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LIMBA SARDA COMUNA

Norme linguistiche di riferimento a carattere sperimentale


per la lingua scritta dell’Amministrazione regionale
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INDICE

1. Premessa
1.1 Una lingua per gli usi ufficiali dell’Amministrazione regionale
1.2 La Limba Sarda Comuna, una varietà linguistica di mediazione
2. La proposta di un modello di norma scritta
3. Criteri di rappresentazione grafica
4. Criteri ortografici orienativi
4.1 Generali
4.2 Ortografia
4.2.1 Una sola forma grafica delle parole
4.2.2 Consonanti iniziali mobili b-, d-, f-, g-
4.2.3 Preposizione “de”
4.2.4 Le consonanti singole e doppie
4.2.5 “z” e “tz”
4.2.6 Accentazione
4.2.7 Clitici
4.2.8 d eufonica
4.2.9 Vocale paragogica
4.2.10 no, non; nono
4.2.11 ne, nen
4.2.12 t finale nella 3ª pers. sing. e pl. dei verbi
4.2.13 Semiconsonante prepalatale -j-
4.2.14 Uso della h
4.2.15 Uso della q
4.2.16 Uso dell’apostrofo
4.3 Alfabeto
5. Fonetica
5.1 Vocali: a, e, i, o, u
5.2 Consonanti e gruppi consonantici di origine latina
5.3 Adattamento parole da altre lingue
5.3.1 ce, ci, cia, cio, ciu
5.3.2 ge, gi, gia, gio, giu
5.3.3 gli + vocale
5.3.4 gn + vocale
5.3.5 sce, sci
6. Articolo
7. Formazione del plurale
8. Aggettivo
8.1 Comparativo
8.2 Superlativo
8.3 Comparativi e superlativi sintetici
9. Pronome
9.1 Pronomi personali
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9.1.1 Serie tonica


9.1.2 Serie atona
9.1.3 Particelle pronominali
9.2 Combinazioni di pronomi e particelle pronominali
10. Pronomi e aggettivi possessivi
11. Pronomi e aggettivi dimostrativi
12. Pronomi relativi
13. Pronomi interrogativi
14. Avverbi e locuzioni verbali
15. Congiunzioni
17. Pronomi indefinti
18. Numerali
19. Verbi ausiliari
20. Verbi regolari
21. Verbi irregolari
22. Formazione delle parole
22.1 Suffissi
22.1.1 bile
22.1.2 -tzione
22.1.3 -àntzia, -èntzia
22.1.4 - eri, -era
22.1.5 -ore, -ora
22.1.6 -nte
22.1.7 -mentu
22.1.8 -ite
22.1.9 -ìngiu
22.1.10 -òngiu
22.1.11 -dade, -tade
22.1.12 -udu, -uda
22.1.13 -ete
22.1.14 -sone
23. Lessico
23.1 Lessico ereditario,terminologia, neologismi
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1.1 Una lingua per gli usi ufficiali dell’Amministrazione regionale

Negli anni importanti riferimenti normativi, quali la Carta europea delle lingue del Consiglio d’Europa del 1992, la
Legge n. 26/1997 della Regione Sarda, la Legge 482/1999 dello Stato italiano, hanno creato le condizioni per il
riconoscimento pieno della lingua come fortissimo elemento identitario ed hanno, al tempo stesso, coronato
decenni di battaglie linguistiche volte a tutelare le minoranze linguistiche, compreso il sardo.

Nel tempo, infatti, i processi storici hanno prodotto un panorama linguistico in cui il sardo si è trovato a convivere
prima con il catalano, poi con lo spagnolo e l’italiano ed hanno provocato la diminuzione del numero dei parlanti
insieme a interferenze fonetiche e lessicali sempre maggiori da parte dell'italiano che rischiano di cambiare gli
equilibri linguistici dentro l'Isola a danno del sardo.

Il sardo, come del resto tutte le altre lingue naturali, è al contempo unico e molteplice, costituito dal complesso
delle varietà che lo compongono, in pratica una per paese (con, in alcuni casi, ulteriori differenze interne),
accomunate da caratteristiche che lo identificano e lo differenziano da altre lingue sorelle neolatine. Le attuali
differenze interne, fondamentalmente di tipo fonetico – e molto limitamente di tipo grammaticale e lessicale –,
sono riconducibili sia a un diverso approccio e contaminazione degli idiomi parlati dai Sardi con il latino giunto a
noi con la dominazione romana, sia alle successive evoluzioni locali, ancora in atto, cui si aggiungono le
differenze derivanti dagli apporti delle lingue catalana, spagnola, italiana, effetto delle diverse dominazioni.

Tuttavia, le tante varietà locali, che costituiscono la ricchezza della lingua sarda, hanno una maggioranza di
elementi comuni che dimostrano l’unicità della nostra lingua e che devono consentire uno sviluppo più
universale, moderno e pieno al sardo nel suo complesso in ogni ambito. Oggi è più che mai utile e irrimandabile
perseguire l’uso scritto e pubblico del sardo anche se, dopo secoli di assenza della nostra lingua dall’uso
pubblico ufficiale, non risulta facile superare le difficoltà di trovare una soluzione totalmente coerente e
perfettamente bilanciata tra tutte le varietà e capace di mediare perfettamente differenze linguistiche con
l’esigenza di unità e universalità.

Con la consapevolezza della delicate problematiche in gioco, ma anche della improcrastininabilità di ogni azione
di consolidamento e promozione del sardo, la Regione, anche in riferimento ai significativi provvedimenti
normativi citati, intende adottare, accanto all’italiano, il sardo come lingua della propria Amministrazione e
intraprendere questo cammino avviandone l’uso con l’aiuto di alcune norme di riferimento sperimentali per la
lingua sarda scritta in uscita.
Fermo restando che intende valorizzare, valorizza e sostiene tutte le varietà linguistiche parlate e scritte in uso
nel territorio regionale, la Regione ha ravvisato la necessità, dopo discussioni e confronti sulla lingua sarda durati
molti anni, di sperimentare l’uso del sardo per la pubblicazione di atti e documenti dell’Amministrazione regionale.
L’oralità nel contatto con gli uffici è fatta salva in ogni varietà della lingua. Altri Enti o Amministrazioni pubbliche
della Sardegna saranno liberi di utilizzare le presenti norme di riferimento oppure di fare in piena autonomia le
scelte che riterranno opportune. Il carattere sperimentale delle norme proposte e l’opportunità di approfondire
con ulteriori studi il lessico, la morfologia e un’ortografia comune a più varietà, lascia, inoltre, i più ampi margini a
modifiche, integrazioni che potranno essere con il tempo elaborate e adottate.

La finalità che la Regione intende perseguire con la predisposizione delle norme linguististiche di riferimento a
carattere sperimentale per la lingua scritta dell’Amministrazione regionale è quella di avviare un processo
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graduale mirante all’elaborazione di una Limba Sarda Comuna, con le caratteristiche di una varietà linguistica
naturale che costituisca un punto di mediazione tra le parlate più comuni e diffuse e aperta ad alcune
integrazioni volte a valorizzare la distintività del sardo e ad assicurare un carattere di sovramunicipalità e la
semplicità del codice linguistico. La Limba Sarda Comuna intende rappresentare una “lingua bandiera”, uno
strumento per potenziare la nostra identità collettiva, nel rispetto della multiforme ricchezza delle varietà locali.

La Regione, preso atto del confronto di idee e di proposte dei membri della Commissione istituita con
deliberazione della Giunta regionale n. 20/15 del 9 maggio 2005, compie ora il primo passo sperimentale di
questo percorso verso la Limba Sarda Comuna, iniziando a contemperare in una proposta unitaria i modelli di
standard scritto che hanno animato il dibattito negli ultimi tempi. La Regione intende intraprendere questa strada
verso la Limba Sarda Comuna con il più ampio concorso democratico di contributi, opinioni, riscontri e verifiche
adottando una soluzione iniziale, come è la Limba Sarda Comuna, in cui, insieme a una larga maggioranza di
opzioni comuni a tutte le varietà, convivono, in alcuni casi, opzioni aperte e flessibili e che, proprio per la
gradualià e la sperimentalità del processo, a distanza di tempo e sulla base delle risultanze e delle necessarie
esperienze, potrà essere integrata, modificata ed arricchita con gli opportuni aggiustamenti.

Perciò nell’individuazione di una Limba Sarda Comuna, ci si riferisce solo a questa lingua “sarda” unica anche se
composta da tante varietà. Essa, pertanto, non vuole né sostituirsi né imporsi sugli altri idiomi della Sardegna,
come giustamente e correttamente fa, dal punto di vista linguistico e giuridico, la Legge regionale n. 26 del
1997, senza nulla togliere a questi idiomi, anzi riconoscendo loro lo stesso livello di tutela e promozione.

La Legge regionale n. 26 del 1997 ha posto infatti le basi giuridiche per la valorizzazione e promozione della
lingua sarda e pari valorizzazione e promozione riconosce, nei territori rispettivi, anche ad algherese, sassarese,
gallurese, tabarchino, per cui ciascuno di questi idiomi potrà dotarsi o già si è dotato di norme linguistiche di
riferimento che garantiscono una loro più efficace presenza ufficiale nei media, nell’amministrazione, nella
scuola.

1.2 La Limba Sarda Comuna, una varietà linguistica di mediazione

Ogni varietà locale, da sola, riflette e contiene tutte le caratteristiche fondamentali della lingua sarda e può
candidarsi a rappresentarla a pieno titolo, ciascuna, dunque, può essere selezionata per rappresentare tutto il
sardo. Nella pratica, anche alla luce dei pareri emersi all’interno della Commissione, la Regione ha ritenuto
opportuno proporre delle norme scritte di riferimento che costituiscano una sorta di mediazione tra le diverse
parlate.

Così come è accaduto per altre lingue, che di recente hanno una norma scritta di riferimento come il galiziano, il
ladino, il friulano, il romancio o lo stesso basco, il modello è in generale frutto di mediazione, compensazioni,
ricerca di regolarità e analogie, con lo scopo di stabilire un sistema operativo “lingua” il più omogeneo e coerente
possibile, elementare e semplice da imparare e usare.

E’ stato così individuato un punto di mediazione fra le varietà più comuni, ottenuto con il confronto delle
differenze all’interno della nostra lingua. L’esame dei fenomeni soprattutto fonetici, studiati e censiti, che danno
ai parlanti la sensazione di una grande differenziazione e frammentazione, ha privilegiato piuttosto gli elementi di
convergenza e sistematicità tra le varietà, gli elementi comuni a tutto l'insieme del sardo.
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Nel caso di alcune differenze, come nella -t finale della terza persona plurale dei verbi si è preferita la soluzione
più etimologica, regolare e sovramunicipale presente nelle parlate meridionali; in altri casi, per salvaguardare la
distintività del sardo, si è preferita la soluzione centro-settentrionale, come nel caso di limba, chena, iscola,
ecc.. Nel caso del pronome personale di prima persona singolare, si è preferita la forma deo, se non la più
diffusa, la più simile al meridionale deu.

Le forme adottate non sono nuove creazioni, frutto di invenzione, ma forme reali, riscontrabili nell’uso orale. Ne
risulta una varietà linguistica con elementi di naturalità, punto di mediazione, ma non frutto di una media
artificiale, matematica. Tra un esito limba e un altro lingua, non si è trattato di inventare un ipotetico ibrido
(come sarebbe *lingba), ma di scegliere un risultato linguisticamente più identitario: limba.

La Limba Sarda Comuna, da utilizzarsi in via sperimentale per la redazione dei documenti della Regione sarda,
rivolti a tutti i Sardi, non è una nuova lingua che si sostituisce alle varietà parlate, ma semplicemente una norma
scritta di riferimento ad esse complementare, che propone una mediazione tra le differenze che costituiscono la
irrinunciabile ricchezza e multiformità della lingua sarda, la sua base viva e naturale. Attraverso un sistema
scritto che deve tendere alla uniformità, univocità e coerenza, la Limba Sarda Comuna può costituire un punto
d’incontro, utile a rappresentare i sardi nell’uso ufficiale da parte della Regione, così come consentono le leggi
che i Sardi hanno fortemente voluto, la legge regionale n. 26 del 1997 e la legge statale n. 482 del 1999.
La Regione, nel proporre le presenti norme linguistiche scritte di riferimento, ha fatto tesoro della tradizione dei
nostri migliori scrittori e dei suggerimenti venuti dalla sperimentazione delle diverse proposte elaborate nel corso
della nostra storia recente e passata.
Tutte le lingue sono caratterizzate da variabilità dialettale, sia prima della elaborazione e definizione di un
modello scritto comune, sia dopo. L'esistenza di una norma di riferimento, di un modello, può, anzi deve,
convivere con le specifità orali presenti nel nostro territorio, con funzioni diverse.

L'operazione compiuta non intende costituire una proposta di unificazione della lingua, perché la lingua è già
“una”, ma semplicente una proposta di un modello scritto comune cui ci si possa riferire e che possa essere
utilizzato per la traduzione di alcuni atti e documenti dell’Amministrazione regionale. La scelta operata infatti si è
mossa nella direzione di considerare alcune soluzioni più compatibili con l’insieme del sardo, quelle ritenute più
capaci di “mediazione”.

2. La proposta di un modello di lungua scritta, la Limba Sarda Comuna

La sperimentazione della Limba Sarda Comuna si basa sull’adozione di alcuni criteri e soluzioni possibili:

a) un modello linguistico che si colloca in una posizione intermedia tra le varietà.

b) alcune regole di rappresentazione “grafica”, ossia la scelta di quali “grafemi” conviene usare per rappresentare
i fonemi che compongono le parole. Per es., dovendo scegliere quale grafia (zz, ts o tz) è più opportuna per
scrivere il fonema [ts] del corrispondente sardo dell’italiano “pozzo”, si è optato in favore di tz, presente in
numerosi nomi di luogo e cognomi (Tramatza, Atzara, Atzeni, ecc.). Pertanto, nella Limba Sarda Comuna, si
scriverà putzu, lasciando la possibilità di scrivere, nelle varietà locali, anche putu, puthu, pussu, puciu,
conformemente alla relativa pronunzia.
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c) alcune regole per rappresentare una “ortografia” in coerenza con le norme ortografiche proposte anche per le
varianti locali capace di “assicurare la sovramunicipalità e la semplicità del codice linguistico”. Nella pronunzia
reale delle parole all’interno della frase, sono normali i mutamenti o le assimilazioni di consonanti in
combinazione con altre consonanti che le precedono o seguono. Per es., nella pronunzia reale, la s finale degli
articoli plurali sos, sas, is, (così come tutte le parole che terminano in -s) può mutarsi in r di fronte alla
consonante dentale sonora d (sar domos, ir domos), ma restare immutata di fronte alla relativa consonante
dentale sorda t (sas tèulas, is teulas ). E, con le stesse modalità ma con diversi risultati, nell’incontro con altre
consonanti (sal lughes, san nues, il nues).
Così pure, se la consonante iniziale b, d, f e g velare è seguita da vocale ed è preceduta da parola che termina
in vocale, per es; gli articoli su, sa, possiamo avere, nella pronunzia, la caduta della b, d o f (su entu, sa omo, sa
èmina, sa unnedda)
Anche in armonia con la generalità dei nostri scrittori, si propone di scrivere le parole in modo costante,
indipendentemente dai mutamenti e dalle assimilazioni possibili nella pronunzia. Per cui si opta per sas domos,
sas tèulas, sas lughes, is dentes, su bentu, sa domo, sa fèmina, lasciando la possibilità di pronunziare sar
domos, sas tèulas, sal lughes, i dentes, su entu, sa omo, sa èmina o in altro modo, conformemente ai propri
riferimenti e abitudini. Così, in tutti gli altri casi, come avviene anche in lingue internazionali come il francese o lo
spagnolo.

d) una norma scritta comune, di riferimento, aperta ad integrazioni volte a valorizzare la distintività del sardo, ad
esempio:
— limba, sàmbene, ecc., scrivendo lingua , sànguni, ecc. nella scrittura delle varietà locali;
— chelu, chentu, pische, lughe, ecc., scrivendo celu, centu, pisci, luge, luxi, luche, ecc., nelle varietà locali;
— iscola, iscala, ischire, ecc., scrivendo scola, scala, sciri, ecc., nelle varietà locali.

Tutte le soluzioni sono di uguale valore linguistico, ma è necessario per ragioni di chiarezza di chi scrive o
traduce operare una scelta. La Limba Sarda Comuna, come norma scritta di riferimento e di “rappresentanza”
dovrebbe tendere con il tempo appunto a rappresentare il sardo nel suo complesso e non a rendere per iscritto
tutte le varietà locali, che sarebbe difficilmente proponibile per dare al sardo un uso ufficiale sovralocale e
sovramunicipale.

3. Criteri di rappresentazione grafica

Nel definire quali segni grafici utilizzare per la rappresentazione dei suoni della Limba Sarda Comuna, si è
preferito superare alcune delle proposte ortografiche pregresse, in particolare quelle che si rifanno ad altre
lingue (latino, catalano, spagnolo) che hanno di volta in volta fatto da modello ai nostri scrittori e accettare, tutte
le volte che conviene, soluzioni più vicine alle nostre abitudini, come sono, oggi, quelle dell’italiano.

Si è, perciò, ritenuto più opportuno adottare soluzioni tipiche delle lingue neolatine che si rifanno alla tradizione
ortografica italiana, come sono, in romeno e in altre lingue, le soluzioni “che, chi; ghe, ghi” (es. chentu, chima;
gherra, ghisa), piuttosto che quelle adottate dalle lingue neolatine “occidentali”, es. i corrispondenti “que, qui;
gue, gui”, comuni a spagnolo, catalano, portoghese, galiziano, francese, occitano. Nessuna di queste lingue si
sente sminuita perché adotta soluzioni ortografiche simili ad altre lingue. Così pure, si è ritienuto necessario
sfuggire a tentazioni antistoriche e differenzialiste, prive di praticità, come l’uso di grafemi difficilmente popolari,
quali sarebbero “ka, ke, ki, ko, ku” al posto di “ca, che, chi, co, cu”.
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Si è, peraltro, proposto di distanziarsi solo quando è più conveniente una soluzione alternativa, come si ha con
l’universale accettazione di “z, tz” per mostrare l’opposizione tra zeta sonora e sorda, o con la semplificazione di
certune delle doppie consonanti dell’italiano.

4. Criteri ortografici orientativi

4.1 Generali
Per la norma scritta di riferimento della Limba Sarda Comuna, si propone una ortografia ispirata ai seguenti
criteri:
• a) sfruttare positivamente, quando possibile e utile, la pratica di scrittura acquisita e regolarizzare la
scrittura tradizionale del sardo coerentemente con le necessità distintive della lingua sarda rispetto alle
altre lingue della famiglia neolatina;

• b) optare per una varietà linguistica comune, una grafia ed ortografia semplificata, che sia di facile e
reciproca articolazione per coloro che parlano altre varietà, e che nello scritto, a fronte delle singole
realizzazioni locali, è presentato nella colonna 3 della tabella “Fonetica”; chi vorrà scrivere i fonemi
particolari delle singole varietà presenti nella colonna 2, lo potrà fare secondo le modalità che saranno
proposte a parte;

• c) assicurare la coesistenza degli articoli determinativi plurali sos, sas, is a fronte dei singolari su, sa, e
della analoga e speculare differenziazione nelle desinenze dei sostantivi e aggettivi, -u, -a, -os, -as.
Sarà facoltà di chi scrive optare per su, sa, sos, sas o per su, sa e is .

• d) privilegiare la costanza morfologica delle parole (nella loro parte iniziale, mediana e finale),
indipendentemente dalle modificazioni fonosintattiche, numerosissime in sardo come del resto in altre
lingue;

• e) tener conto dei fattori etimologici, rifacendosi, fondamentalmente alla comune matrice latina (es. la -t
finale della 3ª persona singolare e plurale dei verbi), escludendo i fenomeni che non siano comuni a
tutte le varianti (es. raddoppiamento di r- iniziale con prostesi vocalica), per cui rosa e non arrosa;

• f) adottare una soluzione “piena”, più completa rispetto all’etimologia comune, per es.: ogru, àteru,
lavra, ecc., semmai scrivendo ogu, atru, lara, larva nelle varietà locali;

• g) evitare le metatesi,optando per es. in favore di pedra, bidru, pradu, ecc. lasciando preda, perda;
bridu, birdu; padru, pardu, ecc., alle varietà locali, eccetto il caso in cui la metatesi sia comune a tutte le
varietà, es. intreu, freàrgiu;

• h) ridurre articoli, verbi e avverbi alle parti minime costitutive, separando la preposizione dall’articolo, a su,
de su, ecc.; le particelle enclitiche dal verbo, nara·bi·lu, giughide·bi·nche·lu; la preposizione
dall’avverbio, a pustis, a foras, in antis…;
• i) privilegiare quanto più possibile la regolarità paradigmatica nei verbi, per favorire un migliore
apprendimento, per es. l’adozione generalizzata del gerundio in -ende in tutte le coniugazioni, -are, -ere,
-ire, che potrà essere letto -endi nelle varietà meridionali (vedi sotto, Fonetica/Vocali); inoltre, l’adozione
della desinenza in -ia di tutti gli imperfetti dell’indicativo, per tutte le coniugazioni.
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4.2 Ortografia

4.2.1 Una sola forma grafica delle parole


Va rispettata la costanza morfologica delle parole (nella loro parte iniziale, mediana e finale), indipendentemente
dalle modificazioni fonosintattiche, cioè che avvengono per influenza dell’aspetto fonetico della
parola/consonante precedente o successiva. Per esempio, si scrive isboidare, iscuru, isdentadu, isfogiare,
disganadu, islumbare, ismentigare, isnudare, ispeare, isrobare, istupare, isvitare, isgiùnghere, istzoare,
indipendentemente dal fatto che la -s- del prefisso is- possa essere pronunciata, a seconda dei casi, come r, l,
n, ecc., anche per assimilazione con le consonanti successive. Ugualmente, si scrive sempre, per es., est
benende, est làngiu, est nàschidu, ecc., anche se, nella pronuncia, la -t, in alcuni casi, può cadere e la s
trasformarsi come negli esempi precedenti. Vale lo stesso criterio per gli articoli plurali sos, sas e is, che non
mutano mai forma grafica. Così tutte le altre parole che terminano con s o r, per esempio, tempus bonu,
semper tuo.

4.2.2 Consonanti iniziali mobili b-, d-, f-, g-


Le consonanti iniziali mobili b-, d-, f-, g- si scrivono sempre, anche se nella pronuncia possono cadere, es.: bida,
sa bida; domo, sa domo; fìgiu, su fìgiu; gama, sa gama, ecc.

4.2.3 Preposizione “de”


Conformemente al criterio di non tener conto dei mutamenti fonosintattici, la preposizione de, analogamente a
tutte le parole inizianti con d, si scrive per intero: de, senza alcuna elisione. Forme errate: ‘e, d’.

4.2.4 Le consonanti singole e doppie


Si scrivono singole, oltreché doppie, solo le consonanti b/bb, d/dd, l/ll, m/mm, n/nn, r/rr, s/ss.
Le altre si scrivono solo singole.

4.2.5 “tz” e “z”


Si usa tz per la zeta sorda, es. lantza, tziu, petza, putzu, e z per la sonora. es. organizare. Né tz né z possono
essere raddoppiate graficamente.

4.2.6 Accentazione
L’accento grafico è segnato sulle vocali toniche delle parole ossitone o tronche e proparossitone o sdrucciole. Si
segna nelle parole tronche, in cui è tonica l’ultima sillaba o vocale, es. tribù ecc. e in quelle sdrucciole, in cui è
tonica la terzultima sillaba o vocale, es. cùcuru, fèmina, òmine, pìbera, provìntzia, istùdiu, ecc. Non si usa
nelle parole piane, in cui è tonica la penultima vocale, es. iscola, matessi, ecc.

4.2.7 Clitici
Nel caso delle particelle pronominali atone posposte al verbo, per ragioni didattiche (per facilitare l’individuazione
delle parti costitutive della frase e quindi l’analisi della stessa), si preferisce la separazione all’agglutinazione, per
cui:
• giughide·bi·nche·lu, leade·bos·nche·lu, ecc.
Tale soluzione concilia il criterio del mantenimento di una unica forma delle parole, indipendentemente dalle
leggi di fonosintassi, con il legame stretto che esse hanno con il verbo. Si è preferito il punto mediano (che
riduce le distanze e dà l’idea di maggior legame) al trattino, usato preferibilmente per le parole composte. La
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scrittura separata consente anche un migliore trattamento informatizzato dei testi, perché un correttore
ortografico, anziché dover tenere in memoria le migliaia di combinazioni possibili che si avrebbero tra i clitici e il
verbo, le analizzerà singolarmente, sia che si trovino separate (quando sono anteposte), che quando sono
legate al verbo, unite dal punto. La pronuncia, poi, segue le norme generali, con tutte le assimilazioni possibili
che valgono per le consonanti che si trovano all’inizio e in fine di parola.
Nel caso in cui le medesime particelle siano anteposte, devono essere staccate:
bi nche lu giughides, bos nche lu leades, bos lu leo, mi lu dant.

4.2.8 d eufonica
Non si segna la d eufonica ma la si lascia alla eventuale pronuncia, come nei casi seguenti:
in unu, cun unu, in onni, a onni, a ogni, eris [in »Í unu] , ecc.
Poiché tale d non è frutto di alcuna elisione, non ha senso usare apostrofi né, tantomeno, ha senso legarla con
un trattino alla parola precedente o a quella successiva.

4.2.9 Vocale paragogica


Non si scrivono le vocali paragogiche dopo consonante. Dunque si scrive fèminas, ànimas, bolet, bolent, ecc.
ma non fèminasa, ànimasa, bolete o bolede, bolente, ecc.

4.2.10 no, non; nono


L’avverbio no si usa di fronte a parola che inizia con vocale, non di fronte a parola che inizia con consonante,
es.: no ando, non bèngio. Davanti ai pronomi lu, la, l’, però, si scrive no. Quando è tonica in posizione finale
assoluta è no o nono.

4.2.11 ne, nen

La congiunzione ne si usa di fronte a parola che inizia con vocale, nen di fronte a parola che inizia con
consonante, es.: ne ando, nen bèngio. Davanti ai pronomi lu, la, l’, però, si scrive ne. Non è necessario
accentare ne perché, comunque, non si confonde con nessuna altra parola.

4.2.12 t finale nella 3ª pers. sing. e pl. dei verbi


La terza persona singolare e plurale dei verbi termina sempre in -t, indipendentemente dai cambiamenti di
pronuncia dovuti alla fonosintassi, o a usi locali, per cui, p.es. andat, andant, ecc.

4.2.13 Semiconsonante prepalatale -j-


La semiconsonante prepalatale -j-va usata in posizione interna, es.: maju, massaju, raju, ruju, ecc.
Eccezionalmente, p.es. nel caso di nomi geografici, può essere usata in posizione iniziale di parola, es.:
Jugoslàvia.

4.2.14 Uso della h


La lettera h è usata solo in combinazione con la c e la g, per rendere il suono velare di fronte alle vocali e e i:
che, chi, ghe, ghi. Inoltre, è usata, da sola, come simbolo di quantità o di tempo: h (ettari) 30; h 16.30. Non
viene usata in nessun altro caso. Perciò, è da ritenersi inutile usarla in alcune forme del verbo àere (it. avere),
non essendovi alcuna esigenza di carattere distintivo.
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4.2.15 Uso della q


Non si usa in nessun caso ed è sostituita dalla c, es. su cuadru.

4.2.16 Uso dell’apostrofo


Nella pronuncia, è frequentissima l’elisione di vocale. Per rispettare il criterio di conservare sempre una sola forma delle parole,
si eviterà di segnare tale elisione, salvo nel caso dei monosillabi su, sa, mi, ti, si, nde, nche, bi, ddi, ddu, dda, li, lu, la, e in
unu, una, es. s’ùnchinu, s’ànima, m’aberit, t’indito, s’iscòstiat, nd’at, si nch’essit, non b’andat, l’aberit,
dd’ascurtat, un’òmine, un’eritzu.
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4.3 ALFABETO
grafema trascr. IPA annotazioni e esempi
a [a] Come in italiano e spagnolo
[B],[b] In posizione iniziale: es. bentu, boe, binu
b [B] In posizione intervocalica: es. saba, nabu, abe, cabu
[b] In posizione intervocalica: es. abba, abbarolu, àbbila, abbosu, e b b a ,
bb babbu
Si usa una sola b negli altri casi, nelle parole di origine colta e in quelle di uso
recente: abilidade, amàbile, delìbera, libertade, lìberu, libru,
b
probabilidade, solùbile, terrìbile, variabile.

ca, co, cu [k] es. cane , coa , cuddu , chessa , chida


che, chi
d [d] In posizione iniziale: es. dente, domo, die

d [£] In posizione intervocalica: seda, meda, ladu

dd [Í] es. sedda, ddi, ddis, ddu, dda, ddos, ddas

e [E], [e] Non si segna la differenza vocale aperta/chiusa

f [f] es. fèmina , unfrare

ga, go, gu, [ƒ], [g] In posizione iniziale, in posizione intervocalica, fra r, n e una vocale o davanti
ghi, ghe alla laterale l :
— è g davanti alle vocali a, o, u (es. gana, gosu, agu, largu, argumentu,
longu, àngulu, glòria, inglesu)
— è gh davanti alle vocali i, e (es. àghina, lughe, aghedu, arghentu,
arghentare, pranghende, inghiriare)
gia, ge, gi, g i o ,[dZ] In posizione iniziale e interna: es. àgiu, fìgiu, giàganu, giogu, càgiu, tàgiu
giu In posizione postconsonantica: bìngia, angione, còrgiu, bàrgia

i [i] Come in italiano e spagnolo

j [j] Solo in posizione interna: es. maju, operaju


In posizione iniziale solo in nomi propri, es. Jugoslàvia

l, ll [l] es. cala / calla


m, mm [m] es. domo, ammentu

n, nn [n] es. cana /canna


nd [˜Í] es. ando , cando

o [ç], [o] Non si segna la differenza vocale aperta/chiusa


p [p] es. apo , tropu
r, rr [R], [r] es. caru /carru

s, ss [z], [s] es. pesare / essire


t [t] es. gatu , fatu

u [u] Come in italiano e spagnolo


v [v] In posizione iniziale o intervocalica, soprattutto in cultismi: es. violèntzia , violinu ,
avisu
z [dz] In posizione iniziale o interna, soprattutto in cultismi e termini: es. zeru, organizare, ecc.
tz [ts] In posizione iniziale e interna: es. tziu, petza, putzu
13

5. Fonetica
All’interno di questo paragrafo si presenta il vocalismo e il consonantismo del sardo, classificato per casi, la base
latina dalla quale deriva, le diverse realizzazioni locali e la norma linguistica scritta proposta. Appare utile,
ancorché non esaustiva, la presenza della colonna 2, che mostra i differenti e a volte numerosi risultati locali ma,
al contempo, la loro sistematicità e coerenza.
Ciò aiuterà ancor più a comprendere lo sforzo di mediazione linguistica, superiore a difese o interessi localistici,
volto a proporre una norma il più possibile onnicomprensiva, rappresentativa, semplice, coerente e di facile uso e
approdato alle soluzioni della norma Limba Sarda Comuna, esemplificate nella colonna 4 e nel corso delle altre
pagine.

5.1 Vocali: a, e, i, o, u
Nel trattamento delle vocali latine, che potevano essere brevi e lunghe, il sardo si comporta in modo variato al
suo interno: nelle varietà centro-settentrionali abbiamo un sistema a cinque vocali (a, e, i, o, u), in cui le vocali e
e o possono essere aperte o chiuse, secondo le regole della metafonesi, per cui abbiamo Micheli [mi»keli], in cui
la e è chiusa perché la i che segue è vocale chiusa, e Michela [mi»kEla], in cui la la e è aperta perché la a che
segue è vocale aperta; nelle varietà meridionali abbiamo un sistema a sette vocali (a [a], e aperta [E], e chiusa
[e], i [i], o aperta [ç], o chiusa [o], u [u]), es. il sostantivo beni [»bEni] che si distingue da beni [»beni], imperativo
del verbo benni(ri). In queste norme si è preferito semplificare il sistema, non segnando con diacritici l’apertura o
chiusura delle vocali.

1 2 3 4
LATINO norma scritta Limba
pronunce varietà sarde Sarda Comuna

[ȍminE]
-E HOMINE(M) [»çmini] òmine

Così pure: CANE(M) > cane

[»kanÍo]
-O QUANDO cando
[»kandu]

Così pure: SERO > sero


14

5.2 Consonanti e gruppi consonantici di origine latina


Qui di seguito, si propongono i principali casi (colonna 1), classificati per fenomeno, in cui le diverse varietà locali
presentano risultati propri (colonna 3), a partite dalla comune base latina (colonna 2). La norma scritta proposta
(colonna 4) è rappresentativa delle diverse varietà, come “punto di mediazione tra le parlate più comuni e
diffuse”, e non esclude che possa essere pronunziata conformemente alle singole varietà che, peraltro, possono
avere una grafia propria, per usi locali. La norma scritta della colonna 4 propone nient’altro che una varietà
linguistica eretta a modello supplementare e complementare delle singole varietà naturali che sono la base viva
e forte della lingua sarda. In generale, le stesse trasformazioni non si applicano a prestiti da altre lingue:
catalano, spagnolo, italiano.

1 2 3 4
LATINO pronunce varietà sarde norma scritta Limba
Sarda Comuna

BOVE (M) [bçE]


b-, v- [bçi] boe

Così pure: belu, bentu, binu...

[»kelu]
k- + vocale [»tSelu]
palatale COELU(M) chelu
[helu]

Così pure: chera, chìgiu...


[»dçmç]
[»dçmu]
d- DOMO [»domu] domo
[»£çmç]
[ȍmu]
Così pure: dente, dolu...
[»funE]
[»funi]
f- FUNE(M) [»fu)/i)] fune
[»fu)i])
[»unE]
Così pure: filu, fine, fògia...
[»gatu]
[»ƒatu]
g- GATTU(M) gatu
[»batu]
[»atu]
Così pure: gama, gùturu...
15

[»flçRE]
[»fRçRE]
[»fRçRi]
[»BRçRE]
[»vRçRE]
fl- FLORE(M) frore
[»fjçRE]
[fiȍRE]
[viȍRE]
[BiȍRE]
[»jçRE]
Così pure: fragare (vb.), frocu, froedda, frùmene...
[panE]
[pani]
p- PANE(M) [pa‚i]‚ pane
[pa‚/i‚]
[∏anE]
Così pure: pannu, pee, pilu...
[»tempuz(u])
t- TEMPUS [»tempus] tempus
[»tempusu]
Così pure: tantu, terra, tèula, tìmere.(vb.)
[»loku]
[»loƒu]
-c- LOCU(M) logu
[»lohu]
[»lo/u]
Così pure: aboghinare (vb.), àghina, bighinu, boghe, fogu, nughe, paghe, soga...
[»sapa]
-p- SAPA(M) [»saBa] saba
[»sa∏a]
Così pure: abe, nabu...
[»aketu]
[a»ke£u]
[a»ƒe£u]
[a»/e£u]
-t- ACETU(M) aghedu
[a»he£u]
[a»dZe£u]
[a»dZeRu]
[a»Ze£u]
Così pure: andadu, chida, meda, mudu, roda, seda...
[»Eƒç]
[»dEƒç]
[»Eç]
[»dEç]
[»dEu]
-g- EGO deo
[»jEç]
[»SEç]
[»dzEç]
[»dZEç]
[»ZEç]
16

Così pure: fuire, sartàine, sùere, tèula...


[»nuBE]
[»nuƒE]
-b- NUBE(M) nue
[»nuE]
[»nui]
Così pure: àere (vb.), laore, lìeru, seu, tàula, triulare (vb.), trìulas....
[»nivE]
[»niBE]
-v- NIVE(M) [»niE] nie
[»nii]
[»ni]
Così pure: boe, cau, nae, noe, nou/noa, ou, riu, trae...
[»ramu]
[»rampu]
-m- RAMU(M) ramu
[»rambu]
[a»rramu]
Così pure: cama, nùmene, ràmene, sùmene...
[»sçlE]
[»sçli]
[»sçlli]
[»sçBi]
-l- SOLE(M) sole
[»sçgwi]
[»sçƒwi]
[»sç?i]
[»sç/i]
Così pure: belu, filu, malu, mela, mulu, pilu, solu...
[»manu]
[»mannu]
-n- MANU(M) manu
[»ma)u])
[»ma)/u)]
Così pure: canu, fenu, binu, sonu, luna...
[»nazu]
-s- NASU(M) nasu
[»nasu]
Così pure: fusu, pasare (vb.), pasu, rasu...
[»klaRu]
[»kRaRu]
[l»/aRu]
cl- CLARU(M) craru
[»tSaRu]
[»dZaRu]
[»jaRu]
Così pure: crae, crèsia, cresura...
17

[»oglu]
[»ogRu]
[»okRu]
[»oRku]
[»oƒRu]
[»oƒu]
-cl- OC(U)LU(M) ogru
[»ol/u]
[»ohRu]
[»oju]
[»odZu]
[»otSu]
[»oZu]
Così pure: annigru, fenugru, magra, meriagru, mudegru, ograda, origra, peugru...
[»akRu]
[»al/u]
[»ahRu]
[»aƒRu]
-cr- ACRU(M) [»dRaƒu] agru
[»aRƒu]
[»aRgu]
[»aRku]
[»algu]
Così pure: làgrima, sogru...

madassa
-cs-, (x) MATAXA(M) [ma£a»sa]

Così pure: lissia, lassare (vb.)...


-ct- LECTU(M) [»letu] letu
Così pure: cotu, fatu...
[a»TaRju]
[a»taRju]
[a»tsaRju]
[a»taRdzu]
[a»tsaRdzu]
[a»tsaRdZu]
-cj- ACIARIU(M) atzàrgiu
[a»tSaRdZu]
[a»saRdZu]
[a»tsa¥u]
[a»Ta¥u]
[a»taldzu]
[a»tadZu]
Così pure: latzu, sedatzu...
[»aba]
-qu- AQUA(M) abba
[»akwa]
Così pure: àbbila, ebba...
18

[»plenu]
[»pRenu]
pl- PLENU(M) [pi»enu] prenu
[»pjenu]
[»tSenu]
Così pure: pranu, prànghere (vb.), prantu, pròere (vb.), prus...
[»laBRa]
[»lavRa]
-br- LABRA (PLUR.) [»lafRa] lavra
[»laRva]
[»laRa]
Così pure: chilivru, colovra...
[is»kçla]
[iS»kçla]
[is»/çla]
[i»sçla]
sc- SCHOLA(M) iscola
[i»Xçla]
[»skçla]
[»skç?a]
[»skç/a]
Così pure: iscala, ischire (vb.), iscudu, ischina, iscannu, iscurtzu
[is»pika]
[is»piƒa]
[iS»piƒa]
sp- SPICA(M) [is»pi/a] ispiga
[iS»piha]
[i»piƒa]
[»spiƒa]
Così pure: ispàrghere, ispada, ispatzare, ispigru,
ispina, isposu...
[is»taRE]
[is»taRi]
[iS»taRE]
st- STARE istare
[i L»taRE]
[»staRi]
[»stai]
Così pure: istula, istàmene, isteddu
[»albu]
[»aRbu]
-lb- ALBU(M) [»aRBu] arbu
[»aBRu]
[»aRvu]
Così pure: arbèschida, arbada...
19

[»falkE]
[»faRkE]
[»fRakE]
[»aRkE]
[»aR/E]
[»faiªlkE]
-lc- FALCE(M) [»hal_E] farche
[»al/E]
[»al_E]
[»faSkE]
[»faRtSE]
[»faRtSi]
[»fRatSi]
Così pure: carcàngiu, carchina, carche, corcare (vb.), durche, surcu...
[»pEÍE]
-ll- PELLE(M) pedde
[»pEÍi]
Così pure: caddu, coddu, modde, podda...
[»alga]
[»aRƒa]
[»aRga]
[»aiªlga]
[»aiª;ga]
-lg- ALGA [»aliha] arga
[»aliƒa]
[»aBiƒa]
[»a/iƒa]
[»aƒia]
[»aƒƒa]
Così pure: mùrghere (vb.)...
[»laRgu]
[»laRƒu]
[»lalgu]
-rg- LARGU(M) [»laiª;gu] largu
[»laiªƒu]
[»laƒƒu]
[»lRaƒu]
Così pure: ispàrghere (vb.), màrghine, purga...
[»kuRpa]
[»kulpa]
[»kRupa]
-lp- CULPA(M) curpa
[»kuiªpa]
[»kuiªlpa]
[»kupa]
Così pure: gùrpinu, parpare (vb.), purpa...
[»altu]
-lt- ALTU(M) [»aRtu] artu
[»atu]
Così pure: sartu, sortu...
20

[»ka˜Íç]
[»kandç]
[»ka˜Íu]
-nd- QUANDO cando
[»kandu]
[»ka˜˜ç]
[»kannç]
Così pure: andare (vb.), mandare, pràndere (vb.), prèndere (vb.), tùndere (vb.)...
[in»ferru]
-nf- INFERNU(M) inferru
[i»ferru]
Così pure: infùndere (vb.)...
[»aRbçRE]
[»aRbuRi]
[»albuRE]
[»aRBçRE]
-rb-, -rv- ARBORE(M) [»aRBulE] àrbore
[»aRvçRE]
[»alvçRE]
[»aiªvuRE]
[»avuRE]
Così pure: barba, erba, cherbeddu, cherbu, corbe, corbu...
[»poRku]
[»pRoku]
[»polku]
[»poR/u]
-rc- PORCU(M) [»pRo/u] porcu
[»poiª;ku]
[»pol/u]
[»poSku]
[»poXu]
Così pure: arcu, chercu, chircare (vb.), chircu, mèrcuris...
[ko»peRku]
[/o»pel/u]
[/o»pReku]
[ko»peRtSu]
[ko»BeRku]
[kRo»BeRku]
-rcl- COOPERCULU(M) cobercu
[ko»BetSu]
[ko»eRku]
[kRo»peku]
[kRo»pe/u]
[ko»Beiªƒu]
[ko»veku]
[»suRdu]
[»suR£u]
-rd- SURDU(M) [»suldu] surdu
[»su£Ru]
[»sRu£u]
Così pure: cardu, corda, cordiolu, lardu, pèrdere
(vb.), pèrdighe...
21

[»oRtu]
-rt- HORTU(M) [»oltu] ortu
[»otu]
Così pure: corte, forte, mortu, sorte...
[pis»kaRE]
[pis»kaRi]
[pis»kai]
[pis»/aRE]
-sc- PISCARE piscare
[piS»kaRE]
[pi»XaRE]
[pi»saRE]
[piS»aRi]
Così pure: cascare (vb.), iscala, musca, pasca,
pische...
[»maskulu]
[»maskuRu]
[»maskRu]
[»mas/Ru]
[»maSkRu]
-scl-/-stl- MASC(U)LU(M) [»maskju] mascru
[»masku]
[»maltSu]
[»maiªSu]
[»maSju]
[»maSu]
Così pure: iscra, iscraria, uscrare (vb.)...
[»bEspE]
[»bEspi]
[»ƒEspE]
[»dZEspE]
[»dZEspi]
[»Espa]
-sp- VESPA(M) [»EspE] bespe
[»Espi]
[»Espu] [»ESpa]
[»ESpE]
[»EiªpE]
[»EpE]
[»EspRu]
[»fçsa]
-ss- FOSSA(M) [ȍsa] fossa
[ȍSa]
Così pure: èssere (vb.), grassu...
[»fEsta]
[»Esta]
-st- FESTA(M) [»hEsta] festa
[»fESta]
[»fE;ta]
Così pure: àstula, canistedda, custu, fuste...
22

[»pREta]
[»pE£Ra]
[»pRE£a]
-tr- PETRA(M) pedra
[»pER£a]
[»pERda]
[»pElda]
Così pure: bidru, màdrighe, pedrosu, pudrigare
(vb.)...
[»pRaNgERE]
[pi»aNgERE]
[»pjaNgERE]
PLANGERE prànghere
-ng- + vocale [»tSaNgERE]
palatale
[»plaNdZERE]
[»plandZiRi]
[»pRandZiRi]
[»pRaNdZi]
Così pure: chìnghere (vb.), fìnghere (vb.), pùnghere
(vb.), tìnghere (vb.)...
[»uNgla]
[»uNgRa]
-ngl- secondario UNG(U)LA(M) [»uNga] ungra
[»undZa]
[»u¯a]
Così pure: angrone, singru...
[»limba]
-ngu- LINGUA(M) limba
[»liNgwa]
Così pure: ambidda, ìmbena, sàmbene...
[gE»naRju]
[gE»naRdzu]
[bE»naldzu]
I + vocale IENARIU(M) [bE»naRdzu] ghennàrgiu
palatale iniziale
[dZE»naRdZu]
[dzE»naldzu]
[bE»nadzu]
Così pure: ghenna, ghetare (vb.)... Però: geunu,
geunare (vb.)...
[»maju]
[»madZu]
I + vocale interna MAIU(M) maju
[»maZu]
[»mau]
[»juNku]
yod + vocale [»dzuNku]
IUNCU(M) giuncu
iniziale [»ZuNku]
[»dZuNku]
Così pure: giunta...
23

[»RuBiu]
[a»ruBju]
[o»ruBju]
[»Ruviu]
-b + yod RUBEU(M) [»Ruju] ruju
[»RuZu]
[»RudZu]
[»Rudzu]
[»Ruiªdzu]
Così pure: marruju...
[ȍjE]
[ȍdzE]
-d + yod HODIE [ȍZE] oe
[ȍE]
[ȍi]
Così pure: merie, teu...
[»moju]
[»modZu]
[»modzu]
-d + yod MODIU(M) [»moiªZu] moju
[»moZu]
[»mou]
[»moi]
Così pure: raju...
[»fi¥u]
[»fillu]
[»fildZu]
[»fidZu]
[»idZu]
l + yod FILIU(M) fìgiu
[»fidzu]
[»hidzu]
[»idzu]
[»itsu]
[»fiZu]
Così pure: chìgiu, fògia, lìgiu, mègius, ògiu, pìgiu...
[»bindZa]
[»vindZa]
[»indZa]
[»bindza]
n + yod VINEA(M) [»Bindza] bìngia
[»vindza]
[»indza]
[»intsa]
[»bi¯a]
Così pure: angione, carcàngiu, castàngia, cungiare (vb.), làngiu, mandighìngiu...
24

[»koRju]
[»/oRju]
[»koRdzu]
[»/oRdzu]
[»koRdZu]
r + yod CORIU(M) [»/oRdZu] còrgiu
[»koldzu]
[»kRoZu]
[»kodZu]
[»koiªZu]
[»ko¥u]
[»/o¥u]
Così pure: acanargiare (vb.), canàrgiu, corgiolu, iscorgiare (vb.), iscorgiolare (vb.)...
[»pEta]
[»pEtsa]
ti + vocale *PETTIA(M) [»pEtSa] petza
[»pETa]
[»pEsa]
Così pure: pitzu, pratza, putzu...

5.3 Adattamento parole da altre lingue


5.3.1 ce, ci, cia, cio, ciu
ce > tze, ci > tzi, cia > tzia, cio > tzo, -cio > tzu
es. it. cinta > tzinta, cittadino > tzitadinu, provincia > provìntzia, arancio > arantzu, ciuffo > tzufu

5.3.2 ge, gi, gia, gio, giu


ge > ge, gi > gi, gia > gia es. it. gente > gente, Genova > Gènova, Parigi > Parigi, giacchetta > giacheta,
giornata > giorronada, giustizia > giustìtzia es. it. geografia > geografia, cardiologia > cardiologia

5.3.3 gli + vocale


gli + vocale > lli + vocale
es. it. maglia > màllia,

5.3.4 gn + vocale
gn > gn o nni
es. it. campagna > campagna o campànnia
Per l’it. Sardegna, si stabilisce la sola denominazione Sardigna

5.3.5 sce, sci


sce > isce
es. scena > iscena
es. sciroppo > isciropu
25

6. Articolo

ARTICOLO DETERMINATIVO ARTICOLO INDETERMINATIVO


SINGOLARE su, sa unu, una
PLURALE sos, sas, is [1] unos, unas [2]

[1]. Chi scrive può usare sos, sas , oppure is per entrambi i generi.
[2]. È usato nel senso di it. “circa”, es.: in crèsia b’aiat unos chimbe òmines e unas chentu fèminas
26

7. FORMAZIONE DEL PLURALE

Il plurale di sostantivi e aggettivi si forma aggiungendo una -s alla forma singolare nelle parole terminanti in -a, -e, -i,
-o, anche quando è accentata. Le parole che terminano in -u, fanno il plurale sostituendo la u con os: mesa, mesas
pane, panes
paneteri, paneteris
sero, seros
cafè, cafès.
Così pure le altre parole, in generale di origine straniera, che terminano in -à, -ì, -ò, -ù, es.: tribù, tribùs, bonu/-a,
bonos/-as
27

9. AGGETTIVO

9.0.1 Comparativo

9.0.1.1 di uguaglianza
— cantu (a), che (a), comente (e), (a) + sostantivo/pronome

9.0.1.2 di superiorità di superiorità


— prus + agg.

— prus pagu + agg.

9.0.2 Superlativo

9.0.2.1 relativo
— articolo determ. + prus + agg.

9.0.2.2 assoluto
— con iterazione aggettivo: mannu mannu, artu artu, ecc.
— aggettivo + a beru
— meda + aggettivo

9.0.3 Comparativi e superlativi sintetici


— mègius
— peus
28

9. Pronome
9.1 Pronomi personali

9.1.1 Serie tonica

soggetto forme oblique


SING 1 deo de, pro, … me(ne) a mie cun megus
2 tue de, pro, … te(ne) a tie
cun tegus
3 issu/issa [1], vostè [2] a, cun, de, pro,… isse/issu/issa/vostè in/dae sese [3]

PLUR 1 nois a, cun, de, pro,… nois


2 bois a, cun, de, pro,… bois
3 issos/issas a, cun, de, pro,… issos/issas
in/dae sese [4]

[1]. Riferendosi a persona si può usare anche isse


[2]. Forma di cortesia
[3]. Forma riflessiva
[4]. Forma riflessiva

9.1.2 Serie atona

NUMERO PERSONA GENERE


NON RIFLESSIVO RIFLESSIVO
dativo accus.
singolare 1 mi
2 ti
3 masch. lu, ddu [1]
li, ddi [1] si
femm. la, dda [1]
plurale 1 nos
2 bos
3 masch. los, ddos [1]
lis, ddis [1] si
femm. las, ddas [1]

[1]. Chi scrive può scegliere una delle due forme

9.1.3 Particelle pronominali

nde riferito a cosa, es.: a nde boles petza?

nche riferito a luogo, es.: a nche lu leas a domo?


29

9.2 Combinazioni di pronomi e particelle pronominali

proclitici enclitici
1
sing. mi lu [1] /-a/-os/-as, mi nche lu/-a/-os/-as, mi·lu [1] /-a/-os/-as, mi·nche·lu/-a/-os/-as
oppure mi ddu/-a/-os/-as, mi nche ddu/-a/-os/- oppure mi·ddu/-a/-os/-as, mi·nche·ddu/-a/-os/-
as, mi nde as mi·nde
2 ti lu/-a/-os/-as, ti nche lu/-a/-os/-as, ti nde ti·lu/-a/-os/-as, ti·nche·lu/-a/-os/-as, ti·nde
sing. oppure ti ddu/-a/-os/-as, ti nche ddu/-a/-os/-as oppure ti·ddu/-a/-os/-as, ti·nche·ddu/-a/-os/-as,
ti nde ti·nde

3 bi lu/-a/-os/-as, bi nche lu/-a/-os/-as bi·lu/-a/-os/-as, bi·nche·lu/-a/-os/-as


sing. oppure si ddu/-a/-os/-as, si nche ddu/-a/-os/-as oppure si·ddu/-a/-os/-as, si·nche·ddu/-a/-os/-as
bi nde bi·nde

Rifl. si nde, si nche, si nche nde si·nde, si·nche, si·nche·nde


si lu/-a/-os/-as o si ddu/-a/-os/-as si·lu/-a/-os/-as o si·ddu/-a/-os/-as
si nche lu/-a/-os/-as o si nche ddu/-a/-os/-as si·nche·lu/-a/-os/-as o si·nche·ddu/-a/-os/-as
1 nos lu/-a/-os/-as, nos nche lu/-a/-os/-as nos·lu/-a/-os/-as, nos·nche·lu/-a/-os/-as
pl. oppure nos ddu/-a/-os/-as, nos nche ddu/-a/- oppure nos·ddu/-a/-os/-as, nos·nche·ddu/-a/-
os/-as os/-as
2 bos lu/-a, bos nche lu/-a bos·lu/-a, bos·nche·lu/-a
pl. oppure bos ddu/-a, bos nche ddu/-a oppure bos·ddu/-a, bos·nche·ddu/-a
3 bi lu/-a/-os/-as bi·lu/-a/-os/-as
pl. oppure si ddu/-a/-os/-as oppure si·ddu/-a/-os/-as

rifl. si nde, si nche, si nche nde si·nde, si·nche, si·nche·nde


si lu/-a/-os/-as o si ddu/-a/-os/-as si·lu/-a/-os/-as o si·ddu/-a/-os/-as
si nche lu/-a/-os/-as o si nche ddu/-a/-os/-as si·nche·lu/-a/-os/-as o si·nche·ddu/-a/-os/-as

[1]. Chi scrive può scegliere tra le due forme, quella con lu, la, los o quella con ddu, dda, ddos.

11. Pronomi e aggettivi possessivi

SINGOLARE PLURALE

maschile femminile maschile femminile

SING 1 meu/miu mea/mia meos/mios meas/mias


2 tuo tua tuos tuas
3 suo sua suos suas
PLUR 1 nostru nostra nostros nostras
2 bostru bostra bostros bostras
3 issoro
30

12. Pronomi e aggettivi dimostrativi

di persona e di persona e
cose cose
sing. custu [1] custa
cussu cussa
cuddu cudda
plur. custos custas
cussos cussas
cuddos cuddas

[1]. Volendo, si possono usare anche le forme singolari riferite a persone custe (I), cusse (II), cudde (III).

13. Pronomi relativi

chi
es. : su libru chi apo lèghidu eris est bellu

14. Pronomi interrogativi

ite (riferito a cose), es.: ite boles a mandigare


chie (riferito a persone), es.: chie est su professore tuo?
cale, cales, es.: cale est su logu chi t’agradat de prus?, ecc.
cantu, canta, cantos, cantas, es.: cantu costat custu libru?, ecc.
31

15. Avverbi e locuzioni avverbiali

Affermazione
Modo Luogo Tempo Quantità Negazione Interrogativi
Dubbio

-bene - inoghe - como; immoe - meda - ei, eja, emo - ello/ellus


-male - a/dae inoghe - deretu - paritzu, a, os, as - de seguru - comente
-mègius - a/in/dae cue - a pustis - bastante, es - pròpiu - cando
-peus - a/in/dae ue - in antis - pagu - a beru - ite
-gosi; aici - a/in/dae cuddae - in fatu - nudda - sena duda - ue
-comente - a/in/dae foras - cando - in pessu - in totu - a ue
-a gherra - addae - semper - agigu - in ue
-a mala gana - in/a dae in antis - chitzo - belle
- no, nono
-a mala bògia - a/in dae segus - tardu - agiomai
- in nudda
-a discansu - a/in segus - eris - in/de mancu
-in presse - a/in/dae subra - oe - gosi - forsis
-a lestru - a/in/dae suta - oe in die - gasi - baddu
-a sa revessa - a/in/dae susu - cras - mescamente - chissai
-a s’imbesse - a/in/dae giosso - ocannu - pagu prus o - s’in casu
-a bellu - a/in/dae pitzu - annoas mancu
-a forte - a inghìriu - pusticràs - de prus
-petzi/isceti/feti - a/in/dae palas - gianteris - in prus
-ebbia - a/in/dae totue - a de die - galu
-craru - a/in/dae nuddue - a de note - finas
-a sa ritza - a/dae probe - a mangianu - prus pagu
-a caddu - a/dae curtzu - a merie - a su nessi
-a sa grussera - a/dae largu - a sero - a su mancu
-de rugradis - a/dae tesu - cando non
-de badas - a gosi cando
-de repente - a gasi - a bias
-totu in unu - a/in aterue - mai
-a s’ispessada - a/in/dae intro - una bia
-a fortza - in logu - tando
-oru·oru - cara a cara - luego
-curre·curre - a mesu die
-laris·laris - a mesu note
-rue·rue - a s’ispissu
-faghe·faghe - a s’ora
-cua·cua - giai
-fui·fui - in fines
-in curtzu
-in cara
-cunforma a
-a malu
32

16. CONGIUNZIONI

Copulative e, finas, fintzas, ne/nen

Disgiuntive o
Avversative ma, però, prus a prestu, sende gasi, de su restu, antis, imbetzes, cando chi,
in càmbiu
Dichiarative custu non custu, difatis, pro nàrrere, unu paragone, pro esempru

Aggiuntive finas, peri, in prus


Conclusive duncas, pro custu, pro cussu, tando
Correlative siat…siat, gasi…comente, tantu…chi

Causali ca, sigomente


Comparative prus…chi non, prus pagu…chi non, mègius…chi non,
Concessive sende chi, mancari,

Condizionali bastis chi, bastat chi, si no est chi,


Consecutive a su puntu chi
Eccettuative francu

Interrogative comente, pro ite,


Modali che, comente
Temporali onni/ogni bia chi, finas a cando, in s’ìnteri, in pessu chi
33

17. PREPOSIZIONI

Proprie a, de, dae, in, cun, pro, intre, tra

Improprie suta, subra, a pustis, in antis, foras, intro, a inghìriu, contra, sena, a
curtzu, a tesu, a
largu, indedda, in prus, in s’oru, paris, in fatu, ecc.
Locuzioni Prepositive in mesu de, in parte de, in càmbiu de, in cara de, paris cun, conca
a, chirru a, cara a,
pro mèdiu de
Aggettivi/nomi francu, tràmite

Participi mediante, durante, rasente,


34

18. Pronomi indefiniti

calicunu/-a,
unos cantos, unas cantas
carchi
nemos
nudda
perunu/-a
àteru/-a/-os/-as
unu/-a/-os/-as
ambos/-as
onniunu/-a, ognunu/-a
meda/-as
totu/-us
pagu/-os/-as
cale si siat cosa
matessi
pròpiu/-a/-os/-as
bastante
tropu
prus pagu
35

19. Numerali

NUMERALI CARDINALI ORDINALI

1 primu/-a/-os/-as, su/-a/-os/as de
unu, una
unu
2 duos, duas segundu/-a/-os/-as, su/-a/-os/as
de duos
3 tres su/-a/-os/as de tres
4 bator su/-a/-os/as de bator
5 chimbe su/-a/-os/as de chimbe
6 ses su/-a/-os/as de ses
7 sete su/-a/-os/as de sete…
8 oto
9 noe
10 deghe
11 ùndighi
12 dòighi
13 trèighi
14 batòrdighi
15 bìndighi
16 sèighi
17 deghessete
18 degheoto
19 deghennoe
20 binti
21 bintunu
22 bintiduos
23 bintitrès
24 bintibator
25 bintighimbe
26 bintisès
27 bintisete
28 bintoto
29 bintinoe
30, 31, 32 trinta, trintunu, trintaduos/-as…

40 baranta
50 chimbanta
60 sessanta
70 setanta
80 otanta
90 noranta
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100 chentu
101 chentu e unu…
200 dughentos/-as
300 treghentos/-as
400 batorghentos/-as
500 chimbighentos/-as
600 seschentos/-as
700 setighentos/-as
800 otighentos/-as
900 noighentos/-as
1000 milli
2000 duamìgia
3000 tres mìgia
4000 bator mìgia
5000 chimbe mìgia
6000 ses mìgia
7000 sete mìgia
8000 oto mìgia
9000 noe mìgia
10.000 deghe mìgia…
100.000 chentu mìgia
101.000 chentu e una mìgia
102.000 chentu e duas mìgia…
200.000 dughentamìgia
300.000 treghentamìgia
1.000.000 2.000.000 unu millione, duos milliones…

1.000.000.000 2.000.000.000 unu milliardu, duos milliardos…

Per indicare quantità approssimative: deghina, bintina , trintina , barantina , chimbantina , sessantina ,
setantina , otantina , norantina , chentina
37

20. Verbi ausiliari

èssere

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo so fia so istadu fia istadu
tue ses fias ses istadu fias istadu
isse est fiat est istadu fiat istadu
nois semus fìamus semus istados, -as fìamus istados, -as
bois seis fiais seis istados, -as fiais istados, -as
issos sunt fiant sunt istados, -as fiant istados, -as
futuro futuro anteriore
deo apo a èssere apo a èssere istadu
tue as a èssere as a èssere istadu
isse at a èssere at a èssere istadu
nois amus a èssere amus a èssere istados, -as
bois ais a èssere ais a èssere istados, -as
issos ant a èssere ant a èssere istados, -as
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo sia essere sia istadu essere istadu
tue sias esseres sias istadu esseres istadu
isse siat esseret siat istadu esseret istadu
nois siamus esseremus siamus istados, -as esseremus istados, -as
bois siais essereis siais istados, -as essereis istados, -as
issos siant esserent siant istados, -as esserent istados, -as
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia èssere dia èssere istadu
tue dias èssere dias èssere istadu
isse diat èssere diat èssere istadu
nois diamus èssere diamus èssere istados, -as
bois diais èssere diais èssere istados, -as
issos diant èssere diant èssere istados, -as
IMPERATIVO INFINITO PARTIC.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue sias non sias èssere èssere istadu istadu
isse siat non siat
nois siamus non siamus
bois siais non siais
issos siant non siant
GERUNDIO
presente passato
essende essende istadu
38

àere
INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo apo aia apo àpidu aia àpidu
tue as aias as àpidu aias àpidu
isse at aiat at àpidu aiat àpidu
nois amus aìamus amus àpidu aìamus àpidu
bois ais aiais ais àpidu aiais àpidu
issos ant aiant ant àpidu aiant àpidu
futuro futuro anteriore
deo apo a àere apo a àere àpidu
tue as a àere as a àere àpidu
isse at a àere at a àere àpidu
nois amus a àere amus a àere àpidu
bois ais a àere ais a àere àpidu
issos ant a àere ant a àere àpidu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo apa aere apa àpidu aere àpidu
tue apas aeres apas àpidu aeres àpidu
isse apat aeret apat àpidu aeret àpidu
nois apamus aeremus apamus àpidu aeremus àpidu
bois apais aereis apais àpidu aereis àpidu
issos apant aerent apant àpidu aerent àpidu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia àere dia àere àpidu
tue dias àere dias àere àpidu
isse diat àere diat àere àpidu
nois diamus àere diamus àere àpidu
bois diais àere diais àere àpidu
issos diant àere diant àere àpidu
IMPERATIVO INFINITO PARTIC.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue apas no apas àere àere àpidu àpidu
isse apat no apat
nois apamus no apamus
bois apais no apais
issos apant no apant
GERUNDIO
presente passato
aende aende àpidu
39

21. Verbi regolari

cantare

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo canto cantaia apo cantadu aia cantadu
tue cantas cantaias as cantadu aias cantadu
isse cantat cantaiat at cantadu aiat cantadu
nois cantamus cantaìamus amus cantadu aìamus cantadu
bois cantades cantaiais ais cantadu aiais cantadu
issos cantant cantaiant ant cantadu aiant cantadu
futuro futuro anteriore
deo apo a cantare apo a àere cantadu
tue as a cantare as a àere cantadu
isse at a cantare at a àere cantadu
nois amus a cantare amus a àere cantadu
bois ais a cantare ais a àere cantadu
issos ant a cantare ant a àere cantadu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo cante cantare apa cantadu aere cantadu
tue cantes cantares apas cantadu aeres cantadu
isse cantet cantaret apat cantadu aeret cantadu
nois cantemus cantaremus apamus cantadu aeremus cantadu
bois canteis cantareis apais cantadu aereis cantadu
issos cantent cantarent apant cantadu aerent cantadu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia cantare dia àere cantadu
tue dias cantare dias àere cantadu
isse diat cantare diat àere cantadu
nois diamus cantare diamus àere cantadu
bois diais cantare diais àere cantadu
issos diant cantare diant àere cantadu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue canta non cantes cantare àere cantadu cantadu
isse cantet non cantet
nois cantemus non cantemus
bois cantade non canteis
issos cantent non cantent
GERUNDIO
presente passato
cantende aende cantadu
Così pure: andare, caminare, istimare, faeddare, colare, leare, pesare, ascurtare, cumandare, dassare,
costumare, campare, ecc.
40

tìmere

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo timo timia apo tìmidu aia tìmidu
tue times timias as tìmidu aias tìmidu
isse timet timiat at tìmidu aiat tìmidu
nois timimus timìamus amus tìmidu aìamus tìmidu
bois timides timiais ais tìmidu aiais tìmidu
issos timent timiant ant tìmidu aiant tìmidu
futuro futuro anteriore
deo apo a tìmere apo a àere tìmidu
tue as a tìmere as a àere tìmidu
isse at a tìmere at a àere tìmidu
nois amus a tìmere amus a àere tìmidu
bois ais a tìmere ais a àere tìmidu
issos ant a tìmere ant a àere tìmidu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo tima timere apa tìmidu aere tìmidu
tue timas timeres apas tìmidu aeres tìmidu
isse timat timeret apat tìmidu aeret tìmidu
nois timamus timeremus apamus tìmidu aeremus tìmidu
bois timais timereis apais tìmidu aereis tìmidu
issos timant timerent apant tìmidu aerent tìmidu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia tìmere dia àere tìmidu
tue dias tìmere dias àere tìmidu
isse diat tìmere diat àere tìmidu
nois diamus tìmere diamus àere tìmidu
bois diais tìmere diais àere tìmidu
issos diant tìmere diant àere tìmidu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue time non timas tìmere àere tìmidu tìmidu
isse timat non timat
nois timamus non timamus
bois timide non timais
issos timant non timant
GERUNDIO
presente passato
timende aende tìmidu
Così pure: pèrdere, tòddere, mòere, ecc.
41

finire

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo fino finia apo finidu aia finidu
tue finis finias as finidu aias finidu
isse finit finiat at finidu aiat finidu
nois finimus finìamus amus finidu aìamus finidu
bois finides finiais ais finidu aiais finidu
issos finint finiant ant finidu aiant finidu
futuro futuro anteriore
deo apo a finire apo a àere finidu
tue as a finire as a àere finidu
isse at a finire at a àere finidu
nois amus a finire amus a àere finidu
bois ais a finire ais a àere finidu
issos ant a finire ant a àere finidu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo fina finire apa finidu aere finidu
tue finas finires apas finidu aeres finidu
isse finat finiret apat finidu aeret finidu
nois finamus finiremus apamus finidu aeremus finidu
bois finais finireis apais finidu aereis finidu
issos finant finirent apant finidu aerent finidu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia finire dia àere finidu
tue dias finire dias àere finidu
isse diat finire diat àere finidu
nois diamus finire diamus àere finidu
bois diais finire diais àere finidu
issos diant finire diant àere finidu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue fini non finas finire àere finidu finidu
isse finat non finat
nois finamus non finamus
bois finide non finais
issos finant non finant
GERUNDIO
presente passato
finende aende finidu
Così pure: fuire, cunduire, collire, faddire, mutire, cosire, trasire, ecc.
42

22. Verbi irregolari

tènnere

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo tèngio tenia apo tentu aia tentu
tue tenes tenias as tentu aias tentu
isse tenet teniat at tentu aiat tentu
nois tenimus tenìamus amus tentu aìamus tentu
bois tenides teniais ais tentu aiais tentu
issos tenent teniant ant tentu aiant tentu
futuro futuro anteriore
deo apo a tènnere apo a àere tentu
tue as a tènnere as a àere tentu
isse at a tènnere at a àere tentu
nois amus a tènnere amus a àere tentu
bois ais a tènnere ais a àere tentu
issos ant a tènnere ant a àere tentu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo tèngia tennere apa tentu aere tentu
tue tèngias tenneres apas tentu aeres tentu
isse tengiat tenneret apat tentu aeret tentu
nois tengiamus tenneremus apamus tentu aeremus tentu
bois tengiais tennereis apais tentu aereis tentu
issos tengiant tennerent apant tentu aerent tentu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia tènnere dia àere tentu
tue dias tènnere dias àere tentu
isse diat tènnere diat àere tentu
nois diamus tènnere diamus àere tentu
bois diais tènnere diais àere tentu
issos diant tènnere diant àere tentu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue tene non tèngias tènnere àere tentu tentu
isse tengiat non tèngiat
nois tengiamus non tengiamus
bois tenide non tengiais
issos tèngiant non tèngiant
GERUNDIO
presente passato
tenende aende tentu
Così pure: cuntènnere, otènnere, pònnere (pp. postu), propònnere (pp. propostu)
43

dare

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo dao daia apo dadu aia dadu
tue das daias as dadu aias dadu
isse dat daiat at dadu aiat dadu
nois damus daìamus amus dadu aìamus dadu
bois dais daiais ais dadu aiais dadu
issos dant daiant ant dadu aiant dadu
futuro futuro anteriore
deo apo a dare apo a àere dadu
tue as a dare as a àere dadu
isse at a dare at a àere dadu
nois amus a dare amus a àere dadu
bois ais a dare aiais a àere dadu
issos ant a dare ant a àere dadu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo dia dare apa dadu aere dadu
tue dias dares apas dadu aeres dadu
isse diat daret apat dadu aeret dadu
nois diamus daremus apamus dadu aeremus dadu
bois diais dareis apais dadu aereis dadu
issos diant darent apant dadu aerent dadu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia dare dia àere dadu
tue dias dare dias àere dadu
isse diat dare diat àere dadu
nois diamus dare diamus àere dadu
bois diais dare diais àere dadu
issos diant dare diant àere dadu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue dae non dias dare àere dadu dadu
isse diat non diat
nois diamus non diamus
bois dage non diais
issos diant non diant
GERUNDIO
presente passato
dende aende dadu
44

segare

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo sego segaia apo segadu aia segadu
tue segas segaias as segadu aias segadu
isse segat segaiat at segadu aiat segadu
nois segamus segaìamus amus segadu aìamus segadu
bois segades segaiais ais segadu aiais segadu
issos segant segaiant ant segadu aiant segadu
futuro futuro anteriore
deo apo a segare apo a àere segadu
tue as a segare as a àere segadu
isse at a segare at a àere segadu
nois amus a segare amus a àere segadu
bois ais a segare ais a àere segadu
issos ant a segare ant a àere segadu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo seghe segare apa segadu aere segadu
tue seghes segares apas segadu aeres segadu
isse seghet segaret apat segadu aeret segadu
nois seghemus segaremus apamus segadu aeremus segadu
bois segheis segareis apais segadu aereis segadu
issos seghent segarent apant segadu aerent segadu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia segare dia àere segadu
tue dias segare dias àere segadu
isse diat segare diat àere segadu
nois diamus segare diamus àere segadu
bois diais segare diais àere segadu
issos diant segare diant àere segadu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue sega non seghes segare àere segadu segadu
isse seghet non seghet
nois seghemus non seghemus
bois segade non segheis
issos seghent non seghent
GERUNDIO
presente passato
seghende aende segadu
Così pure: apeigare, fraigare, mandigare
45

còghere

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo cogo coghia apo cotu aia cotu
tue coghes coghias as cotu aias cotu
isse coghet coghiat at cotu aiat cotu
nois coghimus coghìamus amus cotu aìamus cotu
bois coghides coghiais ais cotu aiais cotu
issos coghent coghiant ant cotu aiant cotu
futuro futuro anteriore
deo apo a còghere apo a àere cotu
tue as a còghere as a àere cotu
isse at a còghere at a àere cotu
nois amus a còghere amus a àere cotu
bois ais a còghere ais a àere cotu
issos ant a còghere ant a àere cotu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo coga coghere apa cotu aere cotu
tue cogas cogheres apas cotu aeres cotu
isse cogat cogheret apat cotu aeret cotu
nois cogamus cogheremus apamus cotu aeremus cotu
bois cogais coghereis apais cotu aereis cotu
issos cogant cogherent apant cotu aerent cotu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia còghere dia àere cotu
tue dias còghere dias àere cotu
isse diat còghere diat àere cotu
nois diamus còghere diamus àere cotu
bois diais còghere diais àere cotu
issos diant còghere diant àere cotu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue coghe non cogas còghere àere cotu cotu
isse cogat non cogat
nois cogamus non cogamus
bois coghide non cogais
issos cogant non cogant
GERUNDIO
presente passato
coghende aende cotu
Così pure: traìghere, beneìghere, astrìnghere, tìnghere. Il participio passato di questi verbi è: traitu,
beneitu, astrintu, tintu.
46

fàghere

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo fatzo faghia apo fatu aia fatu
tue faghes faghias as fatu aias fatu
isse faghet faghiat at fatu aiat fatu
nois faghimus faghìamus amus fatu aìamus fatu
bois faghides faghiais ais fatu aiais fatu
issos faghent faghiant ant fatu aiant fatu
futuro futuro anteriore
deo apo a fàghere apo a àere fatu
tue as a fàghere as a àere fatu
isse at a fàghere at a àere fatu
nois amus a fàghere amus a àere fatu
bois ais a fàghere ais a àere fatu
issos ant a fàghere ant a àere fatu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo fatza faghere apa fatu aere fatu
tue fatzas fagheres apas fatu aeres fatu
isse fatzat fagheret apat fatu aeret fatu
nois fatzamus fagheremus apamus fatu aeremus fatu
bois fatzais faghereis apais fatu aereis fatu
issos fatzant fagherent apant fatu aerent fatu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia fàghere dia àere fatu
tue dias fàghere dias àere fatu
isse diat fàghere diat àere fatu
nois diamus fàghere diamus àere fatu
bois diais fàghere diais àere fatu
issos diant fàghere diant àere fatu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue faghe non fatzas fàghere àere fatu fatu
isse fatzat non fatzat
nois fatzamus non fatzamus
bois faghide non fatzais
issos fatzant non fatzant
GERUNDIO
presente passato
faghende aende fatu
47

pòdere

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo potzo podia apo pòdidu aia pòdidu
tue podes podias as pòdidu aias pòdidu
isse podet podiat at pòdidu aiat pòdidu
nois podimus podìamus podiais amus pòdidu aìamus pòdidu
bois podides podiant ais pòdidu aiais pòdidu
issos podent ant pòdidu aiant pòdidu
futuro futuro anteriore
deo apo a pòdere apo a àere pòdidu
tue as a pòdere as a àere pòdidu
isse at a pòdere at a àere pòdidu
nois amus a pòdere ais amus a àere pòdidu
bois a pòdere ais a àere pòdidu
issos ant a pòdere ant a àere pòdidu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo potza podere apa pòdidu aere pòdidu
tue potzas poderes apas pòdidu aeres pòdidu
isse potzat poderet apat pòdidu aeret pòdidu
nois potzamus poderemus apamus pòdidu aeremus pòdidu
bois potzais podereis apais pòdidu aereis pòdidu
issos potzant poderent apant pòdidu aerent pòdidu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia pòdere dia àere pòdidu
tue dias pòdere dias àere pòdidu
isse diat pòdere diat àere pòdidu
nois diamus pòdere diamus àere pòdidu
bois diais pòdere diais àere pòdidu
issos diant pòdere diant àere pòdidu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue pode non potzas pòdere àere pòdidu pòdidu
isse potzat non potzat
nois potzamus non potzamus
bois podide non potzais
issos potzant non potzant
GERUNDIO
presente passato
podende aende pòdidu
48

sighire

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo sigo sighia apo sighidu aia sighidu
tue sighis sighias as sighidu aias sighidu
isse sighit sighiat at sighidu aiat sighidu
nois sighimus sighìamus amus sighidu aìamus sighidu
bois sighides sighiais ais sighidu aiais sighidu
issos sighint sighiant ant sighidu aiant sighidu
futuro futuro anteriore
deo apo a sighire apo a àere sighidu
tue as a sighire as a àere sighidu
isse at a sighire at a àere sighidu
nois amus a sighire amus a àere sighidu
bois ais a sighire ais a àere sighidu
issos ant a sighire ant a àere sighidu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo siga sighire apa sighidu aere sighidu
tue sigas sighires apas sighidu aeres sighidu
isse sigat sighiret apat sighidu aeret sighidu
nois sigamus sighiremus apamus sighidu aeremus sighidu
bois sigais sighireis apais sighidu aereis sighidu
issos sigant sighirent apant sighidu aerent sighidu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia sighire dia àere sighidu
tue dias sighire dias àere sighidu
isse diat sighire diat àere sighidu
nois diamus sighire diamus àere sighidu
bois diais sighire diais àere sighidu
issos diant sighire diant àere sighidu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue sighi non sigas sighire àere sighidu sighidu
isse sigat non sigat
nois sigamus non sigamus
bois sighide non sigais
issos sigant non sigant
GERUNDIO
presente passato
sighende aende sighidu
Così pure: cunsighire, pessighire
49

bènnere

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo bèngio benia so bènnidu fia bènnidu
tue benis benias ses bènnidu fias bènnidu
isse benit beniat est bènnidu fiat bènnidu
nois benimus benìamus semus bènnidos, -as fìamus bènnidos, -as
bois benides beniais seis bènnidos, -as fiais bènnidos, -as
issos benint beniant sunt bènnidos, -as fiant bènnidos, -as
futuro futuro anteriore
deo apo a bènnere apo a èssere bènnidu
tue as a bènnere as a èssere bènnidu
isse at a bènnere at a èssere bènnidu
nois amus a bènnere amus a èssere bènnidos, -as
bois ais a bènnere ais a èssere bènnidos, -as
issos ant a bènnere ant a èssere bènnidos, -as
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo bèngia bennere sia bènnidu essere bènnidu
tue bèngias benneres sias bènnidu esseres bènnidu
isse bèngiat benneret siat bènnidu esseret bènnidu
nois bengiamus benneremus siamus bènnidos, -as esseremus bènnidos, -as
bois bengiais bennereis siais bènnidos, -as essereis bènnidos, -as
issos bèngiant bennerent siant bènnidos, -as esserent bènnidos, -as
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia bènnere dia èssere bènnidu
tue dias bènnere dias èssere bènnidu
isse diat bènnere diat èssere bènnidu
nois diamus bènnere diamus èssere bènnidos, -as
bois diais bènnere diais èssere bènnidos, -as
issos diant bènnere diant èssere bènnidos, -as
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue beni non bèngias bènnere èssere bènnidu bènnidu
isse bèngiat non bèngiat
nois bengiamus non bengiamus
bois benide non bengiais
issos bèngiant non bèngiant
GERUNDIO
presente passato
benende essende bènnidu
Così pure: cumbènnere, imbènnere (ausil. ‘àere’), prevènnere
50

bàlere

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo bàgio balia so bàlidu fia bàlidu
tue bales balias ses bàlidu fias bàlidu
isse balet baliat est bàlidu fiat bàlidu
nois balimus balìamus semus bàlidu fìamus bàlidu
bois balides baliais seis bàlidu fiais bàlidu
issos balent baliant sunt bàlidu fiant bàlidu
futuro futuro anteriore
deo apo a bàlere apo a èssere bàlidu
tue as a bàlere as a èssere bàlidu
isse at a bàlere at a èssere bàlidu
nois amus a bàlere amus a èssere bàlidu
bois ais a bàlere ais a èssere bàlidu
issos ant a bàlere ant a èssere bàlidu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo bàgia balere sia bàlidu aere bàlidu
tue bàgias baleres sias bàlidu aeres bàlidu
isse bàgiat baleret siat bàlidu aeret bàlidu
nois bagiamus baleremus siamus bàlidu aeremus bàlidu
bois bagiais balereis siais bàlidu aereis bàlidu
issos bàgiant balerent siant bàlidu aerent bàlidu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia bàlere dia èssere bàlidu
tue dias bàlere dias èssere bàlidu
isse diat bàlere diat èssere bàlidu
nois diamus bàlere diamus èssere bàlidu
bois diais bàlere diais èssere bàlidu
issos diant bàlere diant èssere bàlidu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue bale non bàgias bàlere èssere bàlidu bàlidu
isse bàgiat non bàgiat
nois bagiamus non bagiamus
bois balide non bagiais
issos bàgiant non bàgiant
GERUNDIO
presente passato
balende essende bàlidu
51

abèrrere

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo abèrgio aberia apo abertu aia abertu
tue aberis aberias as abertu aias abertu
isse aberit aberiat at abertu aiat abertu
nois aberimus aberìamus amus abertu aìamus abertu
bois aberides aberiais ais abertu aiais abertu
issos aberint aberiant ant abertu aiant abertu
futuro futuro anteriore
deo apo a abèrrere apo a àere abertu
tue as a abèrrere as a àere abertu
isse at a abèrrere at a àere abertu
nois amus a abèrrere amus a àere abertu
bois ais a abèrrere ais a àere abertu
issos ant a abèrrere ant a àere abertu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo abèrgia aberrere apa abertu aere abertu
tue abèrgias aberreres apas abertu aeres abertu
isse abèrgiat aberreret apat abertu aeret abertu
nois abergiamus aberreremus apamus abertu aeremus abertu
bois abergiais aberrereis apais abertu aereis abertu
issos abèrgiant aberrerent apant abertu aerent abertu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia abèrrere dia àere abertu
tue dias abèrrere dias àere abertu
isse diat abèrrere diat àere abertu
nois diamus abèrrere diamus àere abertu
bois diais abèrrere diais àere abertu
issos diant abèrrere diant àere abertu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue aberi no abèrgias abèrrere àere abertu abertu
isse abèrgiat no abèrgiat
nois abergiamus no abergiamus
bois aberide no abergiais
issos abèrgiant no abèrgiant
GERUNDIO
presente passato
aberende aende abertu
Così pure: cobèrrere, chèrrere
52

nàrrere

INDICATIVO
presente imperfetto passato prossimo passato imperfetto
deo naro naraia apo naradu aia naradu
tue naras naraias as naradu aias naradu
isse narat naraiat at naradu aiat naradu
nois naramus naraìamus amus naradu aìamus naradu
bois narades naraiais ais naradu aiais naradu
issos narant naraiant ant naradu aiant naradu
futuro futuro anteriore
deo apo a nàrrere apo a àere naradu
tue as a nàrrere as a àere naradu
isse at a nàrrere at a àere naradu
nois amus a nàrrere amus a àere naradu
bois ais a nàrrere ais a àere naradu
issos ant a nàrrere ant a àere naradu
CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato
deo nàrgia narrere apa naradu aere naradu
tue nàrgias narreres apas naradu aeres naradu
isse nàrgiat narreret apat naradu aeret naradu
nois nargiamus narreremus apamus naradu aeremus naradu
bois nargiais narrereis apais naradu aereis naradu
issos nàrgiant narrerent apant naradu aerent naradu
CONDIZIONALE
presente passato
deo dia nàrrere dia àere naradu
tue dias nàrrere dias àere naradu
isse diat nàrrere diat àere naradu
nois diamus nàrrere diamus àere naradu
bois diais nàrrere diais àere naradu
issos diant nàrrere diant àere naradu
IMPERATIVO INFINITO PART.
forma positiva forma negativa presente passato passato
tue nara non nàrgias nàrrere àere naradu naradu
isse nàrgiat non nàrgiat
nois nargiamus non nargiamus
bois narade non nargiais
issos nàrgiant non nàrgiant
GERUNDIO
presente passato
narende aende naradu
53

23. Formazione delle parole

Qui di seguito si indicano solo alcuni suffissi, a titolo indicativo, di uso comune o colto. Si rimanda a un esame
successivo la trattazione esaustiva e quindi una proposta definita in materia di prefissi e suffissi.

23.1 Suffissi

23.1.1 -bile
In parole colte che hanno il suffisso latino -BILIS: amàbile, variàbile, terrìbile, solùbile

23.1.2 -tzione
I cultismi che in latino hanno la finale in -TIONE, possono avere in sardo un risultato in -ssione, -ssone, -
thone, -tzione. Per la sua diffusione preferiamo la desinenza in -tzione, per cui: atzione, beneditzione,
editzione, emigratzione, letzione, natzione, etc. Restano salvi i risultati patrimoniali come CANTIONE(M)
> [kan»tçnE], [kan»TçnE], [kan»tsçni], per cui: cantzone [kan»tsçnE]

23.1.3 -àntzia, -èntzia


I cultismi che in latino hanno la finale in -ANTIA, -ENTIA, possono avere in sardo un risultato in -ànsia, -assa, -
àntzia, -ènsia, -essa, -èntzia . Per la sua diffusione si preferisce la desinenza in -àntzia, èntzia, per cui:
costàntzia, cussèntzia, delincuèntzia, frecuèntzia, passèntzia, prepotèntzia, referèntzia, residèntzia,
sufitzièntzia, suplèntzia
Sono da rigettare, perché italianismi, le desinenze in -antza (it. -anza) e in -entza (it. -enza).

23.1.4 - eri, -era


carabineri, ferreri, paneteri/panetera

23.1.5 -ore, -ora


marradore, marradora

23.1.6 -nte
balente, cantante, connoschente, importante

23.1.7 -mentu
atrivimentu, sarvamentu

23.1.8 -ite
colite, enterite, epatite, gastrite, pleurite

23.1.9 -ìngiu
narìngiu, mandighìngiu

23.1.10 -òngiu
aròngiu, andòngiu

23.1.11 -dade, -tade


beridade, bonidade, infirmidade, mortalidade, novidade, probabilidade, soledade, universidade; dificultade,
facultade, libertade

23.1.12 -udu, -uda


canudu, piludu,

23.1.13 –ete

mannete, librete,

23.1.14 –sone

Alle parole italiane del tipo prigione, ragione, in sardo corrispondono forme con diverse pronunce [pRE»jçnE],
54

[pRE»ZçnE], [pRE»sçnE], ecc. Si è scelta la forma con finale in –sone, comune alle varietà centrali e meridionali:
presone, resone
55

24. Lessico

Lessico ereditario, terminologia, neologismi

a — Limitare le interferenze da altre lingue, privilegiando l’esito sardo, anche con prestiti interni, da altre varianti,
es. duendu (da sp. duende), presente in alcune varianti .

b — Riproporre, se utile o necessario, parole ereditarie anche se di uso limitato ad alcune varianti

c — Coesistenza di sinonimi, lègiu/feu, faeddare/allegare, pòddighe/didu, àghina/ua, cherrer/boler,


isseberare/ischertare, petzi/ebbia, matessi/pròpiu/etotu, puru/finas/fintzas. Negli ultimi due casi, c’è un uso
differenziato a seconda della posizione nella frase: etotu e puru vanno sempre dopo il sostantivo o il pronome.

d — Riduzione a una sola forma di varianti di parole con lo stesso etimo: faeddare non
faveddare/fueddari/fueddai.

e— Privilegiare l’etimologia nella scelta del modello (vedi punto prec.): fa- e non fu-eddare

f — Scelta di forme neutre per usi scientifici/didattici, es. àinu, accanto a forme di uso più familiare o letterario,
es. molente, poleddu, ecc.;

g — Scelta preferenziale di esiti diretti dal latino, es. gìuighe accanto a giuge (da cat.), cadrea accanto a cadira
(da cat.), lasciate a usi più colloquiali o letterari. A meno che non si tratti di termini più diffusi anche se non di
derivazione diretta: mariposa, preferibile a leporeddu, ecc.; bentana, preferibile a fenestra/fronesta/finestra

h — distinzione in parole a) essenziali (almeno 1 per concetto) e parole b) disponibili (altri possibili sinonimi)

i — per usi formali e amministrativi: è preferibile adottare una sola parola (essenziale) di riferimento per concetto
(vedi punto precedente) per assicurare una minima corrispondenza interlinguistica: sd. faeddare = fr. parler = sp.
hablar, ecc. Per usi colloquiali, informali o letterari, è possibile l’uso di sinonimi e gdeosinonimi.

l — tener conto della differenza tra parole di origine diretta popolare e termini colti, che prescindono dai
fenomeni di trasformazione tipici delle parole di origine popolare, es.: fedu/fetu (vedi anche punto succ.).

m — non retroattività delle regole di trasformazione tipica delle derivazioni dirette ma adattamento parziale

n — (istòria non *istòrgia, artìculu non *artigru, democràticu non *demogràtigu, istitutu non *istidudu, ecc. In
particolare, tener conto, dunque, che i derivati colti di una stessa parola originaria non seguono le regole di
trasformazione delle parole ereditarie ma si rifanno direttamente all’etimo, con qualche adattamento, es.: AQUA
> abba, abbosu, abbatzu, abbarolu, ma acuàticu, acùeu (isport acuàticu), non *abàticu, *abeu; SANGUINE >
sàmbene, sambenosu, insambentare, ma sanguìneu (sistema sunguìneu ) non sambenosu; INGUINE >
ìmbena ma inguinale non *imbenale; OCULUM > ogru, ograre, ograda, ogrire ma oculista non *ogrista,
binòculu non *binogru; LINGUA > limba, limbudu, limbeddu, limbatza, ma linguìsta, linguìstica, bilìngue non
*limbista, *limbìstica, *bilimbe; DERECTU > deretu ma diretore non *deretore; CABALLU > caddu, caddinu
(musca caddina) ma ecuinu (ratza ecuina); FILIU > fìgiu, figiolu, ma filiale non *figiale, etc.

o — No al differenzialismo a tutti i costi, quando è disponibile un termine internazionale (telèfonu non


*faeddatesu, diretore non *ghiadore, divisione (aministrativa) non *partidura

p — Sì ai prestiti internazionali adattati foneticamente e morfologicamente (archeològicu, frigorìferu,


chirùrgicu, cardiològicu, su barista, sos baristas, is baristas, ecc.)

q — Composti: sotziologia non *sotziulogia, ferrovia non *ferruvia

— Sì ai calchi: fine de chida, ecc. e agli altri sistemi internazionalmente più usati nel trattamento o coniazione
r — Sì ai calchi: fine de chida, ecc. e agli altri sistemi internazionalmente più usati nel trattamento o coniazione
di neologismi
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s — No alle interferenze da ital., inglese, dunque: elaboradore o carculadore non computer, infografia non
computer graphics

t — Risemantizzazione di termini desueti o scomparsi dall’uso orale

u — Formazioni di nuovi termini quanto impossibili altre soluzioni, comunque d’accordo (o con criteri
analoghi) con istituzioni di terminologia e industrie della lingua (Unione Latina, TermCat, TermRom, progetto
Unione Europea TermLad e TermSar)

— Tutti i termini adottati dovranno conformarsi, fonologicamente e morfologicamente, alle Norme ratificate dalla
Regione.

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