Darwin è nato a Shropshire nel 1809 e morto a Kent nel 1882,
naturalista britannico, fondatore delle teorie dell'evoluzionismo e della selezione naturale, le quali continuano ancora oggi a esercitare un'enorme influenza sulle scienze naturali e, più in generale, sullo sviluppo del pensiero moderno. Darwin nacque in una famiglia agiata e culturalmente raffinata: il nonno materno, Josiah Wedgwood, fu un imprenditore di successo nel campo della ceramica e della porcellana, mentre il nonno paterno, Erasmus Darwin, fu un celebre naturalista del suo tempo. Si iscrisse a medicina all'università di Edimburgo, senza tuttavia portare a termine gli studi poiché nel 1827 si trasferì a Cambridge con l'intenzione di intraprendere la carriera ecclesiastica. Nel 1831 Darwin riuscì a imbarcarsi sul Beagle, un brigantino britannico in partenza per una spedizione di ricognizione scientifica intorno al mondo, in qualità di naturalista non stipendiato. Darwin aveva allora solo 21 anni e si era appena laureato. In una sosta nelle isole Galàpagos, egli nota la presenza di 13 specie di fringuelli differenti fra loro nella forma del becco, ognuna particolarmente adatta al tipo di cibo di cui ciascuna specie si nutre. Si accorge anche che le specie di tartarughe mostrano anch’esse notevoli variazioni, soprattutto nel loro scudo, a seconda dell’isola in cui vivono. Tornato in Inghilterra, Darwin riflette sul materiale raccolto nel suo viaggio che lo porta ad un’idea rivoluzionaria: tutte le specie derivano da un’unica specie da cui si differenziano lentamente per adattarsi alle diverse condizioni ambientali. Alla luce di tale considerazione, proseguendo i suoi studi Darwin osserva come tutti gli esseri viventi mettano al mondo molti più figli di quanti poi riescono a diventare adulti e capaci, a loro volta, di riprodursi. Fra tutti i nati di una generazione, infatti, diventano adulti solo i più forti, i più adatti a vivere in quell’ambiente, quelli che per casco presentano un carattere che in quel determinato ambiente li favoriscono; tutti gli altri, cioè i meno adatti all’ambiente, non sopravvivono. Darwin definisce tutto ciò selezione naturale e, venti anni dopo quel suo lungo viaggio intorno al mondo, espone la sua teoria dell’evoluzione della specie per selezione naturale, così articolata: • Tutti gli esseri viventi si riproducono in quantità superiori alle reali possibilità di sopravvivenza e danno vita a individui fra loro differenti per caratteristiche, la cui comparsa è del tutto casuale. • Nella lotta per la sopravvivenza l’ambiente opera una selezione naturale, mantenendo in vita solo gli individui nati, casualmente, con caratteristiche che li rendono più adatti, e quindi avvantaggiati rispetto agli altri. • Queste variazioni sono ereditarie e gli individui sopravissuti le trasmettono alla discendenza. • Attraverso gli incroci le variazioni favorevoli si accumulano di discendenza in discendenza, permettendo l’evoluzione della specie. • Tutto ciò porta nel tempo alla differenziazione e origine delle varie specie, le cui forze generatrici sono quindi la selezione naturale e l’evoluzione.
EVOLUZIONE DEGLLI ESSERI VIVENTI
La teoria dell’evoluzione delle specie per selezione naturale si è
affermata, come dicevamo, circa 120 anni fa con Darwin. Prima che questa teoria venisse formulata, nel 1700 l’ipotesi che trova maggior consensi era quella della creazionistica di Carlo Linneo, botanico svedese. Secondo la sua teoria, sulla Terra ci sarebbero tutte e solo le specie create all’inizio del mondo, fisse nel loro numero e immutabili nel tempo. Tale teoria comincia ad essere messa in discussione già dalla metà del ‘700, quando la scoperta di numerosi fossili, testimoni di grandi mutamenti, portano il francese Georges Cuvier ad ammettere che gli esseri viventi del passato erano differenti dal passato. Lontano ancora dall’idea di evoluzione, Cuvier spiega questo processo con la teoria delle grandi catastrofi. Secondo tale teoria, nel corso della storia della vita sulla terra gli esseri creati sarebbero stati più volti distrutti da catastrofi naturali, come diluvi, glaciazioni o enormi eruzioni vulcaniche. Il merito di aver formulato una prima teoria evolutiva, spetta al francese Jean-Baptiste Lamark; la sua teoria era basata principalmente su un principio: l’uso o non uso degli organi; l’ambiente spinge all’uso continuo e frequente di un organo che, in questo modo, si potenzia e si sviluppa sempre più, oppure al non uso di un organo che, di conseguenza, si indebolisce, fino ad indebolirsi, fino ad atrofizzare e a scomparire.
Mettiamo a confronto le due teorie, quella di Darwin e quella di