Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
REINHARD ZIMMERMANN
(*) Il presente testo costituisce la traduzione curata dalle dott.sse Ilaria Amelia Caggiano
(parr. A–D.2.d) e Stefania Iannicelli (parr. D.2.e–F) dell’articolo Ius Commune and the Prin-
ciples of European Contract Law: Contemporary Renewal of an Old Idea, in Mac Queen e Zim-
mermann (curr.), European Contract Law: Scots and South African Perspectives, Edinburgh,
2006, p. 1.
102 CONTRATTO E IMPRESA / EUROPA 1-2009
una Europeizzazione del diritto privato che parta “dall’interno” e “dal bas-
so” (contrapposta ad una unificazione giuridica dell’Europa ad opera della
legislazione, i.e. unificazione “dall’esterno” e “dall’alto”). In un certo senso,
quindi, i Principi sembrano segnare i contorni di un nuovo ius commune eu-
ropeo e possono svolgere una funzione che ricorda quella del loro antece-
dente storico. Prima di sviluppare questi temi è necessario spendere alcune
parole sui Principi di Diritto Europeo dei Contratti e sullo ius commune an-
tico. Deve altresì segnalarsi, in via preliminare, che questo articolo non trat-
terà del diritto privato in generale ma soltanto di una delle sue partizioni
fondamentali: il diritto dei contratti. La ragione è d’immediata evidenza: i
Principi di Diritto Europeo dei Contratti costituiscono il piú avanzato e no-
to, in ambito internazionale, progetto accademico volto alla Europeizzazio-
ne del diritto privato (1). Simili corpi di Principi per altre aree del diritto so-
no soltanto in fase iniziale di pubblicazione (2). Il che non è certo un caso.
Poiché, per un verso, il diritto dei contratti commerciali ha spesso segnato il
passo dell’armonizzazione giuridica (3). D’altro canto, la maggior parte dei
concetti fondamentali e delle valutazioni che informano il diritto dei con-
tratti non è stata influenzata in modo significativo dall’evoluzione del dirit-
to promossa nell’età del nazionalismo giuridico. Le differenze tra i sistemi
giuridici nazionali si collocano prevalentemente a livello di dettaglio tecni-
co (4). In altri settori del diritto privato la situazione si presenta più com-
plessa (5).
(13) V., e.g., per le norme sull’inadempimento, C. Resch, Das italienische Privatrecht im
Spannungsfeld von Code Civil und BGB, 2001.
(14) McGregor, Contract Code drawn up on behalf of the English Law Commission, Mila-
no, 1993.
(15) Lando e Beale, op. cit. supra alla nota 6, xxvi.
106 CONTRATTO E IMPRESA / EUROPA 1-2009
(16) Secondo la terminologia ampiamente utilizzata nel discorso sul metodo, s’intendono
per norme le conseguenze giuridiche che derivano quando risultano soddisfatte le condizio-
ni previste per il loro verificarsi. I principi sono parametri generali da osservare perché è giu-
sto o corretto fare così. Un principio non necessita di uno specifico provvedimento che lo ap-
plichi, una norma sì. I principi hanno un peso proprio che dev’esser tenuto in considerazione
in situazioni di interferenza tra piú principi; una norma, invece, non può sostituire un’altra
solo in virtù del maggior valore che possiede rispetto a quest’ultima; v. R. Dworkin, Taking
Rights Seriously, 1977, p. 22.
(17) Lando e Beale, op. cit. supra alla nota 6, xxiii.
SAGGI 107
dita e delle garanzie dei beni di consumo (21), ed in particolare quelle ri-
guardanti il concetto di conformità e dei rimedi in caso di non conformità,
rispecchiano ampiamente la disciplina contenuta nella Convenzione delle
Nazioni Unite sulla vendita internazionale di beni mobili, anche se que-
st’ultimo atto specificamente esclude la vendita al consumo dal proprio am-
bito applicativo (22). La corrispondenza tra questi due atti a rilevanza sovra-
nazionale potrà significativamente contribuire all’emersione di una cornice
comune di riferimento per il dibattito e lo sviluppo del diritto della vendita
in Europa (23). Lo stesso può dirsi, sulla base del raffronto tra i Principi Uni-
droit e Lando, per molte aree nevralgiche del diritto generale dei contratti.
(29) V. Savigny, System des heutingen Römischen Rechts, 8 voll. (1840-1849); S. Stryk, Spe-
cimen usus moderni pandectarum (pubblicato la prima volta tra il 1690 e il 1712).
(30) Il tema è sviluppato piú ampiamente in Zimmermann, The Civil Law in European Co-
des, in Carey Miller e Zimmermann (curr.), The Civilian Tradition and Scots Law: Aberdeen
Quincentenary Essays, 1997, p. 259 ss.; e, piú di recente, v. Caenegem, op. cit. supra alla nota
24, passim (il sottototitolo del suo libro è, significativamente, Unity and diversity over Two Mil-
lennia).
(31) V., e.g., R. Knütel, Römischen Recht und deutsches Bürgerliches Recht, in Ludwig
(cur.), Die Antike in der europäischen Gegenwart, 1993, p. 43; D. Johnston, The Renewal of the
Old, in Cambridge LJ, 1997, p. 80; A. Flessner, Die Rechtsvergleichung als Kundin der Recht-
sgeschichte, in ZEuP, 1999, p. 513; E. Bucher, Rechtsüberlieferung und heutiges Recht, in ZEuP,
2000, p. 394; E. Picker, Rechtsdogmatik und Rechtsgeschichte, in AcP, 2001, p. 763; J. Gord-
ley, Why Look Backward, in Amer. J. Comp. Law, 2002, p. 657; A. Bürge, Das römische Recht
als Grundlage für das Zivilrecht im küftigen Europa, in F. Ranieri (cur.), Die Europäisierung der
Rechtswissenschaft, 2002, p. 19; Zimmermann, Civil Code and Civil Law, in Columbia Journal
of European Law, 1994/5, p. 89; Zimmermann, Roman Law and the Harmonisation of Private
Law in Europe, in Hartkamp e Hesselink, Towards a European Civil Code, p. 21 ss.
(32) K. Cosack in H. Planitz (cur.), Die Rechtswissenschaft der Gegenwart in Selbstdar-
stellungen, vol. I, 1924, p. 16.
SAGGI 111
(33) V. Zimmermann, Das Bürgerliche Gesetzbuch un die Entwicklung des Bürgerlichen Re-
chts, in Schmoeckel, Rückert e Zimmermann (curr.), Historisch-kritischer Kommentar zum
BGB, vol. I, 2003 (d’ora in poi Schmoeckel e al., Historich-kritischer Kommentar) § 1, nota 1
ss. con ulteriore bibliografia.
(34) Windscheid, Die geschichtliche Schule in der Rechtswissenschaft, in Windscheid, Ge-
sammelte Reden und Abhandlungen (a cura di P. Oertmann), 1904, p. 75.
(35) Jakobs, Wissenschaft und Gesetzgebung im bürgerlichen Recht nach der Rechtsquellen-
lehre des 19. Jahrhunderts, 1983, p. 160. Sul ruolo della dottrina nella tradizione di diritto tede-
sco, v. Vogenauer, An Empire of Light? Learning and Lawmaking in the History of German
Law, in Cambridge LJ, 2005, p. 481.
(36) Windscheid op. cit. supra alla nota 34, p. 76.
(37) Questa era la visione di Savigny, Vom Beruf unserer Zeit für Gesetzgebung und Recht-
swisenschaft, oggi facilmente accessibile in H. Hattenhauer (cur.), Thibaut und Savigny: Ih-
re programmatischen Schriften, 2a ed., 2002, p. 126.
(38) V. i contributi di U. Falk e H. Mohnhaupt (curr.), Das bürgherliche Recht und seine
Richter, 2000; Zimmerman, Roman Law, p. 53 ss.
(39) Sul cui sviluppo v. Zimmermann, Roman Law, p. 22 ss.
(40) V. Savigny, op. cit. supra alla nota 29, vol I, xiv s.; Savigny, Ueber den Zweck dieser
Zeitschrift, in ZVglRWiss, 1815, p. 1.
112 CONTRATTO E IMPRESA / EUROPA 1-2009
Questo è vero per il BGB così come lo è per il Code Civil e le altre co-
dificazioni nazionali, prevalenti nell’Europa moderna (41). Ma è ugualmen-
te vero per i Principi di Diritto Europeo dei Contratti. Ad essi si può guar-
dare come al frutto piú recente di un’esperienza giuridica genuinamente
europea.
(41) Per il Code Civil, v. J. Gordley, Myths of the French Civil Code, in Amer. J. Comp. Law,
1914, p. 459.
(42) Sulla recezione in Inghilterra, v. A.W. B. Simpson, Innovation in Nineteenth Century
Contract Law, in LQR, 1975, p. 258 ss., p. 263 ss.; J. Gordley, The Pilosophical Origins of Mo-
derns Contract Doctrine, 1991, p. 139 ss., p. 175 ss.; Zimmermann, Obligations, p. 571 s.; in ge-
nerale, v. Kötz, European Contract Law (tradotto in inglese da T. Weir), vol. I, 1997 (di segui-
to Kötz, European Contract Law), p. 16 ss. (per offerta e accettazione), p. 71 ss. (per la volontà
di vincolarsi giuridicamente).
(43) Zimmermann, Obligations, p. 697 ss.; Kötz, European Contract Law, p. 157 ss.
(44) Per i dettagli, v. Zimmermann, Comparative Foundations of a European Law of Set-Off
and Prescription, 2002 (di seguito Zimmermann, Comparative Foundations), pp. 44 ss., 48 ss.,
50 s.
SAGGI 113
(45) Questo concetto riprende le incisive affermazioni di O.W. Holmes, The Common
Law, 1881, p. 297 ss.
(46) Treitel, The Law of Contract, 10a ed., 1999 (d’ora in poi Treitel, Contract), p. 1. Per
un’analisi comparatistica v., piú di recente, C. Coen, Vertragsscheitern und Rückabwicklung,
2003, p. 19 ss.
(47) Gordley, op. cit. supra alla nota 42, p. 79 ss.; e v. D.J. Ibbetson, Natural Law and
Common Law, in Edinburgh LR, 2001, p. 15.
(48) Zimmermann, Obligations, pp. 1 ss., 716 ss.
(49) Zimmermann, Obligations, p. 700 ss.
(50) Zimmermann, Obligations, p. 706 ss.
114 CONTRATTO E IMPRESA / EUROPA 1-2009
(75) Per un interessante resoconto delle esperienze di due giurisdizioni miste, v. Mac-
Queen e Cockrell, Illegal Contracts, in Zimmermann, Visser e Reid (curr.), Mixed Legal
Systems in Comparative Perspective: Property and Obligations in Scotland and South Africa,
2004 (di seguito Zimmermann, Visser e Reid, Mixed Legal Systems), p. 143 ss. Uno degli au-
tori, MacQueen, fu il redattore del Capitolo sulla “contrarietà alla legge” nella Commissione
Lando.
(76) Whittaker e Zimmermann, Good Faith in European Contract Law: surveying the
land-scape, in Zimmermann e Whittaker (curr.), Good Faith in European Contract Law, 2000
(d’ora in poi Zimmermann e Whittaker, Good Faith), p. 16 ss.; e v., per una trattazione det-
tagliata, M. J. Schermaier, Bona fides in Roman contract law, nello stesso volume, p. 63 ss.
(77) J. Gordley, Good faith in contract law in the medieval ius commune, in Zimmermann
e Whittaker, Good faith, p. 93 ss.; F. Ranieri, Bonne foi et exercice du droit dans la tradition
du civil law, in Rev. int. dr. comp., 1998, p. 1055 ss.
(78) V. gli studi sul caso in Zimmermann e Whittaker, Good Faith, p. 143 ss.
(79) V. Whittaker e Zimmermann, Coming to terms with good faith, in Zimmermann e
Whittaker, Good Faith, p. 653 ss.
118 CONTRATTO E IMPRESA / EUROPA 1-2009
soluzioni piú moderne sono contenute nelle codificazioni a partire dal pe-
riodo intorno al 1900. Queste ultime hanno potuto beneficiare dei risultati
della dottrina pandettistica che, secondo le celebri parole di Rudolf von Jhe-
ring, in alcuni casi riuscì ad andare oltre il diritto romano attraverso il diritto
romano (92). Si può illustrare ciò confrontando le due piú influenti codifica-
zioni di entrambi i periodi, il Code Civil francese e il BGB tedesco. Le solu-
zioni adottate dal BGB hanno spesso informato – sia per mezzo della dottri-
na giuridica sia della legislazione – il corso dello sviluppo giuridico di altri
paesi europei e hanno talora persino influenzato in modo significativo il di-
ritto francese. Come prevedibile, in questi casi, i Principi sanciscono ciò che
può essere visto come l’ultimo stadio nello sviluppo dello ius commune.
(92) Jhering, Geist des römischen Rechts auf den verschiedenen Stufen seiner Entwicklung,
vol. I, 6a ed., 1907, p. 14.
(93) Per quanto segue, v. Zimmermann, Obligations, p. 34 ss.
(94) § 881 ABGB nella sua versione originaria; artt. 1165, 1221 Code Civil.
(95) § 328 BGB.
(96) § 881 ABGB, come modificato nel 1916; art. 410 s. Astikos Kodikas; Articolo 1411 c.c.;
art. 6:253 BW.
(97) V. Zweigert e Kötz, An introduction to Comparative Law (tradotto in inglese da T.
Weir), 3a ed., 1998 (d’ora in poi Zweigert e Kötz, Comparative Law), p. 462 ss.; Zimmer-
mann, Obligations, p. 44.
120 CONTRATTO E IMPRESA / EUROPA 1-2009
sì, l’Articolo 6:110(1) PECL riflette un largo consenso tra i sistemi giuridici
europei (98) e quello che può quindi esser descritto come lo “sviluppo pro-
gressivo” (99) dello ius commune.
(98) Tuttavia, questo principio è, in modo non appropriato, posto in pericolo dall’art.
6:110(3) PECL; per critiche, v. R. Zimmermann, Vertrag ud Versprechen: Deutsches Recht und
Principles of European Contract Law im Vergleich, in Festschrift für Andreas Heldrich (2005), p.
467 ss. Per un’applicazione della comune idea di fondo che è allo stesso tempo piú chiara e piú
sensata, v. i Principi Unidroit sui Contratti Commerciali Internazionali, come recentemente
modificati dall’art. 5.2.1.
(99) Lando e Beale, op. cit. supra alla nota 6, xxiv.
(100) Per quanto segue, v. Zimmermann, Obligations, p. 45 ss.
(101) V., e.g., J. Kleinschmidt, Stellvertretungsrecht in Deutschand un Frankereich: Per-
spektiven für eine Rechtsvereinheitlichung, in ZEuP, 2001, p. 700.
(102) V. Kötz, European Contract Law, p. 220 s.; Zweigert e Kötz, Comparative Law, p.
434 s.
(103) § 164 ss. BGB; art. 211 ss. Astikos Kodikas; art. 1387 ss. c.c.; art. 3:60 ss. BW.
(104) Kleinschmidt, in ZEuP, 2001, p. 700 s.; Kötz, European Contract Law, p. 221.
(105) Art. 3:101 ss. PECL.
(106) Radley, Gardner e al., Fundamental Texts, p. 283 ss. La Convenzione si concluse
nel 1983 ma non è ancora stata ratificata.
SAGGI 121
tedesco delle obbligazioni (113) essa è stata recepita nel Codice. I Principi
contengono una norma che è molto simile per quanto riguarda sia la strut-
tura che le valutazioni poste a suo fondamento (114).
(129) C. 4, 31, 14, 1 (« Ita tamen compensationes obici iubemus »; « opponi compensatio-
nem »).
(130) Sugli sviluppi in Germania, v. Zimmermann, in Zimmermann, J. Rückert e M.
Schmoeckel (curr.), Historisch-kritischer Kommentar zum BGB, vol. II (in corso di pubblica-
zione), (d’ora in poi Zimmermann e al., Historisch-kritischer Kommentar), §§ 387-396, no-
te 12 ss.
(131) V. P. Rummel, in P. Rummel (cur.), Kommentar zum Allgemeinen bürgerlichen Ge-
setzbuch, vol. II, 2a ed., 1992, § 1438, n. 11 s.; S. Dullinger, Handbuch der Aufrechnung,
1995, p. 96 ss.
(132) Art. 441 Astikos Kodikas; artt. 6:127 (1), 6:129 BW.
(133) In luogo dell’art. 1242 c.c.; v. Cian, Hundert Jahre BGB aus italienischer Sicht, in
ZEuP, 1998, p. 220 s.
(134) Pichonnaz, La compensation, p. 505 ss.; Zimmermann, in Zimmermann e al., Hi-
storisch-kritischer Kommentar, §§ 387-396, n. 21.
(135) Pichonnaz, La compensation, p. 601 ss.
(136) V. art. 2:101 (1) (« non è richiesto alcun altro requisito »); Lando e Beale, op. cit. su-
pra alla nota 6, p. 140.
SAGGI 125
gazioni (148) dove, per esempio, vige ancora un regime speciale per le richie-
ste risarcitorie che si fondano sulla responsabilità del venditore per i vizi oc-
culti (149).
D.4.a. – Il testo piú importante che allo stesso tempo documenta e mo-
della lo sviluppo in ambito internazionale di aree nevralgiche del diritto del-
le obbligazioni è la Convenzione delle Nazioni Unite sui contratti di vendi-
ta internazionale di beni mobili (CISG). Quest’ultima è stata ratificata, fino-
ra, da dodici Stati membri dell’Unione europea (150). Ciò significa che le ven-
dite commerciali internazionali sono disciplinate allo stesso modo nella
maggior parte dell’Unione Europea. La CISG ha, inoltre, influenzato in
modo significativo la Direttiva sulla vendita dei beni di consumo151 e ha gio-
cato un ruolo importante nelle riforme di diritto interno in materia di com-
pravendita e di inadempimento (152). È evidente, dunque, che i redattori dei
Principi sono stati guidati da uno strumento che oggi non solo è di estrema
rilevanza ma che può considerarsi la manifestazione contemporanea di una
tradizione autenticamente europea. La CISG si fonda sulle Leggi Uniformi
sulla vendita internazionale di beni mobili e sulla formazione del contratto
di compravendita nella vendita internazionale di beni mobili (Hague). For-
(148) Per una valutazione comparatistica, v. Zimmermann, Das neue deutsche Verjährung-
srecht-ein Vorbild für Europa?, in Koller, Roth e Zimmermann, Schuldrechtsmodernisierung-
sgesetz 2002, 2002, p. 9 ss.
(149) In senso critico, v. D. Leenen, Die Neuregelung der Verjährung, Juristenzeitung, 2001,
p. 552 ss.; Zimmermann, Leenen, Mansel e Ernst, Finis Litium? Zum Verjährungsrecht nach
dem Regierungsentwurf eines Schuldrechtsmodernisierungsgesetzes, in JZ, 2001, 688 ss. Il pro-
blema è stato risolto in modo piú soddisfacente nel nuovo diritto austriaco: §§ 932 ss. ABGB;
v. R. Welser e B. Jud, Die neue Gewährleistung, Kurzkommentar, 2001.
(150) V. l’elenco delle ratificazioni in Radley, Gardner e al., Fundamental Text, p. 239 s.
(151) V. Grundmann, in C. M. Bianca e Grundmann, EU Sales Directive, Introduzione,
nota 1 ss.; U. Magnus, The CISG’s Impact on European Legislation, in F. Ferrari (cur.), The
1980 Uniform Sales Law: Old Issues Revisited in the Light of Recent Experiences, 2003, p. 129 ss.
La corrispondenza tra questi due testi normativi a carattere internazionale contribuirà in mo-
do significativo a far emergere un quadro comune di riferimento per lo sviluppo del diritto
della vendita in Europa; v. Heutger, Konturen des Kaufrechtskonzeptes der Study Group on a
European Civil Code-Ein Werkstattbericht, in Eur. Rev. Priv. Law, 2003, p. 155 ss.
(152) Per la Germania, v. Bundesminister der Justiz (cur.), Abschlussbericht der Kom-
mission zur Überarbeitung des Schuldrechts, 1992, p. 19 s.; P. Schlechtriem, Rechtsvereinhei-
tlichung in Europa und Schuldrechtsreform in Deutschland, in ZEuP, 1993, p. 217 ss.; P. Schle-
chtriem, 10 Jahre CISG - Der Einfluss des UN-Kaufrechts auf die Entwicklung des deutschen
und des internationalen Schuldrechts, in Internationales Handelsrecht, 2001, p. 12 ss.; in genera-
le, v. i riferimenti in Schlechtriem, Kommentar, sub III. 4.
128 CONTRATTO E IMPRESA / EUROPA 1-2009
za trainante di queste leggi uniformi fu Ernst Rabel: giurista che sempre va-
lorizzò la vitale relazione tra passato e presente, che guardò costantemente
alla storia del diritto per comprendere il diritto moderno (153) e che fu autore
di un trattato sulla vendita dei beni che può ancora considerarsi modello di
opera moderna a carattere storico e comparatistico allo stesso tempo (154).
Con quest’opera Rabel pose le fondamenta per l’armonizzazione del diritto
moderno della compravendita (ed implicitamente anche di quello relativo
alle principali aree della disciplina generale del contratto).
(153) Zimmermann, In der Schule von Ludwig Mitteis: Ernst Rabels rechtshistorische Ur-
sprünge, in RabelsZ, 2001, p. 1 ss.
(154) G. Kegel, in G. Kleinheyer e J. Schröder (curr.), Deutsche und Europäische Juri-
sten aus neun Jahrhunderten, 4a ed., 1996, p. 504.
(155) V. l’elenco in H. M. Flechtner, The CISG’s Impact on International Unification
Efforts: The Unidroit Principles of International Commercial Contracts and the Principles of Eu-
ropean Contract Law, in Ferrari, op. cit. supra alla nota 151, p. 169 ss. (p. 181 ss.)
(156) Art. 9:301 ss. PECL.
(157) Art. 9:501 ss. PECL.
(158) Art. 8:103 PECL.
(159) Art. 8:108 PECL.
(160) Art. 9:304 PECL.
(161) V. Art. 28 CISG; al riguardo, v. U. Huber, in Schlechtriem, Kommentar, sub
art. 28, n. 1 ss.
(162) Art. 9:102 PECL.
SAGGI 129
(170) Così in particolare per la Convenzione delle Nazioni Unite sul trasferimento dei ti-
toli di credito nel commercio internazionale (riprodotta in ZEuP, 2002, p. 860 ss.; e v. S. V.
Bazinas, Der Beitrag von Uncitral zur Vereinheitlichung der Rechtsvorschriften über Forderung-
sabtretungen: Das Übereinkommen der Vereinten Nationen über Abtretungen von Forderungen im
internationalen Handel, in ZEuP, 2002, p. 782 ss.); per un’analisi comparativa, v. H. Ei-
denmüller, Die Dogmatik der Zession vor dem Hintergrund der internationalen Entwicklung, in
AcP, 2004, p. 457 ss. La Convenzione delle Nazioni Unite sui termini di prescrizione nella
vendita internazionale di beni mobili (pubblicata in Radley, Gardner e al., Fundamental
Text, p. 269 ss.) è stata presa in considerazione solo per alcuni aspetti; trattando quest’ultima
soltanto di uno specifico tipo di pretesa, essa non offre un modello idoneo per un regime ge-
nerale della prescrizione.
(171) Lando e Beale, op. cit. supra alla nota 6, xxiv; v. supra, il testo alla nota 99.
(172) V. il testo alle note 127 ss., supra; sullo sviluppo del concetto di retroattività, v. Zim-
mermann in Zimmermann e al., Historisch-kritischer Kommentar, §§ 387-396, note 14 ss.,
23 ss.
SAGGI 131
(190) Per un’analisi dettagliata, v. ora J. Kleinschmidt, Der Verzicht im Schuldrecht: Ver-
tragsprinzip und einseitiges Rechtsgeschäft im deutschen und US-amerikanischen Recht, 2004.
(191) Art. 4:108 PECL.
(192) Al riguardo v. Treitel, Contract, p. 378 ss.; Royal Bank of Scotland v. Etridge (No 2)
[2002] 2 AC 773.
(193) Habersack e Zimmermann, Legal Change in a Codified System: Recent Develop-
ments in German Suretyship Law, in Edinburgh LR, 1999, p. 272 ss.; A. Stadler, in Jauernig,
op. cit. supra alla nota 59, § 765, n. 4.
(194) Pap. D. 29, 6, 3; Ulp. D. 44, 5, 1, 6; Ulp. D. 50, 17, 4; C. 2, 19 (20), 11. Per dettagli su
quanto segue, v. J. du Plessis e Zimmermann, The Relevance of Reverence: Undue Influence
Civilian Style, Maastricht Journal of European and Comparative Law, 2003, p. 345 ss.
134 CONTRATTO E IMPRESA / EUROPA 1-2009
rinuncia alla sua prebenda (195). E così anche se non c’è stata minaccia di vio-
lenza fisica. Un esempio particolarmente significativo di undue influence è
riportato da Matthaeus de Afflictis, sebbene relativo ad un’altra fattispecie.
Un marito era entrato di nascosto nella camera dove sua moglie moribonda
era impegnata nel fare testamento. Egli abbassò la testa sopra di lei (« posuit
faciem super faciem Catherinae ») e la supplicò e la adulò per indurla a la-
sciargli in legato la proprietà di un immobile. Questo legato « metu reve-
rentiali marito factum concurrentibus importunis precibus in damnum al-
terius » fu successivamente ritenuto invalido (196). Grazie a Pothier queste
idee furono accolte in Inghilterra. L’istituto della undue influence, si diffuse
a sua volta in Inghilterra grazie alla Court of Chancery, e fu successivamente
reimportato dai tribunali scozzesi e sudafricani nel sistema giuridico conti-
nentale (197).
E.1. – Sia chiaro fin d’ora che i Principi di Diritto Europeo dei Contratti,
per quanto riguarda il loro contenuto sostanziale, non costituiscono una ri-
produzione dello ius commune. Possono, tuttavia, considerarsi come lo svi-
luppo “organicamente progressivo” (198) di quello ius commune: come la ri-
visitazione contemporanea degli strumenti giuridici che sono pervenuti fi-
no a noi. Tutto questo in assoluta sintonia con lo spirito dello ius commune
la cui vitalità affonda le sue radici nella convinzione del continuo divenire
del diritto e della sua capacità di evolversi nel corso delle generazioni e dei
secoli (199). La scienza giuridica delle Pandette non era identica all’usus mo-
dernus pandectarum e l’usus modernus era molto distante dall’usus antiquus.
Essi, però, erano tutti parte della stessa tradizione. Senza dubbio, i Principi
differiscono molto dallo ius commune sotto molteplici aspetti. Lo ius com-
mune si fondava su un corpo di fonti di incomparabile ricchezza e ricerca-
tezza. A confronto, i Principi appaiono scialbi, monotoni, blandi e senza vi-
gore. Dall’altro lato, però, la grande complessità delle fonti del diritto dello
(195) Edizione richiamata: Digestorum novum, seu pandectarum iuris civilis, tomus tertius,
Geneva, 1625, col. 879.
(196) M. de Affictis, Decisionum sacri regni neapolitani consilii, Francofurti, 1600, Dec.
LXIX; cfr. anche I. Menochius, De praesumptionibus, coniecturis, signis et indiciis commenta-
ria, Lugduni, 1608, Liber IV, Praesumptio XII, n. 8 s.
(197) V. J. Story, Commentaries on Equity Jurisprudence, 3a ed. (a cura di A.E. Randall),
1920, § 234 ss.; G. Lubbe, Voidable Contracts, in Zimmermann e D. Visser (curr.), Southern
Cross: Civil Law and Common Law in South Africa, 1996, p. 296 ss.; Du Plessis e Zimmer-
mann, in Mastricht Journal of European and Comparative Law, 2003, p. 345 ss.
(198) Savigny; v. il testo alla nota 37, supra.
(199) Berman, op. cit. supra alla nota 24, p. 9; e v. supra, alla nota 28 ss.
SAGGI 135
nei Paesi di diritto codificato, lo ius commune continuò a dare il proprio con-
tributo attraverso i concetti giuridici di base (204): le codificazioni furono
sempre confrontate, accertate e valutate alla luce dello ius commune.
La scienza giuridica delle Pandette realizzò in gran parte l’unificazione
tedesca a livello accademico. Così, risultò perfettamente possibile per un
professore di diritto essere chiamato da Konigsberg a Strasburgo, da Gies-
sen a Vienna, o da Heidelberg a Leipzig. Né gli studenti di legge erano limi-
tati, nella scelta e nel cambio delle università, alle istituzioni dello stato in
cui in seguito avrebbero esercitato la professione.
Il diritto comune romano del diciannovesimo secolo fu così capace di
colmare il divario intellettuale tra i codici prussiano e francese, sassone ed
austriaco. Influenzò in modo sottile il modo di interpretare e di applicare il
diritto dei vari codici presenti nelle diverse aree della Germania (205). Pla-
smò in modo decisivo tutti i codici di diritto privato redatti o entrati in vigo-
re in Germania nel diciannovesimo secolo, fino al BGB del 1900. Allo stes-
so tempo, il diritto comune romano non fu mai statico, ma continuò ad es-
sere ampliato, perfezionato, modificato.
I Principi di Diritto Europeo dei Contratti sono stati redatti da un grup-
po privo di alcuna potestà legislativa. Non costituiscono una formale fonte
del diritto (206). Sono il risultato del lavoro della dottrina e, dunque, non
possono avere altra legittimazione che nel loro stesso intrinseco valore. E
laddove influenzino lo sviluppo del diritto privato in Europa, possono farlo
solo imperio rationis in quanto volti a risolvere questioni giuridiche in modo
ragionevole e libero da inclinazioni nazionali. Al riguardo, è importante no-
tare che la Commissione che ha redatto i Principi si compose di giuristi pro-
venienti da tutti i Paesi membri dell’Unione Europea (207), che nessun ordi-
namento giuridico ha costituito il punto di partenza da cui i Principi deriva-
no (208), e che il processo di elaborazione dei Principi non è stato affidato ad
vevano in aree dove veniva applicato principalmente lo ius commune. V. la cartina pubblicata
da D. Klippel, Deutsche Rechts- und Gerichtskarte, 1996, con un’introduzione dell’autore.
(204) Koschaker, Europa und das romische, p. 292.
(205) Per la “pandettificazione” dei codici prussiano ed austriaco, v. i riferimenti in Zim-
mermann, Roman Law, p. 4 ss. Per l’influenza della dottrina pandettistica fuori della Germa-
nia, v. riferimenti in Zimmermann, Savignys Vermächtnis, in Juristische Blätter 1998, p. 276
(nota 18).
(206) Per maggiori dettagli, v. Canaris, Die Stellung der “Unidroit” Principles” und der
“Principles of European Contract Law” im System der Rechtsquellen, in Basedow (n. 1), p. 5 ss.;
R. Michaels, Privatautonomie und Privatkodifikation, in Rabels Z, 1998, p. 580 ss.
(207) Testo seguente alla nota 6, supra.
(208) Testo seguente alla nota 14, supra.
SAGGI 137
una sola persona (209). I Principi, sebbene costituiscano una sorta di diritto
virtuale, tuttavia offrono un criterio di valutazione neutrale per un’assimi-
lazione organica del diritto privato in Europa ove vengano adoperati come
fonte di ispirazione dai protagonisti responsabili dello sviluppo del diritto
europeo, quali i giudici, i legislatori e i professori (210).
sibile risalire alla soluzione giuridica adottata in tutti gli altri Stati membri
della U.E. su una questione particolare. Solo talvolta il giudice sarà in grado
di consultare la relativa dottrina che, tuttavia, non è sempre facile reperire e
non sempre è orientata alla armonizzazione del diritto europeo. I Principi,
a prescindere dai manuali e dalle raccolte di fonti di diritto contrattuale eu-
ropeo (220), potrebbero giocare un ruolo importante sotto questo aspetto, in
virtù del fatto che essi offrono un sussidio, fondato sulla ricerca comparati-
va e sulla cooperazione internazionale, che può essere un’utile guida per
l’interpretazione e lo sviluppo degli ordinamenti giuridici nazionali. In Ger-
mania questa idea non sembra, finora, aver riscosso successo; ciò non desta
stupore se si considera che addirittura la “normale” interpretazione compa-
rativa è sì praticata, ma raramente (221). Molti giuristi continentali si meravi-
glieranno nell’osservare che la House of Lords è stata una delle prime Corti
Supreme in Europa a richiamare i Principi. Questo accadeva in una pro-
nuncia del 2001 riguardante la nozione di “buona fede” nell’ambito degli
Unfair Terms in Consumer Contract Regulations (222). In Olanda numerose
decisioni di diversi Advocate-Generals hanno invocato i Principi, ma l’Hoge
Raad non sembra ancora averli richiamati (223).
(220) Kötz, European Contract Law; Beale, Hartkamp, Kötz e Tallon, Cases, Materials
and Text on Contract Law, 2002.
(221) Vogenauer, Die Auslegung von Gesetzen in England und auf dem Kontinent: Eine re-
chtsvergleichende Untersuchung der Rechtsprechung und ihrer historischen Grundlagen, vol. I,
2001, p. 43 con ulteriori riferimenti. Per una valutazione comparativa, v. Drobnig e van Erp
(curr.), The Use of Comparative Law by Courts, 1999; per la Scozia, v. H. L. Mac Queen,
Mixing it? Comparative Law in the Scottish Courts, in Eur. Rev. Priv. Law, 2003, p. 735 ss.
(222) Director of Fair Trading v. First National Bank [2002] 1 A.C. 481 (H.L.) a 500 (Lord
Steyn) e 502 (Lord Hope). Su questa pronuncia, v. Whittaker, Assessing the fairness of con-
tract terms: the parties’ “essential bargain”, its regulatory context and the significance of the re-
quirement of good faith, in ZEuP, 2004, p. 75 ss.
(223) La minoranza in occasione di una decisione della Suprema Corte svedese ha richia-
mato l’art. 2:205 (1) PECL: 2000 Nytt Juridiskt Arkiv 747. Sono grato a Mr. Justice Torgny Ha-
stad per il richiamo.
140 CONTRATTO E IMPRESA / EUROPA 1-2009
E.5. – Oggi siamo talvolta testimoni di quello che può definirsi processo
di autonoma, o spontanea, armonizzazione del diritto europeo dei contrat-
ti. Bertrand Fages ha attirato di recente l’attenzione su alcuni importanti
sviluppi sollecitati dalla Cour de Cassation, che ha praticamente guidato il
diritto contrattuale francese nella stessa direzione adottata dai Principi in
ambito europeo (232). Particolarmente significativi, da questo punto di vista,
sono la crescente importanza del principio di buona fede, un nuovo approc-
cio relativamente alla determinazione del prezzo e il riconoscimento di un
nuovo modo extragiudiziale di risoluzione dei contratti per inadempimen-
to. Questi sviluppi non possono essere attribuiti ai Principi che probabil-
mente non erano presenti nella mente dei giudici. Ma se la giurisprudenza
francese si attesta su posizioni che in via autonoma sono state individuate
anche dai Principi, questo non può che considerarsi una conferma dell’ap-
proccio adottato dai Principi. Un altro esempio di convergenza autonoma
può essere offerto dal diritto inglese in tema di prescrizione, non appena la
relazione della Law Commission presentata nel luglio 2001 trovò attuazio-
ne; questa relazione propone un regime che, nei suoi tratti essenziali, è si-
mile al modello proposto dai Principi (233).
(230) McKendrick, Contract Law: Text, Cases and Materials, 2003, pp. 55 s., 102, 133,
276 s., 552, 615 s. passim; cfr. in particolare 417 s. Per la Scozia, v. le osservazioni di H.L. Mac-
Queen, in Eur. Rev. Priv. Law, 2003, p. 751 in due recenti testi in materia di diritto contrattua-
le che hanno trattato ampiamente i Principi: H.L. MacQueen e J. Thomson, Contract Law in
Scotland, 2000 (manuale per studenti) e W.W. McBryde, The Law of Contract in Scotland, 2a
ed., 2001 (testo per operatori del diritto).
(231) Busch, Hondius, Van Kooten, Schelhaas e Schrama, The Principles of European
Contract Law and Dutch Law: A Commentary, 2002. Cfr. anche Busch-Hondius, Ein neues Ver-
tragsrecht für Europa: Die Principles of European Contract Law aus niederländischer Sicht, in
ZEuP, 2001, p. 223 ss.
(232) Fages, in ZEuP, 2003, p. 514 ss.
(233) Relazione su La prescrizione (Law Com n. 270, 2001).
142 CONTRATTO E IMPRESA / EUROPA 1-2009
F. – In conclusione, è oggi evidente che nel corso degli ultimi anni il di-
battito su un diritto europeo dei contratti si è considerevolmente intensifi-
cato (236). I principali attori della scena istituzionale europea, il Consiglio, la
Commissione e il Parlamento della Unione Europea, hanno perfino preso
in considerazione la possibilità di una codificazione del diritto contrattuale
europeo. Alla fine, se un simile passo sarà fatto o meno, la comunità acca-
demica disattenderebbe comunque il suo dovere se non proponesse di ela-
borare, raffinare ed esaminare criticamente le fondamenta culturali di un
diritto europeo dei contratti. I Principi rappresentano un tentativo per dare
vita a queste fondamenta. Dovrebbero essere presi in considerazione non
solo dai comparatisti, ma, in particolar modo, da tutti coloro che sono im-
pegnati nel modellare e nell’illustrare la dottrina giuridica nazionale. I Prin-
cipi possono accrescere la consapevolezza delle peculiarità degli ordina-
menti giuridici nazionali e fornire ispirazione per la loro interpretazione e il
loro sviluppo. Possono essere utili, dunque, come catalizzatore per una ar-
monizzazione “soft” dei sistemi giuridici europei. Un’armonizzazione soft
che sembrerebbe, nel breve e nel medio periodo, l’alternativa preferibile ad
una normazione centrale, e l’unica in sintonia con lo spirito dello ius com-
mune (237). Allo stesso tempo, essa può aprire la strada ad una codificazione
largamente accettata in Europa come il Code civil in Francia o il BGB in
Germania.
Sommario: 1. Premessa. – 2. Patto di quota lite e diritto comunitario della concorrenza. – 2.1.
Divieto di patto di quota lite previsto da norme di autoregolamentazione. Il possibile
contrasto con l’art. 81 Trattato CE e l’“eccezione Wouters”. – 2.2. Divieto di patto di quo-
ta lite previsto da norme nazionali. Il possibile contrasto con gli artt. 10 e 81 Trattato CE e
la giurisprudenza comunitaria. – 3. Patto di quota lite e norme in materia di diritto di sta-
bilimento e libera prestazione di servizi. – 4. Patto di quota lite, Codice deontologico del
CCBE e norme nazionali. – 5. Conclusioni. La compatibilità del patto di quota lite con il
diritto comunitario e gli eventuali limiti.
(1) Si veda l’art. 2 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, Disposizioni urgenti per il rilancio
economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché in-
terventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione fiscale (in Gazzetta Ufficiale del 4 luglio
2006, n. 153), convertito in legge 4 agosto 2006, n. 248 (in Gazzetta Ufficiale dell’11 agosto
2006, n. 186, s.o. n. 183). Dispone l’art. 2, intitolato Disposizioni urgenti per la tutela della con-
correnza nel settore dei servizi professionali che « 1. In conformità al principio comunitario di li-
bera concorrenza ed a quello di libertà di circolazione delle persone e dei servizi, nonché al fi-
ne di assicurare agli utenti un’effettiva facoltà di scelta nell’esercizio dei propri diritti e di
comparazione delle prestazioni offerte sul mercato, dalla data di entrata in vigore del presen-
te decreto sono abrogate le disposizioni legislative e regolamentari che prevedono con riferi-
mento alle attività libero professionali e intellettuali: a) l’obbligatorietà di tariffe fisse o mini-
me ovvero il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perse-
guiti ». Sui profili comunitari delle nuove norme, in generale, e di quelle che riguardano le ta-
riffe, in particolare, cfr. Castellaneta, Un aumento della concorrenza potrebbe penalizzare il
cliente, in Guida al diritto, 16 dicembre 2006, p. 22 ss.; Alpa, Le tariffe professionali alla luce del
decreto Bersani, in Corr. merito, 2007, p. 19 ss.; Cossiri, Liberalizzazione della professione: il de-
creto Bersani e le richieste della Comunità europea, in http://www.forumcostituzionale.it/site/;
Schlesinger, La nuova disciplina dei compensi professionali per gli avvocati, in Corr. giur.,
2007, p. 449 ss.