solito, viene preceduta da una fase nella quale lo scavo è approfondito
appena al di sotto della quota di inserimento dell’ancoraggio. In questo modo il vero processo realizzativo
è simulato in modo abbastanza fedele. Invece, attivando il tirante contemporaneamente
all’approfondimento dello scavo, si perde la possibilità di valutare una fase intermedia che talora potrebbe
essere critica.
Figura 3-1
Il tirante applicato è un elemento finito che diviene attivo a partire da questo step e che può
eventualmente essere rimosso in seguito. La sua “nascita” provoca nel modello due effetti:
1. sorge una forza al nodo di applicazione del tirante, forza dovuta allo stato di coazione (la pretensione)
con cui l'elemento nasce;
2. la rigidezza globale della struttura riceve un contributo dovuto alla rigidezza estensionale del tirante
stesso. Quando, nelle fasi successive, il nodo ove il tirante è connesso, subirà ulteriori spostamenti, la
forza nel tirante subirà mutamenti.
Un tirante attivo viene caratterizzato anche da una rigidezza assiale data da un’espressione del tipo:
K=E(A/L)
ove E è il modulo elastico della barra, A l’area per unità di larghezza della barra nel tratto deformabile e L
la lunghezza del tratto deformabile del tirante, che può essere stimata come indicato nella figura che
segue.
10 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
L free
L bond
Figura 3-2
Calcoliamo, per esempio, il rapporto A/L per un tirante da 600 kN disposto, in orizzontale ogni 2.5 m: sia
amm=800 MPa (tensione ammissibile del trefolo, valore tipico); L=15 m;
si avrà quindi: A=(600103)/(2.5103800)=0.3 mm2/mm; A/L=0.3/15000=2.10-5 (adimensionale)
Se il tirante viene imposto senza una pretensione iniziale, nel modello non si hanno ripercussioni. In
modo analogo, la simulazione della messa in opera di un puntone (un elemento TRUSS) o di una soletta
(elemento SLAB) che collega punti di due diaframmi opposti, non provoca di per se stessa variazioni e
quindi non vale la pena prevedere uno step dell'analisi per questo solo motivo.
Per l'elemento TRUSS che collega due nodi, è possibile definire un comportamento “gap”, cioè prevedere
resistenza nulla a trazione.
3.5 Applicazione di carichi esterni e vincoli
Generalmente la simulazione del processo realizzativo di un diaframma non necessita la definizione di
forze esterne. La struttura è sollecitata dalla differente distribuzione di coazioni negli elementi terreno a
monte e a valle della paratia.
È comunque possibile definire anche forze laterali esterne, concentrate e distribuite, facendole variare
durante le varie fasi.
Infine conviene ricordare che i sovraccarichi verticali non vengono trattati come carichi esterni, ma
servono esclusivamente a determinare uno stato geostatico nel terreno.
Quanto all’imposizione di condizioni di vincolo, PARATIE permette di specificare condizioni al contorno
che impongono un ben preciso valore di spostamento o rotazione (assoluta o incrementale rispetto al
passo di attivazione del vincolo) ad una generica quota. Questa opzione può essere usata per svariati
scopi, tra i quali:
* simulazione di puntelli rigidi;
* simulazione di tiranti attivi, in una fase di predimensionamento.
Ce.A.S. s.r.l. 11
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
12 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Ce.A.S. s.r.l. 13
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Il coefficiente di spinta a riposo fornisce lo stato tensionale presente in sito prima delle operazioni di
scavo. Esso lega la tensione orizzontale efficace 'h a quella verticale 'v attraverso la relazione:
' h K0 ' v
K0 dipende dalla resistenza del terreno, attraverso il suo angolo di attrito efficace ' e dalla sua storia
geologica. Si può assumere che:
K0 K0NC (OCR) m
dove:
14 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
LA 23 A tan45' /2
e in zona passiva (downhill):
LP 23 P tan45' /2
dove A e P sono rispettivamente:
A minl ,2 H ;
P minl H , H
e dove l = altezza totale della paratia e H = altezza corrente dello scavo. La logica di questa scelta è
illustrata nella pubblicazione di Becci e Nova (1987).
Si assume in ogni caso un valore di H non minore di 1/10 dell’altezza totale della parete.
Il parametro E dipende dalla storia tensionale del sito nonché dall'incremento locale dello stato tensionale
come illustrato in Becci e Nova (1987).
E R p pa
n
Ce.A.S. s.r.l. 15
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Si noti infine che il programma può essere utilizzato, rinunciando peraltro a buona parte delle sue
possibilità, anche per esaminare paratie su letto di molle alla Winkler. I valori della costante di sottofondo
da utilizzare sono ad esempio indicati nel testo di Cestelli-Guidi (1984), in quello di Scott (1981) oppure in
Bowles (1988).
16 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
V-C
D V-C
P=stress point
h' F
v,max
'v >0
UL-RL
'
A
v'
C E
'v <0
G
h' B
h'
h'
h,max
'
Figura 4-1: il piano delle tensioni per un elemento terreno (SOIL) in condizioni drenate
A seconda della regione in cui il punto tensione si trova, si definisce un determinato stato (o fase) che
stabilisce caratteristiche di rigidezza dell’elemento.
Sono possibili tre situazioni:
Fase elastica: l'elemento si comporta elasticamente; questa fase corrisponde ad una porzione di
terreno in fase di scarico-ricarico, sollecitato a livelli di sforzo al di sotto dei massimi
livelli precedentemente sperimentati (si pensi al comportamento di un terreno
sovraconsolidato). Questa fase viene identificata con la sigla UL-RL (Unloading-
Reloading). Generalmente, a questo stato, corrisponde la rigidezza più elevata.
Fase incrudente:l'elemento viene sollecitato a livelli di tensione mai ancora sperimentati. È questo per
esempio il caso di terreni durante la fase di deposizione del banco di materiale a cui
appartengono. Secondo la teoria della plasticità, questo comportamento può essere
visto come incrudente. La rigidezza con cui reagisce il terreno è inferiore a quella
relativa alla fase precedente, ma non nulla. Inoltre, qualora il processo di carico
tendesse ad invertirsi, il terreno andrebbe in fase di scarico-ricarico. La fase
incrudente è identificata dalla sigla V-C (Virgin Compression).
Collasso: il terreno è sottoposto ad uno stato di sollecitazione coincidente con i limiti minimo o
massimo dettati dalla resistenza del materiale (espressi attraverso coesione e
coefficienti di spinta). Questa fase corrisponde a quelle che solitamente vengono
chiamate condizioni di spinta attiva o passiva. Non sono tanto importanti i valori delle
singole componenti principali di sforzo, quanto la differenza fra essi (che rappresenta il
massimo sforzo di taglio). Il collasso viene identificato attraverso la parola ACTIVE o
PASSIVE.
Ce.A.S. s.r.l. 17
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Per caratterizzare lo stato tensionale all'inizio dell'analisi, viene calcolato lo sforzo verticale efficace ad
ogni quota in base alla configurazione geometrica (quota del piano campagna), alla stratigrafia, al livello
di falda ed all'eventuale sovraccarico. Lo sforzo orizzontale è quindi calcolato moltiplicando lo sforzo
verticale per il coefficiente di spinta a riposo K0. Ad esso vengono sommati gli eventuali contributi
provenienti da distribuzioni di sforzi iniziali provocati da carichi concentrati.
Per stabilire se l'elemento, inizialmente, è in compressione vergine (V-C) oppure in fase elastica (UL-RL),
si confronta lo sforzo a riposo con i valori massimi di sforzo:
Tra ’h e ’v (le due componenti efficaci di sforzo (orizzontale e verticale) il legame dipende dallo stato
in cui l’elemento si trova:
• in condizioni iniziali il legame dipende da K0;
• in condizioni di equilibrio limite, ’h e ’v sono legate dall'esigenza di rispettare il criterio di rottura.
• nel generico passo, per un percorso di carico all’interno del dominio e corrispondente ad
incrementi nulli di deformazioni laterali, l’incremento di sforzo orizzontale efficace ’h è legato
all’incremento di sforzo verticale efficace ’v attraverso K0NC, ’v,max e ’h,max. A tal proposito si
faccia riferimento alla Figura 4-2 2, in cui sono rappresentati alcuni stress path a deformazione
laterale bloccata: se ’v è positivo ed il punto tensione, corrispondente ad uno stato
normalmente consolidato, si trova sul dominio elastico delimitato dalle rette ’v’v,max e
’h’h,max, ’h è calcolato come ’h = K0NC’v; questa condizione si verifica per gli stress
path da 0 a 2, oppure da 4 a 5 oppure da 7 a 8. Se il punto tensione corrisponde ad un terreno
sovraconsolidato che viene ricompresso (stress path da 3 a 4 oppure da 6 a 7), oppure nel caso
di scarico (da 0 a 1), ’h è valutato attraverso una relazione non lineare che, nel caso di
situazione edometrica, riproduca la condizione
18 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
v' K 0,NC
2
K 0,NC n
v,0
8
'
0 K 0 = K 0,NC
v,1
7
'
5
6
1
4 K 0,NC
v,0
'
v,1
3
'
h'
h,0
'
h' 'v = K P
h' h'
4, 6 4 6
Vergin Compression
3
3
h' 'v = K 0 K VC
2 2
K UR
5
5
K UR
1 1
h' 'v = K A
v'
Unloading-Reloading
Figura 4-3
Seguiamo, nella Figura 4-3, un percorso di carico nel piano ’v-’h e nel piano -’h con =
spostamento orizzontale del punto (positivo se comprime l’elemento terreno). Il punto 1 corrisponde a
condizioni a riposo per un elemento di materiale incoerente sovraconsolidato (infatti il punto 1 è all’interno
della frontiera che divide la fase elastica da quella di compressione vergine). I successivi punti
rappresentano un’evoluzione dello stato di sforzo a parità di ’v: comprimendo l’elemento viene dapprima
raggiunta la frontiere della compressione vergine (punto 2) e da 1 a 2 la rigidezza della molla è quella a
scarico-ricarico. Continuando a comprimere si ha, da 2 a 3, una risposta in termini di rigidezza in
compressione vergine, quindi da 3 a 4 un puro scorrimento plastico perché il punto tensione si mantiene
in condizioni di spinta passiva; il percorso da 4 a 5 rappresenta uno scarico (con rigidezza elastica)
mentre quello da 5 a 6 un successivo ricarico.
Ce.A.S. s.r.l. 19
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
h' 'v = K P
h' h'
5 5
Vergin Compression
3
3
K VC
h' 'v = K 0 2 2
K UR
4
4
1 1
h' 'v = K A K UR
v'
Unloading-Reloading
Figura 4-4
Nella Figura 4-4 è rappresentato un percorso analogo al precedente, con la sola differenza che lo scarico
(da 3 a 4) avviene prima che il punto tensione raggiunga la condizione limite di spinta passiva: nel
successivo ricarico da 4 a 5 si ha un tratto elastico (da 4 a 3), un tratto incrudente (da 3 al raggiungimento
del limite) ed un tratto perfettamente plastico.
h' 'v = K P
3
h' h' 3
Vergin Compression
2 2
h' 'v = K 0
K UR
1
K VC
1
4 4
K UR
h' 'v = K A
v'
Unloading-Reloading
Figura 4-5
Nella Figura 4-5 è rappresentato un percorso di carico in cui il punto 1 corrisponde a condizioni a riposo
per un elemento di materiale incoerente normalmente consolidato: infatti il punto 1 stabilisce la frontiera
tra fase elastica e fase di compressione vergine. I successivi punti 2 e 3 rappresentano un’evoluzione
dello stato di sforzo a parità di ’v in cui si comprime l’elemento portandolo in condizioni di spinta passiva
(punto 3); il percorso da 3 a 4 rappresenta uno scarico in termini di ’v ed un allentamento (con rigidezza
elastica) fino al raggiungimento di condizioni attive.
Altri dettagli ed esempi sono contenuti nell'articolo di Becci e Nova (1987).
20 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
v'
A 0
ELASTIC DOMAIN
K A,peak
v,max
A'
K P,cv
'
K P,peak P
h'
O P'
INTERCEPTS ON AXES
PROPORTIONAL
TO APPARENT COHESION
h,max
'
Al variare di ’v,max o ’h,max, si determinano i punti A e P sulle rette rispettivamente ’h= KA,cv’v e ’h=
KP,cv’v.
Da questi punti vengono determinate le intersezioni A’ e P’, sugli assi ( ’h= 0 e ’v=0), di due rette che si
dipartono da A e P con pendenza rispettivamente KA,peak e KP,peak ). Il dominio elastico è l’esagono
irregolare (A’A0PP’O) così determinato. I segmenti O-A’ e O-P’ rappresentano la presenza di coesione
(capacità di resistenza a taglio a sforzo normale nullo). Al crescere di ’v,max o ’h,max, i punti A o P
traslano: il dominio si espandeva ma non può contrarsi.
Ce.A.S. s.r.l. 21
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Le rette ’h= KA,cv’v e ’h= KP,cv’v sono analoghe alla retta dello stato critico ed esprimono, in termini
di parametri spinta, la condizione di rottura ultima (a grandi deformazioni). K A,cv e KP,cv sono i coefficienti di
spinta attiva e passiva funzione dell’angolo di attrito ’cv e dell’angolo di attrito terra-muro KA,peak e KP,peak
sono i coefficienti angolari di rette che linearizzano il dominio di rottura in prossimità dell’origine e sono i
coefficienti di spinta attiva e passiva funzione di un angolo di attrito ’p (e dell’angolo di attrito terra-muro)
minore di ’cv. Il concetto è illustrato, per analogia, riferendosi al piano di Mohr, nella seguente figura.
c'+ ' tan 'p
' tan 'cv
'
v'
K 0,NC
K A,cv
stress path at v' =const. DRAINED STRESS PATHS
1 0 2
4 3
'
K P,cv
K P,peak
h'
5 6
h,0
'
22 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
’v+’h =0
affinché la deformazione volumetrica elastica sia nulla. Questa condizione determina la pendenza
di uno stress path efficace all’interno del dominio elastico.
• Quando si raggiunge la frontiera del dominio, possono aversi diversi comportamenti a seconda
dei casi e l’entità delle deformazioni plastiche è determinata ipotizzando la legge di normalità.
Senza entrare eccessivamente nei dettagli del legame, possono verificarsi percorsi di carico quali
quelli illustrati nella Figura 4-9 (nella quale si evidenzia una pendenza ’v/’h = -1 all’interno
del dominio elastico ed una pendenza diversa in caso di evoluzione verso condizioni di
compressione vergine,in cui ’v/’h = - oppure -1/ , a seconda dei casi, con =Eur/Evc)
• la pressione dell’acqua viene calcolata per differenza tra lo sforzo totale e quello efficace (vedi
Figura 4-10, in cui si può notare che, ad esempio, nel punto C, la pressione uc è negativa)
• il terreno ha permeabilità nulla.
v'
K A,cv K 0,NC
EFFECTIVE STRESS PATHS DURING
UNDRAINED CONDITIONS AT
13 12
K A,peak 5
6 3
1
1
1
0
v = 0
1
11
2
10
9
1
4
v,0
K P,cv
'
8
K P,peak 1
7
h'
h,0
'
Ce.A.S. s.r.l. 23
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
1, evolve fino a raggiungere la frontiera stabilita dai parametri efficaci (percorso 1-B-C), mentre il relativo
stress path totale raggiunge il punto C ancora all’interno del dominio funzione di S u.
Perché il percorso di carico non sia condizionato da Su, è necessario specificare un valore molto elevato
della resistenza a taglio.
u0
0 TSP A
u0
uC 0
uA
C
uC
TSP 1
C
ES ES
B
u1
P
P
1
1 A
2su
u1
A' uA
2su
ES BOUNDARY h' h
Figura 4-10: esempi di evoluzione dello stress path in condizioni non drenate
La rigidezza delle molle, in condizioni non drenate, è calcolata internamente da PARATIE, in base ai
moduli elastici efficaci.
4.4.4 Passaggio da condizioni non drenate a drenate
Uno strato di argilla può passare da comportamento iniziale non drenato a comportamento drenato e
viceversa: in queste circostanze, PARATIE opera come segue:
Passaggio da comportamento non drenato a drenato:
Durante le fasi in cui si assume comportamento non drenato, PARATIE può calcolare sia
l’evoluzione degli sforzi totali che di quelli efficaci e di conseguenza l’evoluzione delle pressioni
interstiziali che, in condizioni non drenate, dipendono dalle deformazioni subite dal terreno.
Il passaggio da condizioni non drenate a drenate consiste quindi semplicemente nel cambio di
logica alla base della valutazione degli incrementi di sforzo. In particolare, le pressioni dell’acqua
non dipendono più dalle deformazioni subite dal terreno, ma dalle sole condizioni idrauliche.
OSSERVAZIONE IMPORTANTE: nel caso in cui l’utente abbia disattivato l’opzione che indica a
PARATIE di stimare l’evoluzione degli sforzi efficaci in condizioni non drenate (vedi paragrafo
4.4.5), non è possibile simulare il passaggio a condizioni drenate.
Passaggio da comportamento drenato a non drenato:
all’inizio della fase i-esima in cui è avvenuto il passaggio, PARATIE calcola lo sforzo orizzontale
totale h,i ponendolo uguale allo sforzo totale nell’elemento nella fase precedente:
h,i=h,i-1 con
h,i-1=’h,(i-1) + ui-1
ove
’h,(i-1) sforzo orizzontale efficace nell’elemento terreno alla fine del passo precedente (i-1),
nel quale l’elemento si trovava in condizioni drenate
ui-1 pressione interstiziale nel terreno funzione della configurazione nel passo precedente
24 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Durante il processo iterativo nella fase i-esima, h,i verrà poi aggiornato in funzione degli
incrementi di deformazione che l’elemento subirà.
4.4.5 Comportamento semplificato in condizioni non drenate
In condizioni non drenate non è necessario fornire la coesione non drenata S u (fatte salve le avvertenze
sopra riportate), né il modulo elastico Eu.
È tuttavia possibile fare un’analisi semplificata specificando i soli parametri Su ed Eu. In questo caso
PARATIE controllerà il solo stato di sforzo totale, ignorando il criterio di rottura in termini di parametri
efficaci. In questo caso non è tuttavia possibile simulare il passaggio da condizioni non drenate a drenate.
OCR=1
Ce.A.S. s.r.l. 25
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
previsto in figura), si potrebbe passare direttamente dallo step 1 allo step 3. Viceversa, assumendo
condizioni non drenate durante le fasi di scavo, la simulazione dello step 2 è necessaria, altrimenti le
condizioni iniziali attuali (ovviamente drenate) non sarebbero riprodotte correttamente.
condizioni drenate —
permeabilità — —
26 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
ZPC
DZWT
LAYER 1
ZWT-DZWT
LAYER 2
ZSC
u(Z) = pore pressure
Z
LAYER 3 LAYER 3
LAYER 4 LAYER 4
ZBALANCE
Si assume che il flusso sia verticale, da monte verso valle e che la lunghezza totale L del tubo di flusso
sia pari alla lunghezza del tratto di diaframma immerso nel terreno in falda a monte più la lunghezza del
tratto a valle: si noti che PARATIE assume, come tratto impervio, un diaframma ipotetico, di spessore
trascurabile, fino alla profondità ZBALANCE in cui si ipotizza che il flusso si inverta. Questa
approssimazione mette in conto il minimo possibile percorso di flusso (sulla validità di tale scelta, per altro
obbligata, si consulti Lancellotta (1988)).
Sia:
Ce.A.S. s.r.l. 27
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Gli strati attraversati a monte e a valle vanno contati due volte. Si imponga la legge di Darcy, l’equazione
di continuità e la condizione approssimata che il gradiente idraulico sia costante all’interno del generico
strato: per ogni tratto i-esimo, possiamo dire che:
DHi
v Ki ed osservando che:
Li
DH j DH j , si elimina l'incognita v e si risolve rispetto alla generica perdita di carico DHi
Li
Ki
DHi DH
L
j Kj
j
La sommatoria va estesa a tutti i tratti a monte, fino al piede impermeabile, e per tutti gli strati a valle, dal
piede impermeabile, fino alla quota più alta del terreno in falda.
Nota, in ogni punto, la perdita di carico, possiamo calcolare la pressione dell'acqua, applicando il teorema
di Bernoulli:
u u( Z ) w ( ZWT Z k DHk )
in questa relazione la sommatoria deve essere estesa a tutti i tratti attraversati dal flusso per giungere in
questa posizione.
PARATIE assume che la filtrazione sia impedita da uno strato in condizioni non drenate: in questo caso si
determinano condizioni di tipo idrostatico e le pressioni interstiziali sono calcolate secondo i criteri esposti
nel paragrafo 5.2.
Alcune osservazioni:
• Questa soluzione è di prima approssimazione ma è accettabile, soprattutto nel caso di una sola
parete, perché in genere è in favore di sicurezza in quanto sovrastrima i gradienti idraulici, quindi le
forze di filtrazione; è pertanto pessimistica riguardo a condizioni di sifonamento (quick conditions) a
valle.
• D'altra parte, si può dimostrare che la distribuzione delle pressioni interstiziali sul diaframma è meno
gravosa che non nella soluzione esatta: ma questo fattore, di solito, gioca un ruolo meno importante
della componente efficace delle forze sulla parete.
• Se per uno strato non è definita la permeabilità, PARATIE considera tale strato praticamente
impermeabile (poiché assume un valore di default molto basso). Se non è mai definita la permeabilità,
per tutti gli strati è messo in conto il valore di default cosicché la filtrazione avviene in un mezzo
omogeneo (si noti che PARATIE assume che il moto di filtrazione si instauri comunque).
• Non è strettamente necessario che le unità di misura per la permeabilità siano congruenti con le unità
di misura delle altre grandezze ma è necessario che siano rispettati i rapporti fra i valori relativi ai
diversi strati.
28 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
• L'utente può esplicitamente definire il valore di ZBALANCE, modificando la scelta di default di PARATIE
(il programma assumerebbe, per ZBALANCE, la quota corrispondente all’estremità inferiore della
paratia): agendo su questo dato, si possono simulare varie situazioni, tra le quali:
a) Ponendo ZBALANCE ad una quota molto bassa, si ricostituisce una situazione in cui il regime
delle pressioni è totalmente disaccoppiato fra monte e valle (come se il piede del diaframma
fosse immerso in uno strato impermeabile): infatti, in questo caso la lunghezza L del tubo di
flusso tende ad un valore molto elevato, quindi il gradiente idraulico tende a zero; in definitiva
il fenomeno della filtrazione diviene trascurabile.
b) Ponendo ZBALANCE ad una quota più bassa rispetto al piede del diaframma, è possibile
“allungare” arbitrariamente il tubo di flusso: in tal modo è possibile riprodurre, con un po' di
tentativi, la distribuzione delle pressioni interstiziali nota attraverso un reticolo di filtrazione.
• Nel caso in cui esistano elementi SOIL al di sotto di ZBALANCE, a queste quote la pressione
dell'acqua viene calcolata ridefinendo, di volta in volta, la lunghezza del tubo di flusso (si suppone che
il tubo di flusso cambi direzione alla quota corrente in cui si trova l'elemento).
La figura 5-2 illustra alcune situazioni tipiche.
È necessario specificare, per tutti gli strati di terreno, il peso dell'acqua tenendo presente che PARATIE
non fa alcun controllo sul valore introdotto dall’utente.
Ce.A.S. s.r.l. 29
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
ZPC ZWT
ZPC
DZWT = 0 ZWT
DZWT
ZSC
ZSC ZWT-DZWT
ZBALANCE
ZPC
ZWT
ZWT
DZWT>0
ZWT-DZWT ZWT-DZWT
ZSC
IMPERVIOUS SOIL
BY IMPROVEMENT
k << k
IMPERVIOUS SOIL
Nel caso si specifichi una permeabilità
molto bassa in una zona del terreno, le
Una situazione del genere si può simulare perdite di carico si concentrano
ponendo ZBALANCE=- essenzialmente nello strato impervio ed
altrove si mantiene una distribuzione
idrostatica. Lo strato impervio, di norma,
deve possedere una buona coesione.
30 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
5.2 Calcolo delle pressioni interstiziali in presenza di terreno in condizioni non drenate
In generale, PARATIE assume che la presenza di una o più regioni di terreno in condizioni non drenate
impedisca l’instaurarsi di un moto di filtrazione.
Analizziamo dapprima il caso in cui esista una sola regione di terreno non drenato nel tratto interessato
dall’ipotetico tubo di flusso: è questo il caso in cui sono state attivate condizioni non drenate in un solo
strato, da una sola parte della parete.
In questo caso lo strato non drenato funge da barriera di separazione fra due regioni, una in diretta
comunicazione idraulica con il pelo libero a monte e l’altra con il pelo libero a valle.
In una generica regione di terreno in condizioni drenate, la pressione dell’acqua verrà calcolata mettendo
in conto il battente idraulico relativo alla parte on cui la regione è in diretta comunicazione. Nella figura
seguente sono illustrati alcuni casi possibili in questa situazione.
CASO 1 CASO 2
ZWT ZWT
ZWT-DZWT ZWT-DZWT
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
CASO 3 CASO 4
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
ZWT-DZWT
Figura 5-3: casi in cui esiste una sola regione non drenata
Nel caso 1, ad esempio la regione 3 di terreno è a monte ma in comunicazione idraulica con la freatica di
valle; nel caso 2 viceversa, la regione 2 di valle è in comunicazione idraulica con il battente di monte; nel
caso 3 le regioni 3, 4 e 5 sono in comunicazione idraulica con la freatica di valle ed in particolare nella
regione 3 la pressione negli interstizi è ovunque nulla. Nel caso 4 infine si hanno ovunque le medesime
condizioni di battente idraulico.
Ovviamente nelle regioni in condizioni non drenate la pressione interstiziale è nulla, o meglio non è
definita.
Analizziamo ora il caso in cui vi siano più regioni in condizioni non drenate: in questo caso, in generale,
potranno esistere regioni di terreno drenato comprese fra due regioni non drenate e quindi non in diretta
comunicazione né con la freatica di monte né con quella di valle.
Ce.A.S. s.r.l. 31
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
In linea di principio non è quindi possibile calcolare, per queste regioni, la pressione idrostatica. In questo
caso tuttavia PARATIE opera nel seguente modo:
• se si tratta del primo step dell’analisi (T=0), e quindi alle condizioni iniziali dell’analisi, PARATIE
attribuisce a queste regioni una quota della freatica corrispondente alla media tra la freatica di
monte e quella di valle.
CASO 1 - T = 0 CASO 2 - T = 0
=
ZWT - DZWT/2
=
ZWT - DZWT
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATO STRATO
IN CONDIZIONI IN CONDIZIONI STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE NON DRENATE NON DRENATE
CASO 3 - T = 0 CASO 4 - T = 0
=
= ZWT - DZWT/2
ZWT - DZWT
STRATO STRATO
IN CONDIZIONI STRATI IN CONDIZIONI IN CONDIZIONI STRATI IN CONDIZIONI
NON DRENATE NON DRENATE NON DRENATE NON DRENATE
Figura 5-4: pressioni interstiziali iniziali, caso con più regioni di terreno non drenate
• se si tratta di uno step successivo al primo, PARATIE attribuisce a queste regioni un valore di
pressione corrispondente allo step precedente.
ZWT - DZWT
STRATI IN CONDIZIONI
STRATI IN CONDIZIONI NON DRENATE
NON DRENATE
STRATO
STRATO IN CONDIZIONI
IN CONDIZIONI NON DRENATE
NON DRENATE
Figura 5-5: pressioni interstiziali nel generico passo i, caso con più regioni di terreno non drenate
È vivamente consigliato imporre, nelle condizioni iniziali, lo stesso battente idraulico a monte ed a valle.
32 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Consideriamo infine la situazione in cui esistono regioni di terreno in condizioni non drenate non
interferenti con il tubo di flusso.
ZWT
ZWT-DZWT
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
Ce.A.S. s.r.l. 33
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
5.3 Condizioni di stabilità del fondo scavo e uso della “Lining Option”
La simulazione dell’impermeabilizzazione del fondo scavo da parte di un elemento impervio può essere
fatta sostanzialmente in due modi:
1. simulando un “tampone”, cioè una porzione di terreno con permeabilità molto bassa rispetto
alla permeabilità del terreno naturale.
2. utilizzando la “Lining Option"
5.3.1 Simulazione di un tampone di fondo attraverso uno strato impervio.
Assumiamo che, a partire da una certa fase in poi, sia stata simulata la realizzazione di un tampone
impervio; per semplicità assumiamo che il terreno naturale sia incoerente.
L’acqua all’interno dello scavo viene “rimossa” specificando un abbassamento DZWT>0 della freatica di
valle.
Nel caso in cui la freatica di valle sia portata al di sotto dell’intradosso del tampone (caso A in Figura 5-7),
vi sarà filtrazione nel solo terreno naturale e non vi saranno pressioni dell’acqua tali da vincere il peso del
tampone, il quale di per sé sarà stabile; il terreno al di sotto del tampone potrà contribuire alla resistenza
della parete se le forze di filtrazione (verso l’alto) non annullano lo sforzo verticale efficace.
Se la freatica a valle è al di sopra dell’intradosso del tampone (caso B in Figura 5-7), la perdita di altezza
piezometrica si dissiperà essenzialmente all’interno del tampone; nel terreno naturale vi sarà il battente
idrostatico di monte, ma le forze di filtrazione saranno trascurabili; questa situazione è fisicamente
possibile solo se la risultante delle pressioni dell’acqua all’intradosso del tampone non supera il peso
totale del tampone. Ponendo:
t= peso specifico totale del tampone,
detta condizione si verifica se:
t·ht w·zt
Se il peso del tampone è inferiore alla pressione dell’acqua all’intradosso del tampone stesso, questo va
stabilizzato con una zavorra o con tiranti, il cui effetto va introdotto in PARATIE attraverso un sovraccarico
equivalente qs a fondo scavo: tale sovraccarico deve essere maggiore o uguale a (w·ztt·ht)
ZPC ZPC
IMPERVIOUS SOIL
zt
ZWT-DZWT
DZWT > 0
ZSC ZSC
ht
ZWT-DZWT
DZWT > 0
IMPERVIOUS SOIL u
A B
34 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
ZPC
ZWT ZWT
DZWT = 0
ZSC
IMPERVIOUS BOUNDARY
Lining Option
un zn
ui zi
Profilo delle pressioni interstiziali assegnate
per punti: le coppie di valori (zi, ui) vanno
introdotte ordinandole per valori crescenti
z della quota z; possono essere assegnati al
massimo 100 punti per ogni lato
u1 z1
z1 u1
y
Figura 5-9: definizione delle pressioni interstiziali per punti
Ce.A.S. s.r.l. 35
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
u2 z2 u2 z2
Strato
y impermeabile y Strati
impermeabili
Figura 5-10: la simulazione di una falda sospesa Figura 5-11: la simulazione di una falda artesiana
In ogni punto lungo la parete, all'interno dell'intervallo lungo quale sono assegnati i valori tabellari,
PARATIE valuta il gradiente idraulico locale nel seguente modo: si calcolano le pressioni u A e uB in due
punti A e B vicini al punto in esame, tali che ZA < ZB. Il gradiente idraulico nel punto di coordinata Z
compresa tra ZA e ZB è dato dalla seguente espressione
i
u A u B w Z B Z A
w Z B Z A
Localmente si possono evidenziare discontinuità.
36 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
a) Ai fini del calcolo della filtrazione, si assume sempre che la paratia, a tutta altezza, rappresenti
una barriera impermeabile. In ogni step il programma considera impermeabile il diaframma
che si forma a seconda degli elementi di parete attivi in quello step.
b) Una volta determinate le pressioni, PARATIE PLUS assegna pressioni (eventualmente nulle)
a tutto il tratto compreso tra la freatica e il piede del diaframma. Nel caso di falda libera
(condizioni non confinate) le pressioni sono applicate a tutta la quota parte di parete immersa
nel terreno: con riferimento alla figura seguente, le pressioni sono assegnate lungo tutti i
segmenti tratteggiati. Al di sopra della freatica verrà assegnato un valore di pressione nullo,
ma il terreno sarà comunque considerato saturo.
Ce.A.S. s.r.l. 37
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
38 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
In realtà però il terreno, deformandosi, tende a dilatare. Definito ψ l'angolo di dilatanza, tra la
deformazione volumetrica v = (εv + εh )⁄2 e lo scorrimento massimo γ = |(εv − εh )⁄2| esiste una semplice
relazione di proporzionalità:
1 − tan ψ
v = −γ ∙ tan ψ ⟶ εv = −εh ∙
1 + tan ψ
Se si assume che la deformata sia lineare, si può calcolare la deformazione media di monte:
εM
h = δm ⁄λm = costante
si ha allora
M 1−tan ψ
εM
v = −εh ∙ 1+tan ψ
ossia
1 − tan ψ ℓm
𝐮𝐦 = −δm ( )∙
1 + tan ψ λm
ed un valore nullo in D.
ℓm
Il rapporto è cot BĈD vale a dire la cotangente dell'angolo che la presunta linea di demarcazione tra la
λm
regione che subisce deformazioni ed il resto del terreno forma con la verticale.
Il valore di ψ da assumere nei calcoli è il valore della dilatanza a collasso. In mancanza di dati più precisi
si può assumere
ψ = ϕ − ϕcv
ove ϕcv è l'angolo di attrito a volume costante che per terreni sabbiosi può essere assunto uguale a 30°;
ψ non può mai essere negativo.
Questo approccio ingegneristico non può essere generalizzato: quando l'interazione terreno-struttura è
complessa, uno schema semplice come quello proposto da PARATIE può non essere aderente alla
realtà; in tal caso è bene ricorrere ad una schematizzazione del continuo bidimensionale con un
approccio agli elementi finiti piani, o con un metodo alle differenze finite. Tuttavia si propone una semplice
estensione per applicare il metodo anche a diverse situazioni di vincolo della parete.
Consideriamo un generico punto C sulla parete, a quota z: la rotazione della parete 𝜃𝐶 in questa posizione
definisce la direzione della tangente alla deformata in C (Figura 6-2, a sinistra).
Consideriamo ora una fittizia paratia a mensola, rappresentata da quella tangente, al di sopra di C, che
ruota rigidamente attorno a C. Se assumiamo che la parete sia rigida, lo spostamento laterale fittizio a
testa paratia, associato a tale rotazione è
𝑦𝑍𝐶𝑇𝑂𝑃 = 𝜃𝐶 ∙ (𝑧𝑇𝑂𝑃 − 𝑧𝐶 )
A questo problema fittizio, possiamo quindi applicare le equazioni prima ricavate e valutare i cedimenti
associati a tale deformata, prendendo ℓm = (𝑧𝑇𝑂𝑃 − 𝑧𝐶 ). Se ripetiamo tale procedura per una serie di punti
C differenti lungo la parete, possiamo sommare algebricamente tutti i contributi, ottenendo così un profilo
complessivo dei cedimenti in superficie che incorpora, in qualche modo, la deformata non di mensola
della paratia.
Quando il piede della parete subisce un movimento significativo, è necessaria un'ulteriore correzione:
viene generato (quando possibile) un punto fittizio (chiamato pivot nel seguito) legato allo spostamento e
alla rotazione del piede (P in Figura 6-2). Applicando le medesime equazioni con riferimento a tale
problema, si ottiene un ulteriore termine da sommare algebricamente al resto dei contributi.
Ce.A.S. s.r.l. 39
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Si pone poi il dubbio se sia lecito applicare o meno lo stesso fattore correttivo legato alla dilatanza e il
ℓ
medesimo rapporto m a tutti i contributi parziali. Alla luce delle drastiche approssimazioni insite in questo
λm
metodo, PARATIE PLUS non fa alcuna distinzione e utilizza sempre i medesimi fattori.
Secondo la Figura 6-2, a destra, talora non è possibile definire P, con ciò rendendo impossibile
l'applicazione di questo metodo.
𝑦𝑍𝐶𝑇𝑂𝑃
𝑧𝑇𝑂𝑃 − 𝑧𝐶
𝜃𝐶
TOE
P non può essere
𝑦(𝑧𝐶 ) calcolato
C
TOE
TOE
P P può essere
calcolato
40 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Figura 6-3: Symbols and concepts in Boone & Westland (2005) method
1. Sulla base della geometria dell'opera e delle caratteristiche del terreno, si calcolano il massimo
spostamento laterale della parete 𝛿ℎ𝑚𝑎𝑥 e della superficie 𝛿ℎ𝑠𝑚𝑎𝑥 .
2. La deformata della parete viene suddivisa in due contributi principali, ossia uno spostamento
rigido (spandrel displacement) e una deformazione convessa legata alla deformabilità della
parete. Per ciascun contributo viene calcolata l'area sottesa al diagramma delle deformazioni (A hs
e Ahc) attraverso opportune equazioni.
3. I cedimenti verticali, a loro volta suddivisi in due contributi apportati dalle due componenti della
deformata, vengono stimati a partire dal calcolo dell'area sottesa a ciascuno di essi (Avs per la
componente rigida e Avc per quella convessa), come un'opportuna percentuale di Ahs o Ahc.
4. Noti Avs e Avc h, i massimi cedimenti 𝛿𝑣𝑠𝑚𝑎𝑥 e 𝛿𝑣𝑐𝑚𝑎𝑥 sono calcolati sulla base di andamenti noti
lungo la superficie.
5. Infine, il cedimento totale, nel generico punto in superficie ad una distanza 𝑑 dalla parete, è
calcolato sommando i due contributi: vale a dire 𝛿𝑣 (𝑑) = 𝛿𝑣𝑠 (𝑑) + 𝛿𝑣𝑐 (𝑑) .
Per la stima dei cedimenti nell'ambito di PARATIE PLUS, si utilizzeranno solo in parte le indicazioni di
questo metodo, come illustrato nel seguito.
Prima di tutto, occorre osservare che, nell'ambito di PARATIE PLUS, gli spostamenti laterali 𝑦(𝑧) are
sono calcolati tramite l'usuale procedura numerica non lineare. Tale calcolo, quindi, si sostituisce alle
valutazioni di cui ai punti 1 e 2 sopra elencati.
Pertanto, l'area Aht sottesa alla deformata totale è:
𝑧
Aht = ∫𝑧 𝑡𝑜𝑝 𝑦(𝑧)𝑑𝑧
𝑡𝑜𝑒
La parte Ahs associata a roto-traslazione rigida (spandrel) è approssimata dalla seguente espressione
(vedi Figura 6-3):
Ce.A.S. s.r.l. 41
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
dove si assume 𝐷𝑠 ≈ 1.2 𝐻𝑒 . Si noti che 𝐻𝑒 è valutato come l'altezza di una parete virtuale al di sopra di
un punto di rotazione (al di sotto del piede, coincidente con P in Figura 6-2).
Analogamente, i contributi associati alla parte convessa, sono calcolati tramite le seguenti equazioni:
2
1 𝐴𝑣𝑐 1 𝑑−𝑑𝑚𝑖𝑛
𝛿𝑣𝑐𝑚𝑎𝑥 = ; 𝛿𝑣𝑐 (𝑑) = 𝛿𝑣𝑐𝑚𝑎𝑥 ∙ 𝑒 −2( 𝑖
)
2 [1−Φ(0,𝑑𝑚𝑖𝑛 ,𝑖)]√2𝜋∙𝑖
dove si assume
𝑥−𝑑𝑚𝑖𝑛 2
𝐷𝑐 −𝑑𝑚𝑖𝑛 𝑑 1 −1
2( )
𝐷𝑐 ≈ 2 ∙ (0.6 ∙ 𝐻𝑤 ); 𝑑𝑚𝑖𝑛 ≈ 0.35 ∙ 𝐻𝑤 ; 𝑖 = ; Φ(0, 𝑑𝑚𝑖𝑛 , 𝑖) = ∫0 𝑚𝑖𝑛 𝑒 𝑖 𝑑𝑥
4.5 𝑖∙√2𝜋
𝐷𝑠 , 𝐷𝑐 e 𝑑𝑚𝑖𝑛 nelle espressioni qui sopra differiscono leggermente da quelle indicate in origine (vedi
Figura 6-4 e il riferimento citato).
𝐷𝑠 𝐷𝐶
𝑑 𝑦(𝑧𝑡𝑜𝑝 ) 𝑑
𝐻𝑒𝑥𝑐𝑎𝑣𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛
𝐻𝑒𝑥𝑐𝑎𝑣𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛
≈ 0.6 𝐻𝑤
𝛿𝑣𝑐 (𝑑)
𝛿𝑣𝑠 (𝑑)
𝐻𝑤
𝐻𝑤
𝑖 𝑑𝑚𝑖𝑛
𝐻𝑒
Thrust resultant
𝑦(𝑧𝑡𝑜𝑒 )
Figura 6-4: Metodo di Boone & Westland (2005) - assunzioni Paratie Plus
42 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
𝐸𝑖 è il modulo elastico iniziale (ossia a piccole deformazioni) della formazione argillosa. Tali parametri
possono essere difficilmente messi in relazioni con i dati standard previsti da PARATIE PLUS: pertanto
devono essere assegnati dall'utente fra le proprietà di analisi (eventualmente accettando i default
proposti).
Noto 𝛿𝑉𝑚𝑎𝑥 , il profilo dei cedimenti a monte dello scavo è valutato sulla base del seguente schema
trilineare:
𝑑/𝐻𝑒
4 3 2 1
0.
𝛿𝑣 /𝛿𝑣𝑚𝑎𝑥
0.1 0.2
0.4
𝐻𝑒
0.6
0.8
1
Ce.A.S. s.r.l. 43
Modulo PARATIE - Teoria
In tal caso, il contributo allo stato tensionale verticale e orizzontale nel terreno, dovuto al solo plinto, è
rappresentato da una distribuzione complessa. Sforzi verticali ed orizzontali di intensità significativa
perturbano lo stato di sforzo geostatico in una zona di influenza limitata.
Per tener conto di questo effetto, in PARATIE si può operare in due modi:
1. Se il plinto è distante dalla parete e il carico non è troppo elevato, si può schematizzare tale
effetto attraverso un carico Q equivalente, oppure
2. si può assumere che il carico concentrato induca, nel terreno, prima di uno scavo, uno stato di
sforzo addizionale, che si somma a quello geostatico, all'inizio dell'analisi.
Nella seconda ipotesi, lo sforzo orizzontale efficace ’h nella prima fase dell'analisi, in tutti gli elementi
molla (sia a monte che a valle), è calcolato come:
Ce.A.S. s.r.l. 45
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
h,' el q sencos2
'
h,el
v,' el q sencos2
q
r1
r2
In questo caso, per determinare ’h, occorre avvalersi di una formulazione relativa ad un problema
assialsimmetrico: PARATIE utilizza le equazioni riportate da Poulos & Davis (1974) e relative ad una
fondazione circolare su semi-spazio elastico omogeneo ed isotropo. La soluzione per fondazione anulare
è ricavata per differenza tra due soluzioni relative a fondazioni di raggi r2 ed r1. La soluzione in questo
caso dipende dal coefficiente di Poisson del terreno, per il quale PARATIE assume un valore fisso pari a
0.20.Occorre notare che la valutazione di tali formule comporta l'integrazione di complesse funzioni
matematiche, con metodi numerici che talora non convergono. In queste circostanze il programma
subisce una repentina interruzione.
Ritornando ad un problema piano nelle deformazioni, negli elementi a valle, ’v non risente della
presenza di fondazioni nastriformi; a monte, invece, si tiene conto, in tutte le fasi, di un incremento ’v
calcolato nel seguente modo.
46 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
dy
DY B y
QF
ZF QF(y)
ZETA
L(y)
Figura 7-4
’v,1 = 0
se ZETA < ZF - DY tg()
DY B
QF(y)
’v,1 =
DY
L(y)
dy
ove
QF(y)=QF se y (ZF-ZETA)/tg()
QF(y)=0 se y<(ZF-ZETA)/tg()
L(y) = y + (ZF-ZETA)/tg()
Si confronta tale valore con quello fornito dalla relazione in figura 7-2 e si sceglie il massimo:
Ce.A.S. s.r.l. 47
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
- allo sforzo verticale geostatico viene aggiunto ’v = max(’v,1,’v,el) valutato secondo i criteri
esposti nel paragrafo 7.1 (Figura 7-2, Figura 7-3Figura 7-4);
- lo sforzo laterale ’h varia di conseguenza, in funzione dell’incremento di carico verticale, secondo i
criteri esposti nel paragrafo 4.3: in pratica l’incremento di sforzo orizzontale è legato ’v attraverso
un coefficiente che dipende da K0 o dai coefficienti di spinta a rottura.
In pratica, l’applicazione di un sovraccarico nastriforme, in una fase successiva alla fase zero, determina,
a monte della parete, un incremento di sforzo verticale secondo una distribuzione particolare. Gli
incrementi di sforzo laterale seguono il medesimo criterio applicato agli incrementi dovuti, ad esempio, ad
una variazione di sforzo litostatico.
7.3 RIMOZIONE DI CARICHI NASTRIFORMI
Ogni carico nastriforme può essere rimosso. La sua scomparsa determina la rimozione, a monte della
paratia, della distribuzione di sforzi verticali aggiuntivi a quelli geostatici. Di conseguenza, a causa di un
decremento di ’v, lo sforzo ’h decresce secondo i criteri esposti nel paragrafo 4.3
48 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
In sostanza, il rispetto delle condizioni limite attive e/o passive sono imposti lungo tratti finiti di parete
piuttosto che in ciascun elemento terreno. Più in particolare, come per ogni elemento terreno a quota Z, la
pressione limite minima (limite attivo) viene calcolata in modo da garantire le seguenti due condizioni
(Figura 8-1):
1. La spinta complessiva tra la parte superiore della parete e la quota Z deve essere maggiore o
uguale alla spinta attiva complessiva calcolata secondo la classica assunzione del fluido
equivalente;
0 0
SA ,MIN 'A (z) dz K A ( 'v (z) 2c' K A dz
Z Z
2. Prendendo in esame ogni possibile porzione di terreno tra la quota Z e una generica quota Zj>
Z, occorre garantire che la risultante delle spinte sulla parete verticale di questo cuneo sia
compatibile con le condizioni di equilibrio limite del cuneo stesso, assumendo che alla quota
superiore di questo agisca uno sforzo verticale (diverso da quello calcolato secondo l'ipotesi
del fluido equivalente) ma che sia in grado di rispettare le condizioni limite attive tra lo sforzo
orizzontale (noto) e quello verticale a quota Zj. La risultante attiva che rappresenta il valore
minimo "locale" da garantire è calcolata attraverso la seguente espressione:
K q
Zj
SA ,MIN, j A min
'v (z) 'v ( Z j ) 2c' K A dz
Z
con qmin calcolato come indicato in (Figura 8-1) (2):
(1) (2)
0 0
'v c'
qmin
'h
'h(Zj)
Ce.A.S. s.r.l. 49
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
La pressione limite attiva alla generica quota viene quindi determinata come il minimo valore in grado
di soddisfare entrambe le condizioni. Si noti che il rispetto della seconda condizione comporta il calcolo
della risultante delle spinte attive relative a tutti i possibili conci che si possono formare tra una generica
quota al di sotto del piano campagna e la quota in esame. L'algoritmo comporta quindi un onere di calcolo
maggiore e in genere un maggior numero d'iterazioni rispetto al metodo classico. L'algoritmo impone che
tutti gli elementi SOIL relativi a un lato della parete appartengano ad un solo gruppo e che siano ordinati
dall'alto verso il basso.
Il progettista deve inoltre ricordare che le azioni interne nella parete stimate con questo metodo sono
in genere minori di quelle valutate con l'approccio classico.
L'utente può specificare un valore minimo oltre al quale non ridurre la spinta limite: tale valore viene
espresso come una percentuale della spinta attiva classica.
Tra le limitazioni all'uso di questo metodo, la più importante è l'impossibilità di attivarlo in presenza di
elementi CLAY in condizioni non drenate.
Diamo infine atto che questi criteri sono stati proposti dagli Autori citati (Pappin et al. (1985)) i quali,
oltre ad avere presentato tale proposta in diversi pubblicazioni, hanno anche incluso tale metodo in un
loro programma di analisi per opere di sostegno, Frew, un concorrente riconosciuto del nostro codice.
Tuttavia, facciamo notare che esistono differenze piuttosto rilevanti tra PARATIE e Frew, in modo da
rendere l'implementazione di tali algoritmi differenti così come i risultati ottenuti non uguali. Per quanto di
nostra conoscenza, tali algoritmi non sono coperti da alcun brevetto.
50 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
1st
stage
temporary
wall
Ce.A.S. s.r.l. 51
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Si raccomanda in generale di condurre un calcolo preliminare disattivando l'opzione GAP non lineare,
la quale andrà eventualmente utilizzata solo successivamente, se necessario.
Il manuale degli esempi comprende un esempio molto semplice che illustra la logica di questo
algoritmo.
9.2 Metodi per imporre condizioni al contorno non lineari
Il metodo dei moltiplicatori di Lagrange prima accennato è un metodo matematico largamente in uso
nella Meccanica Razionale, per imporre dei vincoli lineari o non lineari. Se applicato nell'ambito di un
programma strutturale agli elementi finiti, il metodo richiede l'attivazione, tra i gradi di libertà nel modello,
di nuove variabili corrispondenti con le forze di vincolo. Per una brevissima introduzione a questo metodo,
consideriamo un semplice modello strutturale di 2 nodi, e supponiamo che per ogni nodo la sola
traslazione laterale q sia attiva come grado di libertà. Se dovessimo voler imporre che lo spostamento
laterale dei due nodi sia lo stesso, potremmo scrivere:
g q2 q1 0
Supponiamo ora che le equazioni di equilibrio possano essere ottenute imponendo la stazionarietà di
una certa funzione potenziale W (ad esempio, nella classica Scienza delle Costruzioni, questo funzionale
corrisponde all'energia potenziale totale) Se vogliamo che valga la condizione g = 0, possiamo
considerare una funzione "aumentata" WL = W + • g, in cui abbiamo introdotto l'ulteriore parametro
ignoto . Nulla viene aggiunto a W a patto che condizione vincolo g = 0. sia garantita. Se assumiamo che
sia anch'essa una variabile indipendente (un nuovo grado di libertà) del problema, dobbiamo imporre la
stazionarietà della funzione aumentata rispetto anche a questa variabile. Otteniamo in questo modo
un'equazione in più che permette di determinare simultaneamente gli spostamenti q, rispettosi del
vincolo, e la variabile , che assume il significato di reazione nel vincolo stesso.
Esempio:
L'energia potenziale totale W = E -U = energia elastica meno potenziale carichi, è:
3 EJ 3 EJ
W 12 3 1 q12 12 3 2 q22 F1 q1 F2 q2
L L
La funzione aumentata WL è
3 EJ 3 EJ
WL 12 3 1 q12 12 3 2 q 22 F1 q1 F2 q 2 q2 q1
L L
Le condizioni di stazionarietà sono
WL 3 EJ1 constraint g= q2- q1=0
0 q 1 F1 0
q 1 L3 F1 q1 F2 q2
WL 3 EJ 2
0 q 2 F2 0
q 2 L3
WL
0 q 2 q 1 0 EJ1 EJ2 L
In forma matriciale il sistema risolvente è
52 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
3 EJ1
L3 0 1
3 EJ 2 q1 F1
0
1 q 2 F2
L3
0
1 1 0
Lo Jacobiano (matrice di rigidezza) è ancora simmetrico, ma un termine diagonale nullo appare in
corrispondenza della terza equazione. Tuttavia il sistema può essere risolto facilmente, se il modello
strutturale è stabile. Occorre notare che la terza non è un'equazione di equilibrio, ma una condizione di
congruenza.
In analisi non lineari con il contatto, sorgono molti altri aspetti delicati a causa della natura altamente
non lineare dei vincoli. Tale metodo deve quindi essere utilizzato in forma incrementale, nei processi
iterativi. In alcuni casi, secondo la natura del vincolo, la simmetria della matrice Jacobiana viene persa e
la quantità di memoria per memorizzare le matrici può crescere significativamente.
Per modellare condizioni di vincolo complesse, nei codici di calcolo general purpose vengono spesso
preferiti altri metodi (Penalty Method e Augmented Lagragian Method ) principalmente perché non
richiedono l'introduzione di ulteriori incognite.
Il PENALTY METHOD impone le condizioni di vincolo volute correggendo opportunamente la matrice
di rigidezza del sistema privo di vincoli; è un modo molto semplice ed efficace soprattutto se si tratta di
applicare dei vincoli esterni, ma può comportare difficoltà numeriche specie quando devono essere forzati
vincoli interni. In PARATIE questo metodo è utilizzato per applicare condizioni di vincolo esterne.
L'AUGMENTED LAGRAGIAN METHOD è un algoritmo che consente di forzare le condizioni di vincolo
con una tecnica assimilabile al PENALTY METHOD senza peggiorare il condizionamento numerico delle
matrici del sistema risolvente.
Vediamo in dettaglio questo metodo, con riferimento all'esempio di prima. Consideriamo la seguente
q2 q1
1 2
versione della funzione aumentata, a cui aggiungiamo ora un nuovo termine, 2 , detto
penalty, anch'esso nullo se il vincolo è rispettato.
3 EJ 3 EJ
WL 21 3 1 q12 21 3 2 q22 F1 q1 F2 q2 q2 q1 21 q2 q1
2
L L
Imponendo la stazionarietà si ha
WL 3 EJ1
0 q1 F1 q1 q2 0
q1 L3
WL 3 EJ2
0 q2 F2 q2 q1 0
q2 L3
WL
0 q2 q1 0
in termini matriciali
3 EJ1
L3 1 q F
3 EJ2 1 1
1 q2 F2
L3
1 1 0 0
Ce.A.S. s.r.l. 53
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Di per sé, l'introduzione del termine di penalty non semplifica la soluzione. Tuttavia fornisce uno
spunto per risolvere il problema, per via iterativa, senza esplicitamente introdurre, come variabile
indipendente,
Riscriviamo il sistema, limitatamente alle prime due equazioni, in questo modo
3 EJ1
L3 q1 F1
3 EJ2
q 2 F2
L3
È semplice rendersi conto che la forza che nasce per effetto del vincolo è
q2 q1
e si compone di due contributi, il primo rappresentato dal moltiplicatore di Lagrange e il secondo
legato al penalty: quest'ultimo diminuisce al crescere della precisione con la quale è rispettato il vincolo.
Pensiamo di conoscere una stima iniziale di : possiamo valutare, tramite le due equazioni nelle
sole incognite cinematiche, una stima di q1 e q2.
Possiamo poi aggiornare ottenendo una nuova stima
1 0 q2 q1
Quindi possiamo calcolare una nuova stima di q1 e q2, e procedere iterativamente fino al
raggiungimento di una soluzione con tolleranza voluta. La velocità di convergenza cresce all'aumentare
del parametro . Se quest'ultimo è di parecchi ordini di grandezza superiore ai termini della matrice di
rigidezza non vincolata, l'algoritmo degenera nel metodo PENALTY, algoritmo che tuttavia presenta
problemi di arrotondamento che possono compromettere la qualità della soluzione. Viceversa, pur
accettando un maggior numero di iterazioni, con la tecnica qui presentata è, in genere, possibile ottenere
una soluzione rispettosa dei vincoli introducendo valori di non troppo elevati (solo di uno o due ordini di
grandezza superiori ai termini della matrice di rigidezza non vincolata).
Si osservi che questo modo di procedere si basa su un appoccio (algoritmo di Uzawa) molto generale
adatto per la soluzione di problemi con struttura matematica simile a quello in esame.
Poniamo, a titolo d'esempio
da cui si ha
3 EJ1 3 EJ2
K11= =1350 K22= =450
L3 L3
Con il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, la soluzione è
q1 =q2 = 15 ; =11250
La soluzione, ottenuta iterativamente, con il metodo AUGMENTED LAGRAGIAN, converge tanto più
rapidamente, quanto maggiore è
Poniamo
K 11 K 22
con K e 1,
K 2
54 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Vediamo, dai grafici seguenti, che la soluzione converge alla soluzione esatta con poche iterazioni, già
per un valore basso del penalty dello stesso ordine di grandezza dei termini della matrice di rigidezza
strutturale (=1). Con =100, ossia con un penalty di due ordini di grandezza maggiore, la convergenza è
immediata.
15.5 25
15 20
14.5
15
q2
q1
14
10
(β/K)=1 (β/K)=10 (β/K)=100
13.5 (β/K)=1 (β/K)=10 (β/K)=100
5
13
0
12.5
0 2 4 6 8 10 12 14 16
0 2 4 6 8 10 12 14 16
n ite n ite
12000
10000
8000
4000
2000
0
0 2 4 6 8 10 12 14 16
n ite
Ce.A.S. s.r.l. 55
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
56 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
all'interno dell'elemento si ricostruiscono, grazie alla memorizzazione dei necessari operatori matriciali
relativi al passo precedente, le variabili incrementali interne
𝛿𝑢𝐵 = {𝛿𝑢5 𝛿𝑢6 𝛿𝑢7 𝛿𝑢8 }
è quindi possibile controllare il rispetto del legame costitutivo delle cerniere e, eventualmente,
modificarne lo stato.
Sulla base della nuova configurazione per le cerniere plastiche, possono ora essere aggiornate la
matrice di rigidezza e le forze nodali equivalenti, relative a tutti i gradi di libertà da 𝑢1 a 𝑢8 .
𝐾𝐹𝐹 𝐾𝐹𝐵 𝑅
𝐾=[ 𝑡 ] e 𝑅 = [ 𝐹]
𝐾𝐹𝐵 𝐾𝐵𝐵 𝑅𝐵
dove 𝐾𝐹𝐹 , 𝐾𝐹𝐵 e 𝐾𝐵𝐵 sono sottomatrici quadrate di ordine 4.
Infine, i termini relativi ai g.d.l. da 𝑢5 ... 𝑢8 vengono eliminati. La matrice di rigidezza e le forze nodali
condensate sono quindi assemblate nel sistema generale. Ad esempio la matrice di rigidezza condensata
̂ è data dall'espressione:
𝐾
̂ = 𝐾𝐹𝐹 − 𝐾𝐹𝐵 ∙ 𝐾𝐵𝐵
𝐾 −1 𝑡
∙ 𝐾𝐹𝐵
È importante osservare che la condensazione statica è sempre possibile perché 𝐾𝐵𝐵 è sempre
̂ è identicamente nulla (in
invertibile. Ovviamente se entrambe le cerniere sono in condizione plastica, 𝐾
assenza di incrudimento).
Questo modo di procedere è quello di default (METHOD=0). In alternativa, l'utente può selezionare
altri due algoritmi, precisamente:
1 PENALTY (METHOD=1): in questo caso, in corrispondenza di ogni
cerniera interna viene applicata una molla rotazionale elastoplastica. La
rigidezza di tale molla è valutata internamente dal programma, come
𝐸∙𝐽
𝐾𝑠𝑝𝑟𝑖𝑛𝑔 =
𝐿ℎ
con
𝐿ℎ = lunghezza fittizia della tratto in cui si può pensare si sviluppino
deformazioni plastiche. PARATIE assume
3 12𝐽
𝐿ℎ = min (5%𝐿, √ ) 𝐾𝑠𝑝𝑟𝑖𝑛𝑔
𝐵
Ce.A.S. s.r.l. 57
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
𝐸∙𝐽
𝐾ℎ𝑎𝑟𝑑 = ℎ ∙ 𝐾𝑠𝑝𝑟𝑖𝑛𝑔 = ℎ ∙
𝐿ℎ
58 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Ce.A.S. s.r.l. 59
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
accettabili devono essere stabiliti di volta in volta, tenendo conto delle ipotesi fatte nell'introdurre i
parametri di calcolo.
Nel valutare il grado di sicurezza del progetto, non ci si deve comunque limitare a questo tipo di verifiche.
È necessario garantire anche la stabilità dell'insieme parete-terreno, analizzando meccanismi di collasso
quali quello nella figura seguente.
60 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Ce.A.S. s.r.l. 61
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
NODE j
j uj d
Inertia,Area
i
ui
NODE i
Ipotizziamo ora che tra le due parti, in corrispondenza dell'asse mediano, si sviluppi uno scorrimento
relativo verticale 𝑠, tra le due parti come indicato nella Figura 11-4. Assumendo per ipotesi, che la
rotazione della faccia di ciascuna sottoparte sia pari a 𝜃, ossia alla rotazione complessiva, con riferimento
alla figura seguente, possiamo quindi esprimere gli spostamenti dei punti A e B di estremità delle due
sotto-parti, in funzione dei gradi di libertà 𝑢𝑘 , 𝜃𝑘 , 𝑠𝑘 del nodo di incidenza k-esimo.
𝑢𝐴,𝐵 = 𝑢𝑘 spostamento laterale
𝜃𝐴,𝐵 = 𝜃𝑘 rotazione
𝑑 𝑠
𝑤𝐴,𝐵 = ∓ (𝜃𝑘 ∙ + 𝑘 ) spostamento verticale (positivo verso l'alto)
2 2
w
B sk /2
uk sk /2
u
A B
k
k A
d d
2 2
Figura 11-4: l'elemento CWALL - deformazione per scorrimento della sezione trasversale
62 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
È importante notare che 𝑠𝑘 , in questa formulazione, è un ulteriore grado di libertà nodale, condiviso da
tutti gli elementi convergenti al nodo 𝑘. In altre parole, per ogni nodo viene introdotta una nuova
equazione nel sistema risolvente.
In base alle relazioni cinematiche precedenti, partendo dalla classica matrice di rigidezza di un
elemento trave (colonna) corrispondente alla singola sottoparte, è possibile calcolare i contributi alle forze
nodali e alla matrice di rigidezza dell'elemento nel suo complesso.
Per ottenere, tuttavia, un elemento che, nel complesso incorpori il comportamento del giunto, è
necessario aggiungere, alle matrici complessive dell'elemento, i contributi legati al legame costitutivo del
giunto stesso.
Ipotizziamo quindi che la rigidezza della giunzione possa esprimersi attraverso un parametro costante
𝑘 che lega l'azione q per unità di lunghezza che le due parti si scambiano attraverso il giunto. Con
ulteriore approssimazione, assumiamo che tale effetto possa essere concentrato ai nodi di estremità,
attraverso l'introduzione di molle concentrate di rigidezza
𝐿
𝐾=𝑘∙ con L=lunghezza dell'elemento.
2
In sostanza, gli effetti delle giunzioni sono concentrati ai nodi, pensando che la forza di scorrimento
scambiata in corrispondenza del generico nodo dipenda solo dallo scorrimento che si sviluppa in quel
nodo. Tale ipotesi è necessaria per coerenza con il fatto che la l'azione assiale lungo il sotto-elemento è
costante.
Pertanto, in presenza di uno scorrimento 𝑠𝑘 , l'azione concentrata scambiata tra le due sotto-parti, sarà
pari a
𝑄𝑘 = 𝐾 ∙ 𝑠𝑘
𝑄𝑘 B
𝑠𝑘
A
𝑄𝑘
e il contributo alla matrice di rigidezza, in questo caso relativo al solo termine diagonale associato al
grado di libertà 𝑠𝑘 , sarà pari a 𝐾.
Con il semplice legame di cui sopra, è anche possibile tenere conto di un comportamento elasto-
plastico della giunzione: chiamata py la resistenza unitaria della giunzione, la resistenza relativa al nodo è
pari a
𝐿
𝑃𝑦 = 𝑝𝑦 ∙
2
ed il legame può essere espresso dalla legge rappresentata in forma grafica nella seguente figura. In
questo caso si possono stimare gli scorrimenti irreversibili che si sviluppano lungo il giunto.
𝑄
𝑃𝑦
𝐾
𝑠
−𝑃𝑦
Ce.A.S. s.r.l. 63
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
giunzione
U sheetpiles
Inoltre, l'utente deve essere consapevole del fatto che, a causa della formulazione numerica sopra
descritta, talora può insorgere una situazione particolare nella quale l'analisi numerica rileva un collasso
complessivo dell'opera, incontra cioè un pivot negativo durante la soluzione del sistema di equazioni. Tale
circostanza si verifica quando si determinano le seguenti condizioni:
- Tutti gli elementi CWALL in un modello hanno una rigidezza della giunzione nulla oppure
quando, ovunque lungo la parete, la giunzione diviene plastica e, contemporaneamente
- Non esiste alcun elemento CSLIP per fissare almeno un grado di libertà 𝑠.
In tal caso può svilupparsi il meccanismo ad energia di deformazione nulla illustrato nella figura
seguente.
64 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Sebbene l'utente debba essere a conoscenza di questo comportamento, si può notare che tale
circostanza è abbastanza insolita in modelli ordinari.
Per le stesse ragioni di cui sopra, un modello di parete in cui non venga assegnata alcuna rigidezza
allo scorrimento e sia assegnato un solo elemento CSLIP è stabile (cioè la soluzione è possibile), ma il
comportamento a parete combinata non è attivato: in altre parole non sorgono forze assiali in entrambi
elementi solidi.
Nel manuale in linea e nell'interfaccia sono disponibili alcune procedure che permettono di stimare i
parametri di resistenza e deformabilirtà della giunzione nel caso di palancole a U o nel caso di berlinesi di
pali secanti.
11.4 Risultati
In corrispondenza di ogni nodo, sono calcolati i seguenti risultati:
cwall_moment
axial_right_leg
axial_left_leg
z
one_leg _moment
one_leg _shear one_leg _moment
one_leg _shear
joint_unit_shear_force
joint_ plastic_deformation
Ce.A.S. s.r.l. 65
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
66 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
12 ANALISI SISMICHE
12.1 Premessa
PARATIE consente analisi sismiche secondo il metodo pseudo-statico, del quale daremo nel seguito
brevi cenni, fornendo, per prima cosa, una brevissima anteprima degli aspetti salienti.
L'Analisi sismica pseudo-statica è un metodo ampiamente utilizzato nella progettazione di opere di
sostegno. Trae origine dalla proposta pionieristica di Mononobe & Okabe (M-O nel seguito), a cui si sono
aggiunte, nel corso degli ultimi decenni, diverse estensioni pubblicate, al fine di poter comprendere la
maggior parte degli aspetti che possono sorgere nella pratica. In sostanza il metodo consiste
nell'applicare staticamente alla parete e alla massa di terreno che interagisce con essa, un'accelerazione
sismica uniforme con componenti orizzontali e verticali. Il metodo M-O e sue estensioni offrono una
soluzione in forma chiusa della spinta totale terreno sulla parete, assumendo che la massa di terreno
spingente subisca scorrimenti plastici durante evento sismico, considerando così una parete sottoposta a
deformazioni rilevanti.
Per rendersi conto immediatamente dell'entità delle spinte sismiche previste da questo metodo, è
conveniente riferirsi alla proposta da Seed & Whitman ( 1970), secondo cui l'incremento sismico alle
pressioni statiche attive può essere approssimato da una distribuzione di pressione costante data dalla
seguente espressione
a
p E ,M O 0.375 H (12-1)
g
dove H è l'altezza della parete , il peso specifico medio del riempimento e a/g l'accelerazione sismica
normalizzata. La (12-1) vale rigorosamente per un riempimento granulare secco con un angolo di attrito
'= 35 ° ed un angolo di terreno - parete = ½ '.
Altri metodi, incluso il metodo di Wood ampiamente utilizzato nella pratica (Wood, 1973) ), forniscono
invece l'incremento sismico della spinta del terreno su una parete rigidamente vincolata in modo da
impedire apprezzabili deformazioni dell'insieme. Tale incremento è rappresentato da una distribuzione
costante di pressione data da:
a
p E ,Wood H (12-2)
g
Confrontando le formulazioni di cui sopra, ci si rende conto che, a parità di accelerazione, l'incremento
sismico della spinta per pareti rigide (12-2) può superare l'incremento di M-O (12-1) di un fattore
superiore a 2.5.
Alla luce di queste brevissime considerazioni, ci si rende immediatamente conto di quanto sia
importante selezionare il metodo appropriato per valutare le spinte sismiche, alla luce del comportamento
parete in esame; ma prima ancora è necessario stabilire il più appropriato valore dell'accelerazione da
introdurre nel calcolo, che nel seguito chiameremo ac, in rapporto all'accelerazione massima amax sismica
attesa per il sito in cui è posta l'opera.
Grazie alle opere fondamentali di Richard & Elms (1979), Whitman e Liao (1985) e in seguito altri
lavori, è stato chiaramente messo in luce il fatto che l'accelerazione di calcolo ac , minore di amax , deve
essere associata alle prestazioni richieste al muro piuttosto che alla massima intensità sito. La
prestazione richiesta, a sua volta, è stata identificata con il massimo valore tollerabile della deformazione
irreversibile subita dal muro in occasione dell'evento sismico di progetto.
Da allora, la maggior parte degli standard di progettazione come l'Eurocodice sono conformi a questo
approccio, noto come Metodo Prestazionale (Performance Design). Gli sforzi della ricerca sono stati
dedicati a estendere questo metodo, originariamente proposto per muri a gravità e, prima ancora, per il
pendii, ad altri tipi di strutture di sostegno, quali paratie a sbalzo o ancorate.
Questo aspetto pone problemi non trascurabili ad istituire criteri di calcolo generali, perché il metodo di
progettazione prestazionale, ossia quello appena definito, richiede il calcolo di una capacità ultima
Ce.A.S. s.r.l. 67
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Pertanto le spinte incrementali sismiche attive possono ridursi fino a una percentuale piuttosto bassa
delle spinte elastiche: per esempio, assumendo ac / amax 0,70, secondo l'equazione (12-3) , l'incremento
sismico di spinta attiva è solo il 26 % dell'incremento basato su un'ipotesi elastica.
Per affrontare un'analisi sismica pseudo-statica, occorre quindi chiarire due aspetti, in successione
logica:
1) quale valore di accelerazione deve essere considerata?
2) una volta stabilito il livello di accelerazione di progetto, come può essere applicata l'azione sismica?
Nei successivi paragrafi illustreremo brevemente i criteri per rispondere a queste domande.
S (a g / g ) S ag
kh cioè ah (12-4)
r r
68 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Il termine S·ag è l’accelerazione amax al piano campagna (dove si pensa sia posta più o meno l’opera di
sostegno) legata all’intensità sismica del sito (ag) ed al coefficiente d’amplificazione S funzione della
stratigrafia locale.
Il coefficiente r 1 è un parametro che permette di scalare l’intensità dell’azione sismica nel calcolo
delle azioni di progetto della struttura, e può assumere valori compresi fra 1 e 2, a seconda della tipologia
dell’opera in relazione al comportamento durante il sisma ed al danno permanente tollerabile.
Nel caso di opere di sostegno, EC8 propone alcune correlazioni che permettono di legare r all’entità
della deformazione accettabile dr. Allo scopo, è possibile utilizzare l’abaco della Figura 12-1, ricordando
tuttavia che, in presenza di terreni incoerenti saturi, si dovrà assumere comunque r=1.
ag / g
Figura 12-1: legame tra il coefficiente r e lo spostamento ammissibile secondo EC8 (tratta da Simonelli
(2004))
12.2.2 NTC2008
L'accelerazione di calcolo ah è legata all'accelerazione massima amax = S·ag dalla relazione:
nella quale
= coefficiente che tiene conto dell'asincronicità del moto lungo la parete
Ce.A.S. s.r.l. 69
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
1.80
0.12658 ln (12-6)
u s [ m]
con
us = deformazione anelastica che l’opera può tollerare senza riduzioni di resistenza, il cui valore deve
essere stabilito dal Progettista ma non deve superare lo 0.5% dell'altezza della parete.
v 2max a 3max
d perm 0.087
a 4y (12-7)
con
dperm = spostamento irreversibile del muro
vmax e amax = rispettivamente velocità ed accelerazione di picco del moto sismico alla base
ay = accelerazione che determina condizioni d’equilibrio limite del muro
ay potrà essere usato in luogo del valore di ah da introdurre nel calcolo delle spinte sismiche. In
analogia con NTC2008, il rapporto tra accelerazione di calcolo e massima accelerazione è dato dalla
seguente espressione
1
v 2max
4
ay
0.087 (12-8)
a max a maxd perm
Per l’uso di questa relazione, è necessario valutare v max , mentre amax può essere eguagliata ad S·ag.
Per una prima valutazione di vmax, è possibile fare riferimento alla Tabella 12-1.
Tabella 12-1: valori orientativi del rapporto vmax/amax
Stratigrafia vmax / amax
roccia pressoché affiorante >0.05 sec
0.10÷0.15 sec
terreno deformabile su substrato rigido (crescente al crescere della potenza dello strato
deformabile)
70 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
con vg velocità massima del suolo e Tc [sec] parametro di definizione dello spettro elastico,
dipendente, come S, dalla categoria del terreno di fondazione.
Successivamente, Whitman e Liao (1985), proposero la seguente correlazione:
9.4 a y
v2 a max
d perm 37 max e (12-10)
a max
Gli stessi Whitman e Liao (1985), introdussero dei coefficienti correttivi per tenere conto delle varie
sorgenti d’incertezza. Assumendo un coefficiente di sicurezza pari a 4, equivalente ad una probabilità del
95% di non superamento della soglia desiderata, proposero la seguente correlazione
ay 1 d a
0.66 ln all 2 max (12-11)
a max 9.4 v max
è bene ricordare che entrambe le formule qui riportate si riferiscono a muri di sostegno a gravità. Sono
da ritenersi pertanto puramente indicative se utilizzate per il calcolo di opere flessibili.
Rampello e Callisto (2008) propongono il seguente legame tra e lo spostamento sismico, chiamato
questa volta us:
u
ln s
ay B
(12-12)
a max A
Per le paratie, Callisto & Aversa (2008) raccomandano di porre A = -7.90 e B = 1.80 m, valori in base
ai quali è stato ricavato il grafico in figura 7.11.3 delle NTC2008, la cui espressione analitica è quella
riportata al paragrafo 12.2.2.
Un’ampia discussione sulla validità di questi e altri metodi simili è ritrovabile nel testo di Kramer
(1996), nelle Linee Guida dell’AGI (2005), nel Commentario ANIDIS-SSN (1998) oppure in Steedman
(1998).
Ce.A.S. s.r.l. 71
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
72 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
E d 12 * (1 k v )K A ,EH2 E ws E wd (12-13)
Il primo termine è la spinta attiva dovuta allo scheletro solido, il secondo termine E ws è la risultante
delle pressioni idrostatiche ed il terzo Ewd è la risultante delle sovrappressioni interstiziali.
I coefficienti di spinta attiva sono dati dalle seguenti espressioni:
sen 2 ( )
: K A,E 2
sen( )sen( )
cos sen sen( )1
2
sen( )sen( )
sen 2 (ψ θ) (12-14)
: K A,E
cos θsen 2 ψsen(ψ θ δ)
Operando nell’ambito del metodo agli stati limite, nelle formule precedenti, va introdotto l’angolo
d’attrito di calcolo, cioè tan(d)=tan(k) / M.
A seconda della definizione del peso specifico del cuneo e dell’angolo definito come l’angolo,
rispetto alla verticale, fra le azioni esterne orizzontali e quelle verticali agenti sul cuneo di spinta,
l’espressione generale può essere utilizzata per tre diverse condizioni nelle quali può trovarsi il rilevato.
Rilevato asciutto
Non c’è alcuna azione dovuta all’acqua: corrisponde alla configurazione originale ipotizzata da M-
O. Come peso specifico si deve assumere il peso secco d ; la forza orizzontale Fh è pari alla
massa del terreno moltiplicata per l’accelerazione orizzontale mentre la forza verticale F v è il peso
del cuneo incrementato o decrementato dall’accelerazione sismica verticale; quindi:
=d
Fh kh V d k
tan h (12-15)
Fv (1 k v ) V d 1 k v
ws = Ewd=0
In sostanza si assume che l’acqua, imprigionata negli interstizi, si muova insieme con il terreno:
l’accelerazione sismica agirà quindi sulla massa unitaria complessiva (terreno+acqua) del cuneo,
pari a sat. Si ammette che le pressioni interstiziali non subiscano variazioni ai fini del calcolo delle
azioni sulla parete. In questo caso l’equilibrio limite del cuneo è fatto al netto della risultante delle
azioni idrostatiche e quindi, nelle formule generali, si assumerà:
Ce.A.S. s.r.l. 73
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
=’
Fh' k h V sat kh
tan sat' (12-16)
Fv'
(1 k v ) V '
1 k v
Alla spinta efficace dovrà essere aggiunta la spinta idrostatica dell’acqua, mentre, per ipotesi, la
componente idrodinamica non può svilupparsi. Quindi:
ws = 12 w H
2
Ewd=0
Rilevato saturo a grana grossa (dinamicamente permeabile: k5·10-4 m/s)
Si ammette che l’acqua negli interstizi possa muoversi liberamente, indipendentemente dalle
deformazioni subite dal terreno: l’accelerazione sismica agirà quindi sulla massa della sola parte
solida del cuneo, pari a d. L’equilibrio limite del cuneo è fatto al netto della risultante delle
pressioni interstiziali e quindi, nelle formule generali, si assumerà:
=’
Fh' kh V d kh
tan d' (12-17)
Fv'
(1 k v ) V '
1 k v
In questo caso dovranno essere aggiunte sia la spinta idrostatica sia la sovraspinta idrodinamica
della stessa acqua di falda.
ws = 12 w H
2
Ewd= 7
12
k h w H'2 con H’ = altezza della freatica dal piede del muro
I coefficienti di spinta attiva determinati tramite la (12-14) sono usati da PARATIE sostituendoli a quelli
statici, nel caso di analisi sismica.
12.3.2 Coefficienti di spinta passiva sismici
Il metodo M-O fornisce anche una soluzione per condizioni passive, soluzione che tuttavia può non
essere conservativa quando si vuole tenere conto dell'attrito tra muro e terreno. Occorre quindi riferirsi ad
altre soluzioni.
Possono essere utilizzati, ad esempio, il metodo di Soubra (2000) oppure il metodo di Lancellotta
(2007): entrambi si basano sullo sviluppo di superficie di scorrimento curve e permettono una stima
ragionevole dei coefficienti di spinta passiva anche nel caso di parete scabra, al contrario del metodo di
M-O.
Il metodo di Soubra (2000) è da ritenersi un approccio cinematico nell’ambito dell’analisi limite:
pertanto i valori determinati da ritenersi stime per eccesso dei valori reali. Per questo motivo si
raccomanda cautela, specie nella valutazione dei parametri e ai cui i coefficienti Kp sono associati.
Il metodo di Lancellotta (2007) corrisponde invece ad un approccio statico che fornisce, quindi, una
stima per difetto della capacità portante: quindi una valutazione conservativa. L'interfaccia PARATIE
PLUS utilizzata questo metodo.
12.3.3 Caso di terreno stratificato
Nel caso di terreno stratificato si assegnano ai diversi strati di terreno i coefficienti KA e KP calcolati,
tramite le formule di M-O o attraverso le soluzioni alternative, in funzione dei parametri geotecnici dello
strato di pertinenza.
74 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Questo metodo è un'approssimazione ma è riconosciuto da vari Autori e linee guida (cfr. ad esempio
AGI (2005), oppure Callisto (2006)) ed è esplicitamente delineato anche da Normative Sismiche
internazionali, come, ad esempio, la Normativa Turca (NT (1998)).
'A z (1 k v )K d A , E 'V z se z zw
'A z (1 k v ) K d A ,E 'V z w K w A ,E 'V z 'V z w se z > zw
(12-18)
in cui z è crescente con la profondità, z w la posizione della freatica, KdA, E e KwA, E sono i coefficienti di
spinta attiva calcolati dalla (12-14) rispettivamente per rilevato omogeneo completamente secco e
completamente sommerso.
Tale distribuzione di spinte attive è continua ed ha una risultante che si avvicina con sufficiente
approssimazione alla risultante esatta calcolata con il metodo di Ebeling e Morrison.
La (12-18) è utilizzata in PARATIE con l’opzione di calcolo automatico delle spinte sismiche. Nel caso
passivo è utilizzata un’ovvia estensione della (12-18) in cui ai coefficienti di spinta attiva sono sostituiti
quelli di spinta passiva.
Ce.A.S. s.r.l. 75
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
z
1
2 * ( 1 k v )K A ,E H 2
H'
Ews Ews
Ewd Ww·kh Ewd
0.4 H'
questa spinta viene distribuita usando la seguente distribuzione (da monte verso valle):
7
qwd(z)= k h γ w H'z (12-20)
8
È opportuno ricordare che il valore di kh da introdurre in queste formule non dovrebbe tenere conto
delle riduzioni per effetto di eventuali dissipazioni plastiche di cui ai punti 12.2.1, 12.2.2 e 12.2.3.
76 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
ag Pd = (ag/g)
ΔPd Sγ H 2
E (12-21)
g = peso spec
=
Pd ✓ non dipende dal
rigido
in cui è il peso specifico del terreno. H resistenza del te
Pd ha punto di applicazione a metà rimane elastico)
dell'altezza H del muro, il ché equivale ad
=
✓ può essere intro
applicare una pressione uniforme pressione unifor
ag
Δp d Sγ H (12-22) ✓ va moltiplicata p
g
Figura 12-3 : il metodo di Wood
Ce.A.S. s.r.l. 77
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
12.5.3 Commenti
Tutte le azioni qui descritte possono essere applicate al modello di PARATIE come carichi esterni. Nel
caso di applicazioni di sovraspinte sismiche attive (M-O), gli incrementi sismici possono essere valutati,
nel caso di rilevato asciutto, utilizzando direttamente l'approssimazione di Seed e Whitman (1970) (eq.
(12-1)). PARATIE PLUS permette di applicare tale spinta con una distribuzione trapezia generica.
78 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Il processo iterativo farà in modo che la coazione, impressa alla prima iterazione, si sfoghi in modo più
o meno rilevante in funzione dell’elasticità del sistema e delle deformazioni incrementali, assicurando
tuttavia che la spinta non scenda al di sotto del valore limite attivo sismico di M-O.
In Figura 12-4 sono riportati alcuni stress path percorsi da elementi molla a monte di una parete,
all’atto dell’applicazione delle sollecitazioni sismiche con il metodo automatico.
Ce.A.S. s.r.l. 79
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Percorso E-F-G-H: corrisponde al caso di un elemento terreno già in condizioni di spinta attiva statica
(punto E); l’applicazione della coazione è rappresentata dal segmento E-F, che determina un
temporaneo ritorno in fase elastica; il successivo rilascio elastico è il tratto F-G mentre la
deformazione plastica una volta raggiunta la nuova condizione limite attiva sismica è il segmento
G-H.
Percorso I-J-K: corrisponde al caso di un elemento terreno che, pur trovandosi dal lato di monte, ha
subito una compressione (>0, punto I); l’applicazione della coazione è rappresentata dal
segmento I-J,ed il successivo rilascio elastico è J-K.
Il calcolo delle condizioni limite attive sismiche è fatto in accordo con i criteri generali, utilizzando in
particolare l’espressione (12-18), nella quale tuttavia lo sforzo verticale efficace ’v tiene conto anche del
sovraccarico e degli eventuali effetti di fondazioni nastriformi valutati secondo la normale procedura
implementata nel codice.
Nel caso in cui sia prescritto un coefficiente d’incremento dinamico delle pressioni neutre r u inteso
come rapporto fra la sovrappressione interstiziale u e e lo sforzo verticale efficace, il valore di ’v è valutato
stimando ue sulla base dello sforzo verticale efficace ’v,0 precedente all’applicazione del sisma e quindi
ricalcolando il nuovo valore sulla base delle nuove pressioni interstiziali; in altri termini la procedura è la
seguente:
u e (z) ru 'V , 0 z
u (z) u 0 (z) u e (z)
'V z v z u (z)
il ché equivale a porre
'V z 'V ,0 z 1 ru
Va osservato che il decremento di sforzo verticale
80 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
APPLICAZIONE COAZIONI
RIDEFINIZIONE INIZIALI
RESISTENZA PASSIVA
+
RIDEFINIZIONE LIMITE
ATTIVO
Ce.A.S. s.r.l. 81
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
13 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
A.G.I. (2005) –Associazione Geotecnica Italiana, Aspetti Geotecnici della Progettazione in Zona Sismica-
Linee Guida, ed. Pàtron, Bologna - http://www.associazionegeotecnica.it/~agi/
ANIDIS – SSN (1998), Commentario al D.M. 16.1.1996 e alla Circ. n.65/AA.GG. del 10.4.1997 del
Ministero LL.PP.
Barla G., Becci B., Colombo A., Nova R., Peduzzi R. (1988) “A method for the analysis and design of
flexible retaining structures. Application to a strutted excavation” , Proceedings of the Sixth
Conference on Numerical Methods in Geomechanics, Innsbruck, Vol. 3, pp. 1635-1640.
Bathe K.J., Khoshgoftaar M.R (1979), “Finite Element Free Surface Seepage Analysis without Mesh
Iteration”, Int. J. for Num. and Anal. Meth. in Geomechanics, 3,13-22, 1979
Becci B., Carni M., (2014), "Pseudo-Static Analysis Of Flexible Retaining Structures Including Seismic
Thrust Dependency On Wall Deformation", Proc Conf. ISSMGE - TC207 “Soil-Structure Interaction.
Underground Structures and Retaining walls, Saint Petersburg, June 16-18, pp. 277-284
Becci B., Nova R. (1987) “Un metodo di calcolo automatico per il progetto di paratie”, Rivista Italiana di
Geotecnica,1,33-47
Belytschko T., Wing K. L and Moran B. (2000) Nonlinear Finite Elements for Continua and Structures ,
Wiley
Boone, S.J. 2003. Design of Deep Excavations in Urban Environments . Ph.D. Thesis. Toronto: University
of Toronto.
Boone S. J, Westland J., (2005) "Estimating displacements associated with deep excavations",
Proceedings of the 5th International Symposium TC28 Geotechnical Aspects of Underground
Construction in Soft Ground. Amsterdam, the Netherlands, 15-17 June 2005, pp. 817-822,
Taylor&Francis
Bowles J.E. (1988) ,”Foundation Analysis and design”, 4th ed. McGraw-Hill
Bransby P.L.,Milligan G.W.E. (1975) “Soil Deformations near Cantilever Sheet Pile Walls”, Geotechnique
25, 2, 175-195.
Callisto L. (2006), Pseudo-static seismic design of embedded retaining structures ETC-12 Workshop ,
Atene, January
Callisto, L. (2014). Capacity design of embedded retaining structures, Géotechnique, Vol. 64, No. 3, pp
204–214.
Callisto L. e Aversa S. (2008). Dimensionamento di opere di sostegno soggette ad azioni sismiche. In:
Opere geotecniche in condizioni sismiche, MIR 2008. Pàtron, Bologna, 273-308.
Caquot A. & Kerisel J. (1948) “Tables for the Calculation of Passive Pressure, Active Pressure and
Bearing Capacity of Foundations”, Gautiers-Villars, Paris
Caquot A., Kerisel J., Absi E., (1973) “Tables de butée et de poussée”, Gautiers-Villars, Paris
82 Ce.A.S. s.r.l.
Modulo PARATIE - Teoria
Clough, G. W. And O’Rourke, T. D. (1990). “Construction induced movements of in-situ walls.” Design and
Performance of Earth Retaining Structures, Proceedings of a Specialty Conference at Cornell University,
ASCE, New York, 439-470.
Conti, R. & Viggiani, G. (2013). A new limit equilibrium method for the pseudostatic design of embedded
cantilevered retaining walls, Soil Dynamics and Earthquake Engineering, Vol.50, pp. 143–150.
Ebeling Robert M. and Morrison, Ernest E. Jr. (1992), The Seismic Design of Waterfront Retaining
Structures, Technical Report ITL-92-11 , NCEL TR-939, U.S. Army Engineer Waterways Experiment
Station, Vicksburg, Mississippi.
Jamiolkowski M., Lancellotta R., Marchetti S., Nova R., Pasqualini E. (1979) “Design parameters for soft
clays” 7 ECSMFE, Brighton, 5,27-57
Jamiolkowski M., Pasqualini E. (1979) “Introduzione ai diversi metodi di calcolo dei diaframmi con
riferimento ai parametri geotecnici che vi intervengono e alla loro determinazione sperimentale” Atti
Istituto Scienza delle Costruzioni, Politecnico di Torino,n. 451
Janbu N. (1963) “Soil compressibility as determined by oedometer and triaxial tests” 3 ECSMFE,
Wiesbaden, 1,19-25
Krishnan S. & Hall J. F., (2006) "Modeling Steel Frame Buildings in Three Dimensions. I: Panel Zone and
Plastic Hinge Beam Elements", ASCE J. of Engineering Mechanics, Vol. 132, No. 4, pp 345-358
Kung G. T. C., Juang C. H., Hsiao E. C. L., And Y. M. A. Hashash (2007) “Simplified Model for Wall
Deflection and Ground-Surface Settlement Caused by Braced Excavation in Clays” ASCE J. Geotech.
and Geoenvir. Engrg., Vol. 133, No 6, pp. 731-747
Ladd C.C., Foot R., Ishihara K., Scallosser F, Poulos H.G, (1977) “Stress-deformation and Strength
characteristics” State-of-the-art volume 9 ICSMFE, Tokyo, 421-494
Lambe T.W., Whitman R.V. (1969) “Soil Mechanics”, John Wiley & Sons, Inc.
Lancellotta R., (2007) “Lower-bound approach for seismic passive earth resistance”, Géotechnique, Vol.
57, No. 3, pp. 319-321
Matsuzawa, H., Ishibashi, I., and Kawamura, M. (1985), "Dynamic Soil and Water Pressures of
Submerged Soils," Journal of Geotechnical Engineering, ASCE, Vol. 111, No. 10, Oct., pp. 1161-
1176.
Mononobe, N., and Matsuo, H. (1929) “On the determination of earth pressure during earthquakes”.
Proceedings of World Engineering Conference, Vol 9.
NAVFAC (1986) “Design Manual D:M 7.02 -Foundations and earth structures”, USA
Nova,R.,Becci,B. (1987) “A method for analysis and design for flexible retaining structures”, Proc. Conf.
INTERACTIONS SOLS-STRUCTURES, pp. 657-664
NT (1998) Specification for Structures to be Built in Disaster Areas PART III - EARTHQUAKE DISASTER
PREVENTION Ministry of Public Works and Settlement Government of Republic of Turkey
Ce.A.S. s.r.l. 83
PARATIE PLUS 2018 Novembre 2017
Okabe, S. (1926). “General theory of earth pressure”. Journal, Japanese Society of Civil Engineers , Vol.
12, No. 1
Pappin J W, Simpson B, Felton P J, And Raison C (1985). Numerical analysis of flexible retaining walls.
Proc NUMETA '85, University College, Swansea, pp 789-802.
Poulos H. G. & Davis E. H., (1974) Elastic Solutions for Soil and Rock Mechanics, J. Wiley a& Sons, Inc
(Reprinted in 1991 by Centre for geotechnical research, University of Sidney).
Rampello S. e Callisto L. (2008). Stabilità dei pendii in condizioni sismiche. In: Opere geotecniche in
condizioni sismiche, MIR 2008. Pàtron, Bologna, 241-271
Seed, H. B., and Whitman, R. V., (1970), Design of earth retaining structures for dynamic loads.
Proceedings of ASCE Special Conference on Lateral Stresses, Ground Displacement and Earth
Retaining Structures, Ithaca, N.Y., pp. 103 - 147.
Simonelli A.L. (2004), Eurocodice 8: Valutazione delle azioni sismiche al suolo ed effetti sulla spinta dei
terreni – Rivista Italiana di Geotecnica, anno XXXVIII, n. 3
Simpson, B. (1992) retaining Structures: displacement and design, Geotechnique, 42, 4, 541-576
Soubra, A. H. (2000) Static and seismic passive earth pressure coefficients on rigid retaining structures -
Can. Geotech. Journal. Vol. 37, pp. 463–478
Steedman, R. S. (1998) ”Seismic design of retaining walls”, Geotechnical Engineering, Vol. 131, Jan. , pp.
12-22
Viggiani G. & Atkinson J. H., (1995) “Stiffness of fine-grained soil at very small strains” , Geotechnique,
45, 2, 249-265
Whitman, R. V. and Liao, S. (1985), “Seismic design of retaining walls”, Miscellaneous Paper GL-85-1,
U.S. Army Engineer Waterways Experiment Station, Vicksburg, Mississippi.
Wood, J. H. (1973). “Earthquake Induced Soil Pressures on Structures,” Doctoral Dissertation, EERL 73-
05, California Institute of Technology, Pasadena, CA
Zavarise G., Wriggers P, Nackenhorst U., (2010), A Guide for Engineers to Computational Contact
Mechanics, Consorzio TCN Scarl, Trento
84 Ce.A.S. s.r.l.