O2

n°2 Aprile 2011

IL GIORNALE DEL FERMI

IL NUCLEARE
IN ITALIA
LA CONDIZIONE intervista a
IN
RADIO-
LIBIA
Giorno per giorno, O2 vi racconta
che cosa succede nel paese di cui si
FERMI
Intervistiamo in questo numero Ca-
è parlato di più negli ultimi tempi.
logero Perno, fondatore della radio
Con un approfondimento del prof.
del Fermi. Scoprite cosa ha in pro-
Di Cicco.
getto per i prossimi mesi, e come
collaborare con la radio!

segue a pagina 7 segue a pagina 14

intervista ai STORIA
soul D’UNA
stigma BANDIERA
Intervistiamo uno dei gruppi nu Scoprite com’è nata la bandiera del
metal più in vista della scena gio- nostro paese. E com’è stato pla-
vanile: scoprite quali sono le loro smato, invece, l’inno? Interessante
ambizioni, i loro progetti e tutti i articolo con allegate le foto del Fer-
retroscena. mi che celebra l’unità d’Italia!

segue a pagina 13 segue a pagina 23

O2FERMI@GMAIL.COM SEGUICI SU FACEBOOK!

O2
Fondatori: Giovanni Gandolfi e Jonathan Beoni
Jonathan Beoni, Marco Pedrazzi, Thi Hòa Evangelisti, Gianmarco Cola, Lorenzo
Membri:
Balugani, Alberto Falchieri, Camilla Fontana, Federico Baldassarre, Mattia Gori,
Morgana Biffi, Giovanni Gandolfi

Ringraziamenti: Bruno Quintero Panaro (foto per Gherardo Colombo, la bandiera umana e
l’origine della bandiera italiana), Giulia Biffi (AUGURI!), Giorgio Patelli e i Soul
Stigma, Calogero Perno, Andrea Masetti per gli eventi, Maria Chiara Turchi il
sig. Lorenzelli per il progetto ENEA e le delucidazioni sul nucleare, il prof. Ro-
berto Di Cicco, la prof. Paola Beghelli, la prof. Silvia Caporaloni per il libro che
ci ha aiutati, Silvia Fiegna per il continuo supporto morale e i nostri lettori.

In questo numero...
IL NUCLEARE attualità di GIANMARCO COLA, GIOVANNI GANDOLFI, 3
inserto della prof. Paola Beghelli

QUESTIONE LIBIA attualità di JONATHAN BEONI, GIOVANNI GANDOLFI, 7

ALBERTO FALCHIERI, inserto del prof. Roberto
Di Cicco
OUT OF LIGHTS: SIRIA attualità di LORENZO BALUGANI, prefazione 10
di GIOVANNI GANDOLFI
ESSERLO O NON ESSERLO? attualità ANONIMO 11

GHERARDO COLOMBO E IL FERMI il nostro liceo di CAMILLA FONTANA 12

FOTO E ANNUARI il nostro liceo di GIOVANNI GANDOLFI 12

INTERVISTA @ SOUL STIGMA interviste a cura di GIOVANNI GANDOLFI 13

INTERVISTA @ RADIOFERMI interviste a cura di GIOVANNI GANDOLFI 14

REVIEW: WE WILL ROCK YOU eventi di GIULIA BIFFI 15

I FILM IN USCITA eventi a cura di MATTIA GORI 16

RECENSIONI ED EVENTI eventi a cura di MATTIA GORI, GIOVANNI GANDOL-

FI, con la partecipazione di PUBBLICHE RELA- 17
ZIONI DISCOTECHE BOLOGNA
LE STREGHE ESISTONO! cazzeggio di MARCO PEDRAZZI 18

SVACCO svago a cura di MATTIA GORI 19

LA BANDIERA UMANA il nostro liceo foto di BRUNO QUINTERO PANARO 22

LA NASCITA DI UNA BANDIERA attualità di CAMILLA FONTANA 23

BACHECA ANNUNCI utilità a cura della redazione 24

In Copertina: reattore nucleare Ford.

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Attualità
UN BUCO NELL’ACQUA?
“Una centrale nucleare è sicura come una fabbrica di cioccolata”. Così scrisse l’inglese Economist, quattro settimane
prima del disastro di Chernobyl. Ma che strumenti abbiamo per affermare che il nucleare, specie nel nostro paese,
può rivelarsi una grande risorsa come un passo falso?
Fu nel 1915 che si dimostrò la re-
lazione tra energia e massa. Due
grandezze che ad intuito non
sembrano collegabili. A scopri-
re il loro connubio fu un prodi-
gio della fisica, conosciuto come
Albert. Forse nessuno credeva
che un’equazione di ‘soli’ tre ter-
mini avrebbe potuto sostentare
interi paesi, con la sua potenza.
La famosa formula E = mc2 è il
fondamento dell’energia nucle-
are. Si capisce come essa derivi
da profonde modificazioni della
struttura della materia. Ed è evi-
dente che, anche utilizzando va-
lori di massa minimi, si ottengono
quantità enormi di energia. Il ter-
mine c vale 300.000 Km/s, fate voi.
Nelle reazioni nucleari create
dall’uomo solo una minima parte
della materia si trasforma in ener-
gia. Ci sono due processi in gra-
do di produrre energia nucleare.
Nella fissione nucleare si prende
un atomo d’un elemento fissile e
se ne disintegra il nucleo: il tutto
sparandovi contro neutroni per
spezzarlo in due. Nella scissione
si hanno prodotti con massa più
piccola di quella del nucleo origi-
nale: questo significa che durante
il processo, una parte della ma-
teria si è trasformata in energia.
Se la quantità di materiale fissile
è sufficiente, durante la fissione
si liberano altri neutroni, capaci a
loro volta, di colpire nuovi nuclei,
e così via: si avvia una reazione
a catena che può essere tenuta
NELLA FOTO
sotto controllo. L’elemento fissile Fissione nucleare
utilizzato nelle centrali è l’Uranio schematizzata. Sot-
235, che è presente solo per il 7 to, gli effetti di una
per mille nell’uranio naturale, che bomba H.
deve perciò essere arricchito con
complesse operazioni, in modo
(elio), il quale risulta però più leg-
che la percentuale di Uranio 235
gero della somma degli altri due,
arrivi al 3-5%. Nei reattori di ulti-
la quantità di materia mancante si
ma generazione, detti autoferti-
è trasformata in energia. Questa
lizzanti , si riesce non solo a pro-
reazione avviene ogni giorno sul-
durre energia, ma anche nuovo
le stelle, ma sulla Terra gli scien-
combustibile nucleare. Durante la
ziati sono riusciti a ricrearla solo
fissione, infatti, si ottiene un ma-
in maniera incontrollata e a sco-
teriale fissile non presente in natu-
po bellico (bomba all’idrogeno).
ra, il Plutonio. La fusione nucleare
consiste nell’unione di due nuclei
di atomi leggeri per formare nu-
clei più pesanti: in certa parte è il
processo inverso alla fissione nu-
cleare. Quando due nuclei leggeri
(deuterio e trizio, isotopi dell’idro-
geno) sono spinti con forza l’uno
contro l’altro, possono fondersi
insieme a formare un solo nucleo
3
Attualità
Nucleare all’Italiana
La prima reazione di scissione nu-
cleare fu realizzata nel 1942 da
Enrico Fermi in un laboratorio di
Chicago (USA). Quel primo espe-
rimento generò scorie radioattive
che continueranno a esistere, pe-
ricolose per la salute umana, per
centinaia di migliaia di anni. Gli
scienziati non sono ancora riusci-
ti a trovare un sistema sicuro per
eliminare le centinaia di tonnellate
di combustibile nucleare e di altre
scorie radioattive accumulate in
questi anni dalle centrali nucleari.
La radioattività delle scorie nucle-
ari si riduce solo con il processo
naturale di dimezzamento, per pe-
riodo di dimezzamento si intende
il tempo necessario perché si ridu-
ca del 50% la radioattività iniziale;
dopo 10 periodi di dimezzamen-
to è ancora presente 1/1000 della
radioattività iniziale, quantità che
può essere ancora pericolosa. Il
plutonio ha un periodo di dimez-
zamento pari a 24.000 anni e con-
tinuerà ad essere pericoloso per
250.000 anni. Le scorie nucleari
vengono stoccate in depositi ge-
ologici, ovvero bunker sotterranei
profondi e schermati in modo da
NELLA FOTO
Possibili siti ospitan-
ti centrali nucleari in
futuro. In Emilia ce ne
sono 3 candidati.
4
dal referendum del 1987, sia sta- ma in seguito agli avvenimenti di
to pesantemente influenzato dalla Fukushima ed al disastro nuclea-
reazione emotiva dovuta al disa- re conseguente, il ministro Paolo
stro di Chernobyl. Il governo aveva Romani ha frenato la questione
evitare la fuoriuscita di radioatti- previsto un altro referendum sul nucleare, chiedendo di rimandarla
vità nell’ambiente esterno, però nucleare a giugno di quest’anno,
movimenti sismici e vulcanici ed il
comportamento delle acque sot-
terranee possono compromettere
l’isolamento delle scorie.
Il primo reattore nucleare fu co-
struito in Italia a scopo di ricerca a
Ispra (Varese). Grazie agli investi-
menti, alla costruzione di tre cen-
trali nucleari e al favore dell’opi-
nione pubblica, l’Italia incrementò
la propria produzione di energia
nucleare, raggiungendo i 3,9 mi-
liardi di Kwh e diventando così
il terso produttore mondiale di
energia nucleare, dopo Stati Uniti
ed Inghilterra. L’Italia costruì cen-
trali nucleari ma non impianti per
l’arricchimento dell’Uranio. Nel
1970 venne iniziata la costruzione
della centrale di Caorso. Nel 1975
venne varato il Piano Energetico
Nazionale, che prevedeva un au-
mento della componente energe-
tica elettronucleare.
Il governo Berlusconi ha propo-
sto un ritorno all’energia nucleare
come fonte di approvvigionamen-
to energetico, sostenendo che
l’abbandono del nucleare, sancito
di un anno, in modo che passi lo
“shock post-giappone”.
“Il ricorso al nucleare è una scelta di grossi
gruppi industriali supportati dalle banche
d’affari, che non tiene in nessun conto l’am-
biente e le esigenze dei cittadini.”
Mario Tozzi
I Pro e I Contro
Pro Contro
Sviluppare un’energia propria L’Italia è un paese a rischio sismi-
del nostro paese può renderci co. Le strutture antisismiche non
autosufficienti. sono adeguatamente sviluppate.
L’Italia è densamente popolata:
una centrale sarebbe comunque
Il fatto di rendere l’Italia auto-
troppo vicina a centri abitati. La
sufficiente significherebbe es- progettazione delle centrali fin
sere indipendenti da altri pa- ora lascia a desiderare: ad esem-
esi: se uno shock economico li pio non tiene conto della man-
colpisse, si dovrebbe avvertire canza della corrente elettrica.
meno in questo frangente. Non esiste ancora un progetto
concreto per la gestione del-
Il nostro paese acquisterebbe le scorie. L’Uranio, nel mondo,
una maggiore stabilità politi- è presente in quantità finita. Si
rende necessario localizzare del-
ca.
le zone idonee al deposito delle
scorie, i cui lunghi tempi di di-
Le centrali nucleari non pro- mezzamento radioattivo potreb-
ducono anidride carbonica ed bero provocare danni alla salute.
ossidi di azoto e di zolfo, prin- Essendo poche le imprese in gra-
cipali cause del buco nell’ozo- do di produrre centrali e reattori,
no e dell’effetto serra. si potrebbe creare un monopo-
lio. La gestione degli appalti è
soggetta a rischio di infiltrazioni
malavitose (mafia, etc.). I danni
causati da un fall out radioattivo
non sono reversibili e perdurano
nel tempo.
Non rappresenta una soluzione
tempestiva ai problemi energeti-
ci nell’immediato, visti i tempi di
progettazione/costruzione.
Le spese di smantellamento e di
inertizzazione delle centrali sa-
rebbero gravose, sia in termini di
denaro che di salute.
Centrali nucleari di terza gene-
razione, ultimata la costruzione,
sarebbero già sorpassate.
Attualità O2

Le altre Energie
una particolare soluzione conte-
nente sali disciolti. Essa si riscalda
e veicola il calore ad una centrale
collocata in un altro luogo.

Quali sono nel mondo le altre fonti Hanno un minimo impatto am-
Fusione Nucleare:
di energia, oltre al nucleare? Qua- bientale: le pale sono molto rumo-
- Il processo di fusione nucleare è
li sono le loro peculiarità e i loro rose e pericolose in caso di rottura
ancora a livelli sperimentali. Espe-
svantaggi?
Energia Solare
rimenti concreti sono stati effet-
tuati al National Ignition Facility,
L’Opinione
Combustibili Fossili di Paola Beghelli
(NIF) in cui si cercava di ricreare le
- Alta densità di energia - Il fotovoltaico converte attual-
condizioni interne di una stella. Rirengo sia necessario un serio ripen-
- Rappresentano il 65% dell’ener- mente il 15% dell’energia solare in samento sulle politiche energetiche.
- Per 1GW di energia occorrereb-
gia mondiale energia elettrica (senza passaggi I paesi industrializzati consumano
be 100 kg di deuterio e 150 kg ti
- Sono fonti non rinnovabili intermedi!) enormi quantità di energia che non
trizio all’anno (contro le 14000000 può essere fornita dai processi più
- La loro combustione (come è ri- - Un pannello fotovoltaico italiano
tonnellate di petrolio che sarebbe- o meno “naturali” fino ad oggi sfrut-
saputo) produce anidride carboni- di 1 m2 sul tetto di una casa pro- tati. Il nucleare mostra un volto cupo
ro necessarie).
ca ed altri gas fortemente inqui- duce 210 kW/anno. e minaccioso. Se a soccombere sotto
- Sarebbero necessari 200 milioni l’incubo della catastrofe nucleare è
nanti. - Produce lo 0,01 % dell’energia
di gradi Kelvin per attuare questo il Giappone, considerato il paese più
mondiale avanzato del mondo sul piano tecno-
processo, per ora un po’ troppi.
Energia Idroelettrica - I valori d’energia prodotta da logico, più sofisticato sul piano della
- I prodotti sono isotopi dell’elio, a
- Gli impianti più grandi produco- un pannello aumentano andando sicurezza, vuol dire che l’Occidente
basso impatto ambientale. non può vivere tranquillo convivendo
no 14000 MW elettrici verso sud o alzandosi come altitu-
- Il deuterio si ricava dall’acqua di col nucleare. Bisogna ripensare la pro-
- Tali impianti possono essere co- dine duzione di energia, investendo tutto
mare, il trizio dal litio, di cui sulla
struiti soltanto in presenza di ca- - Questo settore risente di una il possibile sulla ricerca nel campo di
terra c’è grande abbondanza.
scate/forti corsi d’acqua, o con l’e- forte innovazione ed espansione energie rinnovabili e anche di nuova
concezione, magari ancora incentrate
dificazione di dighe tecnologica. sull’atomo, ma decisamente nuove e
- Costituisce il 2,2 % del fabbiso- più “pulite”. Si tratterebbe di finanziare
gno energetico mondiale Esiste anche una varietà di foto- il lavoro di giovani ricercatori brillanti
- La costruzione di dighe di certe voltaico conosciuta come il ‘foto- e motivati. Inoltre penso sia davvero
arrivato il momento di rivedere l’at-
dimensioni ha impatti ambientali voltaico termodinamico’. In que- tuale modello di sviluppo impronato
(deformazioni del corso di fiumi, sto tipo di produzione energetica, sul progressivo aumento dei consumi.
effetto sulla fauna, etc.) . tanti pannelli solari concentrano Il sistema produce straordinarie quan-
la luce in un unico punto apparte- tità di beni che sono appannaggio di
una minoranza di individui del nostro
Energia Geotermica nente ad un condotto in cui scorre pianeta. Per garantire a noi popoli ric-
- Costituisce meno dello 0,1 % chi il superfluo di cui godiamo, stiamo
della produzione energetica mon- prosciugando le risorse del pianeta e
ricoprendolo di scorie. Un tempo l’in-
diale dustria lavorava per produrre beni di
- E’ sfruttabile soltanto da deter- consumo, per lo più primari, dai cit-
minati paesi tadini, oggi il sistema deve prima di
- In Italia fu costruito il primo im- tutto inventare nuovi bisogni per con-
sentire al sistema di mantenersi attivo.
pianto geotermico a Larderello Dobbiamo fare tutti un passo indietro
(1904). e porci di frionte alle risorse in un’ot-
tica nuova, che prendo spunto però
dalla parsimonia e dall’attaccamento
Energia Eolica
alle risorse che hanno avuto i nostri
- Costituisce lo 0,3% energetico NELLA FOTO antenati, molto più attenti di noi alla
mondiale, nonostante sia molto Grafico che illustra le ricaduta sull’ambiente di quanto non
diffusa in determinati paesi. faccia oggi l’umanità. Ci aspettano
percentuali di varietà
necessariamente sacrifici e un cambia-
- Un impianto occupa uno spazio energetiche utilizzate mento di abitudini e di valori.
esteso (490 km2 per 1000 MW). nel mondo.
5
Attualità
COSTI
Il costo medio di una centrale nucleare è, per un impianto da 1000 MW, 3 miliardi di euro. Sono invece 4-4,5
miliardi quelli destinati al reattore di 3° Generazione attualmente utilizzato in gran parte dell’Europa. Produce
1600 MW elettrici.
COSTRUZIONE
Gli attuali reattori di 3° Generazione hanno un tempo di costruzione di circa 50 mesi. Ciò non comprende
tutti i permessi e autorizzazioni per la messa in funzione dell’impianto e la sua costruzione. Il tempo che que-
ste burocrazie portano via varia da paese in paese.
Il futuro del Nucleare
Le organizzazioni mondiali più
autorevoli hanno previsto che, a
fronte della prevista triplicazione
della richiesta mondiale di energia
elettrica entro il 2050, la capacità
elettronucleare installata dovrà
anch’essa triplicare entro il 2050.
Di qui, la necessità di progettare
e realizzare fin da adesso impianti
di III generazione in grado di far
fronte allo scenario previsto per i
prossimi decenni.
Verso il 2015, dovrebbero essere
disponibili i reattori denomina-
ti Small Modular Reactor (SMR),
ovvero reattori di potenza de-
cisamente inferiore a quella dei
grandi impianti di III generazione
attualmente disponibili sul merca-
to quali EPR e AP1000 e partico-
larmente interessanti per le loro
potenziali caratteristiche di facilità
di costruzione e trasporto, ridot-
to rischio economico-finanziario
ed elevata sicurezza. Originaria-
mente inteso come possibile ri-
sposta alle esigenze dei Paesi ad
economia emergente, con restri-
zioni sulla rete elettrica nazionale
e sulle disponibilità economiche
per l’investimento, il concetto de-
gli SMR sta ora riscuotendo l’in-
teresse anche di grandi nazioni,
quali gli Stati Uniti, ove sono pre-
senti operatori elettrici di limitata
dimensione, che comunque sono
interessati alla produzione per via
6
I DATI
nucleare per poter mantenere un
bilanciato mix produttivo. Uno dei
progetti più interessanti di SMR è
Iris (International Reactor Innova-
tive & Secure), reattore sviluppato
da un consorzio internazionale di
cui fanno parte istituzioni, tra cui
l’ENEA, e imprese italiane (Ansal-
do Nucleare, Mangiarotti Nuclear,
ATB Riva Calzoni, SAIPEM). Più a
lungo termine, si prospettano i si-
stemi nucleari cosiddetti di IV ge-
nerazione su cui si sta concentran-
do la R&S a livello internazionale
ma che non saranno disponibili sul
mercato prima del 2040-2050.
Lanciamo uno sguardo sui reattori
di generazione precedente:
Prima e seconda generazione
Il loro principio di funzionamento,
sostanzialmente, è quello di una
caldaia: dell’acqua viene fatta ri-
scaldare, diviene vapore e fa girare
una turbina. Ovviamente esistono
numerose varianti di questa mec-
canica di base, regolati da passag-
gi ulteriori al fine di evitare peri-
coli.
Terza Generazione
Utilizza ossidi di uranio, talvolta
combinati con plutonio. La resa
in scorie è minore, ma esse sono
comunque più radioattive delle
versioni precedenti. Come nella
O2
Inside: l’ENEA
Nel 1960, in seguito alla ristrutturazione del Comitato Na-
zionale Ricerche Nucleari, nasce il Comitato Nazionale per
l’Energia Nucleare. Ente nato per lo sviluppo a livello indu-
striale dell’energia nucleare ad usi civili in Italia, portando
negli anni sessanta il paese a competenze in campo nucleare
tra i maggiori a livello mondiale. Solo nel 1982 nasce l’ENEA
- Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo
sviluppo economico sostenibile. E’ un ente pubblico italiano
che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuo-
ve tecnologie. In campo nucleare si occupa di tutta la filiera,
dal ciclo del combustibile (fabbricazione e ritrattamento, la-
vorazione e stoccaggio delle scorie) sino alla realizzazione di
nuovi impianti nucleari (Reattori Veloci).
prima e seconda generazione, gli Quarta Generazione
elementi sono collocati sotto for- Saranno disponibili in un arco di
ma di pastiglie in barre di zirco- tempo compreso tra il 2020 e il
nio, regolate dal solito sistema di 2040. Stando alla progettazione la
barre per imbrigliare la reazione. sicurezza dovrebbe ulteriormente
Alcune migliorie rispetto alle pre- aumentare di livello, minimizzare
cedenti riguardano la sicurezza at- gli sprechi, ridurre i costi ed in-
tiva e passiva nel circuito refrige- quinare in maniera ancora mino-
rante. Vi è un dispositivo in grado re. Nonostante i combustibili do-
di raffreddare l’edificio in caso di vrebbero essere sempre a base di
incidenti gravi. Nelle più recenti, uranio e plutonio. Si prospettano
il nocciolo è coperto da due strati nettamente differenti dai loro pre-
protettivi. decessori.
CURIOSITA’
• Negli ultimi venti anni è rimasto stabile il numero di centrali
nucleari nel mondo: è 440.
• L’incidente di Chernobyl ha causato 56 vittime immediate, 9000
con effetti secondari ed è costato circa 7 miliardi di euro.
• Il plutonio-239, utilizzato nelle centrali elettronucleari, è tal-
mente tossico che per beccarsi un cancro al polmone basta ina-
larne meno di un milionesimo di grammo.
• Nel 2017 (o forse più tardi) dovrebbe entrare in funzione l’im-
ponente deposito di Yucca Mountain, che ospiterà fino a 70 000
tonnellate di materiale radioattivo.
• Se volessimo, nei prossimi 40 anni, fare in modo che a) le cen-
trali attuali siano rinnovate e mantenute, b) che si elimini e sosti-
tuisca la metà delle centrali a carbone di adesso e c) si soddisfi
la metà della nuova domanda di elettricità, dovremmo costruire
una centrale da 1000 MW ogni settimana. Da qui fino al 2050.
Attualità
Cuba, 1959, il cielo si fa d’improvviso silenzioso. Iraq, 1992. Mentre la guerra dilania la terra, l’aria
diventa muta. Per 11 lunghi anni. Bosnia, 1993. Non un aereo si alza in volo. Libia, 2011…
“Una zona d’interdizione al volo
(in inglese No Fly Zone), è un ter-
ritorio entro il quale vige il divieto
di sorvolo”, ci informa Wikipedia.
E aggiunge “Tali zone vengono
dichiarate in un contesto militare
per individuare un’aerea demilita-
rizzata di cielo”.
Siamo nel 2011. Siamo in Libia.
Il 17 Marzo arriva la risoluzione
numero 1973 della ONU: nessun
aereo può più sorvolare la Libia.
Ogni mezzo per proteggere i civili
di tale paese diventa lecito. Inizia-
no da qui cinque giorni di fuoco,
che porteranno Libia e Occidente
a scontrarsi.
Primo giorno: 19 Marzo
La Libia viola il ‘cessate il fuoco’
deliberato dall’ONU. Cominciano
così le ricognizioni aeree sul ter-
ritorio. Alle 17 e 45 locali, gli aerei
(francesi) aprono il fuoco su alcu-
ni mezzi corazzati dell’esercito di
Gheddafi. Poco dopo, scoppia una
pioggia di 112 missili statunitensi
e britannici per disabilitare la con-
traerea nemica.
Nella notte brillano i missili sgan-
ciati da velivoli RAF, in un continuo
raid.
O2
NO FLY ZONE
Secondo giorno: 20 Marzo Italia, Spagna, Paesi Bassi, Turchia, armate libiche e pezzi d’artiglieria.
Aeroporti e torrette libiche sono Regno Unito e Stati Uniti. Il 31 Marzo la NATO ha acquisi-
fuori uso – i raid continuano, con Continuano raid e ricognizioni ae- to ufficialmente il controllo della
l’aggiunta di simpatici bombardie- ree, anche nella notte tra 23 e 24 missione bellica. Gli scontri stanno
ri. Tutto il giorno si impronta su Marzo. Canada e Germania si atti- tutt’ora continuando.
questo stile. vano.
Nei giorni seguenti sono prose-
Terzo giorno: 21 Marzo guite le operazioni aeree, con or-
Forze aeree italiane tengono digni sganciati su caserme, navi
spenti i radar libici, pronti a pol-
verizzarli se mai s’accendessero.
Fortunatamente non sono costret-
te ad aprire il fuoco. Nel mentre,
un aereo statunitense precipita
per problemi tecnici: il relitto, una
volta salvati i piloti, viene distrutto
affinché nessuno s’impadronisca
delle tecnologie di bordo.
Quarto giorno: 22 Marzo
Senza colpi sparati, continuano le
ricognizioni.
Quinto e sesto giorno: 23 e 24
Marzo
Eseguendo quanto deciso il gior-
no prima, il 23 entra in scena la
NATO. Cominciano infatti le rico-
gnizioni marittime per assicurarsi
che la Libia non riceva rifornimenti
bellici. 25 navi, con 50 velivoli di
Belgio, Canada, Danimarca, Grecia,
7
Attualità O2
lonnello Muammar Gheddafi, ap-
poggiato da una parte dell’eserci-
to libico, portò a termine un colpo
di stato in assenza del re, il quale si
stava sottoponendo a cure medi-
che in Turchia, e formò un gover-
no di regime.

Chi è Gheddafi?
Muammar Gheddafi (il cui nome
completo è Mu’ammar Abu Min-
yar ‘Abd al-Salam al-Qadhdhaf)
è, come detto, il colonnello che
prende il potere in Libia durante
il colpo di stato del 1 settembre
1969.
ne accusato di essere egli stesso
responsabile di alcuni attentati in
Sicilia, Francia e Scozia (1988,at-
tentato di Lockerbie , un aereo
esplose sui cieli della cittadina
scozzese riportata, morirono 270
persone). Due anni prima dell’at-

Una Libia prima di Gheddafi Ricostruiamo di seguito, con la

Facciamo partire la nostra croni-
storia su questo paese dal 18 ot-
tobre 1912, data della pace di Lo-
sanna, stipulata da Italia e Turchia,
che sancì la supremazia italiana
sulla Libia.
A seguito di ciò scoppiarono vio-
lente rivolte nel paese africano
contro i nuovi colonizzatori; tali
rivolte durarono circa vent’anni e
cessarono solo con la morte del
capo dei rivoltosi (nel 1931). Ne-
gli anni successivi, per impulso del
Fascismo giunse in Libia una gran-
de quantità di coloni italiani e nel
1934 il paese divenne un “Gover-
natorato italiano”, con governato-
re Italo Balbo.
La fine della 2° guerra mondiale
portò la fine della colonizzazione
italiana (come sancito dal trattato
di pace tra Italia e gli Alleati) e la
Libia venne tripartita e assegnata
ad un paese vincitore o limitrofo:
la Cirenaica ed in seguito la Tripo-
litania alla Gran Bretagna, il Fezzan
alla Francia e la striscia di Aozou al
Ciad.
Nel 1951 poi, previo risoluzione
delle Nazioni Unite ed emanazione
di una costituzione avvenute negli
anni precedenti, la Libia dichiarò
l’indipendenza e divenne un re-
gno, sotto il governo del re Idris
I, califfo di Tripolitania e Cirenaica,
al quale venne offerto il potere dai
rappresentanti delle 3 aree libiche
del Fezzan e delle stesse Cirenaica
e Tripolitania. Il sistema di gover-
no fu improntato sul federalismo,
con l’autonomia delle 3 provincie
sopracitate e la costituzione di 2
capitali: Tripoli e Bengasi. Nel cor-
so del decennio successivo il pae-
se entrò nella Lega Araba prima e
nell’ONU poi.
Il periodo monarchico durò fino
al 1 settembre 1969, quando il co-
maggior obiettività ed oggettività
possibile, la vita e soprattutto l’i-
deologia del dittatore libico, che
nacque nel 1942 a Sirte, nell’allora
provincia italiana di Misurata.
Dopo aver frequentato la scuo-
la coranica, si iscrisse all’accade-
mia militare e fece un periodo di
specializzazione in Gran Bretagna.
Ideò e guidò il colpo di stato che
lo porto al potere nel 1969, instau-
rando una dittatura. Subito fece
approvare dal Consiglio della Ri-
voluzione appena formatosi (com-
posto da militari) una Costituzione
da lui definita araba, libera e de-
mocratica.
In seguito nazionalizzò la maggior
parte delle proprietà petrolifere
straniere, espropriò ed espulse la
comunità italiana e quella ebraica
residenti nel paese e chiuse le basi
militari statunitensi e britanniche.
In netta opposizione alle potenze
Occidentali, finanziò anche alcune
organizzazioni terroristiche e ven-
tentato, su ordine del presidente
americano Reagan, Gheddafi fu
bombardato dagli USA e la figlia
adottiva rimase uccisa . In seguito
la Libia venne progressivamente
emarginata all’ONU e sottoposta
ad embargo. Solo negli anni ’90,
Gheddafi ha cambiato atteggia-
mento in politica estera, condan-
nando l’invasione irachena nel Ku-
wait e favorendo accordi di pace
tra Eritrea ed Etiopia. Benchè dal
2004 abbia ricomposto i rapporti
con gli Stati Uniti, Gheddafi si è
reso partecipe di vari episodi sin-
golari, non ultime le sue visite in
Italia, in cui egli ha paragonato gli
attacchi statunitensi contro di lui
nel 1986 a quelli terroristici di Bin
Laden.

< NELLA FOTO

Votazione ONU per il provvedimento adot-
tato nei confronti della Libia, tra astenuti
e favorevoli. Nella pagina precedente, il
perimetro della No Fly Zone.

NELLA FOTO >

I Paesi che traggono petrolio dalla Libia: USA, Spagna, Francia, Germania,
Italia, Grecia e Cina.

8
Attualità
NELLA FOTO
Evidenziati i paesi coalizzati contro
la Libia, contrassegnata anch’essa.
Mi sembra l’ennesimo intervento
militare pretestuoso che nascon-
de intenti non dichiarati. Proba-
bilmente si cerca il cambio di un
regime, che si è mostrato improv-
visamente instabile, in quanto il
consenso è venuto a mancare in
un momento in cui le popolazioni
iniziavano questo sussulto di ri-
bellione. E allora per la prima volta
le potenze occidentali, la NATO e
tutta la coalizione è arrivata alla
conclusione che bisognava asse-
condare tutte queste rivolte, ed
evidentemente sostituire il regime
con un qualcos’altro, che però è
tutto da scoprire. In questi ultimi
decenni il regime di Gheddafi è
stato alquanto stabile, anche se
ha avuto momenti di conflitto con
gli stati uniti, negli anni scorsi. Da
un certo momento in poi, però,
ha garantito una certa stabilità al
L’Opinione
di Roberto Di Cicco
mercato internazionale, e le po-
tenze occidentali che condivide-
vano con questo regime interessi
bilaterali hanno mostrato accon-
discendenza verso il destino del
regime, perché c’erano questi in-
teressi che garantivano reciproche
convenienze, quali appunto scam-
bi commerciali, il petrolio. All’Italia
non solo le forniture petrolifere,
ma anche il controllo del flusso
migratorio (pure con l’Europa). Il
regime di Gheddafi ha funzionato
molto bene ed è stato sostenuto
molto bene anche dall’Italia e da
altri stati Europei, dall’America per
regolarizzare questi flussi, nono-
stante si sapesse molto bene a
che condizione venivano garan-
tite queste cose da parte del re-
gime, abbandonando i profughi
nel mezzo dell’Africa, nel deserto,
senza acqua né cibo. Fin quando
O2
Gheddafi ha garantito tutto que-
sto, alle potenze occidentali è an-
dato tutto bene, lo hanno soste-
nuto come hanno sostenuto altri
regimi dittatoriali della fascia set-
tentrionale dell’Africa, e adesso
invece che le popolazioni si sono
ribellate, in qualche modo hanno
deciso che era il caso di interveni-
re, ma non si capisce bene qual è
lo scopo. Sicuramente c’è la ten-
denza ad aiutare qualcuno che sta
manovrando il tutto. Le ribellioni
in atto sono nate spontaneamen-
te, e, effettivamente, la situazione
aveva raggiunto i livelli
9
Attualità
OUT ofLights
- FUORI DAI RIFLETTORI -
Per le strade di Damasco girano facce tristi, volti contriti; in una smorfia di dolore che si rinnova ogni giorno. Sotto il Burqa o
i folti baffi, bocche serrate per rimanere zitti, rughe dovute all’impotenza di non poter scaricare la propria bile rabbiosa per
quel che accade. Ma prima o poi la polveriera esploderà: come una bomba, più che un fuoco d’artificio.
Credo che tutti lo sappiano: questi
giorni di fine marzo sono stati il ‘ban-
co di prova’ per un altro regime della
scena araba. In aggiunta a quelli or-
mai stradiscussi di Mu’ammar Ghed-
dafi in Libia, Hosni Mubarak in Egitto
e Abdelaziz Bouteflika in Algeria, etc.
Si tratta della rivolta popolare in Si-
ria che dal 15 marzo infuria contro il
governo di Bashar al Assad e contro
il partito Baath, al potere dal 1963.
Ha già avuto modo di essere l’ine-
vitabile teatro di violente repressioni
da parte dell’esercito, in tutto simili a
quelle che abbiamo già visto in Egit-
to: furgoni ed altri automezzi delle
forze armate sono stati filmati men-
tre investivano a morte i manifestan-
ti. Fonti attiviste ci parlano persino di
cecchini appostati sulla folla.
A differenza dell’Egitto, che ha avu-
to la fortuna ‘mediatica’ di essere un
nostro grande partner commerciale,
e della Libia, che è il bacino delle im-
portantissime risorse che tutti ben
conosciamo, la Siria corre il rischio
di non essere in fondo così interes-
sante all’occhio dei media, specie
oggi. E nonostante sia da tempo nel
mirino politico USA (che l’hanno in-
serita nella lista dei cosiddetti ‘Stati
canaglia’ arabi che manifestano una
politica antioccidentale e antisio-
nista tesa a contrastare le strategie
economiche e politiche americane e
israeliane). Cerchiamo dunque di sa-
perne almeno un po’ di più.
Qual’è la situazione in Siria?
Beh, sappiamo che dal 1963 ad oggi,
come prima accennato, in realtà
essa non sia molto cambiata. In Si-
ria è tuttora al potere, come allora,
lo stesso partito, il Baath. Alla guida
di questo troviamo Bashar, il figlio
del precedente leader siriano Hafez
10
Assad. Un altro elemento che non è
mai cambiato poi da quella fatidica
data è la cosidetta “Legge di emer-
genza”, instaurata immediatamente
dopo l’arrivo al potere di Hafez. Essa
impone da sempre, appunto legitti-
mandole, restrizioni sulla libertà di
stampa, d’informazione, di riunione
e spostamento e che permette la
segnalazione da parte di chiunque,
ed il conseguente arresto, di qual-
siasi cittadino possa esser ritenuto
sospetto di “attentare alla pubblica
sicurezza”, il cui significato è eviden-
temente relativo.
Abbiamo poi un certo articolo 8 del-
la Costituzione che sancisce che il
Baath è l’unico partito legittimato a
governare in Siria.
Affermare che non sia questa una si-
tuazione che merita la nostra atten-
zione quanto quella libica è, se non
altro, piuttosto qualificante il nostro
sistema mediatico.
Ma torniamo a noi. Cosa si sa di
Bashar Assad, attuale capo del go-
verno?
Dalle informazioni online e su qual-
che giornale è venuto fuori che
Bashar ha rappresentato, al momen-
to della sua elezione (nel giugno del
2000), se non altro un motivo di lieve
speranza per il popolo della Siria.
Si presentava infatti come una pos-
sibile (anche se improbabile) novi-
tà rispetto al padre Hafez e come il
portatore, a quanto si diceva, delle
nuove riforme economiche di cui il
Paese assolutamente necessitava
e che il suo predecessore aveva da
sempre evitato o rinviato solo per-
chè era stato possibile farlo grazie al
flusso finanziario garantito dall’ade-
sione al blocco sovietico durante la
Guerra Fredda, oltre che da altri fat-
FIAMME
tori geopolitici.
Per i primi tempi Bashar fu la novità
che tutti credevano.
Il primo passo fu l’apertura delle
banche private nel 2001 a cui, però,
non susseguirono ulteriori riforme
significative.
E’ possibile che Bashar fosse un ri-
formatore vero, ma dal padre ave-
va ereditato un apparato politico,
poliziesco e militare assolutamente
incapace di promulgare profonde
riforme.
In ogni caso oggi, in Siria, le cose
sono perlopiù rimaste come 10 anni
fa. E - possiamo dirlo -è morta la
quasi totalità delle speranze, seppur
ingenue, nei confronti della politica
Bashar.
Oggi il Paese è governato da un si-
stema in tutto e per tutto totalita-
rio, caratterizzato da un estremismo
islamico sempre più dilagante e ra-
dicato ed da una minoranza sciita
(ed alauita) al potere (10%) che si
oppone ad un 75% della popolazio-
ne che è di confessione sunnita.
Dall’inizio della rivolta si sa di alme-
no 12 morti nella sola città di Lata-
kia, di ripetuti attacchi alle sedi della
polizia e del partito da parte degli
I Dati
PAESE: Siria
POPOLAZIONE: 23.695.000
DENSITA’: 93 ab./km²
185.180 km²
SUPERFICIE:
GOVERNO: Rep. presidenziale
LINGUA: Arabo
PIL: 94.408 milioni $
Il 17 Aprile si festeggia
CURIOSITA’:
la giornata dell’Indi-
pendenza Siriana.
O2
SIRIA IN
attivisti e di continue proteste nella
città di Deraa, 100 chilometri a sud di
Damasco, la quale è diventata da più
d’una settimana il fulcro della rivolta.
Girano infine informazioni, in primo
luogo da Amnesty International, cir-
ca un numero di morti compreso tra
i 55 e i 150 provocati dalle forze anti-
regime nel corso delle proteste.
Intanto per martedì sono state an-
nunciate le dimissioni del governo,
al cui vertice abbiamo al momento
il premier Muhammad al Utri, l’e-
mendamento del famoso articolo 8
della Costituzione ed “un pacchetto
di novità”, così le hanno definite, che
dovrebbero riformare lo stato dalle
leggi sui partiti alla lotta alla corru-
zione passando per il promesso au-
mento dei salari per i lavoratori sia
pubblici che privati. Forse così pen-
sano di sedare le proteste.
Quel che è certo, a discapito di qua-
lunque sarà l’immediato epilogo di
questa vicenda, è che la Siria, anche
quando sarà dichiarata ‘libera’, re-
sterà comunque un Paese in profon-
da crisi, provato da anni di dittatura.
Un paese sotto la minacciosa ombra
di futuro da un volto tutt’altro che
certo.
Attualità
Esserlo o non esserlo?
Questo non è il problema. O almeno, non dovrebbe esserlo. Quest’articolo ci è arrivato via email, e abbiamo convenuto fos-
se di grande importanza pubblicarlo. L’autore, per scelta personale, ha deciso di rimanere nell’anonimato. E ciò perchè non
poche persone guardano i gay con occhio storto. Vi invitiamo a riflettere.
Salve a tutti. Ho scritto alla reda-
zione di O2 per parlare di qualco-
sa che mi tocca molto da vicino: io
sono gay. Se ho scritto una lettera
anonima è perché so che non po-
trei mai vivere serenamente in una
scuola in cui tutti sanno di me e
dove qualcuno mi giudicherebbe
male per questo. E questo, secon-
do me, è sbagliato. Ognuno do-
vrebbe essere libero di esprimersi
senza il timore degli altri.
Ho sentito dire: “ormai oggi il bul-
lismo omofobico non esiste più, i
gay fanno quello che vogliono”.
Ho sentito dire: “i gay sono tutti
malati, l’unica cura è l’umiliazione
ed il dolore”
Ho sentito dire, dal Vaticano: “gli
omofobi sono ingiustamente vitti-
me di quelli che appoggiano i gay.
Loro non possono esprimere il
loro sacrosanto odio nei confronti
del peccato!”.
Ho sentito e sento tutti i giorni ter-
ribili frasi sui gay. A cominciare da
alcune persone a me vicine…
Ognuno può pensare quello che
vuole sui gay, il problema si crea
quando il disprezzo (e la sacro-
santa libertà di pensiero) di una
persona nei confronti di un’altra
sfocia in mancanza di rispetto e in
violenza. Fino a che punto siamo
disposti a far finta di niente?
Finchè solo i gay prenderanno le
difese dei gay non si andrà da nes-
suna parte. Sembra quasi che di-
fendere un gay voglia dire essere
gay, e che questo essere gay rap-
presenti una vera e propria umi-
liazione per chiunque. “Frocio” è
un’offesa, oramai.
Quello che vorrei capire è: cosa
mi vieta di amare una persona del
mio stesso sesso?
Essere gay non è una decisione.
Non ci si sveglia la mattina pen-
sando: “toh, ho deciso di essere
gay!” Anzi!! Se fosse così semplice
allora sceglieremmo tutti di essere
etero, almeno per evitarci grossi
problemi di omofobia, l’imbarazzo
con amici e familiari e la solitudine
(perché trovare un altro gay, che
sta nell’ombra come te, è diffici-
lissimo…). Essere gay è una condi-
zione. È qualcosa della tua perso-
nalità che non puoi ignorare. Se ti
accorgi che il tuo cuore va in quel-
la direzione, puoi frenarlo? Puoi
smettere di amare a comando? Vi
siete mai chiesti perché vi piaccio-
no persone dell’altro sesso? No, è
la vostra natura e basta.
Io, allo stesso modo, non posso
farci niente. Mi rendo conto che
per essere felice posso solo accet-
tare ciò che sono. Indipendente-
mente da procreazione, religione,
politica, paura.
Io non pretendo nemmeno di es-
sere uguale agli etero…Io so di
essere diverso. Ma non capisco
perché la mia diversità debba rap-
presentare una minaccia o un pro-
blema per gli altri...
Volevo quindi invitarvi a riflettere
sul fatto che essere gay non è per
forza qualcosa di schifoso.
Cosa c’è di più naturale dell’ama-
re qualcuno? La Chiesa si lamenta
tanto ma…non dovevamo essere
tutti uguali davanti a Dio?
Gay o non gay, noi siamo PERSO-
NE quanto gli altri. Possiamo esse-
re simpatici, antipatici, pazzi, tran-
quilli, felici, depressi…è sbagliato
giudicare una persona per ciò che
ama e non per ciò che è veramen-
te! Perché procedere per etichet-
te? Gay=donna isterica è un’ugua-
glianza che è verificata solo per
certi esempi televisivi (vedi quel/
quella cretino/a di Malgioglio o di
Alfonso Signorini).
Il mondo è bello perché vario! Ci
sono gay effemminati (che sono gli
unici che voi vedete e “riconosce-
te”) e molti altri no, che semplice-
mente se ne stanno per conto loro
“confondendosi nella mischia”. Mi
sono stufato di tutto questo “fare
dell’erba un fascio”.
Ai gay che stanno leggendo (e
qualcuno ci sarà, porca miseria!)
che magari non si sono ancora ac-
cettati: state tranquilli. Non soffrite
per qualcosa che invece dovrebbe
rappresentare la cosa più bella del
mondo: la libertà di amare chiun-
O2
que vogliate. Siete circondati da
persone speciali che vi vogliono
bene per quello che siete, non ab-
biate paura di confidarvi con qual-
cuno. Potrebbe esservi di aiuto e
di sfogo. Se la persona in questio-
ne sarà un vero amico allora non
avrà problemi ad alzare le spalle
e dire: “E cosa cambia? Tu eri mio
amico e mio amico rimani, punto.”
Detto ciò, se vi sentite a disagio,
volete raccontare le vostre espe-
rienze o magari avete bisogno di
consigli per capire chi siete (o an-
che semplicemente se siete etero-
curiosi!!:P) non esitate a fare un
giro qui:
progettogayforum.altervista.
org
è un forum popolato da persone
fantastiche che mi hanno aiutato
molto quando ho vissuto una do-
lorosa “accettazione di me stes-
so”. Iscriversi non costa nulla ed è
nell’anonimato più totale.
Un forte abbraccio a tutti dal vo-
stro gay preferito :)
11
Il nostro Liceo
Le Regole del Gioco
IL FERMI INCONTRA GHERARDO COLOMBO
Venerdì 17 marzo gli studenti e gli inse-
gnanti del liceo Fermi hanno incontrato
Gherardo Colombo: questo è stato al
momento l’ultimo di una lunghissima
serie di incontri che l’ex magistrato tie-
ne abitualmente nelle scuole di ogni
ordine e grado. Da questi faccia a fac-
cia è nato un interessante libro: “Sei
stato tu? - la costituzione attraverso le
domande dei bambini” (edizione Salani
2009). Nell’auditorim dell’azienda Con-
serve Italia di San Lazzaro, Gherardo
Colombo ha coinvolto tutti i presenti
in una brillante discussione sul tema
dell’educazione alla legalità e del rap-
porto dei cittadini italiani (governanti e
governati!) con le regole. Secondo lui,
le regole sono essenziali per la vita di
una comunità, e vanno definite e rispet-
tate. A questo proposito l’ex magistra-
to, sollecitato da domande d’attualità
e soprattutto riguardo l’affidabilità dei
nostri politici, ha sostenuto che è più
opportuno che ciascuno si occupi del
proprio comportamento, di quanto fa,
di quanto imbroglia, prima di criticare
i comportamenti degli altri. E’ oppor-
tuno però che , a proposito di regole,
non sia preclusa la possibilità di valuta-
re se queste sono effettivamente giuste
e coerenti con la costituzione.
12
O2
Goodbye,
vecchio
Da un vivace intervento del professore
Massimo Mazzanti e dal dibattito che
n’è seguito, è stato possibile individua-
re i tre concetti alla base del vivere ci-
annuario!
vile: persone, diritti e pari opportunità,
Da quest’anno ci si regola diversamente: a
strettamente intrecciati. Sono stati (di-
dirlo sono il rappresentanti. Parliamo di foto
rei ampiamente!) coinvolti gli studenti.
di classe ed annuari.
“Cosa significa essere liberi?” ha chiesto
Dimenticatevi le vecchie spese, lunghe liste
loro Colombo. Di risposta in risposta si
per scegliere QUALE foto, QUALE dimensio-
è arrivati a una conclusione: essere li-
ne, QUALE formato, QUANTE, e così via. Un
beri significa sapere e poter scegliere.
po’ scomodo, no?
Ma per essere in grado di scegliere la
La musica cambia, sì, ma in che termini? An-
cosa giusta, è necessario imparare. E il
zitutto, le foto di classe non saranno più fatte
luogo adibito a ciò è soprattutto (rullo
come prima. “A produrle dovrebbero essere
di tamburi..) la scuola. E’ proprio que-
dei ragazzi del gruppo di fotografia del Fer-
sto il motivo per cui Gherardo Colo-
mi”, dice Maria Chiara Turchi, rappresentante
mo dedica il suo impegno di “cittadi-
d’istituto. Ma quando si dovrebbero fare, in
no attivo” ai bambini e ai ragazzi nelle
che periodo della giornata? In effetti, non
scuole. Queste ultime considerazioni
è un’incognita da poco. Ci risponde ancora
hanno fatto sorridere il nostro preside
la Turchi: “Quest’anno vorremmo provare a
che, con la collaborazione del comune
farle tutte durante gli intervalli e all’uscita da
di San Lazzaro, ha fortemente voluto e
scuola, in modo da non far perdere a nessu-
organizzato questo incontro. Due pre-
no ore di lezione”.
cedenti appuntamenti (nell’aula ma-
Le foto così scattate non dovrebbero poi
gna del liceo Fermi), hanno visto come
essere distribuite singolarmente seguendo le
protagonisti gli scrittori Grazia Verasa-
lunghe liste dei tempi andati. I costi sarebbe-
ni, Loriano Macchiavelli e Wu Ming. E’
ro comunque molto alti, e la parola chiave in
in allestimento un quarto incontro, in
questo senso è ‘risparmio’.
data da definire. Cosa aspettate?
Le singole foto di classe si dovrebbero cari-
care on-line, forse su facebook, in modo da
permettere a chiunque le voglia di scaricarle.
E l’annuario? Niente più cartaceo? Non, non
disperate: quello rimane cartaceo.
Esso verrà infatti impaginato da alcuni stu-
denti, tra cui noi impaginatori di O2 (:D). Una
volta che si sarà scelto un tema adeguato, e
la bozza dell’annuario passerà da tale a defi-
nitiva, si stamperà il tutto.
“Noi provvederemo a trovare una tipogra-
fia che ce lo stampi a prezzi più ragionevoli
degli anni scorsi”, dice la Turchi.
E questo e quanto. Se vi sembra poco, pen-
sate che è un’iniziativa che coinvolge il Fer-
mi in sé e all’insegna del risparmio. Nelle
prossime edizioni, comunque, allegheremo
aggiornamenti ed informazioni a riguardo.
Continuate a seguirci!
Il nostro Liceo
SOUL STIGMA
Ciao! Prima di iniziare a chiedervi
chi siete e che cosa fate, una do-
manda che credo interesserà un
po’ di persone: cosa significa il
nome ‘Soul Stigma’?
Soul Stigma suona bene e basta.
Non c’è un vero significato o una
grande storia dietro al nome della
band, è un nome come un altro che
però è riuscito a farsi un po’ di strada
fra tutti gli altri!
Ehm... chi sono e come nascono i
Soul Stigma?
Il nostro progetto musicale è inizia-
to 4 anni fa con impostazioni tipi-
camente metal, ma con il tempo ci
siamo resi conto di dover propor-
re qualcosa di più innovativo e più
commerciabile nel nostro bel paese,
che è l’Italia. Così abbiamo iniziato
a scrivere in Italiano, a concentrarci
sull’orecchiabilità dei brani, sulla loro
semplicità e sull’impatto. E la nostra
strada l’abbiamo ormai trovata nel
Nu Metal Italiano, caratterizzato da
influssi rap e commerciali con sono-
rità metal moderne.
Qual’è la formazione dei Soul du-
rante un live?
La formazione attuale è la seguente:
Ghibro alla voce solista, Pate alla chi-
tarra solista, Jobbe Belli Belli alla chi-
tarra e voce, Vigno al basso e voce,
Benet alle tastiere e Cassa alla batte-
ria. Questa è la nostra backline, effi-
cace tanto in studio quanto in live!
Quante canzoni ed EP avete pub-
blicato sin ora?
Il nostro lavoro si concretizza princi-
palmente nel nostro Ep ‘My Name’,
che contiene 4 brani inediti, di cui
due di relativo successo (My Name,
No Heaven), uscito nel 2010 e nel
nostro ultimo singolo ‘Quarantena’
del 2011, brano che ha avuto no-
tevole successo sul web con più di
5000 ascolti in meno di 3 settimane
e circa un centinaio di download!
Come nasce una nuova canzone?
Chi scrive cosa?
Le nostre canzoni nascono un po’
dalla mente di tutti. La band è una
sorta di famiglia ed è bello vedere
come tutti possono metterci il loro e
lavorare sulle idee degli altri. Solita-
mente le canzoni vengono fuori da
sole: ti svegli e le hai in mente, canti
cose a caso e dici ‘cazzo sta storia
spaccava, aspetta che me la regi-
stro!’. Una volta trovata l’idea c’è un
lungo lavoro a posteriori, che com-
prende l’arrangiamento del brano
(come vogliamo che venga fuori sta
roba?) e l’incisione. Infine rimango-
no solo i lavori di grafica, i photoset
e la stampa del cd!
Bene. E dite, sentite di avere una
‘guiding light’, un artista o un
gruppo che vi influenza e vi ispira
particolarmente?
Ogni band ha molte influenze e ov-
viamente noi abbiamo le nostre!
Bisogna però fare attenzione e cre-
arsi un proprio stile personale, una
propria identità, un proprio sound. Il
bello della nostra band è nella varie-
tà di artisti che ognuno di noi ascol-
ta: vanno dai Blessed By A Broken
Heart ai Nightwish, dai Rage Against
The Machine ai Bullet For My Va-
lentine, dai Thousand Foot Krutch a
Lady Gaga e perchè no, cacciamoci
dentro anche i Finley per rimetterci
un po’ la faccia!
Parliamo allora del vostro ulti-
mo singolo: ‘Quarantena’. Com’è
nato? Di cosa parla?
‘Quarantena’ è una canzone che
parla di isolamento mentale, la sen-
sazione che provi quando ascolti
la musica sparata in cuffia mentre
cammini per la strada, soltanto che
al posto dei bassi e delle melodie, c’è
la tua musica personale, una musica
fatta di silenzio e pensieri, che ti se-
para dal resto del mondo.
E abbiamo sentito che c’è stata
una collaborazione coi Turn Bad,
altra band bolognese, per questo
pezzo...
La collaborazione con i Turn Bad in
realtà non è nulla di ufficiale, ma
solo un prestito di un loro membro
per scattare qualche foto in giro per
Bologna!
E invece, a quando il prossimo EP?
(XD)
Data l’alta qualità dell’ultima regi-
strazione non registreremo più Ep,
ma solo singoli! E perché no, forse
usciremo nel 2012 con il nostro pri-
mo album!
O2
Dove posso comprare/ascoltare
il vostro ultimo disco? E le vostre
canzoni?
Il nostro Ep lo potete ascoltare sul-
la nostra pagina facebook (http://
facebook.com/soulstigma) così
come Quarantena! Ma mentre
quest’ultima la potete scaricare gra-
tis da facebook, l’Ep é in vendita
ad ogni nostro concerto a soli 5€!.
Sempre sul nostro facebook trova-
te le canzoni, che potete ascoltare e
scaricare gratis!
Qualche progetto futuro? Cover,
singoli...
Stiamo in questi mesi imprimendo su
pellicola il videoclip di ‘No Heaven’
pezzo tratto dal nostro Ep! Ma pre-
sto inizieremo anche a lavorare sul
video di Quarantena, in 3D! Bè non
vi sveliamo le prossime cover, ma sa-
ranno di sicuro sul calibro del nostra
‘cover di battaglia’ Poker Face!
Ed ora un’utopia firmata Soul
Stigma!
Di sicuro diventare famosi almeno
quanto Truce Baldazzi, poi si vedrà!
E, per finire, volete dire qualcosa
ai lettori di O2?
Ciao lettori di O2! Ci si becca in giro e
mi raccomando, andate ad ascoltarci
sul web!
13
Il nostro Liceo
RadioFermi
Intervistiamo il fondatore della radio del nostro liceo, ovverosia Calogero Perno, chiedendogli i perchè ed i perco-
me riguardanti questo ambizioso progetto.
Ciao, chi sei?
Mi chiamo Calogero Perno e sono qui
in qualità di fondatore, proprietario e
staff manager della radio del Fermi,
che si chiama (guarda caso!) Radio-
Fermi.
Come e quando è nato questo pro-
getto?
Il progetto è nato all’epoca della
mia candidatura a rappresentante di
istituto; volevo dare a questa scuola
qualcosa di innovativo, di nuovo, che
ci portasse un passo avanti le altre
scuole. Così ebbi l’idea di fondare una
radio; idea che, all’epoca, parve, ai più,
solamente un’utopia, vista la vastità
del progetto e la grande quantità di
impegno necessari per realizzarlo e
portarlo avanti. Tuttavia oggi sono
lieto di poter affermare, non senza
un moto di orgoglio e soddisfazione
personale, che RadioFermi non è più
solo un sogno, ma è divenuta realtà:
ciò è stato chiaramente reso possibi-
le dal grande impegno non solo mio,
ma anche dei miei infaticabili collabo-
ratori.
Chi fa parte, attualmente, dello
staff?
Il mio staff è attualmente composto
dalla mia little sister Lorely Perno,
Francesco Tedeschi e, chiaramente,
dal sottoscritto.
E, per ascoltarvi, come faccio?
Ascoltarci è semplicissimo: basta vi-
sitare il nostro sito ufficiale (raggiun-
gibile anche tramite il nostro account
Facebook) www.wix.com/radiofermi/
home, che ho da poco rimesso a nuo-
vo; sono state aggiunte diverse nuove
funzionalità, quali il contatore di visi-
tatori (a breve festeggeremo i 10’000
accessi ad personam) e il visualizzato-
re mondiale di visite (che per adesso
si limitano “solo” a tutta Italia). Dalla
14
home del sito, è possibile accedere
alla sezione “Diretta” per seguire i
nostri episodi Live; altrimenti potete
ascoltarci in differita mediante la se-
zione “Repliche”.
Ed ecco una domanda un po’ pro-
vocatoria, ma necessaria: è davvero
necessaria una radio a questo liceo?
A questa domanda risponderò con
un’altra domanda: ma è davvero ne-
cessario un giornale a questo liceo? O
ancora: è davvero necessario un corso
di fotografia o uno di school restyling
per la scuola? E’ davvero necessario
un coro, un gruppo teatro, o qualsiasi
altra attività non prettamente legata
allo studio? No, non mi aspetto che
tutti capiscano. Se per necessario in-
tendiamo vitale, no, nessuno di que-
sti lo è: la scuola esisterebbe anche
senza. Basti pensare che nella scuole
medievali vivevano benissimo anche
senza computer, luce elettrica, ac-
qua corrente e tutte le altre nostre
comodità moderne. Ma non è forse
questo ciò che noi oggi chiamiamo
progresso? Non è forse questa ciò
che noi contemporanei definiamo
innovazione? Qualcosa che, pur non
strettamente necessario, contribuisce
a migliorare la qualità della vita in ge-
nerale, e applicato al nostro caso spe-
cifico, la qualità della scuola? Radio-
Fermi, così come le altre attività citate
prima, sono un’opportunità. Un’op-
portunità di migliorare, di progredire,
di esprimere liberamente noi stessi e
le nostre opinioni, e come tali penso
che vadano sfruttate a pieno. Stento a
credere che qui al Fermi ci sia ancora
chi si ponga certe domande, quan-
do persino le altre scuole hanno già
afferrato la genialità del progetto da
me maturato. Sulla scia del Fermi e
del Righi, stanno cominciando a fio-
rire radio in tutti i licei di Bologna:
Copernico, Mattei, Galvani, Majora-
na, Tanari e tutte le altre scuole che,
come queste citate, stanno cercando
di tenersi al nostro passo. La nostra
scuola è vista come un modello sotto
questo aspetto: la nostra radio rap-
presenta un punto di riferimento per
le altre scuole, siamo un po’ come il
metro nelle misure. Ma forse, come
dicono le malelingue, al Fermi le idee
geniali hanno lo stesso problema del-
le canzoni: troppo spesso viene giudi-
cato il cantante e non la musica.
Posso contribuire anch’io al pro-
getto, anche se non ho molto tem-
po a disposizione per venire a scuo-
la più pomeriggi alla settimana?
Certamente! Ogni aiuto è ben gradi-
to. RadioFermi apprezza i cosiddetti
“cronisti per caso”, perché ci aiutano
ad avere informazioni o interviste che
non riusciremmo fisicamente a docu-
mentare: basti pensare ai numerosi
informatori che collaborano costan-
temente con noi sia all’interno della
sede centrale che della nostra succur-
sale. Basta registrare la propria inter-
vista, il proprio intervento o qualsiasi
altro file audio e contattare la nostra
redazione.
Abbiamo sentito parlare di una
“lotteria”: vorresti spiegarci di cosa
si tratta?
Certamente; la sottoscrizione a premi
organizzata da RadioFermi è una bril-
lante iniziativa che consiste nel sor-
teggiare tra i partecipanti i seguenti
premi: un Lettore MP4, una ricarica
telefonica da 20€, una maglietta “Ra-
dioFermi” autografata dallo staff
oppure la fantastica opportunità di
venire come “special guest” a “Radio-
Fermi”! Per partecipare è sufficiente
acquistare presso i numerosi rivendi-
O2
tori autorizzati uno o più biglietti per
la “vertiginosa” somma di 1€.
C’è anche il progetto, sembra, di
organizzare un ‘RadioFermi Day’...
Grazie per avermelo chiesto. Sì di fat-
to questa era l’idea iniziale, ma adesso
ho in cantiere un progetto più grosso.
Stavo infatti pensando di estendere la
celebrazione a tutti gli altri enti infor-
mativi della scuola, indicendo così per
la giornata del 18 maggio una vera è
propria “giornata per la libera infor-
mazione al liceo Fermi”, progetto che
spero avrà larga adesione non solo
tra gli enti interessati, che mi sono già
messo in moto per contattare, ma an-
che tra gli studenti della scuola, a so-
stegno di un valore importante com’è
quello dell’informazione. Per la gior-
nata è previsto un rinfresco (che non
è male come idea, vista la data, anche
se qui si intende “da bere e da man-
giare”, come si dice in gergo), musica
dal vivo (suoneranno i migliori gruppi
del Fermi), l’estrazione della sotto-
scrizione a premi e altre fantastiche
sorprese che verranno svelate sono in
seguito.
Un’anticipazione riguardo la pros-
sima puntata?
Ma certamente! E’ in programma
un’intervista al fondatore di O2 Gio-
vanni Gandolfi (il tizio che mi sta in-
tervistando per essere chiari XD).
Vuoi dire qualcosa ai lettori di O2?
Innanzitutto li saluto tutti, perché so
che molti sono anche miei “radio-
ascoltatori”, come mi piace chiamarli.
Ciò è, a mio avviso, molto positivo,
perché per avere un’informazione
completa sul quadro della scuola, la
sinergia RadioFermi - O2 direi che è
semplicemente perfetta.
Eventi
>> R view e
A Gennaio abbiamo avuto “Jesus
Christ Superstar”, e a Marzo, a di-
stanza di un anno dall’ultimo spet-
tacolo a Bologna, il teatro Euro-
pauditorium ha ospitato un altro
grande show: We Will Rock You, il
musical.
Coautori di questo spettacolo
sono Ben Elton e la grande rock
band dei Queen (o almeno ciò
che resta di loro). L’opera esce nel
2002 dopo 12 anni di sviluppo del
progetto originale e si rivela subi-
to un successo, almeno per quan-
to riguarda il pubblico, tanto da
aggiudicarsi il titolo di “longest-
running show” al Dominion Thea-
tre di Londra.
La versione italiana del musical
esce alla fine del 2009 e il cast ini-
zia un tour in tutta Italia collezio-
nando numerosi “tutto esaurito”
nei vari teatri della penisola.
La critica non è stata favorevole
nei confronti di questo spettaco-
lo per via della trama, e in effetti
prima che si spegnessero le luci
nel teatro anche io, avendo letto
un sommario della stessa, teme-
vo potesse essere un po’ banale
e “smontarmi” una delle miglio-
ri band della storia della musica.
Dopo 10 minuti era tutto chiaro. Il
testo del musical, nonostante sia
simpatico, divertente e presenti dei
giochi di cultura autori-pubblico
di stampo ariostesco (i riferimenti
a brani o musicisti, che chi guarda
può riconoscere, hanno funzione
di depotenziamento dei perso-
WE WILL ROCK YOU
naggi cui vengono paragonati o a
cui ci si riferisce), è assolutamen-
te e puramente funzionale alla
musica. Infatti lo show è dissemi-
nato di brani del gruppo, ma ciò
che rende l’atmosfera veramente
magica è il fatto che questi siano
eseguiti dal vivo e che si armoniz-
zino perfettamente con il conte-
nuto della storia, senza forzature
o stacchi logici. Pertanto i migliori
complimenti agli autori ma anche
a cantanti e musicisti che suonano
per 3 ore di seguito senza il mi-
nimo errore, riempiendo i brani di
un’energia ed un entusiasmo qua-
si palpabili. Non è da sottovalutare
l’impatto delle ottime scenografie,
dei costumi e delle battute dei
personaggi che rendono l’atmo-
sfera vivace e briosa, tanto da far
perdere la percezione del tempo
all’ascoltatore. Si potrebbe infatti
temere di annoiarsi se non si co-
nosce la produzione artistica dei
Queen o anche solo nell’ascoltare
per tre ore unicamente loro brani.
Ma niente paura, anche per i non
esperti o di rock o di teatro si ri-
velerà uno spettacolo indimenti-
cabile (io sto scrivendo a un anno
di distanza dalla visione del musi-
cal…) per la vitalità dell’ambiente
e la sensazione quasi di partecipa-
zione alla rappresentazione. Altro
elemento di tensione è l’attesa
del brano “Bohemian Rhapsody”
cui si fanno continui riferimenti e
le cui false partenze tengono sul-
le spine fino alla fine del musical,
IL MUSICAL
quasi fosse un testo sacro, indici-
bile ma essenziale. Uniche pecche
del cast italiano sono la traduzione
del brano “Radio Gaga” (d’altron-
de necessaria per introdurre la tra-
ma) e la pronuncia italianeggiante
di certi cantanti, unica avvertenza,
si potrebbe piangere…dal ridere!
Non ho acquistato il biglietto per
lo spettacolo di quest’anno solo
perché consapevole del mio viag-
gio estivo a Londra e quindi della
certa tappa al Dominion Theatre.
Tutto ciò che si può dire di ”We
Will Rock You” è “It’s a kind of ma-
gic!”.
E ora… un po’ di trama:
La descrizione del testo sul volan-
tino datomi all’ingresso a teatro
si apre con queste parole: “Siamo
nel futuro in un luogo che veniva
chiamato Terra. La globalizzazio-
ne è completa. Ovunque i ragazzi
guardano gli stessi film, seguo-
no la stessa moda e pensano allo
stesso modo.”
>PROSSIME TAPPE
Padova
7-10 Aprile
Napoli
5-8 Maggio
Arcireale
12-15 Maggio
Info su:
wewillrockyou-themusical.it
O2
Sono proibiti gli strumenti musi-
cali, non esistono i materiali per
fabbricarseli e la musica è creata
da aziende informatiche; i ragazzi
si limitano a scaricare da internet
ciò che viene loro propinato da
questo mondo avvolgente e sicu-
ro. Le band vengono “prodotte” su
misura, così come i balli o qualsiasi
forma d’arte e tutto è imposto e
creato con un unico scopo: il pro-
fitto.
Vi è però una leggenda secondo la
quale esistono ancora degli stru-
menti musicali celati in un luogo
magico, “la magnifica chitarra-
ascia del grande e capelluto Dio
della Chitarra giace sepolta nel-
la roccia” (non riecheggia un po’
quel verso “caught in a landsli-
de…”?). Solo un puro di cuore rock
può ritrovarla e suonare gli “anti-
chi inni”.
La trama è folle, come una rapso-
dia, come una rapsodia boema.
15
Eventi
AL CINEMA
I film in uscita nelle sale
Dal 15 Aprile
Scream 4
HORROR
Di Wes Craven
Con Neve Campbell,
Courteney Cox.
Sidney Prescott è l’autrice di un bestsel-
ler su come superare i traumi personali e
come ultima tappa del tour promozionale
del suo libro torna proprio a Woodsboro.
Lì riallaccia i contatti con lo sceriffo Dewey
e sua moglie Gale, e anche con la giovane
cugina Jill e la zia Kate. Ma, con il ritorno
di Sidney a casa, tornano anche gli omici-
di diGhostface, che pare prendere di mira
il liceo frequentato da Jill.
Dal 22 Aprile
World Invasion
Azione
Di Jonathan Liebesman
Con Michelle Rodriguez,
Aaron Eckhart
Nella base militare di Camp Pendleton,
vicino Los Angeles, un gruppo di marines
capitanati dal sergente Michael Nantz, è
chiamato a rispondere immediatamen-
te a uno dei numerosi attacchi lungo la
costa. Il sergente Nantz e i suoi uomini
intraprendono una feroce battaglia per le
strade di Los Angeles contro un nemico
alieno determinato a impadronirsi delle
riserve d’acqua e a distruggere tutto ciò
che incontra sul suo cammino.
Dal 22 Aprile
Thor
Azione
Di Kenneth Branagh
Con Chris Hemsworth,
Natalie Portman
Il selvaggio guerriero Thor viene inviato
sulla Terra sotto mentite spoglie a causa
del suo carattere ribelle. Qui apprenderà il
significato del vero eroismo quando dovrà
proteggere il pianeta dal feroce nemico
Loki. Film che vanta tra il cast anche Sa-
muel L. Jackson e Anthony Hopkins.
16
O2
Faster
Azione
Di George Tillman Jr
Con Dwayne Johnson,
Billy Bob Thornton
Un ex criminale decide di vendicare l’o-
micidio nel fratello avvenuto durante un
furto anni prima. Alle sue calcagna si met-
tono però un agente di polizia veterano e
un sicario egocentrico.
Cappuccetto Rosso Sangue
Horror
Di Catherine Hardwicke
Con Amanda Seyfried,
Shiloh Fernandez
Valerie è una bellissima adolescente contesa
da due ragazzi, Peter e il ricco Henry, al quale
puntano i genitori. Preoccupati delle intenzio-
ni dei genitori, Valerie e Peter progettano una
fuga insieme, ma presto scoprono che la sorella
maggiore di Valerie è stata uccisa da un lupo
nella foresta del villaggio. Per anni le persone
hanno mantenuto uno strano patto con la bestia
offrendole in sacrificio un animale ogni mese.
Arrabbiati per l’accaduto, gli abitanti del villag-
gio incaricano padre Solomon di occuparsi della
faccenda. Ma l’arrivo del padre viene interrotto
da nuovi oscuri eventi...
Source Code
Azione
Di Duncan Jones
Con Jake Gyllenhaal, Mi-
chelle Monaghan
Il capitano Colter Stevens si risveglia su un treno
di pendolari senza avere la minima idea di come ci
sia finito. Quando allo specchio vede riflesso il vol-
to di un’altra persona e, poco dopo, nel suo por-
tafogli scopre una carta d’identità che appartiene
a un insegnante di scuola di nome Sean Fentress.
All’improvviso, una fortissima esplosione squarcia
letteralmente il treno. Istantaneamente, Colter vie-
ne trasportato in un’unità di isolamento high-tech,
dove una donna in uniforme, di nome Goodwin,
lo obbliga a dirle tutto ciò che ha visto. Colter è
coinvolto in una missione estremamente impor-
tante per identificare un attentatore che poche ore
prima ha distrutto un treno e che è intenzionato a
uccidere altre migliaia di persone con un’esplo-
sione ancora più colossale nel cuore di Chicago.
Eventi O2

Il Divo colpisce ancora

Arriva Adult Music: Un ascolto per adulti
colti.
Tra sesso da giovani, escort e storie in discoteca: torna Immanuel Casto col suo nuovo Adult Mu-
sic. Come dice Immanuel Casto stesso: ‘il sesso vende sempre’. E il pioniere del genere chiamato
‘porn groove’, elettronica e dance a sfondo pornografico, sforna un nuovo disco proprio su que-
sto. ‘E’ un ascolto per adulti colti’, afferma lui. E nel nuovo capitolo della sua carriera discografica
ci regala una dozzina di tracce una più esplicita dell’altre.
Adult Music si apre con la carichissima Escort 25, pezzo degno di una discoteca, che parla di festini
‘tra coca e minorenni’. Celeberrima la frase: ‘perché dovrei lavorare in un call center, quando posso
fare pompini in costa smeralda?’. La successiva si presenta sempre con un’ottima base, sempre
scandita e ballabile: è Revival, in cui ragazze illudono ragazzi in disco facendo credere di essere più
disponibili di quel che in realtà sono. Premendo ‘avanti’ approdiamo a Killer Star, canzone dalla
base non male, simile alla precedente: in questa Casto ci propone il tema dell’omicidio seriale, che rende irrimediabilmente famosi. Ed
è così il turno di ‘Il Sesso vende sempre’, in cui gente depressa e annoiata è in cerca di sesso per rifarsi la vita.
E boom, parte Crash. Il famoso singolo che trasporta il sesso nel mondo del computer. ‘Aprimi il Pc, formattami l’Hard Disk, montami la
RAM, riempimi di spam’ canta. Bella base ritmata, che diventa ancor più interessante nella traccia Do Ut Des: processi, tribunali e favori
sessuali per essere assolti.
La traccia che segue non va nemmeno spiegata: Gioco di mano. Parte poi la cantilenante Popper, più allegra, in contrapposizione con
la nostalgica Broken Girl, che segue. E in Fluffer Boy parte il cantato in inglese, e si parla di ragazzi pronti a ‘consolare’ ragazze tristi. E
dopo Johnson (parola per non dire altro) si chiude con Touchè, singolo abbastanza vecchiotto che però è sempre piacevole riascolta-
re. Sicuramente un album particolare, adatto a chi piace l’elettronica e… tematiche come questa.

Sabato Sera!
Elegance Night @ Kinki Club
Ormai ci siamo, il 16 Aprile si avvici-
na e la festa dello staff più elegante
di Bologna ha deciso di festeggiare
insieme a voi al kinki club. Lo CHAR-
ME STAFF al completo è lieto di
presentavi: ELEGANCE NIGHT WITH
CHARME STAFF PARTY, una serata in
cui il tema sarà l’eleganza e la bel-
la presenza di ogni persona, in cui
ognuno di voi avrà la possibilità di
bere infinite quantità di alcool gra-
zie al FREEBAR AL TAVOLO. Il tutto
accompagnato dallo special guest
dj che suonerà in serata il magnifico
VEZZANA o VEZZULLO dj.
ORE 23 - 15/20 €
> CONTATTI <
In collaborazione con Pubbliche Relazioni Discote-
che Bologna, per maggiori informazioni cercate il
suo profilo su facebook!
16 Festa delle scuole @ Estragon 20
Ecco l’unica festa delle scuole. Dopo
lo spettacolo del 30 Marzo scorso
al Kindergarten+Officine, con oltre
2500 ragazzi a ballare fino a tarda
notte, arriva il secondo capitolo del-
la Festa. In uno dei migliori locali di
Bologna, 8 euro per vedere alcuni
dei gruppi più in vista tra le scuole
bolognesi. In esclusiva il DJ di fama
internazionale Sidney Samson.
ORE 17,30 - 8 €
Chiusura del Kinki con FREEBAR
23
Jordan Staff e il Kinki si uniscono per
chiudere la stagione del locale con
una festa caricherrima. Oltre al bar
gratis, ci sarà tutto il Rosa Luxem-
burg per celebrare la propria festa
scolastica!
ORE 21 E 30 - 15 €

oppure

Andrea Masetti: 333.69.24.835

ESTRAGON
Domenica 24 Aprile Gem Boy
Sabato 7 Maggio Club Dogo
Via Stalingrado, al Parco Nord.
Autobus: 25 e 68
Info: 3342223808 www.estragon.it

17
 LE STREGHE
ESISTONO!
CONOSCI MEGLIO QUELLA MEGERA
DELLA TUA VICINA DI CASA
Lo scorso numero ho portato un articolo sul
2012 che, spero si sia capito, era ironico e
scherzoso. Di conseguenza sembra che io mi
COS’È
sia meritato il posto di “redattore di articoli
scemi su argomenti altrettanto cretini” mentre
io speravo in qualcosa di più intelligente…
e invece NO.
Beh sta volta vi racconto qualcosa che esiste
davvero: le streghe.
Sì quelle streghe!! Proprio quelle con gatto
nero, bacchetta e scopa. La scopa purtroppo
non vola, però ce l’hanno lo stesso…
Parlo di una nuova corrente che sta avendo
abbastanza successo, ed anche un discreto se-
guito qui in Italia: la Wicca. Ebbene dicasi Wic-
ca la “religione delle streghe che venera un Dio
ed una Dea”.
A livello di rituali sono stati riscontrati diversi
riti sciamanici con aggiunta di pratiche tipica-
mente orientali: meditazioni, canti, visualizza-
zione (cioè visualizzare oggetti materiali nella
mente al fine di meditare). A questo poi si ag-
giungono elementi esoterici quali invocazioni,
incantesimi, filtri, formule magiche.
Uno dei punti focali della Wicca è senza dub-
bio la Natura. Le divinità, entità naturali, non
sono viste distanti ma continuamente a con-
tatto con noi.
ODDIO, ti sta toc-
cando la DEA MA-
DRE!
La Wicca crede inoltre nella reincarnazione: la
spirale è simbolo di continua nascita e rinascita
in un vortice eterno.
Ovviamente non può mancare la magia. Grazie
a rituali molto interessanti, basati sulla concen-
trazione, e particolari strumenti posso esaudire
le mie preghiere. È come se io pensassi inten-
samente “adesso il mio vicino di banco vomita”
e dopo poco la mia concentrazione su questo
pensiero fa scaturire l’azione, ed il mio vicino
di banco vomita davvero.
CHE ASPETTI?
18
Preciso inoltre che il termine “strega” si utilizza
QUELLA
anche per i maschi (che possono anche esse-
re chiamati Stregoni) e che quindi in questo
FACCIA?
articolo non parlo solo di pazze, ma anche di
pazzi.
TI ABBIAMO Insomma, direi che può anche bastare. Sicura-
mente è un movimento interessante e mi scu-
SCOPERTO. so se sono sembrato offensivo. Per fortuna c’è
la libertà di professare la propria religione! A
parte ciò…che bella cosa la fantasia!! Ah…siete
pronti a festeggiare il “Beltane”? Non so ne-
Questa è la sintesi dei punti principali di questa
anche cosa sia ma ho letto che si festeggia in
“religione-magia”. Un purè di Medioevo, Harry
Aprile quindi…Auguri!!
Potter, Erboristerie, Esoterismo (che in passato
Chiunque fosse interessato può andare su
fu serio e profondamente diverso) e Naturali-
http://www.wicca.it/ e potrà constatare, pur-
smo.
troppo o per fortuna, che io non ho inventato
Ma vediamo gli strumenti per essere una stre-
una sola parola di ciò che ho scritto…(se non
ga (poiché vi vedo molto interessati).
per l’uccisione del povero gatto nero con l’A-
Fondamentali sono l’Athame (ovvero un col-
thame!!). A Bologna esiste un negozio sulla
tellaccio affilato per tagliare erbe, incidere can-
stregoneria: La Bottega Magica in Via De Mar-
dele e talvolta uccidere il catto nero) e il Penta-
chi, 15/A (trovate Athami, Pentacoli, Erbe, Por-
colo, cioè l’altare su cui fare l’incantesimo.
tafortuna e Pendoli).
A questi vengono aggiunti piccoli e trendy ac-
Un saluto da stregolandia, linea allo studio.
cessori: bacchetta, scopa, coppa e calderone.
Necessario per essere una vera strega è il Gri-
morio (o “Libro delle Ombre”, nome molto più
figo!) in cui una strega appunta maledizioni,
incantesimi, rituali e ingredienti.
La Wicca inoltre ha delle Feste particolari (sem-
pre legate alla natura) e strane formule magi-
che.
Attività fondamentale di una strega è anche la
divinazione, attravero Rune, Tarocchi, Pendoli,
Mani, Stelle. Mancano solo le viscere di uccelli
come gli antichi…
NELLA FOTO
Strega soddisfatta
degli influssi delle
sue pozioni (ma
per me NO)
Svago O2

SVACCO & RELAX

Battute per soffrire
Marco Chiapatti, 3°C:
“Saliamo le scale, sono
insipide”

“C’è un Omero in
ognuno di noi, anzi,
due”

Laura Pia Iannuzzi, 3°C:

“Un fungo dice ad una
funga: ‘Funghiamo?’.
E la funga risponde:
‘Porcino!’
“Un fungo dice ad una
funga: ‘Funghiamo?’.
E la funga risponde:
‘Porcino!’
___________________
“Rosso di sera... chia-
mate i pompieri!

“Chi di spada ferisce...

arrestatelo!”

“Sapete qual’è la dif-

ferenza tra il ketchup
e la maionese? Uno è
rosso, l’altra no. “

ca

21
Svago O2

INDOVINELLI
Qual è la cosa meno grande di un pallo-
ne che con una sola mano non potresti
mai riuscire ad afferrare o a prendere?
Il dorso della mano

Se gli togli il cuore, diventa triste!

Trieste

Se eccitato... si ingrandisce sei volte la

sua misura originale, cos’è? (Non quel
che pensi -.-)
La pupilla

Ciò che rosso era, nero resta. Cos’è?

Il Fiammifero

Sono cinque piccole cose di uso quoti-

diano e le trovi tutte quante in un cam-
po da tennis. Cosa sono?
Le vocali A E I O U

Qual’è la donna che ha il migliore fisico

del mondo?

La moglie di Einstein

Un giorno, un Uomo, per entrare in un castello in cui serviva un parola segreta, si nascose dietro un cespuglio. Arriva-
to, un uomo bussò alla porta e un uomo dietro la porta gli disse ‘10’ e l’uomo rispose ‘5’ e passò. Un altro uomo bussò
e l’uomo dietro la porta gli disse ‘8’. L’uomo fuori rispose ‘4’ e passò, ne passò un altro bussò e l’uomo dietro la porta
disse ‘6’ e l’uomo fuori disse ‘3’. L’uomo dietro il cespuglio esce, bussa, l’uomo dietro la porta gli dice ‘4’ e l’uomo dice
‘2’, però la risposta è sbagliata e lo uccidono. Perché?
perché 4 ha 7 lettere.
I numeri delle lettere sono la parola segreta. 10 ha 5 lettere, 8 ne ha 4, 6 ne ha 3; invece l’uomo dietro il cespuglio ha sbagliato a dire 2

Lorenzo Tortorella, I G

puzzle.magazine.com

20
Svago O2

<SUPER-
CRUCI
Il cruciverba con le
definizioni incorpora-
te. Buona sfida;)

Lo sapevi che...
...La Coca-Cola, origina-
riamente, era verde?

...10100 si dice googol?

... E’ impossibile starnutire

con gli occhi aperti?

... Il “Quac, Quac” delle

oche non dà eco (non si
sa perché)?

... Come le impronte

digitali, l’impronta della
lingua è diversa per ogni
uomo?

... Negli Stati Uniti ogni

giorno vengono stam-
pati più soldi per il gioco
del Monopoli che per la
Tesoreria?

... Il cuore di un gambe-

retto è nella testa?

... Un coccodrillo non può

tirare fuori la lingua?

crucienigmi.it

KIT DI SOPRAVVIVENZA ALLA NOIA

COME SI GIOCA A CAMPO MINATO
Sin dalla notte dei tempi l’uomo si è chiesto come
si gioca a campo minato. Questo dubbio atavico
tormenta da eoni tutti gli uomini, che ogniqualvol-
ta aprono una partita di questo gioco rimangono
irrimediabilmente imbambolati davanti allo scher-
mo con aria piuttosto da coglione.
Campo minato (o prato fiorito, che dir si voglia)
non è un gioco difficile, eppure quante volte ci sia-
mo trovati a cliccare caselle alla boia d’un giuda?
Il problema di una vita: come fare? Ve lo sveliamo
qui.
Ecco la griglia all’inzio
Intanto cominciate con l’andare su start, giochi, e
aprite una partita. Cominciate con la griglia più pic-
cola, non fate i megalomani!
Una volta portata a termine questa complessa pro-
cedura, vi troverete davanti ad una griglia 10 X 10
quadrati. In essa sono nascosti 10 malefici fiori, che
dovete evitare. Ma come si fa a capire come sono?
Abbiate pazienza, ve lo spiego.
Anzitutto, come in molti casi della vostra vita, do-
vrete iniziare secondo un preciso schema logico: a
caso.
Cliccate dove vi pare sulla griglia.
Vedrete tre cose: quadratini vuoti, quadratini con
dei numeri, e quadratini ancora coperti.
Ecco col click-a-caso: vi si aprono dei mondi.
Ed ecco come si individua un fiore. Scegliete una
casella con un numero: quel numero indica il nu-
mero di fiori che ci sono attorno alla casella che
avete scelto (a massimo un quadretto di distanza).
Mi spiego: se nella casella che avete scelto c’è un 1,
allora nei quadretti adiacenti ci sarà uno e un solo
fiore. Nella figura c’è solo una casella in quell’area:
vuol dire che il fiore è per forza lì. Allora, visto che
ne siamo sicuri, clicchiamo col destro sulla casella
col fiore per mettere un segnaposto, e ricordarci
che quella zona è ‘off limits’.
Andate avanti così finchè non sarete riusciti a sco-
prire tutte le caselle scopribili!
La mia scelta è cerchiata, l’area è il quadrato.
Il fiore maledetto può essere solo in un punto.

23
Il nostro Liceo O2

22
Attualità
Nasce una Bandiera.
ART12: “la bandiera della repub-
blica è il tricolore italiano: verde,
bianco e rosso, a 3 bande verticali
di uguali dimensioni”.
Forse in pochi sanno che gli ide-
atori della nostra bandiera sono
stati 2 studenti dell’università di
Bologna: Luigi Zamboni e Giam-
battista De Rolandis (originario di
Asti). i due studenti unirono i co-
lori delle rispettive città( bianco e
rosso) al verde, colore della spe-
ranza. Essi volevano guidare una
rivoluzione per ridare al comune
di Bologna l’antica indipendenza
perduta con la sottomissione allo
Stato della Chiesa. Il fallimento
della sommossa portò però al pro-
cesso e alla condanna a morte dei
due studenti.
Nel 1796 il Senato decretò che ve-
nisse creata una bandiera con i co-
lori verdi, bianco e rosso a bande
verticali, che divenne per i patrioti
simbolo di speranza per un avve-
nire migliore.
Il tricolore venne adottato dai pa-
trioti in occasione dei moti rivolu-
zionari del 1821-31,da Mazzini per
la sua Giovine Italia e anche dalle
truppe garibaldine.
Con i moti del 1848-49 il tricolore
sventolava poi in ogni stato italia-
no in cui era sorto un governo co-
stituzionale; nel caso del Piemon-
te, venne aggiunto sul tricolore lo
stemma sabaudo (uno scudo con
una croce bianca su fondo rosso,
orlato di azzurro). Agli sportivi in-
teresserà sapere che è proprio da
qui che deriva il colore azzurro de-
gli atleti italiani: questo nei primi
anni del novecento, superando la
caduta della monarchia dei Savoia
e gli sconvolgimenti politico-isti-
tuzionali del paese. Tuttavia la va-
riante sabauda rimase la bandiera
italiana ufficiale fino al 2 giugno
1946, quando l’italia venne pro-
clamata una Repubblica e lo stem-
ma dei savoia fu quindi rimosso.
Il “canto degli Italiani”, meglio co-
nosciuto come “inno di Mameli”
venne scritto nel 1847 appunto
dallo studente e patriota Goffredo
Mameli e fu poi musicato da Mi-
chele Novaro. E’ nato nel clima di
O2
fervore patriottico che preannun-
ciava la guerra contro l’Austria. Fu
decisamente il canto più amato
del periodo dell’unificazione (che
comprende la stagione risorgi-
mentale più gli anni seguenti).
Giusweppe verdi nel suo Inno del-
le Nazioni del 1862 affidò al Canto
degli Italiani il compito di simbo-
leggiare la nostra patria; nel 1946
divenne poi l’Inno nazionale della
Repubblica italiana.
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o femmina) per gruppo rock, metal, punk e
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