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il Fatto 13.3.

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Per fortuna c’è la Costituzione
di Bruno Tinti
Ho partecipato a una trasmissione radiofonica sulla epocale riforma della Giusti
zia progettata da B&C. Per farmi iniziare bene la giornata (erano le 8 di mattin
a), il conduttore mi ha informato che Santanchè aveva affermato su non ricordo qua
le giornale, che i magistrati di Bergamo dovevano dimettersi perché “se avessero imp
iegato per le ricerche le stesse risorse e tecnologie che hanno speso per indaga
re sulle ragazze dell’Olgettina forse Yara sarebbe ancora viva”. Non sono riuscito a
trovare commenti adeguati. Poco dopo è intervenuto Gasparri che si è lamentato perc
hé io avevo detto, parlando della riforma (dopotutto questo era il tema della tras
missione) “questa gente dovrebbe spiegarmi perché istituire un secondo Csm ridurrà i t
empi dei processi”. Non gli è piaciuto il termine “gente”, ha detto che era “offensivo e m
inaccioso”. Anche qui non sono riuscito a trovare commenti adeguati. Naturalmente,
sullo specifico problema che avevo sollevato, Gasparri nulla ha detto.
Intanto B&C hanno portato la riforma in Consiglio dei ministri: e da qui andrà in
Parlamento. Diciamo che, come nella migliore tradizione, c’è una notizia buona e una
cattiva.
QUELLA CATTIVA: la riforma epocale l’hanno studiata Alfano e Ghedini, buoni giuris
ti al servizio, ahimè, di cause sbagliate (soprattutto Alfa-no che non è l’avvocato di
B. e che non ha nel suo mandato di impedire che questi finisca in prigione). Si
cché, hanno scritto una riforma ottima per B&C ma pessima per il paese: per i moti
vi che sto spiegando da 4 anni (prima in un paio di libri e poi con i miei artic
oli), la riforma darà il colpo di grazia alla giustizia italiana che non riuscirà più
a mettere in prigione un solo delinquente. Il che, d’altra parte, è proprio quello c
he vogliono, visto che tra quelli che ci dovrebbero andare ci sono B. e molti su
oi C. Ma, nonostante questo, sarà approvata dal Parlamento perché sarà votata da Santa
nchè, Gasparri e tanti altri noti giuristi che, senza capire un acca di quello che
fanno, metteranno la croce dove gli verrà detto; e, nel frattempo, pronunceranno
frasi immortali come quelle che vi ho raccontato all’inizio.
Quella buona: siccome abbiamo la fortuna di avere una Costituzione stupenda e fu
rba assai, il pericolo di iniziative come questa è stato previsto e, nei limiti de
l possibile, si è tentato di arginarle: le leggi che prevedono stupidaggini perico
lose per la sopravvivenza dell’ordine civile e democratico debbono essere approvat
e 4 volte: Camera, Senato, di nuovo alla Camera e poi di nuovo al Senato; e, se
una delle 2 Camere fa una modifica, anche questa deve essere approvata 4 volte,
quindi si ricomincia con il balletto. Dovremmo fare a tempo a morire di vecchiai
a; ma va anche detto che B&C sono molto determinati e che B. è molto ricco; e i re
centi avvenimenti dimostrano che “questa gente” vede facilmente una grande luce: bas
ta fornirle buoni motivi. Sicché, magari in un paio d’anni, la riforma epocale sarà ap
provata dal Parlamento. Ma, ecco la buona notizia, questo non basta: trattandosi
di leggi che modificano la Costituzione, debbono essere sottoposte a referendum
popolare. Veramente questo non è proprio sicuro, perché, se il Parlamento le approv
asse con una maggioranza di due terzi, il referendum non si farebbe. Ma non cred
o che l’opposizione possa votare un obbrobrio del genere. È vero che finora non è stat
a molto efficiente (capolavoro di understatement) ma fino a questo punto...
COSÌ, SE IL PARLAMENTO approva la riforma a maggioranza semplice, si va al referen
dum; che, trattandosi di leggi costituzionali, non richiede il quorum. In altri
termini, non è necessario che il 51 per cento degli elettori vada a votare; se ci
vanno anche solo in 1000, il referendum è valido. Il fatto è che questo referendum è m
olto tecnico e i quesiti saranno molto complicati ; per dire, a Santanchè, Gasparr
i e gente come loro toccherà spiegarli per bene. Anche la stragrande maggioranza d
ei cittadini non ci capirà niente, non si renderà conto che il tutto serve per evita
re la prigione a B&C, che dunque è una cosa importantissima e che si deve proprio
andare a votare. Certo, Tv e giornali di B&C dispiegheranno tutta la loro potenz
a di fuoco; ma, ecco la mancanza di un partito vecchio stile, radicato sul terri
torio, con le sezioni, gli iscritti, la passione e l’ideologia, per intenderci una
cosa tipo Pci: il ministero della propaganda potrebbe non essere sufficiente; e
i cittadini andranno comunque al mare. Non tutti però: quelli che capiscono, loro
a votare ci andranno; e la gente (gente, con buona pace di Gasparri, non è parola
offensiva o minacciosa) che capisce assicurerà alla riforma epocale di B&C la fin
e che merita. Così come è successo per gli altri referendum sulla Costituzione (2001
e 2006): perché il ministero della Propaganda lavorerà pure al massimo; ma le cazza
te restano cazzate.
Sarà istruttivo constatare come la stessa gente che non ha voluto l’election day per
il referendum sul legittimo impedimento (costo aggiuntivo: 300 milioni circa) s
i dannerà per trovare un qualche accorpamento del referendum sulla riforma epocale
con altre elezioni. Al solo fine, si capisce, di imbarcare tutti quelli che, se
nza capire, straparlano e votano.

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