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Martedì, 16 luglio 2019
Bologna Mihajlovic in ospedale, iniziate le cure
Sinisa Mihajlovic ha già iniziato le cure contro la leucemia. Il
tecnico serbo del Bologna ha anticipato a ieri il suo ingresso in
ospedale, previsto inizialmente per oggi, in accordo con lo staff
medico del club e del reparto di ematologia del Sant’Orsola.
MARCO BERTORELLO/AFP
k Cinque centimetri
È il margine con cui Wout
Van Aert, 24 anni, ha
battuto Elia Viviani, 30, ad
Albi. Fatale al veronese il
colpo di reni. L’ex
campione del mondo di
ciclocross è nato a
Herentals come il
leggendario Rik Van Looy
Classifiche
Van Aert allo sprint
Viviani beffato
10ª tappa Saint Flour-Albi
(217 km): 1) Van Aert (Bel) in
4h49’39”, 2) Viviani (Ita) st, 3)
Ewan (Aus) st, 11) Alaphilippe
(Fra) st, 12) Thomas (Gbr) st,
14) Bernal (Col) st, 20) Bardet
(Fra) st, 21) Quintana (Col) st,
45) Pinot (Fra) a 1’40”, 48)
Uran (Col) st, 55) Landa (Spa)
a 2’09”, 57) Ciccone (Ita) st,
58) Aru (Ita) st, 80) Nibali (Ita)
a 5’04”.
Classifica: 1) Alaphilippe (Fra)
in 43h27’15”, 2) Thomas (Gbr)
a 1’12”, 3) Bernal (Col) a 1’16”,
10) Ciccone (Ita) a 2’32”, 11)
Pinot (Fra) a 2’33”, 25) Aru
(Ita) a 5’57”. Oggi riposo.
Basket Un girone dell’Europeo 2021 a Milano
Si giocherà al Forum di Assago uno dei quattro gironi della 1ª
fase dell’Europeo 2021. La Fiba ha assegnato l’organizzazione
anche a Germania (girone e fase finale), Georgia e Rep. Ceca.
L’ultimo Europeo giocato in Italia risale al ‘91 (argento a Roma).
Il tallone di Federer
creativo ma irregolare
L’hanno vista tutti, non ho le cifre
della BBC, ma sono quasi certo
che l’abbia vista addirittura Elisa-
betta, che ama soltanto i cavalli e i
cani da caccia alla volpe. L’ha vi-
sta anche il mio farmacista Carlo
forse perché era domenica e non
aveva da dispensare consigli ai
suoi clienti, come i farmacisti di
una volta che scomparivano dal
banco per riapparirvi con la scato-
lina adatta a ogni richiesta. Chis-
sà se la medicina non avrebbe po-
tuto essere utile a Roger Federer,
del quale mi si chiede perché ab-
bia perso, mentre io non sono pro-
fessionalmente in grado di rispon-
dere, anche perché non son riusci-
to a trovare al telefono un mio
ex-allievo che mi ha largamente
superato, il coach Riccardo Piatti.
Un paio di amici, sorpresi quan-
to me sulle statistiche che vedete,
nettamente favorevoli a Federer,
non si capacitano del risultato, ap-
parentemente inspiegabile. Uno
che vince nel 90% dei settori, non
può alla fine ritrovarsi battuto,
commentano. Il quesito è stato
forse risolto da un amico che con-
cede, insieme, visite psicologiche
e lezioni di tennis, e al quale ho
promesso di non rivelare il nome.
Lo citerò dunque soltanto quale
Gianluca. Quel che potrà tentar di
rendere logica la sconfitta di Fede-
rer è un dato molto ben nascosto
tra i suoi, i dati positivi e altrimen-
ti incomprensibili. Si tratta dei
punteggi dei tre tie-break vinti da
Djokovic. In quelle tre circostan-
ze Nole ha concluso per 7 punti a
5, 7 punti a 4, 7 punti a 3, in decre-
scendo. Questo significa che,
giunti al crepaccio gelato del
tie-break bisogna rischiare meno,
essere più regolari, più attenti,
meno immaginifici, più solidi?
Non so spiegarlo io stesso, soltan-
to i tre risultati dei tre giochi deci-
sivi parlano da soli, forse dovrei
scrivere i punteggi. Non fosse esi-
stito il tie-break, del quale ricordo
La medaglia mondiale nel sincro con Flamini
Minisini, argento e rabbia contro la giuria
di Alessandra Retico
L’oro impossibile, come l’amore di
Tritone e la sirena, anzi di più: «Vitto-
ria negata dai giudici» dice il sincro-
netto d’Italia Giorgio Minisini che
con Manila Flamini è d’argento e scon-
tento nel duo misto tecnico ai Mon-
diali di Gwangju. La coppia azzurra
del sincronizzato (che adesso si chia-
ma nuoto artistico) due anni fa a Bu-
dapest vinse con l’Urlo di Lampedu-
sa, ballo straziante sul tema dell’im-
migrazione che procurò loro polemi-
che. «Stavolta non volevamo essere
strumentalizzati. Abbiamo optato
per un tema onirico». Il Tritone di Mi-
chele Braga, coreografia di Anastasija
La finale di Wimbledon
di Gianni Clerici
k Il saluto Djokovic, di spalle, 32 anni, e Federer, 37 dopo 4h57’
I numeri
10 errori in più di Nole
218
I punti di Federer in finale
Djokovic si è fermato a 204.
Roger avanti nei punti a rete
(51-24) e nei vincenti (94-54).
62
Gli errori gratuiti
Solo questo dato del match non
è stato favorevole a Federer: gli
errori non forzati (52 per Nole).
k Oro sfumato
Manila Flamini, 31 anni, e Giorgio
Minisini, 23, argento dietro la
coppia russa per 1.2238 punti
Sport e salute “60 milioni in più alle federazioni”
60 milioni complessivi in più rispetto a quanto preventivato per
le federazioni grazie al meccanismo di autofinanziamento
introdotto dalla riforma del 2018. Così il sottosegretario
Giorgetti con una lettera al presidente di Sport e Salute, Sabelli.
AFP
addirittura le bandierine rosse –
anche quelle dal fascino rivoluzio-
nario? – la prima volta che appar-
vero a Forest Hills, ivi condotte da
un gentiluomo che aveva studia-
to tennis in Costa Azzurra, Jimmy
Van Alen, fondatore del Museo di
Newport, come sarebbe finito il
match? Ci sarebbero bastate le
statistiche dei 52 errori gratuiti di
Nole, e dei 62 di Federer? O non
avremmo creduto un grossolano
sbaglio statistico i 94 punti vin-
centi di Federer contro i 54 di Djo-
kovic? Sarebbe stato possibile un
simile articoletto senza l’intelli-
gente attenzione di Gianluca?
Credo di no, e ricordo che sembre-
rebbe meglio la regolarità della
creatività. La saggezza dell’emoti-
vità. Ma se avesse vinto Federer?
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Ermakova. Una passione senza lieto
fine, come l’esercizio secondo la giu-
ria: il record di punti (90.8511) non ri-
cuce il distacco (di 1.2238 punti) con i
russi battuti in Ungheria, Gurbanber-
dieva e Maltsev. Giorgio: «Andare ol-
tre le possibilità non basta e non ba-
sterà finché la giuria non voterà per
cambiare la classifica». Premiando il
nuovo, anziché il passato. Giorgio, 23
anni, 5 medaglie mondiali, avrà futu-
ro. Manila, quasi 32 anni, lascerà: per
fare la mamma. Insieme ingaggeran-
no l’ultimo duello, venerdì alle 4 di
notte italiane, con i preliminari dell’e-
sercizio libero su The Duel
(drum&piano di Havasi). Una batta-
glia anche per la modernità.
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k Ex n. 12 del mondo
Paolo Bertolucci, 67 anni
L’intervista
Paolo Bertolucci
“Mi hanno insultato
dopo la telecronaca”
dal nostro inviato Paolo Rossi
LONDRA — Paolo Bertolucci non ci
ha dormito la notte. Eppure qualche
momento intenso nel tennis l’ha vis-
suto anche lui, che 43 anni fa vinse
la Davis. Però la finale di Wimble-
don fra Djokovic e Federer, che ha
commentato per Sky (7,43% di share
nel tie-break del quinto), lo ha tocca-
to. «Mi sembra come se avessi gioca-
to anch’io, dallo stress».
Ma è stata davvero la partita più
bella di sempre?
«Sì. No. Boh. Ma come fai a dirlo? Era
più bella Borg-McEnroe? Federer-
Nadal del 2008? Ivanisevic-Rafter? È
questione di variabili: se hai 60 anni,
ne preferisci una. Se ne hai 20,
un’altra. Spesso le partite memorabili
le abbiniamo a un momento
particolare della nostra vita. Quella di
domenica è stata fantastica, entra nel
novero di quelle indimenticabili. Poi
è inutile interrogarsi su quella che sia
universalmente “La Partita”».
Risultato giusto?
«Ha prevalso la tecnica di Djokovic
unita alla sua grande caparbietà: la
forza di volontà nel momento in cui
sembrava finita. Questo ha fatto la
differenza in un match così
equilibrato».
È un po’ invidioso dell’interesse
globale che ha oggi il tennis?
«Con la tecnologia s’è allargata la
platea, certo. Ma già nel ’76, con la
Davis e con Adriano Panatta, il tennis
finiva in prima pagina».
La sua telecronaca ha diviso gli
spettatori, l’hanno accusata di
essere un Federeriano. E sui social
l’hanno insultata.
«L’udito va dove lo porta il tifo. Ma
non parlerei di spettatori, sono tifosi
da tastiera. E odiatori: c’è gente che
deve aver memorizzato da qualche
parte l’incipit ‘figlio di puttana’. Un
conto è dire che le mie telecronache
sono faziose, e un conto è l’insulto».
Contromisure?
«Li blocco. Io commento il tennis
perché mi piace, perché è uno sport
di intenditori e di persone educate.
Ovvio che se esci dalla nicchia poi il
rischio è quello, e poi non puoi
piacere/accontentare tutti. Me ne
hanno dette di tutti i colori anche
dopo Federer-Nadal, eppure Benito
Barbadillo – portavoce di Rafa – mi ha
scritto ringraziandomi. Manca
l’educazione. Ma se continuiamo a
dare più visibilità al calciomercato
che ai gesti sportivi più nobili, il
futuro sarà questo. L’importante, poi,
è non fare finta di sorprenderci».
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