Music In  Gennaio-Febbraio 2010
ialO
SANREMO NUOVA GENERAZIONE Il servizio di SAREMO Diana Tejera, Jacopo
MUSIC IN VIDEO su www.youtube.com/musicinchan- Ratini, Francesca Maini, Stefano
nel e i video con i quali hanno concorso alle selezioni Pais Perché Saremo non è Sanremo
SA(N)REMO
Videoreportage
www.youtube.com/musicinchannel
L
e selezioni degli artisti di Nuova
Generazione sono avvenute attra-
verso un videoclip; i brani inviati
sono stati resi pubblici prima del
Festival (novità rispetto alle 59
precedenti edizioni) per renderli orecchiabili e
non hanno richiesto una label di presentazione.
Ci sia consentito: tra i 10 emergenti seleziona-
ti non salviamo Nicolas Bonazzi, la falsa riga di
Gigi D’Alessio, anche un po’ Nino Buonocore e
testo sanremese; non salviamo Jessica Brando,
aristoniana; non salviamo La Fame di Camilla,
per gli accostamenti vocali ad Albano Carrisi con
rime sui futuri e troppe allitterazioni; non salvia-
mo Tony Maiello per il solito giro armonico e un
tema ridondante (lei non tornerà), oltre a un brid-
ge scontato e ossessivo studio della tecnica voca-
le, l’errore di Giorgia. Mattia De Luca è suffi-
cientemente raffinato, peccato il brano contenga
riff prevedibili e una nenia di uuh-uuh senza uno
scopo preciso (il bridge, poi, letteralmente
distrugge il brano). Luca Marino non si dà pace
con sole, cielo e lacrime varesine, ma nulla che
non sia già vecchio prima ancora di uscire.
Salviamo Jacopo Ratini per la semplicità e la
modulazione vocale, e perché siamo seduti con
lui su una panchina; Romeus per la voce convin-
ta e, finalmente, da maschio; i Broken Heart
College, perché con Mesi ci ricordano l’Ambra
Angiolini di Non è la Rai e i Velvet dei nostri 20
anni, dunque un mero nostalgico anelito.
MANUALE
LEGGI VS. MUSICA
Cos’è il plagio? Albano Carrisi vs. Michael Jackson, Corte
di Appello, sentenza 24 novembre 1999: «In un giudizio di plagio
che verta esclusivamente sulla melodia di un brano musicale, è
sufficiente la non originalità di questa per la non tutelabilità
dell’opera, a prescindere dal distinto carattere di originalità dell’ar-
monia e/o del ritmo (omissis)». A questa e ad altre 99 «maledette
domande» risponde questo Manuale di sopravvivenza per musicisti
Q ual’è la prima cosa che deve sapere un
musicista? Che cos’è il diritto di sincro-
nizzazione? In qualità di compositore,
quali diritti posso cedere? È necessario deposita-
re le opere alla Siae perché vengano riconosciuti
i diritti d’autore? Quale sarà il futuro del P2P?
Nel caso in cui a metà del concerto inizi a piove-
re, l’impresa contraente ha l’obbligo di pagare il
100% del catchet, visto che nel settore questa è
la norma? Qual’è la forma giuridica consigliabi-
le per aprire un’etichetta discografica? Quanto
costano i bollini Siae?
Sono le «100 maledette domande» abituali cui
risponde questo manuale (Paolo Emilio Persiani
Editore - 24,90 euro), nato dall’unione del centro
di consulenza per la tutela e la promozione delle
arti di Bologna Idealex e l’Asesorìa Jurìdica de
las Artes de Barcelona, studio legale catalano
specializzato in diritto d’autore, che ha già pub-
blicato il Manual de Supervivencia spagnolo a
firma dell’avvocato Josep Coll i Rodriguez il
quale oggi, insieme alla collega italiana Sveva
RECENSIONE Manuale di
sopravvivenza per musicisti (Ma
non avete mai osato chiedere)
di ROMINA CIUFFA
Ma alla ligure Nina
Zilli (nella foto) diamo
il podio - purché non
gracchi stile Giusy
Ferreri (è sul filo) - per
aver dato prova di ori-
ginalità e insieme scel-
to gli anni 50, binomio
audace; perché ha can-
tato con i bravi reggae
Giuliano Palma ex
Bluebeater (50mila), i
Franzisca ed Africa
Unite; perché ci riporta
indietro con stile al
soul americano, al
rocksteady jamaicano e al beat italiano, che pre-
dilige; perché le piacciono il Motown, Otis
Redding, Billie Holiday, Etta James, Ella
Fitzgerard, Mina, e ha cantato You Can’t Hurry
Love delle Supremes in italiano; per L’inferno,
dove le auguriamo di non andare quando avrà
vinto, ma sparisca dai gironi commerciali; e per-
ché porta un brano ispirato a un film di Truffaut.
Noi avremmo scelto Stefano Pais, per l’estro
e la completezza a 360 gradi di un artista che ci
porta dentro una grotta di Calcata che è miglio-
re dell’Ariston; e Francesca Maini, per il jazz
e la tecnica che mette ne La pagina nuda acco-
standola a un whisky liscio sul bancone.
Qualcosa di lei, mentre canta, ci riporta, intan-
to, a Diana Tejera (di cui si ascolta in giro la
sua Scivoli di nuovo cantata da Tiziano Ferro),
a cui diamo il podio del nostro Saremo perché -
oltre ad aver scritto insieme a Chiara Civello il
brano con cui si è proposto Daniele Magro - con
una meravigliosa Ma una vita no dimostra di
aver toccato ferro, in ogni senso. Ed anche per-
ché una volta a Sanremo sì, ma una vita no.
Antonini, crea un equipollente strumento tradu-
cendolo e adattandolo alla normativa e alla realtà
musicale italiana senza privarlo di quegli aned-
doti, consigli e aspetti innovativi provenienti
dalla città «dalle cento anime e dai cento suoni»,
Barcellona, fulcro di un movimento musicale e
meta perenne di un crescente esodo artistico.
Si tratta di una guida nella giungla, stilistica-
mente non perfetta, ma concretamente fonda-
mentale per tutti i musicisti e professionisti del
settore che necessitano, come il pane, di cono-
scere i propri diritti, approfondire gli aspetti
legati alla prassi, alla formalizzazione (contratti
discografici, di edizione musicale, di manage-
ment etc.), apprendere le novità e le informazio-
ni necessarie per produrre, promuovere e distri-
buire musica autonomamente. Include anche un
formulario (scritture private, liberatorie, moduli
Siae ed altro), informazioni utili e pratiche, inter-
viste a molti professionisti del settore.
Ma resta la prima domanda: cosa deve sapere
un musicista? Suonare. (Romina Ciuffa)
SARspEecM
e
a cura di ROMINA CIUFFA
DIANA TEJERA
ma una vita no
D iana Tejera nasce a Roma da padre andalu-
so, non a caso quel tocco - «nascere con la
chitarra» qui andrebbe coniato - che ha apprez-
zato persino Tiziano Ferro quando le ha chiesto
(riscrivendone il testo) la sua Nel nostro presen-
te (intitolandola E fuori è buio), e poi l’intero
pacchetto - musica e parole - di Scivoli di nuovo.
Ha fatto parte del gruppo Fiori d’acqua dolce,
diretto da Mogol, sa arrangiare e scrivere colon-
ne sonore (quella del cortometraggio L’Anima
Dentro, di Sabrina Simonetti, è suo cameo), è
diplomata in fonia presso il Saint Louis College
of Music, è stata più che orecchiata da ventenne
con le Pink, un disco di solista all’attivo,
Distanze, e - richiestissima autrice - collabora
con cantautori quali Marco Fabi, Barbara
Eramo, Chiara Civello. Ma a Sanremo è già pas-
sata con i Plastico nel 2002, portando Fruscio.
JACOPO RATINI
su
questa panchina
È uno dei due fortunati (l’altro è Romeus) a
vincere il concorso SanremoLab, spiccando
su 312 iscritti ed entrando a Sanremo dalla porta
della cucina. Il romano Jacopo Ratini, 27 anni, è
innanzitutto laureato in Psicologia (del lavoro e
delle organizzazioni). Per la musica molti premi:
è sua la Personalità artistica 2008, poi l’argento
del Concorso Musica Controcorrente e l’oro
come miglior cantautore nel Tour Music Fest e
nel Roma Music Festival. Il video di Stile Anni
60 è selezionato tra i finalisti di Sanremoweb
2009. Vince Musicultura 2009 con Studiare,
lavoro, pensione e poi muoio, brano che è tra-
smesso da Radio Uno Rai; per il Premio Lunezia
2009 è sempre lui il miglior cantautore emergen-
te e, a novembre 2009 secondo la Rai, uno dei
migliori Nuovi Talenti.
FRANCESCA MAINI
la pagina nuda
F rancesca Maini nasce il 27 giugno 1985 a
Bergamo e a 11 anni si avvicina alla musica
tramite lo studio del pianoforte. Nel 2004 si iscri-
ve al Saint Louis College of Music dove frequen-
ta il corso professionale di canto pop e parallela-
mente quelli di piano pop e jazz, basso elettrico
con Marco Siniscalco ed arrangiamento con
Antonio Solimene. Nel 2006 consegue il diplo-
ma di solfeggio presso il conservatorio
dell’Aquila. Un gruppo pop-rock, poi un proget-
to da solista di musica inedita con predilezione
verso una formazione più acustica in stile pop-
jazz. Studia Composizione sperimentale presso il
Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Il Saint
Louis produce La pagina nuda, e lei sentenzia:
«Tra il viaggio e la destinazione, preferiamo
sempre la partenza: e a me piace viaggiare».
STEFANO PAIS
l’amore è dentro
S tefano Pais è una rivelazione, non necessaria-
mente canora - ride di sé per aver portato alla
commissione di Sanremo un brano «un po’
lento», L’ultima balena, alle 2.30 della notte
(www.youtube.com/sabriesse), seppure alla stes-
sa presenta, un altro anno, Questo è il mondo
scritto con l’astrofisica Margherita Hack - ma
certamente spettacolare. Nel senso che questo
Pais ha tutte le doti del divo e merita una platea,
un palco in legno e spettatori che lo seguano dal-
l’inizio alla fine in grado di percepirne la ludicità.
Del 1998 il primo cd, Il centro delle cose, nel
2001 partecipa con due brani al cd tributo Tutti
pazzi per Rettore, è autore nel disco di Carla Boni
dal titolo Aereoplani e Angeli e debutta a teatro
come protagonista dello spettacolo originale
Vestito piaccio, nudo convinco. Con cui fa bingo.