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problema
Massimo Introvigne
1. L'origine sociologica
2. L'origine storica
a) In generale
1. Le obbedienze
2. I riti
a) L’anti-massonismo laico
b) Il contro-massonismo religioso
Il contro-massonismo protestante
Il contro-massonismo cattolico
Il caso Léo Taxil costituisce una autentica saga, molto più complicata di
quanto non si pensi (59), in cui non si manifesta un solo "grande
complotto" ma piuttosto si intrecciano tanti "piccoli complotti" che
coinvolgono ambienti cattolici, massonerie e perfino servizi segreti.
Sarà sufficiente far notare, in questa sede, che Léo Taxil non si auto-
smascherò nel 1897 per suo piacere o perché era stufo di recitare la
sua parte: fu costretto a confessare, schiacciato ormai da analisi
spietate che mostravano come non poteva trattarsi che di un
mistificatore. Queste analisi erano opera per una piccola parte di
massoni come Arthur Edward Waite (1857-1942) - il celebre esoterista
londinese - e per la parte maggiore di cattolici che preferivano la critica
"filosofica" della massoneria alle ipotesi "diabolistiche" e che comunque
avevano intuito la natura della manovra di disinformazione di cui si era
fatto strumento il falso convertito (60). Certo, vi furono - a diversi
livelli - cattolici che si lasciarono ingannare da Léo Taxil (che del resto
mescolava sapientemente il vero al falso nei suoi libri): ma non si
trattava di tutti i cattolici, né di tutti i cattolici che proponevano una
opposizione militante alla massoneria.
In ogni caso, è sempre importante ribadire che non tutti coloro che
criticano la massoneria sono d’accordo fra loro. L’idea di un grande
"fronte" anti-massonico che metta insieme anti-massonismo laicista,
contro-massonismo protestante, contro-massonismo cattolico (realtà
diverse, i cui obiettivi sono talora addirittura opposti), è - come sempre
capita per "fronti" di questo genere - un equivoco culturale prima
ancora che un inganno politico.
a) Argomenti pratici
La "machinatio"
La promozione dell’occultismo
4. Alcune conclusioni
[Note]
(20) Una buona edizione critica (in inglese con traduzione francese a
fronte) è Anderson's Constitutions - Constitutions d'Anderson 1723, a
cura di Daniel Ligou, 4a ed., EDIMAF, Parigi 1990.
(25) Roy A. Wells, Some Royal Arch Terms Examined, 2a ed. ampliata,
Lewis Masonic Books, Londra 1988, pp. 54-58.
(35) Per una mappa delle principali "massonerie di frangia" cfr. il mio Il
cappello del mago. I nuovi movimenti magici dallo spiritismo al
satanismo, SugarCo, Milano 1990, pp. 157-175. Sui rapporti fra
Cagliostro e le massonerie si troveranno utili informazioni in Daniela
Gallingani (a cura di), Presenza di Cagliostro. Atti del Convegno
Internazionale "Presenza di Cagliostro" - San Leo 20, 21, 22 Giugno
1991, Centro Editoriale Toscano, Firenze 1994.
(36) Cfr. il mio Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici dallo
spiritismo al satanismo, cit., per la nozione di "nuovo movimento
magico" e per le relazioni dei nuovi movimenti magici con la
massoneria.
(50) Cfr. William Preston Vaughn, The Anti-Masonic Party in the United
States 1826-1843, University Press of Kentucky, Lexington (Kentucky)
1983; Paul Goodman, Towards a Christian Republic. Antimasonry and
the Great Transition in New England 1826-1836, Oxford University
Press, Oxford - New York 1988.
(61) Cfr., per una prima introduzione, François Vindé, L’Affaire des
Fiches. 1900-1904. Chronique d’un scandale, Éditions Universitaires,
Parigi 1989; Pierre Chevallier, Histoire de la Franc-Maçonnerie
Française. III. La Maçonnerie: Église de la République (1877-1944),
Fayard, Parigi 1975, pp. 71-116.
(65) Ibid.
(70) Ho descritto questo processo nel mio Il cappello del mago. I nuovi
movimenti magici dallo spiritismo al satanismo, cit.
(71) Carlo Francovich, Storia della Massoneria in Italia dalle origini alla
Rivoluzione francese, La Nuova Italia, Firenze 1984, p. 29.
(74) Cfr. sul punto il mio Il ritorno dello gnosticismo, SugarCo, Milano
1993.
(80) Cfr., sulla "grande controversia" tra i Battisti del Sud, James C.
Hefley, The Truth in Crisis. The Controversy in the Southern Baptist
Convention, 5 voll., Criterion Publications (vol. 1) - Hannibal Books
(voll. 2-5), Hannibal (Missouri) 1986-1990; Ellen M.Rosenberg, The
Southern Baptists: A Subculture in Transition, University of Tennessee
Press, Knoxville (Tennessee) 1989; Bill J. Leonard, God’s Last and Only
Hope. The Fragmentation of the Southern Baptist Convention, William
B. Eerdmans, Grand Rapids (Michigan) 1990; Nancy Tatom Ammerman
(a cura di), Southern Baptists Observed. Multiple Perspectives on a
Changing Denomination, University of Tennessee Press, Knoxville
(Tennessee) 1993.
Marco Tangheroni
Per quanto una storia globale del "templarismo" sia ancora da scrivere,
noi oggi sappiamo bene che la leggenda templare nacque all'interno
della massoneria settecentesca, in rapporto a tensioni tra correnti
spiritualiste e correnti razionaliste, anche se furono questi in fondo due
volti, spesso ambiguamente intrecciati, di un'unica realtà (5). Si
cominciò allora a dire e scrivere che l'ordine era una società segreta e
che l'ultimo maestro noto, Jacques de Molay, avrebbe avuto il tempo di
trasmettere i segreti templari a un cavaliere di nome John Mark
Larmenius; da allora la catena dei gran maestri non si sarebbe più
interrotta (6).
Essi si installarono in una sala del palazzo reale sull'antica spianata del
Tempio; quando poi il re trasferì la propria sede nella torre di David,
tutto il palazzo reale (l'antica moschea di Al-Aksa) fu ceduto al nuovo
ordine: così i "poveri cavalieri di Cristo" divennero i cavalieri del
Tempio, i Templari. Il sigillo dell'ordine è stato a lungo considerato
come recante l'immagine del Tempio di Salomone, ma recentissimi
studi fanno pensare che si trattasse piuttosto della Rotonda,
l'Anastasis, del Santo Sepolcro. Sull'altro lato figuravano due cavalieri
che montavano uno stesso cavallo: la spiegazione più probabile è che il
riferimento simbolico fosse alla buona intesa, alla disciplina e
all'armonia che dovevano regnare nell'ordine.
Nel 1139 un altro Papa, Innocenzo II, con la bolla Omne datum
optimum, concesse ai cavalieri del Tempio una serie di privilegi di
grande portata, come l'esenzione dalla giurisdizione episcopale,
l'autorizzazione ad avere propri preti e cappellani, il diritto di costruire
oratori con possibilità di farvisi seppellire, l'esenzione dalle decime. Ciò
non mancherà, naturalmente, di suscitare qualche opposizione in una
parte della Chiesa. Intanto, anche nella Cristianità occidentale, le
donazioni crescevano con una progressione impressionante.
3. Il "De laude novae militiae"
5. L'epopea templare in Terrasanta
Per quanto in diverse occasioni ci fossero contrasti con gli altri ordini
consimili, come gli Ospedalieri di San Giovanni o i Cavalieri Teutonici,
oppure con il re di Gerusalemme, o con i baroni franchi, o con i Crociati
appena arrivati dall'Occidente (i quali magari mal comprendevano una
certa quale "orientalizzazione" dei modi di vita, uno strano miscuglio di
guerra spietata, ma anche di una componente di tolleranza che
consentiva ai musulmani di pregare nella moschea della spianata del
Tempio), e per quanto talora alcuni comportamenti abbiano incontrato
giudizi negativi da parte di storici contemporanei, è doveroso
riconoscere che il bilancio complessivo della presenza militare dei
Templari in Terrasanta deve essere considerato altamente positivo per
la difesa delle posizioni cristiane e spesso impreziosito da gesta
autenticamente eroiche.
6. I Templari in Occidente
I pur rapidi accenni fatti dimostrano che, fino a quando una presenza
cristiana in Oriente si mantenne, i cavalieri templari continuarono a
mantener fede al loro scopo originario, battendosi - salvo qualche rara
eccezione - con coraggio, spesso con eroismo. Non si può dunque
parlare di un abbandono della loro missione nel corso del XIII secolo.
7. La caduta del Tempio
Persa San Giovanni d'Acri, l'ordine del Tempio trasferì la propria sede a
Cipro, dove fu eletto maestro, nel 1295, Jacques de Molay, un
cavaliere della contea di Borgogna. Nel 1300 furono anche compiuti
tentativi di controffensiva contro l'Egitto, condotti insieme agli
Ospedalieri; ma il tentativo fallì per l'insufficienza delle forze navali a
disposizione. Fu questa l'ultima azione militare dei Templari, mentre gli
Ospedalieri mantennero alto il loro prestigio con la riconquista di Rodi.
Gli atti dei vari processi, compresi quelli francesi, ormai ampiamente
studiati e pubblicati, dimostrano che la stessa accusa trovava molta
difficoltà nel portare avanti, per la scarsità di prove, il processo
inquisitorio. Questo spinse Filippo il Bello a superare ogni procedura
giuridica, a portare a termine un autentico "processo politico" e a far
ardere i roghi in tutto il suo regno. Un cronista del tempo, raccontando
le prime esecuzioni, quelle di Parigi, scrisse: "Nessuno di loro - senza
eccezioni - riconobbe i crimini che venivano loro imputati, anzi
rimasero irremovibili nel loro diniego, ripetendo continuamente che
erano condannati a morte senza motivo e ingiustamente, fatto che
molti poterono constatare con grande ammirazione ed immensa
sorpresa".
***
(5) Sui due volti della modernità cfr. Massimo Introvigne, Il cappello
del mago. I nuovi movimenti magici dallo spiritismo al satanismo,
SugarCo, Milano 1990.
(6) Si veda, per un primo approccio, la seconda parte del libro di Peter
Partner, The Murdered Magicians. The Templars and Their Myth,
Oxford University Press, Oxford 1982.
(7) Cfr. Aldo A. Mola, "Il templarismo nella massoneria tra Otto e
Novecento", in I Templari: mito e storia, Riccucci, Sinalunga 1989, pp.
259-278.
(10) Tra le varie traduzioni del Liber ad milites Templi de laude novae
militiae consigliamo quella di Franco Cardini, con ampia introduzione,
Volpe, Roma 1977.