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manuela.pegoraro@scuola.alto-adige.it, luisanna.fiorini@scuola.alto.adige.it
Sommario
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Cfr. http://www.metid.polimi.it
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Ricordiamo le criticità che quasi immancabilmente emergono nelle iniziative di CL: eccessivo rumore
nel corso dei lavori di gruppo; non adeguata gestione dei tempi e delle modalità del lavoro di gruppo;
non adeguato controllo del livello di apprendimento dei contenuti; percezione di non saper gestire la
classe, di perdere il controllo dal punto di vista comportamentale e cognitivo con conseguente sconfor-
to; dilatazione del tempo dell’insegnamento.
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Per questo motivo verranno inizialmente introdotti nelle classi approcci ‘soft’ al
CL (lavoro per piccoli gruppi, tecniche di collaborazione, CL informale, messa a pun-
to di obiettivi di apprendimento e di cooperazione semplici3), applicati non solo al te-
ma della televisione ma anche ad altre attività curricolari; un tempo adeguato sarà
dedicato all’allenamento delle competenze sociali (senza le quale è utopistico servirsi
del CL); solo alcune delle molte tecniche di CL saranno effettivamente utilizzate (ji-
gsaw; group investigation4), affinché i docenti e le classi se ne impadroniscano con-
cretamente.
Per integrare l’utilizzo degli strumenti di rete anche a livello metodologico, una
fase del progetto sarà dedicata al lavoro in Learning Circle [Ellerani, 1998], strategia
adattata per LA TV CHE VORREI come Learning Buddies: in sostanza, si tratta di un
gemellaggio virtuale tra una classe di scuola media che ‘adotterà’ una classe di V e-
lementare, avviando così un’interazione virtuale che coinvolgerà sia attività collabo-
rative di riflessione e discussione, sia attività cooperative per lo sviluppo di un mate-
riale, un prodotto, una simulazione digitali.
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In contrasto con gli obiettivi/compiti sfidanti, problematici, propri del CL formale-strutturato, ovvero
tali da rendere necessario il contributo da parte di tutti i partecipanti.
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Se i docenti lo riterranno opportuno, potranno far esercitare gli alunni anche con altre due tecniche
selezionate: la diaspora e la controversia.
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Il mondo anglosassone ed Israele sono invece decisamente attrezzati in materia: la media education
è inserita nei programmi quale disciplina curricolare.
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inoltre considerare i media come strumenti, perché offrendo svago e sapere veicola-
no un approccio alternativo alla conoscenza.
È proprio questo l’atteggiamento che LA TV CHE VORREI intende creare
presso gli alunni, gli insegnanti, ma anche i genitori: capire la TV per cambiarne il
modo d’uso, sfruttarne potenzialità ed azzerarne i pericoli, sviluppare un ‘movimento
dal basso’ affinché i consumatori (minori compresi) abbiamo la possibilità di ‘decider-
ne in parte le sorti’. Nell’ottica della convergenza dei media e dell’avvento della tele-
visione interattiva e on demand, la voce dei minori dovrebbe disporre di un canale
dedicato, di strumenti sviluppati ad hoc per un pubblico di bambini e ragazzi e di ri-
sorse pronte ad ascoltarla e rispettarla. Questo progetto vuole anche simulare questa
possibilità attraverso l’uso di strumenti informatici: dalla riflessione e motivazione del-
le proprie preferenze, alla formulazione di giudizi, all’espressione di desideri e richie-
ste.
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I responsabili del progetto interverranno a supporto dei docenti sia con periodici incontri e attività in
classe sia – costantemente - da remoto.
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http://www.ipbz-corsi.it/latvchevorrei
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http://www.e-xoopport.it
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In considerazione dell’età di alcuni docenti è stata anche sviluppata un’applicazione che permette di
ingrandire le font, assicurando così una migliore lettura. Senza pretendere di rispondere agli standard
di accessibilità, lo staff di sviluppo è comunque disponibile a modifiche qualora si rendano opportune.
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poi agevolmente personalizzabili direttamente dagli utenti (alunni compresi), che
possono modificare non solo il proprio avatar ma anche componenti grafiche.
La piattaforma presenta tutti gli strumenti di base di ogni groupware:
• forum, chat, messaggi privati, bacheca per il supporto delle interazioni
• repository di risorse organizzate per classe/argomento/sottoargomento
• area blog (provvista di editor multimediale) per la creazione di materiali digitali
• area di gestione del lavoro di gruppo con strumenti quali: agenda condivisa;
amministrazione utenti, risorse e servizi; statistiche
È disponibile un help tecnico per il supporto all’utilizzo, i cui tempi di risposta sono
entro le 48 ore.
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È previsto nonché gradito che altri docenti si aggiungano da settembre.
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Una caratteristica di omogeneità, come prevedibile, è la forte presenza femminile nel gruppo.
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la programmazione e negli orari; conoscenza dei proprio alunni vs attesa
dell’assegnazione della classe)
• età diversificata, ovvero dalla trentina alla sessantina; in particolare gli inse-
gnanti più anziani sono quelli delle medie
• diversità di livelli di alfabetizzazione: alcuni docenti utilizzano programmi di vi-
deoscrittura e sporadicamente la posta elettronica, la maggior parte si caratte-
rizza per una scarsa competenza informatica, per altri docenti invece si tratta
della prima ‘esperienza tecnologica’. Il 56% si dichiara disposta ad utilizzare
anche il pc personale e a lavorare da casa.
In generale è stata rilevata una motivazione abbastanza alta, soprattutto per
quanto riguarda l’utilizzo delle metodologie cooperative; una parte del gruppo dichia-
ra entusiasmo per l’integrazione delle tecnologie didattiche, ma la maggior parte di-
mostra preoccupazione e senso di inadeguatezza nei confronti di queste e
dell’argomento TV. Oltre che da osservazioni e conversazioni informali, le caratteri-
stiche dei docenti sono emerse da un questionario distribuito nel primo incontro in
presenza. Presentiamo i dati relativi ai desiderata in uscita dal progetto.
Non dichiara
Innovazione modalità di lavoro/insegnamento/approccio alla
classe
0 2 4 6 8 10 12 14 16
Figura 3. Dichiarazione circa le aspettative del progetto
Tutti gli elementi segnalati verranno attentamente considerati dallo staff di pro-
getto in fase di erogazione, per attivare ‘strategie di adattamento’ della proposta pro-
gettuale agli effettivi partecipanti. In particolare emerge la necessità di proporre un
percorso a due velocità, al fine di sviluppare tutte le potenzialità degli utenti più moti-
vati sotto tutti i punti di vista, senza trascurare quei docenti che per varie ragioni po-
tranno raggiungere solo alcuni, minimi, obiettivi di progetto.
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Alcuni dei temi individuati: mediazione della violenza vs della tolleranza attraverso la TV; identifica-
zione e critica degli stereotipi (il bambino, la famiglia, ecc.) veicolati dai messaggi pubblicitari. Sin dalla
fase 2 le famiglie saranno invitate a partecipare al progetto, al fine di costituire un fronte comune edu-
cativo nonchè di operare una sensibilizzazione nei confronti del tema e degli approcci innnovativi
proposti dall’esperienza (tecnologie didattiche, cooperative learning).
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Più che tramite formazione in aula, la familiarizzazione con la piattaforma sarà ottenuta tramite ap-
procci informali: i docenti saranno impegnati in un self-training inteso come caccia all’oggetto, in cui
dovranno scoprire, recuperare e inserire informazioni sparse per l’ambiente e i suoi strumenti.
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Questa fase prevede inoltre la distribuzione di un questionario sul consumo televisivo; i dati emersi
verranno poi confrontati con quelli rilvati da un questionario in uscita sullo stesso tema (da distribuirsi
alla fine del progetto), per verificare il cambiamento di prospettiva maturato dagli alunni.
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Esempi di attività relative alla fase 3: analisi di palinsesti, lettura/decodifica della programmazione
televisiva tramite ricerche sulla stampa, in TV, in rete; analisi di spot pubblicitari rivolti ai minori o che
hanno come protagonisti i minori; produzione di schede di valutazione, mappe mentali, oggetti didattici
digitali; peer assessment (da parte degli alunni) circa i materiali sviluppati.
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della programmazione. Tutti i lavori prodotti nonchè l’intera documentazione16 del
progetto verranno pubblicati sul portale dell’Istituto Pedagogico di Bolzano.
Nel corso delle 4 fasi, alunni (e insegnanti) dovrebbe raggiungere i seguenti
risultati: creazione di un clima positivo in classe; aumento della motivazione allo stu-
dio, della responsabilizzazione (non soltanto nei confronti dell’apprendimento, ma
come atteggiamento personale e interpersonale), della capacità di relazionarsi cor-
rettamente ed efficacemente con gli altri; sviluppo delle capacità progettuali e di pro-
blem solving; sostenibilità del lavoro in gruppo; valorizzazione dell’eterogeneità. Pra-
ticare questi aspetti, tra l’altro, significa per gli alunni allenarsi alla società e al mondo
del lavoro.
Riferimenti bibliografici
Bertacchini C., Media Education: quando disciplina nei curriculi italiani?, Riforma &
Didattica n. 3, agosto-settembre 2002, 49-56
Comoglio M., Cardoso M.A., Insegnare e apprendere in gruppo. Il Cooperative
Learning, LAS, Roma 1996.
Cornoldi C., De Beni R., Zamperlin C., Berti P., Gruppo MT, Il bambino metatelevisi-
vo, Erickson, Trento, 1992.
Ellerani P., L’apprendimento/insegnamento a distanza: il Cooperative Learning in re-
te attraverso il Learning Circle, ISRE Rivista, n. 3, 1998, 59-87
Ligorio, M.B., Community of Learners, Tecnologie didattiche, n. 4, Autunno 1994,
22-39.
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L’erogazione del progetto sarà ovviamente oggetto di monitoraggio; inoltre alla fine dell’esperienza
verranno sottoposti ad insegnanti e alunni questionari di varia tipologia: sull’attività, sulla piattaforma di
lavoro, sui desiderata, sull’utilizzo delle ICT a scuola e a casa.
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Il convegno intendeva rispondere a quesiti quali il rapporto infanzia – TV, le rappresentazioni
dell’infanzia tra media vecchi e nuovi, gli immaginari attivati dall’immersione nell’universo televisivo, la
dimensione educativa della programmazione educational.
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http://www.scuola3d.it
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