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FOLLIA E GENIO

Premessa: il Surrealismo

Il surrealismo è un movimento letterario, artistico e culturale d’avanguardia


sviluppatosi in Francia tra la prima e la seconda guerra mondiale. Teorizzato dal
poeta Andrè Breton nel “manifesto surrealista” pubblicato a Parigi nel 1924, chiuse
l’esperienza con le avanguardie storiche, che avevano dato voce all’insofferenza degli
intellettuali nei confronti della società borghese. A differenza delle altre avanguardie
il surrealismo si pose come sistema compiuto e totale, capace di dare una spiegazione
esaustiva del mondo, e finì per assumere quasi i veri e propri tratti di una fede
religiosa.
L’esperienza surrealista, per quanto intensa fu relativamente breve…

In letteratura il surrealismo si ispira al dadaismo, che enfatizzava il ruolo


dell’inconscio nell’attività creativa, sottoponendo ad una critica ogni aspetto della
cultura occidentale, nel periodo iniziale il movimento raggruppava le forze più vive
della cultura francese: tra cui Breton, Eluard, Artaud ed altri…
Verso la fine degli anni Venti l’intolleranza di Breton, che ormai era divenuto il “gran
sacerdote” del movimento, provocò crisi all’interno del gruppo e l’espulsione, per
ragioni puramente letterarie, di alcuni suoi esponenti.

All’origine della visione surrealista del mondo ci sono le teorie di Freud


sull’inconscio: i surrealisti concentrarono la loro attenzione sulla parte prerazionale
ed irrazionale dell’uomo, svalutando le potenzialità della ragione.
Alle teorie derivanti dalla psicoanalisi si accompagna la sfiducia in tutto ciò che è
reale e l’angoscia nei confronti del mondo e di una natura incoerente e caotica,
sconvolta dalla scienza .

Il surrealismo cerca dunque di arrivare ad un grado più vero e più profondo del reale,
che identificano con l’inconscio del mondo umano.
Nel “manifesto” Breton scrive infatti:”è un automatismo psichico puro col quale ci si
propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il
funzionamento reale del pensiero. Dettato dal pensiero, in assenza di qualsiasi controllo
esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale.”

I surrealisti si rivolgono agli stati ipnotici, al sogno, agli stati di trance, al


sonnambulismo, agli automatismi, all’ alienazione mentale, al fine di cogliere la vita
come un pulsare vivo del pensiero.
In letteratura si ha una fede assoluta, tipicamente decadente, nella forza della parola
come creazione, in grado di rivelare il mondo autentico del pensiero, e riscoprire le
ragioni delle cose, i rapporti tra esse, che possono dare un nuovo significato e una
nuova unità al mondo, non più ostile all’uomo.
Analogamente alla letteratura, in arte figurativa anche si diede importanza
all’inconscio in quanto attività creativa.
Tipica del movimento surrealista fu la volontà di individuare elementi della tendenza
espressiva in artisti del passato, tra i possibili precursori vennero indicati Paolo
Uccello, il poeta William Blake accomunati dalla forza visionaria..

Attraverso tecniche poco tradizionali, i surrealisti miravano all’espressione


spontanea, casuale, di elementi onirici e inconsci.
Contrari alla logica, cercavano di suggerire ponti tra la vita sensoriale e gli elementi
del reale attraverso deformazioni zoomorfe, atmosfere estranianti tipiche nella pittura
metafisica e composizioni inaudite.

Alla metà degli anni Venti troviamo in questa corrente artisti come Alberto
Giacometti, Renè Magritte, Andrè Masson, Joan Mirò, Yves Tanguy che vi si
unirono per un breve periodo.
Salvador Dalì si avvicinò al movimento nel 1939, ma fu presto accusato di perseguire
esclusivamente i propri interessi.

Nel cinema, per quanto non si possa parlare di una vera e propria corrente
cinematografica, il surrealismo ebbe comunque influsso.
Con i film di Luis Bunuel, con l’aiuto e la collaborazione di Dalì, vediamo
l’abbandono dei canoni espressivi del cinema tradizionale e si rispecchiano le
innovazioni sperimentate anche nella letteratura e in arte.
Molti furono i film comunque ai quali i surrealisti si sentivano “vicini” con lo spirito,
come quelli di Germaine Dulac.
In ambito teatrale i surrealisti si cimentano con le opere di Antonin Artaud.
St.Arte: Salvador Dalì il genio, l’arte, la follia

Dalì nasce a Figueras, in Catalogna, nel 1904, in una famiglia borghese e benestante.
Frequenta l’accademia delle Belle Arti di Madrid, dalla quale venne però espulso per
un comportamento indegno ed un carattere incompatibile con le regole dei rapporti
civili ed istituzionali della scuola.
Si reca poi a Parigi, dove conosce Mirò ed il cubismo di Picasso (dai quali verrà
influenzato per un certo periodo, come vediamo ad esempio nel suo dipinto …”The
Ram” dove sia per soggetto che per stesura del colore vediamo l’influenza dei di
Mirò o in “natura cristallina” dove è ben percepibile la scomposizione geometrica dei
corpi attraverso tagli netti..)
Stringe un’ importante amicizia con il poeta spagnolo Garcìa Lorca e subisce le
influenze della metafisica di De Chirico e di Carrà ( come in “melanconia” o come
nell’opera “donna con testa di rose” dove possiamo riconoscere nei soggetti
ispirazione ai famosi manichini che popolano i quadri di DeChirio come anche in
“giraffe”...…)
Molto importante fu il suo incontro, verso il 1928, con esponenti del Surrealismo
come Andrè Breton o Paul Eluard che teorizzavano il superamento della realtà
attraverso il recupero dell’ inconscio e della dimensione onirica di ciascun individuo..
Dalì viene notevolmente suggestionato da queste idee e scopre nella sua pittura un
modo per superare e frantumare ogni limite o senso etico, dandosi una libertà in cui
desideri e le più inconfessabili pulsioni fossero materializzabili sulla tela. Si
intensifica in questo periodo anche la sua esperienza cinematografica con l’amico
Luis Bunuel, con il quale produrrà alcuni dei maggiori film surrealisti, come “Un
chien andalou”( filmato surrealista abbastanza corto, di immagini forti e in bianco e
nero..) nel 1929 e “L’age d’or” nel 1930.
Il surrealismo è una corrente che tocca vari ambiti artistici; in pittura nacque un vero
e proprio movimento, basato sulle idee della psicoanalisi e dell’inconscio, ispirate
soprattutto da Freud.
L’arte di Dalì muove dalle ideologie surrealiste e dalla sua particolare ricerca verso la
patologia della paranoia, per lui il soggetto paranoico non subisce come
nell’allucinazione, una perdita completa del contatto con la realtà ma continua a
possedere una certa lucidità mentale che gli permette di mostrare una realtà inconscia
in continuo cambiamento.
I suoi dipinti cominciano a essere paranoia pura, illusione e sfrontatezza al limite
dell’osceno (“Il gran masturbatore” dove possiamo notare numerosi simbolismi
erotici, come ad esempio il sangue che cade dalla gamba, potrebbe rappresentare la
minaccia della castrazone, come anche la testa di medusa… ).
La sua fantasia dirompente e il suo virtuosismo tecnico, preso dal rinascimento
italiano per il nitore del disegno e dei cromatismi, e per la stesura piatta, secca e
perfetta del colore, i suoi effetti illusori e i complicati meccanismi che riportano all’
esuberanza del barocco iberico, lo resero presto famoso in Europa e negli Stati Uniti,
anche per gli atteggiamenti del tutto singolari e folli della sua vita privata.
Numerosi sono stati gli artisti che si sono distinti per la loro eccentricità, per il loro
distacco dalla gente comune, tra questi Dalì è stato di sicuro l’esempio più eclatante;
nel 1929 si innamora della moglie dell’ amico poeta Eluard, Gala Diakonoff, che
abbandona marito e figlio per unirsi a Dalì del quale diverrà moglie, amante e
soprattutto musa ispiratrice di numerosissimi suoi dipinti ( come in ”Galatea” dove
essa è raffigurata come una apparizione della madonna, allegoria che si ripete in
“Ecumenico” opera in cui Gala scende ad ispirare l’artista ....)
Nel 1930 pubblica nel primo numero della rivista surrealista “Le surrealism au
service de la revolution” uno scritto intitolato “L’ane purri” (l’asino putrefatto) in cui
spiega e indica i pregi dell’uso consapevole del delirio paranoico, cioè una sorta di
pazzia autoindotta dell’artista, con lo scopo di suscitare un mondo di fantasie o
simulacri di realtà folle e parallela, metodo ricavato sulla base della sua
interpretazione di Freud.
Questo metodo, da lui definito “metodo paranoico-critico” fu un modo per i
surrealisti, diverso da quello di automatismo psichico(e perciò con il completo
distacco dalla realtà) per aprire le porte dell’inconscio.
A prima vista, infatti, le sue opere sembrano quasi realistiche, impeccabili, Dalì è
dotato di una tecnica e di una bravura capaci di creare elementi identici alla realtà,
utilizzati per dare vita ad un mondo completamente stravolto. Disse:” Il vero artista è
quello capace di dipingere pazientemente una pera circondata dai tumulti della storia”.
Simboli ricorrenti e ossessioni, volti deformati, animali e simboli sessuali anche
nascosti (come nel “Cannibalismo d’autunno” dove nel desiderio della carne e
nell’impazienza delle azione si nascondono molteplici significati, ) sono ripetuti
innumerevoli volte nel delirio paranoico di questo artista, creando confusione e
intrigando lo spettatore.
Dalì disse: <” Si deve creare sistematicamente scompiglio:
ciò mette in moto il processo creativo. Tutto quanto genera contraddizione
è sinonimo di vita”>.
L’artista fa sempre più ricorso a spazi prospettici dilatati, in cui inserire i suoi
elementi che si deformano e combinano insieme nei modi più assurdi e irrazionali,
provocando sconcerto anche nella critica.
Nel 1934 si trasferisce a New York con Gala dove ottiene un successo senza
precedenti, dove i ricchi collezionisti fanno a gara per partecipare alle feste bizzarre e
spesso orgiastiche organizzate per accrescere la fama eccentrica e folle di Dalì.
Verrà poi espulso dal movimento surrealista per il suo rifiuto a prendere le distanze
da Franco nella guerra civile spagnola.
Nel 1951 segue una svolta mistica, i suoi dipinti si caricano di carattere religioso con
una forte carica allusiva(come….”Crusifixion ” o “Cristo di San Giovanni della
croce” dotato oltretutto di una visione prospettica molto particolare....).
Preso da antiche fobie e crisi depressive Dalì si isola sempre di più dal mondo
circostante, muore dopo 10 anni dalla scomparsa di Gala nel gennaio del 1989, a
Figueras.
Disse:<“L’unica differenza fra un pazzo ed io è che io non sono pazzo”>
Anche se raramente il genio, l’arte e la follia si sono mescolati così bene, Dalì nella
sua vita aveva scelto la via dell’eccesso, della sperimentazione e curiosità sfrenata di
tutte le tentazioni, incluse le perversioni erotiche e le pulsioni nevrotiche distruttive.
Oltre l’esibizionismo narcisistico:”<Ogni mattina mi sveglio e, guardandomi allo
specchio, provo sempre lo stesso ed immenso piacere: quello di essere Salvador
Dalì.”>
oltre la dilapidazione dionisiaca del proprio denaro e del proprio talento, Dalì giunse
fino alla perdita totale di se stesso.
Orwell di lui disse:”<bisognerebbe essere capaci di tenere presente che Dalì è
contemporaneamente un grande artista ed un disgustoso essere umano. Una cosa non
esclude l’altra ne, in alcun modo, la influenza”.
Dando uno sguardo più approfondito al metodo paranoico-critico che caratterizzò la
sua vita e i suoi dipinti, vediamo come a suo parere, le immagini che si fissano sulla
tela nascono dal caos dell’inconscio (la paranoia) e riescono a prendere forma solo
grazie alla realizzazione di questo delirio (momento critico).
La paranoia, secondo Dalì, non è altro che ”una malattia mentale cronica, il cui
sintomo caratteristico è la delusione sintomatica, che può avvenire con o senza
allucinazione e distacco dal reale. La delusione può prendere la forma di persecuzione,
di ambizione, o di mania di grandezza”.
Da questa idea possiamo capire come mai Dalì fosse interessato, e , oserei dire, quasi
ossessionato dalla figura di Hitler, a tal punto da avere dei fastidi con gli altri
surrealisti, che lo accusarono di nutrire simpatie per l’oscura figura del dittatore.
Hitler è visto dall’artista come un paranoico masochista, capace di”<scatenare una
guerra colossale solo per il piacere di perderla e autodistruggersi nella catastrofe”>.
Ritrae Hitler anche in alcuni suoi dipinti dell’epoca(“La masturbazione di Hitler”, “
“L’enigma di Hitler”) dove si intravede un ossessione quasi morbosa della figura
anche a livello sessuale. Hitler viene infatti spesso raffigurato come una donna;
Dalì scriveva:<”Considero lo sguardo e le spalle molli di Hitler di un lirismo poetico
irresistibile”> e si definiva: <”Affascinato dai fianchi bianchi e grassocci di Hitler…
la più che divina carne di una donna di pelle bianchissima”>.
L’opera più importante su questa figura è L’enigma di Hitler, quadro ora esposto a
Madrid, pieno di significati allegorici sulla guerra in corso e sulla figura psicotica del
dittatore. Dipinto che, come il titolo stesso presenta, apre solo nuove domande e
aumenta il mistero su questa particolare figura.. qui… in un piatto con qualche
fagiolo (elemento sempre presente nei quadri dell’ artista) risiede una sua foto
estremamente realistica in bianco e nero, sopra la quale una cornetta rotta gocciola da
un ramo,come lacrimando, al quale è appeso anche un ombrello chiuso...
Nel dipinto vediamo anche l’apparizione di pipistrelli che potrebbero significare le
tenebre in cui essi amano vivere e quelle che stavano dilagando in tutta Europa…
Storia: Hitler manie di grandezza, persecuzione, follia, propaganda

In ambito storico credo che al tema della “follia razionalizzata”, sia strettamente
collegata la figura, instabile e allo stesso tempo carismatica di Hitler.
Mosso dalle sue teorie sulla superiorità della razza ariana, fece un’interpretazione
personale delle teorie di Nietzsche sul Superuomo, cioè il superamento dell’essenza
umana da parte di coloro che erano dotati di una forza maggiore.
(Nietzsche parla della superiorità dell’individuo e della capacità di azione che si
fonde con l’orizzonte del destino…)
Così Hitler diventò la più autentica realizzazione del superuomo Nietzscheliano,
l’uomo del destino, il cui compito sarebbe quello di realizzare la missione storica del
popolo tedesco.
Mosso anche dalle idee divulgate sulla congiura ebraica e sulla teoria dello spazio
vitale, seppe dare una svolta totalitaristica al governo tedesco.
Il totalitarismo è un “ideologia” che cerca di accentrare ogni aspetto della vita civile e
politica nello stato. È un regime dittatoriale basato sulla convinzione e sulla fede
assoluta di un’ ideologia che porta alla mobilitazione delle masse.
Il regime totalitario si distingue dalle altre forme di governo nel distruggere ogni
presupposto di libertà, personale o di gruppo, e nel reprimere forzatamente ogni tipo
di conflitto.
Il totalitarismo utilizza perciò ogni mezzo di comunicazione e propaganda ai fini di
obbligato indottrinamento e convincimento delle masse. Hitler diceva:< La
propaganda non deve servire la verità, specialmente perchè questa potrebbe servire
l'avversario">
Il totalitarismo utilizza tutti gli strumenti repressivi possibili per controllare ogni
aspetto della vita civile: economia, stampa, educazione, arte, scienza, …
Esclude qualsiasi ambito di libertà personale o scelta volontaria con, ad esempio, la
creazione di un unico partito,l’eliminazione, perciò, di tutti i partiti all’opposizione,
(ovviamente quando parliamo di totalitarismo non ci riferiamo solo alla Germania
nazista ma anche all’ Italia di Mussolini).
In Germania le ideologie naziste si riflettono in ogni struttura, le università si
occupano dello studio della razza tedesca, della filosofia tedesca, della letteratura e
matematica tedesca, etc … Hitler diceva:<Non voglio un'educazione intellettuale. Il
sapere mi rovina la gioventù.>
Anche l’arte e l’architettura ne vengono coinvolte (interi quartieri vengono distrutti e
ricostruiti secondo i nuovi canoni dell’ideologia...)
Ma quali furono gli eventi che permisero a Hitler di istituire un governo totalitario?

1)La notte dei lunghi coltelli.


Originariamente nel partito nazista si fronteggiavano due fazioni, una
filoconservatrice (che stava dalla parte di Hitler), e l’altra più rivoluzionaria e
anticapitalista, guidata da Rohm. Col passare del tempo Hitler cominciò a sentire le
pressioni dei suoi alleati che volevano la limitazione del peso politico delle SA.
Quindi, in questa notte, denominata dei lunghi coltelli, Hitler fece assassinare dalle
SS i principali esponenti delle SA.

2) l’incendio del Reichstagh


Fu appiccato dalle SS che non tardarono ad attribuirne la colpa ai partiti comunisti.
Ciò permise a Hitler di eliminare i partiti di sinistra e di istituzionalizzare il partito
nazista come unico senza tanti disaccordi della popolazione. Hitler utilizzò infatti
questo pretesto per far approvare al vecchio presidente un decreto che aboliva degli
articoli della costituzione di Weimar che garantivano la libertà civile e personale:
finiva così lo stato di diritto in Germania.

In quel periodo il paese necessitava di sicurezza e tranquillità, che trovavano sfogo in


questo carismatico personaggio, che, oltre a dare sicurezza, elevava la purezza dello
spirito e della razza, incitava le folle trovando un capro espiatorio per tutti i mali,
reprimeva nel silenzio ogni inizio di opposizione, e insegnava all’obbedienza fin
dalla più tenera età...
Gli elementi fondamentali della sua ideologia furono:
1) Antisemitismo e persecuzioni razziali
Inizialmente i provvedimenti persecutori contro gli ebrei si mantengono sul piano
economico e lavorativo, per poi passare progressivamente all’emarginazione.
Con le leggi di Norimberga sono privati della nazionalità tedesca e quindi privati
di ogni diritto. Fino ad arrivare all’annientamento e allo sterminio della razza
ebraica nei campi di concentramento. diceva Hitler:.<"Annientare una vita senza
valore non comporta alcuna colpa, il debole deve essere distrutto>
Hitler formulò un vero e proprio discorso sulla razza ebrea: <I mali del mondo
sono dovuti ad una malattia: l’ebraismo. Gli ebrei non hanno patria, sono avidi di
denaro, legati al commercio e hanno contribuito alla diffusione del comunismo... per
questo motivo sono una razza maligna, inferiore e per ciò devono essere eliminati>
Hitler parla di superiorità non solo ideologica ma anche biologica, in una teoria per
cui alcune razze sono diverse (e perciò superiori) le une dalle altre per elementi non
solo culturali.

2) teoria dello spazio vitale:


Secondo Hitler tutti i popoli che appartengono al ceppo germanico devono essere
unificati sotto uno stesso governo.
Riarma perciò la Germania convincendo le masse sul fatto che la razza ariana
deve crearsi condizioni migliori per governare in Europa, condizioni che gli
spettano di diritto e di dovere.
Ciò portò a 12 anni di totalitarismo, ad uno sterminio di più di sette milioni di
ebrei, alla costruzione e all’uso di molti campi di concentramento in tutt’ Europa
e all’utilizzo di esseri umani come cavie da laboratorio.. per finire con una
catastrofica guerra dalla quale la Germania esce a pezzi, e nella quale lo stesso
Hitler muore suicida.

Come è possibile che un uomo sia riuscito a trascinare se stesso e un intero paese
verso l autodistruzione?
Per capirlo ho puntato la mia attenzione verso il ritratto psicologico di questo
dittatore…
Hitler era principalmente un uomo, un uomo, come disse Dalì, pieno di disturbi
paranoici, con una personalità profondamente contraddittoria e complicata, che
trovava pace e coerenza interiore solo con l’immenso desiderio di potere.
Dalì diceva:< La delusione può prendere la forma di persecuzione, di ambizione, o di
mania di grandezza”> e in Hitler la paranoia prenderà tutte queste forme…
Hitler si sente perseguitato, gli inganni e i raggiri lo terrorizzano.
L’ambizione del potere lo seguirà per tutta la vita. Per evitare la sensazione di
sentirsi inetto, non accettato, la sua mente divenne uno specchio distorto in cui Hitler
vedeva se stesso come una gigantesca figura imperiale, che copriva con la sua ombra
il mondo intero…

Hitler fu u uomo capace di approfittare di tutte le situazioni che capitavano


davanti, più che un fanatico o un illuminato, Hitler era un folle razionale,
calcolatore e soprattutto un bravo commediante.
Questo insieme di ossessione e cinismo, di ideologie e valori irrazionali, posti da
lui al servizio di calcoli opportunisti, spiega forse il fascino che quell’uomo ha
esercitato sui suoi contemporanei (ed esercita tutt’ora…)
Ma se non credeva del tutto agli ideali che decantava, in nome di cosa ha portato
tutto il popolo tedesco alla rovina?
Sta proprio qua la follia razionale di Hitler, nel volersi immedesimere nel mito da
lui stesso creato, nel Furer infallibile e onnipotente.< Non vi sono crisi, se i nervi
del Fuhrer resistono"> erano le parole del dittatore. nella sete sempre maggiore di
potere e nella megalomania della quale si alimentava e che trasmetteva
consciamente al suo popolo.
Ma bisogna aggiungere che più un soggetto simile ha successo più diventa grande
la sua smania.
In fondo non può tollerare il successo, deve inevitabilmente distruggere i risultati dei
suoi sforzi, Dalì descrisse Hitler come un uomo capace di ”<scatenare una guerra
colossale solo per il piacere di perderla e autodistruggersi nella catastrofe”>
ma siccome ugualmente intollerabile gli è il fallimento, si trova condannato ad
affermarsi in una lotta priva di significato.
Verso il 1938 pian piano l’incredibile equilibrio tra la follia fredda del dominio e la
figura del Furer con la quale governa, comincia a cedere, la paura di essere “nessuno”
aumenta e per contrastarla cresce in lui come manovra difensiva il comportamento
ossessivo e irascibile…
Ed è da quel momento che il dittatore smise di mostrarsi al popolo.

L’antisemitismo fu l’ossessione dominante della sua vita, ansia venuta forse dal
suo desiderio di potere, dal semplice utilizzo di questa idea per unire il popolo
ariano, idea che pian piano cominciò a perseguitarlo, o dal timore di essere
assimilato dal popolo giudeo… tutte queste spiegazioni non sono però sufficienti a
comprendere questo sterminio… Hitler diceva:…<"Dobbiamo essere crudeli.
Dobbiamo riabituarci ad essere crudeli con la coscienza pulita".>

<"Le grandi masse saranno più facilmente vittima di una grande bugia piuttosto che
di una piccola"> erano parole del dittatore,
Ma Hitler non è tutto il nazismo. Insieme a lui ci fu quasi tutto il popolo tedesco e
ci si pone il problema della loro colpa… come ha fatto un intero popolo a seguire
un’ ideologia di oppressione e di distruzione di massa senza opporre resistenza?
Qui si deve parlare di psicologia di massa: la psicologia che ci portò alla seconda
guerra mondiale.
La seconda guerra mondiale è stato il più grande conflitto armato della storia al
quale parteciparono nazioni di quasi tutti i continenti. Fu una guerra che durò sei
anni. Nuove armi come la bomba atomica furono utilizzate contro la popolazione
civile (6 e 9 agosto 1945, lanciate dagli Stati Uniti su due città giapponesi,
Hiroshima e Nagasaki ) con conseguenze disastrose.
Ebbe inizio l’1 settembre 1939 con l’invasione della Polonia da parte della
Germania, non contenta dell’accordo ottenuto dopo la disfatta della 1* guerra
mondiale.
Entrarono successivamente anche l’Inghilterra, la Francia, l’Italia, l’Unione
Sovietica, il Giappone e gli Stati Uniti, ma si combattè anche nel continente
africano e molti altri paesi ne furono coinvolti. Quando nel 1945 la guerra si
concluse, ne avevano fatto parte circa 61 nazioni.
Come si potè arrivare a tutto questo?
Torniamo alla psicologia delle masse, e a come esse siano influenzabili soprattutto
dalla propaganda.

La propaganda è un tipo d messaggio mirato a influenzare le opinioni e il


comportamento delle persone. La propaganda è volutamente mistificatoria, e cerca
di portare la massa alla convinzione di certe cose senza porsi domande.
In senso più stretto, parlando di politica, possiamo considerare la propaganda
come una serie di informazioni fuorvianti che sostengono gli interessi di un
gruppo di potere, non per forza con false informazioni, ma prevenendo la
conoscenza di informazioni vere. Se considerato insieme alla censura (come
accadeva all’epoca) possiamo capire come la mobilità della massa non sia stato
tanto difficile… la propaganda infatti è oltretutto una potente arma da guerra,
attraverso di essa si può anche creare disprezzo verso un determinato gruppo
attraverso la creazione di stereotipi e false immagini proiettate nella popolazione.

Nella Germania nazista vediamo come dopo la salita al potere di Hitler a tutti i
giornalisti, scrittori e artisti veniva richiesto di registrarsi e tutti venivano
controllati. Molta della sua politica interna era basata sulla propaganda che faceva
appello a varie categorie:
 ai cittadini tedeschi veniva ricordata la lotta continua del partito contro i nemici
esterni ed interni.
ai cittadini tedeschi che vivevano altrove veniva ricordato l’enorme importanza
del legame di sangue.
 contro i potenziali nemici, veniva asserita la loro decisione di provocare una
guerra contro la Germania, con nessun motivo valido.
 veniva perennemente ricordata la grandezza del popolo tedesco e della
Germania.

La scuola viene considerato come un terreno fertile per coltivare la propaganda fin
dalla più tenera età. Si effettuarono perciò cambiamenti sulle materie, dove la
ginnastica assunse il ruolo più importante, cambiamenti del personale docente, dove
tutti i maestri erano fervidi credenti della politica nazista e antisemiti, nelle scuole
femminili fu d’obbligo lo stereotipo di tipica donna tedesca, con le gonne lunghe e le
trecce, i libri furono revisionati, e tutte le materie cominciarono a riguardare solo il
paese.

La propaganda fu per Hitler il mezzo con cui estendere il suo potere… ecco cosa
scrisse nel Mein kampf(scritti di Hitler dove descrive la sua ideologia): <la
propaganda deve essere necessariamente popolare e avere il livello intellettuale del più
limitato di coloro ai quali è destinato. La capacità delle grandi masse è estremamente
limitata, come anche la sua facoltà di comprensione, al contrario, è enorme la sua
mancanza di memoria. Perciò una buona propaganda deve concentrarsi in pochissimi
punti ma ripeterli e saperli sfruttare> e dimostrava di aver capito la psicologia
popolare asserendo: <la finalità della propaganda non è nell’andare contro il diritto
degli altri, ma mettere in sorprendente rilievo i propri. La maggioranza del popolo è
così femminile nel pensare e nell’ agire che il suo comportamento dipende più dalla
sensibilità che dalla riflessione. Questa sensibilità è molto semplice da comprendere e
controllare: non esistono sfumature… solo due estremi, uno positivo e uno negativo,
amore e odio, giustizia e ingiustizia, verità o menzogna.>
A queste frasi si univano slogan politici come <un impero, un capo, un popolo./
Sangue e terra! Rendiamo giustizia al nostro Fuhrer!> che erano certamente frasi
vuote, dette adesso, ma a forza di essere ripetute e innalzate, diventavano di
importanza comune.
La tecnica nazista prese il saluto e la teatralità dell’ Italia di Mussolini, mentre dalla
Russia la deificazione del capo, le feste, e i cori patriottici.
Il Reich divenne un’ esposizione permanente di hitlerismo, tutto ciò che si vedeva o
sentiva non era altro che un riflesso della presenza nazista.
Vennero fuori però anche frasi davvero spaventose, che anticipavano l’orrore che
sarebbe capitato…come ciò che scrisse nel suo libro :<chiunque desidera la vittoria
della pace in questo mondo, deve dedicarsi alla causa della conquista del mondo da
parte dei tedeschi. L’idea della pace troverà compimento solo il giorno in cui l’uomo
superiore a tutti avrà soggiogato il mondo, diventando il solo padrone della terra.>
In quest’ultima frase possiamo notare un altro degli aspetti della politica per il
popolo, la contraddizione, creata per confondere nella convinzione la massa, per
ottenere la pace ci vuole la guerra, a scuola non è fondamentale che i bambini
imparino la cultura, o anche la famosa frase “il lavoro rende liberi” dei centri di
concentramento di Auschwitz.

Per una buona propaganda politica vediamo come in Germania si ripropongono e


utilizzano certi aspetti, come anche però negli altri paesi in cui vigeva una politica di
repressione..(Urss, Italia, Giappone, etc..):

 ricorso alla paura: installa paura contro il nemico nella popolazione civile.
Sfruttando frasi o azioni dell’avversario ed enfatizzandole.

 ricorso all’autorità: citando le posizioni o le idee delle figure importanti dell’


epoca, come esempio per la popolazione.

effetto gregge: danno la sicurezza della maggioranza che ha ragione, “unisciti ai


vincitori”, placa il desiderio della gente di avere ragione, mostra che è nell’ interesse
di tutti l’unirsi, rassicura l’indecisione con il numero.

ottenere disapprovazione: porta le persone alla più fervida disapprovazione di un


tipo di idea o di azione, che dà come conseguenza l’odio verso chiunque abbia quel
tipo di idea.

 banalità scintillanti: sono le parole usate negli slogan, parole con un’intensa carica
emotiva, associata strettamente ai concetti che si vogliono dare, che portano alla
convinzione di una certa cosa senza essere supportate da qualsiasi tipo di
ragionamento. Esse richiamano emozioni così vere e banali, che impediscono alle
persone di chiedersi se siano anche giuste.

 vaghezza intenzionale: le generalizzazioni sono vaghe in modo che il pubblico


possa fornirne la propria interpretazione, facendolo perciò portavoce dei suoi bisogni
e paure.
 transfer: è una tecnica di “proiezioni” di qualità positive, o negative. Si tende a
mostrare al pubblico il riflesso buono o cattivo di ciò che si vuole, in modo da
evocare una risposta emozionale immediata che stimola a identificarsi con la parte
buona.

ipersemplificazione: risposte semplici e generalizzazioni per problemi complessi,


che cancellano nella persona il timore per ciò che non sa o non capisce.

 uomo comune: utilizzo del linguaggio e del livello culturale ordinario per
identificare il punto di vista dello spettatore in quello del partito.

 testimonianza: citazioni, anche false, per supportare una data cosa, che rende
veritiera l’affermazione.

stereotipizzazione: fa sorgere pregiudizi etichettando il contrario del partito come


qualcosa che la gente deve temere o odiare.

Capo espiatorio: individuare qualcuno a cui dare la colpevolezza, alleviando quindi


i sentimenti di colpa e distraendo l’attenzione dal bisogno di risolvere il problema.

 parole virtuose: utilizzo di parole di valore pubblico e sociale, che rendono un


immagine positiva del partito.

 slogan: breve frase ad effetto che porta al sentimento di unione tra le diverse
persone.

Con il brillante utilizzo di tutti questi punti, possiamo capire come le masse, in un
periodo di crisi e paura, siano state facilmente mobilitate.
Filosofia: Freud surrealismo e psicologia di massa

Sigmund Freud nasce nel 1856 a Pribor, fu un neurologo, psicoanalista e filosofo


austriaco, le sue idee sono ancora oggi centro di dibattiti e di discussioni in molti
ambiti medici, letterari, psicoanalitici e culturali in genere..
Considerato il fondatore della psicoanalisi è ancora una delle principali correnti
della psicologia moderna. Ha elaborato la teoria secondo la quale l’ inconscio
governa il comportamento e il pensiero di tutti gli individui, denominata teoria
dell’ “iceberg”.
Molte delle discussioni e dei dissensi con Freud (e quindi la nascita di indirizzi
della psicoanalisi alternativi, come Jung, Adler, ecc..) nascono dal ruolo, ritenuto
da molti eccessivo, che Freud riconosce alla sessualità e all’impulso da essa
generato. Freud diceva: <”il sogno non è altro che il tentato appagamento di un
desiderio. La maggior parte dei simboli del sogno, fin dalla più tenera età, serve a
rappresentare persone, parti del corpo e attività di interesse erotico>”.

In un primo momento Freud si dedica allo studio dell’ipnosi e degli effetti nella
cura dei pazienti psicolabili, interessandosi particolarmente negli studi sull’isteria,
considerata non più una simulazione, ma un vero e proprio disturbo della psiche.
Incomincia a costruire poi progressivamente alcuni principi basilari sulla relazione
medico-paziente della psicoanalisi: la resistenza e il transfert.
E anche alcune intuizioni che formarono il nucleo della moderna psicoanalisi:
l’indagine attraverso i lapsus, le associazioni libere e l’interpretazione dei sogni…

Come abbiamo visto, l’arte surrealista si basa sulle idee dell’inconscio che
prendono vita soprattutto da lui. Sembra un’ ironia della sorte il fatto che proprio
le sue idee abbiano avuto una funzione determinante nel distruggere e modificare
l’arte che lui stesso prediligeva. Sappiamo infatti quanto Freud fosse interessato
all’arte. Ma per lui essa non era un fatto meccanico, né dovrebbe essere compito
dell’artista portare a livello preconscio i meccanismi inconsci.
L’inconscio di per sé non ha alcun valore artistico e perciò Freud cataloga
espressionisti e surrealisti come :<”matti, poiché confondono gli istinti primari con
l’arte”>. La sua posizione sull’arte moderna ci appare perciò di completo
disinteresse o persino di repulsione per il contemporaneo. Al punto da catalogare
queste correnti come non-arte.
Il suo pittore preferito fu infatti Rembrant, tant’è che fino alla fine della sua vita
Freud guardò l’arte e la letteratura con gli occhi di Goethe e Shopenauer.

Nel 1938 Freud incontra a Londra il pittore surrealista Salvador Dalì che sembra,
con la sua bravura tecnica, modificare un po’ il suo punto di vista..:”< fino ad ora
io ero incline a considerare i surrealisti, che sembra mi abbiano prescelto come loro
santo patrono, dei puri folli, o diciamo puri al 95 per cento, come l’ alcool.. il
giovane spagnolo con i suoi occhi evidentemente sinceri e fanatici e la sua
innegabile maestria tecnica mi ha suggerito una diversa valutazione.”> e
conclude:<”sarebbe davvero assai interessante esplorare analiticamente le origini
di una pittura del genere.”> rimanendo comunque dell’idea che l’arte prescinde
dal solo fattore dell’inconscio.. :<”eppure come critico uno potrebbe avere il diritto
di dire che il concetto di arte resiste al fatto di essere esteso oltre il punto in cui il
rapporto tra materiale inconscio e elaborazione preconscia non è mantenuto entro
certi limiti.”>.
Questa lettera ci aiuta comunque a capire ciò che porta Freud a considerare queste
correnti contemporanee come non-arte.
Secondo lui il surrealismo si basa solo sulla trasposizione di quello che lui denomina
“processo primario” , cioè un processo in cui le impressioni e le esperienze della vita
reale sono mescolate in modo imprevedibile, proprio come nei sogni, cosa che non
basta per renderli immediatamente meritevoli del titolo di artista.

Per quanto riguarda i suoi studi di psicologia, molto interessanti sono quelli che
riguardano la psicologia di massa.

Per psicologia di massa intendiamo l’analisi dei comportamenti che vengono a crearsi
nell’interazione con un gruppo di numero rilevante formato da persone estranee.
Due libri sociologici molto importanti su questo tema sono “Psicologia delle folle” e
“La psiche collettiva” scritti relativamente da Gustave Le Bon e W. McDougall.
Entrambi coincidono sull’ idea che la partecipazione in una massa più o meno
disorganizzata induce all’inibizione dei meccanismi di controllo che governano le
azioni di vita quotidiana e che perciò lascia riaffiorare i moduli di comportamento
regressivi e primitivi tipici dell’essere umano.
In ciò Freud trova la conferma del primitivismo di quello che lui chiama l’ Es (l’Es è
il serbatoio dell’energia vitale, l’insieme caotico e turbolento delle pulsioni, l’entità
interprete della volontà di ottenere il piacere a qualunque costo. L’Es è governato dal
principio di piacere.) e la conferma dell’angoscia sociale che induce secondo lui
l’uomo a mantenere un assetto comportamentale relativamente civile: disse:
<all’interno di una massa e per l’influsso di essa, il singolo subisce una modificazione
della propria attività psichica. La sua affettività viene esaltata notevolmente, la sua
capacità intellettuale si riduce in maniera considerevole, tanto che lo equiparano agli
altri elementi della massa; è un risultato che si consegue mediante l’annullamento delle
inibizioni peculiari di ogni singolo individuo e delle diverse inclinazioni e pulsioni...>

I due sociologi precedentemente citati danno notevole importanza alla suggestione,


ipotesi non ricambiata da Freud. Egli ritiene che la principale spiegazione di questo
fenomeno dipenda dal legame affettivo che si stabilisce all’unisono tra i singoli
individui e soprattutto, nel caso delle masse organizzate, dal legame degli individui
col capo.
Per quanto riguarda il legame con gli altri, Freud dà la responsabilità al legame
lipidico: <laddove esiste un comportamento di massa, gli individui si comportano come
se fossero omogenei, tollerano il modo di essere dell’altro, si considerano uguale a lui e
non provano nei suoi confronti sentimenti di avversione. I diversi individui sono uniti da
una qualche forza, tale limitazione del narcisismo può essere prodotto da un solo
fattore: il legame lipidico con gli altri> secondo Freud infatti <l’amore per se stessi
trova un limite solo nell’amore esterno>.

Per quanto riguarda il secondo aspetto invece, e cioè il rapporto che si instaura col
capo, secondo Freud va ricondotto all’identificazione che è <la prima manifestazione
di un legame emotivo con un’altra persona>e <tende a configurare il proprio Io alla
stregua dell’Io della persona assunta come modello, determinando quindi la creazione
dell’ideale dell’Io.> (l’Io è la coscienza mediatrice tra l’Es e il Super-io, l’Io è
governato dal principio della realtà, il suo compito è quello di mediare le istanze
vitali dell’Es tese al soddisfacimento irrazionale, e le istanze del Super-io, indirizzate
verso la censura morale e sociale della coscienza.)
In base a questo il singolo individuo si identifica in tutti gli altri componenti della
massa che hanno preso come esempio e modello il medesimo soggetto.
Uno studio più approfondito da parte di molti sociologi riporta alle caratteristiche che
deve avere un soggetto per poter suggestionare e creare un fenomeno di massa di
grande portata.
Il capo viene visto come il temuto padre primogenito, la massa umana
inconsciamente vuole essere dominata da una violenza senza confini, è avida di
autorità, ha sete di sottomissione.
La massa arriva al punto di sostituire il proprio ideale dell’Io con l’ideale collettivo
del capo.
<non riesco a pensare ad alcun bisogno dell’ infanzia altrettanto forte quanto quello
della protezione di un padre>
Freud riconosce che in casi eccezionale la massa può promuovere anche
atteggiamenti sacrificali, altruistici ed eroici che l’individuo da solo non riuscirebbe
mai a realizzare.
Il suo giudizio verso il primitivismo di massa e la sottomissione di un capo è
comunque nettamente negativo.
Letteratura: Federico Garcia Lorca. ispirazione magica e fascino

Nasce il 5 giugno 1898 in un paesino vicino a Granada. Da una famiglia benestante,


la madre di salute fragile abbandona l’insegnamento per educare Federico al quale
trasmette il suo amore per il pianoforte e le arti.
Di lui infatti diranno <canticchiava le canzoni popolari ancor prima di saper parlare e
si entusiasmava sentendo suonare una chitarra>la madre gli trasmetterà anche quella
coscienza e quella sensibilità verso il mondo ed il dolore che Lorca riverserà poi
all’interno delle sue opere. La sua prima opera letteraria”Impresiones y paisajes”,
avrà un relativo successo.
Nel 1919 si trasferisce per studiare a Madrid. All’università conoscerà Luis Bunuel e
Salvador Dalì, come molti altri personaggi tra i più importanti della storia spagnola.
Nel 1919-1920 metterà in scena un’ opera “El maleficio de la mariposa”, che non
riscuote però un gran successo.
Nel giro di pochi anni diventa un membro di spicco dell’avanguardia del proprio
paese, e scrive altre raccolte di poesie come “Canciones” o “Romancero gitano”..
Sul fronte teatrale debutta a Barcellona con l’opera “Mariana pineda” con fondali
disegnati dallo stesso Dalì.
Entra però in un periodo di crisi psicologica, dove l’attività febbrile delle relazioni
sociali nascondono intima sofferenza e pensieri di morte, dovuti soprattutto al non
riuscire a vivere serenamente la propria omosessualità. In una lettera ad un amico
scrive:<sto attraversando una grave crisi sentimentale dalla quale spero di uscire
curato> tuttavia, verso il 1929 cade vittima di una depressione sempre più profonda
mentre la sua fama cresce esponenzialmente.
Il conflitto intimo del poeta e quello con la cerchia di amici e parenti raggiunge
l’apice quando i due surrealisti Dalì e Bunuel collaborano alla creazione del fil “Un
chien andalou”, che Lorca, non chiamato a collaborare, legge come un attacco nei
suoi confronti.
Viaggia negli stati uniti, cercando un po’ di tranquillità interiore e per accrescere la
sua sensibilità poetica.
Qui scrive “Poeta en Nueva York” incentrato sull’alienazione dell’uomo e del
dominio di alcuni su altri.
Torna in Spagna nel 1930, con la caduta della dittatura di Primo de Rivera.

Allo scoppio della guerra civile spagnola Garcia Lorca lascia Madrid e torna nella sua
città natale, a Granada, anche se ormai conscio del suo destino, dato che la città ha la
fama di essere abitata dalla oligarchia più conservatrice di tutta l’Andalucia.
Amava il suo paese, scriveva: <io sono uno spagnolo integrale e mi sarebbe
impossibile vivere al di fuori dei miei limiti geografici..>
ma non sopportava il nazionalismo e ogni tipo di limitazione della libertà: <odio
però chi è spagnolo per essere Spagnolo e nient’altro, io sono fratello di tutti e trovo
esecrando l’uomo che si sacrifica per una idea nazionalista, astratta, per il solo fatto di
amare la propria patria con la benda sugli occhi.
Il cinese buono io lo sento più prossimo dello Spagnolo malvagio.
Canto la Spagna e la sento fino al midollo, ma prima viene che sono uomo del mondo e
fratello di tutti.>
Garcia Lorca e suo cognato, sindaco di Granata, verranno infatti arrestati.
Lorca sarà ucciso dai falangisti il 19 Agosto 1936, e gettato in una tomba senza nome
nei pressi di Granata.
La sua uccisione provocò riprovazione mondiale, famoso ormai in tutto il mondo,
molti intellettuali esprimeranno per lui parole di sdegno, tra le quali si possono citare
quelle dell’amico Pablo Neruda.

Ode per Federico García Lorca


Pablo Neruda

"Se potessi piangere di paura in una casa solitaria,


se potessi cavarmi gli occhi e divorarli,
lo farei per la tua voce d'arancio in lutto
e per la tua poesia che esce come un grido.

Perché dipingono per te di azzurro gli ospedali


e crescono le scuole e i rioni del porto,
e si popolano di piume gli angeli feriti,
e i pesci nuziali si coprono di squame,
e volano verso il cielo i ricci del mare:
per te le sartorie con le nere membrane
si riempiono di cucchiai e di sangue,
e ingoiano i nastri rotti, e si uccidono di baci,
e si vestono di bianco.

Quando voli vestito di pesco,


quando ridi con risa di riso preso d'uragano,
quando per cantare scuoti le arterie e i denti,
la gola e le dita,
vorrei morire tanto dolce tu sei (…)

Di Garcia Lorca Neruda scriveva: <in lui erano riunite la grazia e il genio, il cuore
alato e la cascata cristallina, era lo spirito scialacquatore, l’allegria centrifuga, che
irradiava, come un pianeta, la felicità di vivere. Ingenuo commediante, cosmico e
provinciale, singolare musicista, splendido mimo, timido e superstizioso, raggiante e
gentile..>
Lorca adorava inventare parole nuove, nuovi sinonimi..<non la vedi quella finestra?
Non la trovi ciorpatelica?>
Scrive di lui anche il suo amico Jorge Guillen..<lo si sentiva arrivare molto prima
della sua comparsa, anticipato come da tintinnii di sonagli, e quando se ne andava,
tardava molto a sparire, rimaneva nell’aria..>
Rafael Alberti, come tanti lo chiama “el duende magico”: <era davvero affascinante,
perfino quando diceva stupidaggini..se lo sentivi recitare, sapevi di aver vissuto una
pagina indimenticabile della tua vita..>
E Alexaindre dice: <fu paragonato a un bambino e lo si potrebbe paragonare a un
angelo, all’ acqua o a una roccia..a un tifone che assume e rapisce nella sua gioiosa
impetuosità>..

Nel 1984 vengono pubblicati gli undici sonetti “Sonetos del amor oscuro” che
costituiscono il documento della sua passione omossessuale espressi delicatamente
dalla sua poesia..

I sonetti verranno commentati dal poeta Aleixandre come : <prodigio di passione, di


entusiasmo, di felicità, di tormento, puro e ardente monumento dell’amore..>

<<Noche arriba los dos con luna llena,


yo me puse a llorar y tu reìas.
Tu desdèn era un dios, las quejas mìas
momentos y palomas en cadena.

Nosche abajo los dos. Cristal de pena,


llorabas tu por ondas lejanìas.
Mi dolor era un grupo de agonìas
sobre tu debil corazon de arena.

La aurora nos uniò sobre la cama,


las bocas puestas sobre el chorro helado
de una sangre sin fin que se derrama.

Y el sol entrò por el balcòn cerrado


y el coral de la vida abriò su rama
sobre mi corazòn amortajado.>>

E proprio sulla sua omosessualità e sull’ambiguità del pittore Dalì che gioca la loro
relazione. Sulla carnale amicizia tra il pittore e il poeta, infatti, non è mai stata detta
l’ultima parola.

Si incontrano a Madrid, alla “Residencia de Estudiantes”, creata per la piccola


borghesia spagnola, il giovane diciottenne Dalì conosce Lorca, di sei anni più
grande, elegante e magnetico, che ha trasformato la sua stanza in un salottino e che
adora leggere in pubblico le sue poesie.. quando gli chiedevano perché recitasse le
sue poesie, lui rispondeva semplicemente: <per difenderle>.
Sono gli anni dell’inizio del movimento surrealista, dell’”automatismo psichico
puro”, privo di ragione.. Garcia scriverà di Dalì come <il suo spirito gemello, colui
che vede il mondo con i suoi stessi occhi..> . testimone di questa perfetta simbiosi,
Luis Bunuel, girerà con Dalì il primo film surrealista della storia, “un chien andaou”.
Il poeta si ritiene tremendamente offeso e ferito, poiché, come lui stesso dirà: <era il
nomignolo con cui affettuosamente veniva chiamato dal gran pittore nelle ore in
solitudine>.

Col tempo l’affetto tra i due cresce, tra le “Ore oscure e dorate” che scriverà Lorca, e
nei dipinti delle “piccole ceneri” di Dalì, dove nel dipinto notiamo la luce dell’estate,
corpi spezzati, un profilo di donna, una macchia di sangue. Lui lo spiegherà come un
intrico di resistenze tra uomo e donna, ostinato, negherà ogni lettura che legge
nell’opera un sottofondo di simboli e fantasie omosessuali, come dopotutto aveva
scritto lo stesso Lorca, un desiderio latente respinto in fondo al cuore, una <farfalla
inchiodata che medita il volo> nell’”Ode a Salvador Dalì”.

Attratto e terrorizzato dall’altro sesso, conquisterà e trasformerà nella sua musa la


donna del poeta Eluard, Gala, che diventerà suo oggetto d’ossessione e compagna di
vita. Su questo fatto lo stesso Bunuel commenterà su Dalì: <Asessuato, fu sverginato
da Gala>

Dalì ha sempre definito quello con Lorca un <amore erotico e tragico, poiché da me
non ricambiato>. racconta di due episodi nei quali Lorca cercherà di affermare il suo
amore: <non ero omosessuale, non potei accontentarlo. Eppure, sentivo quale grande
poeta lui fosse, avrei dovuto concedergli qualcosa.> gli storici tendono a credere alle
parole di Dalì, ma c’è chi le mette tuttora in dubbio, considerando i blocchi
psicologici dell’artista.

In una lettera del poeta al suo <Salvadorcito> si legge: <ti ricordo sempre. Ti ricordo
troppo. Figlio mio, devo pensarti bruttissimo per non amarti di piu>. Ma ci sono anche
film che raccontano il contrario, come “little ashes”.

L’amore di Federico per Salvador raggiunse l’apice con la poesia interamente


dedicata a lui, prova di un amore e di una sensibilità senza confini..

ODE A SALVADOR DALI’

[...]

¡Oh Salvador Dalí, de voz aceitunada! Oh Salvador Dalì, dalla voce vellutata!
No elogio tu imperfecto pincel adolescente Non elogio il tuo imperfetto pennello adolescente
ni tu color que ronda la color de tu tiempo, nemmeno il colore che gioca col colore del tuo tempo,
pero alabo tus ansias de eterno limitado. ma elogio le tue ansie da eterno limitato.
Alma higiénica, vives sobre mármoles nuevos. Anima igienica, vivi su marmi nuovi.
Huyes la oscura selva de formas increíbles. Fuggi l’oscura selva dalle incredibili forme.
Tu fantasía llega donde llegan tus manos, la tua fantasia arriva dove arrivano le tue mani,
y gozas el soneto del mar en tu ventana. E godi il sonetto del mare alla tua finestra.

El mundo tiene sordas penumbras y desorden, Il mondo è in sorde penombre e disordine,


en los primeros términos que el humano frecuenta. nei primi termini che l’umano frequenta.
Pero ya las estrellas ocultando paisajes, ma già le stelle nascondendo i paesaggi,
señalan el esquema perfecto de sus órbitas. segnalano lo schema perfetto delle loro orbite.

La corriente del tiempo se remansa y ordena la corrente del tempo si ammansisce ed ordina
en las formas numéricas de un siglo y otro siglo. nelle forme numeriche di un secolo ed un altro.
Y la Muerte vencida se refugia temblando E la morte sconfitta si rifugia tremando
en el círculo estrecho del minuto presente. nel cerchio stretto del minuto presente.

Al coger tu paleta, con un tiro en un ala, Nel prendere la tua tavolozza, con un colpo in un ala,
pides la luz que anima la copa del olivo. chiedi la luce che anima la chioma dell’olivo.
Ancha luz de Minerva, constructora de andamios, Grande luce di Minerva, costruttrice
donde no cabe el sueño ni su flora inexacta. dove non entrano il sonno né la sua flora inesatta.

Pides la luz antigua que se queda en la frente, Chiedi la luce antica che resta nella fronte,
sin bajar a la boca ni al corazón del hombre. e non scende alla bocca né al cuore dell’uomo.
Luz que temen las vides entrañables de Baco Luce che temono le viti intoccate di Bacco
y la fuerza sin orden que lleva el agua curva. e la forza priva d’ordine che porta l’acqua.

Haces bien en poner banderines de aviso, Fai bene a mettere bandierine di avviso
en el límite oscuro que relumbra de noche. nel limite oscuro che risplende nella notte.
Como pintor no quieres que te ablande la forma Come pittore non vuoi che ti sfumi la forma
el algodón cambiante de una nube imprevista. il cotone fluttuante di una nube imprevista.

El pez en la pecera y el pájaro en la jaula. Il pesce nell’ acquario e l’uccello nella gabbia.
No quieres inventarlos en el mar o en el viento. Non vuoi crearli nel mare o nel vento.
Estilizas o copias después de haber mirado Stilizzi o copi dopo aver guardato
con honestas pupilas sus cuerpecillos ágiles. con sincere pupille le loro particelle leggere.

Amas una materia definida y exacta Ami una materia definita ed esatta
donde el hongo no pueda poner su campamento. dove il fungo non può mettere le sue radici.
Amas la arquitectura que construye en lo ausente Ami l’architettura che costruisce nell’assente
y admites la bandera como una simple broma. e ammetti la bandiera come semplice scherzo.

Dice el compás de acero su corto verso elástico. Dice il ritmo dell’acciaio la sua corta elasticità.
Desconocidas islas desmienten ya la esfera. Sconosciute isole smentiscono la sfera.
Dice la línea recta su vertical esfuerzo Dice la linea retta il suo verticale sforzo
y los sabios cristales cantan sus geometrías. e i saggi cristalli cantano la loro geometria.

Pero también la rosa del jardín donde vives. Ma anche la rosa del giardino dove abiti.
¡Siempre la rosa, siempre, norte y sur de nosotros! Sempre la rosa sempre, nord e sud di noi!
Tranquila y concentrada como una estatua ciega, tranquilla e concentrata come una statua cieca,
ignorante de esfuerzos soterrados que causa. Ignorante degli sforzi nascosti che causa.
Rosa pura que limpia de artificios y croquis Rosa pura che pulisce dagli artefici e dai bozzetti
y nos abre las alas tenues de la sonrisa. e ci aprono le ali tenui del sorriso.
(Mariposa clavada que medita su vuelo.) (Farfalla inchiodata che medita il suo volo.)
Rosa del equilibrio sin dolores buscados. Rosa dell’equilibrio senza dolori cercati.
¡Siempre la rosa! Sempre la rosa!

¡Oh Salvador Dalí de voz aceitunada! Oh Salvador Dalì dalla voce vellutata!
Digo lo que me dicen tu persona y tus cuadros. Dico ciò che mi dite la tua persona e i tuoi dipinti.
No alabo tu imperfecto pincel adolescente, Non elogio il tuo imperfetto pennello adolescente,
pero canto la firme dirección de tus flechas. ma canto la direzione ferma delle tue frecce.

Canto tu bello esfuerzo de luces catalanas, Canto il tuo bello sforzo di luci catalane,
tu amor a lo que tiene explicación posible. il tuo amore per ciò che ha una spiegazione possibile
Canto tu corazón astronómico y tierno, Canto il tuo cuore astronomico e dolce,
de baraja francesa y sin ninguna herida. di tipo francese e senza ferite.

Canto el ansia de estatua que persigues sin tregua Canto l’ansia statuaria che insegui senza tregua
el miedo a la emoción que te aguarda en la calle. la paura e l’emozione che ti aspettano in strada.
Canto la sirenita de la mar que te canta Canto la sirenetta del mare che ti canta
montada en bicicleta de corales y conchas. sopra un bicicletta di coralli e conchiglie.

Pero ante todo canto un común pensamiento Ma soprattutto canto un pensiero comune
que nos une en las horas oscuras y doradas. che ci unisce nelle ore oscure e dorate.
No es el Arte la luz que nos ciega los ojos. Non è l’Arte la luce che ci acceca
Es primero el amor, la amistad o la esgrima. È prima l’ amore, l’amicizia o la espada.

Es primero que el cuadro que paciente dibujas E’ prima del quadro che paziente disegni
el seno de Teresa, la de cutis insomne, il seno di Teresa, dalla pelle insonne,
el apretado bucle de Matilde la ingrata, lo stretto laccio di Matilde l’ingrata,
nuestra amistad pintada como un juego de oca.la nostra amicizia dipinta come un gioco dell’oca.

Huellas dactilográficas de sangre sobre el oro Orme dattilografiche di sangue sull’oro


rayen el corazón de Cataluña eterna. graffino il cuore di Catalogna eterna.
Estrellas como puños sin halcón te relumbren, Stelle come pugni senza falco ti illuminino
mientras que tu pintura y tu vida florecen. mentre la tua pittura e le tua vita fiorscono.

No mires la clepsidra con alas membranosas, Non guardare la clessidra con le ali di membrana
ni la dura guadaña de las alegorías. né la dura falce delle allegorie.
Viste y desnuda siempre tu pincel en el aire, Vesti e spoglia sempre il tuo pennello nell’aria,
frente a la mar poblada con barcos y marinos davanti al mare popolato con barche e marinai..
Inglese: the enigma of Hitler. Reading a work of art.

The piece was created in 1938 and now it is in spain, in the Reina Sofia museum.

The the phone is a common motif in Dalì’s works at that time, in relation to political
events related to the seizure of power of Hitler in Germany.. he claims to have
painted this picture before the conference in Monaco, it’s fair to speculate that Dalì
had some sense that global destiny hinged on communications between Hitler and
chamberline.

Despite the unflattering depiction of Hitler, mixed with beans, with a tenuously
dangling wad of sputum nearby, the surrealist community was appalled that Hitler
might merely be referred to as an "enigma". We know that the artist was fond of
paradoxes and challenges, so his interest in Hitler caused the discomfort with the
other Surrealists. In utter contrast to Picasso, he also became an ardent supporter of
Francisco Franco. Dali was effectively excommunicated from the group.

In this painting we can see a black handset phone with broken wire hangs on an olive
branch, hung below which there is Neville Chamberlain’s umbrella.

the phone drips water, some considered it a tear, witch represent the failed attempts at
peace.

Under this, there is a white dish with beans and a little black and white picture of
Hitler. Some bats are hung or flying.

Everything is in a grey gloomy weather, which might either be dissipating or


gathering into a storm.

Dali's modus operandi was to shock, and be incessantly creative and contrary. He
invented the Chupa Chups logo, worked with Disney and Hitchcock.. As recently as
2003, Elmer Fudd pursued Bugs Bunny through the "Persistence of Memory"… the
influence of Dalì’s paintings are everywere..

One has got to wonder, if the world might look a bit different now if the surrealists
had not possibly provoked a counter-reaction from Dali, or had Dali not heaped
praise on a fascist dictator's ego.
Bibliografia

G.Galli, “Mein Kampf” di Adolf Hitler - le radici della barbarie nazista, kaos
edizioni, Milano 2006.

S.Freud, “Psicologia di massa e analisi dell’io”, bollati boringhieri editori, edizione


1978.

G.Lorca, “Sonetos del amor oscuro – poemas de amor y erotismo – ineditos de


madurez”, ediciones altera, 1999.

F.Nicosia, “Dalì”, la biblioteca dell’arte, Giunti, Milano 2005.

G.Cricchio, “Itinerario nell’arte”, Zanichelli, edizione 2009.

Filmografia:

L.Bunuel, “Un chien andalou”, Francia 1929.

D.Gansel, “L’onda”, Constantine film produktion, Germania 2009.

J.A.Bardem, “Lorca, muerte de un poeta”, Suelva films, Madrid 1987.

A.Hitchcock, “Io ti Salverò”, Usa 1945.

Siti consultati:

http://it.wikipedia.org

http://it.encarta.comk

http://www.jubaleditore.net

http://tellusfolio.it

http://www.sisde.it
http://www.nilalienum.it

http://www.antoniogramsci.com

http://artofeurope.com

Pinacoteche:

Museo Nacional Reina Sofia, Madrid.

Museo Thyssen-Bornesmisza, Madrid.


Follia e genio.

Salvador Dalì.

Aisha Battelini

Istituto ISA Nordio

VB
St.Arte: Salvador Dalì - il genio, l’arte, la follia

Storia: Hitler - manie di grandezza, persecuzione, follia, propaganda

Filosofia: Sigmund Freud - surrealismo e psicologia di massa

Letteratura: Federico Garcia Lorca - ispirazione magica e fascino

Inglese:the enigma of Hitler - Reading a work of art.

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