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di Francesca Villa
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Autore: F. Villa
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Io non so se sia vero quello che si legge nei libri, che in antichi tempi una scimmia che
fosse partita da Roma saltando da un albero all'altro poteva arrivare in Spagna senza
mai toccare terra. Ai tempi miei di luoghi così fitti d'alberi c'era solo il golfo d'Ombrosa da
un capo all'altro e la sua valle fin sulle creste dei monti; e per questo i nostri posti erano
nominati dappertutto.
Ora, già non si riconoscono più, queste contrade. S'è cominciato quando vennero i
Francesi, a tagliar boschi come se fossero prati che si falciano tutti gli anni e poi
ricrescono.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Indice
Introduzione.......................................................................................................5
Prima Parte.........................................................................................................7
Seconda Parte....................................................................................................21
Bibliografia........................................................................................................35
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Introduzione
La storia dell'uomo, fin dai primi insediamenti, è una storia di costante modificazione del
territorio e dell'ambiente, inizialmente svoltasi nel rispetto di delicati equilibri poi stravolti
dal mito dello sviluppo a tutti i costi. La civiltà urbana europea, che ci appartiene
geograficamente e culturalmente e per questo motivo può essere presa ad esempio, è
altamente significativa da questo punto di vista.
In questo panorama urbanistico possiamo trovare modelli – come quello della città
collinare medioevale – che possono costituire tuttora esempi positivi di armonizzazione
con il territorio e venire incontro alle neonate esigenze di protezione dell'ambiente e
conservazione della biodiversità.
Con le rivoluzioni industriali queste strutture equilibrate hanno ceduto il passo alle grandi
città, che attiravano a sé gran parte della popolazione e si allargavano a macchia d'olio: il
rispetto di una proporzione tra territorio agricolo e aree urbane era necessario per
l'approvvigionamento di materie prime che ora potevano essere invece scambiate con
beni secondari, grazie anche alla velocizzazione degli spostamenti legata alla ferrovia.
Cadute così le motivazioni economiche che garantivano la tutela del territorio, e nella
totale assenza di valori ambientali, le aree naturali sono state progressivamente
schiacciate dalla crescita delle città, e questo ha messo a rischio la biodiversità.
Solo nella seconda metà del XX secolo, anni '70, si è cominciato a comprendere il valore
dell'ambiente (fonte di risorse e base stessa della nostra sopravvivenza) e anche la
biodiversità ha assunto una nuova rilevanza.
È nata così l'esigenza di tutelare le aree naturali (o semi naturali) risparmiate dallo
sviluppo selvaggio, riconoscendo nella rete (in questo caso come in molti altri) uno
strumento adeguato per perseguire questo obiettivo.
Questa relazione vuole essere una panoramica sugli sviluppi di questa mentalità, da un
contesto generale ed europeo ad un focus sull'esperienza locale provinciale modenese.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Parte
Prima
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Se un tempo le foreste ricoprivano l'Europa per l'80% della sua superficie, oggi più della
metà delle foreste originarie sono scomparse. Nei millenni, solo pochi territori non sono
stati usati come pascoli per il bestiame, e la deforestazione (che avuto il suo apice nei
secoli XVIII e XIX, in parallelo con l'espansione dei grandi centri urbani) ha causato gravi
danni.
Nonostante l'Europa abbia più di un quarto delle foreste mondiali, queste sono
caratterizzate sempre meno dalle specie locali, a cui spesso sono state preferite, nelle
opere di riforestazione, le conifere.
Anche la distribuzione della fauna europea è stata influenzata dalla presenza dell'uomo
(oltre che da fattori geologici, come la più recente glaciazione): oggi lupi ed orsi sono a
rischio di estinzione, mentre sono relegati in nicchie ecologiche mammiferi come le linci, i
gatti selvatici, le volpi, alcuni ungulati, marmotte ed altri roditori, insieme a varietà di
serpenti (dalle vipere alle bisce) e a diversi uccelli.
I mari europei, oltre che dal fitoplancton e dallo zooplancton, sono popolati da molluschi,
echinodermi, crostacei, calamari, polpi, pesci, delfini e balene.
In Italia il patrimonio boschivo ammonta a circa 10,47 milioni di ettari1. Da uno studio
della Coldiretti effettuato sul nostro territorio tra il 1990 e il 2000 emerge che le superfici
a bosco rivestono il 34,7% della superficie nazionale, contro una percentuale media
mondiale pari al 29%. Il fatto che gli incendi sul territorio italiano abbiano subito un
notevole incremento fa però riflettere: parte della crescita del nostro patrimonio forestale
potrebbe essere dovuto ad abbandono e mancata gestione.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
2. Le reti ecologiche
Per conservare la biodiversità è assolutamente necessario tutelare le zone in cui essa si
possa manifestare, con la definizione di aree protette.
Tuttavia, è necessario essere consapevoli del fatto che le popolazioni vegetali ed animali
difficilmente possono essere confinate: nonostante la tendenza sia l'insediamento e la
formazione di una popolazione stabile, esistono esigenze (come il procurarsi il cibo o il
trovare luoghi adatti alla riproduzione) che portano animali e piante a diffondersi nel
territorio circostante.
Per i propri movimenti, animali e piante usano corridoi preferenziali, come i corsi d'acqua,
i filari e le siepi, le fasce di bosco. Questi corridoi però devono godere di continuità,
caratteristica non sempre garantita a causa della presenza di aree coltivate
intensivamente, infrastrutture e centri abitati.
Con la riduzione delle aree naturali, ci troviamo davanti ad uno scenario che può essere
descritto metaforicamente come un insieme di “isole” affogate in un “mare” di ambienti
artificiali.
Una rete ecologica è un sistema formato da zone naturali e semi naturali, tutelate, e da
passaggi creati per metterle in connessione tra loro.
Questa rete di elementi naturali viene studiata in modo che possa convivere con le
attività umane.
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• corridoi: elementi naturali che favoriscono gli spostamenti delle specie tra i nodi.
Sono costituiti in primo luogo dai corsi d’acqua -elementi complessi a loro volta
costituiti da alveo, aree golenali, argini ed aree esterne funzionalmente connesse
al fiume - e, in secondo luogo, da siepi, fasce boscate o a prato, filari ed altri
elementi naturali e seminaturali del territorio rurale;
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• canali cementificati: i corsi d’acqua artificiali o resi tali, con sponde lisce e
ripide, possono costituire una barriera o una trappola mortale per molte specie
animali;
• linee elettriche: i cavi aerei possono causare la morte degli uccelli sia per
collisione che per folgorazione; per alcune specie di grandi dimensioni è stato
registrato un numero di vittime pari al 75% della popolazione locale.
La biodiversità
Per biodiversità, o diversità biologica, si intende la variabilità fra gli organismi viventi di
tutte le specie comprese in un ecosistema ed anche la variabilità degli ecosistemi presenti
in un'area, sia quelli terrestri che quelli acquatici, ed ovviamente le complessità di cui
fanno parte.
All'interno della diversità biotica del nostro pianeta, si distinguono tre livelli principali:
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3. La direttiva “Habitat”
Il 21 Maggio 1992 l'Unione Europea2 adotta la cosiddetta direttiva “Habitat” (92/43/CEE),
con la quale ci si pone l'obiettivo di garantire la biodiversità, mediante la conservazione
degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna.
2 L'Unione Europea si è appena costituita sotto questo nome (Trattato di Maastricht, 7 febbraio 1992),
sostituendo la Comunità Europea. I 12 stati membri sono: Germania, Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi,
Lussemburgo, Irlanda, Regno Unito, Danimarca, Grecia, Spagna, Portogallo.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Per raggiungere quindi i propri obiettivi viene costituita la rete ecologica europea “Natura
2000”, alla creazione della quale ogni Stato membro deve contribuire, anche sforzandosi
di mantenere e sviluppare gli “elementi del paesaggio che rivestono primaria importanza
per la fauna e la flora selvatiche”3.
La Rete Natura 2000 è destinata alla conservazione della diversità biologica presente nel
territorio dell'Unione stessa ed in particolare alla tutela di una serie di habitat e specie
animali e vegetali indicati negli allegati I e II della Direttiva "Habitat" e delle specie di cui
all'allegato I della Direttiva "Uccelli" e delle altre specie migratrici che tornano
regolarmente in Italia.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
L'obiettivo dichiarato di Natura 2000 non è mettere sotto una campana di vetro alcuni
spazi naturali, ma piuttosto favorire le attività umane tradizionalmente esistenti e allo
stesso tempo conservare il patrimonio naturale.
La maggior parte dei paesi ha cercato di utilizzare misure agroambientali per le attività
agricole limitrofe ai siti Natura 2000; solo Francia e Regno Unito hanno sviluppato un
approccio esclusivamente contrattuale.
Nessun vincolo anche per la gestione, che è centralizzata (alcuni paesi dell'Europa del
Nord) o decentrata (ancora Francia e Regno Unito), oppure affidata ad enti privati
controllati dallo Stato (Grecia).
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Regioni biogeografiche
Le regioni biogeografiche rappresentano la schematizzazione spaziale della distribuzione
degli ambienti e delle specie raggruppate per uniformità di fattori storici, biologici,
geografici, geologici, climatici, in grado di condizionare la distribuzione geografica degli
esseri viventi.
Il territorio dell'Unione
Europea, in base a
caratteristiche ecologiche
omogenee, è stato suddiviso
in 11 Regioni biogeografiche:
artica, boreale, atlantica,
continentale, alpina,
mediterranea, macaronesica,
anatolica, steppica,
pannonica e la regione del
Mar Nero (le ultime tre sono
state aggiunte con Fig. 1 - Regioni biogeografiche europee
l'ampliamento dell'UE). (Wikimedia, elaborazione da www.eea.eu)
Le valutazioni riguardo la scelta delle specie da tutelare verranno fatte sulla base delle
tendenze e delle variazioni dei livelli di popolazione.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Articolo 4 (79/409/CEE)
[...] Gli Stati membri classificano in particolare come zone di protezione speciale i
territori più idonei in numero e in superficie alla conservazione di tali specie, tenuto
conto delle necessità di protezione di queste ultime nella zona geografica marittima e
terrestre in cui si applica la presente direttiva.
La Direttiva "Uccelli" non fornisce criteri omogenei per l'individuazione delle ZPS quindi,
negli anni Ottanta, l'International Council for Bird Preservation (oggi BirdLife
International) è stato incaricato di un'analisi della distribuzione dei siti importanti per la
tutela delle specie di uccelli in tutti gli Stati dell'Unione.
L'elenco dei siti IBA (a cui vengono comunque applicate le misure di tutela previste dalla
79/409/CEE) è il riferimento legale per valutare l'adeguatezza delle reti nazionali di ZPS:
in caso di insufficiente designazione, la Commissione può attivare una procedura di
infrazione contro lo Stato membro.
Ogni Stato membro propone un elenco di siti, indicando quali tipi di habitat naturali e
quali specie locali si riscontrano in detti siti, e allegando una mappa del sito, la sua
denominazione, la sua ubicazione, la sua estensione (Allegati di riferimento: I, II, III).
• specie animali che occupano ampi territori: tali siti corrispondono ai luoghi,
all'interno dell'area di ripartizione naturale di tali specie, che presentano gli
elementi fisici o biologici essenziali alla loro vita o riproduzione;
• specie acquatiche che occupano ampi territori: tali siti vengono proposti solo se è
possibile individuare chiaramente una zona che presenta gli elementi fisici e
biologici essenziali alla loro vita o riproduzione.
L'elenco viene trasmesso alla Commissione, che elabora, d'accordo con ognuno degli Stati
membri e basandosi sul materiale ricevuto (procedura descritta all'articolo 21), un
progetto di elenco dei siti di importanza comunitaria.
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[...] lo Stato membro interessato designa tale sito come Zona Speciale di
Conservazione il più rapidamente possibile e entro un termine massimo di sei anni,
stabilendo le priorità in funzione dell'importanza dei siti per il mantenimento o il
ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, di uno o più tipi di habitat
naturali di cui all'allegato I o di una o più specie di cui all'allegato II e per la coerenza
di Natura 2000, nonché alla luce dei rischi di degrado e di distruzione che incombono
su detti siti.
Valutazione d'Incidenza
La valutazione d'incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario
sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative
(pregiudicandone quindi l'integrità) su un sito o proposto sito della rete Natura 2000,
singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti.
Tale procedura è stata introdotta dalla direttiva "Habitat" (art.6, c.3) con lo scopo di
salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti in
grado di condizionarne l'equilibrio ambientale; infatti si applica anche agli interventi
esterni alle aree Natura 2000 che possono comportare impatti sulla zona tutelata.
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Il Programma LIFE è stato finora gestito direttamente dalla Commissione Europea per
quanto riguarda regolamentazione, emanazione dei bandi, valutazione e approvazione dei
progetti, co-finanziamento e monitoraggio degli stessi, appoggiandosi al Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio (d'ora in poi MATT) esclusivamente per la
raccolta formale delle proposte e un'azione di informazione e promozione.
Dal 2004 il Programma LIFE è stato normato dal Regolamento (CE) n. 1682/2004 4 che
prorogava il programma LIFE III di due anni fino al 31 dicembre 2006, con un budget a
disposizione per il biennio di 640 milioni di euro. Con il bando emanato nel 2005 per
l'annualità 2006, si è concluso il Programma LIFE così come l'abbiamo conosciuto finora.
4 http://europa.eu.int/eur-lex/it/archive/2004/l_30820041005it.html
5 http://www.minambiente.it/moduli/output_immagine.php?id=422
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L'obiettivo del NNP è stato attuato attraverso l'organizzazione di una serie di eventi guida
e workshop tematici, e la creazione di strumenti pratici per promuovere Natura 2000 e le
buone pratiche (good practice) nell'amministrazione dei siti: focalizzarsi sulla
comunicazione e sulla costruzione di capacità progettuali e gestionali, riconoscere il
valore della partnership e i benefici dell'essere integrati in una rete europea.
6 Eurosite è una organizzazione di dimensione europea che raggruppa diversi gestori di siti ambientali.
7 ELO è una federazione di associazioni nazionali (Stati EU27) che rappresenta a livello della politica Europea
gli interessi dei proprietari e degli amministratori terrieri e degli imprenditori rurali.
8 Europarc riunisce membri provenienti da tutti i paesi europei con l'obiettivo comune di elevare e migliorare il
livello di gestione delle aree protette.
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Parte
Seconda
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Tra le varie attività svolte o avviate, al fine di migliorare le conoscenze naturalistiche del
nostro territorio, troviamo la realizzazione di banche dati sulla distribuzione delle specie
(animali e vegetali, con check list e descrizioni), la stampa e diffusione di pubblicazioni e
contributi scientifici e divulgativi e l'avvio di progetti di monitoraggio sul patrimonio
naturalistico.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Per quanto riguarda le ZPS, la Lipu, partner della BirdLife International, in collaborazione
con la Direzione Conservazione della Natura, ha aggiornato e perfezionato i dati relativi ai
siti italiani: ad oggi le IBA italiane identificate sono 172 e rappresentano sostanzialmente
tutte le tipologie ambientali del nostro Paese.
Pur con risorse finanziarie limitate, anche in Italia Natura 2000 ha giocato una parte
importante per l'attuazione delle politiche di conservazione, basti ricordare - a titolo
esemplificativo - la ripopolazione del Lupo in tutta Italia, la reintroduzione dell'Orso sulle
Alpi orientali e il reintegro e la protezione del Camoscio appenninico e della Tartaruga
marina.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
9 Convenzione di Ramsar: Convenzione internazionale relativa alle Zone Umide di importanza internazionale,
soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, firmata in Iran il 2 febbraio 1971. Ad oggi sottoscritta da più
di un centinaio di paesi e con oltre 900 Zone Umide individuate nel mondo, rappresenta ancora l'unico
trattato internazionale moderno per la tutela delle Zone Umide, sostenendo i principi dello sviluppo
sostenibile, con il termine uso saggio (inglese wise use), e della conservazione delle biodiversità.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Tale analisi si è concretizzata nel progetto "Rete ecologica nazionale: un approccio alla
conservazione dei vertebrati" (febbraio 2000 - marzo 2002) e ha reso possibile la verifica
della congruità del sistema italiano.
1. La definizione di diverse reti ecologiche: una "rete totale" che considera tutti i
vertebrati italiani, una rete per ogni gruppo tassonomico (mammiferi, uccelli,
rettili, anfibi e pesci) ed una rete per le 149 specie minacciate per il Libro Rosso
delle specie minacciate.
3. Il confronto tra la rete delle specie minacciate ed il sistema delle aree protette e
programmate (Parchi nazionali, Riserve naturali statali, Zone di Protezione
Speciale, Siti di interesse comunitario)
I prodotti più rilevanti di questo progetto sono stati la Banca Dati Faunistica 2000 (504
specie) e i modelli di idoneità ambientale (477 specie), i dati digitali delle reti ecologiche
realizzate e loro comparazione con il sistema delle aree protette, una Relazione Tecnica
(metodologia adottata, risultati).
10 Da http://www2.minambiente.it/sito/settori_azione/scn/cn/flora_fauna/ren_progetto.asp
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Fig. 4: Rete Natura 2000 (ZPS e SIC) in Emilia Romagna (aggiornata al 2005)
– nell'ambito del progetto Bioitaly (1995) è avviato un primo censimento 11 che porta
alla proposta di 111 pSIC e 41 ZPS per il territorio regionale;
– nel 2002 la Regione decide di rivedere la perimetrazione delle aree pSIC esistenti per
procedere ad una migliore definizione cartografica ed individuare nuovi territori da
sottoporre a tutela: il nuovo elenco12 di 113 pSIC, approvato dalla Commissione
Europea13, porta la superficie complessiva tutelata a quasi 195.000 ettari (un
incremento di circa 12.000 ettari rispetto al 1995);
– nel 2003, su richiesta del MATT e dell'UE, viene attivata un'ampia consultazione con
gli Enti Locali per ampliare le ZPS, che passano da 41 a 61 14 (aumento da 58.000
ettari a 155.000 ettari) riscuotendo consenso da parte della LIPU;
– nel 2006, dopo la pubblicazione dei decreti dei MATT 15 contenenti l'elenco dei SIC e
delle ZPS nazionali, la Regione approva alcune modifiche 16 a siti esistenti e individua
nuovi siti da tutelare.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
I progetti portati avanti con questi fondi si concentrano soprattutto sulla zona
appenninica e sull'area geografica del Delta del Po. Due esempi, tra i più recenti:
• Azioni di conservazione del lupo (Canis lupus) in 10 S.I.C. di tre Parchi della
Regione Emilia-Romagna (LIFE00/NAT/IT/7214)
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
L’Italia è il paese europeo con il più alto grado di biodiversità e l’Emilia-Romagna è tra le
regioni più ricche di specie animali e vegetali, nonché di ambienti che li ospitano; siamo
responsabili, quindi, di un patrimonio naturale di valore europeo e mondiale, da
conservare e gestire con il contributo di tutti.
Nelle 146 aree designate per l’Emilia-Romagna sono stati individuati finora come
elementi di interesse comunitario una settantina di habitat17 diversi, una decina di
specie vegetali ed una cinquantina di specie animali tra invertebrati, anfibi, rettili e
mammiferi, più un’ottantina di specie ornitiche.
– fenomeni a scala molto ridotta: il Lago di Pratignano ospita l'unico esempio dell'intero
Appennino settentrionale di torbiera alta.
La Regione Emilia-Romagna già con la legge regionale n. 2/77 aveva definito come
protette ben 92 specie floristiche, di cui dieci considerate di interesse europeo.
A questo elenco andrebbe poi affiancata una "lista rossa regionale" costituita da almeno
una cinquantina di specie, una decina delle quali attualmente estinte (o meglio, non più
segnalate da tempo): un esempio per tutti la felce mediterranea Asplenium hemionitis.
Delle 130 specie di interesse comunitario presenti in regione, delle quali 80 uccelli, solo 8
sono le specie prioritarie attualmente segnalate nei siti: lo Storione, tra i pesci; il
coleottero Rosalia alpina, lo scarabeo Osmoderma eremita e la farfalla Euplagia
quadripunctaria; la testuggine di mare Caretta caretta; il rospo notturno dei fossi padani
Pelobate fosco ed infine il Lupo, predatore elusivo e mobilissimo, avvistato in quasi tutti i
siti che toccano il crinale appenninico. La Lontra, uno dei mammiferi più rari d’Europa
("primo tra i non prioritari"), risulta almeno per ora estinto in Emilia-Romagna.
17 La descrizione degli habitat dell’Emilia-Romagna, sviluppata su applicazione del metodo europeo "CORINE-
biotopes", è contenuta nel Manuale per il riconoscimento degli habitat (Istituto per i beni artistici culturali e
naturali - Regione Emilia-Romagna, 2001).
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
La provincia di Modena
In Emilia Romagna il ruolo delle province per quanto riguarda la costituzione della Rete
Natura 2000 è esplicitato dalla Legge Regionale N.7 del 4 aprile 2004.
Articolo 3
Le Province adottano per i siti della rete Natura 2000 [...] ricadenti nel proprio
territorio le misure di conservazione necessarie, approvando all’occorrenza specifici
piani di gestione, sentite le associazioni interessate, che prevedano vincoli, limiti e
condizioni all’uso e trasformazione del territorio [...].
Nel territorio modenese sono presenti 2 Parchi regionali, 3 Riserve naturali, diverse Aree
di riequilibrio ecologico e Oasi faunistiche che ora interessano il 7% (18.000 ha) della
superficie provinciale (si spera di raggiungere in futuro il traguardo del 10%).
Montagna, collina e pianura, ambienti fluviali e rupestri, boschi, fontanili, salse... solo
alcuni degli ambienti fisico-biologici rappresentati.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Siepi e canali di
Sassi di Roccamalatina Colombarone
Resega - Foresto
Manzolino
Torrazzuolo
Tra gli obiettivi principali della gestione ambientale in provincia di Modena, la costruzione
di una solida “coscienza ambientale”: prerogativa indispensabile per raggiungere questo
traguardo, la diffusione delle conoscenze relative al territorio, intenso come bene da
proteggere ma anche come luogo dove i cittadini vivono e svolgono le proprie attività.
Solo attraverso la comprensione dei motivi alla base della tutela, legata ad una
consapevolezza delle minacce che gravano sull'ambiente, è possibile promuovere
atteggiamenti di residenti e fruitori coerenti con gli obiettivi di salvaguardia e
valorizzazione.
Per fare questo gli enti locali si sono impegnati nell'implementazione di servizi e attività
come la realizzazione di centri di visita e centri di educazione e documentazione
ambientale, l'implementazione di percorsi tematici, lo sviluppo dell'educazione
ambientale, coinvolgendo gli stessi abitanti delle zone interessate.
Non bisogna poi dimenticare che tutelando i beni ambientali si influisce direttamente sulla
conservazione del patrimonio storico e culturale appenninico e non solo: il Parco della
Resistenza di S. Giulia è un esempio di questo connubio, così come le ville storiche ed i
castelli (Villa Sorra, Montegibbio) e i parchi come quello Ducale di Pavullo.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Un esempio di pianificazione
Nel periodo tra il novembre del 2005 e il settembre del 2006 ha avuto luogo il progetto di
Ricerca ed Intervento “Strategie di collaborazione tra le istituzioni locali per la
promozione della Rete Natura 2000 nella Provincia di Modena”18.
L'iniziativa è partita dal presupposto che Provincia e Comuni non siano adeguatamente
attrezzati per la creazione della Rete, anche in materia di risorse umane.
Si è quindi voluta realizzare un'attività di formazione dei funzionari delle aree protette e
dei servizi tecnici provinciali e comunali con l'intenzione di creare un bagaglio di
conoscenze condivise (quadro normativo, esperienze precedenti, opportunità di
finanziamento) per soddisfare esigenze di:
Punti critici
Le politiche territoriali promosse dai vari enti non sono ben coordinate, e questo avviene
ad un livello tanto di pianificazione quanto operativo. Il risultato sono limitate efficacia ed
efficienza degli interventi, che si manifestano nella duplicazione delle attività ma anche
nel perseguimento di obiettivi contrapposti.
Le motivazioni alla base di ciò sono la scarsa sensibilità di politici e tecnici, le risorse
limitate, una bassa propensione a lavoro di gruppo e cooperazione, e infine il contrasto
che insorge talvolta tra le competenze tecniche e le esigenze ecologiche.
18 V. Barone, 2006, “Il progetto di ricerca intervento di strategie di collaborazione tra le istituzioni locali per la
promozione della Rete Natura 2000 nella Provincia di Modena: considerazioni sul tema dell'integrazione delle
politiche territoriali.” [www.eco-eco.it]
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Indirizzi generali
Queste azioni dovranno essere sperimentate prima a livello locale, per ottenere così una
migliore integrazione nel territorio, e poi a livello provinciale.
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La Rete Natura 2000: uno strumento per la tutela della biodiversità
Bibliografia
Unione Europea
• LIFE: www.euroinfo.unito.it/programmi
Organizzazioni ed Enti:
• ELO: www.elo.org
• Eurosite: www.eurosite-nature.org
• LIPU: www.lipu.it
• Eco&Eco: www.eco-eco.it
Italia:
Provincia di Modena
Fiorano
http://www.comune.fiorano.mo.it/Turismo/salse%20nirano/default.shtm
http://www.agenziatpl.mo.it/servizi/ambiente/parcocollina/archivio.asp
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