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Io, fratelli, vengo tra voi, non mi presento ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della
sapienza. Io ritengo infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso.
Mi presento a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si
basano su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra
fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
Io non ritengo di avere il dono della parola o della sapienza, per cui non starò qui a dare soluzioni,
ma a suggerire riflessioni, che data l’importanza dell’argomento riguarda tutti. Cercherò di chiarire
questo punto.
Il titolo del documento dell XXXIII giornata per la vita è “Educare alla pienezza della vita”: bene
proprio nel titolo ci stanno tre concetti che sembrano quasi scontati per noi credenti, ma io credo
che non sia così.
Vita, pienezza, educazione: sono tre termini, tre concetti che esprimono un significato profondo e
particolare per noi cattolici, per noi credenti, per noi cristiani...
In questo documento io avevo individuato tre messaggi importanti: speranza, amore e
testimonianza. Credo che siano proprio questi i nutrienti di cui dovremmo sostanziarci per
rispondere bene alla sfida e al compito urgente a cui siamo chiamati nell’ambito dell’educazione.
A me piace di più il termine sfida in questo momento, perchè il termine urgenza mi sembra quasi
svalutativo del problema. Pensate nel 1963 Nosengo, fondatore dell’UCIIM, estensore del capitolo
sull’educazione del Codice di Camaldoli nel 1943, scriveva in un articolo intitolato: educare: compito
urgente dell’ora: Se l’educazione letteraria, storica e civica non h acceso amore per la libertà e non ha alimentato
maggiormente nei giovani il desiderio di mettersi al fianco di coloro che lottano per essa, significa che quell’educazione
si è forse fermata e formalizzata su regole grammaticali, su declinazioni, su date e su strutture che hanno aggravato
l’intelligenza lasciando freddo il cuore e inerte la volontà.
Nel 1966 ancora un altro articolo dal titolo : Primo: educare.
Per cui credo che l’emergenza sia costante, sempre presente in una società che progredisce, che a volte perde la via, si
smarisce, perde il senso dell’Uomo e della persona.
Il tema dell’educazione ormai ha assunto in questi ultimi caratteristiche stringenti... questo
sicuramente. Una grande quantità di documenti hanno cercato di trattare questo tema in maniera
più o meno approfindita, ognuno con una caratteristica peculiare.
Sicuramente quelli da menzionare sono essenzialmente tre o quattro: dalla lettera del Papa alla
diocesi e alla città di Roma, agli orientamenti pastorali per il prossimo decennio e la lettera che li
accompagna del Santo padre. Non da ultimo naturalmente la traccia che avete scelto per questa
giornata: Educare alla pienezza della vita.
Io credo che oggi si potrebbero fare le stesse considerazioni e riflessioni che aveva fatto Nosengo
nel libro La persona umana e l’educazione.
Partiamo proprio da quella definizione di educazione Gesualdo Nosengo scrisse nel 1948
servendosi di una arte didattica continuamente perfezionata - coordinandosi con tutti gli altri
educatori della medesima persona - svolge a servizio di una particolare persona umana, libera e
in formazione, per sollecitare ordinatamente le spontanee e buone attività assimilatrici delle sue
potenze, e così promuoverne il graduale ed armonico sviluppo verso la loro piena attuazione, onde
l’uomo possa, così formato e capace di azione perfetta, avviarsi, nella pienezza delle sue forze, verso
il conseguimento di quella perfezione che rende capaci del possesso di Dio mediante la conoscenza e
l’amore soprannaturali.
l’azione:
● L'azione è, dal punto di vista filosofico, l'intervento di un ente su un altro ente, così da
modificarlo. L'azione, nel senso comune, è però vista anche in contrapposizione al pensiero
e all'apparente inerzia della vita dedicata alla riflessione. In questo caso la intendiamo come
la praxis, che riguarda un agire che ha senso di sè in se stesso. Tutte le azioni morali, positive
o negative, rientrano in questa accezione: agire come pratica, termine equivalente, in questo
caso, di morale. Nella Scolastica, ad esempio in San Tommaso, questo significato dell'azione
veniva espresso con actio immanens, azione immanente, che trova il senso all'agire all'interno
dell'agire stesso. Non si tratta perciò di i poiesis per la quale l'azione transitava, passava su
qualcos'altro.
● interpersonale,
relazione,
chi?
enuove generazioni hanno bisogno di una traduzione, di una mediazione che renda
Attori dell’azione: uomo e particolare persona umana: la distinzione fra educatore e d educando.
Infatti l’educatore deve essere colui che ha raggiunto già uno stadio non tanto superiore, quanto più
stabile, che si è radicato nel proprio terreno fertile (la fede) con cui alimenta la propria ragione, il
proprio intelletto.
a. investito di
i. responsabilità
ii. ed autorità,
b. mosso da amore. L’amore: grande fuoco alimentato per forza dalla fede: l’amore
di Dio per noi è stato così grande da darci Suo Figlioe poi in Giovanni troviamo il
gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti
sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 34-35).
perfetto d'essere".
d. seguendo le norme
gli strumenti per essere pronti alle esigenze, le metodologie devono essere
parla di arte didattica... per cui qualcosa di talmente profondo in noi che dovremmo
f. coordinandosi con tutti gli altri educatori della medesima persona: la condivisione
circoli sportivi, oratori, gruppi e associazioni, scuole) che vedono l’educando come
membro effettivo?
a. umana,
b. libera
c. e in formazione,
● ed eccolo qua questo educando cone lsue peculiarità: essere umano, per cui non
ancora uomo, ma pur sempre figlio di dio; libero e in formazione: stati biologici e
razionali. Sta proprio qui la sfida: occorre trovare un giusto equilibrio tra la libertà
libertà
Risultato:
● per sollecitare ordinatamente le spontanee e buone attività assimilatrici delle sue potenze,
Motivazione:
onde l’uomo possa, così formato e capace di azione perfetta, avviarsi, nella pienezza delle sue
forze, verso il conseguimento di quella perfezione che rende capaci del possesso di Dio mediante la
E’ una grande sfida questa dell’educazione... ma non perchè gli educandi sono difficili, ma perchè gli
educatori forse non sono all’altezza.
Quanto di tutto quello di cui abbiamo riflettuto lo ritroviamo nelle nostre scuole, nelle nostre
associazioni... o meglio quanto di tutto questo rimangono solo parole, pensieri e poche azioni...
anzi molte omissioni.
Nosengo nella preghiera a Gesù maestro chiede il Suo aiuto per trovare la via delle intelligenze e
dei cuori e a lottare con fiducia e coraggio nei pericoli e nelle tentazioni affinchè i ragazzi possano
incontrarlo sulla loro strada e crescere nel sapere e nella virtù, anche attraverso il impegno e
la testimonianza degli educatori. Inoltre chiede a Gesù l’aiuto a vivere con gioia e ad animare la
scuola, affinchè diventi una comunità accogliente e produttiva di competenza e di umanità
per tutti.
Se tu rallenti,
essi si perderanno
se ti scoraggi,
essi si fiaccheranno
se ti siedi,
essi si coricheranno
se tu dubiti,
essi si disperderanno
se tu vai innanzi,
essi ti supereranno
se tu doni la tua mano,
essi doneranno la vita
se tu preghi,
essi saranno santi.