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Diocesi, Provincia e “Contado” Non sara inutile una riflessione sul criterio che ha spinto ad adotlare, per indicare area geografica di riferimento del presente lavoro, l'espressione “contado di Bologna” anzi- ché quelle di “diocesi” 0 di “provincia”. Come noto, diocesi, nell’ ordinamento ecclesiastico, § una circoscrizione territorial po- sta sotto la giurisdizione di un vescovo e prende il nome dal luogo in cui sta la cattedrale e dove risiede abitualmente il vescovo. Provincia, nell’accezione odierna del termine, é un ente autarchico territoriale di amumi- nistrazione statale indiretta, retto da una Giunta e da un Presidente cletti dal Consiglio Provinciale che é scelto, a suffragio universale, dai cittadini. La Provincia, come unita amministrativa, ha subito nel tempo vicende territoriali non coincidenti con quelle della Diocesi. Nessuno di questi duc termini si prestava ad indicare esattamente l'ambito geogratico ¢ temporale a cui doveva riferirsi un repertorio bibliografico come il presente, che essendo a carattere storico ¢ retrospettivo abbraccia una diversita di situazioni variamente modi- ficatesi in un lungo arco di tempo. Infatti, un titolo che facesse riferimento alla diocesi (“Chiese e parrocchie della diocesi bolognese”) poteva andar bene qualora si intendesse diocesi nel senso della sua estensione geografica odierna, ma non sarebbe risultato del tutto congruo in senso storico, poiché la diocesi attuale non comprende una parte monta- na che ebbe fino al 1784 ma che restava politicamente sotto i] Granducato di Tosgana, e comprende invece una parte di pianura che soltanto nel 1822 fu scparata dalla diocesi di Nonantola per essere aggregata alla diocesi di Bologna allinché il confine diocesano coincidesse con quello politico fra lo Stato Pontificio ¢ il Ducato di Modena. Del pari, un titolo che si fosse riferito alla provincia (“Chiese ¢ parrocchie della provincia bolognese”) non poteva che alludere alla Provincia nella sua estensione odierna: nella quale perd non rientrano Cento e il centese e Castelfranco con la zona limitrofa, che si trovano sispettivamente nella provincia di Ferrara ¢ di Modena ma che bisognava com- prendere nella ricerca perché bolognesi per tradizione e facenti parte tuttora della dioce- si di Bologna. Inoltre la Provincia odierna comprende Imola ¢ l’imolese che non furono mai storicamente bolognesi né sotto il profilo politico né sotto quello religioso. Contado invece, che non corrisponde ad alcuna entita territoriale attuale, civile o religio- sa, € parola di mero significato storico, legata in origine alla giurisdizione dei conti di Bo- logna nci sccoli X-XI, ¢ poi a quella del Comune cittadino che succedette ai conti ed al- largd progressivamente i confini del territorio soggetto al suo governo (secoli XI-XTY). Cosicché ora l'espressione “contado bolognese” designa intuitivamente (anche pet chi non abbia chiara 'evoluzione del significato del termine contado) “quella zona sulla qua- le nel corso dei secoli si estese piti o meno durevolmente e direttamente Pazione politica, amministrativa ed ecclesiastica di Bologna” seconde la felice definizione di uno studio- so'; una zona quindi che, come é stato detto, coincide in parte con Ja odierna diocesi ¢ con la odierna provincia, pur non potendo identificarsi né con Puna né con Paltra. La cartina che qui viene allegata, che pone a raffronto ali odierni confini della provincia ¢ della dio- cesi di Bologna, potra servire a chiarire maggiormente questi concelti. Mario Fanti 1. Luigi Casins, Il contado bolognese durante il periodo comunale (seooli XI-XV) a cura di M. Fanti e A. Be- nati, Bologna 1991, p. 3 La circoscrizione della diocesi di Bologna (perimetrata con la linea a) @ in larga parte coincidente con il territorio della provincia bolagnese (delimitata con 6). Le differenze non sono perd irrilevanti. I comuni dell’area imolese fanno capo alla diocesi di Imola, mentre dal vescovo di Bologna dipendono le parrocchie dei comuni di Castelfranco Emilia (provincia di Modena) e di Cento, Mirabello e Sant’ Agostino (provincia di Fer- rara). Differenze minori, ma comunque significative, sono riscontrabili nella non completa corrispondenza tra i confini diocesani ed i confini comunali nei territori di Casalfiumane- se, Dozza, Castel Guelfo, Medicina e Molinella. Tn particolare, la parrocchia di S. Mar- tino in Pedriolo € situata nel territorio di Casalfiumanese, ma fa parte della diocesi di Bologna. Altri scampoli territoriali di questi comuni ricadono invece nelle eireoserizioni diocesani di Imola ¢ di Ravenna. Nella carta & anche rappresentata, con una certa dose di approsimazione, I'ubicazione delle sedi parrocchiali al 1988. Oltre alle parrocchie del forese ~come tradizionalmente é chiamato il territorio non urbano né suburbano della diocesi — sono state rappresentate le parrocchie esterne al perimetro dei viali di circonvallazione del capoluoge, le quali, peraltro, non rientrano nell’ambito della ricerca bibliografica che ¢ Poggetto del presen te volume. Il lettore potra apptezzare la differenza di ambito tetritoriale che connota le parrocchie rispetto ai comuni amministrativi (segnati con c). Questi ultimi sono il risul- lato del processo di concentrazione degli spazi parrocchiali iniziato in eta napoleonica (riordini amministrativi del 1802 € 1810) e proseguito durante la Restaurazione (successi- vi riordini del 1817-18 e 1828, quest’ ultimo sostanzialmente conservato anche dopo l'U: ta), Aldi la dei continui aggiustamenti che adeguano la rete delle cure delle anime al mutare delV'insediamento umano sul territorio, le parroechie hanno subito una radicale ridefini- zione nel numero e nel territorio in due momenti di questo secolo. A partire dalla secon- da meta degli anni °50 e per tutto il decennio suecessivo, rimpulso del cardinale Giaco- mo Lerearo condusse alla creazione di decine di parrocchie nell’area suburbana, come risposta alla rapida urbanizzazione del territorio. In anni recenti, il numero delle parroc- chie & stato invece decisamente ridotto, in particolare nell’area montana, in adempi- mento delle disposizioni concordatarie sugli enti e beni ecclesiastici del 1985 (decreto ar- civescovile del 24.6.1986). Va inoltre ricordata l’esistenza di un’altra cireoscrizione ecclesiastica, intermedia tra la parrocchia ¢ la diocesi: il vicariato. Il suo ambito comprende numerose parrocchie, fino a coprire generalmente il territorio di pid comuni amministrativi Fonti. Per la perimetrazione della diocesi di Bologna, ho consultato la Carta della Pro- vincia ecclesiastica approvata dalla Curia arcivescovile di Bologna e dalle Curie vescovili di Imola e Faenza; s.d. [ma 1895 ca.], s.1., scala 1:150.000; e ISTAT, LX Censimento Ge- nerale della popolazione, 4.11,1951, Vol. , Dati sommari per comune, Appendice B, Cir coscrizioni ecclesiastiche, Roma, 1956, Per 'ubicazione delle sedi parrocchiali, ho fatto riferimento ad Archidiocesi di Bologna, Piccolo annuario diocesano 1988, Bologna, 1988.

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