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1.Introduzione
Vannevar Bush, nel 1945, pubblicò l’articolo “As we may think” che significa letteralmente “Come
potremmo pensare”, dove afferma che gli uomini avendo a disposizioni strumenti nuovi che
consentono di trasmettere la conoscenza devono riuscire a svilupparne le potenzialità comunicative
estendendo anche le potenzialità della loro mente. Gli strumenti, quindi, possono riprodurre i
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Tecnologie dei media digitali Modulo 3 Autore: Sonia Barbanti
processi naturali di pensiero della mente umana potenziando le capacità umane. La classificazione
delle risorse in categorie è utile alla conservazione del sapere, ma per creare nuova conoscenza è
utile sfruttare il pensiero creativo, il quale nasce dalla peculiarità che ha la mente umana di
associare idee. La mente umana non è un semplice archivio di conoscenze e perciò gli strumenti
devono essere adeguati e tali da consentire le associazioni. Il link di un ipertesto consente di passare
da un testo scritto ad un altro testo scritto o ad un’altra risorsa multimediale del web, proprio tramite
questo meccanismo associativo. Esso estende la nostra capacità di associare le idee. I contenuti non
sono più fissi, ma continuamente aggiornabili e la struttura reticolare è continuamente espandibile.
A tal proposito è utile prendere in considerazione le mappe mentali e le loro caratteristiche. Le
mappe mentali evidenziano, in modo chiaro, come la nostra mente associa i diversi concetti
sviluppando il pensiero creativo: esse hanno una struttura radiale (un concetto centrale da cui si
dipartono i collegamenti agli altri concetti). Le mappe mentali sono mappe creative e collaborative:
gli elementi sono inseriti e ricombinati con il processo di associazione mentale. Anche la tecnica di
Brainstorming si fonda sulla capacità della mente di associare idee per creare un prodotto nuovo.
Bush ideò il Memex che significa “memory expansion” (“espansione di memoria”): un dispositivo
descritto dettagliatamente e che avrebbe dovuto contenere tutti i libri e la conoscenza, quindi la
memoria, di un singolo individuo. Proprio il Memex ispirò D. Engelbart nella progettazione di un
software che si può definire il primo esempio di groupware. Internet è, in parte, la realizzazione di
quella idea di Bush che ancora si fondava sull’uso di apparecchiature analogiche. Il web offre la
possibilità ogni giorno di operare migliaia di associazioni e queste associazioni possono essere
infinite. La nostra mente è, quindi, come un grande motore di ricerca e quando ricordiamo qualcosa
le informazioni vengono visualizzate nella nostra mente. De Kerckove afferma “Siamo soliti
coltivare le associazioni nella nostra testa; ora le possiamo coltivare fuori e possiamo avere accesso
a quantità sterminate di potenziali ricombinazioni di informazioni”, ma afferma anche “pertinenza e
velocità sono i criteri che guidano sia lo sviluppo che l’utilizzo di questi strumenti, ma non ritengo
che sia davvero il modo in cui dobbiamo pensare, poiché ciò che troviamo sul Net non si trova nelle
nostre teste, ma sullo schermo”.
La multimedialità e l’interattività hanno, quindi, creato i presupposti per lo sviluppo di nuove forme
espressive che richiedono adeguate strategie interpretative da parte del lettore. La conoscenza
frammentata e continuamente revisionata non acquista mai una sua forma definitiva. Il lettore
scegliendo il proprio percorso svilupperà la propria immaginazione e sarà protagonista attivo della
costruzione del proprio sapere. Wikipedia è un esempio di come il sapere viene rappresentato con il
Web 2.0., poiché i contenuti possono essere continuamente aggiornati e modificati e sono condivisi:
la conoscenza è prodotta dall’utente tramite processi creativi. La realtà virtuale o le simulazioni
consentono di interagire con gli oggetti e di apprendere attraverso l’esperienza. Questa modalità di
apprendimento aveva perso valore con la nascita della stampa, ma era utilizzata un tempo nelle
botteghe delle professioni. La realtà virtuale opera una separazione tra la nostra mente e il nostro
corpo e porterà a nuove forme espressive e comunicative.
Il pensiero analitico o sequenziale è alla base della cultura dell’Occidente. Il pensiero a cui ci
abitua, invece, Internet è ritenuto da alcuni anche dispersivo, vago e generico. Secondo alcuni
stiamo perdendo le capacità date dal pensiero sequenziale. Le persone si stanno abituando a
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guardare o vedere su uno schermo (Homo videns) e stanno perdendo le capacità di riflessione ed
approfondimento.
L’evoluzione ha reso possibile l’assimilazione di sempre più numerose informazioni: la
trasmissione delle conoscenze acquisite tramite il linguaggio e la scrittura ha fatto sì che il
patrimonio culturale si accrescesse durante la storia. E’ proprio la capacità di apprendere queste
grandi quantità di informazioni che distingue l’Homo sapiens dalle specie animali. Ciò significa che
l’uomo può sfruttare le tecnologie per accrescere il proprio patrimonio culturale, ma pur sempre
utilizzando la sua razionalità. Si deve fare acquisire uno spirito critico e rendere consapevoli gli
utenti più giovani delle potenzialità del medium.
4.Conclusioni
Il web è uno strumento che, se sfruttato in modo intelligente, può aiutare nell’apprendimento ed
accrescere il nostro patrimonio culturale. Bisogna sempre tener presente che la mente umana non è
paragonabile ad un computer, poiché essa ha facoltà creative. La creatività può essere sviluppata ed
accresciuta con l’utilizzo sapiente del mezzo. Il pensiero analitico non può essere abbandonato, può
invece accostarsi a quello associativo. Il nostro deve sempre essere un pensiero critico e produttivo.
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Bibliografia
Cecchinato G. (2009), “ Tags: media, conoscenza”, Bibliotime, vol. N. 2, Anno XII, Luglio2009;
Levi – Montalcini R., “Abbi il coraggio di conoscere”, BUR (Biblioteca Univ. Rizzoli), 2005.
Sitografia
Andrea Dallapina, “Genealogia dell’ipertesto” (Versione ipertestuale della tesi in filosofia), sito
web: http://www.essedi.org/3ab-Gen.htm;
ADI (Associazione Docenti Italiani), “Le rivoluzioni dell’Homo videns” di Umberto Galimberti,
sito web: http://ospitiweb.indire.it/adi/recensioni/raffsim.htm;
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