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Oggetto Descrizione della metodologia informatica, basata su tecnologie GIS, per l’individuazione
dei punti critici (scuole, ospedali, aree ricreative, ecc.) e dei livelli di campo magnetico
previsti all’interno di aree urbanizzate attraversate da elettrodotti AT e risultati
dell’applicazione di tale metodologia ad un caso campione.
Data 30/11/2006
Elaborato
Elaborato AMB – Linea
Capra DavideATM Davide
(CESI-AMB), Perotti Maurizio
A6027163 3293 AUT Capra
(CESI-AMB), Lamberti Marco (CESI-AMB)
A6027163 3711 AUT A6027163 3728 AUT
Verificato
Verificato AMB – Linea
Fiore ATM
Antonio (CESI-AMB) Antonio Fiore
A6027163 3743 VER
CESI Via R. Rubattino 54 Capitale sociale 8 550 000 Euro Registro Imprese di Milano
Centro Elettrotecnico 20134 Milano - Italia interamente versato Sezione Ordinaria
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Indice
EXECUTIVE SUMMARY...................................................................................................................... 3
1 INTRODUZIONE ............................................................................................................................ 3
6 BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................ 26
Numero Data Protocollo Lista delle modifiche e/o dei paragrafi modificati
revisione
0 30/11/2006 A6027163 Prima emissione
EXECUTIVE SUMMARY
1 INTRODUZIONE
Obiettivo del presente lavoro è la messa a punto di una metodologia, sviluppata in ambiente GIS1,
finalizzata all’individuazione delle interferenze tra la rete elettrica ad alta tensione ed i punti sensibili
presenti sul territorio.
Le problematiche relative alle interferenze tra rete elettrica e “territorio” in senso lato sono ormai datate
in quanto risalgono agli albori dello sviluppo industriale nel nostro Paese. Esse nascono prevalentemente
da una mancata “comunicazione” tra la pianificazione territoriale urbana e quella elettrica, quest’ultima
1
Le tecnologie GIS (Geographic Information System), sono composte da software applicativi che associano un
database relazionale alla rappresentazione geografica del dato. Attraverso l’utilizzo di questi strumenti è così
possibile attribuire a precise porzioni di territorio alcune caratteristiche specifiche (es. la popolazione presente in
una certa area) ed operare su di esse con operazioni di tipo insiemistico come l’unione l’intersezione, ecc.
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spesso costretta ad “inseguire” le esigenze della prima o a proporre soluzioni non coerenti con gli
obiettivi di salvaguardia dell’ambiente e del territorio.
In sostanza, le carenze nelle normative urbanistiche hanno prodotto un’espansione urbana spesso
incontrollata con la conseguenze necessità di realizzare una rete infrastrutturale elettrica anche
ridondante alla ”rincorsa” delle aree di nuova espansione urbana.
La crescita della consapevolezza delle problematiche connesse alla interazione dei campi
elettromagnetici a frequenza industriale sulla popolazione locale e la conseguente realizzazione di
normative di settore, pongono ora il problema dell’individuazione delle aree sensibili ai fini
dell’individuazione delle situazioni di maggiore criticità sulle quali proporre gli interventi di
risanamento. Questo obiettivo finale è oggi facilitato dalla presenza, presso gli Enti Locali, di Sistemi
Informativi Territoriali informatizzati che permettono, attraverso opportune metodologie,
l’individuazione delle situazioni di maggiore criticità.
I limiti alla realizzazione di metodologie di questo tipo è prevalentemente legato al diverso grado di
sviluppo dei Sistemi Informativi Territoriali disponibili presso gli Enti Locali2. Di conseguenza,
operando nelle diverse aree del territorio nazionale, la metodologia per l’individuazione delle Aree
Sensibili va parzialmente riorganizzata in funzione della disponibilità dei dati presso gli Uffici Tecnici.
Ciò nondimeno, è in ogni caso possibile definire una traccia metodologica di carattere generale, che
nelle sue linee essenziali, sia in grado di delineare i passi operativi utili ai nostri scopi.
La scelta effettuata è stata quella dell’individuazione di un metodo direttamente applicabile ad una
precisa porzione del territorio nazionale in modo da poterne verificare concretamente i risultati.
Sono quindi state individuate due tipologie di area: la Regione Lombardia per le analisi preliminari alla
scala vasta e la zona, a forte densità abitativa, compresa nei limiti amministrativi del comune di Bologna
e dei 14 comuni contermini.
Questa scelta è legata a diversi elementi. Per quel che riguarda la scala vasta, la disponibilità di
informazioni cartografiche dettagliate e recenti, mentre per l’area di Bologna i criteri principali di scelta
hanno riguardato essenzialmente la rapida espansione urbana subita negli ultimi decenni e la
disponibilità di un’ampia quantità di dati territoriali su supporto informatico, il che facilita la compiuta
realizzazione della metodologia proposta.
Il processo logico che porta all’individuazione delle aree sensibili alle interazioni con i campi
elettromagnetici a frequenza industriale si può sviluppare attraverso successivi affinamenti rappresentati
da tre fasi distinte:
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Lo sviluppo dei Sistemi Informativi Territoriali è demandato, nei diversi gradi di sviluppo, alle Amministrazioni
pubbliche Regionali e Provinciali.
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Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) considera la totalità del territorio provinciale ed è lo
strumento di pianificazione che definisce l' assetto del territorio con riferimento agli interessi sovra - comunali,
articolando sul territorio le linee di azione della programmazione regionale.
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“Valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione, che non deve
essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate (…) Esso
costituisce misura di cautela ai fini della protezione da possibili effetti a lungo termine (…)”.
5
“Obiettivi di qualità sono: 1) i criteri localizzativi, gli standard urbanistici, le prescrizioni e le incentivazioni per
l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, indicati dalle leggi regionali secondo le competenze definite
dall’articolo 8; 2) i valori di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, definiti dallo Stato secondo le
previsioni di cui all’articolo 4, comma 1, lettera a), ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione ai
campi medesimi.”.
6
Per la fissazione dei valori numerici dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità
sia per il pubblico che per i lavoratori nonché per stabilire le tecniche di misurazione e rilevamento dei campi ed i
parametri per la previsione di fasce di rispetto per gli elettrodotti.
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Figura 1 – Esempio di volume comprendente tutti i punti dello spazio circostante i conduttori di
una linea elettrica caratterizzati da un’induzione magnetica di intensità maggiore o
uguale ad un determinato valore.
Si noti inoltre che, anche per effetto della disposizione dei conduttori secondo una catenaria, la
proiezione al suolo lungo tutta la linea elettrica della superficie isolivello di induzione magnetica pari a 3
T (cioè la fascia di ingombro massima) delimita una striscia di terreno (o corridoio) che presenta al suo
interno, non solo zone interessate da valori di induzione magnetica superiori all’obiettivo di qualità di 3
T, ma anche aree, più o meno estese a seconda dell’altezza da terra dei conduttori, in cui l’induzione
magnetica è inferiore a tale valore. A titolo esemplificativo, in Figura 2 si riporta il calcolo delle curve
7
La legge 36/2001 precisa che (art. 4, par.1, comma h): “all' interno di tali fasce di rispetto non è consentita alcuna
destinazione di edifici ad uso residenziale, scolastico, sanitario ovvero ad uso che comporti una permanenza non
inferiore a quattro ore.”.
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isolivello in una sezione verticale di una tipica configurazione a doppia terna con indicazione della
fascia di ingombro risultante a 3 µT e delle aree interne a tale fascia caratterizzate da livelli di induzione
inferiore.
Figura 2 - Esempio di curve isolivello di induzione magnetica in una sezione verticale di una tipica
configurazione a doppia terna, con indicazione della fascia di ingombro a 3 µT
Risulterebbe quindi evidentemente arbitraria ed ingiustificata l’adozione della fascia di ingombro
massima come fascia di rispetto a cui applicare i conseguenti vincoli urbanistici.
Questo aspetto va tenuto presente qualora si volesse, per motivi di praticità ed in via preliminare (ad
esempio per individuare più semplicemente e rapidamente le possibili situazioni critiche), calcolare
l’ampiezza di tale striscia di terreno quale indice conservativo della fascia di rispetto. Sul piano pratico-
applicativo viene suggerito un approccio a due livelli che consenta da un lato di utilizzare il calcolo della
suddetta striscia di terreno (larghezza costante, ecc.) in sede di pianificazione e dall’altro di evitare
misure eccessivamente ed ingiustificatamente penalizzanti l’uso del territorio, demandando la verifica
precisa delle fasce (volumi) di rispetto ad una successiva, più accurata, valutazione.
La guida CEI fornisce delle formule analitiche approssimate per una rapida valutazione delle fasce
d’ingombro di elettrodotti aerei ed interrati in funzione dell’intensità delle correnti di fase (supposte
simmetriche) e della distanza mutua tra i conduttori (disposti secondo particolari simmetrie), nell’ipotesi
che il valore di induzione magnetica sia costante a parità di distanza dal baricentro della linea8.
Un calcolo più accurato può essere effettuato applicando il modello di calcolo dell’induzione magnetica
descritto nella Norma CEI 211-4 [6], il quale assume che i conduttori della linea siano di lunghezza
infinita e paralleli tra loro in modo da utilizzare la legge di Biot-Savart. Tale modello fornisce risultati
del tutto accettabili per la maggior parte delle situazioni riscontrabili per linee aeree ed in cavo.
In questo paragrafo viene illustrato, a puro titolo di esempio applicato alla regione Lombardia, uno dei
possibili approcci per effettuare, come primo passo della procedura descritta al punto precedente, uno
screening iniziale del territorio allo studio al fine di identificare i comuni che presentano una coesistenza
8
Il calcolo delle curve di livello dell’induzione magnetica eseguito con il modello normalizzato mostra come tali
curve tendano a diventare delle circonferenze all’aumentare della distanza dalla linea.
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di linee AT ed aree urbanizzate. Per la determinazione del territorio urbanizzato della Lombardia sono
state utilizzate immagini satellitari (scala 1:100.000).
La foto-interpretazione delle immagini (CLC = Corine Land Cover) relative all’area allo studio ha
permesso di evidenziare in Figura 3 le varie tipologie di territorio che compongono l’intera regione
(territori modellati artificialmente, territori agricoli, territori boscati e ambienti semi-naturali, zone
umide, corpi idrici).
Figura 3 - Interpretazione grafica delle varie tipologie di territorio che compongono la Regione
Lombardia.
In particolare, dalla Figura 3, è stato selezionato il territorio “urbanizzato” che, per definizione,
comprende:
• Tessuto urbano continuo: Spazi strutturati dagli edifici e dalla viabilità. Gli edifici, la viabilità e le
superfici ricoperte artificialmente occupano più dell’80% della superficie totale.
• Tessuto urbano discontinuo: Spazi caratterizzati dalla presenza degli edifici. Gli edifici, la viabilità
e le superfici a copertura artificiale (che coprono dal 50% all’80% della superficie totale)
coesistono con superfici coperte da vegetazione e con il suolo nudo, che occupano in maniera
discontinua aree non trascurabili. Questa voce non comprende le abitazioni agricole sparse delle
periferie delle città o nelle zone di coltura estensiva e le residenze secondarie disperse negli spazi
naturali.
• Aree industriali o commerciali: Aree a copertura artificiale senza vegetazione di rilievo che
occupano la maggior parte del terreno (più del 50% della superficie).
• Aree verdi urbane: Spazi ricoperti di vegetazione compresi nel tessuto urbano.
Dopo aver determinato il territorio urbanizzato dell’intera Regione Lombardia definito come sopra e
riportato in Figura 4, è stata predisposta la cartina di Figura 5 che riporta i tracciati georeferenziati di
tutte le linee elettriche aeree AT di ENEL presenti in Lombardia (situazione all’anno 2001).
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Elaborando poi i dati delle Figure 4 e 5, è stata ottenuta l’immagine dei tracciati delle sole linee
elettriche AT che insistono sul territorio urbanizzato (vedi Figura 6). Infine, per collegare i dati riferiti al
territorio con l’anagrafica dei punti sensibili (scuole, ospedali, ecc.), si è proceduto a sovrapporre i
confini comunali ai dati precedentemente ottenuti e, quindi, attraverso una elaborazione GIS, si sono
individuati quei comuni il cui territorio urbanizzato è attraversato da linee elettriche AT (riportati in
rosso nella Figura 7). L’elenco dei Comuni della Regione Lombardia che presentano interferenza tra
territorio urbanizzato e linee AT è fornito nell’allegata Tabella A.
Figura 6 - Rappresentazione dei tracciati delle linee elettriche AT che insistono sul territorio
urbanizzato e confini comunali
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Figura 7 - – Rappresentazione dei comuni il cui territorio urbanizzato è interessato dal passaggio di
linee elettriche aeree AT.
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Per completare l’operazione di intersezione del territorio urbanizzato con la rete elettrica ad alta
tensione, non rimarrebbe quindi altro che incrociare le informazioni riportate nella Figura 7 con i dati
dell’anagrafica dei punti sensibili, al fine di poter poi passare alla rappresentazione grafica dei punti
sensibili sulle carte tematiche di quei comuni per i quali è disponibile il dato georeferenziato dei punti
sensibili. Tale genere di dati deve tuttavia essere raccolto da opportuni data base dedicati la cui ricerca
esula dal presente lavoro. La Figura 8 mostra comunque, a titolo dimostrativo, il risultato che si può
ottenere attraverso le operazioni sopra citate considerando ad esempio le scuole del territorio comunale
di Brescia. Le scuole georeferenziate sono rappresentate sulla cartografia come elementi puntiformi
rendendo possibile la loro elaborazione con strumenti GIS.
Legenda
Figura 8 – Cartografia del territorio del Comune di Brescia con il tracciato delle linee elettriche AT
e la localizzazione delle scuole
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Figura 10 – Rappresentazione delle linee elettriche aeree nell’area di studio (DT in legenda indica la
Doppia Terna)
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L’interferenza con il territorio urbanizzato è stata quindi realizzata con l’utilizzo della copertura relativa
al mosaico degli strumenti urbanistici comunali (Piani Strutturali Comunali -PSC) disponibile nel
Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Bologna.
Le zone sensibili prese in considerazione sono alcune di quelle previste dall’Art.13 della LR 30/2000 [4]
ed esattamente (vedi Figura 11):
Fonte Tipologia
Per quanto riguarda le interferenze dovute ai campi elettromagnetici l’area di interferenza può essere
individuata, in modo semplificato, in ambiente GIS attraverso l’individuazione di fasce di rispetto
(buffer) dall’asse delle linee elettriche in esame. La dimensione dei buffer è riportata nella tabella
seguente nella quale i valori indicano l’ampiezza delle fasce di rispetto per il rispetto dell’obiettivo di
qualità (3 µT).
tipologie conduttori
Linee Tensione doppia terna non
Terna singola
ottimizzata
Rete trasmissione
Linee AT 380 kV 36 54
Linee AT 220 kV 19 28
In realtà, l’analisi dell’esistente dovrebbe riferirsi al livello di attenzione (10 µT) da intendersi come
mediana dei valori nell' arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio. La scelta dell’obiettivo di
qualità per la determinazione del buffer risulta quindi cautelativa conducendo all’individuazione di un
numero maggiore di interferenze tra il territorio urbanizzato e le linee elettriche rispetto alle reali
interferenze individuate sulla base del confronto con il livello di attenzione.
Il concetto di livello di attenzione richiede la conoscenza dei livelli storici di corrente per il calcolo della
mediana nelle 24 ore e quindi presuppone la disponibilità dei dati di portata di ogni elettrodotto. Invece
il calcolo della fascia di rispetto degli elettrodotti AT viene effettuato a partire dalla portata in corrente
in servizio normale. Per questo motivo, in maniera semplificata ed ulteriormente cautelativa, nella
tabella precedente si è assunto che le fasce di rispetto dipendano dalla tensione e dalla tipologia della
linea.
L’analisi effettuata ha consentito di individuare le potenziali situazioni critiche che si verificano sul
territorio considerato con riferimento alle zone sopra citate (vedi Figura 12). Per mostrare il grado di
dettaglio ottenibile dal tipo di analisi effettuata, in Figura 13 viene riportata una zumata su una zona
specifica.
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Figura 12 – Intersezione tra le linee elettriche e le zone scelte per l’individuazione delle interferenze
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Le singole interferenze potenziali dovranno quindi essere analizzate nel dettaglio con lo scopo di
valutare con precisione i livelli di induzione magnetica presenti o attesi. Per tale tipo di analisi sarà
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quindi necessario disporre delle informazioni dettagliate sull’andamento della portata dell’elettrodotto
coinvolto per il calcolo della valore mediano nelle 24 ore dell’induzione magnetica. Dovranno inoltre
essere rilevate con precisione le distanze tra i singoli conduttori e gli ambienti in esame al fine di potere
effettuare una modellizzazione puntuale, 2D o 3D, dell’induzione magnetica generata dall’elettrodotto.
In alternativa, le singole interferenze potenziali potranno essere analizzate sperimentalmente in accordo
con quanto previsto dall’art. 5 del DPCM 8/7/2003 [1].
4.2 Verifica del grado di dettaglio necessario per l’applicazione della metodologia
Come accennato alla sezione precedente, per l’area costituita dal comune di Bologna e dai 14 comuni
contermini, è disponibile un’ampia quantità di dati territoriali su supporto informatico. Ciò consente di
valutare il grado dettaglio necessario per l’applicazione del metodo proposto.
A tal fine, in Figura 14 sono presentati i risultati del confronto tra le zone critiche individuate attraverso
il mosaico degli strumenti urbanistici comunali (PSC) e quelle individuate dalla carta dell’uso del suolo
1:25.000 selezionando, in analogia con quanto fatto per i PSC, le zone urbanizzate, le zone industriali, le
zone verdi urbane e gli impianti sportivi. Nell’area in esame sono presenti 432 poligoni della carta
dell’uso del suolo e 1894 poligoni dei PSC. Di questi ultimi, 1687 intersecano o sono contenuti in un
poligono della carta dell’uso del suolo, mentre 207 non intersecano o non sono contenuti in nessun
poligono della carta dell’uso del suolo, risultando, così, potenzialmente non identificabili in una
procedura di screening effettuata con l'utilizzo della banca dati di uso del suolo al 1:25.000 .
Discorso analogo può essere fatto con la carta Corine Land Cover 2000 1:100.000 (vedi Figura 15) di
cui, nell’area in esame, sono presenti 99 poligoni riferiti alle zone industriali o commerciali, alle zone
sportive e ricreative, alle zone verdi urbane, al tessuto urbano continuo ed al tessuto urbano discontinuo.
Dei 1894 poligoni dei PRG, 1538 intersecano o sono contenuti un poligono CLC, mentre 356 non
appartengono a nessun poligono CLC e quindi, come nel caso precedente, risultano non indentificabil da
uno screening effettuato con questo data base geografico a piccola scala (CLC 2000).
I dati riportati nelle figure 14 e 15 consentono quindi di affermare che, affinché la metodologia proposta
fornisca risultati affidabili, non è sufficiente il grado di dettaglio della cartografia di relativamente facile
reperimento quali le carte di uso del suolo o il Corine Land Cover, ma è necessario il dettaglio contenuto
nei documenti di pianificazione territoriale alla scala 1:2.000 ÷ 1:5.000.
Poiché spesso i dati disponibili su supporto informatico non raggiungono il grado di dettaglio
necessario, l’applicazione della metodologia dovrà necessariamente passare attraverso la
digitalizzazione dei PRG almeno per le aree interessate dalla presenza di elettrodotti.
Un' operazione preliminare consigliabile, in caso di strumenti urbanistici cartacei, è quella di operare la
sola digitalizzazione dei limiti spaziali di rappresentazione delle tavole dello strumento urbanistico
disponibile; questa informazione consente di eseguire un' intersezione linee AT - tavole, al fine di
estrarre le sole tavole, interessate dal passaggio di lineee AT, il cui contenuto dovrà essere integralmente
digitalizzato.
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Figura 14 – Intersezione tra i poligoni del mosaico dei PRG e della carta dell’uso del suolo 1:25.000
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Figura 15 – Intersezione tra i poligoni del mosaico dei PRG e della carta dell’uso del suolo Corine
Land Cover 1:100.000
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5 CONCLUSIONI
È stato studiato, e verificato su scala ridotta, un possibile metodo per l’individuazione, attraverso l’uso
di dati informatici territoriali, della presenza di punti sensibili nelle vicinanze di linee AT.
Il metodo suggerito individua le interferenze tra punti sensibili e linee AT con un livello di precisione
più che sufficiente per l’effettuazione di un primo utilissimo screening delle possibili situazioni su cui
focalizzare ulteriori indagini. Il metodo consente, infatti, di eliminare rapidamente tutte le situazioni che
non rientrano nella casistica desiderata (conservando però nel database le informazioni relative) e di
trarre indicazioni utili per la definizione di una graduatoria di tutte le situazioni da prendere in
considerazione per un approfondimento modellistica e/o sperimentale puntuale.
Inoltre, la verifica dell'
utilizzo di banche dati geografiche di uso del suolo a media (1.25.000) e piccola
scala (1:100.000) per screening preliminari, aventi lo scopo di ridimensionare la quantità di dati di
dettaglio da utilizzare, ha evidenziato che in alcuni casi (area bolognese) si rischia di eliminare porzioni
di territorio contenenti zone di interesse.
Infine, i risultati dello studio dimostrano come, attraverso un approccio del tipo descritto, sarà possibile
effettuare stime della consistenza del problema a livello regionale e nazionale.
6 BIBLIOGRAFIA
[1] Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 Luglio 2003: “Fissazione dei limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione
dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli
elettrodotti” (pubblicato su GU n. 200 del 29-8-2003).
[2] ICNIRP: “Guidelines for limiting exposure to time-varying electric, magnetic, and electromagnetic
fields (up to 300 GHz)”. Health Physics, n. 4, 1998. www.icnirp.org.
[3] Legge 22 febbraio 2001, n. 36 "Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici" - Gazzetta Ufficiale n. 55 del 7 marzo 2001.
[4] Legge regionale Emilia Romagna n. 30 del 31/10/2000 "Norme per la tutela della salute e la
salvaguardia dell'ambiente dall'inquinamento elettromagnetico"
[5] Norma CEI 106-11 (2006) “Guida per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti
secondo le disposizioni del DPCM 8 luglio 2003 (Art. 6), Parte I – Linee elettriche aeree e in cavo”.
[6] Norma CEI 211- 4, fascicolo 2840 (Luglio 1996) “Guida ai metodi di calcolo dei campi elettrici e
magnetici generati da linee elettriche”.
[7] R. Conti, A. Silvestri: "Effetti sanitari dei CEM a frequenza industriale - Quadro di riferimento
normativo". La Termotecnica, Dicembre 2004.
[8] Raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 1999 relativa alla limitazione dell’esposizione della
popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz, Gazzetta ufficiale delle Comunità
europee, 30 luglio 1999.
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Tabella A
Elenco dei Comuni della Regione Lombardia che presentano interferenza tra territorio urbanizzato e
linee elettriche AT