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QUESTIONE FEMMINILE
E TERZA INTERNAZIONALE
De Donato
Prem essa
5
propone il discorso ideologico e o r g a n iz z a t i d d
'rendo agli interventi d i singoli pensatori e m o v ìm en t?**0 «**.
della presente ricerca, ch e in ten d e parallelam ente c i Ca*o
lacuna della storiografia terzintemazionalista-. solo di t ° m9re una
anni '7 0 , — e parzialm ente — l'argom ento ha r/sv e S T **’
resse dei ricercatori in sp ecie in G erm ania. g at° f’jnte
H o lavorato alla Fondazione G iangiacom o Feltrinelli di zu
ma soprattutto aJJa Fondazione L uigi Einaudi d i Torino ‘ j an°.
potuto consultare una gran massa d i docum enti avvalendo ^
di proficui incontri e scambi culturali con colleghi e amie'
stessa Fondazione. N e ringrazio pertanto il Com itato sti* ^
che mi ha anche assegnato una borsa d i studio p e r m e t t e n d o m i
svolgere gran parte della ricerca. 1 di
Rivolgo il m io pensiero riconoscente al p rofesso r Gian M
Bravo, che, con la sua guida sensibile e paziente, seguendom i T °
rante tutto il m io lavoro, m i ha aiutato a superare anche i °
blemi di carattere m etodologico. Un vivo ringraziam ento d e v o ^
professor Aldo A gosti p er averm i incoraggiato ad avviare ia ■
xrca , fornendom i poi sempre preziose indicazioni sulla storia del
Zomintern e alla professoressa Franca P ieroni Bortolotti p er •
■ilievi riguardanti specificatam ente la questione fem m inile.
Infine desidero esprim ere un sentim ento d i com m ossa gratitu-
line a Camilla Ravera ricordandone la partecipazione affettuosa
ti miei studi. Alla sua figura esem plare d i m ilitante d ed ico il ]a-
I.
Le prime deliberazioni
del Comintem sulla questione femminile
( 1919- 1921)
1. Questione femminile fra II e I I I Internazionale
1 Lo scritto della Zetkin risale all'ultimo periodo della sua vita, quando
in clima di * socialfascismo si criticava severamente la linea socialdemocra
tica. Presenta tuttavia riferimenti storici significativi anche per un confronto
fra la linea della II Internazionale sulla questione femminile e la posizione
comunista, cfr. C. Zetkin, Zur Gescbichte det proletariscben Frauenbewegung
Deutscblands, Verlag Roter Stern, Frankfurt 1971, pp. 212-23.
9
I
10
fronte alla combattività dimostrata dalle operaie e sotto la pres
sione delle proprie iscritte, fu costretto a superare l’iniziale pre
giudiziale antifemminile e a istituire una specifica commissione
che, a partire dal 1908, si dedicò alla propaganda in favore del
voto alle donne V Si occupavano della questione femminile anche
associazioni formate da donne appartenenti a classi sociali diverse:
ad esempio, la National Women’s Trade Union League (N w tcjl ).
sorta nel 1903, che presentava una sostanziale ambiguità nelle sue
parole d ’ordine « giornata di otto ore », « salario sufficiente »,
« difesa del focolare », come anche nella ricerca del consenso delle
classi medie e dell’alleanza con l’American Federation of Labor *.
In Inghilterra, sulla base della rivendicazione del diritto di voto
alle donne, si verificarono alcuni momenti di incontro, per quanto
non privi di contraddizioni, fra femminismo e partiti. Dapprima
Emmeline Pankhurst si avvicinò all’Indipendent Labour Party ( I l p )
allo scopo di ottenerne l’appoggio nella campagna suffragista. A cau
sa dello scarso interessamento dimostrato dal partito456, l’organizza-
zione successivamente fondata dalla Pankhurst nel 1903 — la
Women’s Social and Politicai Union (W s p u ) — prese le distanze
dall’lLP e, nella sua lotta, per il voto alle donne, cercò l’alleanza
del Labour P a rty 7. Nel 1912 essa però si allontanò anche da que-
11
s«'ultimo che durante un suo congresso svoltosi in quell'anno si
era pronunciato contro i metodi violenti usati dalle suffragette’ .
Nel 1914 per iniziativa di una figlia della Pankhurst, Sylvia, sorse
la East London Federation of Suffragettes ( E l fs ) — denominata
dopo la guerra W orker’s Socialist Federation (W s f ) — che era
composta dalle operaie della East End di Londra; tale organizza
zione, pur impegnandosi anche per la causa suffragista, si poneva
come obiettivo prioritario l’educazione rivoluzionaria delle lavora
trici
In Italia, a causa della situazione economico-sociale e della tra
dizione clericale, già nell’Ottocento — con poche eccezioni, si deve
però ricordare Anna Maria Mozzoni10, — l’interesse per la con
dizione della donna era circoscritto all’ambiente salottiero bor-
12
ghesc. In questo contesto il Partito socialista italiano, anche per
ché risentiva dell'influenza positivista, non riusef a superare Fim-
postazione economicista e nel contempo egualitario-paritaria della
questione femminile. Tale limite si rifletteva nel gruppo redazio
nale della rivista femminile del partito, « La difesa delle lavora
trici », che si limitava a trattare i temi specifici delle donne occu
pate, sostenendo tutt’al piu la rivendicazione del suffragio, senza
affrontare altre problematiche in grado di interessare piu vaste
masse femminili.
In Germania le rivendicazioni femministe, suffragiste e aboli-
zioniste di ispirazione liberale, provenienti dai paesi anglosassoni,
non trovarono un terreno favorevole alla loro diffusione, poiché
l’autoritarismo guglielmino condizionò profondamente l’ambiente
culturale e politico generale. La posizione di isolamento in cui agi
il Bund Deutscher Frauenvereine (BDF-Federazione delle associazioni
femminili tedesche), già costituito nel 1894, era aggravata dalia
presenza al suo interno di tendenze socialdarwiniste nella loro
versione più conservatrice e nazionalista, intese ad esaltare da un
lato il ruolo materno e da un altro il principio della « sopravvi
venza del più idoneo ». Non a caso — in occasione del dibattito
sulla depenalizzazione dell’aborto — il B d f assunse un atteggia
mento di netta ostilità nel timore che un calo del tasso dalle na
scite provocasse un indebolimento della nazione da un punto di
vista razziale11. A causa delle profonde divergenze ideali non fu
possibile un’alleanza con il movimento femminile socialdemocrati
co che, sotto la guida di Clara Zetkin I2, privilegiava l’analisi dei
13
problemi specifici delle lavoratrici e la loro m obilitazione13
stessa Zetkin, il cui contributo al dibattito sulla questione fem ^
nile nella II Internazionale ebbe un significato anticipatore ^
quello successivamente svolto dal Com intern, si batteva già ajj ^
perché fosse riconosciuto alla donna un ruolo sociale e polem' ^
adeguato aJFimportanza economica che essa veniva assumendo ^
seguito al suo sempre piu largo inserimento nel processo produ^
tiv o 14. Per questa sua posizione essa fu isolata rispetto alla ma
gioranza dei membri della I I Internazionale che, ancora legati &
vecchi pregiudizi, si limitavano a rivendicare per le donne il dì
ritto di voto e una legislazione a tutela della lavoratrice 1S, trascu-
rando l'importanza dell’organizzazione delle masse femminili ’6
14
2. L'intervento del Com intern sulla questione fem m inile negli
anni '79-'20
15
tempo però riteneva spettasse ai e donne « riform are i Co
familiari e impartire ai tìgli u n ’educazione socialista che li pt^
parasse alla Repubblica dei soviet » . N on solo non si metteva in
discussione la funzione educativa femminile nell ambito domestico
ma non si faceva alcun riferim ento alla necessità di creare una rete
di servizi sociali che rendesse possibile l ’effettivo inserimento della
donna nel processo lavorativo. Il Com intern avrebbe rivolto Ia
sua attenzione alla realizzazione di tale obiettivo soltanto nei suoi
successivi interventi sia congressuali che pubblicistici. Soprattutto
questi ultimi erano intesi a superare il m ero rivendicazionismo pò-
litico che aveva contraddistinto la posizione dell Internazionale so
cialista sulla questione femminile. Significativamente la comunista
russa Lilina definiva nel '2 0 il diritto di voto « una riforma da
poco » affermando:
16
I
17
1
18
sta femminile intemazionale, la dirigente tedesca — a differenza
del capo bolscevico — sosteneva che alla tematica sessuale e ma
trimoniale « in regime di proprietà privata » erano connessi mol
teplici problemi, « causa di contraddizioni e di sofferenza per le
donne di tutte le classi e di tutti gli strati sociali * 25 e insisteva
perciò sulla necessità che il partito approfittasse di tale situazione
per estendere la sua propaganda alle più vaste masse femminili,
comprese le casalinghe, le professioniste, le insegnanti, per favo
rire anche in loro la formazione di una coscienza rivoluzionaria.
Lenin, invece, rifiutando di porre Pacccnto sui problemi sessuali,
nella preoccupazione che distogliessero le energie delle masse pro
letarie dall’obiettivo della rivoluzione, ribadiva che « tutti i pen
sieri delle operaie, delle donne lavoratrici » dovevano mirare alla
presa del potere. Inoltre, sottovalutando Pimportanza di un’allean
za fra le lavoratrici dell’industria e gli altri strati sociali femmi
nili, riaffermava con vigore il ruolo di guida che doveva essere
assunto dalle militanti comuniste 26.
Al II Congresso del Comintern svoltosi nel ’20 nell’entusiasmo
generale dovuto ai successi dell’Armata rossa e all’adesione di nu
merosi partiti all’Internazionale comunista, fu presentato un do
cumento sul movimento femminile — redatto da Clara Zetkin —
che rifletteva il generale clima di ottimismo ed anche l’intransigenza
ideologica dei « ventun punti » del programma approvato in quella
stessa sede congressuale dalla I I I Internazionale.
In tale risoluzione la Zetkin insisteva sulla necessità che i par
titi affiliati svolgendo un’efficace agitazione per favorire l’adesione
ai principi comunisti delle masse femminili, le « unificassero e di
sciplinassero ». Rispetto a quello del ’19 il citato documento del
Comintern si presentava più particolareggiato nella trattazione della
questione femminile; mentre veniva dato ampio risalto al problema
organizzativo, si teneva anche in debita considerazione la diver
sità dei compiti spettanti alle singole sezioni, nella consapevolezza
25 II corsivo è mio.
26 Pur esprimendo perplessità al riguardo Lenin accettò infine la proposta
della Zetkin relativa a un progetto — poi inattuato— : l’organizzazione di
un largo congresso formato da donne senza partito, cfr. Lenin, L’ematicipo
zione della donna, cit., pp. 107-11.
19
• in differenti condizioni strutturali. La risoluzione
fdivldcv" in .re par.i mpeuivameme dedicar, alla Russia
sovietica, ai paeri capitata! e a quelli «non ancora punti a||0
stadio di sviluppo capi.alis.ico ». Nella prona s, rtbadt, I ,mpor.
tnnza della partecipazione della donna alla lotta per difendere il
regime sovietico dall’offensiva delle forze controrivoluzionarie. So-
pratrutto nei punti quattro e cinque si raccom andava di inserire
le donne negli organi del potere sovietico, nei sindacati, nelle co
operative, negli enti amministrativi c econom ici, nonché in tutti i
settori della vita pubblica, senza escluderle dall’attività scienti
fica2728. Il documento non faceva esplicito riferim ento alle condi
zioni di vita delle donne nella Russia postrivoluzionaria, che costi
tuivano invece l ’oggetto della valutazione incondizionatamente po
sitiva degli organi di stampa del Com intern. Zinoviev per esempio
affermava che soltanto questo paese aveva reso « libere » le donne
mediante la soppressione delle leggi che ne limitavano i d ir itti2?,
mentre Lenin, pur riconoscendo che « restava ancora m olto da
fare per l’emancipazione femminile », rilevava l ’im portanza dei
decreti a favore del divorzio e dei figli illegittimi, condannando
le disposizione « ancora in vigore in tutti gli Stati civili per la
vergogna della borghesia e del capitalismo » 29.
Tutta l’attenzione rivolta dalla pubblicistica del Com intern in
quell’anno alla situazione femminile nella Russia sovietica, pur
assumendo spesso toni trionfalistici, era giustificata dalle effettive
30 Oltre agli interventi già segnalati nella nota 24, cfr. anche: C. Fracassi,
II ciclone Natascia. Rapporto sulla rivoluzione femminile in Urss, De Do
nato, Bari 1975.
31 C. Zetkin, Einleitung zur russiseben Ausgabe der Ricbtlinien zur in-
ternationalen Kommunistiscben Frauenbewegungt in « Die Kommunistische
Internationale», I II, 1921, n. 16, pp. 664-71.
21
... , partiva dal presupposto che il movimento
L . militante te d a *» P « metà de „. 0 , a v a v a
nei settori in cui più alta è la qualifica ■ il che comporta nei paesi
22
capitalistici un miglioramento della posizione sociale e dello stipen
dio — piu rara è la presenza della donna.33
23
comuni-imo sopprime la causa dell'asservimento e dello sfruttamento
dell’uomo da parte dell’uomo, la discriminazione fra il ricco e il ^
vero, lo sfruttatore e lo sfruttato, il padrone e lo schiavo, come anche
l’antagonismo sociale fra l’uomo e la donn a.34
24
possibile l’uguaglianza fra i due sessi « nel campo dell’istruzione,
dei rapporti familiari c della vita sociale » *.
3. Vorganizzazione femminile
25
femminili distinti, al fine di raccogliere l’adesione delle operaie e
delle contadine *.
La risoluzione approvata dal II Congresso prendeva in conside
razione il problema dell’organizzazione delle donne a livello na
zionale, affermando che le appartenenti al partito comunista non
dovevano essere riunite in associazioni particolari, ma iscritte con
parità di diritti e di doveri nelle organizzazioni regionali e chia
mate alla collaborazione in tutte le istanze del partito. Si affidava
tuttavia a quest’ultimo il compito di creare organi speciali per l’a
gitazione e l’associazione delle donne; comitati distrettuali, regio
nali, e, infine, un segretariato nazionale3839.
Riguardo al movimento femminile internazionale, si stabiliva la
creazione in seno al Comitato esecutivo deH’Internazionale comu
nista di un segretariato femminile, com posto da tre a cinque com
pagne proposte dalla Conferenza internazionale delle comuniste e
confermate dal congresso. La risoluzione affermava;
26
Si stabilivano, poi, i compiti del segretariato: in primo luogo,
il collegamento attivo con i comitati femminili nazionali dei sin
goli partiti comunisti e tra i singoli com itati; in secondo luogo, il
compito di raccogliere materiale d ’agitazione e di documentazione,
relativo all'Attività nazionale per eventuali consultazioni41.
I dirigenti deirinternazionale con chiarezza giustificavano42 la
loro opinione sulla creazione di organizzazioni speciali per le donne,
ma le ragioni di questa scelta non erano sufficientemente chiare a
molti delegati che contrastavano ridea che il partito costituisse or
ganizzazioni particolari, giudicandole una forma di femminismo e
un ritorno alle tradizioni socialdemocratiche43. Tale posizione de
rivava evidentemente da una sottovalutazione dell’impegno della
III Internazionale per il riconoscimento dell’effettivo ruolo sociale
e politico della donna.
Del resto movimenti femminili ispirati al comuniSmo erano
già sorti in alcuni paesi, in specie in Unione Sovietica dove dal
1919 svolgeva la sua attività il Zenotdel, la « sezione delle operaie
e contadine del partito comunista » che avviava le donne alla po
litica attraverso circoli di discussione sulle questioni della vita quo
tidiana44. La situazione in Unione Sovietica era però il risultato
dell’impegno che si era manifestato riguardo all’organizzazione delle
masse femminili già dal I X Congresso del Partito comunista russo
(b), del marzo-aprile 1 9 2 0 , in cui si approvò una risoluzione ri
guardante il lavoro fra il proletariato femminile. Essa prescriveva
ai comitati di governo e di distretto il compito di organiz-
41 Ivi, p. 555.
42 La decisione è cosi commentata dal Carr: « L ’Internazionale comunista,
come la I I Internazionale, si basava sulla dottrina dell’assoluta eguaglianza
fra i sessi ed il rifiuto di qualsiasi discriminazione tra essi e ciò faceva si
che non si potesse pensare a un’internazionale femminile autonoma. D ’altro
canto sembrava opportuno disporre di alcune organizzazioni speciali compo
ste da donne e aventi il compito di agire fra le donne». Cfr. E .H .C a r r ,
II socialismo in un solo paese. II. La polìtica estera, ’24-’26, Einaudi, To
rino 1966, p. 923.
43 Lenin non condivideva queste diffidenze: cfr. Lenin, L ’emancipazione
della donnat cit., p. 98.
44 S. Rowbotham, Donna, Resistenza e Rivoluzione, Einaudi, Torino 1976,
PP. 171-4.
27
zflre presso tutti i com itati di p a rtito sezioni di operaie e A
già erano p resenti, di in tensificarn e l’a zio ne in co n fo rm ità co ^
28
femminile in Svizzera. Ne ricordava l’origine con - i r .
— verso la fine dell’Ottocento — delle nrim* 7,ale fusione
sindacato aderente all’Unione svizzera d e iS in d a ca tilo 2I° 'r Un
nava al successivo ingresso delle associazioni femminili n e t P ^ '
socialdemocratico in qualità di sezioni assolutamente i n d l S ^
Sottolineava le conquiste ma anche i limiti dell’azione L o *
momento svolta e metteva in evidenza l’esigenza di un 1
uf Blol r r quali d— - - ei s ; ; :
lotta non limitandoli ai diritti politici per le donne* d
29
serimento delle donne nella generale azione rivoluzionaria. In i
paesi fu tuttavia presente un minor schematismo neirimpostazi
del * lavoro fra le donne *, peraltro non meno ispirato agli idear
comunisti.
In Italia intorno al gruppo torinese delP« Ordine nuovo » a]
cune militanti svolgevano un intenso ‘ lavoro * studiando le condi
zioni di vita e i problemi delle donne dei diversi ambienti sociali
della città. La più impegnata fra esse, Camilla Ravera, ricorda-
30
esserci al riguardo un’impostazione particolare. Tuttavia non dobbiamo
nasconderci che il partito deve avere enti, gruppi di lavoro, commis
sioni, comitati, uffici o quel che piu piacerà con il compito specifico
di risvegliare le masse femminili, di mantenere con esse i contatti e di
influenzarle. Il che è ovvio esige un lavoro sistematico. Noi dobbiamo
educare le donne che guadagneremo alla nostra causa e renderle capaci
di partecipare alla lotta di classe del proletariato sotto la guida del
Partito comunista.53
ss Ibid,
54 Convocation du deuxième Congrès de VInternationale communiste, in
« LTnternationale communiste», II, 1920, n. 1 1 , p. 1752.
55 La propagande parmì les femmes, in «Bulletin communiste», II I , 18
maggio 1922, n. 21, pp. 407-8.
56 II metodo delle ‘ assemblee delle delegate * che iniziava con la nomina
31
Le tesi presentate dalle delegate russe alla conferenza avr l ,
dovuto essere sottoposte, con alcuni em enda m enti, a un com
presieduto dalla Zetkin, incaricata di riclab o rarle e sottopor] ^
fine al Congresso del C om intern; p e r ragioni di tem po c iò ' ^
avvenne e furono approvate dal C om itato esecu tivo. n° n
Fu poi creato il Segretariato internazionale fem m inile con ij
pito di dirigere e centralizzare il lavoro. La presidenza fu affid^'
alla Zetkin e la Kollontaj fu nom inata sua so stitu ta 57 ata
La Conferenza elaborò anche un appello alle lavoratrici di
il mondo. In esso si alternavano due m otivi dom inanti; il W r ^ j0
delle sofferenze causate dalla guerra e, piu in generale dallo sf °
tamento capitalistico, e l ’invito all’organizzazione e alla lotta se *"
distinzione di sesso, rivolto in modo specifico alle lavoratrici ^
milioni di donne, ai milioni di lavoratrici delle fabbriche d el^
officine, degli uffici, delle ferrovie, alle lavoratrici dom estiche !
alle sfruttate del capitale di tutti i paesi » 58.
L ’appello aggiungeva:
Noi donne siamo una grande forza, la quale può affrettare, facilitare
l’avvento del crollo capitalista, se comprenderemo e avremo coscienza
che il nostro posto è là, dove si svolge la lotta per la liberazione dei
lavoratori. In ciascun paese, in ogni città, in ogni villaggio, nel piti
recondito e oscuro angolo i lavoratori devono sapere che la loro libera
zione è possibile solamente con la vittoria di questa fratellanza inter
nazionale. 59
32
Noi soffriamo per le cattive co m p ie rti materiali, per la povertà; la
vittoria dcH’Tc, la vittoria della rivoluzione sociale creerà la possibilità
di distribuire tu tte le ricchezze del mondo in m odo tale da eliminare
ogni povertà; [ . . . ] Noi soffriamo perché su di noi pesano le preoccu
pazioni della casa, dei lavori dom estici, dell’educazione dei figli. La
vittoria del comuniSmo ci darà la possibilità di organizzare l’educazio
ne sociale dei bambini. Infatti ci libera e non solo a parole, dà alla
donna uguali d iritti, la fa uscire dal buio dell’ignoranza e dell’arretra
tezza [•■■!■ Donne lavoratrici di tu tto il mondo! Muovetevi dai vostri
scantinati, tuguri, soffitte, dai laboratori^ dalle fabbriche, dalle officine,
dagli uffici, dai negozi alla lotta per la completa liberazione, diventate
comuniste. E n trate nel partito comunista del vostro paese. Sugli esem
pi del grande passato rivoluzionario, d cll’ancor piu grande presente
movimento proletario, im parate a costruire la propria forza possente;
ma mano nella mano con Voperaio. 60
« Ivi, p. 693.
61 Tesi sui metodi e le forme del lavoro dei partiti comunisti fra le donne,
in Tesi e deliberazioni del I I I Congresso mondiale dellTnternazionale comu
nista (Mosca, 22 giugno-12 luglio 1921), Libreria Editrice del Partito comuni
sta d'Italia, 1921, Roma 1967, p. 192. Durante la discussione che precedette
l'approvazione del documento fu molto ben accolto l’intervento della Zetkin
rivolto a sottolineare l'importanza dello sviluppo del movimento femmi
nile, cfr. Bibliothek der Kommunistischen internationale, X X III, Protokoll
des III. Kongresses der Kommunistischen Internationale, Verlag der Kom
munistischen Internationale, Hamburg 1921, pp. 909-34.
33
i auelle masse di operaie, massaie, impiegate *
per la rivoluzione d ^ ^ p i m e n t o , non vennero sotttat.
contadine che non tu ione capitaUstica della chiesa e dei pregia
te all’influenza della in un modo o nell’altro, inserite nel gran.
dizi borghesi e n o n i ^ comunismo. Le masse femminili deU’Oc.
de movimento libem ^ sono ancora state attratte nel movimen.
f “L — indùbbiamente un « t e g n o del captale e un ogge,t0
di’ propaganda contro-rivoluzionaria.
62 Tesi sui metodi e le forme del lavoro dei partiti comunisti fra le d on-
ne, cit., d . 193.
34
nisti64; per questo si condannava nel modo più esplicito il femmi
nismo borghese;
Ogni appoggio dato dalle operaie alla tattica proditoria dei collabo
razionisti ed opportunisti indebolisce ugualmente le forze del proleta
riato, rinvia la rivoluzione sociale, ritarda la vittoria del comuniSmo e
per conseguenza anche l’ora dell’emancipazione della donna [...]. Ciò
che può dare alle donne il comuniSmo, non le può essere dato in nes
sun caso dal movimento femminista borghese. 65
35
munendo il potere del capitale e il sistema della proprietà privata
il diritto di voto esteso anche alle donne in regime di parlatnen.
tarismo non avrebbe determinato una eguaglianza reale dei sessi. Al
pari dell’istituzione del matrimonio civ ile 67 non poteva sopprimere
'e cause originarie della dipendenza della donna dalia famiglia j
dalla società, data la doppia subordinazione della proletaria dal
capitalista e dal marito e la mancanza di una adeguata protezione
della maternità e dell’infanzia.
Un articolo dell*« Ordine nuovo » dell ottobre 192 1 riproponeva
la linea elaborata al Congresso dellTnternazionale65. In esso, il di
scorso era persuasivo e il tono non più trionfalistico, com e Io era
stato nel ’19 e nel ’2 0 . Si spiegava ancora una volta alla donna
che il comuniSmo era il fine di tutta Vevoluzione storica, econo
mica, politica, intellettuale e morale dell'umanità. Si parlava di una
« ragione comune » per essere comunisti, valida per gli uomini come
per le donne. L'autore aggiungeva che anzi tale ragione era ancor
maggiore per le donne, a causa della m aternità e dello sfruttam ento
da parte dell’uomo che, « schiavo del capitale, co rro tto dalla sua
stessa schiavitù » cercava « di prendere la rivincita su di lei, sog
giogandola e sfruttandola ». L ’articolo si concludeva co si:
67 Tesi sui metodi e le forme del lavoro dei partiti comunisti fra le d o n n e,
cit., p. 185.
68 C. Rappoport, Perché le donne devono essere comuniste , in « L ’Ordine
nuovo», I, 6 ottobre 1921, n. 2 7 8 , p. 4 .
69 lhid.
36
sìone il principio delLeducazione materna. Si asseriva, in confor
mità con la risoluzione già approvata dal I Congresso dell’Inter
nazionale, che
Si aggiungeva anche:
37
crea le condizioni in cui la funzione naturale della donna, la m
nità non contrasti con i suoi doveri sociali e non ne intralci u ,
voro produttivo nell’interesse della comunità, ma al contrario pr ‘a‘
va lo sviluppo armonico della sua personalità nell’ambito della coll*
tività lavoratrice.
74 Ivi, p. 198.
38
j
j
NclJa Russia sovietica la propaganda dell’Idea del comuniSmo per
mezzo dell’azione significa semplicemente l’attrazione delle operaie, con
tadine e impegate in tutti t campi dell’organizzazione socialista, comin
ciando dall’esercito e dalla milizia fino a quelli che riguardano diretta-
mente l’emancipazione della donna (istituzioni per l’alimentazione so
ciale, per l’educazione, per la protezione della maternità e cosi via).75
75 Ivi, p. 210.
76 Si stabiliva, sempre nelle tesi, che le commissioni per l’agitazione fra le
donne dovevano essere costituite presso ogni comitato locale del partito,
presso i comitati distrettuali e il Comitato centrale. Le direttrici delle com
missioni nazionali, distrettuali e locali per la propaganda fra le donne dove
vano avere mandato e voto rispettivamente nei comitati centrali, distrettuali
e locali, dei singoli partiti. Oltre ai già ricordati compiti generali delle se
zioni, le commissioni distrettuali o governative dovevano mantenere il col-
legamento fra le Commissioni per l’agitazione fra le donne del dato di
stretto e la direzione distrettuale, convocare conferenze distrettuali di co
muniste e rappresentanti delle commissioni. Alla commissione centrale (Co
mitato femminile nazionale) spettava, fra l’altro, il compito del controllo del
lavoro delle commissioni.
77 In Italia Gramsci affidò — dopo che nel gennaio 1921 la rivista « L ’Or
dine nuovo » con la stessa testata e lo stesso direttore divenne il primo quo
tidiano del nuovo Partito comunista — a Camilla Ravera l’incarico di curar
ne la « Tribuna della donna ».
39
U lavoro fra le proletarie dell'Oriente deve svolgersi sulla bas< d .
principio di classe. È compito delle sezioni illuminare le donne J
inanità degli sforzi compiuti dalle femministe per riso vere la q«csti a
femminile, combattere contro l’influenza del nazionalismo e dell» rc
ligione.78
78 Tesi sui metodi e le form e del lavoro dei partiti comunisti fra le don
ne, in Tesi e deliberazioni del I I I Congresso mondiale d ellT c, cit., p . 2 9 8 .
79 Ivi, pp. 198-216.
® Lo stesso appello ricordava che il Comitato esecutivo della I I I Inter
nazionale agiva nei confronti delle donne, attraverso il Segretario in
ternazionale femminile, mentre i partiti comunisti di tutti i paesi dovevano
creare un Segretariato o Comitato centrale per la propaganda fra le donne
nonché un’organizzazione o un segretariato presso ogni sezione locale del
partito, composti da donne e da uomini; tali comitati dovevano essere stret
tamente collegati al partito del quale formavano altrettante sezioni. Cfr. La
propaganda comunista fra le donne, in « L ’Ordine nuovo », I , 24 febbraio
1921, n. 55, p. 3.
40
parte dei paesi solo da piccoli raggruppamenti di influenza limi-
tata M*
Il Segretario internazionale era composto di otto membri, dei
quali sei russi: Krupskaja “ Kollontaj, Lilina, Samoilova, Stai, Si-
milova; a esse si aggiungevano Henriette Roland H o lst83 e Rosa
Block per gli filtri paesi, mentre Clara Zetkin ne era la segretaria
generaleM. Esso svolgeva un attività85 pienamente conforme alle
già ricordate tesi di Lenin sull’organizzazione femminile. Se infatti
il Segretariato aveva anche il compito di convocare la conferenza
41
mondiale delle c o m u n i s t e e di organizzare la giornata in t e .
42
nata internazionale delle operaie, peraltro riuscita bene soprat
tutto in Russia, in Germania e nei paesi scandinavi e la convoca
zione della II Conferenza delle comuniste, alla cui preparazione
il Segretariato dedicò ben cinque sedute, le ultime delle dodici
complessivamente tenute in questo periodo. Fu riservato ampio
spazio al lavoro di informazione attraverso lo scambio di opu
scoli, giornali, pubblicazioni88 allo scopo di far conoscere alla Rus
sia l’azione condotta fra le donne negli altri paesi e agli altri paesi
la condotta del movimento femminile della Russia89.
Benché un rapporto del Segretariato presso l’Internazionale co
munista lamentasse difficoltà di comunicazione e debolezza reale
del movimento femminile all’interno dei partiti comunisti, come
pure l’assenza in una serie di paesi di organizzazioni speciali, sul
l’esigenza delle quali aveva insistito la I Conferenza intemazio
nale delle donne comuniste90, tuttavia la Kollontaj, alla fine del-
Panno, commentava:
43
■ , avevano partecipato alla I C o n fe r e n z a ne l9 Jo
di W PKS1, Lcl,e ” La si d ed icò m a g g io re im p e g n o c h e alla „ t(.
Senza dubbio, ad . Uo steSSO la v o ro p re p a ra to rio . All",
cedente, com e e i™0 * e g re ta ria t0 av ev a g ià in c a r ic a to la S ta i, de
nizio di dicem bre, t c o n ta tti p e rso n a li co n i rappresen.
legata d d l.’^ tl’ ° . , MosCa e p o i, neUa se d u ta d e l 2 7 m u *
,an t, stranter, m a un s it0 o rg a n is m o p e t |a
„ 2 1 , aveva ^ ^ ^ , tu tti ,
Id fc L S e M o n n e d e ll’azion e fra le d o n n e fo s s e ro ln
relazione con la funzione essenziale d ella I I In re rn a z to n a le , con-
sisrente nel « raggruppare le forze del p ro le ta ria to c o m p re se le
donne al fine di accelerare l ’evolu zione d ella cla s s e o p e r a ia verso
la conquista del potere ». Si chiariva:
44
sociale vi prendono parte, come ha già mostrato il recente Congresso
delle donne d’Oriente.93
43
L ’attiv ità svolta dalla C o n fere n z a d el '21 fu in
,e n » p e r prirrtn co sa, «He d elegare fu ro n o d tsrr,b u tti
T ' t m7Ìone econ om ica e g iu rid ica delle donne, Sulla „ S
zio e fem m inile n e ll'in d u stria, su lla p a rte c ip a z io n e d elle o p t H
sindacati e so p rattu tto nelle organ tzzaztom te r z ,m u t u a z io n i,J
b a ca ti e sopra........... . n K conform i agii inintenti
i _____ ^ o n am p n te c o n fo rm i agli dello*),,
te n ti d p llv .,.
u dom ande erano , fo r tific a te il c o l l e g a ^ '
del giorn o: « me io
fcm I„ in ili d ei partiti com unisti, at[.
internazionale . internazionale e p artecip azion e d.1
v iti de. Segretariato prolew ria e p er i d ir i,,! ^
le operaie alla lotta pe
r ,S :ì “ « •" — - * -■ *
lotta:
46
„avi di P™Pa*anda fra le donne a ttm tc nella lotta attiva. In
"lina conformità a queste sue precedenti affermazioni, nella se
còmlfl scduta’ h Kol,° maÌ affromò la questione del Segretariato
femminile, inteso non come organo separato indipendente dall’In.
^nazionale " , ma strettamente collegato a quest’ultima. Sul pro
blema intervenne anche la Zetkin, che individuava fra le cause della
scarsa attività del Segretariato durante il suo primo anno di vita le
difficoltà di comunicazione. Pertanto si discusse sull’esigenza di un
organo ausiliario che contribuisse alla direzione del movimento
femminile in Occidente.
Gran parte della II Conferenza fu dedicata alla discussione sui
metodi dell’organizzazione femminile. Dopo che la Kollontaj ebbe
illustrato le funzioni delle assemblee di delegate nei raggruppa
menti all’interno delle imprese, si parlò della possibilità di appli
care questo modello organizzativo nei paesi capitalisti. Per l'Orien
te, invece, al primo posto si poneva il problema della stessa diffu
sione dei principi comunisti.
La rappresentante dell’Ungheria, dove il movimento femminile
era quasi scomparso per il ‘ terrore bianco ’, riferì dei tentativi
di costituire presso le organizzazioni comuniste, ridotte ormai a
vita clandestina, sezioni per la propaganda femminile.
La discussione sui metodi vide in disaccordo la Kollontaj e la
Zetkin, la prima decisa a sostenere l’esigenza di nuclei comunisti
fra le operaie, la seconda, ribadendo le idee già espresse nelle con
versazioni con Lenin, più interessata alla propaganda fra le casa
linghe e le intellettuali. La Lilina intervenne per sostenere, fra
l’altro, la necessità di usare ogni strumento per la propaganda
delle idee comuniste:
w Uno dei membri del segretariato era anche membro dell’Ic, come si è
ricordato.
47
* * t,forme. dd
smo c all instaurazione
i r . m x - z
ai rapporti i n ,e m a n a l i , c o n t a b i l i a,mene
L i sei mesi. Veniva anche decisa per migliorare e regolare ,1 col.
legamento del movimento comunista femminile fra tutti i paesi
la costituzione in Europa occidentale di un organo auadtano del
Segretariato, con compiti esecutivi. Esso doveva dipendere dalle
direttive del Segretariato centrale di Mosca e dell Esecutivo del-
l’Internazionale comunista10101.
La Conferenza costituì, nel complesso, una conferma della linea
politica della 111 Internazionale nei confronti del movimento fem
minile e ribadì il rifiuto di una sua divisione all interno dei partiti
comunisti
48
• ento delle donne ha oggi un’enorme importanza per lo svi
li rD^vJj jotta rivoluzionaria [...]. Abbiamo perduto qualche illu-
IUPP° «juHa rapidità d’evoluzione della rivoluzione mondiale, le nostre
8ÌOnC•S azioni si sono ingrandite e fortificate, abbracciando nuovi pae-
o^nuovi stratj del proletariato. Ma i nostri nemici non hanno dor-
81 C e ciò prova che la lotta intrapresa sarà accanita, richiederà una
mlt° e tensione di forze, una utilizzazione esatta e abile di tutte le
Cn° nonenti del movimento proletario. In questo movimento la donna
W dev’essere e non sarà piu un’infermiera nel senso politico della
n«ola, una simpatizzante; ma una partecipante diretta del fronte ri
voluzionario comune.103
(1922-1928)
e questione fem m inile
1. La condizione femminile negli anni Venti
53
rivolta ad esclu d erle e dal ruolo e « t l.
della t r a d i r n e ««| > ; ione s o d o -p o li.ica .
domestico e dalla jn s e riron o senza d.fficol à ,
In queat» " tava„ o com e o r g a n i z s o ™ apolm che, in,
Icmminili ', c t e »■ P" * ticam Em e a s s is te n ti,, trasfo rm ate, M i
erdassiste e Pr08 ram . associazioni di m assa. N e l 2 7 il conso.
dal, '25,. in de'
vererepime
e .P r0Plesasperò
„ „ lfl ulteriorm
u lte rio rm ente
en te 1l ’im
im postaztone i,W
postatone id *,
Irdnmen cr , ^ a esaltare il ruolo della famiglia cari.
candola di contenuti ancor pid ' v i r i t e l a ' e ' mtsogtm ' con K
b e t t i dell'incremento della campagna demografica: lm tem o « ,
d riuscire a superare la crisi del modello familiare patriarcale e
a .oriiario seguita, sia pur in modo confuso, all ingresso mas,kci„
delle donne nel mondo della produzione durante .1 periodo bellico.
L e associazioni fem m in ili clericali presenti anche se in numero non
rilevante, svolgevano ad ottenere
un ruolo ausiliario, riuscendo
l’adesione delle m asse femminili al fascismo. U n eccezione era co
stituita da alcuni gruppi di lavoratrici che, attraverso il lavoro —
in specie nell’industria tessile, ma anche nelle risaie — avevano
acquisito la coscienza di classe e lottavano per il miglioramento
della loro condizione di lavoro con scioperi e altre dim ostrazioni1.
54
strc I. piu grande « » e ,a z ,o n c fem m inile del periodo, pur trasfnr
— si de lega d. em , . « i s . e n a . l i e di opinione « d ic a le in orna
nteasione corpora„v,s „ea. La sua incapacità di trovare u n , sòl, ‘
f™ democrauc, a ll, questione fem m inile era dovuta al rifiuto
ella mediazione de, p a r,,,, e del gioco parlam entare in favore del !
donne Senza mod,ficare ,1 quadro ideale socialdarwinista essa t s Ò
, trasformare, ,n assocazm ne d i gruppi di pressione corporativa
55
propenso a un avvicinamento ai partiti per obiettivi c
giunto il principale scopoperseguito,
in Am erica n e l^ n ^ -
’,
ghiherra nel 1 8 non fu piu possibile una sostanziale int ^ In-
donne delle diverse classi. esa fra j,
NegliStati Uniti le borghesi cercarono soluzioni individ
alle condizioni personali di insoddisfazione, acuitesi per ]» aiSt'c^e
to peso della tecn ologia moderna che ne aveva u lte rio rm ^ ^ 11'
dotto la funzione aH’interno della fam
iglia,mirando all’ins • * ^
nel settore dei servizi e nelle professioni tradizionalmente ^
derate maschili \ Questi obiettivi non riguardavano le operaie0"8'
anche dopo il '20 continuarono a subire la discriminazione6 1 *
riale, in quanto lo sviluppo econom ico am ericano non si era
dotto in miglioramenti sociali, né per lo ro né per gli altri lavo *
tori. Le operaie dell’industria tessile e dell’abbigliamento p J t ^ '
parono agli scioperi sotto la guidadellaTradeUnion E d u c a tic i
League, e non della N w tul, che continuò a perseguire o b ietZ
riform
istici, piuttosto che impegnarsi nell'organizzazione politio
delle operaie. Inpiù di un’occasione — anche ufficialmente durante
1 assemblea generale del >24 - , si conferm ò il coHegamento c J J
I’A f l 45.
In Inghilterra, dopo la conquista del diritto di voto, che pure
soltanto nel ’28 venne esteso a tutte le donne senza lim iti di censo
né di età, non fu piu possibile un incontro fra femminismo e mo
vimento operaio, anche se le laburiste, nello spirito della tradi
zione secondinternazionalista, continuarono a circoscrivere le loro
rivendicazioni a una legislazione protettiva, soprattutto in difesa
della madre.
Negli anni Venti nell’ambito della m iddle class , com e reazione alla
repressione sessuale dell’epoca vittoriana, si m anifestò una generica
spinta ribellistica che mirava soltanto a un superam ento del co-
56
ume sessuale, senza prendere in considerazione tutte le impli-
elioni socio-culturali ad esso connesse. Sotto la pressione di tali
fermenti si giunse nel ’23 a varare un provvedimento legislativo,
il Matrimoniai Causes Act che, legittimando il divorzio per en-
rambi i coniugi in caso di adulterio, coglieva ancora una volta
tra
olo gli interessi delle coppie borghesi6.
s
la condizione delle operaie inglesi era peggiorata salarialmente,
essendo stato ridotto il potere di contrattazione delle Trade Boards
(Commissioni di rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro
sulla questione del minimo salariale). Sotto la spinta dei processi
di contrazione della forza-lavoro occupata, le donne erano costrette
a ripiegare sul lavoro domestico. Nel '22 s’occupò della questione
un gruppo di donne della Trade Union Council, essendosi attuato
nel frattempo il processo di fusione della Women’s Trade Union
League con la stessa Confederazione dei sindacati. Il T u e rappre
sentò, quindi, un effettivo riconoscimento dell’importanza della
partecipazione delle donne al sindacato, incrementandone l’ingresso
e l’attività nelle organizzazioni. Nel '26 l’apporto delle donne allo
sciopero di solidarietà dei lavoratori in occasione della serrata con
tro i minatori, fu particolarmente significativo. Tuttavia, quando
nel 1927 l’intero movimento sindacale subi le conseguenze della
Trades Disputes and Trade Unions Act, intesa a proibire gli scio-
jteri di solidarietà, dopo lo sciopero generale e in presenza della
depressione economica, molte donne già impegnate nella lotta di
classe si ritrovarono in una situazione di isolamento7.
Nonostante le contraddizioni e i passi indietro, nel complesso
gli anni ’20 manifestarono un maggior interesse da parte dell’or
ganizzazione sindacale ad accogliere le lavoratrici. Cosi accadde an
che in Francia, dove, la stessa Federazione del Libro, tradizional
mente ostile all’attività extradomestica della donna, giunse all’ac
cettazione delle iscrizioni femminili; le donne entrarono cosi a far
parte anche dei congressi della Confédération générale des Travail-
leurs unifiés, che era costituita di comunisti e sindacalisti rivolu-
57
, ,025 una donna pori* accedere per la prima v o i,, ^
■t i s t f »
bare attrave
p«
l’em ergere di un intenso dibat-
A questo risultato si «PP sessuali, che presentava
tito sulle questioni < queIle deJ periodo prece-
pero ca ra tte ristich e entram be le epoche
dente e su ccessivoalla morte di Lenin, in . . . . . . .
comunque le discussioni riguardavano gli interventi d, AI ksandra
Kolioiuaj, intesi a negare una soluzione meccanicistica della quc
stione femminile. La Kollontaj, attraverso una presa di posizione,
che nel suo anticonformismo rimaneva tuttavia fedele ai principi
marxisti, si inseriva nel dibattito sulla questione femminile con
un contributo originale che attribuiva al lavoro la prerogativa di
permettere alla donna l’affermazione della sua personalità. Tale
concezione, prendendo le distanze del movimento femm inile bor
ghese, postulava il superamento della tradizionale sottom issione
al sentimento amoroso e proponeva la figura della * donna nubile ’
e i’ * amore gioco’. Proprio perché sottolineava la necessità della89
58
*
s0cializzazione dell’attività domestica e dell’educazione dei figli,
il discorso della Kollontaj rimaneva in un’ottica rivoluzionaria.
Essa mantenne tale visione libertaria anche dopo il 1922, dopo
aver abbandonato la linea dell’Opposizione operaia (che per molti
mesi l’aveva indotta a rivendicare più democrazia all’interno del
partito e il controllo deH'economia da parte dei lavoratori attra
verso i sindacati). Gli attacchi della stampa del partito, che riflet
tevano una diffidenza nei suoi confronti non solo a causa della
posizione sostenuta in relazione alla problematica sessuale, si in
tensificarono verso la metà degli anni Venti, dopo la morte di Lenin.
Nella situazione caratterizzata dalla ‘ corruzione ' giovanile, dal di
lagare della prostituzione, da un diffuso ricorso all’aborto e dalla
preoccupante mortalità infantile, la Kollontaj divenne il simbolo
di un pericoloso ‘ permissivismo \ Attribuendole ingiustificatamente
la ‘ teoria del bicchier d’acqua ’, ne veniva travisata la portata del
messaggio ed era impedito di fatto lo sviluppo del dibattito sulla
questione femminile10.
Per una migliore comprensione dello sviluppo dell’organizzazione
femminile comunista cinese, sorta nel 1922 con la creazione da
parte del P c c di una sezione di donne, è opportuno ricordare l’e
sistenza già all’inizio della repubblica borghese, nel ’12, di un mo
vimento influenzato dalle suffragette occidentali, ma impegnato an
che nella lotta contro la società feudale patriarcale. Lo sviluppo
del movimento per i diritti delle donne assunse una duplice di
mensione; una più specificatamente ‘ femminista*, comprendente
le masse femminili più numerose — soprattutto studentesche, ma
anche contadine — , l’altra riguardante invece le operaie. La tra
dizione femminista fu mantenuta dal Kuomintang, che svolgeva
un’intensa attività fra le donne allo scopo di creare dei gruppi a
sostegno dei loro diritti, in conformità alla politica nazionalistica
da esso perseguita. Il Partito comunista invece era impegnato in
59
un lavoro di sensibilizzazione rivoluzionaria delle
masse f
nili eri>tìii
Nell'ambito socialdemocratico, nelle Conferenze della .
ricosti,
Internazionale operaia socialista, svoltesi nel ’2 5 a M a rsig lia '^
Bruxelles nel ’2 6 e nel ’2 8 , si continuava a rivendicare la p a
zione legale delle operaie e il diritto di voto alle donne in *
paesi che ancora non l ’avevano loro concesso ,2.
La stessa Organisation internationale du Travail, già fondata ne|
1919, inseriva nell’ambito del programma di riforme legislative
anche la protezione della lavoratrice, confermando questa posizione
nel corso degli anni Venti, anche se a partire dal Congresso di
Parigi del 1924 apparve la tendenza contraria a una regolamen.
tazione speciale*3. Nello stesso ambito di impegno legislativo si
svolgevano i Congressi dellTnternational Council of Women (Icw),
sorto a Washington nel 1888 all’insegna del pacifismo. Nel 1925 si
giunse alla significativa costituzione di comitati congiunti dellTcw
e dell’Organisation internationale du Travail che riprovavano ]a
comunanza di aspirazioni circoscritte alla tutela sociale delle
donne M.
Intervenendo sul movimento femminile socialdemocratico degli
anni *20, la Zetkin lo accusava di ridotta coerenza rivoluzionaria,
esprimendosi in termini estremamente critici, conformi al piu ge
nerale progetto terzinternazionalista:
60
on nella sostanza; esso non precede piu i partiti e i
, «scolo?*- 1112 " M i collegato, chiarendo i problemi della questione
lindacati con. ' ?andone l’azione; esso è il docile servo di questa orga-
servizio della grande borghesia.»
nazione al *
r
{ ^ conquista delle masse femminili
61
.- i t o l i quali quello apparso sull’ « O rd in e nuovo» - ,
, I t e proletarie debbono entrare n ei quadri d e l i b e r a i
— U„ forre richiamo a una maggiore cq„sapevo° £
liiic» Le dorme erano invirate a leggere , programmi del pa,‘
^ " o m u n is r a e a meditare su di esst:
Debbono r i t t a » i| C ™ S l ’" ^
f c S - i : creare e che Uberert anche le donne dall, ^
schiavitù da cui ora sono oppresse.
Zetkin spiegava:
S r /i/r r -
una commissione incaricata di studiare la situazione Confer? nza fu nominata
donna e il ruolo femminile nel * t o s o n e economica e sociale della
la commissione iniziò i lavori dei quaìTfomf noti3*0’ S ?nd? S° 11 Congresso,
“ òsche Fraueninternationale» d t sL T l nvista « K e Kom-
m « Die Kommunistische FraueninternationsV Mut*er*chciftsfursorge, in
ett tn der geselhchaftlicben Wirtschaft in «Die ir V 6 e Frauenar-
ternauonale», D, 1922, 9/10. ’ ln Dle Kommunistische Frauenin-
’ n‘ Pp. 123^
62
f ; ,-nilitante tedesca ricordava che il capitalismo dilatava in
l 1 j ej|a democrazia i privilegi dei ricchi, benché « parassiti »,
|r; n0lTie ^fiutava contemporaneamente istituzioni e misure sociali
| mentr^ ajjeggerire la sorte delle lavoratrici che invece « con la
teSC a il cervello sono moltiplicatrici del benessere e della cultura
man0 e 2g
della società » •
In ogni occasione veniva ribadita la natura politica della con
dizione della donna e si perveniva alla condanna del capitalismo,
mettendo in evidenza la comunione di interessi fra proletariato
femminile e maschile.
Il Partito comunista d’Italia, per citare un esempio, nell’affron-
tare il tema della prostituzione, « dichiarata libera per l’egoistico
concetto di libertà che ha il solito sapore di sarcasmo nella facile
filosofia democratica », concludeva invitando tutte le donne all’im
pegno rivoluzionario nel fronte unico dei lavoratori contro il ca
pitalismo e il regime borghese.
20 Ivi, p. 124.
21 II Partito comunista d'Italia, sezione dell’Ic per la giornata delle donne,
in « L ’Ordine nuovo», I I , 8 marzo 1922, n. 67, p. 1.
22 C. Zetkin, Der Internationale Kommunistische Frauentag, cit., p. 123.
fu fenduto « Berlino e aveva c o m p iti di natura o r g a n a v a e
I L dal momento che la direzione politica del lavoro in te r n i'
L e ’ e l’iniziativa delle azioni internazionali erano riservate a| £
ctariato di Mosca, in d ire tto contatto con l’Internazionale *
l’Ufficio di Berlino, vincolato all applicazione delle risoluzioni <je|j
conferenze e dei congressi internazionali, spettavano la raccolta ?
trasmissione dei materiali concernenti il movimento delle Co '
mste nelle diverse sezioni dell’Io e il collegamento tra il Segreta'
nato e le sezioni. Gli si riconosceva il merito di aver contribuii
al progresso del movimento delle comuniste nell’Europa oecidei
tale, già sviluppatosi in seguito alla II Conferenza di Mosca, graxie
alla quale erano stati possibile un confronto con la condizione dell
donna nella Russia dei soviet e contatti personali delle delegai
tra loro. Mentre si lamentava la scarsità di collegamento con
merica, l’Australia, la Jugoslavia, la Romania, la Spagna, i] pQ
togallo ed il Lussemburgo, si apprezzava soprattutto la propaga H
scritta svolta dall’Ufficio. Quando in collaborazione con lfy tit u
di Demografia di Mosca e il Segretariato internazionale ven^
elaborato un progetto d’inchiesta sulla condizione eco n o m ia
C 8!undlca deUe saIanate in tutti i paesi dopo h
r a l L ' f i f v deBe MlarU,e in tu" i '' Paesi d°P ° fa
Ufficio di Berlino si occupò di trasmettere alle sezioni i rela
’ l, 0CmpÒ, dÌ aUe “ rioni > relativi'
quesiti accompagnati da una lettera esplicativa. Rientrava r J
mstischen Inter
64
articolare delle riviste « Die Kommunistin » (La co-
lingua organo del Partito comunista tedesco per l’agitazione
mUnista)^ ja stamp9 analoga degli altri paesi. Ancora a Ber-
femmiH' ^ Q ara Zetkin, in tedesco, su disposizione dell’Ese-
'Ìn° Cr della IH Internazionale e del Segretariato femminile comu-
CUtlV° rivista mensile « Die Kommunistische Fraueninternatio-
nlS,t0’ U, t 'internazionale delle donne comuniste), apparsa per la
"rima volta 8'® nell’aprile del 1921.
‘ ^ risuitato del ‘ lavoro fra le donne ’ fu uno sviluppo comples-
vamente positivo del movimento femminile comunista, non omo
geneo però, tanto che all’assenza di una sezione femminile in Da-
nUnTrca corrispondeva il buon livello raggiunto in Finlandia, Nor
vegia e Svezia.
Il Partito comunista di Finlandia era ancora illegale e l’Unione
delle donne apparteneva al Partito operaio socialista. Al suo Con
gresso del dicembre '21, quest’ultima si era pronunciata per
la III Internazionale. La Lega norvegese femminile, che esi
steva già da venti anni, perse il suo carattere prevalentemente
piccolo-borghese, aderendo all’Internazionale; essa esprimeva un
mensile, l’« Arbeiterkvinden » (La moglie del lavoratore). In Sve
zia l’organizzazione femminile comunista era giovane, mentre era
consistente la presenza di un vecchio movimento femminile socia
lista irrigidito su posizione piccolo-borghesi. Pubblicava tuttavia una
rivista mensile intitolata « Roda Roster » (Voci rosse)24.
In Germania, Austria, Cecoslovacchia, Bulgaria, Francia, Olanda,
Svizzera esistevano già Comitati nazionali per la propaganda fra
le donne, mentre in Italia si stava organizzando un Segretariato na
zionale, a Roma, presso la sede della stessa Direzione del Partito
comunista. Supplementi femminili ai giornali comunisti erano stati
creati in Germania e Austria « Rote Fahne », in Francia « Huma-
nité », in Svizzera « Vorwarts » di Basilea e « Kampfer » di Zurigo.
Inoltre articoli occasionali e di informazione interessanti per il mo
vimento delle donne comuniste, apparivano anche nelle colonne dei
quotidiani tedeschi, « Rote Fahne », « Provinzpresse », cecoslovacchi
65
« Vorwarts », francesi « Humanité », italiani « L’Ord'
olandesi « Tribune », b e lg i « D r a p e a u r o u 6e e » *c svizzeri
• ,0e nt,ovo
« t-..
Ka%
'" M o t o particolare ai presentava la situazione in U n g h e * d>|
M° ‘ ’ l, in seguito alla controrivoluzione, il diritto di
” ° “ "nne era’ stato soppresso dal governo del conte Bdthlen, M|,„
66
u orna del d,verso sviluppo <fe| movimento femminile i de ri
cercarsi soprattutto nella situazione oggettiva, storico-politica dei
sineoli paest, ma pur anche nella risposta delle varie sezioni alle
direttive terztnternaztonaltste. L'esempio piti probame è , '
dall'Ital.., dove ,1 movimento femminile comunista riuscì a c e
scere e a rafforzare, nonostante il regime fascista. Fu anzi nel „
nodo p reced en te la ‘ marcia su Roma ’ ch e il lavom A»; •
ir. le donne fu condo,ro pid a « . * . e in ^ £ uZdd
solamente ptu tari, a svtncolarsi dalle « disquisizioni femministi
d, stampo Piccolo-borghese o dalle formulazioni umanitarie coniate
da, propagandisti soc,almi », come rileva un'attuale esponente del
movimento femminile comunista, Nadia Spano, «per
saldamente a questione femminile su basi materiali e classiste,,»
La prevalente attenzione alla conquista delle lavoratrici costi
,„.va, orma,, solo la premessa per un'azione piti vasta basata non
67
^ i o n e paternalistica della questione femminile u.
pili su una riva|u fazione del ruolo sociale e politico della don
suHa pten andie jj riflesso della linea teorica che si *
T ak eV° 1 sull’ « Ordine nuovo » tram ite gli interventi di
sviluppando sull « Ravaioli: m,lla
Ravera che, come sostien
68
Ma la piu chiara espressione dell’impegno rivolto dal Partito
comunista d’Italia alla conquista c all’organizzazione delle masse
femminili fu indubbiamente l’intervento di Gramsci alla I Con
ferenza delle comuniste, riunitasi a Roma durante il II Congresso
nazionale del partito, nel marzo del 1922. Egli richiamandosi espli
citamente ai principi di Lenin sull*emancipazione femminile, vi
affermò che bisognava partire dalla conoscenza esatta e differen
ziata delle condizioni di vita e di pensiero delle donne, delle loro
esigenze e aspirazioni e, quindi, creare nel partito e nelle masse
gli strumenti per questo particolare lavoro. Non si possiede, oltre
alla testimonianza di Camilla Ravera, nessun altro documento che
permetta di valutare il contributo di Gramsci alla Conferenza.
Perdutone il verbale ne rimane solamente la risoluzione, redatta
in modo estremamente sommario e impreciso, e un editoriale della
Ravera, intenzionata a collegare le decisioni organizzative con le
condizioni di vita delle operaie, delle lavoratrici domestiche e per
sino delle piccole-borghesi e delle casalinghe33. La Ravera mentre
non accennò allora al contributo di Gramsci, ne riferisce oggi nelle
sue memorie a proposito della interessante discussione avvenuta
nel corso della Conferenza fra militanti che ritenevano non neces
saria la creazione di organismi particolari per le donne e altre che
la giudicavano utile: alle ultime andò l’appoggio di Gramsci che,
tra l’altro, si impegnò a porre la questione nella Direzione del par
tito
La pubblicistica esprimeva piena soddisfazione riguardo all’or
ganizzazione del movimento femminile in Russia, « il paese », per
usare il tono trionfalistico della stampa comunista, « dove è sorta
e si è per la prima volta affermata la rivoluzione mondiale »
Si legge in un articolo dell’ « Ordine nuovo »:
69
miste russe seppero comunicare alle operaie . „
U , flgÌt8trretrate della Russia una profonda fiducia nell'origin^’1'
contadine arretr ^ pro]etariato e la volontà di partecipare alla lot *
jHfrang.bile operaia.»
emancipatrice aeu»
raia c contadina •
Si giustificava il prevalente interessamento per 1 o r g a n a ta » ,*
ricordando la contrapposizione insita tra ,1 lavoro e . suo, dttrn,,
T 1 comuniSmo che vuole l ’uomo libero e « e n t e da un iato
dall’altro il capitale, la sua potenza, una b o rg h e s.a a r.d a e aut*
itaria, il capitalismo e il profitto. In «ale contesto ob.ett.vo *
“l o non poteva che essere la raccolta d, tutte le masse epe-
raie sotto l’insegna del comuniSmo» A tal fine d m o v u n en to
delle comuniste rinunciava deliberatamente ai me o 1 ac t e
femminismo borghese e socialdemocratico e si, proponeva, invece,
l’educazione rivoluzionaria delle donne: « Il movimento femminile
comunista » afferma la tedesca Ketty Guttmann « ha un compito3678
70
che interessa tutto quanto il proletariato internazionale » 39. E lo
stesso concetto esprimeva la Zetkin:
71
r „ „ ,„ I» costi,uziuitc dei s tu d iti speciali di operaie- „ r
.^ « W lc donne nei sindacati che ancora non v, acconsentono. <t
72
La scarsa con sid erazio n e dei problem i specifici derivava anche
dal tim o re che la q u estion e fem m inile si trasform asse in una di
scussione sulla su p erio rità o in ferio rità d ell’uno o d e ll’altro sesso.
A fferm ava la R a v e ra :
73
• J il IV Congresso, riunitosi a Mosca dal 5 nQ
Non a caso q«in° ‘ 22> approvò in seguito ad un ampio dì.
vembre a' 5 diccm ' risoluzioni riguardanti il ‘ lavoro comunista
b aiti» sull'’ r,gT Clm c n u v a n o il ritardo di alcune sezioni in qnt.
fra le donne c h e ^ sez}oni nel ‘ lavoro fra le donne tiaul.
sto campo. L ’flttp l“ • in Inghilterra e specialmente in Francia,
tava carente in con la propria crisi interna aveva
dove il ParUt0’ gl , pnro del Segretariato femminile e alla ces-
proceduto allo saog im dell’« O uvrière » ( L ’O peraia). Piu sod-
sazione della Pulf lica2,^ ee riguardanti l ’Italia e la Bulgaria e non
disfacenti erano le noi ^ rispettivi Segretariati fenv
tanto per il buon lavor ^ spontanea attività rivoluzionaria
minili, quanto pmttos 0 P aveyano fondato leghe e conqui-
delle comuniste che in * rtecipavano coraggiosam ente a scio-
stato simpatizzanti e in i ta Si guardò con particolare
peri C ahte &?*?%£££
entusiasmo al risvegli .
dell’Oriente, dato che la Ka-
si dell’O riente dove esisteva
sparova assicurava c e * M rio nazÌ0 nale, com e in C orea, In-
un forte moviment vi prendeva parte at-
dia, Egitto e persino m Turchia,
uva » .
La Sturm intervenne invece per rim proverare gli uomini del
partito dei loro persistenti pregiudizi verso il lavoro fra le donne,
incolpandoli della bassa percentuale di iscrizioni femminili (in
media 10 % sul totale degli iscritti, con la punta piu alta in Ce
coslovacchia 20 % , Germania 1 1 -1 2 % , Norvegia 15% con tro i
2 % della Francia e F i e 1 / 2 dell’Italia). Lam entando anche l’in
sufficiente numero dei comitati femminili, addirittura inesistenti
in Inghilterra, la Sturm commentava che era im possibile con
« l’odierno piccolo gruppo delle compagne attive adem piere alla
smisurata quantità dei compiti che ci incombono » 50. L e tesi ap
provate ribadivano:
n? 5 &
beiterbewegung », XIX, 1977, n. 2 , pp. 253-64. 86 ^ G eschlchte A r-
74
Il fronte unico proletario può solam ente essere realizzato con la col
laborazione piena di com prensione, energica delle donne e con il loro
inserimento in esso. Con la giusta e solida unione fra i partiti comu
nisti e le lavoratrici, queste possono in certe circostanze essere pioniere
del fronte unico proletario e dei m ovim enti di masse rivoluzionari . 51
si T b e s e n u n d R e s o lu t io n e n d e s I V W e lt K o n g r e s s e s d e r K o m m u n is tis c h e n
I n t e r n a t io n a le , Verlag der Kommunistischen Internationale, Hamburg 1923>
p. 65.
52 L e C o m it é e x é c u t if d e l* I n t e r n a t io n a le co m m u n is te . L ’o u v r iè r e , a d r e s s e
a u x fe m m e s o u v r iè r e s e t m ilit a n t e s d e t o u t le s p a y s , in « La Correspondance
internationale », I I I , 9 marzo 1923, n. 9, p. 140.
53 C. Zetkin, L e 8 m a n ., J o u r n é e in t e r n a t io n a le d e s fe m m e s c o m m u n is t e s ,
in « La Correspondance internationale», ivi, p. 141.
54 K. Guttmann, D ie A b t r e ib u n g s fr a g e in d e n K a p ita lis tis c h e n L a n d e r n ,
in «Internationale Presse-Korrespondenz », I I I , 16 aprile 1923, n. 64,
pp. 517-9.
75
formiste w. Non meraviglia quindi che la Sturm defi •
fcrenza femminile internazionale di Am burgo « una d a ^ ^ ^ °n
sione dcirincapacità della nuova Internazionale di condur^ CSf,res'
letariato nella sua lotta di liberazione o anche solo pe7 ;! pr°-
rivendicazioni attuali », e ne sm ascherasse l ’obiettivo SUe
luzionario: l’opposizione al fronte unico del proletariato56
rasi in occasione del processo di unificazione delle Jnte ■,Un'’
due e due e mezzo, allo scopo di raggruppare le socialde
che di tutti i paesi intorno a un Segretariato femminile in te -^
zionale dipendente dalla nascente Internazionale operaia sociali
la Conferenza femminile internazionale di A m burgo tralasciò •*’
fatti qualsiasi riferimento alle condizioni di vita del proletariato
d ia lotta di classe, e ridusse le specifiche rivendicazioni femminili
76
r
Sopravviveva la tattica del fronte unico, sebbene le sconfitte del
'23 conducessero poi ad un riesame della politica del Comintcrn
e a uno spostamento a sinistra, mentre I ’U r s s e il Partito comunista
sovietico influivano piu che in precedenza sull’orientamento del-
PIc, per cui anche buona parte degli articoli deH’anno riguardanti
la questione femminile erano dedicati al rapporto donna-Partito co
munista russo e donna-sindacati russi, con un’abbondanza di dati
statistici di dubbia attendibilità. Si affermava che nel Partito co
munista russo la propaganda fra le donne occupava 360 funzionari
retribuiti dei comitati provinciali, 1505 funzionari dei comitati di
circoscrizione e 300 dei comitati di distretto, e che nei soviet si era
utilmente registrato un aumento notevole del numero delle elette.
Si costatava anche Tincremento delle donne appartenenti all’am-
ministrazione dei sindacati, del 7 ,3 % nel corso dell’anno in quello
tessile in particolare58. Si ricordava in proposito che i sindacati
russi si erano sempre adoperati per annullare la dequalificazione
femminile nell’industria e avevano rifiutato questo punto di vista
perché voluto dal capitalismo e ispirato al principio del divide et
impera5960. Non si nascondeva una certa preoccupazione per la scarsa
partecipazione femminile al Partito comunista russo, peraltro com
pensata dalla fiducia in un sicuro prossimo incremento percentuale
delle militanti *°. In questi scritti del ’23, piu analitici e obiettivi
77
dei precedenti, c riflessa la preoccupazione del
gema del rafforzamento dello Stato russo e deJl’Jn^00160*0'' J’esj.
munista. Da ciò deriva la loro sostanziale d i f f e r e n z ^ 0^ Co-
quelli del ’ 19 -’20 , già riguardanti la condizione d e l i ? PCtto a
Russia, dove, e non a caso, il riferim ento allo Stato s • ° nna ln
puramente esemplificativo e agiografìco. ,etlCo era
Intanto lo sviluppo del movimento comunista femminile
dava già a dare buoni frutti, com e dimostrò il risveglio dell T ” 1"
nei paesi dell’Oriente, particolarmente significativo per ]0 °nne
di necessità e di ignoranza in cui erano costrette a vivere J n q ^ 0
pone furono fondate una sezione di donne comuniste61 e un’ ^
nizzazione sindacale di operaie, e venne pu re pubblicato u n ^ 3
gano, il « SchokugioFuschin » (La donna nei sindacati). Oltre °u
in Mongolia e in Corea, anche in Cina le donne cominciarono 6
prendere parte attiva alla vita politica. L e operaie crearono anche
organizzazioni femminili indipendenti, poiché fra i lavoratori dei
due sessi esisteva un conflitto dovuto ai pregiudizi e ai costumi
patriarcali che mantenevano la donna in condizioni di inferiorità
Nondimeno le rivendicazioni delle comuniste, inerenti sia alla cen
movimento femminista, sia alla condizione fami
tralizzazione del
liare e sociale della donna, erano conformi a quelle del « movi
mento comunista e rivoluzionario intero », sosteneva la russa Ka-
sparova, « nella sua azione contro il militarismo e l ’imperialismo » «
Il y e„ a près de 39.000, soit 7 ,8 % , in « L a Correspondance intemationa-
le » , I I I , 21 luglio 1923, n. 28, p . 841.
61 V. Kasparova, Proletarische Frauenbew egung. A u s d e r Frauenbew egung
Japans, in « Internationale Presse-Korrespondenz », I I I , 2 3 luglio 1923,
n. 123, p. 1070. Si è già avuto modo di accennare ai « lavori comunisti fra
le donne», svoltisi invece n ell’O ccidente, ma non è inutile dar notizia di
una campagna contro il rincaro — del d icem bre '2 2 — , in Germa
nia, Austria, Cecoslovacchia, Bulgaria e di un’azione internazionale, del feb
braio ’23, contro il pericolo di una nuova guerra mondiale e l ’occupazione
della Ruhr, in Francia, Germania, Austria, Inghilterra, entram be organizzate
dal Segretariato femminile internazionale. Cfr. Bericht d e r E xek u tiv e d er
Kommunistischen Internationale, 15 Dezember 1922-15 Maj 1 923, cit.,
pp. 14-6.
62 Cfr. V. Kasparova, A us d er Tdtigkeit des Ostsektors d es Interri. Frauen-
sekretariats, in «Internationale Presse-Korrespondenz», I I I , 3 settem bre
1923, n. 141, p . 1225 e D ie Frauen d e r K . I. an d ie revolutionaren Studert-
tinnen Chinas, in « Internationale Presse-Korrespondenz », I I I 2 7 luelio
1923, n. 124, p. 1086. g
78
3 . La bolscevizzazione dei parliti comunisti e l'azione fra le donne
79
pone, l’Italia e la Bulgaria, ricordava alle masse femminil' •
lare sfruttamento al quale erano costrette e le jnv^ 1 l! PartjCo
nell'ambito rivoluzionario. Con lo stesso intendimento8^ a«ire
a quelle donne che avevano già partecipato alle lotte d n ^ 018^
nazionale delle popolazioni coloniali e semicoloniali Jberazi°ne
la convinzione che « solo il superam ento del capitalismo
voluzione apre alla donna la via della piena eguaglian2° ° ^ r‘‘
e la completa libertà umana » tó. Si forniva un quadro dellS°CÌa^e
dizione delle masse femminili tale da giustificare Je f a C° n‘
sollecitazioni a un piu forte impegno in questo settore d j 1^ '
vimento comunista e per l ’inserim ento delle donne nel front ^
co. Un resoconto sull’attività dell’Esecutivo dell’I c , relati ^
periodo compreso fra il IV e il V Congresso mondiale lodava ^
Segretariato femminile internazionale per il riuscito colleganze!
delle comuniste dei singoli paesi, m entre lam entava il ritardo d°
molte sezioni dell’I c nel lavoro fra le donne, con l ’eccezione d •
partiti comunisti di Inghilterra, Norvegia, Polonia, ed in partici
lare dell’Italia e della Bulgaria. Il resoconto accennava allo svi
luppo del movimento comunista tedesco, informando dell’ampia
partecipazione delle donne all’attività dei comitati di controllo
all’organizzazione degli scioperi67. 6
Anche il V Congresso della I H Internazionale, tenutosi a Mosca
dal 17 giugno all’8 luglio 1 9 2 4 , sostenne ch e il ‘ fronte u n ico ’
80
non si sarebbe potuto realizzare senza Fattiva partecipazione fem
minile. La risoluzione approvata ribadiva:
81
r
82
tivc» concepiva la giornata internazionale femminile non come un
« affare delle donne », bensì come un momento dell'organizzazione
dei partiti com unisti72. Dopo il Congresso, il Presidium del Co
mitato esecutivo rielesse al segretariato la Zetkin e la Sturm, in
sieme alla Nikolaeva e a una rappresentante della Sezione orien
tale del Comintern. Nell’articolo 22 del nuovo Statuto del Comi
tato esecutivo, adottato dal Congresso, si stabiliva che il Segreta
riato femminile non sarebbe più stato nominato, come in passato,
dalla Conferenza femminile internazionale ma dal Comitato ese
cutivo stesso, sottolineandone la posizione subordinata. Con que
sta misura come con lo spostamento del Segretariato femminile
internazionale a Mosca, approvato peraltro dalla I I I Conferenza
femminile, si intendeva ottenere un più stretto « inserimento del
lavoro fra le masse femminili nel generale lavoro di partito a li
vello nazionale e internazionale » 7\
La III Conferenza delle donne comuniste sosteneva inoltre:
83
In realtà, n e l '24 il Comintcrn reimpostò il Suo
<lavoro fra le donne ’, senza peraltro
sostenuti dai congressi precedenti e soprattutto da £ l l ? pi
questione dell’organizzazione speciale p er le donne £ n ° sul|,
ricordare che da circa tre anni l'Internazionale aveva ° Pf>° rtUr>o
confusione e l'entusiasmo iniziali, per passare a un’ SUp€fat° 1*
efficiente e duratura. li partito russo, non solo per °|8an,;:2a*ìon<>
frale occupato nel Comintern, ma anche
mzzative, doveva necessariamente costituire un m i „ 0rga-
partiti degli altri paesi. Non a caso, quindi, il V C on C Io Per ;
una specifica risoluzione riguardante la rio rg a n iz z a z in n ^ V ^ 0^
sulla base delle cellule di fabbrica, dando cosi inizio ^ Partitf’
di M s c e v i z r ó e che si svilupperà part/eolarmem ,.qU' !
“ à in.,rii*, oni soffermarci. 1 nei ’2 5,
v sul qua del Comintern
organizzazione
Il camDia ncue \\ m ovim ento femminile comu-
* quci
alla piu alta formazione professionale e attività*'?28’ ” stavano opponendo
Protokoll. Fùnfter Kongnss der avo7atlva delle donne, cfr.
Verlag Cari Hoym Nachf, H am burg 1924, p 953 ™ Internationa^ , Band 1.
84
oStituzione > condannava anche la concezione borghese della « sfera
attività voluta da D io » e della «natu ra della donna nella
'sa » 77. Si esprimeva persino sul fenomeno del femminismo, indi
viduandone il valore dialettico:
Nei paesi orientali sta in primo piano nel nostro lavoro per il rivo
luzionamento delle donne, la valutazione delle correnti nazionali e fem
ministe, la lotta nazionale contro l’imperialismo e quella per il diritto
umano della donna. Dobbiamo riempirle entrambi di un contenuto so
cialrivoluzionario. 78
e ancora:
85
Tuttavia l ’obiettivo della bolscevizzazione richiedeva
metodi di lavoro, per cui buona parte delle due rU •
'24 trattarono di questioni tecniche e organizzative. I] y U2,° ni fa
impegnò i Comitati centrali di ogni partito comunista C° ngr%
nella stampa generale pagine e supplementi per le donn * inc^udere
blicare un giornale specificatamente riservato al ‘ w ;
donne. In tutti gli organi dirigenti del partito, dal com’ fra k
a quello direttivo, doveva venir incaricato del ‘ lavoro ’ ^
fra le donne un responsabile, aiutato da un'apposita
II Congresso esigeva ancora la creazione, in ogni Co mmWSl0fle
trale, di un Segretariato femminile e, in seno al Seer Uat° Cen'
minile internazionale, di una sezione apposita per i paesi d” ? ? - fei7,‘
La risoluzione del Comintern concludeva.- 1 ° riente.
^ — t
mno" iuuap’rendere la loto riorganizzazione sulla base delle cellule di
fabbrica inserire il lavoro sindacale, in corrispondenza della sua im-
portanza, stabilmente nella sfera di attività del partito nonché trasfor-
mare milioni di operaie, impiegate e altre lavoratrici, ora docili schiave
del capitale, in coscienti combattenti contro il sistema e I economia
capitalista e lo Stato borghese.®
✓
La III Internazionale ora insisteva suH’importanza dell’organiz
zazione centralizzata, strettamente legata alle masse e con la sua
base nella fabbrica. Si ricordava quanto Lenin aveva affermato ri
guardo all’organizzazione del partito bolscevico: « Ogni fabbrica
£kumentocb,
5 &
cit„ p. 453.
£ ’
z s
^ m s ttte s k if
**«■»
In tem a cio n dv do-
86
()rvc divenire una nostra fortezza », per gjungere „
fhc il <*ntr0 d)npeme avrebhc potuto adempiere alla
«ok» «* i su0i ° rf anÌSmi fossero « « i s p e c ia lis t i e la Z ! ?"
Invero portata al suo piu alto grado. A tal fine ]e c e l l l T / ì
hrica, le frazioni comuniste, i comitati di quartiere A 1 fab'
nire organi di lotta strettamente legati alle masse é ^ T 7 ° ^
87
, , , lc« , C o n fe re i» stabiliva d.spos.rran. differenti Wt , .
nelle quali no" esistevano cellule, con 1 obiettivo di *
■’; c ,e opctate al lavoro di partito e d, co sm o ,re gruppi, , ite^
" ot.intisnro che la propaganda potesse essere s v o la tranii,e *>
I di fabbrica o attraverso m am fest.n, oppure oralmente, "
X esistesse un'unica s im p a ,ta n te . '*
' Ancora la risoli,rione affidava alle com m ,ss,on, femminili dà*,
c„ e presso i comitati del partito il com pito di designare, d 'a c c o ^
„ n la cellula, un o rg a n ta to r e che dirigesse .1 lavoro fra le
nella fabbrica, c altri che conducessero lo stesso lavoro sul te, ren<,
locale, regionale e nazionale. In altre parole le cellule di fabbric,
dovevano attirare le operaie presso di sé e organizzarle attorno a
sé Infatti la risoluzione imponeva alle frazioni sindacali di riunii
commissioni di operaie senza partito che lavoravano nelle imprese
piu importanti.
gmsatwtì,
4 cit., f>. 99. z zmunisce
i t tet les
ì t questtons
js “ rd or-
88
creare rapporti stabili tra ,1 partito e i I u
Hucsti strati
* ’“ re
e ancora:
89
,W)t donne, cioè dell'organi nazione * llc operaie e i„
Misura delle con,adipe, larnemava la « a r r a attenzione dcdi '%
comunisti occidentali a tale problema.,ea. Riconosceva W[fi * «U,
di (tonte a un forte impegno per , gtovan, 1. H I , , , 4
contrapponeva nel ' lavoro fra le donne un m a ,d o i„ ^
90
Lenin e dalle risoluzioni dell’Internazionale sull’organizzazione fem
minile, condannò esplicitamente da una parte il tentativo di chi
intendeva costituire organizzazioni autonome delle comuniste e,
A ll’altra, il rifiuto di chi non riconosceva la necessità di organi
speciali per svolgere il lavoro politico fra le donne. La militante
tedesca esortava:
91
ganizzazione dell’apparato d el p a rtito per ] ’a ■
soprattutto in rapporto alle form e di o rg a n iz z a i ^ ,e do
vaie92. Impartiva inoltre disposizioni sul lavoro 32,006 dejje ° nn<:
le casalinghe, tra le operaie agricole e l e contadine
femminile, cioè argomenti sui quali si erano p j ^ o ’ ^ st«mS
risoluzioni del ’2 4 , rivolte in prim o luogo ad affront S° ^ erttlate }t
della presenza femminile del partito in fabbrica R * ‘ pr° ^ m i
zione sindacale fra le d o n n e, l ’articolo X V I I della r' ,f Ua.r^ ° alla-
Conferenza d ’organizzazione stabiliva: IS° UZÌ0ne delja
92
L ’influenza della * bolscevizzazione ’ sull’organizzazione femmini
le fu, quindi, assai rilevante, anche perché ogni ritardo nell’appli
cazione delle risoluzioni sopra nominate diveniva l’occasione per
ricordare l’eccezionaiità della situazione russa. La Sturm, che già
altre volte si era lamentata del ritardo delle sezioni nel lavoro fra
le donne, criticò ora la carente attività delle cellule di fabbrica
fra le lavoratrici. Ne attribuì la colpa all’incapacità dei partiti di
liberarsi dalle tradizionali forme di organizzazione di lavoro, allo
scarso inserimento dell’azione fra le donne nella generale attività
comunista, e all'inesistenza di buoni quadri, dato che le poche ope
raie iscritte al partito erano ancora poco educate politicamente per
far fruttare al massimo il loro lavoro94.
Non a caso, quindi, la Sturm in un articolo dedicato al V anni
versario della rivista femminile del Partito russo, « {Comunistica »
(La Comunista), affermava che il giornale non aveva bisogno di es
sere un organo di agitazione e di propaganda come le riviste fem
minili dei partiti comunisti dell’Europa occidentale, ma che po
teva occuparsi della linea politica generale e degli strumenti attra
verso cui spingere le masse femminili ad appoggiarla95.
Il discorso della Sturm appare alquanto ambiguo, perché rivela
una certa strumentalizzazione della questione femminile, ma è illu
minante per chi voglia cogliere nelle giuste dimensioni il dibat
tito degli anni della I I I Internazionale. D ’altra parte, la piu ap
prossimativa conoscenza delle misure concretamente adottate dal
nelle quali erano riunite le operaie del sindacato organizzato. Nei paesi dove
esistevano sindacati affiliati all’IsR, Forganizzatore sindacale doveva inoltre
lavorare in stretto contatto con Forganizzazione di fabbrica e, per il coor
dinamento di questo lavoro, i comitati competenti del partito dovevano con
vocare conferenze comuni di organizzatori femminili di cellula, di sindacati
e organizzazioni sindacali di cellule che dirigessero, per ordine della cellula
di impresa, il lavoro sindacale nella fabbrica. Cfr. Organisationsberatung uber
die Arbeit unter den Frauen, cit., pp. 1382-3.
94 H. Sturm, Die Erfassung der Arbeiterinnen durch die Betriebszellen, in
«Internationale Presse-Korrespondenz », V , 4 agosto 1925, n. 117, p. 1646.
Per Fattività delle singole Sezioni nel lavoro femminile cfr. il lungo reso
conto del Segretariato femminile internazionale in Tàtigkeitsbericht der Exe-
kutive der Kommunistiscben Internationale 1925-26, Ein Jahr Arbeit und
Kampfy Verlag Cari Hoym Nachf, Hamburg [1 9 2 7 ], pp. 60-72.
95 H. Sturm, Fùnf Jabre « Kommunistka », in «Internationale Presse-Kor*
respondenz », V, 26 giugno 1925, n. 100, p. 1368.
93
potere sovietico p e r l'effettivo m iglioram ento della
minile induce a considerare anche diversam ente j,^0n<^ ° n e f?ni
Sturm. Non va dim enticato infatti c h e , secondo ilaSSCn,° ne dejj1
funzione sociale della m aternità e tram ite la s e z io n e ^ 0^ 10
videnza della m adre e del bam bino presso il co .Per k Pf{
popolo per la Sanità, in U nione Sovietica si a n d a v ^ ^ ' ^ 0 ^
................................................ .. 1 * « * - a w l i asili
1 Ugll
L ’intervento delia Sturm deve anche essere esaminato alla JUcc
del discorso complessivo di quegli anni, giacché la tattica de]
' fronte unico ’ esigeva che il dibattito sulla questione femminile,
pur occupando uno spazio sempre maggiore nei docum enti dellfl Cy
si impoverisse, invece, di quelle notazioni specifiche sulla condi
zione della donna già proprie delle risoluzioni dei primi congressi,
svoltisi in un periodo di maggiore ottimismo e caratterizzati da
discussioni di più ampio respiro.
94
A
in atto una ripresa parziale delle strutture capitalistiche, benché
di natura « temporanea e precaria ». Alle discussioni in sede uffi-
ciale s’affiancò il lavoro di propaganda svolto dalla stampa comu
nista che, nell occasione dell 8 marzo di quell’anno, definì quale
obiettivo prioritario della manifestazione l’inserimento delle masse
femminili nel fronte unico con gli uomini, che « operai, impie
gati, piccoli contadini o della classe media sono sfruttati insieme
o separatamente dal capitale siano essi senza partito, comunisti,
socialdemocratici, clericali o nazionalisti»97.
Numerosi articoli nella stampa internazionalista richiamarono
l’attenzione sul fatto che la condizione femminile nelPOccidente,
neirOriente e nell’URSS, implicava la necessità di formulare ri
vendicazioni differenziate, che fossero si aderenti alle situazioni
specifiche dei singoli paesi, ma pur sempre tutte egualmente fon
date sul principio leniniano che affermava l’importanza della par
tecipazione femminile alla vita sociale e politica. Si rammentavano
alle donne dei paesi capitalistici le loro principali aspirazioni —
pane a sufficienza, giornata lavorativa di 8 ore, eguaglianza retri
butiva a parità di lavoro, salario corrispondente ai costi — seppur
riferendole alla comune situazione della classe proletaria98, mentre
nell’intento di sottolineare il contenuto tutto politico della mani
festazione dell’8 marzo svoltasi nel 1926 in Gran Bretagna e in
Germania, si accennava all’azione condotta dalle tedesche contro
la disoccupazione di massa e la chiusura delle fabbriche e si ri
cordava che in Gran Bretagna con la preparazione delle lotte di
maggio dei minatori contro i padroni del carbone, la parola d’or
dine internazionale dell’inserimento dei sindacati nel fronte unico
potè e dovette stare in primo piano e determinare il carattere e la
strategia della propaganda fra le donne99. Si attribuiva alla gior-
95
nata femminile in O riente l ’obiettivo di conquistare fe cines<
lotta di liberazione nazionale e le giapponesi al movimento di * ,aJla
e al fronte antimperialista; piu in generale, illustrando la
lare condizione delle donne dell’O riente, si auspicava « Un e ^ 0-
lavoro preparatorio per innalzare il livello culturale delle
masse femminili, per sradicarne le form e medievali di vita, il f ^ e
tismo religioso, la sfrenata superstizione, 1 ignoranza e principe
mente per favorire l ’inserimento della donna nella vita pubblica
nelle generali organizzazioni di classe » 10°.
Riferendosi esplicitamente alla posizione assunta da Lenin sulla
questione femminile, la russa Hopner mise in luce il processo in
atto nella società sovietica, dove non solo « gli operai e i conta-
dini, ma anche le operaie, le mogli di operai e le contadine veni-
vano avvicinate alla vita pubblica e al lavoro di costruzione poli,
tica » e indicò l’esigenza di incrementare la partecipazione attiva
delle donne mediante la realizzazione di una piu ampia rete di
servizi sociali101.
Concordi nel riconoscere il ruolo sociale e politico della donna,
i dirigenti dell’Internazionale proseguirono, anche dopo la morte
di Lenin, a rivolgere la loro attenzione ai problemi organizzativi
delle masse femminili e li affrontarono anche nel 1 9 2 6 . Già la II
Conferenza d’organizzazione, convocata il 10 febbraio, sul tema
del ‘ lavoro ’ fra le donne, affidò alle cellule delle fabbriche con
prevalente mano d’opera femminile il compito di sviluppare una
continua azione di propaganda e di organizzazione, capace di rag-
96
giungere anche le operaie di imprese prive di cellule e le casalin
ghe mogli di operai Ma fu soprattutto il VI Plenum allargato
del Comitato esecutivo (febbraio-marzo 1926) a riconoscere la ne
cessità di lavorare per attrarre le donne nel fronte unico. Nella
XV seduta del Plenum, il 5 marzo, la Zetkin sottolineò la discre
panza fra il numero delle donne impiegate nel mondo del lavoro
e la loro partecipazione all’attività sindacale, attribuendola all’in
differenza dei compagni nei confronti del fenomeno dell’egemo
nizzazione delle donne da parte delle organizzazioni femminili bor
ghesi e nazionaliste. La comunista tedesca concludeva:
97
?
Sono nate dal fatto che vaste masse femminili hanno un certo bi
sogno ed un certo impulso ad organizarsi e a occuparsi collettivamente
di qualche interesse che esse ritengono interessi femminili, ma che in
fondo sono di classe, proletari, e che non trovano sufficientemente rap
presentati nelle organizzazioni proletarie [ ...]. Noi dobbiamo usare que
ste organizzazioni femminili apartitiche come un mezzo con il quale
educhiamo nuove forze delle vaste masse, le prepariamo e le istruiamo,
attraverso la partecipazione alle lotte, per condurle nel campo del fron
te unico, nelle organizzazioni generali proletarie e in ultima analisi nel
Partito comunista.
98
Confutando, poi, l'obiezione secondo cui I
lidie ricalcavano r metodi usati da„ a ,e « « i a z i o n i aM „ i
biiirazione delle donne, ribatteva che la f o r i * 1" 0" ® ' ' 8 p« laP rao
considerarsi del tutto secondaria, essendo Min " * ! ” “ “ ■*« doveva
c0„ il quale alimentiamo queste forze , A „cb * U “ "tenuto
, queste organizzazioni il compito ddl’- e d u a d o w a , w b uiva
Ci sono forse compagni che sentono questo per la prima volta e pen
sano che sia troppo * russo no, compagni, il contenuto del lavoro
femminile rivoluzionario può e deve essere in Russia del tutto diverso
che, per esempio, nei paesi dell’Europa occidentale, ma questo metodo
in sé è, secondo la mia opinione, il più naturale per 1’avvicinamen.to
delle forze piu attive del proletariato femminile al lavoro rivoluzio
nario. 106
)Q5 Cfr. Vrotokóll der Beratung ùber die Arbeit unter den Frauen beirn
Plenum der erweiterten Exekutive der K if cit., p. 1175.
106 Non servirono a fargli cambiare posizione i successivi interventi delle
delegate tedesche Gescke, Zetkìn e Sturm in favore delle organizzazioni
femminili apartitiche. Cfr. Protokóll der Erweiterten Exekutive der Kommu-
nistischen Internationale. Moskau, 17. Februar bis 15. Màrz 1926, cit., pp.
539-63.
io? Tàtigkeitsbericht der Exekutive der Kommunistischen Internationale
1925-1926. Februar-November 1926, Verlag Cari Hoym Nachf, Hamburg-
99
• rhe si svolse a M osca dal 2 9 m
na]c f ™ minik un piccolo gruppo di donne in m p p ^
100
one poi approvata riconobbe però che in diversi paesi
U ri!° ” j9te realizzate forme di fronte unico di lavoratrici con
erano s j . c]asse; come in Francia, dove le operaie e le con-
j comPagnl partecipato ai Congressi operai e contadini con-
tadine 9V ^ Marocco, e in Germania, dove le donne erano
tro la ^ " c o m i t a t i unitari per l ’espropriazione dei nobili. La ri
entrate nei , va anche la formazione di assemblee di delegate
soluzione s Inghilterra e Finlandia e informava dell’avvenuto in
in Germania. jj£ferenti tendenze — sotto la parola d’or-
jotta jj classe — in organizzazioni femminili senza par-
^'ne .. je sezioni esistenti presso il movimento minoritario
t,t0’ Comitato delle vedove e delle madri contro la guerra
•"^Francia la Lega rossa delle donne e delle ragazze in Germania,
f Federazione delle casalinghe in N orvegia'11, La risoluzione so-
* infine la necessità di costituire in seno all’I c ufi apparato
speciale per il ‘ lavoro ’ fra le donne 112.
Durante la discussione sui metodi si manifestarono opinioni di
verse Fu in particolare la delegazione francese ad avanzare qualche
101
.. del metodo delle ‘ assemblee rUn
obioionc sull’a p p ' superflua per h presenza di a|„' ^
pale ' in F" " * 1* ’ f m£„tre la finlandese Malm si pronunci '*«■
nizzaaioni Prol" ' immediata e incondizionata. Q>mra *-
la sua realizza2100 U
Sturiti :
Negando l’importanza di punti d ’appoggio organizzati
mente delle cellule di fabbrica, come garanzia p er diri ^ *Peciai
blee delle delegate, queste ultime si sarebbero trasforrn ^ ***%
riccio.111
102
„wrM * n .
d e lt a P " r i , t M la r ," le C r' , n , c 7 l f 'n e * i l a lavoratrice madre
parlccipazione delle operaie al lavoro sindacale e ai'
(jvict ,|6-
lai J K « » ione r'sollcvò ls M e organizzazioni fem
minili apartitiche. Nonostante qualche •non nuovo ’ contrasto di
opinione, si giunse ad un accordo che stabili;
Come in passato anche nel prossimo periodo, uno dei compiti princi
pali delle sezioni femminili dovrà consistere nel lottare per obbligare
i partiti ad accordare un’attenzione adeguata al lavoro fra le donne.
103
pnarsi di pid per attrarre nei sindacati i cinque mili0ni ]
di donne impiegate nell’industria. Ammise che in Gern^ *
diversi metodi avevano facilitato l’inserimento delle m a s ^ tr?
nili nell’ala sinistra del movimento operaio — Ie a s s e m b l * 1*4
delegate, il lavoro sindacale, la Lega rossa delle donne e d V ^ '
p a7lze — ma individuò la permanenza, nel partito, di Un 5 ra-
mento di non comprensione nei confronti d el lavoro fra le J ^ * 3‘
e del ruolo delle sezioni fem m inili119120. L o stesso Kunsinen i n t e r i
ne la mattina del 24 novembre, nella terza seduta, lamentando'?'
generale sottovalutazione del ‘ lavoro ’ fra le masse femminili- *
104
riuscito ad organizzare commissioni femminili negli
f * ^ diretti dall’opposizione121. Anche il Partito comu-
5tes5‘ s,n ac ^ nché lodato per l’impegno dimostrato nell’orga-
nistfl ^ranC^ j SSioni e conferenze femminili sindacali, veniva rim-
nizzarc c0 cirCoscriveva ancora l’impegno fra le donne al-
prPverato m j] rapporto esprimeva, invece, soddisfazione
Apposita ■ t mPrndico ’ svolto fra le masse femminili della se-
pfr 1 , . c0] risultato di un forte sviluppo del sistema delle
zione ,n? conferenze regionali di delegate125. Si compiaceva
riunioni propagandistica svolta dalla stampa comunista
inoltrC con buon successo, a giudicare dalla partecipazione di ita-
10 'd agitazioni e scioperi: uno degli scioperi piti notevoli fu
H - fldc]je lavoratrici delle risaie, del 1927, al quale parteciparono
^ di 10 000 monc'ìne* così comPatto terminare con una vit-
PW 'anche se parziale. La diffusione del giornale «C om pagna*
foria’e operaie era dovuta all’ampio spazio dedicato alla corrispon-
C e a] gran numero di articoli che affrontavano varie que
stioni del movimento operaio, in particolare i problemi concer
nenti le lavoratrici121.
105
i
.
tts j] rapporto esortava le sezioni a impcg „ arsi
In co m p ì» ® , [ra je do n ne, non ritenendo neanche / ,
giortnente nel ' , ' VT | „ t0 raggiunto in questo cam po d a l l ' u t
tutto soddisfacern“ lamentava ch e , nonostante I'abbasta„2,
„e Sovietica: ' r j partito — 1 5 7 ° ° ° ' oss,a » 12%
elevato numero 01 o ^ uoo J cg |i indici dello sviluppo M ]
degli iscritti - , » . , , rid in U r s s » , quasi 1 0 anni del |,.
muniste dell U rss » ' della tattica del Ironie unico ave.
Nel frattempo, gn ^ Comintern una specie di psicosi J ,
vano generato n capitalism o rappresentasse una
= := :« — - V t - . Trt “ b t
” invocava la difesa del «p rim o Stato che abbta trad o tto ,n tea ,a
l’eguaglianza dei diritti della donna a e, approsstm andos, ,1 de.
cimo "anniversario della rivoluzione russa, si ricordava .1 conti,,
buio alla vittoria di quelle donne “ che ora chiedevano I atuto delle
comuniste degli altri paesi1” . La S tu r a coglieva l'occasione del
settantesimo compleanno della Zetkin per ram m entarne il pen
siero e l'opera, ma soprattutto la decisa opposizione alla politica
imperialistica espressa negli interventi ai Congressi della II In
ternazionale e alla Conferenza femminile di Berna del 1 9 1 5 , oltre
ì25 Per una panoramica piu ampia del lavoro delle Sezioni, cfr. lo stesso
rapporto (Ivi, pp. 255-666).
126 Ivi, p. 666.
127 G. G. L. Alexander, F e m m e s o u v r iè r e s , p r é p a r e z l e p r e m i e r M a i l in « La
Correspondance Internationale», V II, 26 aprile 1927, n. 4 6 , p. 5 4 2 .
128 Cfr. G. G. L. Alexander, D ie F ra u ett a u f d e m W e g e L e n i n s , in « In
ternationale Presse-Korrespondenz », V II, 25 gennaio 1927, n. I I , pp. 222-3
e B e r ic h t d e r A b e ilu n g f i i r d e n S c h u tz d e r o f f e n t l i c h e n S i c b e r h e i t u n d O r d -
m in g in d e r H a u p t s t a d t u b e r d i e E r e ig n is s e a m 8 . M à r z ( 2 3 . F e b r u a r ) 1917
in «Internationale Presse-Korrespondenz», V II, 22 febbraio 1927 n 21 *
p. 421. ’ ' *
129 S. Boyarskaja, L e s o u v r iè r e s e t l e s p a y s a n n e s d e I V n i o n Soviétique aux
je m m e s la b o r t e u s e s d e s p a y s c a p it a lis t e s e t d e s c o l o n i e s , in « L a CorresDon
dance internationaie », V II, 7 maggio 1927, n. 51, p. 625. ^
106
che negli articoli pubblicati dalla rivista da lei ,
«Die Gleichheit » ,3°. ata e diretta
107
n°" men^ ' ' : i r conz :e fi,s ds >
T i nPeT paesi c a p ita listici, p e g g io rata n e ll'u k im o anno
c !" a razionalizzazione eco n on ttca e tn d u s m a le a tto .
T „ iù a lti p r o f it t i® , m e n tre la K a sp a ro v a co n statav a cotne ,
“ Jo n e d elie cin esi ap p arisse d e c is a m e n te g rav e pe, P
d ls a P«enza in O rie n te di p e san tt ^ » -1 « * , de„,
108
e contro « l’attitudine criminale dei riformisti in
{ctnfniniVl 0 ^ ^ proletariato » • E , poiché si constatava che
tuttc le 3ueSU g. \aSCiavano ancora attrarre dalla politica riformi-
troppe do" " eln tem azionale,M, si sosteneva l’esigenza di procedere
sta dclla. e esame dei metodi già applicati dai partiti dell’Inter-
nel\ » o lt« to ^ un.sW ^ « lavoro » fta ^ donne, per modificarli nel
nftzi°
non 'sembrassero confacenti agli obiettivi.
caso
° recchi partiti » commentava la sezione femminile del
* ln Pftesecutivo dell’I o «si incontrano difficoltà nell’organiz-
C° mlcorsi speciali per militanti, dovute a un tim ore infondato di
iarC Vinismo». D a ciò nascevano, quindi, le necessità di superare
^ "'p re v e n z io n e ^ con{usione ideologica relative ad un lavoro
° Seciale e l’indicazione dello sviluppo dell’apparato organizzativo
litico per il lavoro in questione. L a sezione raccomandava
Rifatti la nomina di organizzatori di donne nelle cellule di imprese
' nelle frazioni sindacali, il rafforzamento dell’azione nelle imprese
e nei sindacati e lo sviluppo del movimento delle delegate139.
109
Di fronte al progressivo impoverimento del dibattito
stione femminile si rileva la grande attenzione rivolta r/*
me e metodi di * lavoro ’ fra le donne con l'obiettivo3 C ^°r'
serimento femminile nelle campagne politiche e pron V°
del momento — contro la guerra imperialista e in *StÌcfl<!
VUnss ìm. 1 esa del.
no
della condizione di queste ultime nei paesi capitalistici lo spazio
minimo richiesto dal confronto frequente con la loro situazione
nella società sovietica. Tuttavia anche questo tentativo di analisi,
caratterizzato da toni trionfalistici, non facilitava la riflessione con
creta sui risultati già ottenuti e sugli strumenti necessari per per
mettere alla donna di raggiungere 1 effettiva emancipazione.
Fu la Zetkin, nel ’2 8 , a rilevare i limiti del dibattito allorché,
criticando il progetto di programma dell Internazionale comunista,
si dichiarò insoddisfatta delle « frasi convenzionali » dedicate al
l’argomento, sostenendo:
112
non si spiegava come dalla soppressione della proprietà
^ , ta si potesse giungere, fra Labro, aireliminazione delle dif-
ferenzc economiche e sociali fra i* sessi144.
u v g a i t
per la prima volta pone fine in modo completo alla ineguaglianza dei
cittadini, la quale nei sistemi fondati sullo sfruttamento, si basa sulla
differenza di sesso, di religione, di nazionalità; instaura in questo cam
po una tale eguaglianza, quale non è stata realizzata in nessun paese
borghese [...]. Applica misure per la protezione della donna.141546
113
Premeva ripetere l’accusa alla socialdemocrazia, r jje v
essa an<^°
Questo lavoro non può essere lasciato soltanto alle donne comuniste;
è questo un errore di apprezzamento che bisogna distruggere con tutti
i mezzi.148
114
Anche un d o cu m en to p ro g ra m m a tico sulla rivoluzione n a z io n i
coloniale, egualm ente a p p ro v a to d al V I C o n g resso , nel descriver
|0 sfruttam ento del lav o ro fem m inile e infantile nei paesi c o t e
niaii, inform ava su ll’ « a m p i o la v o ro r e a z io n a rio » sv o lto fra 1
proletarie da p a rte della b orgh esia e ag giu n geva: C
» r B; r
r«-o//«r« (Strategia e Tattica del Coraintem nell, , ■ ~ kolonid n° ’
niale), Izdanie Instituta Mh i M n, Moskva 1934, p p ° ™ C nazionai< 0^
1
lll-
ll dibattito della II I Internazionale
sulla questione fem m inile:
dal sociaifascismo ai fronti popolari
\ L a ‘ crisi ' e le donne
In seguito alla crisi economica della fine degli anni *20 e dell’ini
zio del decennio successivo si manifestò nei paesi capitalistici,
nello stesso ambito borghese, la tendenza a considerare il lavoro
femminile uno dei fattori che aveva determinato la situazione ca
ratterizzata da un’altissima percentuale di disoccupati maschi. Tale
valutazione da un lato non teneva conto del fatto che, proprio
l’impiego di forza-lavoro femminile a basso costo rispondeva alla
logica di profitto del capitalismo; da un altro risentiva ancor sem
pre dell’influenza di un’ideologia fondamentalmente ostile a ogni
istanza di liberazione della donna dal tradizionale ruolo domestico.
Si dimenticava inoltre che il pur basso salario femminile costitui
va una indispensabile integrazione di quello dell’uomo, insuffi
ciente ad assicurare il mantenimento della famiglia1. Un inter
vento della « Revue Internationale du Travail », l’organo del Bu
reau intem ational du Travail, nel 1 9 3 3 , individuava le ragioni cul
turali di tale atteggiamento:
' C fr. M . Crouset, Storia del mondo contemporaneo, Sansoni, Firenze 1961
pp. 142-62.
119
. . rh(, .«mentano ogni mov,memo d, opini
. ilc passioni ehe , j , ,„tu gli egoismi piu o mWo ' <4
agi""6 „ t. e ^ s tro fe . «
quesi. " » J cht «calcano la « ■ »
120
Nell’America del New Deal, a partire dal 1933
rooseveltiana, che comprendeva provvedimenti rivolti’ ,
delle coadizioni delle lavoratrici*, s, im okv , "n
zionc delle donne alle attività pubbliche anche c P Clpa‘
u" c, m " ere Prettament*t assistenziale i„ e o n f o r S T
gramma di risanamento nazionale7. Ita 37 P*o-
Se in Italia il regime fascista inasnriv, U
volte a limitare l’impiego delle donne e sosterà m,SUrC egislative
il loro ruolo esclusivamente domestico 8 in r ™ .SC™pre di Pil'
appariva piu contradditoria, a causa del tr a v a a S to 'm “ SÌtUaZÌOne
6 La legge sul controllo dei salari e orari dei lavoratori occupati in lavori
connessi al commercio interstatale, la Fair Labor Standards Acts, del *38,
non riuscì ad impedire che i contratti di lavoro prevedessero paghe diverse
per i due sessi. L ’aumento della partecipazione femminile ai sindacati dipese
invece dalla nascita, nel '35, del Congress of Industriai Organisation (Ciò),
che si impegnava nell’organizzazione di tutti gli altri lavoratori non specializ
m i __ comprese le lavoratrici — ignorati dall’APL: cfr. W. H. Chafe, The
American Wornati, cit., pp. 64-88 e anche L. Middleton, Women in thè La-
bour Movement, Croom Halm, London 1977, p. 34.
7 Sollecitato dalla moglie Eleonora, Roosevelt espresse parere favorevole
sulla convenzione del '36, dov’era stabilito il principio dell'eguale rappresen
tanza dei due sessi nel comitato incaricato del programma del partito de
mocratico. Tuttavia, anche se verso la metà degli anni '30 erano presenti cir
ca 15.000 women reporters, impegnate nel diffondere le direttive di Washing
ton sulla politica federale, il fenomeno dell'inserimento femminile nella vita
politica non assunse carattere di massa e non pose in discussione il ruolo
della donna nella società: cfr. W .H . Chafe, The American Woman, cit.,
pp. 35-46.
8 Nel '33 Mussolini promulgò le leggi che limitavano l’impiego femminile
nel settore amministrativo e abolivano i posti di lavoro delle sposate nei
servizi pubblici. Fra le altre disposizioni emanate allo scopo di emarginare
socialmente le donne nel *36 ci furono quelle relative alla concessione di as
segni familiari speciali per le donne che rimanevano a casa a svolgere la
funzione di moglie e di madre. Cfr. E . Sullerot, La donna e il lavoro, cit.,
pp. 195-6; per altri aspetti della politica fascista e le donne negli anni Tren
ta, cfr. ancora P. Meldini, Sposa e madre esemplare, cit., e A. Macciocchi, La
donna nera, cit.
9 II 15 giugno 1931 il Reichstag restrinse il sussidio di disoccupazione,
limitandolo alle donne viventi in condizioni economiche precarie e non in
121
}
vece il consensodim
olte categorie di donne
raentazioni abilmente strumentali. Da un Iato ' enc*°si di
I
122
A
era costituito dall’incremento demografico per accele-
L ^ 'r^ v fiu p P 0 f ° rze Pro^uttive di superare la situa-
rf>rC °di arretratezza economica dell’URSS e di respingere l’at-
z'°ne dei paesi capitalistici. Nonostante i ritardi nella creazione di
taCC° ' servizi sociali veniva ulteriormente favorito l’inserimento
^ r^ d o n n e nel mondo del lavoro tramite numerosi provvedimenti
]■ anche ad aumentare il loro livello di istruzione e di prepara-
V° ne professionale. Il motivo di fondo della politica staliniana
Z10nC uindi, in ultima analisi l’affermazione del ruolo sociale e po
lisco della'donna, linea che d’altra parte ispirò quella seguita dal
Comintern 12.
123
le operaie, avendo sulle spalle anche il peso (
presentando ancora la parte piu dipendente dal p ^ ' 81'3 « rg
economico, la piu arretrata e la meno o r g a n is ta vis£
operaia, risultavano essere le vittime maggiori dello / *
capitalisticoM. Partendo da quest’analisi, i documenti
Internazionale si soffermavano ora particolarmente sul C8
fra la condizione della donna nei paesi capitalistici e nelpT^r° nt°
vari autori degli articoli pubblicati sulla stampa ufficiale * SS' *
vano in considerazione gli aspetti piu importanti della ^fen^e-
quali la situazione della donna nella fabbrica e nella fa r n H ^ 0^ ’
che se utilizzavano ancora un linguaggio dogmatico e retorico* ^
prattutto nella polemica con i partiti socialdemocratici ’ S° ’
Durante la nuova fase di lotta, definita con la formula « c]a
contro classe », la I I I Internazionale colse infatti ogni occa ’ ^
per svolgere, anche fra le donne, un’azione di propaganda iSpjr ^
alla linea d'ostilità con i partiti socialdemocratici. Fra le paro]3
d ’ordine del Comitato esecutivo dell’Internazionale comunista be
la ricorrenza dell’8 marzo 1929, p e r esempio, ve n e erano alcune
esplicitamente rivolte contro i socialdemocratici, definiti «inclin
ai compromesso » e
raia ». Si diceva:
« traditori degli interessi della classe oDe*
^
Operaia, pensa che la socialdemocrazia ha costantemente tradito gli
interessi della tua classe. Sbarazzati della democrazia nei sindacati. 14
15
124
nello smascherare quello che veniva detto essere il
r(>nsistc' partitì socialdemocratici e nel convincere i pro-
trn^ime".^nUtj tuttora saturi di pregiudizi piccoli-borghesi, della
,iin za della partecipazione femminile alle loro lo tte 17189. Ani-
irn|7° la questi stessi propositi, il Comitato esecutivo si rivolgeva
^ ^ d o n n e perché entrassero nell’Internazionale sindacale rossaIs,
fl^C ° la stampa internazionalista le invitava ad aderire al Soc-
"orso^rosso internazionale, sostenendo:
125
La grande disoccupazione e il peggioram ento
classe operaia, la mancanza di diritti delle lav SCmPrc n w
tela delia maternità, tutto questo è collegato
sistema capitalistico. Solo la vittoria del proletar '^ 0 ^ ^ ^ 9 '>)•
mondo; solo la lotta rivoluzionaria può portare la ìfa ? Può cam V°n ’l
ei Iavorgl0te
E ancora:
126
,
e si sosteneva che la ristrutturazione capitalistica
Co*'- 3 • to la condizione femminile, si incolpavano i ‘ social-
flvcvn PCPP10 ^ trflttamento orribile riservato alla lavoratrice » e si
fascisi' ' àc ^ cialcjeniocrat}ci « gli agenti abili dei capitalisti in
1 so<
^finivano operaia » " , mentre in riferimento alle riduzioni
<eno
I • li delle operaie, si accusava la « burocrazia sindacale social-
Sfl
fascista» d’aver abbandonato l ’antica riv e n d ica i™
cgm k salario eguale », e di „ e r .r a d i* gli imeKssi '‘ ‘ Ia™ °
r8je stesse . Egualmente concordi nel sostenere chP I P
della donna che viveva nei paesi capitalistici • 3 p0S,2,one
dell’intensificazione dei ritmi nelle i ^ c l l T T * 3 C^
sa
pazìone femminile e dell’insalubrità dell’ambiente d i T “ “ ^
munisti condannavano il « marcio sistema che t aV° r° ’ 1 C0‘
capitalisti, trasforma in schiavi uomini e donne 1 1^ “°
razione capitalistica che aveva ridotte a C a nstruttu'
* 3 idee>e» >obbli-
soma», a . an vero aut„ ma, ncapace di esprimere « da
a obbedire alla legge del lavoro » 245627.
gata
Talvolta il tono generico e rettorico di denuncia lasciava il po
sto a un analisi piu puntuale, come quando, descrivendo la condi
zione delle operaie statunitensi, un’autrice dava notizia della loro
discriminazione salariale, dovuta al sesso e alla razza, e sottoli
neava lo sfruttamento specifico sopportato dalle negre,' che abita-
127
Cosf, laddove si sosteneva che la ristrutturazi
aveva peggiorato la condizione femminile, si in rn l^ T Cap,pllistica
fflsci, i ’ del «trattam ento orribile r i s e n t o J z l Z Z i L ^
definivano i soetaldemocratici « gli agenti abjlj , » * «
RCno alla classe operaia » » , mentre in riferimento li P‘ *
salariali delle operaie, si accusava la « burocrazia sind 6 ,ndUZ1° nÌ
’ ,d,>Ver l'antica rivendicazione ? , ^
* ’ e d' 9VCT «li interessi delle
ra,e stesse» Egualmente concordi nel sostenere che U n
della donna che viveva nei paesi capitalistici era o • P° slzIone
sa dell’intensificazione dei ritmi nelle imprese con G8gl° ™ a 3 cau‘
fazione femminile e dell'Insalubrità dell'ambiente
munisti condannavano il « marcio sistema che ner il g ' T-
capitalisti, trasforma in schiavi uomini e d o n n e » * * pr° . tt0 dei
razione capitalistica che aveva ridotto la donna « a una' bTs'tu'da
soma », a « un vero automa, incapace di esprimere idee . l u
gata a obbedire alla legge del lavoro » oH> ''
Talvolta il tono generico e reto rico di denuncia lasciava il pò-
sto a un analisi p,„ pu„ tuale> conK quando> J
ztone delle operate statunitensi, un'autrice dava notìzia della loro
discriminazione salariale, dovuta al sesso e alla razza, e so. I
ncava lo sfruttamento specifico sopportato dalle negre che abita24567*
127
vano in baracche e percepivano salari irrisori per il Joro
l ’agricoltura. Com m entava: 0 av°ro ^
128
u questione poneva in tutta evidenza la diversa condizione 11 a
U nCi paesi capitalistici e nell’URss e favoriva , * dcUa
i saciaiaemocr^tW. L ’aus.riaca S u i t e * faceva
giuridiche », ,n particolare la k ggc
.b o n a r i a e Nericale a e le « persecurioni c r e a m i rdative j
nsragr^0 sull aborto » dai « tuccem della p„,e„ te s o c i a l d e j j .
p 0 c ui
di <“ «
•_ -.«
•oletarie
m
!"A
ilo democrazia
nella
_ an,M dei diritti politici delle
d e m o c r a z ia borghese » dp l: __„
nnroh*»cA ^ ' Z . KT *ac
lltl Qe^e mass<
pr
era « il paese della socialdemocrazia rT ? d° P° i chc i ’Au-
stria
tente e con la Ptó 8rande percentuale di P<>-
' ---------
^ti sindacalmente », continuava: ........ ^ e ^ i e organi
129
stabiliva l’uguaglianza giuridica fra i due sessi, ma
applicazione di tutta una serie di misure « per j> nC^e Per ^
reale della lavoratrice e la liberazione dai lavori
duttivi, che Lenin considerava il lavoropiùduroe
im
postoalladonna»*. Il concetto era ripreso da un ^ ar°
’3 0 , che assicurava con notevole ottim ismo, l ’a s s e n z a * ^ 0 ^
della contraddizione capitalistica del ‘ doppio la v o ro ’ d e l l a ^ * 85
esistevano infatti nella società sovietica istituzioni che risolv0*1*13
i bisogni correnti della famiglia operaia e contadina, ossia
e ristoranti popolari, lavanderie meccaniche, nidi e giardini^d^'
fanzia3334. Si polemizzava con i ‘ socialfascisti ’, perché costoro ^
cusavano I’U rss di ricorrere alla violenza per costringere le do^
ne e le figlie degli operai a lavorare in fabbrica, mentre non fr
ponevano obiezioni all’utilizzazione e allo sfruttamento della mano
dopera femminile da parte dei capitalisti. Si rilevava, inoltre eh
in U r s s i milioni di donne che avevano abbandonato il lavoro ca
salingo « improduttivo, noioso, avvilente » ed erano entrate nel
processo produttivo, si erano aperte la strada verso l’emancipazione
completa, evolvendosi culturalmente, socialmente e politicamen
t e 35. Veniva addotto a prova di ciò l’impegno delle russe nella
130
ti
f ciprie socialista e nel ’ lavoro d ’assalto ’ e |a ,
alle esperienze della collettività agricola e a[j* partCciP*-
« ua v,ta sociale e
?'nP - del P»esc
o,itic« Ul" ‘ con{ronto si ritrovava la discussione sull’aborto,
’’ ondo una dimensione sociale e politica e non me-
r„ inte?0 ' . . - COTT1e risulta dagli accenni sulla stampa in-
nncf1 ■(emtntn,f;ta >
rl,rT,rr1te
intoniiale ^ rne^eSiml anm '
tCrn«
„ „ Hire che le operaie dei paesi capitalistici non conoscevano
Superfluo
rii'10 «n e — . . . .
per nullfl nido e di fabbrica gratuiti a l _ »a.,y,
S e P07 r a t a m e n t e d ei to rn ii, asili in f a n ti!^ J u7 t f f ^
^ L io n i che le operaie nell Unione Sovietica già s o n o ! ? d a,tre
1 ,crfire come diritto inalienabile. Nonostante h qua” ®h,tUa.te a c°n-
^ di protezione del lavoro femminile e d d l a t l e S ? ^
capitalistici cercano d. costringere le operaie a concepire ht’ S ‘ -Stfri
- ""SSOn° nUtnrC ne a rn,^ ra. proibiscono ^Icgalm^t^Paborto
non r osson® di pene carcerarie. Come risultato dì questa legge cru-
c°n nello stesso tempo impotente centinaia di migliaia di operaie
delc e menomate da ciarlatane, cioè da medicone, decine di migliaia
vengo110 emente per le conseguenze di aborti falliti. 17
muoi° n0 P
isione proposta dalla I I I Internazionale sulla situazione
La 17
131
mondiale delia donna arricchiva di contenuti
sulla questione femminile. L e risoluzioni congressU°p ' dibatt-
documenti del C om intem avevano affrontato fino ^ c° n gli ^
la questione della partecipazione d elle donne a l l e i ^ m°rf)entfl
temazionaliste, dedicando qua e là l ’attenzione a prohl^ 1 -6 terC
alla loro emancipazione, senza p erò analizzarne le e f f e t t ' ^ re*afivi
ni di vita. Dovendosi in questi anni inserire il dibatt' C° nciÌ2Ìo-
stione femminile nello scontro politico dell’epoca ch e ° SU^ ^
munisti e socialdemocratici, rivoluzionari e riform isti co-
contrapposti, nell’Internazionale si avvertiva adesso 1’ 8,<JarDent«
elaborare un’analisi specifica, che rispondesse più c o n * ^ * ^
all’obiettivo dell’emancipazione della donna, intesa se 3? entt
principio leniniano dell’inserimento nella vita sociale e i°-
Non meraviglia perciò il riferimento costante della pubbli •tlC3'
al quadro della partecipazione femminile alle lotte dei rispétt'^
paesi, sempre n ell’am bito della polemica con i socialdemocrat" ■'
Un osservatore, per esempio, si dichiarava soddisfatto della ri
sta delle operaie, unite agli operai — con « movimenti di scioperi
sempre piu grandi » , « con azioni di classe massicce » , « sott0 ^
direzione dei partiti comunisti » — agli attacchi sempre piu cinici
dei capitalisti w.
In genere gli autori delle analisi, avvalendosi di un numero ele
vato di notizie relative all’inserimento delle donne nei conflitti
sociali e servendosi di un linguaggio enfatico, che spesso degene
rava nella retorica trionfalistica, sembravano intenzionati non tan
to a fornire informazioni sul grado di sviluppo del movimento,
quanto piuttosto a convincere le donne ad impegnarvisi politi
camente. L ’analisi perdeva il tono enfatico per divenire rilevante
da un punto di vista storico-politico, quando si soffermava sulla
diversa situazione esistente nei paesi ‘ dem ocratici o in quelli
totalitari o dell’O riente. Infatti, esaminando la partecipazione
femminile alle lotte dell’Occidente dem ocratico, m olto spazio era
assorbito dalla rievocazione della parte avuta dalle donne negli38
132
scioperi» mentre nell esame della situazione esistente nei paesi
totalitari, 1 accento era posto principalmente sull’impegno antifa-
scita delle masse femminili. Veniva fra l’altro ricordato che mal
grado « il terrore sfrenato del sistema fascista », le operaie italia
ne avevano un ruolo attivo nell’impegno generale del proletariato
contro la dittatura e che le jugoslave prendevano parte non sola
mente alle lotte economiche, ma soprattutto alle prime azioni di
Resistenza dopo il colpo di Stato che, nel ’29, aveva imposto al
paese la dittatura della monarchia39. Descrivendo le lotte femmi
nili dei paesi deH’Oriente, si svolgeva di solito un’analisi più obiet
tiva e meno soggetta alle degenerazioni trionfalistiche, perché ap
pariva troppo evidente che qui il movimento femminile versava
in uno stadio di notevole arretratezza. Un’autrice indiana sostene
va che le donne del suo paese si proponevano obiettivi limitati,
quali le rivendicazioni economiche nel quadro del regime esistente,
il diritto di successione per le maomettane, la proibizione di por
tare il velo, la lotta contro la prostituzione legalizzata, e ortodos-
133
samenfe ricordava che le operaie avrebbero potuto aff
lamcntc dopo la sconfitta dell’imperialismo * Anche 1 anCars' so.
tervenne sull’evoluzione del movimento femminile d 'n‘
dichiarandosi soddisfatta per il lavoro svolto dalle S ez^ ^ r'ente,
ternazionale per avvicinare nuovi strati di donne trasfc^ '^n'
la « rassegnazione muta e l’aspirazione segreta in volontà man^0r,e
potenza di lotta ». Attribuiva meriti specifici al Partito riS° ' ta e
cinese, che lodava per aver saputo dare alla lotta per i CJ !T1Un'sti,
tutte le donne una dimensione politica, assente invece n e ì ^ ' ^
menti femminili borghesi, e riproponeva il confronto con
tica socialdemocratica, definendo l’Internazionale « un’alleat ^
tente nella lotta a favore dell’emancipazione del sesso femminili
La Razumova sviluppava il concetto sostenendo con eccess'
ottimismo che S1Vo
134
d poco a poco le operaie prendono coscienza che né il Kuorrtintang, né
i puoi sindacati, i sinistri né i ' destri si interessano, in realtà,
della liberazione della classe operaia e passano al Partito comunista. 42
135
■ j j A s tre tto di L o n d ra del P a r tito co m u n ista della G ran
direzione de ,g g io rn ata fe m m in ile del ’3 0 una conf.
Bretagna organ^ J * ^ p ien am en te sia per l ’alta partecipa!
136
. srnascheramento della politica socialdemocratica di appoggio
preparazione e all’attuazione della guerra, di tradimento quo
tidiano nelle fabbriche e nei parlamenti »
u 20 ottobre ebbe luogo il Congresso nazionale delle lavora
trici di Germania, con oltre 400 delegate, nel corso del quale la
Escussione si concentrò su questioni strettamente connesse alla
indizione economica delle operaie, al comportamento della buro
crazia sindacale riformista e alle possibilità e prospettive del la
voro rivoluzionario di fabbrica48. Al II Congresso nazionale fem
minile del K pd a Berlino, nel novembre 1930, si registrò con
compiacimento la recente adesione di donne al partito e all’Inter
nazionale sindacale rossa . Quest’ultima organizzazione aveva ne
gli ultimi anni intensificato i suoi sforzi per la sensibilizzazione po
litica delle lavoratrici, ritenendo che « la partecipazione attiva del
le donne alle lotte economiche e politiche determina lo svolgi
mento e l’esito della lotta di classe operaia » ®. Prosegui su que-
« R e ic b s p a r t e ia r b e it e r k o n fe r e n z z u r A r b e it u n te r d e n F r a u e n in D e u ls c h la n d ,
in «Internationale Presse-Korrespondenz », IX, 21 giugno 1929, n. 53, pp.
1303-4.
48 Al Convegno partecipò un’assai differenziata rappresentanza di masse
femminili, per lo piu operaie (229) ma anche casalinghe, impiegate e lavo
ratrici agricole, solo in parte appartenenti alla K pd (16 3 ). Cfr. R e ic h s k o n
gress d e r W e r k t à t ig e n F r a u e n D e u t s c b la n d s , in « Internationale Presse-Kor-
respondenze », IX, 20 ottobre 1929, n. 99, pp. 2 3 7 1-2 . Per una migliore
conoscenza del movimento femminile tedesco, cfr. A r b e it e r b e w e g u n g u n d
F ra u en em a n z ip a tio n 1889 b is , 1933, Verlag Marxistische Blatter, Frankfurt
1973.
49 V e r Z w e it e R e ic h s k o n g r e s s d e r w e r k tà tig e n F r a u e n D e u t s c b la n d s , in
« Internationale Presse-Korrespondenz », X, 2 5 novembre 1930, n. 100,
p. 2455. In preparazione al Congresso ebbero luogo in quasi tutti i distretti
conferenze particolarmente interessanti per le testimonianze recate dalle ope
raie che vi convenivano, cfr. L. O., D e r I I . R e ic h s k o n g r e s s w e r k t à t ig e r F r a u e n
in D e u ts c b la n d im Z e ic h e n d e s M a s s e n k a m p fe s u m L o b n u n d B r o t t in « In
ternationale Presse-Korrespondenz », X, 24 ottobre 1930, n. 89, p. 2178.
50 D ie A r b e it e r in in d e n W ir t s c h a ft s k a m p fe n , in « Internationale Presse-
Korrespondenz », X, 31 gennaio 1930, n. 11, p. 263. La Moirova informava
tramite la stampa che era in atto il fenomeno dell’uscita progressiva delle
donne dai sindacati riformisti — erano piu di 1 milione e mezzo nel *21,
più di 900 mila nel *24 e solo circa 650 mila nel *26 — non compensata da
un contemporaneo inserimento di donne nei sindacati rivoluzionari, cfr. Moi
rova, D e r I n t e r n a t io n a le F r a u e n t a g , in « Die Kommunistische intemationale »,
X, 20 marzo 1929, n. 12, p. 725. Ne derivava pertanto che la grande mag
gioranza delle operaie era disorganizzata: in Germania il 7 5 % , in Inghilter-
137
sta linea d ’azione emanando, poco dopo Ja conclu '
Congresso, tramite il Consiglio centrale, particolari'0? deI IV
che conferivano a delegate operaie compiti di grossa ' ,Sp0sÌ2ior,;
quali l’elaborazione della piattaforma rivendicativa ^ f ° nsa^h'tà
decisioni in merito ai metodi di lotta e persino la dire * 0f>eraie'
scioperi delle fabbriche con prevalente manodopera fe^ ° n.e ^cgli
Fu convocata dal 12 al 16 agosto 1930 una Conferen^”1'11116*'
dei dirigenti e delle dirigenti delle sezioni femminili ? - CUropea
comunisti, con l’evidente intento di confrontare metodi ^ Paniti
diverse sul piano operativo. Non tutti espressero giudi'- °P'nio,1i
sullo sviluppo del movimento. In particolare Vassiliev P° SÌtivi
maggiore controllo circa l’effettiva attuazione delle d i s p o l T ^ ^
Comintern sul ‘ lavoro ’ fra le masse femminili e raccom Tl ^
dedicare piu attenzione alla scelta dei quadri. Sosteneva che *
se il risultato del lavoro quadriennale per l’organizzazione delle assem-
hlee delle delegate è uguale a zero, ciò è dovuto soprattutto alla man
canza del necessario senso di responsabilità riguardo al lavoro fra le
operaie da parte dei dirigenti delle sezioni femminili e da parte de]
Comitato centrale che lascia queste ultime al loro posto benché con-
rrawengano sistematicamente alle sue direttive.52
138
Bisogna svolgere una lotta energica per le piccole rivendicazioni eco-
nemiche p arziali.53
53 D ìsco u rs d e K u u s in e n à la C o n fè r e ttc e e u r o p é e n n e d e s s e c r è t a ir e s d e s
S ectio n s fé m in in e s , in « L ’Internationale communiste », X, 1° novembre
1930, n. 29, p. 1990.
54 L ’é t a t d u tra v a ti p a r m i l e s fe m m e s e t le s tà c h e s d u p a r ti c o m m u n is t e
(R éso lu tio n a d o p t é e à la C o n fé r e n c e d e s c h e f s d e s S e c tio n fé m in in e s d e s
partis c o m tn u n ìs te s e u r o p é e n s e n A o ù t 1 9 3 0 ) y in « La Correspondance in-
ternationale », X, 12 novembre 1930, n. 94, p. 216.
55 L ’é ta t d u tra v a ti p a r m i le s f e m m e s e t d e s tà c h e s d u p a r t i c o m m u n is t e
(R éso lu tio n a d o p t é e à la C o n fé r e n c e d e s c h e f s d e s S e c tio n s fé m in in e s d e s
p artis c o m m u n is te s e u r o p é e n s e n a o u t 1 9 3 0 ) t in « La Correspondance Inter
nationale », X, 8 novembre 1930, n. 93, p. 1199.
139
cenziamento per matnmomo. Raccomandava pertanto l’impe
per l’allestimento di nidi, giardini d infanzia gratuiti, locali L
ciali per l’allattamento e lodava quelle sezioni che sapevano £
porsi alle deviazioni di sinistra, ostili a dedicare un'attenzione spe
tifica alle condizioni sociali delle operaie e delle mogli di 0perai'
Parallelamente sconfessava le deviazioni di destra, che nel catnp0
del lavoro fra le donne implicavano la sottovalutazione del ru0]0
delle operaie nelle lotte, nei compiti di responsabilità del partito
dei sindacati e di altre organizzazioni rivoluzionarie56.
Questa parte della risoluzione si inseriva in una linea di svi-
luppo coerente con i principi fondamentali sulla questione fcm.
minile espressi nel corso dei primi congressi ed in particolare con
il discorso leniniano sull’organizzazione delle donne. Il rinnovato
interesse per la questione dell’organizzazione femminile si riflet
teva anche sulla stampa ufficiale di questi anni. La Moirova, per
esempio, intervenne dichiarandosi insoddisfatta dell’azione già
svolta dai vari partiti, che incolpava di essersi mostrati incapaci
di fare della partecipazione delle donne alle lotte il punto di par
tenza di un’azione capace di incidere sul movimento delle ope
raie. Commentava:
56 Ivi, p. 1216.
57 Moirova, Pour la Jourtiée r è v o lu t io n n a ìr e in t e r n a t io n a le d e s f e m m e s
travailleuses> in « L ’Internationale communiste », X, 1° marzo 1930, n. 7,
p. 431.
140
ticre, la riorganizzazione del lavoro sindacale e la formazione dei
comitati d’azione, interessavano immediatamente il lavoro fra le
donne. Le pareva soprattutto che i partiti non apprezzassero nella
giusta misura l’importanza delle sezioni femminili in quanto orga
nizzazioni di grandi masse lavoratrici5859.
Il dibattito sui metodi riguardava le donne occupate nell’indu
stria. La citata risoluzione dell’agosto 1930 insisteva sull’esigenza
di « estendere l’influenza sulle operaie », anche se non mancava
d’altra parte di raccomandare ai partiti d’impegnarsi fra le conta
dine rilevando che, fino a quel momento, in nessuna organizzazione
rivoluzionaria del mondo agricolo era stato svolto un lavoro siste
matico fra lavoratrici della terra. Esigeva la creazione di comitati
di contadine, la formazione di circoli, conferenze, assemblee di
delegate e la nomina di incaricati che lavorassero fra questi strati
di donne nelle organizzazioni di partito nella campagna * .
Nell’affrontare la questione dei metodi di lavoro piu efficaci per
Tazione fra le donne, il discorso riprendeva argomenti già discussi
in precedenza, ma con molta maggiore concretezza grazie all’espe
rienza acquisita e alla convinzione dell’importanza della questione.
A differenza del passato, in cui la discussione aveva registrato vi
vaci dissensi sulla prassi organizzativa sovietica in merito all’ ‘ a-
zione fra le donne ’, si assiste adesso a un’accettazione omogenea
del metodo russo delle assemblee delle delegate. Questa adesione
non deriva da un’adeguata analisi delle condizioni obiettive dirette
a stabilire l’effettiva possibilità di trasferire nei paesi capitalistici
un metodo applicato in un paese di diversa situazione strutturale,
ma piuttosto dell’obiettivo di evitare qualsiasi concessione alle
infiltrazioni socialdemocratiche, cosa che poteva facilmente verifi
carsi con l’applicazione delle organizzazioni femminili apartitiche.
La risoluzione approvata dalla X II Sessione plenaria del Comitato
esecutivo del settembre 1932 stabiliva che
141
„ risolutamente termine alla sottovalutazione del u
occorre mer,C/r inili proletarie; dato che si tratta di un compitoVot°
fru le masse tem » d j momento attuale occorre s v ilu p p i £ par'
binazione delledeve
questo lavoro
base dci,e
^ essere considerato assemb,ct
come d'n' “'
appartenente - U r6
tutto
partito.
143
. „a vittoria d a nazismo e delle forze reazionarie, r
derivat0 daJ* ^ ^ i n d i a l e e soprattutto per la sicurezza det
r
1>URSS' processo di maturazione sono riflesse anche necl:
• ^ en tfspecific'tam ente dedicati alle donne, per lo ptó intesj
interventi sp ^ ]oJO utiljz2azione strum entale nelle 0 fficine
Di“r
e di nwlua°n , ^ S S J -'C 'A S E
femminili lavoratrici diventerà sem-
“ “ •a 'inammissibile e incompaubile con la line, generale delllMtt.
nazionale comunista. 44
Nel dicembre, in occasione della X I I I sessione plenaria del Co.
mimro esecocivo, alcuni dei numerosi .n.ervenur. al d rb .tr ,.0 1,.
mentarono 1. negligane. deUe loro seerom ne settore del lavoro
fra le donne, auspicando l'mtensificaeione d e U a m v u . In rapp,t .
sentane, del Segretariato femminile intemazionale, la Ktrsanova
descrisse la condizione di sfruttamento delle donne, raccomandando
ai compagni di impegnarsi maggiormente al fine di renderle idonee
a sostituire gli uomini nell’apparato stesso del partito. Commen
tava efficacemente:
C oncretam ente l ’errore dei partiti consiste nel fa tto ch e essi non so
no riusciti a creare un quadro di donne e a m e tte rlo al servizio d el
■ lavoro ’ fra le donne; nelle loro file, nel loro inconscio regna ancora
la concezione della donna casalinga . 656
*
4
144
Le tesi approvate, che pervennero alla denuncia ufficiale della
politica fascista, definendola per la prima volta « aperta dittatura
terroristica degli elementi più reazionari, più sciovinisti e impe
rialisti del capitale finanziario », spostarono l’obiettivo di lotta
dalle coalizioni borghesi-socialdemocratiche ai regimi di tipo fa
scista e sostennero l’esigenza di « intensificare il lavoro di massa
tra le donne e al tempo stesso di educare e spingere avanti sin da
ora le militanti attive che, nell’eventualità della guerra, siano ca
paci di rimpiazzare, nei diversi casi, i compagni m obilitati»66.
L’anno successivo fu decisivo per la definizione della nuova
linea del Comintern — tutta rivolta a fronteggiare il fascismo — ,
che per non riconoscere di aver precedentemente commesso un erro
re politico, non abbandonò Patteggiamento polemico nei confronti
dell’operato socialdemocratico. La pubblicistica internazionalista
del 1934 sulla questione femminile risenti notevolmente della con
traddizione determinata dal persistere dell’attacco alla socialdemo
crazia quando già esistevano regimi fascisti. Spesso non si pro
cedeva alla necessaria distinzione ideologica fra la concezione bor
ghese-conservatrice della donna, diffusa fra i socialdemocratici, e
quella decisamente reazionaria dei fascisti e si perveniva alla loro
identificazione sostenendo che
145
, . 0„ ,o d oniti d’azl° nei ”, “ *
m HtJ„ci«, ^ •P istì _ isp.rò k z « l « a„ uate d>)l9
I partiti « " “f ” ‘ do al movimento femtmmle. S i g n i f i c a
U I I n tc tn K io t.* n * “ del >M, di un Congresso m ondi*
, la convocaziofK’ n ^ e jj fascismo, indetto daU’omonimo co-
& donne contro la 8“ ^ ^ ,arga organizzazione m o n d i* già
mtato facente P »™ ^ ^ ^ « s o internazionale di Amsterdam
costituitasi m occaso
contro 1, guerra del ;. ,e> oUre che alle operaie e alle
Fu esteso l’in«® - delle organizzazioni cattoliche, ai
contadine, ai “ “ “^ A ^ t e s s e e di donne intellettuali. Rispon.
gruppi di insegnanti, m ^ E s e c u tiv o deU'Intetnazic,M|e
dendo alle insmuaz .0 do , j suoi membri di partec,paK,
socialista che, f » ' « ^ di intervenire e aveva definito
n aveva tuttavia comunista intesa a egemonmzate ,1
il Congresso del Comintem ne nbad. eneo
146
Dopo aver chiarito gli obiettivi e superato le questioni organiz
zative, il Congresso si apri nel Palazzo della Mutualité di Parigi
la mattina del 4 agosto, alla presenza di 1.200 delegate, per lo
più giovani, provenienti da tutto il mondo, anche dall’Italia e
dalla Germania. Le testimonianze di queste ultime, che assunsero
spesso accenti drammatici, servirono a confutare le argomenta
zioni delle pacifiste, che dissentivano dall’idea dell’opposizione vio
lenta al fascismo. Lo stesso Henri Barbusse, intervenendo il 6
agosto a nome del Comitato mondiale di lotta contro la guerra
e il fascismo, spiegò loro che non bisognava temere le soluzioni
radicali, le parole ‘ socialista ’ e ‘ rivoluzionaria \ Si dichiarò com
piaciuto del fatto che le donne per la prima volta uscivano in
massa « da un idealismo rispettabile » ma troppo vago, e «c senza
presa sugli avvenimenti », da « una specie di separatismo sociale
che si limita ad alcune rivendicazioni specifiche di ordine politico
e legali — rivendicazioni legittime ma che non hanno senso se
non fanno parte di una totalità » e aggiunse:
147
delle masse lavoratrici di tutti i p a e s i70. Conclusosi il
femminile mondiale, Teresa N o ce com m entava sullo « g^°nve8no
raio »:
Il successo, i risultati politici di questo larghissimo fronte
azione fra i piu vasti strati di donne, che si è realizzato attra Unic° di
sto congresso, dimostrano chiaramente le immense possibilità^*^ que‘
offrire al nostro partito un’azione decisa, continuata __ aci Che
condizioni e alle possibilità — di agitazione e di p r o p a g a n d i
donne. I pregiudizi, le resistenze, la negligenza a fare il ]avo * t ,e
donne, che esistono ancora su larga scala fra i nostri compagni 1 Je
stre organizzazioni, devono assolutamente essere combattuti e y * ' V 0"
148
Distiche dei fascisti si raccomandava spesso l’intensificazione del
lavoro fra le donne atto a sottrarle all’influenza reazionaria. L ’in
tervento di Dimitrov sulla questione femminile, inserito nell’am
pio rapporto sull Offensiva del fascismo e i compiti dell’Interna
zionale comunista nella lotta per l ’unità della classe operaia contro
il fascismo, presentava un contenuto non solamente propagandi
stico e agitatorio. L ’individuazione delle masse femminili quali
forze diverse da quelle salariate ma egualmente interessate alla
lotta antifascista non era costretta nei limiti dell’analisi della con
dizione femminile nei paesi fascisti, peraltro non trascurata nelle
sue caratteristiche essenziali. Essa s’inseriva in un discorso piu
largo anche geograficamente, collegato al binomio donna-capitali
smo e al più ampio rapporto capitalismo-fascismo:
149
.
Concorde con » ^ g u erra mondialeda
nuova tattica Togliatti presentò il rappotto
p a rte degli
sullaPreparazione -tidell’lc, dove sostenne anche la necessità
im
perialisti coe t J ^ femminili contrapposte a quelle dei
150
dei comunisti dall’accusa spesso rivolta loro di volere la ‘ comu
nanza delle donne \ intendeva far riferimento al piu complesso
problema del rapporto donna-famiglia in Unione Sovietica. Esso
sollevò tuttavia dei dissensi, a giudicare dal testo della risolu
zione poi approvata, che si limitava alla consueta e vaga afferma
zione secondo cui « la donna, allo stesso modo dell’uomo, deve
partecipare attivamente alla costruzione socialista » 75.
Dopo il *35 il Comintern giunse alla pressoché completa iden
tificazione della sua linea politica con quella sovietica in conse
guenza dell’ormai indiscussa egemonia del Partito comunista rus
so (b). Anche il dibattito sulla questione femminile, pur denun
ciando con vigore la politica repressiva dei fascisti, si concentrò
sull’analisi della condizione della donna in Unione Sovietica76.
Alla fine degli anni Trenta divennero sempre piu sporadici i
riferimenti allo sviluppo del movimento femminile nei singoli pae
s i77; ad essi si sostituirono brevi cronache dedicate alla parteci
pazione delle donne alle lotte generali del movimento operaio in
ternazionale. L ’Internazionale comunista diffondeva notizie sulle
manifestazioni organizzate dalle giapponesi e dalle italiane allo
scopo di impedire la partenza degli uomini per la guerra78, mentre
in piu occasioni riportava l’invito della Pasionaria alle madri te-
151
d ech e perché d is s u a d e v o i figli dal com battere contro la Spagn,
79
152
zia, l'assistenza ai poveri, l’impegno pacifista, la lotta per il pane
e la difesa delle libertà democratiche ».
Si denunciava in modo esplicito l’inadeguatezza di un inter
vento scopertamente politico che non poteva essere compreso a
sufficienza da tutte le donne:
153
• ruoli tradizionalmente affidati ai due sessi
r\
154 z 68660
Indice
P rem essa 5