Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
Introduzione
1
Aristotele (La Politica)
1
Per questo affronteremo in una prima parte il concetto di
comunicazione distinguendone i due tipi fondamentali; ovvero la
comunicazione verbale e quella non verbale. Successivamente faremo
un breve excursus di quelli che sono stati i più significativi mezzi di
comunicazione che hanno, da subito, contribuito a cambiare la vita
dell’uomo. In una terza parte soffermeremo l’attenzione su quello che
è stato e continua ad essere il più diffuso mezzo di comunicazione di
massa, la televisione, partendo dalla nascita di questo media spiegherò
l’evoluzione tecnologica, che ha subito sino ai nostri giorni,
soffermandomi su quelli che sono i programmi e le scelte televisive
che in parte ci vengono imposte. Infine termineremo affrontando il
tema della digitalizzazione che ha permesso l’evolversi di tutti i mezzi
di comunicazione di massa e non, concludendo con un concetto che
per me descrive quella che è la società mediata dei nostri giorni, in cui
una maggiore quantità dei prodotti non va di pari passo con una
migliore qualità di questi.
Q1 Q2
2
Dove Q1 è un attore sociale, in questo caso l’enunciante che dice
qualcosa ad un altro soggetto Q2 che ha scelto come referente. Se
l’attore si comporta “razionalmente”, cioè in modo adeguato al
referente e alla circostanza, si avvia un processo comunicativo tale da
produrre, più o meno, gli effetti sperati o necessari.
3
Ben diversa sarà infatti la situazione in cui un allievo chiede
spiegazioni a un docente durante l’ora di ricevimento, da quella in cui
il docente, durante un esame, interroga l’allievo sullo stesso
argomento.
Q1 Q2
4
rassicurante protezione proprio perché, analogicamente, si configura
come un affettivo riparo contro eventuali aggressioni del mondo
esterno.
1. la mimica facciale
2. gli atteggiamenti posturali
3. la gestualità
4. la prossemica
5. i segni paralinguistici
5
difficilmente controllabili come i cambiamenti di colore
dell’epidermide (l’impallidire e l’arrossire) o lo schiudersi della bocca
in un sorriso di piacere o in una smorfia di dolore.
6
individuo, ma è anche vero che questa risulta fortemente influenzata
dalle diverse pratiche culturali; è infatti noto come i popoli
mediterranei abbiano una gestualità molto più ricca e accentuata
rispetto a quelli nordici.
7
un metro di distanza dal corpo. Si usa indicare tale area come quella
entro cui si lasciano entrare le persone che hanno confidenza con noi.
Più o meno dove finisce tale sfera ha inizio quella sociale, che
corrisponde alla distanza alla quale riteniamo corretto tenere tutte le
persone verso le quali non siamo coinvolti affettivamente .
8
Ciascuna occasione relazionale prevede un determinato uso dei segni
paralinguistici. Per esempio, un oratore dovrà parlare con una certa
intensità di voce, modulare il tono dell’eloquio in modo da enfatizzare
i passaggi più interessanti e focalizzare l’attenzione sui concetti da
ricordare.
La società mediata
9
Al più ciò gli poteva capitare in occasione del servizio militare o del
viaggio di nozze nelle città limitrofe.
10
Fu infatti Johann Gutenberg, nel 1450, a trovare la “convergenza” di
diverse tecnologie che si erano sviluppate nella prima fase dell’era
industriale, cioè nel quattordicesimo secolo. La metallurgia, ad
esempio, che si era evoluta non solo per usi militari, fornì le basi per
la fusione dei caratteri, le tecnologie del torchio, nate dai mulini,
offrirono le risorse per la stampa, l’evoluzione della chimica aveva
portato a nuovi tipi di inchiostro. E la produzione della carta aveva
avuto, specialmente a Fabriano, una notevole evoluzione, sia per
“meccanizzazione” dei sistemi produttivi, sia per “costanza di qualità”
del prodotto.
11
annaffiando. Semplici scherzi di questo tipo rappresentavano il
cinema delle origini.
La maggior parte dei film delle origini era composta da una sola
inquadratura, la macchina da presa era sempre tenuta nella stessa
posizione e l'azione si svolgeva nel tempo di un'unica ripresa. In molti
casi, i registi facevano di un singolo soggetto diverse riprese, questi
venivano poi trattati come una serie di film separati. I gestori delle
sale potevano poi scegliere se comprare l'intera serie o proiettarne uno
solo.
12
termine "radio", che deriva da "radiazione" fu adottato in una
conferenza svoltasi a Berlino, in Germania, nel 1906, con riferimento
alle comunicazioni mediante onde elettromagnetiche .
13
a svilupparla ulteriormente apportandovi continui miglioramenti. Uno
dei grandi limiti dell'invenzione di Marconi risiedeva nel fatto che si
potevano inserire solamente impulsi adatti per il codice Morse, cosa
che era inadatta per la trasmissione dei suoni. Perciò, nel Dicembre
del 1900, usando un trasmettitore a scintilla Fessenden riuscì a
trasmettere un breve messaggio fonico: per la prima volta nella storia
del pianeta la voce dell'uomo poteva udirsi a diversi chilometri di
distanza viaggiando a cavallo di onde elettromagnetiche. Sei anni
dopo ancora Fessenden realizzò quella che è considerata la prima
trasmissione radiofonica della storia: parole e musica vennero udite
nel raggio di 25Km dalla trasmittente situata a Brant Rock sulla costa
del Massachusetts.
14
Possiamo perciò affermare che la radio e il cinema si spartivano
idealmente il tempo libero dei cittadini con un tacito accordo: la radio
si ascoltava in casa e i film si vedevano nello spazio pubblico,
soprattutto il sabato e la domenica ; un giusto accordo poiché alla
radio mancavano le immagini e il cinema era muto.
Fin dagli anni ’20 del Novecento furono fatti i primi esperimenti per
superare quello che appariva come il primo limite della radio; ovvero
l’assenza di immagini in movimento. Il cinema, infatti, già dal 1895
aveva costruito grazie all’interazione tra luce e una lastra ricoperta di
gelatina sensibile, le immagini in movimento; costituite da una
sequenza di fotogrammi in rapido scorrimento. In pochi anni, così, il
cinema raggiunse una forma culturale propria grazie alla sua capacità
di narrare storie.
15
diffuse in condizioni di crescente prosperità economica di cui non
aveva goduto la radio negli anni ’30.
Nasce la televisione
16
Seguì la Gran Bretagna dove la Bbc iniziò il servizio ufficiale di
televisione il 2 novembre del 1936 diffondendo dodici ore di
programmi la settimana ma allo scoppio della guerra le trasmissioni
furono sospese. Solo nel giugno del 1946 la tv torna nelle case dei
cittadini trasmettendo lo stesso cartone animato di Topolino con cui si
erano interrotte le trasmissioni all’inizio della guerra
17
La televisione
Alla fine degli anni ’40 la tv esisteva solo in quattro paesi al mondo;
ovvero le potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale: Stati
Uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica e Francia ma gli apparecchi
erano costosi e quindi difficilmente accessibili. Anche la copertura del
territorio rappresentava un problema; poiché era necessaria la
costruzione di una rete di distribuzione costituita da impianti fissi che
trasmettevano il segnale televisivo. Ecco perché nell’ immediato
dopoguerra la tv nasce solo nelle nazioni più ricche.
18
Tuttavia, nonostante gli alti costi degli apparecchi, la televisione
dimostrò subito la capacità di perforare il muro dei consumatori agiati,
che furono i suoi primi acquirenti, per diventare un bene d’acquisto
popolare. Con il passare degli anni, infatti, aumentava il numero dei
televisori presenti nelle case dei cittadini, il numero di nuovi
programmi che offrivano possibilità di scelta e soprattutto cresceva
una nuova leva di tecnici e professionisti. Ai tradizionali mestieri del
cinema, del teatro e della radio si aggiungevano, infatti, mestieri come
il cameraman, l’assistente di studio e soprattutto il regista televisivo,
ovvero colui che in tempo reale doveva dirigere i movimenti delle
telecamere e contemporaneamente scegliere quale delle inquadrature
offerte dalle varie camere doveva andare in onda.
19
Solo verso la fine degli anni ’60 iniziarono in Europa le trasmissioni a
colori, più tardi che in America.
I critici e i perplessi
20
questa volta commerciale. In America i pubblicitari e i produttori
di detersivi utilizzavano i media per condizionare le grandi masse,
proprio come aveva fatto il nazismo in Germania. In Europa gli
argomenti della Scuola di Francoforte sono stati largamente diffusi
anche perché questo evidenziava il passaggio da opere d’arte
realizzate da piccoli artigiani a grandi apparati culturali, spesso
controllati dal potere economico e politico, intenti alla fabbricazione e
diffusioni di prodotti facilmente replicabili in serie. Forse perciò
avrebbe giovato, più che la lettura di Orwell, riflettere sulle previsioni
che, qualche anno prima di lui aveva avanzato Aldous Huxley nel suo
romanzo Il mondo nuovo: un mondo in cui la gente è immersa nel
divertimento e gioca con la tecnologia, che libera dalla fatica di
pensare.
21
Theodor Adorno (sulla destra) e Max
Horkheimer (sulla sinistra).
Heidelberg 1965
Televisione e bambini
Fin dagli esordi della televisione fu chiaro che il nuovo mezzo aveva
nei bambini un pubblico molto fedele e appassionato. In Europa le
televisioni di stato limitarono ad alcune ore pomeridiane i programmi
per bambini, con una funzione pedagogica e complementare alla
scuola. Negli Stati Uniti, invece, la natura commerciale del sistema
televisivo incluse ben presto i bambini nel loro pubblico che,
occorreva raccogliere davanti allo schermo per esigenze pubblicitarie.
Non erano soltanto i bambini i destinatari di molti prodotti come cibi,
giocattoli o abiti; ma riuscivano a condizionare anche gli acquisti delle
loro madri per prodotti che non consumavano direttamente ma che
erano stati suggeriti dalla pubblicità.
22
Successivamente programmi per bambini furono collocati nel
pomeriggio, nel week-end e anche al mattino prima degli orari
scolastici; finché negli anni ’60 gli Stati Uniti furono scossi da
un’ondata di violenza, in gran parte razziale. Varie autorità e
movimenti accusarono la tv di educare i minori alla violenza,
riprendendo preoccupazioni che erano state rivolte, molti anni prima,
al cinema e ai fumetti. Nel tentativo di stabilire una trasmissione
televisiva senza violenza fu costituita così nel 1969 la tv pubblica; la
Pbs (Public Broadcasting Service).
Negli anni ’50 negli Stati Uniti nascono reti televisive via cavo per
distribuire il segnale nelle zone dove la tv via etere non arriva a causa
di ostacoli naturali come ad esempio una montagna. In questi casi un
imprenditore privato captava il segnale con un’antenna in cima alla
montagna e lo distribuiva in abbonamento utilizzando il cavo
23
telefonico preesistente, su cui possono viaggiare più segnali
contemporaneamente. Dieci anni dopo il cavo compare nelle grandi
città di New York e Los Angeles. I cable operator2, generalmente uno
per città, proponevano oltre alla ripetizione del segnale della tv via
etere anche programmi a pagamento; la così detta pay tv, offrendo allo
stesso tempo una migliore qualità dell’immagine e una minore
invadenza della pubblicità. In questo modo la tv via cavo si diffonde
in tutti gli Stati Uniti e il Canada. Essa offre un pacchetto assortito di
canali, inizialmente costruito sempre attorno al cinema, allo sport e ai
programmi per l’infanzia e che con il tempo ha allargato i propri
orizzonti dedicando interi programmi all’arte, alla musica, alle
previsioni meteorologiche e alla religione.
In Europa la tv via cavo si è sviluppata solo nei primi degli anni ’70,
particolarmente nelle zone con forti difficoltà orografiche e in quelle
esposte a influenze linguistiche e culturali plurime, come ad esempio
la Svizzera, il Belgio, l’Olanda e la Danimarca; anche se non si poteva
ancora parlare di pay tv che, invece, giungerà nel decennio
successivo.
Negli anni ’60 la televisione esce dai confini nazionali con l’uso dei
satelliti artificiali, che permettono di portare il segnale a grande
distanza. Un segnale radio proveniente dalla Terra incontrava il
trasponder (il ripetitore) del satellite e veniva riflesso in un altro punto
della superficie terrestre dove una stazione ricevente poteva captarlo.
24
segnali televisivi. Esso ruotava attorno alla Terra e poteva svolgere la
sua funzione solo per mezz’ora al giorno; quando cioè era visibile
contemporaneamente dagli Stati Uniti e dall’Europa. Per eliminare
questo limite dal 1964 i satelliti sono geostazionari; posizionati cioè a
36.000 chilometri dalla Terra e sono costantemente operativi. Poiché
l’aria coperta da un satellite è del 40% circa della superficie terrestre,
con tre satelliti, uno sull’oceano Atlantico, uno sul Pacifico e uno
sull’Indiano è possibile coprire contemporaneamente tutto il pianeta.
Il teletex e il videoregistratore
25
dagli orari della programmazione in tv. Solo verso la fine degli anni
’90 in Dvd manderà rapidamente in pensione il videoregistratore e le
videocassette.
3
Umberto Eco (Alessandria, 5 gennaio 1932) è uno scrittore, filosofo, accademico, semiologo,
linguista, massmediologo e bibliofilo italiano di fama internazionale.
26
vengono dichiarati in trasmissione per ringraziare il pubblico e
dimostrare l’ampiezza degli spettatori da casa.
27
condotto talvolta come un vero e proprio combattimento verbale,
sempre più spesso con la presenza di un folto pubblico partecipe in
studio o in collegamento dalle piazze o altri ambienti pubblici.
28
in una miscela non molto diversa dalla vita reale. Il conduttore non è
un arbitro, ma il confidente dei concorrenti, curioso delle motivazioni
della loro partecipazione e di come intendono investire la loro futura
vincita, mentre parenti, amici, genitori o fidanzati sono convocati ed
esibiti sullo schermo, durante lo svolgimento del gioco. Si chiede al
concorrente di ragionare a voce alta, di spiegare attraverso quale
percorso mentale giunge a dare la sua risposta, e il conduttore
commenta, loda o critica la qualità del ragionamento. Lo sconfitto non
viene immediatamente escluso dalla vista del pubblico in studio e da
casa, ma il conduttore commenta con lui, attorniato dai parenti
amareggiati, le circostanze del fallimento; lo consola ed esprime
apertamente le sue valutazioni.
29
che con un duro tirocinio forma un gruppo di giovani aspiranti artisti o
sportivi che miscelano cooperazione e competizione, successi e
disfatte ( Saranno Famosi). Un altro filone è quello della burla, come
nella trasmissione Scherzi a parte, coinvolgendo spesso vip un po’
appannati alla ricerca della popolarità, utilizzando largamente
telecamere nascoste. Infine vi sono filmati amatoriali o registrazioni
prese anche da telecamere di sorveglianza e ogni altro spezzone utile
che, vengono riciclati in extreme e che presentano alla rinfusa scene
raffiguranti rapine, catastrofi , incidenti, sport estremi e salvataggi;
molti di noi ricorderanno a tal proposito il programma televisivo degli
anni ’90 Reality.
30
dello spettacolo. La quantità di materiale girato è enorme, tanto che
per selezionarlo non basta una regia televisiva ma tre livelli di regia
sovrapposti. Tutto il materiale viene visualizzato su varie piattaforme
gratuite o a pagamento, compresi telefonini e computer che
permettono di seguire la vita in diretta nella casa.
La tecnologia
31
Ci troviamo, oggi, in una situazione che non ha precedenti nella storia
per l’abbondanza degli strumenti disponibili e per un’ampiezza di
diffusione che, almeno in parte, è accessibile dalla quasi totalità della
popolazione. Siamo nel bel mezzo di una rivoluzione tecnologica che
riguarda sia la produzione sia la distribuzione di informazione.
32
possibilità di risposta da parte dell' audience , che può interagire con il
mittente solo inviando feedback indiretti o differiti (per esempio
intervenendo con il telefono in una trasmissione radiofonica oppure
inducendo cambiamenti nel palinsesto TV, mediante il dato di ritorno
rappresentato dagli indici di ascolto televisivi).
33
Queste nuove forme di comunicazione mediate dal computer
(Computer Mediated Communication) sono generalmente interattive e
per tale caratteristica si avvicinano maggiormente alla comunicazione
"faccia a faccia". Per esempio, nell'apprendimento a distanza ( e-
learning ) vi possono essere sia comunicazioni in differita, sia in
tempo reale, sfruttando le tecnologie di videocomunicazione e
addirittura gli ambienti di simulazione virtuale docente-studente.
34
I flussi di comunicazione possono pertanto oscillare da tipologie one
to one a situazioni many to many , andando a costituire veri e propri
reticoli di interazione.
35
Digitalizzazione
Alla fine degli anni ’70 dunque, se in produzione veniva usato sempre
più largamente il digitale, la messa in onda restava analogica e solo
negli anni ’90 ha cominciato la sua transizione al digitale, che richiede
di cambiare il vecchio televisore o dotarlo di un decoder detto anche
set top box (letteralmente scatola sopra il televisore) e che decodifica
il segnale riportandolo in analogico.
36
elaborare, riprodurre e modificare testi scritti, audio e immagini e, da
uno strumento di lavoro, qual’era, si è trasformato progressivamente
in un mezzo per il tempo libero e l’intrattenimento.
37
Il paradosso dell’abbondanza
Ora però stiamo entrando in una terza fase, in cui la quantità comincia
a essere percepita come negativa. La “gerarchia” delle informazioni è
sempre più centralizzata. In parte per una precisa volontà di
predominio, ma largamente anche per la passività del sistema, che
tende sempre più a essere ripetitivo e omogeneo. Notizie,
interpretazioni, prospettive, commenti, opinioni tendono ad aggregarsi
intorno a un unico modello di linguaggio, di cultura e di contenuti.
38
all’altro estremo: scarsità di informazione e di strumenti per
comunicare.
E per quanto riguarda noi, saranno gli storici del futuro a dirci se il
XXI secolo vedrà davvero fiorire la società dell’informazione, della
comunicazione, dell’intelligenza liberata, della ricchezza di diversità e
delle libertà individuali.
Bibliografia
Libri
39
MARIO MORCELLINI E GIOVANBATTISTA FATELLI,
Le scienze della comunicazione, Modelli e percorsi
disciplinari, Carocci editore
40
Siti web
www.wikipedia.org
www.unibas.it
www.ilmondodelletelecomunicazioni.it
41