Você está na página 1de 39

Università degli Studi di Cagliari

Facoltà di Scienze della Formazione


Dipartimento di Psicologia

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE

PSICOMETRIA (CORSO PROGREDITO)


A. A. 2009 / 2010

Dott. Paola Grassi: grassi_paola@alice.it


La statistica è quella disciplina che si occupa
di quantificare fenomeni riferibili ad individui
(unità o elementi) in quanto appartenenti a
determinate popolazioni (insiemi o
aggregati) che sono collegati ( o possono
esserlo) all’oggetto di specifiche ricerche.

Es. quantifica l’accrescimento del tonno


“pinne gialle” rispetto al tonno “rosso” a
parità di condizioni di allevamento.
Il carattere statistico o variabile, è
qualsiasi fenomeno (o un particolare
aspetto di esso) che abbia rilevanza
nell’ambito di una specifica ricerca. Esso
può manifestarsi in differenti modi:
Es.
Se ci riferiamo ad un’azienda
manifatturiera si possono prendere in
considerazione diverse variabili:
n° dipendenti, pezzi prodotti, fatturato,
crediti, debiti etc.
Ogni ente (sia esso elemento o
individuo) portatore di uno o più
caratteri che possono avere rilevanza
per il raggiungimento dell’obiettivo della
ricerca, è detto unità statistica.
Da non confondere con il dato
statistico (chiamato anche microdato)
che è l’elemento di base per ogni
ricerca statistica.
È necessario che nella raccolta dei dati
venga fatta molta attenzione in modo
che ci si protegga da eventuali errori
(sistematici o casuali).
Le diverse possibilità di rappresentare
dei caratteri portano a differenti
classificazioni:
• Con caratteri qualitativi
• Con caratteri quantitativi
Classificazione con caratteri qualitativi
Sono variabili misurabili su scala
nominale, quelle nelle quali non esiste un
ordine:

Tipo di azienda;
Stato civile;
Genere;
Colore degli occhi;

Tali variabili, per le loro caratteristiche


vengono anche dette sconnesse.
Si dicono caratteri o variabili misurabili
su scala ordinale di tipo ciclico, quelli
nei quali non esiste in senso naturale.
Una che sia di diritto prima o ultima :
Es.
piovosità nei mesi dell’anno
mese di nascita
direzione del vento.
Si dicono caratteri o variabili
misurabili su scala ordinale di tipo
rettilineo quelli nei quali esiste una
prima ed un’ultima modalità in senso
naturale.
Es.
Grado di organizzazione in senso
gerarchico di un’azienda;
livello di istruzione;
grado militare;
Classificazione con caratteri quantitativi

Si dicono caratteri o variabili


misurabili su scala intervallare,
quelle modalità esprimibili con numeri
che hanno il significato di una vera e
propria misura.
In esse si può scegliere in modo
arbitrario l’origine:
Es.
temperature
Si dicono caratteri o variabili
misurabili a rapporto quelli le cui
modalità sono esprimibili con numeri
che hanno l’ordinario significato di
misura, però l’origine delle misure è
unica, non fissata in modo arbitrario
Es.
Statura
Reddito
Si possono sempre misurate caratteri
quantitativi con scale qualitative ma mai
viceversa.
Es. utilizzare per la statura le variabili: basso,
medio, alto.
Talvolta può esistere tra le due modalità una
corrispondenza biunivoca per cui si potrebbero
sostituire alle modalità qualitative quelle
quantitative e rendere plausibili certe
operazioni.
Es.
In un’organizzazione gerarchica, la
corrispondenza tra il grado nella scala e lo
stipendio percepito.
I caratteri, o variabili, quantitativi possono
distinguersi in:
Caratteri discreti: se possono assumere un
numero finito o una infinità numerabile di valori.
Es.
N° vani di una casa, n° figli, n° animali posseduti
etc.

Caratteri continui: se esiste un continuum di


numeri decimali tra i valori interi.
Es.
Statura,
Peso,
superficie agraria.
Piano della Rilevazione
Per effettuare una ricerca, dopo aver
consultato la letteratura a disposizione
riguardo l’argomento occorre:
Individuare gli obiettivi;
individuare i caratteri, o variabili, da
prendere in considerazione;
Individuare la popolazione statistica di
interesse;
Individuare le unità statistiche da prendere
in considerazione che possono essere della
popolazione o di un campione di rilevazione;
Scegliere la legge di campionamento delle unità
statistiche partendo da ciò che vogliamo indagare
nella popolazione;
stabilire i caratteri quantitativi e/o qualitativi da
rilevare per ogni unità;
indicare i mezzi tecnici per raccogliere le
informazioni su tali caratteri;
fissare l’estensione della rilevazione in ordine
all’ampiezza del territorio, al periodo, alle
disponibilità finanziarie.
Rilevare le modalità con cui si sono manifestate
le variabili nelle unità statistiche, individuare i dati
statistici e quindi la matrice dei dati;
Elaborazione dei dati:

Classificazione degli stessi per l’ottenimento di


tabelle;
Rappresentazioni grafiche;
Elaborazione dei dati con strumenti logico-
matematici;
Rappresentazione e illustrazione dei risultati.
Popolazione e campione
In biologia, una popolazione è un insieme di
organismi o individui che coesistono in uno stesso
spazio e tempo, condividendo certe proprietà
biologiche con esseri della stessa specie. es. uccelli
In ecologia si definisce popolazione l'insieme degli
individui della medesima specie che popolano lo
stesso habitat o area considerata. es. pinguini
In geografia è il numero di abitanti di una località o
regione. Anche le caratteristiche numeriche dei
sottoinsiemi (p.e. le etnie) possono far parte della
descrizione della voce popolazione. es. Sardi
In statistica si intende per popolazione qualsiasi
insieme di elementi che siano oggetto di studio, ovvero
l'insieme delle unità (dette unità statistiche) sulle
quali viene effettuata la rilevazione delle modalità con
le quali il fenomeno studiato si presenta. Tali unità
presentano tutte almeno una caratteristica comune,
che viene accuratamente definita al fine di delimitare il
loro insieme; ad esempio, con "Italiani" si può intendere
sia le persone di nazionalità italiana, anche se residenti
all'estero, sia le persone residenti in Italia, quale sia la
loro nazionalità.
Una popolazione statistica, non è
sempre un insieme biologico;
costituisce una popolazione anche
l'insieme delle lampadine prodotte
da un'azienda in un dato periodo di
tempo o le batterie costruite da
un’azienda aventi le stesse
caratteristiche (wattaggio e
amperaggio).
Una popolazione statistica va definita
anche rispetto al tempo; ad esempio, si
possono considerare gli Italiani che
risultano residenti in Italia alle ore 12 di
un dato giorno (popolazione definita
secondo una caratteristica riferita ad un
istante di tempo), oppure quelli nati dal
1° gennaio al 31 dicembre di un dato
anno (popolazione definita secondo una
caratteristica riferita ad un periodo di
tempo).
Si distingue anche tra:

popolazione reale o empirica: un insieme le


cui unità possono essere tutte concretamente
osservate (ad esempio, l'insieme delle
persone, delle abitazioni o delle aziende
oggetto di un censimento);
popolazione virtuale o teorica: un insieme
definibile con accuratezza, ma non
concretamente osservabile (ad esempio, le
possibili cinquine estraibili nel gioco del
superenalotto o i possibili pezzi difettosi di
una produzione)
Il termine statistica deriva da “status” che
significa stato e originariamente si riferiva ai
fatti che il governo centrale acquisiva dalle
regioni di un paese, come i tributi riscossi o le
messi prodotte.
Attualmente il significato di statistica include
ogni raccolta di fatti quali la statistica del lavoro
(es. il numero di operai metalmeccanici
disoccupati) o la statistica dello sport (es. il
numero di reti fatte da un calciatore in una
stagione).
La popolazione statistica è l’insieme delle unità
statistiche che hanno rilevanza per l’indagine
statistica e che sono portatrici dei caratteri su cui
è fissata l’attenzione.
Anche le popolazioni possono essere distinte in:
Finite: quando hanno un numero finito di unità
statistiche (popolazioni reali):
Es
Misurare i tempi degli 8 atleti che hanno
disputato la finale dei 100 metri ai mondiali;
I nuotatori che hanno disputato la finale delle
olimpiadi ai quali viene misurata la pressione
arteriosa dopo la prestazione;
Infinite virtuali: sono quelle collegate
ad esperimenti ripetibili in maniera
indefinita
Es.
L’utensile prodotto da una macchina
può essere visto come unità statistica,
ma se si considera che la macchina
possa continuare a produrne, può
essere considerato come facente parte
di popolazione infinita.
Anche il concetto di campione, in statistica, si
riferisce a due insiemi di elementi connessi:
Campione fisico che è ciascun sottoinsieme
di una popolazione fisica e ogni misura presa
dal campione fisico produce un campione
misurabile.
Il fatto che un insieme di elementi venga
considerato come una popolazione fisica o
come un campione fisico dipende dal
contesto nel quale gli elementi vengono
esaminati.
Es.
Gli operai disoccupati di una grande città
possono essere una popolazione fisica se
l’interesse è rivolto alle condizioni
economiche di quella specifica città, ma
possono essere un campione fisico se c’è
un più alto interesse relativo alle
condizioni economiche della regione o
della nazione.
Gli stessi operai della grande città
(popolazione fisica) diventano una
popolazione misurabile, se decidiamo
di indagare riguardo una loro
caratteristica, o variabile, ad esempio
l’età.
Diventano un campione misurabile se,
anche in questo caso, l’interesse è
rivolto a conoscere la caratteristica in
ambito regionale o nazionale.
In generale i termini popolazione e campione
vanno intesi in senso relativo e il loro
differente impiego dipende dal disegno della
ricerca e quindi dalla sua ampiezza.
Ciò implica che i dati ottenuti riguardo ad
una sottopopolazione (campione) sono
ristretti ad essa e i risultati non possono
quindi essere generalizzati a popolazioni di
natura più ampia a meno che tale campione
non venga, nel disegno di ricerca,
considerato come popolazione (insieme
massimo di riferimento).
Es.
Il rapporto farmacia/abitante rilevato nella città di
Cagliari può essere considerato relativo alla
popolazione, se l’interesse della ricerca è
circoscritto alla stessa città; diventa relativo al
campione se come scopo della ricerca abbiamo la
conoscenza del dato a livello nazionale.
A tal proposito, il dato contribuisce all’ottenimento
della rilevazione nazionale assieme ad altri
numerosi campioni rilevati in altre città italiane.
Campione fisico o campione misurabile?

Reddito familiare annuo di 15 famiglie che vivono


in un complesso residenziale composto da 500
famiglie.
Percentuale di grasso in una partita di 10 salsicce
della produzione settimanale di un impianto di
lavorazione della carne.
Cinque furgoni della produzione quotidiana di
una fabbrica di furgoni.
10 dei condannati giustiziati nel 1985 negli Stati
Uniti.
Ogni valore numerico calcolato a partire
da un’intera popolazione misurabile che
descrive qualche caratteristica di tale
popolazione si chiama parametro o
parametro della popolazione.
Ogni misura descrittiva numerica
calcolata a partire da un campione
misurabile si chiama statistica ( o
statistica del campione o misura
statistica).
La statistica inferenziale è fortemente legata
alla teoria della probabilità. La statistica
inferenziale si suddivide poi in altri capitoli, di
cui i più importanti sono: la teoria della stima
e la verifica delle ipotesi.
Attraverso i dati della statistica descrittiva è
possibile effettuare un’analisi esplorativa per
rilevare, ad esempio, se le unità prese in
considerazioni sono provenienti da una sola
popolazione o da popolazioni distinte.
La statistica inferenziale è basata sulla “teoria della
decisione statistica” che si può dividere in due aree:
“Teoria della stima” che fornisce le tecniche per
risolvere i problemi di stima stimando alcuni
parametri della popolazione ignoti con l’utilizzo della
statistica del campione dai relativi campioni
misurabili.
Es.
Si utilizza la media del campione per stimare la
media della popolazione.
Naturalmente è possibile valutare anche la bontà
della stima attraverso gli intervalli di confidenza che
altro non sono che l’intervallo di valori plausibili per
quel parametro.
La teoria della verifica delle ipotesi fornisce le
tecniche per determinare se le ipotesi statistiche
vadano accettate o rifiutate.
Un’ipotesi statistica è un’assunzione a proposito
di proprietà sconosciute di una o più
popolazioni misurabili; di solito riguardano i loro
parametri o la loro distribuzione dal valore più
piccolo a quello più grande.
Es.
Se ipotizziamo che la media di una popolazione
misurabile sia uguale al valore “a” , la verifica di
tale ipotesi utilizza l’informazione di un
campione misurabile per determinare la
probabilità che l’ipotesi sia vera.
Statistica
inferenziale
Popolazione
fisica Campione Campione Statistica Popolazione
misurabile
fisico misurabile descrittiva

ẋ pop

Se la media aritmetica µ di una popolazione


misurabile è ignota, per stimarla si prende un
campione fisico della relativa popolazione fisica.
La misura che ci interessa è presa da tutti gli
elementi del campione fisico, producendo un
campione misurabile ẋ

La media e le altre statistiche descrittive
vengono calcolate a partire dal campione
misurabile.
Utilizzando la statistica inferenziale e la stima di
ẋ, µ viene racchiusa dentro un intervallo di
confidenza che di solito corrisponde al 95% (o al
99%) della variabilità attesa intorno alla media
vera della popolazione di riferimento. Tale
intervallo rappresenta l’insieme di valori variabili
da campione a campione che rendano
comunque vera l’ipotesi di omogeneità
parametrica tra dato campionario (statistica) e
dato della popolazione (parametro).
Es.
L’altezza media dei sardi di genere
maschile rispetto alla corrispondente
altezza degli individui maschi della
popolazione francese.
Quindi l’altezza dei sardi, sotto ipotesi
nulla, non si differenzia da quella nota
della popolazione di individui maschi
francesi.
Riguardo la rilevazione essa può essere
messa in atto con strumenti diversi:
questionari, interviste, tempi di risposta,
azioni, decisioni, scelte alternative, etc.
Importante è precisare la natura della
scala con cui si rilevano le modalità
della variabile studiata e che non vi
siano elementi di distorsione della
misura stessa (errori di imputazione o di
codifica, risposte affette da falsità, non
risposte, risposte certe, etc.)
Ogni trasformazione dei dati (a partire dai
micro-dati) può rendere più chiara
l’informazione contenuta nei dati d’origine, ma
non aumentarla: semmai può comportarne una
distorsione.
I dati, attraverso la statistica descrittiva,
possono essere sintetizzati (moda, media,
mediana, varianza, coefficiente di variazione)
descrivendo gli aspetti salienti dei dati
osservati e formando così il contenuto
statistico di conformità attesa per l’intero
campione misurativo osservato.
La statistica inferenziale ha come obiettivo,
invece, quello di fornire affermazioni, con
una possibilità di errore controllata, riguardo
la natura teorica (la legge probabilistica) del
fenomeno che si osserva. La conoscenza di
questa natura permetterà poi di fare
previsione (si pensi, ad esempio, che
quando si dice che "l'inflazione il prossimo
anno avrà una certa entità" deriva dal fatto
che esiste un modello dell'andamento
dell'inflazione derivato dall’impiego di
metodiche statistiche di natura inferenziale).

Você também pode gostar