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ROMANTICISMO
(1800)
Le
prime
lezioni
di
storia
della
musica
furono
tenute
da
FORKEL
nell’Università
Gotica
1) SPITTA
(Bach)
2) BAINI
(Palestrina)
1
MUSICA
ETNICA MUSICA
COLTA
Si
notò
che
le
musiche
dei
popoli
extraeuropei
erano
diverse
dalle
nostre,
ma
avevano
anche
delle
afRinità.
1) Riconoscevano
l’ottava
2) La
musica
interferisce
con
la
disposizione
psicologica
del
corpo
3) Musiche
di
tradizione
orale
4) Costituiscono
un
patrimonio
collettivo
e
non
hanno
autori
5) Sono
statiche
2
Non
esiste,
però,
un
canto
originale,
ma
tante
versioni.
Così
il
musicologo
si
regola
seguendo
un
criterio
inventato
da
BRAILOI.
Si
fanno
cantare
diverse
persone
e
poi
si
confronta
la
melodia.
Si
scoprì,
così,
che
le
varianti
erano
sempre
nello
stesso
punto
e
che
lo
scheletro
della
melodia
era
lo
stesso.
3
LA
MUSICA
DEI
SELVAGGI
E
DI
PRIMI
POPOLI
EGITTO
Collegarono
gli
strumenti
alle
divinità
e
alle
manifestazioni
religiose.
Le
esecuzioni
erano
afRidate
a
cantori
e
strumentisti
di
sesso
maschile
e
gli
strumenti
più
diffusi
erano
le
arpe
e
i
Rlauti.
e
l’
hydraulos
(organo
idraulico
ad
aria)
Usavano
scale
pentafoniche
discendenti.
MESOPOTAMIA
La
musica
fu
legata
alle
cerimonie
religiose
e
agli
dei
vennero
assegnati
strumenti.
usavano
le
scala
pentafonica
e
quella
eptafonica.
Lo
strumento
più
diffuso
era
l’arpa.
La
musica
sacra
era
coltivata
dai
sacerdoti
e
successivamente
si
sviluppò
la
musica
profana.
PALESTINA
La
musica
ebraica
toccò
il
culmine
nel
periodo
dei
re;
Salomone
organizzò
il
servizio
dei
cantori
nel
tempio
di
Gerusalemme.Gli
strumenti
più
usati
erano
il
kinnor
(strumento
a
10
corde
pizzicate)
e
l’ugab
(Rlauto
dritto).
I
modi
esecutivi
erano
principalmente
due:
CINA
La
musica
cinese
aveva
un
aspetto
di
una
concezione
cosmologica
unitaria.
i
suoni
musicali
erano
posti
in
relazione
con
l’ordine
dell’universo.
Usavano
la
scala
pentafonica
e
impiegavano
un
gran
numero
di
strumenti
tra
cui
il
king
(litofono),
il
chin,
campane,
sonagli,
Rlauti
e
strumenti
a
percussione.
4
BALI
E
GIAVA
Impiegavano
scale
pentafoniche,
di
vari
generi
e
modi.
erano
diffuse
le
orchestre
di
corte
e
di
villaggio
e
gli
strumenti
principali
erano
metallofoni,
arpe,
Rlauti
e
tamburi.
Molta
curiosità
suscitò
nel
1889
l’Esposizione
Universale
di
Parigi,
quando
fu
rappresentata
la
musica
di
Bali
per
la
prima
volta.
INDIA
La
musica
ha
un
posto
di
rilievo
nella
loro
cultura:
nelle
cerimonie
religiose,
nella
letteratura
e
nei
trattati.
Il
sistema
musicale
indiano
è
assai
complesso,
perché
si
basa
su
un
numero
grandissimo
di
scale.
Usano
numerosi
strumenti
tra
cui
Rlauti,
le
tabla
(coppia
di
tamburi)
e
tutti
i
tipi
di
cordofoni.
5
L’ANTICA
MUSICA
GRECA
1) feste
religiose
2) giochi
agnostici
3) insegnamento
4) momenti
privati
6
La
musica
greca
si
suddivide
in
tre
periodi:
PERIODO ARCAICO
AULOS
(strumento
a
Riato
ad
ancia
doppia
simile
all’oboe,
legato
al
mito
di
Medusa)
DIONISIO
(musica
irrazionale:
ditirambo)
CANTATA
1) MONODICA
(amore,
gelosia)
accompagnato
dalla
cetra
2) CORALE
3) STESICORO
(danza
+
coro)
METRICA
Nella
poesia
greca
e
in
quella
latina
la
metrica
era
QUANTITATIVA,
ed
era
governata
dalla
successione
di
sillabe
lunghe
e
di
sillabe
brevi.
7
RITMO
Si
produce
solo
quando
ci
sono
due
o
più
note
o
sillabe
che
si
ordinano
in
schemi
ritmici
detti
piedi.
1) TETRACORDO DIATONICO
2) TETRACORDO CROMATICO
3) TETRACORDO ENARMONICO
8
Nel
tetracordo
diatonico
la
collocazione
del
semitono
distingueva
tre
modi:
9
IPERMODO
(si
sposta
il
tetracordo
che
sta
sopra,
in
alto)
I
due
MI
si
congiungono
in
sinafè
IPOMODO
(si
sposta
il
tetracordo
che
sta
sopra,
in
basso)
PROSLAMBANOMENOS
(
nota
aggiunta)
RACCONTO
DI
1) DEI
2) EROI
Qualcuno
si
stacca
dal
coro
ed
incomincia
a
raccontare;
nasce
il
NARRATORE
che
si
trasforma
in
attore,
impersonando
Dionisio.
MASCHERE
1) cambiano
la
voce
2) cambiano
il
volto
10
TEATRO
doveva
sorgere
in
un
pendio
collinare
lieve
GRADINATE
di
pietra
SEMICIRCOLARE
1)
CAVEA
(gradinata)
2)
ORCHESTRA
(dove
sta
il
coro)
3)
SKENE’
(palco
piccolo)
11
STRUTTURA
TRAGEDIA
GRECA:
1) PROLOGO
(attori)
comparsa
di
un
dio
che
annuncia
la
tragedia
2) PARODO
(coro)
entrata
del
coro
(spalle
al
pubblico)
3) 1°
-‐
2°-‐
3°
EPISODIO
(attori)
4) 1°
-‐
2°
-‐
3°
STASIMO
(coro)
interventi
del
coro
5) ESODO
(attori
+
coro)
uscita
del
coro
TIMOTEO
DI
MILETO
le
melodie
possono
avere
alterazioni
per
avere
maggiore
espressività
EURIPIDE
accusato
da
Platone
e
Aristotele
di
avere
messo
in
crisi
la
musica
12
LA
MUSICA
DEI
PRIMI
CRISTIANI
Il canto sacro della Chiesa d’Occidente era diverso da quello d’Oriente.
I
modi
e
le
forme
primitive
del
canto
erano
ricalcati
dalle
cerimonie
del
culto
giudaico:
1) CANTILLAZIONE
2) JUBILUS
3) SALMI
L’unico
che
sia
stato
in
parte
conservato
è
il
CANTO
AMBROSIANO
in
onore
di
S.
Ambrogio
prima
governatore,
poi
vescovo
di
Milano
che
ne
fu
l’iniziatore.
A
S.
Ambrogio
risalgono
varie
iniziative
a
cominciare
alla
diffusione
degli
inni.
Il
CANTO
GALLICANO
rimase
in
uso
in
Gallia
Rino
all’VIII
secolo;
conteneva
elementi
celtici
e
bizantini
e
fu
sospeso
dagli
imperatori
carolingi.
13
La
Chiesa
si
avviò
ad
ampliare
e
Rissare
per
iscritto
il
cerimoniale
liturgico.
Introito
Kyrie
Gloria
Graduale
Alleluia
Credo
Offertorio
Sanctus
Agnus Dei
Communio
800 d.C. Incoronazione di Carlo Magno ad opera di Papa Leone III
Si
cercò
di
trapiantare
presso
i
Franchi
il
rito
romano,
inviando
presso
di
essi
maestri
provenienti
da
Roma
e
accogliendo
nella
città
papale
alcuni
cantori
franchi
in
qualità
di
allievi.
Contaminazione
tra
il
preesistente
canto
gallicano
ed
il
nuovo
canto
romano.
Creazione
di
un
nuovo
tipo
di
canto,
prodotto
dall’unione
dei
due
repertori
che
è
deRinito
FRANCO-‐ROMANO.
14
Si
doveva
però
cercare
di
non
rompere
la
tradizione
e
si
inventò,
allora,
un’astuta
leggenda:
quella
del
CANTO
GREGORIANO.
Si
narrava,
dunque,
che
Papa
Gregorio
I
dettasse
i
suoi
canti
ad
un
monaco
e
che
fosse
una
colomba
bianca
vicino
a
Papa
Gregorio
a
suggerire
all’orecchio
frase
dopo
frase.
Sarebbe
lo
stesso
Spirito
Santo
(la
colomba)
ad
avere
“inventato”
il
nuovo
canto.
Era
vietato
l’uso
di
voci
femminili
perché
secondo
la
Chiesa
distoglievano
dal
valore
vero
della
preghiera.
15
NOKTER
BALBUS
applica
alcuni
lunghi
versi
ai
lungi
vocalizzi
sulla
sillaba
Rinale.
Nascono
così:
1) TROPI
da
tropo,
farcire
(aggiungere
parole
ai
lunghi
melismi)
2) SEQUENZA
(Si
prendeva
lo
jubilus
allelujatico,
cioè
il
vocalizzo
che
si
faceva
sulla
"a"
Rinale
dell'alleluja,
si
staccava
dal
canto
originario
e
ad
esso
veniva
applicato
un
nuovo
testo.
Questo
jubilus
melismatico
diventava,
così,
un
canto
sillabico,
perché,
applicando
un
testo
sullo
jubilus,
il
canto
diventava
sillabico).
16
Sequenze
da
ricordare:
1) VICTIMAE
PASCHALI
LAUDES
(cantata
nella
solennità
di
Pasqua)
2) LAUDA
SION
SALVATOREM
(dogma
della
transustanziazione)
3) STABAT
MATER
(meditazione
sulla
sofferenza
di
Maria)
4) DIES
IRAE
(una
delle
parti
più
note
del
requiem)
5) VENI
SANCTE
SPIRITUS
(cantata
durante
la
Messa
di
Pentecoste)
17
GLI
INIZI
DELLA
POLIFONIA
Il
canto
a
più
voci
era
sconosciuto
ai
primi
cristiani.
Il
desiderio
di
rinnovare
il
canto
liturgico
senza,
però
alterarne
la
purezza
melodica
portò
ad
accompagnare
con
altre
melodie
il
canto
sacro
(che
assumerà
poi
la
funzione
di
cantus
Nirmus).
Le
voci
procedevano
parallelamente,
nota
contro
nota
(punctum
contra
punctum,
da
cui
contrappunto).
Nacque
la
POLIFONIA
VOCALE,
una
delle
più
importanto
conquiste
della
musica
medievale.
18
3) ORGANUM
MELISMATICO
al
grave
si
colloca
la
melodia
originale
gregoriana
(il
CANTUS
FIRMUS),
eseguita
a
valori
larghi;
sopra
si
muove
la
VOX
ORIGINALIS,
con
ricche
Rioriture.
Léonin
fu
attivo
tra
il
1180
ca.
e
scrisse
un
MAGNUS
LIBER
ORGANI
a
due
voci
per
l’intero
anno
liturgico.
Gli
succedette
Pérotin
che
continuò
l’opera
di
Léonin
aggiungendo
una
terza
voce
ad
alcune
composizioni
del
Magister
Leoninus.
19
Analizziamo
le
varie
forme
musicali:
CLAUSULA
una
sezione
di
organum
costruita
su
un
frammento
di
un
tenor;
all’inizionon
era
una
composizione
autonoma,
ma
era
inserita
in
un
organum;
poi
si
affermò
come
canto
assestante.
CONDUCTUS
di
argomento
e
testo
sacro
o
profano;
il
tenor
era
sempre
d’invenzione
e
procedeva
con
lo
stesso
ritmo
delle
voci
superiori.
I
conductus
sacri
erano
utilizzati,
in
particolare,
come
canti
processionali.
MOTTETTO
(dal
francese
mot,
parola)
sostituì
le
forme
musicali
della
Scuola
di
Notre-‐Dame
a
partire
dal
1250
ca.
Il
maggior
numero
di
composizioni
di
questo
periodo,
sia
quelle
destinate
al
servizio
liturgico,
sia
quelle
profane,
erano
mottetti.
Era
solitamente
a
3
voci;
la
voce
inferiore
(tenor)
procedeva
a
valori
larghi
e
metricamente
deRiniti,
la
voce
media
(duplum),
invece,
procedeva
più
velocemente
e
la
voce
superiore
(triplum)
era
a
valori
brevi.
I
testi
erano
diversi
per
il
duplum
e
per
il
triplum
e
potevano
essere
in
latino,
a
destinazione
liturgica,
o
in
lingua
d’oil
nei
mottetti
profani.
GIOTTO
sviluppa
la
pittura
Rigurativa
con
soggetti
sacri
e
ispirati
da
episodi
della
Bibbia.
20
LA
NOTAZIONE
MEDIEVALE
NOTAZIONE
sistema
coordinato
di
segni
con
i
quali
si
scrivono
sul
pentagramma
gli
elementi
del
discorso
musicale:
l’altezza
e
la
durata.
La
notazione
si
deRinì
cono
notevole
ritardo
rispetto
alla
nascita
della
musica.
Nacque
quando
i
cantori
si
resero
conto
dell'insufRiciente
metodo
di
comunicazione
orale.
NEUMA
(dal
greco
neuma,
segno)
verso
la
Rine
del
IX
secolo
sorse
l’esigenza
di
aggiungere
alcuni
segni
supplementari,
per
aiutare
i
celebranti,
che
non
erano
cantori
professionisti,
ad
individuare,
per
esempio,
una
cadenza.
Si
utilizzarono,
allora,
i
cosiddetti
neumi,
tratti,
molto
probabilmente,
dagli
accenti
grammaticali.
Non
si
proponeva,
però,
di
scrivere
la
precisa
altezza
della
nota
da
cantare,
ma
come
quella
determinata
nota
andasse
eseguita.
Era
inutile,
infatti,
indicare
con
precisione
la
nota
da
cantare,
perché
tutti
i
cantori
conoscevano
a
memoria
l’intero
repertorio,
ma
era,
però,
molto
facile
dimenticare
delle
leggere
sfumature
dell’esecuzione.
Questo
genere
di
notazione
viene
detta
ADIASTEMATICA
perché
non
indica
le
precise
altezze
sonore,
oppure
IN
CAMPO
APERTO,
perché
non
è
vincolata
da
un
rigo
musicale.
I (trocaico)
II (giambico)
III (dattilico)
IV (anapestico)
V (spondaico)
VI (tribrachico)
24
FRANCONE
DA
COLONIA
nel
suo
trattato
Ars
cantus
mensurabilis
(ca.
1260)
sancisce
il
superamento
della
teoria
modale:
riconosce
accanto
alla
longa
e
alla
brevis,
due
nuovi
valori:
la
duplex
longa
e
la
semibrevis.
Valore Simbolo
Maxima
o
Duplex
Longa
Longa
Brevis
Semibrevis
25
GUIDO
D’AREZZO
E
LA
TEORIA
DELLA
MUSICA
26
SOLMISAZIONE
è
un
antico
metodo
di
solfeggio
basato
sulle
sillabe
che
individuavano
le
note
dell'esacordo:
Ut
-‐
Re
-‐
Mi
-‐
Fa
-‐
Sol
-‐
La.
In
precedenza
questa
teoria
prevedeva
che
la
successione
Ut
Re
Mi
Fa
Sol
La,
chiamata
esacordo,
fosse
trasposta
a
partire
dal
Fa
e
dal
Sol
per
creare
altre
due
esacordi,
attraverso
i
quali
leggere
quelle
porzioni
di
musica
contenenti
le
note
Si
e
Si
bemolle.
Si
ebbero
perciò
3
esacordi
duri
(in
cui
ut
coincide
con
il
nostro
sol),
2
esacordi
naturali
(in
cui
ut
coincide
con
il
nostro
do)
e
2
esacordi
molli
(in
cui
ut
coincide
con
il
nostro
fa).
ut re mi-fa sol la
re mi fa#-sol la si
la si do#-re mi fa#
Tuttavia,
anzichè
impiegare
due
lettere
diverse
per
il
suono
naturale
e
per
quello
alterato
(come
era
avvenuto
per
il
si,
segnato
come
bemolle
e
come
bequadro),
si
utilizzarono
il
b
rorondo,
o
molle,
per
indicare
l'abbassamento
di
un
semitono,
e
il
b
quadrato,
o
duro,
per
l'innalzamento
di
un
semitono.
Questo
sistema
prese
il
nome
di
MUSICA
FICTA,
cioè
falsa.
28
MUSICA
POPOLARE
E
TEATRO
NEL
MEDIOEVO
Gli
spettacoli
teatrali
erano
stati
vietati
dai
Padri
della
Chiesa
e
si
avvertiva
il
bisogno
di
teatro
che
trovò
il
suo
realizzo
nelle
chiese
con
azioni
sacre.
Si
notò
che
nei
Vangeli
alcuni
episodi
erano
in
uno
stile
che
conteneva
i
germi
di
un’azione
teatrale,
facendo
assumere
ai
cantori
i
ruoli
di
veri
e
propri
attori.
Uno
dei
più
antichi
ufRici
drammatici
è
la
VISITATIO
SEPULCHRI,
che
si
siviluppa
dalla
domanda
rivolta
dall’Angelo
alle
tre
Marie
e
agli
apostoli
che
si
erano
recati
al
sepolcro
di
Cristo:
QUEM
QUAERITIS
?
(chi
cercate?),
dove
all’intorno
del
nucleo
originario
si
aggiunsero
altre
scene.
29
I
più
signiRicativi
drammi
liturgici
sono:
1) LUDUS
PASCHALIS
(dramma
di
Pasqua)
eseguito
il
Venerdì
Santo
2) PLANCTUS
MARIAE
che
racconta
il
dolente
dialogo
tra
le
tre
Marie
l’apostolo
Giovanni
ai
piedi
di
Cristo
morto
sulla
croce.
3) SPONSUS
(Lo
sposo)
nel
quale
si
svolge
la
parabola
delle
vergini
sagge
e
delle
vergini
stolte.
Il
dialogo
in
latino,
in
questo
caso,
è
diviso
da
interventi
in
lingua
volgare
4) LUDUS
DANIELIS
(
La
rappresentazione
del
profeta
Daniele),
dove
la
parte
musicale
comprende
oltre
cinquanta
melodie,
liturgiche
o
d’invenzione,
di
varia
provenienza.
Durante
il
XIII
secolo,
si
affermarono
nuovi
movimenti
religiosi,
tra
i
quali
gli
ordini
fondati
da
S.
Francesco
(francescani)
e
da
S.
Domenico
(domenicani),
che
accrebbero
il
sentimento
religioso
popolare,
e
non
solo
e
che
trovò
nel
volgare
italico
il
suo
mezzo
di
comunicazione
e
diffusione.
Il
primo
testo
poetico
della
letteratura
italiana
fu
il
Cantico
delle
Creature
che
compose
S.
Francesco
in
volgare
umbro
nel
1224.
E’
un
atto
d’amore
verso
tutte
le
creature
e
tutte
le
cose
create,
espresso
in
immagini
vive
e
di
visibile
evidenza.
30
Dall’anno
Mille,
si
diffusero
in
Europa
le
lingue
nazionali,
che
soppiantarono,
rapidamente,
il
latino
volgare.
Nacque
così
una
produzione
lirica
nella
quale
la
musica
era
unita
alla
poesia.
Questo
movimento
artistico
sorse
nelle
regioni
meridionali
della
Francia
ad
opera
dei
TROVATORI,
i
quali
si
esprimevano
nella
lingua
d’oc.
Si
estese,
successivamente,
ai
TROVIERI,
che
vivevano
nella
Francia
settentrionale
e
usavano
la
lingua
d’oil.
Sviluppavano,
per
la
maggior
parte,
argomenti
amorosi
e
meno
frequentemente
argomenti
politici.
La
musica
procedeva
insieme
ai
versi,
anche
s
non
era
strettamente
legata
a
quest’ultimi.
Poteva
succedere
che
si
adattassero
ad
una
preesistente
melodia
un
nuovo
testo
poetico,
con
contenuti
differenti.
32