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Mies van der Rohe Massimo Pepe

1886 Ludwig Mies van der Rohe nasce il 29 marzo ad Acquisgrana ; è alliev
o della Domschule di Acquisgrana ( scuola della cattedrale di Acquisgrana ) , p
oi frequenta una scuola commerciale , successivamente entra nella bottega di sca
lpellino del padre e diventa allievo della scuola d'arti e mestieri di Acquisgra
na .
Nel 1905 si trasferisce a Berlino , dove entra nello studio di Bruno Paul com
e disegnatore di mobili . La sua prima casa del 1907 è così convenzionale che vietò s
uccessivamente a Philip Johnson di pubblicarla .
Nel 1908 riesce ad entrare nel grande studio di Peter Behrens che , superata
la fase Art Nouveau e bruciata ogni reminescenza olbrichiana , s'indirizzava ver
so un funzionalismo velatamente classicista (caratteristico degli edifici per l'
industria elettrica AEG ).
Qui studia l' opera di K.F. Schinkel a cui lo stesso Behrens si ispirava in quel
periodo ( di questo influsso su Mies testimoniano i primi progetti : monumento
a Bismark (1912) e casa Kröller (1912)) .
Mies ricordava sempre le due principali esperienze che contribuirono alla sua
formazione di progettista :
* aver lavorato da ragazzo nel laboratorio del padre
* aver frequentato ( insieme a Gropius e Le Corbusier ) lo studio di Behrens
La prima esperienza gli insegnò ad apprezzare l' uso corretto dei materiali , l
a seconda lo indirizzò invece verso il concetto di funzionalismo e standardizzazio
ne edilizia .
Nella conciliazione dell' apparente contrasto tra la qualità della produzione a
rtigiana e la quantità di quella industriale sta uno degli aspetti dellla concezio
ne progettuale di Mies .
Nel 1910 fa la traumatizzante scoperta di Wright (e con lui molti giovani eur
opei ) in una esposizione a Berlino
Del 1912 è il disegno della casa Kröller a l'Aja , anc'ora classicheggiante ; Mie
s si reca in Olanda , conosce le opere di Berlage che lo attraggono per l' onestà
strutturale l'uso schietto dei materiali , il fascino del romantico medievalismo
.
Nel 1914 è chiamato nell' esercito e , per quattro anni , non progetta ; al rit
orno si tuffa nel focoso dibattito culturale post-bellico . Chi ha conosciuto Mi
es più tardi , col suo carattere solitario , alieno all' aderire a qualsiasi manif
estazione pubblica , estremamente inibito nello scrivere e nel parlare , può diffi
cilmente immaginare il periodo 1918-25 speso nell' ambito di uno scapigliato gru
ppo di artisti eversivi .
Tra il 1919 e il 1923 partecipa con una serie di progetti alle esposizioni de
lla Novembergruppe (associazione sorta nel 1918 in Germania , ad essa aderirono
quegli artisti che si sentivano parte della cosiddetta estrema sinistra delle ar
ti figurative , plastiche ed architettoniche : Chagall , Klee , Dix , Ernst , Gr
opius , Taut , Mendelsohn , ecc. ).
Si tratta di due grattacieli in vetro e acciaio con piante estremamente mosse ,
di un palazzo per uffici con ossatura in c.a. e di due case di abitazione in mat
toni e cemento .
I progetti dei grattacieli in vetro ( di cui quello a pianta curvilinea è chiarame
nte influenzato dalle sculture di Arp ) attestano una sostanziale , anche se con
trollata , componente espressionista :
"I grattacieli dispiegano la loro energica struttura durante la costruzione ; so
lo allora il gigantesco fusto di acciaio è espressivo. Quando i pannelli di tampon
amento sono montati , il sistema strutturale base della composizione , viene mas
cherato da un coacervo di forme insignificanti e triviali . Gli edifici una volt
a finiti impressionano solo per le loro dimensioni , mentre potrebbero essere qu
alcosa di più che meri attestati delle nostre capacità tecniche .... lavorando su mo
delli di vetro , ho scoperto che il fatto importante nei grattacieli è il gioco de
i riflessi , e non quello della luce e dell' ombra come negli edifici normali .
I risultati di questi esperimenti sono ben visibili nel progetto .... a prima vi
sta , l' ondulato contorno della pianta potrà sembrarvi arbitrario , ma in realtà le
curve sono determinate de tre fattori : l'illuminazione degli interni , l' effe
tto della massa edilizia quale risulta dalla strada , e il gioco dei riflessi ..
."
Nella casa in mattoni compaiono alcuni elementi del linguaggio successivo di
Mies : tre lunghi setti murari suddividono il giardino collegando interno con es
terno. All' interno gli spazi si concatenano con la riduzione al minimo dei co
rridoi e dei disimpegni creando così una spazialità fluente da un ambiente all' altr
o.
La struttura portante è in mattoni , il cui modulo regge tutto il disegno della vi
lla ; il tetto in c.a. è piano ; non ci sono colmi , considerati inutili .
Nel 1922 Theo van Doesburg è a Berlino con El Lissitzky , giunto da Mosca per l
' esposizione del costruttivismo e del suprematismo russo ; Mies li incontra ven
endo così a conoscenza di nuove ricerche in campo architettonico .
Nel 1925 riceve l' incarico di erigere il monumento a Karl Liebknecht e Rosa
Luxemburg poi distrutto dai nazisti . Era un semplice muro di mattoni forse pe
rché , come ebbe a dire più tardi parlando dell' idea iniziale del monumento , i due
organizzatori comunisti erano stati assassinati , cioè "messi al muro" . Il muro
pur pesante nega la sua massa articolandosi in pannelli rettangolari sfalsati or
izzontalmente verticalmente e in profondità richiamando a prima vista il linguaggi
o neoplastico di "De Stijl".
Nel 1926 diviene vicepresidente del Deutscher Werkbund (associazione tedesca
del lavoro ) organizzando la mostra del quale , a Stoccarda , nel 1927 , non sol
tanto redige il piano urbanistico del "quartiere modello" , ma costruisce un blo
cco di case in linea a quattro piani con struttura in acciaio nel quale per la p
rima volta riuscì a portare ad un livello qualitativo notevole elementi appositame
nti progettati per essere realizzati mediante un procedimento industriale .
Tali appartamenti non sono concepiti in maniera rivoluzionaria , come altre oper
e che di lì a poco verranno , probabilmente perché come regista del complesso non vo
leva prevaricare gli interventi dei vari Le Corbusier , Gropius , Oud , Poelzig
, Behrens , Taut , Scharoun , ecc che intervenivano con loro opere nell' esposiz
ione. Mies opta per la nitidezza stereometrica , la ripetibilità tipologica , la p
recisione del dettaglio , l' eloquenza dell' arredo (in particolare delle sedie
in acciaio tubolare).
La struttura portante in acciaio ha reso la pianta completamente libera : sol
o il corpo scala , i servizi e le aperture sono prestabiliti , il resto dello sp
azio può essere suddiviso in base alle necessità di chi vi abita ( usando sia diviso
ri fissi che rimovibili in materiali leggeri ).
Nel 1927 , il padiglione dell' industria vetraria all'esposizione del Werkbun
d preannuncia i capolavori successivi .
"Muri ridotti a diaframmi di materiali diversi , su cui poggia senza gravitare i
l soffitto . Colori in funzione architettonica , come aveva insegnato van Doesbu
rg : pavimenti di linoleum bianco e nero , pareti di vetro trasparente o grigio
opaco o smerigliato , tavola di legno rosato , sedie bianche e nere . Mies però no
n ha più bisogno , come van Doesburg e Rietvald di partire dalla scatola edilizia
sconnettendone gli angoli , differenziandone le pareti e tagliandole in rettango
li più o meno aggettanti e variamente colorati , travaglio in fondo epidermico che
lascia inalterato il ritmo spaziale . Per Mies la scatola non esiste : l' ha di
strutta Wright .... egli prende le mosse da uno spazio continuo , ininterrotto f
ra esterno e interno , in nessun caso irretito entro quattro mura .... De Stijl
? senza dubbio , per l' orchestrazione dei piani dissonanti . Ma con una variant
e metodologica di incalcolabile portata : traslando l' indagine creativa dagli i
nvolucri alle cavità . Van Doesburg insisteva tenacemente sui valori spazio tempor
ali .... per animare i vuoti , si impegnava sui pieni .... Mies , all' opposto ,
inventa spazi fluidificanti e ad essi subordina i diaframmi plastici" (Zevi , 1
974) .
Nel 1929 costruisce il padiglione tedesco all' esposizione di Barcellona ; ri
cevette l' incarico di costruire un padiglione con funzioni rappresentative (vi
vi si sarebbe tenuta la cerimonia inaugurale della delegazione tedesca ed altri
ricevimenti ufficiali ) , il luogo prescelto era attraversato da una delle strad
e pedonali dell' esposizione , così Mies sottolineò il carattere aperto degli spazi
e facilitò la transizione tra interno ed esterno .
L' edificio è impostato su un basamento di 53m(17m , otto pilastri cruciformi crom
ati reggono il tetto piano sotto il quale si sviluppano gli spazi delimitati da
setti bidimensionali (non portanti ) . Tali setti sono in materiali preziosi : o
nice color miele e marmo verde di Tinos , cristalli smerigliati e in grigio tras
parente per le superfici di vetro .
L' unica parete trasversale , doppia e di vetro , contiene l' unica fonte di luc
e artificiale del padiglione che filtra attraverso le superfici smerigliate .
Le sedie , disegnate anch'esse da Mies , sono le famose poltrone Barcellona in a
cciaio cromato e coperte di cuscini di cuoio bianco ; i ripiani dei tavoli sono
in vetro nero .
All' esterno i piani del pavimento e del fondale sono in travertino romano , que
lli involucranti la corte di marmo olivastro ; i due bacini d' acqua sono rivest
iti di marmo nero (in quello più piccolo è eretta la statua di George Kolbe ) . Il v
olume , nel senso compatto lecorbusierano e in quello frammentato di Gropius , s
compare . Così la superficie intesa come generatrice del prisma scompare per esser
e utilizzata come lamina preziosa , appena scostata dai lucidi ritti metallici ,
saettata a fendere il continuum spaziale , a reintegrare interno con esterno .
Il discorso iniziato col padiglione spagnolo prosegue con la villa Tugendhat
a Brno nel 1930 .
La casa sfrutta il pendio : l' ingresso è sul lato posteriore al primo piano , sul
quale sono disposte liberamente , preservando così la visuale panoramica , le cam
ere da letto . I due piani sono collegati da una scala a chiocciola racchiusa in
un cilindro di mattonelle vetrate .
L' elemento più interessante è il grande soggiorno ( 25m(15m ) che occupa quasi tutt
o il piano terra : è uno spazio aperto schermato sui tre lati da semplici lastre d
i vetro e suddiviso in ambienti minori da preziosi divisori . Il committente non
mise limiti economici a Mies : i pilastri metallici cruciformi sono cromati e v
anno a sostenere dei solai in c.a. , la parete piana che suddivide il soggiorno è
di onice bianco e dorato , la parete curva che racchiude la zona pranzo è in ebano
macassar ; il pavimento del soggiorno è di linoleum bianco , le tende sono di sha
ntung nero e beige . Mediante un comando elettrico , la grande vetrata che dà sul
giardino può scorrere verticalmente nel pavimento , trasformando l' immenso ambien
te in una grande terrazza coperta .
A concludere la triade dei capolavori europei c'è il padiglione di Berlino del
1931 : è l' invenzione più audace del periodo europeo di Mies ( considerandone anche
la funzione prettamente residenziale ) ; è un edificio ad un solo piano su base r
ettangolare costituito da lastre ( tetto e pareti ) separate fra loro (alcune an
che fuoriuscenti dal perimetro di base ) o unite ad angolo retto , cosicchè tutto
l' ambiente è comunicante , internamente ed esternamente ( soltanto i servizi sono
chiusi ) e , al tempo stesso , si ha una qualificazione precisa e di volta in v
olta diversa degli spazi .
"Il linguaggio può essere usato per normali scopi quotidiani , come prosa . Se
si è bravi , si può parlare una prosa meravigliosa . Se si è veramente bravi , si può di
venire poeti . Il medesimo linguaggio contiene tutte queste possibilità" .
"Il suo metodo progettuale è simile a Le Corbusier : distingue la struttura dal
la volumetria , la risolve a priori mediante un reticolo regolare di pilastri me
tallici o di c.a. che sostengono una lastra tetto in genere rettangolare ; sotto
questo riparo la pianta libera può estendersi senza ostacoli . Mies evita di racc
hiudere lecavità entro stereometrie elementari , suddivide gli spazi con setti bid
imensionali , diaframmi traslucidi che talora si estendono all' esterno per offr
ire un contatto con la natura . La negazione della volumetria e l' uso di queste
sottili lastre divisorie indipendenti dalla struttura e associate per dissonanz
a sono le caratteristiche del linguaggio europeo di Mies : l' architetto dei mat
eriali preziosi , dell' esecuzione impeccabile , il poeta silenzioso del raziona
lismo , che stabilisce persino il posizionamento di mobili e sedie" ( Zevi , 199
4 ) .
Diventa direttore del Bauhaus dal 1930 , è costretto dai nazisti prima atrasfer
irlo a Berlino , poi a chiuderlo nel 1933 . In questo periodo , impossibilitato
ad esercitare , precluso anche l' insegnamento , si dedica al progetto di opere
ideali : case a corte , sale da concerti e musei .
In particolare le case a corte cambiano in buona parte la concezione spaziale
di Mies : da una forma dinamicamente articolata e integrata nell' ambiente passò
ad una tipologia edilizia chiusa su se stessa circondata da muri di mattoni e co
municante con l' esterno attraverso piccole aperture . Tali abitazioni conservan
o all' interno della cinta muraria elementi del linguaggio miesiano : continuum
spaziale suddiviso da lastre bidimensionali , pilastri in acciaio a sorreggere i
l tetto piano ; è accentuato al massimo l' interscambio tra spazio interno ed este
rno(privato) grazie alle pareti completamente vetrate ; è però mutilata la reintegra
zione interno-esterno(pubblico) a favore di un involucro che racchiuda la cellul
a abitativa ,la separi dal mondo esterno mai più ostile che in questo periodo .
Muro esterno come facciata pubblica e all' interno la liberazione personale di M
ies , come avrebbe detto poi Fichte .
Si vengono a creare dei giardini interni dove massima è la privacy e addirittura i
n un progetto dicase acorte , a schiera , queste hanno forma ad elle in modo che
tra le unità non ci siano pareti in comune nei locali di abitazione .
Nel 1937 lascia la Germania e si trasferisce negli Stati Uniti ; da questo mo
mento la sua attività costruttiva , quantitativamente scarsa in Germania , assume
un ritmo intenso , senza cedimenti qualitativi .
Nel 1938 diventa direttore della facoltà di architettura dell' Armour institute
of technology ( divenuto dal 1940 Illinois institute of technology , I.I.T. )
di Chicago , di cui progetta il nuovo
campus . Qui riduce drasticamente il repertorio espressivo ( come nelle altre co
struzioni americane ) cercando così di staccarsi dallo scenario architettonico sta
tunitense , sempre più in cerca di sensazionalismi ( grattacieli sempre più alti ) e
d ostentante sempre più spesso cattivo gusto nell' ornare gli edifici .
"L' arte è selezione e un' idea isolata vale più di dieci idee" .
Il campus di una università è un luogo d
ove gli studenti seguono i corsi , accedono ai laboratori ed in parte vi abitano
. Mies ne ha impostato la planimetria su un modulo quadrato di lato 24 piedi (
7,32m ) e ciascun edificio è progettato in funzione di questo modulo .
Le costruzioni a causa delle scarse risorse economiche hanno dovuto obbedire ad
una rigida economia : i soli materiali usati sono acciaio , c.a. o muratura per
le strutture portanti , muratura e vetro per i tanponamenti .
Gli edifici sono ad un solo piano od a più piani , impostati però sullo stesso mo
dulo .
Gli alberi interrompono il ritmo severo delle facciate , l' edera invade in alc
uni edifici le superfici in mattoni attenuando con la sua tessitura il rigore de
i volumi .
Negli edifici più alti lo scheletro principale metallico è rivestito di calcestruzzo
per proteggerlo dal fuoco .
Interessantissima è la soluzione d' angolo che mostra chiaramente la differenza ch
e c'è tra parete non portante e pilastro .
Mies parla , a proposito del ferro a doppio T , che può essere sollecitato prevale
ntemente in una direzione , di principio "gotico" mentre i pilastri a croce , c
he permettono due direzioni di carico , corrisponderebbero maggiormente a princi
pi costruttivi "rinascimentali" .
Mies esortava gli allievi dell' I.I.T. di liberarsi subito dall' ossatura por
tante progettando su uno schema elementare , quadrato o rettangolare , un tetto
poggiante su pilastri regolarmente scanditi : an questo stadio cominciava l' imp
resa architettonica .
"Accanto alla formazione scientifica gli studenti devono imparare innanzi tut
to a disegnare , in modo da dominare la tecnica del mezzo espressivo ed addestra
re l' occhio e la mano . Mediante esercizi bisogna trasmettere loro il senso del
la proporzione , della struttura , della forma e del materiale , chiarire le lor
o connessioni e le loro possibilità espressive .... tutti i materiali , non import
a se naturali o artificiali , possiedono proprietà specifiche che è necessario conos
cere per poterli utilizzare . Nuovi materiali , nonchè nuovi sistemi costruttivi ,
di per se non garantiscono alcuna superiorità . Determinante è il giusto rapporto c
on loro ; ogni materiale vale solo per quel che si sa ricavarne . Alla conoscenz
a dei materiali e dei metodi costruttivi si collega quella delle funzioni : esse
devono essere analizzate chiaramente , si deve conoscerne il contenuto . È necess
ario mettere in evidenza perché e in che cosa un tema si differenzia dagli altri ;
in cosa consiste la sua essenza" .
Nel 1950 progetta la Crown hall , sempre all' interno dell' I.I.T. .
Particolarità dell' opera è quella di essere una grande sala senza pilastri , intera
mente vetrata , dove vi è a disposizione un vasto spazio libero .
La copertura , che misura 36,5m(67m è infatti sospesa a quattro capriate metallic
he , intervallate di 18m , che coprono l' intera larghezza del tetto mentre le e
stremità escono a sbalzo per 6m .
Le capriate sono poi rette da pilastri esterni ; Mies dichiara in occasione dell
a codtruzione di questo edificio che "là dove il problema tecnico è superato , inizi
a l' architettura" .
"Quando Mies cominciò ad occuparsi dell' I.I.T. aveva quasi cinquant' anni ed e
ra facile attendersi sa lui una ulteriore elaborazione delle sue opere europee ;
e , per converso , era molto difficile che egli potesse vedere la natura della
moderna tecnologia edilizia americana con la chiarezza che poi dimostrò , poiché , d
opo tutto , era un nuovo venuto . Pure , gli edifici dell' I.I.T. sono tanto sem
plici , tanto interamente razionali nell' espressione strutturale che la cosa più
misteriosa è , in verità , perché nessuno li avesse costruiti prima che Mies arrivasse
a Chicago !" (Blake , 1963 ).
Anche il successivo progetto per il teatro di Mannheim ricalca lo stesso prin
cipio strutturale del tetto sospeso . In questo periodo realizza alcuni progetti
di case in cui la pianta è completamente libera poiche i pilastri sono portati al
l' esterno ; queste case sono completamente tamponate a vetri dimodochè appaiono c
ome grandi cristalli posati nella natura .
L' unica di queste opere realizzate è la casa Farnsworth , Fox river valley , P
lano (1945-50).
La villa , lunga 24m , larga 8m è costituita da un solo ambiente ed è situata sulla
superficie pianeggiante di un prato , fra alberi d' alto fusto ed in prossimità de
l fiume Fox .
"Dimostra il cosciente abbandono dei piani liberi fluenti nello spazio , a fa
vore di una immagine severa ed inibita , sintetizzata in tre lastre orizzontali
magneticamente sospese : una terrazza , un pavimento e un tetto . Un levitante
prisma d' aria è sospeso ai pilastri d' acciaio in vista ; ogni partizione è abolita
per non frazionare la cavità , tanto che bagno , cucina , caldaia e caminetti son
o contenuti in una scatola bassa che non tocca il soffitto . Più che una casa , qu
esto è un oggetto di ellenica perfezione . "Il meno è il più" indica il processo di si
stematica sottrazione dell' inessenziale attraverso il quale Mies , in cinque an
ni di lavoro , ha forgiato l' immacolato gioiello . Un occhio educato intuisce i
l travaglio che costa un piccolo edificio la cui liricità risiede in impercettibil
i sottigliezze : nell' equilibrio asimmetrico , nella breve distanza da terra e
nel raccordo tra piano della terrazza ed abitazione mediato da meravigliosi grad
ini , nei pilastri dipinti in bianco che incorniciano quadri naturali , nella di
alettica cromatica tra il travertino del pavimento , il rivestimento ligneo del
box dei servizi e le tende champagne . Visione distillata che non rispecchia la
psicologia dell' architetto o del committente , ma funge da sfondo neutro sul qu
ale spicchino le vite individuali , complesse , imprevedibili e caduche di color
o che vi dimoreranno" (Zevi , 1994) .
A partire dal 1948 preponderante è stata l' attività di progettazione e costruzio
ne di grattacieli .
I primi sono i Promontory apartments , Chicago ; sono in c.a. con tamponamenti d
i mattoni fino all' altezza del parapetto sovrastato poi dall' infisso fino al s
offitto .
Nei Lake Shore drive apartments , Chicago , utilizza il sistema costruttivo i
n acciaio con strutture rivestite in calcestruzzo per le norme di sicurezza anti
ncendio . Il discorso linguistico qui si impoverisce sempre più fin "sull' orlo di
una castità paralizzante" (Zevi , 1990) .
"Penso che oggi vi siano due tendenze : una , a base strutturale , può dirsi la più
obbiettiva ;
l' altra a base plastica , si può definire emozionale . Non è lecito mischiarle ; l'
architettura non è un Martini" .
Oltre ad edifici per abitazione costruisce anche edifici per uffici la cui ti
pologia è stata adottata in tutto il mondo per la sua economia di materiali e per
la flessibità della distribuzione in pianta.
Il più rappresentativo di questi è il Seagram building a New York , costruito con Ph
ilip Johnson nel 1958 . È un grattacielo di 39 piani nel quartiere degli affari di
Manhattan ; si erge su una terrazza che lo circonda , arretrato di 27,5m rispet
to agli altri fronti su strada : grazie a ciò il volume del grattacielo si stacca
dagli edifici circostanti . La struttura di acciaio è rivestita di calcestruzzo ed
involucrata da un curtain-wall con profilati di bronzo , vetri rosati e pannell
i rivestiti di marmo levigato . Si può dire che questo edificio è uno dei migliori d
i Mies per quanto riguarda la cura del particolare e la raffinatezza della sua r
ealizzazione ; perfezione "ellenica" riscontrabile anche nel puro volume vitreo
che però ha una concezione spaziale prettamente classicista : ordine assiale inecc
epibile , simmetria perfetta , proporzione eccellente .
Proprio questi ultimi aspetti hanno portato le maggiori critiche a quest' opera
.
Tra le ultime opere ce n'è una europea : il Neue Nationalgalerie , Berlino , 19
62-68 .
Qui la sala quadrata , completamente vetrata , per esposizioni d' arte è situata s
u un' ampia terrazza al di sotto della quale si trovano la galleria di pittura ,
l' amministrazione e i depositi .
Il terreno che si abbassa da un lato viene sfruttato in modo che la terrazza si
affacci su una corte chiusa da muri , e da qui prenda la luce la galleria inferi
ore .
La copertura ( una lastra quadrata in acciaio di 64,8m di lato , nervata second
o le due direzioni dei lati ) è sorretta da otto pilastri , due per lato , in modo
tale che gli angoli della piastra non ne abbiano . Nella sale d' esposizione è pr
evista una illuminazione mediante riflettori principali più dei riflettori seconda
ri posizionabili a piacere ; inoltre un' illuminazione speciale radente , ideata
a questo scopo , illumina uniformemente le pareti del museo .
Il problema di inserire opere d' arte negli ambienti ha sempre interessato Mi
es , disegni e collages di progetti precedenti mostrano come egli includesse a p
riori quadri e sculture nell' organizzazione dello spazio : pittura , scultura e
spazi interni sono qui pienamente integrati .
Mies riflette nella sua opera l' intera esperienza del movimento moderno , si
no alla sua drammatica crisi involutiva ; filo conduttore della sua attività è l' in
teresse , non solo tecnologico ma anche estetico e per così dire morale , per un u
so avanzato e rigoroso dei nuovi materiali costruttivi : acciaio , cemento armat
o e vetro .
1969 , muore il 17 agosto a Chicago .

Bibliografia
* Blake P. , The masters builders : Le Corbusier , Mies van der Rohe , Wright ,
Rizzoli , Milano ,1963
* Zevi B. , Cronache di arhitettura vol. IV e vol VII , Laterza , Bari , 1970-7
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1974
* " , Storia dell' architettura moderna , Einaudi , Torino , 1990
* " , Architettura della modernità , Newton-Compton , Roma , 1994
* Blaser W. , Mies van der rohe , Zanichelli , Bologna , 1991
* Denti G. Calzà G. , Il padiglione di Barcellona ,1987
* AA. VV. , Enciclopedia dell' arte , Garzanti , Milano , 1977
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