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Settimanale di Preghiera Domenica 8 marzo 2020 - 2^ settimana Quaresima anno XXII N° 932

Non di solo Pane

Seconda
Di Te dice il mio cuore:

Settimana di “Cercate il Suo Volto”.


Il Tuo volto io cerco o Signore.
Non nascondermi il Tuo volto.

quaresima (Salmo 26)


Apostolato
della preghiera
Adorando insieme la croce, segno della nostra salvezza,
chiediamo umilmente perdono per noi,
per le colpe di cui noi ci siamo macchiati;
Marzo chiediamo perdono anche a nome di tutti coloro che non sono qui
e non sanno chiedere perdono al Signore per le loro colpe.
Primo Venerdì 06/03 Essi non sanno di quanta gioia e di quanta pace
il loro cuore sarebbe pieno se sapessero farlo.
Chiediamo perdono a nome di tutta l'umanità,
del tanto male commesso dall'uomo contro l'uomo,
del tanto male commesso dall'uomo
contro il Figlio di Dio, contro il salvatore Gesù,
contro il profeta che portava parole di amore.
E mettiamo la nostra vita nelle mani del crocifisso
perché egli, redentore buono, redima e salvi il nostro mondo,
redima e salvi la nostra vita col conforto del suo perdono.
(Carlo Maria Martini)

Quelli che si avvicinano al povero lo fanno dap- che la sua capacità di amare, la potenza
prima in un desiderio di generosità, per aiutarlo d’amore del suo cuore.
e soccorrerlo; si considerano dei salvatori e Il povero ha un potere misterioso: nella
spesso si mettono su un piedistallo. Ma toccan- sua debolezza, egli diviene capace di toc-
do il povero, raggiungendolo, stabilendo una re- care i cuori induriti e di rivelare loro le fonti
lazione di amore e di fiducia con lui, il mistero si d’acqua viva nascoste in loro.
svela. Nel cuore dell’insicurezza del povero c’è
E’ la manina del bimbo di cui non si ha
una presenza di Gesù. E’ allora che essi scopro-
paura, che scivola attraverso le sbarre
no il sacramento del povero e che arrivano al
della nostra prigione d’egoismo. Egli arriva
mistero della compassione. Il povero sembra
ad aprire la serratura. Egli libera. E Dio si
spezzare le barriere della potenza, della ricchez-
cela nel bambino. I poveri ci evangelizza-
za, della capacità e dell’orgoglio, fa fondere quei
no. E’ per questo che sono i tesori della
gusci che il cuore umano si mette intorno per
Chiesa.
proteggersi.
(J. Vanier, La Comunità, luogo del perdono e
Il povero rivela Gesù Cristo.
della festa, Milano 1991,115s.)
Fa’ scoprire a chi è venuto per aiutarlo la sua
stessa povertà e vulnerabilità; gli fa scoprire an-

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 2


Santi del giorno: San Ponzio di Cartagine, diaco-
no; san Probino di Como, vescovo.

“L’amore è l’unico modo corretto per impiegare le


nostre vite. Quando l’uomo smette di amare
Domenica
Marzo
2^ domenica di Quaresima
8
comincia a morire”. ( Renè Benjamin)
TQ

Il Santo del giorno: San Giovanni di Dio


Parola di Dio
in briciole La vita secondo il Vangelo è una follia che riflette in mezzo alle
ferite del mondo il mistero di un amore senza limiti, quello del Dio
di Gesù Cristo. San Giovanni di Dio visse in questo orizzonte e
Andare avanti anche in perciò ad un certo punto venne anche scambiato per un pazzo.
mezzo alle difficoltà Juan Ciudad era nato a Lisbona nel 1495, fuggendo da casa a 8 an-
Pagina curata da Don Luciano V. M. ni. In Spagna aveva fatto il pastore e poi a 27 anni divenne militare.
“Farò di te una grande nazione e ti bene- Più tardi aprì una libreria a Granada ma a 43 anni rimase affascina-
dirò, renderò grande il tuo nome e possa tu to dalle parole pronunciate da Giovanni d'Avila in una predica. De-
essere una benedizione.” (Gen 12,1-4a)
cise così di lasciare tutto e portare la Parola di Dio lungo le strade.
Abramo ci ricorda che nessu- Lo credettero matto e lo rinchiusero, ma fu proprio in mezzo alla
no è cristiano per caso, perché sofferenza che capì di essere chiamato a portare speranza nella vita
Dio ci chiama per nome e con
una promessa. Abramo è dei malati. E quello fu il carisma che lui mise nel cuore dei suoi
pronto a lasciare la sua terra e Fratelli Ospedalieri, i Fatebenefratelli. Il fondatore morì nel 1550.
le sue radici senza sapere dove
andare, ma solo fidandosi della
promessa di Dio. Tutto il suo Vangelo: Mt 17,1-9
cammino è andare verso que- In quel tempo, Gesù prese con sé
sta promessa. E il suo percor- Pietro, Giacomo e Giovanni suo
so è anche un modello del no- fratello e li condusse in disparte, su
stro percorso. Dio chiama an- un alto monte. E fu trasfigurato da-
che noi per nome e con una vanti a loro: il suo volto brillò come
promessa: “Vai avanti, io sono il sole e le sue vesti divennero candi-
con te, io cammino affianco a de come la luce. Ed ecco apparvero
te.” Essere cristiano è una loro Mosè ed Elia, che conversava-
chiamata d’amore, d’amicizia. no con lui. Prendendo la parola, Pie-
tro disse a Gesù: «Signore, è bello
Una chiamata a diventare figlio
per noi essere qui! Se vuoi, farò qui
di Dio, fratello di Gesù, a di- tre capanne, una per te, una per Mo-
ventare fecondo nella trasmis- sè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube
sione di questa chiamata agli luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube
altri. Chiediamo al Signore che che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio
ci dia questa voglia di andare compiacimento. Ascoltatelo».All'udire ciò, i discepoli caddero con
avanti che ha avuto Abramo, la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvici-
anche in mezzo alle difficoltà. nò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non
Andare avanti con la sua sicu- videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte,
rezza, la sicurezza che il Signo- Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima
re mi ha chiamato, che mi ha che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».
promesso tante cose belle e
che è con me.

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 3


Aprire il cuore alla voce del Signore meditazione curata da don Luciano

La Quaresima è il tempo in stessa cosa che hanno fatto


cui fare come gli apostoli: gli apostoli in quella visione
fissare gli occhi su Gesù e beata: ascoltare il Figlio a-
seguirlo. Egli conosce la no- mato. Quando apriamo il
stra debolezza e sa quando cuore a tale voce e ascoltia-
portarci sul Tabor per mo le parole che ci salvano
splendere con la sua luce facciamo l’esperienza di es-
Mosè ed Elia, la legge e i profeti, immortale nella nostra esi- sere illuminati interiormen-
convengono presso Gesù, poiché stenza. Tali momenti, evi- te. Tale illuminazione ci ren-
ne sono stati la preparazione e dentemente, non servono a de forti e capaci di seguire
l’attesa. Venne una voce: quel farci godere di chissà quali il Signore anche quando,
Dio che non ha volto, ha una gusti spirituali, ma servono caricato dalla croce, va a
voce. Gesù è la voce diventata piuttosto a prepararci e a morire per noi e per la no-
volto. Il Padre prende la parola, renderci forti quando do- stra salvezza.
ma per scomparire dietro la pa- vremo salire su un altro
rola di suo Figlio: ascoltate lui. monte, cioè il Calvario. Dio
invita anche noi a fare la

Contemplo: Riconciliazione
Preghiamo la
Parola La certezza
della misericordia di necessario che ci lava, ma non ci
Dio è indispensabile a una vita impedisce di sporcarci di nuovo.
Signore Gesù, apri i
miei occhi perché sap- spirituale completa. Questa tensione tra il sacramen-
piano scrutare le vicen- Il cristiano la ricercherà per ap- to, che ci pone già nell’altro
de della vita e scorge- profondire la sua vita interiore; mondo, e la vita, che ci tuffa
re la tua dolce presen- vede in maniera del tutto nuova nel tempo, ci porta a ridire con i
za; allarga il mio cuore e anticipata il ritorno di Cristo primi cristiani, la nostra grande
perché accolga con
e si trova allora, nella sua ricon- speranza: “Maranathà. Vieni Si-
gioia la novità che sei;
donami una fede sem- ciliazione sacramentale, con le gnore Gesù!”.
plice che con la pa- disposizioni di santità e di pu- (M. Thurian, Una sola fede, pp. 182-183)
zienza dei poveri tutto rezza con cui sarà colmato dal
attenda da te, unico Signore all’ultimo giorno.
Signore della mia vita. Il mistero sacramentale della
riconciliazione è come un bagno

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 4


Santi del giorno: San Paciano di Barcellona, ve-
scovo; san Domenico Savio, adolescente.

“Non avere fretta: è una cosa che opprime”.


(Claude Roy)
Lunedì
Marzo
9
2^ settimana di Quaresima

TQ

Il Santo del giorno: Santa Francesca Romana


Parola di Dio
Accettare con umiltà i doni della vita e metterli a frutto per aiu-
in briciole tare chi vive nel bisogno è doveroso per ogni cristiano, di qual-
siasi condizione sociale. Santa Francesca Romana visse gli agi
non come un privilegio, ma come una risorsa per farsi compa-
Un cammino di rinascita in gna dei più poveri. Nata a Roma in una famiglia nobile nel
Dio 1384, anche se sognava il monastero accettò il matrimonio
Pagina curata da Don Luciano V. M. scelto dai genitori e, ad appena 13 anni, sposò Lorenzo de'
Abbiamo peccato e abbiamo operato da Ponziani. Ebbe tre figli, due dei quali morirono, e si dedicò alla
malvagi. (Dn 9,4b-10) propria famiglia con lo stesso amore con il quale si prendeva
Il profeta Daniele parla a no- cura di chi viveva in stato di necessità. Per allargare il campo
me di tutto il popolo, di cui d'azione del suo apostolato nel 1425 fondò la congregazione
riconosce la colpa e l’iniquità, delle Oblate Olivetane di Santa Maria Nuova, dette anche O-
perché pur avendo ricevuto da blate di Tor de' Specchi. Dopo essere rimasta vedova, anche lei
Dio il dono dell’alleanza, ha emise i voti nella sua congregazione. Morì nel 1440.
preferito rivolgersi ad altri dei.
E’ segno di grande onesta e
coraggio ammettere senza giu-
stificazioni le proprie colpe. Di
solito tendiamo a spostare la
responsabilità di ciò che non Vangelo Luca 6,36-38:
va nella nostra vita sugli altri, “...perdonate e sarete per-
sulle situazioni o sulle vicende donati…”
avverse che ci capitano. Inve- In quel tempo, Gesù disse
ce, quando iniziamo ad assu- ai suoi discepoli: «Siate mi-
merci con sincerità -almeno
sericordiosi, come il Padre
davanti a Dio -le nostre re-
sponsabilità e a capire che, se vostro è misericordioso.
tante cose non vanno, è per- Non giudicate e non sarete
ché dobbiamo cambiare il no- giudicati; non condannate e
stro cuore, allora siamo sulla non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e
strada giusta. Forse è difficile vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante
ammettere tutto ciò davanti
agli uomini, ma quando si ha il vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale
coraggio di porsi in verità da- misurate, sarà misurato a voi in cambio».
vanti al Signore ammettendo le
nostre infedeltà, inizia davvero
un cammino di rinascita in Di-
o.

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 5


“Donare noi stessi……” meditazione curata da Luciano

La fedeltà di Dio alle sue braccio del Padre.


promesse svela la nostra Allora ci è dato di lascia-
condizione di peccatori e re che la divina miseri-
peccatrici continuamen- cordia trabocchi, ren-
te perdonati. dendoci misericordiosi
La lucidità su ogni in- verso ogni creature uma-
gratitudine che conduce na, fratello o sorella, non
al non amore verso i fra- più nemica.
telli e sorelle, conduce Tenendo fisso lo sguar-
alla consapevolezza della do su Gesù diveniamo
Esercitare la misericordia, propria debolezza e, in- capaci di donare gratui-
non giudicare, non condanna-
sieme, alla gratitudine tamente quello che ab-
re ma perdonare e dare senza
per l’infinita misericordia biamo ricevuto, non giu-
misura, sono i contrassegni
del cristiano autentico, ciò che di Dio. dicando ma perdonando,
lo distingue dagli altri e lo Lo sguardo al passato donando i nostri beni,
rende simile al Padre che è mette in luce i nostri tra- anzi noi stessi.
nei cieli. dimenti, il non ascolto
della Parola e dei fratelli,
seguiti da un nuovo ab-

Contemplo:
Preghiamo la Le tende del Signore si piantano nel cuore dell’umanità
Parola

Chi vede, come Pietro Giaco- Né allora, né adesso, né mai è


A te, Signore, offro mo e Giovanni, è tentato di dire: tempo di piantare tabernacoli sul
tutto ciò che sono, “Signore è bello che noi siamo Tabor. Ai piedi del Tabor c’è una
prendi tutto, anche qui”. Strano che ogni dono o ma- turba di malati, di sofferenti, di
nifestazione della grazia ci trovi in affamati, di schiavi che attendono
quello che mi man- uno stato o in una disposizione di la liberazione. La contemplazione
ca e che non posso godimento o di fissità più che di che ci distacca, la bontà che si
offrirti, perché sia impegno. Poter fermare l’attimo di chiude, la grazia che non viene co-
tu a riempire que- bontà, come si vorrebbe fermare municata è un Tabor che non ci
l’attimo di bellezza! Ma tanto l’una interessa. Si vede per coloro che
sto vuoto e donar- che l’altra sono un’ineffabile realtà non vedono; si crede per coloro
mi ciò di cui ho bi- per la novità che racchiudono. Chi che non credono; si ama per colo-
sogno. Amen si ferma solo per contemplarle, le ro che non amano; si sale sul Ta-
spegne dentro di sé. Eppure i pen- bor per coloro che non possono
sionati dello spirito, coloro che si salire. Le tende del Signore si pian-
rifiutano di vivere perdutamente il tano nel cuore dell’umanità.
Vangelo, vanno moltiplicandosi. (Don Primo Mazzolari)

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 6


Santi del giorno: Santi Caio e Alessandro, marti-
ri; san Macario di Gerusalemme, vescovo.

“La più grande decadenza in questo mondo è


perdere l’entusiasmo”. ( H. W. Arnold))
Martedì
Marzo
10
2^ settimana di Quaresima

TQ

Il Santo del giorno: san Simplicio


Parola di Dio Nessun impero dura per sempre, nessun regime resiste allo
in briciole scorrere del tempo, perché la storia si fa di giorno in gior-
no, dentro una saggia tessitura tra memoria del passato e
corsa al futuro. San Simplicio si trovò a guidare la Chiesa
come Papa in uno degli snodi storici più delicati: gli anni
Fare la volontà del Si- che videro la caduta dell'Impero Romano. Quando Odoa-
gnore cre depose l'ultimo imperatore, Romolo Augustolo, nel
Pagina curata da Don Luciano V. M.
476, infatti, Simplicio era Pontefice da otto anni e lo sareb-
“Imparate a fare il bene, cercate la giusti- be stato ancora fino al 483. Nato a Tivoli, durante il suo
zia. “ (Is 1,10.16-20)
Pontificato, nonostante i tempi difficili, difese il patrimonio
Dio è concreto ed è per “il fa- della fede anche combattendo eresie come il monofisismo
re” non certo per la religione che negava la natura umana di Cristo e che aveva un soste-
“del dire”. Il Signore chiama il nitore nell'imperatore d'Oriente Zenone. Simplicio, inoltre,
suo popolo a fare: “Venite, restaurò chiese di Roma, curò le basiliche cimiteriali, salvò
discutiamo”.Discutiamo e alcuni mosaici pagani.
“cessate di fare il male, impa-
rate a fare il bene, cercate la
giustizia, soccorrete l’oppresso,
rendete giustizia all’orfano, di-
fendete la causa della vedova”. Vangelo Mt 23,1-12
Insomma: fate, fate cose. Dire In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli di-
e non fare è un inganno che ci cendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i fari-
porta all’ipocrisia. La miseri- sei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite
cordia del Signore va incontro secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano
a quelli che hanno il coraggio infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle
di confrontarsi con lui sulla spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con
verità, sulle cose che si fanno o un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla
su quelle che non si fanno, per gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si com-
correggersi. In questa strada di piacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle
conversione quaresimale fac- sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chia-
ciamoci una domanda: “Io so- mati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”,
no di quelli che dicono tanto e perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E
non fanno niente o faccio non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno
qualcosa?”. L’obiettivo è fare solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare
la volontà del Signore facendo “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
il bene ai miei fratelli e a quelli Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalte-
che mi sono vicini. rà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 7


Vivere con Dio, soffrire con Dio, regnare con Dio a cura di don Luciano

La vera obbedienza ci fa che si è fatto umile, pic-


rimanere uniti a Dio e ai colo, povero, servo, per
fratelli, nella verità e donarci la sua grandezza
nell’amore, e vince la su- e ricchezza.
perbia, la vana gloria, Per l’umiliazione della
l’esaltazione di sé. croce, Gesù è stato esal-
Seguire Gesù significa tato nella gloria del Pa-
scoprire la bellezza di dre.
essere figli, guidati verso Vivendo con lui, sof-
la meta della vita con sa- frendo con lui, regnere-
pienza, amore e umiltà. mo anche con lui.
Il più grande è il Signore
Gesù ci invita ad essere che si è fatto nostro ser-
obbedienti, come lui, vo.
nella libertà di fare il be- Chi tra noi si trova in un
ne, anche quando questo posto d’onore e di pre-
non è fatto da chi ce lo stigio è lì per servire, in
insegna. rappresentanza di Dio,

Contemplo:
Preghiamo la Una preghiera sempre più intensa
Parola

La nostra preghiera apre la por- alle necessità di chi ci sta accan-


Sig nore, te nd i
ta a Dio, che ci insegna ad usci- to e sentire la bellezza di essere
l’orecchio, rispon-
dimi, perché io so- re costantemente da noi stessi “figli nel Figlio” insieme con
no povero e mise- per essere capaci di farci vicini tanti fratelli.
ro. ( Benedetto XVI)
agli altri, specialmente nei mo-
Custodiscimi per-
menti di prova, per portare loro
ché sono fedele; tu,
Dio mio, salva il consolazione, speranza e luce.
tuo servo, che in te Il Signore ci conceda di essere
si confida.
capaci di una preghiera sempre
(Sal 86,1-2)
più intensa, per rafforzare il no-
stro rapporto personale con Di-
o Padre, allargare il nostro cuore

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 8


Santi del giorno: San Pionio di Smirne, martire; beato
Giovanni Righi da Fabriano, religioso .

“L’amicizia, come l’amore, richiede molti sforzi, attenzione,


costanza, esige soprattutto di donare ciò che abbiamo di più
Mercoledì
Marzo
11
caro nella vita: il tempo!” ( C. Deneuve) 2^ settimana di Quaresima

TQ

Il Santo del Giorno: san Sofronio


Parola di Dio Una Chiesa “assediata” e minacciata non solo da for-
in briciole ze esterne ma anche, all’interno, dalla pericolosa dif-
fusione delle eresie: fu in questo difficile contesto che
san Sofronio si ritrovò a essere patriarca di Gerusa-
lemme nel 634. Da Oriente premevano Abū Bakr,
Affidarci a Dio con tutto primo successore e suocero di Maometto, e poi il ca-
il cuore liffo Omar: alla fine Sofronio nel 638 dovette mediare
Pagina curata da Don Luciano V. M. e cedere la città. Ma la sua vera battaglia aveva comin-
“Prestami ascolto, Signore, e odi la voce di ciata a combatterla fin da giovane, con un percorso di
chi è in lite con me”. formazione che lo rese ben consapevole della perico-
(Ger 18,18-20) losità delle eresie come il monotelismo, fondato su
una visione parziale e ambigua di Cristo. Sofronio era
Parlare in nome di Dio, de- nato nel 550 a Damasco, dove aveva studiato, e si era
nunciando ciò che non è se- formato spiritualmente alla scuola dei padri del deser-
condo la sua volontà, non è to. Nella sua eredità ci sono diverse omelie, accanto
fonte di riconoscimenti e di ad altri scritti e componimenti per la liturgia. Morì nel
lodi; anzi, spesso, implica pro- 639.
prio mettersi contro gli uomini
a cui si parla perché a nessuno
Vangelo Mt 20,17-28
piace sentirsi scoperti nelle
proprie infedeltà e nei propri In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte
i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a
peccati. Geremia confida in
Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacer-
Dio e chiede a lui di interveni- doti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai
re a favore della sua causa; è pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno
questo l’unico conforto di risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i
fronte alla chiusura e al rifiuto suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa
degli altri. Quando nel nostro vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua
destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non
impegno di testimonianza pro- sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?».
fetica ci sentiamo incompresi Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo ber-
o addirittura rifiutati dagli altri rete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me con-
impariamo da Geremia ad affi- cederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
darci a Dio con tutto il cuore; Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma
Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazio-
egli conosce perfettamente le ni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così;
situazioni in cui ci troviamo e ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi
sarà lui stesso a donarci la pace vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio
per affrontare tutto quello che dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la
la vita ci riserva. propria vita in riscatto per molti».

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 9


“ Credere nella risurrezione” meditazione curata da don Luciano

Lungo il cammino annun- servizio come via per es-


cia agli apostoli quello che sere davvero grandi, senza
lì avverrà, conoscendolo farsi ingannare dal potere.
anche nei particolari, per Nel suo regno tutti sono
prepararli e, forse, per fratelli e servi gli uni degli
ricevere vicinanza e un altri.
po’ di amichevole con- Oggi Gesù ci chiede di
forto umano. custodire la sua rivelazio-
I dodici però pensano ad ne, di credere nella risur-
Gesù è consapevole della altro: alla loro grandezza e rezione e di servire con
sua missione: è venuto per a essere ministri del re. lui per amore.
servire e dare la propria
vita. Nell’umiltà e nella pazien-
A Gerusalemme la porte- za Gesù ascolta e rispon-
rà a compimento nel do- de: ribadisce quali siano il
no totale di sé. primato e la grandezza
veri, insegna di nuovo il

Contemplo:
Siamo i diletti figli e figlie di Dio
Preghiamo la
Parola L’intera vita di Gesù fu una vita Dio, così come egli è il Figlio
di obbedienza, di attento ascol- Prediletto; che siamo mandati
Signore Gesù, amante to di colui che lo aveva chiama- nel mondo a proclamare la pre-
della vita, tu sai bene to “Diletto”. dilezione di Dio per tutti, così
che l’unica via per cui
essa giunge al suo
Tutto quel che Gesù disse e fe- come Gesù fu mandato, e che
compimento è ce proveniva da quella comunio- alla fine scamperemo ai poteri
l’amore. Insegnami a ne spirituale, profondamente distruttivi della morte, come egli
perdere per ritrovare,
a lasciar andare le co-
intima. vi scampò.
se al loro ritmo, per Gesù ci ha rivelato che noi es- (Henry Nouwen)
abbracciarle più libe- seri umani, peccatori e sbandati,
ramente quando si
ripresenteranno per
siamo invitati alla medesima co-
essere amate. munione che Gesù ha vissuto;
che siamo i diletti figli e figlie di

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 10


Santi del giorno: San Mamiliano di Palermo, ve-
scovo e martire; beata Aniela Salawa, terziaria fran-
cescana

“L’inferno è non amare più.”


(Georges Bernanos)
Giovedì
Marzo
12
2^ settimana di Quaresima

TQ

Il santo del giorno: san Luigi Orione


Parola di Dio
La carità è creatività e motore di un futuro di speranza:
in briciole ogni battezzato è chiamato a trovare la strada per dare for-
ma all'amore di Dio in mezzo all'umanità. Così fece san
Luigi Orione, che fu testimone di carità tra i giovani, ma
anche tra i malati, i poveri, i bisognosi, i terremotati. Dal
Confidare in Dio: l’unica suo carisma è nata una famiglia religiosa che ancora oggi si
nostra salvezza fa portatrice della speranza autentica tra gli ultimi. Don
Pagina curata da Don Luciano V. M. Orione era nato a Pontecurone il 23 giugno 1872 e nel
1886 entrò nell'oratorio di Torino diretto da don Giovan-
Maledetto chi confida nell’uomo; benedetto ni Bosco. Tre anni più tardi era nel Seminario di Tortona,
chi confida nel Signore. (Ger 17,5-10)
lavorando in mezzo ai giovani: per loro nel 1892 inaugurò
Ci sono tanti misteri nel mon- il primo oratorio intitolato a San Luigi. Dopo l'ordinazio-
do e nell’universo ma nessuno ne sacerdotale nel 1895, fondò la Congregazione dei Figli
della Divina Provvidenza e le Piccole Missionarie della
è tanto grande quanto il miste-
Carità; gli Eremiti della Divina Provvidenza e le Suore Sa-
ro del cuore dell’uomo. In ef- cramentine. Morì a Sanremo nel 1940.
fetti, persino noi stessi non
siamo in grado di capire quali
sono le reali intenzioni che ci
spingono a fare determinate
Vangelo Lc 16,19-31
scelte nella nostra vita. Come
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C'era un uomo ricco, che in-
possiamo dire di essere in gra- dossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a
do di conoscere il cuore degli lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta,
altri, se non conosciamo nem- coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla
meno il nostro cuore? Eppure tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abra-
c’è qualcuno che conosce in mo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormen-
profondità quello che c’è ti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui.
nell’abisso del nostro intimo: è Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda
Dio. La parola di Dio in que- Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua,
perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose:
sto caso è molto realista: il “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i
cuore è infido. Questo signifi- suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in
ca che non dobbiamo mai dare mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande
per certo che il nostro cuore abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di
lì possono giungere fino a noi”.E quello replicò: “Allora, padre, ti
non si volgerà al male o al pec- prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fra-
cato. Confidare in Dio è telli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in
l’unica nostra salvezza per non questo luogo di tormento”.Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i
restare schiavi di noi stessi e Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai
morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”.
delle nostre passioni inganna- Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno
trici. persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 11


Donare le cose migliori a cura dalla redazione di Non di solo pane

L’uomo ricco, protagoni- occhi che guardino con cessaria una sobrietà di
sta della parabola, essendo vero amore chi soffre. Noi vita.
preso solo da se stesso, uccidiamo il Vangelo Non solo nell’avere, ma
toglie ogni valore a Lazza- quando diamo il superfluo anche nel pensare e nel
ro. Alla sua morte paga o lo scarto. Come se un fare.
ogni cattiveria: avendo povero non meritasse di La nostra mente è così in-
chiuso il cuore all’amore in più! tasata da miriadi di pensie-
vita, lo ha talmente induri- E ci sono tanti tipi di po- ri, informazioni, progetti,
to da non poterlo più am- vertà: quella affettiva, quel- da non riconoscere più ciò
morbidire. Questo è il suo la materiale, quella spiritu- che è essenziale.
inferno che brucia, ma nel- ale. E così le nostre azioni:
lo stesso tempo è gelido Diamo gli scarti del tempo, frenetiche, veloci, tanto da
come il ghiaccio, perché della nostra attenzione, le non accorgerci delle man-
privo del calore di un cuo- monetine avanzate. canze gravi di ascolto nei
re buono. Il povero Lazza- Non ci accorgiamo che per confronti di chi incontria-
ro chiedeva solo le bricio- avere un cuore migliore mo.
le. E queste spesso noi dia- bisogna donare le cose mi- Chiediamo a Dio di rimet-
mo ai poveri, nulla di più. gliori. terci in riga.
A volte proviamo compas- Ma per poter scorgere le
sione, pietà ma ci mancano piaghe del prossimo, è ne-

Contemplo:
Renditi un Dio per lo sventurato
Preghiamo la
Parola
Se sei sano e ricco allevia il biso- E sii ricco non solo di beni , ma
Signore, mio Dio, gno di chi è ammalato e povero; anche di pietà ; non solo d’oro
che mi ami di amo- se non sei caduto soccorri chi è ma anche di virtù, o meglio, di
re eterno, donami caduto e vive nella sofferenza, questa sola.
la forza di ascoltare se sei lieto consola chi è triste ;
la tua voce che mi Supera la fama del tuo prossimo
se sei fortunato aiuta chi è mor-
chiama alla vera li- mostrandoti più buono di tutti:
so dalla sventura.
bertà e di rifiutare renditi un Dio per lo sventurato,
di compiere, in ma- Da’ a Dio una prova di ricono- imitando la misericordia di Dio.
niera decisa, tutto scenza perché sei uno di quelli
ciò che non viene Nulla infatti nell’uomo è tanto
che possono beneficare e non
da te. divino come il beneficare.
di quelli che hanno bisogno di
essere beneficati; perché non (Gregorio di Nazianzo)
guardi le mani altrui, ma gli altri
guardano le tue.

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 12


Santi del Giorno: San Sabino, martire (III sec.);
sant'Eldrado di Novalesa, abate.

“Non si abitano i luoghi ma il proprio cuore”.


(John Milton)
Venerdì
Marzo
13
2^ settimana di Quaresima

TQ

Il Santo del Giorno: san Leandro di Siviglia


Parola di Dio
La fede è un patrimonio del popolo, un tesoro prezioso che ren-
in briciole de salda una nazione. Ce lo ricorda la storia di san Leandro di Si-
viglia, vescovo che riuscì a convertire un intero popolo. Era nato
a Cartagena in Spagna nel 540 e fu lui a crescere i fratelli Florenti-
Fede e abbandono in Dio na, Fulgenzio e Isidoro, tutti e tre poi religiosi e santi. Fattosi mo-
naco, attorno al 577 venne nominato vescovo di Siviglia. A quel
Pagina curata da don Luciano
tempo la Spagna era governata dai Visigoti, di fede ariana. La pre-
“ Eccolo! E’ arrivato il Signore dei sogni! dicazione di Leandro, però, produsse molte conversioni, tra cui
Orsù, uccidiamolo!” Gen 37,3-4.12-
13a.17b-28) anche quella il figlio del re, Ermenegildo, che poi si ribellò al pa-
dre ma venne sconfitto e ucciso. Per questo Leandro dovette fug-
Giuseppe è sottoposto a una gire, vivendo in esilio a Costantinopoli. Nel 586 poté, infine, tor-
vera e propria ingiustizia, resa
ancora più amara dal fatto che nare a Siviglia e potè assistere alla conversione all'ortodossia del
la subisce dai suoi fratelli di nuovo sovrano e con lui di tutti i Visigoti. Morì tra il 599 e il 600.
sangue, accecati d’invidia e dal-
la gelosia. Ma il fatto ancora
più scandaloso è che Dio sem-
bra non esserci affatto. In que-
sta situazione di sopruso e di Vangelo Mt 21,33-43.45-46
ingiustizia sembra che la sua In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del
mano non ci sia e che la sua popolo: «Ascoltate un'altra parabola: c'era un uomo che possede-
giustizia non si manifesti. va un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi
Quanti di noi, di fronte a pale- scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affit-
si situazioni di ingiustizia o di to a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo
di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il
sopruso si arrabbiano con Dio, raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un
rimproverandolo del fatto che, altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri
proprio in quei momenti, egli servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
non ci sia? Eppure, la storia di Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispet-
Giuseppe insegna che anche la to per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro:
cattiveria e l’ingiustizia posso- “Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”.
Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando
no avere un significato nel pia- verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadi-
no di Dio. Certo, egli non ama ni?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e
il cuore ingiusto e perverso, darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i
ma riesce a volgere al bene an- frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle
che quelle situazioni in cui Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la
pietra d'angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meravi-
sembra che il male prevalga, glia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di
per un piano provvidenziale Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
più grande. Questo richiede Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che
fede e abbandono in Dio, che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della
sa quando e come intervenire folla, perché lo considerava un profeta.
per la nostra salvezza.

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 13


Il raccolto che ci chiede il Signore pagina curata da don Luciano

Fa tutto il necessario Lo sarebbe se Dio pro-


perché non vi manchi mettesse la vigna solo a
nulla, dopo di che ce la coloro che riescono ad
consegna e se ne va, la- amarlo e a fidarsi delle
sciandoci così piena li- sue promesse.
bertà nel gestirla. Ma qui è Lui che prende
L’unica cosa che doman- l’iniziativa e ci dà la vi-
da è la sua parte di rac- gna dove stiamo già vi-
colto: di quale raccolto si vendo da anni.
“Costui è l'erede. Su, tratta, visto che si riferi- Ci siamo nati!
uccidiamolo!” sce al regno di Dio? Com’è possibile essere
Mt 21,33-43.45-46
D’amore, di fede, di spe- così ostili e diffidenti nei
ranza e di carità. Se ti do confronti di un Dio co-
Oggi il Vangelo ci parla
amore spero di ricavarne sì?
della vigna che il Signore
amore.
edifica per noi.
Non è una pretesa ingiu-
sta, o esagerata.

Preghiamo la Contemplo:
Parola
La mano di Dio
Gesù, nel buio della
notte, in mezzo a
quest’oceano di ansie- Procedi con umiltà e franchez- sollevati, perché la mano di
tà, d’incubo, pian pia-
no mi risveglio: devo za a confessare davanti a Dio Dio li ha sollevati si presta-
affrontare la realtà! Se quello che hai rimarcato, e ri- mente, che essi non vi hanno
aspetto il momento
opportuno per fare mettilo alla dolce Misericordia pensato.
qualcosa di veramente di Colui che sostiene quelli (Padre Pio da Pietrelcina)
grande...Gesù, io non
aspetterò, vivo il mo- che cadono….. e li solleva si
mento presente col- prestamente e si dolcemente
mandolo d’amore”.
(card. F. X. N. Van che essi non si accorgano di
Thuan) essere caduti, né di essere

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 14


I santi del giorno: Sant'Alessandro di Pidna,
martire; san Lazzaro di Milano, vescovo.

Per riuscire nel mondo ricordate bene queste tre


massime: vedere è spere; volere è potere; osare è
Sabato
Marzo
14
2^ settimana di Quaresima
avere”. (Alfred de Musset)
TQ

I santi del giorno: santa Matilde di Germania


Parola di Dio
La forza di una grande nazione è la capacità di pren-
in briciole dersi cura degli ultimi, dei piccoli e dei deboli: fu pro-
prio questa la via che santa Matilde di Germania indi-
cò alla propria famiglia e al suo popolo. Nata attorno
Vangelo: Lc 15,1-3.11-32 all'895, crebbe presso il monastero di Herford e nel
Allora andò a mettersi al servizio di uno 909 venne data in sposa a Enrico, che divenne duca
degli abitanti di quella regione, che lo
mandò nei suoi campi a pascolare i por- di Sassonia nel 912 e re di Germania nel 919. Ebbero
ci. Avrebbe voluto saziarsi con le carru- cinque figli: Ottone, futuro imperatore, Gerbera, E-
be di cui si nutrivano i porci; ma nessu-
no gli dava nulla. Allora ritornò in sé e dvige, Enrico e Bruno, poi arcivescovo di Colonia e
disse: “Quanti salariati di mio padre santo. Nel 936 morì il marito e Matilde si trovò al
hanno pane in abbondanza e io qui centro di una contesa tra Ottone ed Enrico per la suc-
muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio
padre e gli dirò: Padre, ho peccato ver- cessione. Lei stessa, poi, venne accusata di sperperare
so il Cielo e davanti a te; non sono più i beni della famiglia per assistere i poveri e i malati. La
degno di essere chiamato tuo figlio.
Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si famiglia si riconciliò solo nel 962 quando Ottone ven-
alzò e tornò da suo padre. Quando era ne incoronato imperatore. Ritiratasi prima a Nor-
ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe
compassione, gli corse incontro, gli si dhausen e poi a Quedlinburg, entrambi monasteri da
gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli dis- lei fondati, morì nel 968.
se: “Padre, ho peccato verso il Cielo e
davanti a te; non sono più degno di
essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre
disse ai servi: “Presto, portate qui il
vestito più bello e fateglielo indossare,
mettetegli l'anello al dito e i sandali ai Medita
piedi. Prendete il vitello grasso, ammaz-
zatelo, mangiamo e facciamo festa, per- Gesù significa salvatore! E’ venuto per salvare tutti anche i
ché questo mio figlio era morto ed è pubblicani e i peccatori ai quali è rivolta la parola di oggi.
tornato in vita, era perduto ed è stato
ritrovato”. E cominciarono a far festa.Il Gesù rivela Dio come un papà paziente, umile, compassio-
figlio maggiore si trovava nei campi. Al nevole, fiducioso. Gesù, primogenito di molti fratelli, ci
ritorno, quando fu vicino a casa, udì la
musica e le danze; chiamò uno dei servi regala l’eredità che avevamo perduto allontanandoci da Dio
e gli domandò che cosa fosse tutto que- con il peccato, ereditato dal vecchio Adamo.
sto. Quello gli rispose: “Tuo fratello è
qui e tuo padre ha fatto ammazzare il Vestito, anello e sandali sono simboli di appartenenza, di
vitello grasso, perché lo ha riavuto sano
e salvo”. Egli si indignò, e non voleva libertà filiale e di reinserimento nella famiglia di Dio: nessu-
entrare.Suo padre allora uscì a suppli- no è escluso dall’amore del Padre. Perdonati possiamo vive-
carlo. Ma egli rispose a suo padre:
“Ecco, io ti servo da tanti anni e non re relazioni nuove con Dio, con i fratelli in umanità, nella
ho mai disobbedito a un tuo comando, Chiesa.
e tu non mi hai mai dato un capretto
per far festa con i miei amici. Ma ora
che è tornato questo tuo figlio, il quale Che in questa quaresima possiamo riscoprire il sacramento
ha divorato le tue sostanze con le pro- della riconciliazione, la comunione in famiglia, la fraternità
stitute, per lui hai ammazzato il vitello
grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu con gli altri: allora già gusteremo la gioia della Pasqua.
sei sempre con me e tutto ciò che è mio
è tuo; ma bisognava far festa e rallegrar-
si, perché questo tuo fratello era morto
ed è tornato in vita, era perduto ed è
stato ritrovato”».

Non di solo pane Tempo di Quaresima - Numero 932 pagina 15


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versamento su POSTEPAY
N.5333171080666908
con la causale “contributo spese
stampa Non di Solo Pane”.

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8 marzo 2020 -2^ settimana di Quaresima -
Settimanale di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Anno XXII - n. 932


Fiorella Elmetti Domenica 8 marzo 2020
Anno A - Anno XXII - N° 932

Redazione Chiuso il 28/02/2020


don Luciano Vitton Mea, Numero copie 1350
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
Stampato in proprio
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti,
Tiziana Guerini, Cristina Sabatti e Marina Tanfoglio

Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea

Ideato da
don Luciano Vitton Mea

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