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Gli Stati Uniti erano determinati a dare forma al mondo del dopoguerra, aprendo i mercati mondiali al commercio
capitalista - un' Europa capitalista ricostruita che poteva di nuovo servire come fulcro degli affari mondiali- e creando una
nuova organizzazione internazionale, le Nazioni Unite che non avrebbe dovuto ripetere gli errori della Società delle
Nazioni. Nel progetto di Roosevelt le quattro potenze che avevano vinto la guerra (Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran
Bretagna e Cina) avrebbero gestito l'ordine mondiale insieme, godendo del diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza
dell'ONU. Ai quattro paesi, per volontà della Gran Bretagna, si sarebbe aggiunta la Francia. Nella Carta Atlantica che
Roosevelt e Winston Churchill avevano firmato durante la guerra si riconosceva il diritto dei popoli a scegliere il proprio
governo, in sintonia con i quattordici punti di Wilson. Questi ideali si scontravano però con l'ambizione delle potenze
europee che desideravano mantenere i loro imperi coloniali (lo stesso Churchill era da sempre un ardente fautore
dell'imperialismo britannico) e la politica di Stalin che avrebbe trasformato i territori occupati dall'Armata rossa in Stati-
satelliti a cui veniva imposto il modello sociale e politico dell'Unione sovietica. Anche gli Stati Uniti avrebbero di fatto
abbandonato l'ideale dell'autodeterminazione con il prevalere negli anni della guerra fredda di un'ideologia anticomunista
che divideva schematicamente la realtà in due campi contrapposti e riteneva la democrazia liberale americana l'unico
modello valido per tutti i paesi. Franklin Roosevelt non aveva mai dimenticato l'eccitazione con cui aveva accolto i principi
dell'idealismo Wilsoniano durante la prima guerra mondiale, e vide la sua missione negli anni '40 come quella di portare
al mondo una pace duratura e una genuina democrazia. Secondo la sua visione, era importante non ripetere le misure
punitive del trattato di Versailles che avevano prodotto privazioni e risentimento in Germania tra le due guerre.
Ma la sua visione era parimenti una visione di interesse nazionale. La seconda guerra mondiale risultò in una enorme
distruzione dell'infrastruttura e della popolazione in tutta l'Eurasia, dall'Atlantico al Pacifico, dove quasi nessuna nazione
rimase indenne. L'unica grande potenza industriale del mondo ad emergere intatta ² ed addirittura grandemente
rafforzata da una prospettiva economica ² furono gli Stati Uniti, che si mossero rapidamente per consolidare la loro
posizione. Come principale potenza industriale, e una delle poche nazioni non sconvolte dalla guerra, gli Stati Uniti
finirono col guadagnare più di ogni altro dall'apertura del mondo intero al commercio senza restrizioni. Gli Stati Uniti
ebbero un mercato globale per le loro esportazioni, ed ebbero accesso illimitato alle materie prime fondamentali.
Determinato ad evitare un'altra catastrofe economica come quella degli anni '30, Roosevelt vide la creazione dell'ordine
postguerra come un modo per assicurare la prosperità degli USA.
La morte di Roosevelt segnò di fatto la fine dei suoi progetti, che già erano messi in pericolo da fattori internazionali come
l'atteggiamento di Stalin e la guerra civile in Cina. Il primo atto della nuova amministrazione Truman fu infatti uno dei più
spietati atti di guerra della storia dell'umanità, il lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Truman perseguì
una politica di potenza, resa possibile dal fatto che il paese produceva la metà dei beni industriali mondiali e una forza
militare che aveva il monopolio della bomba atomica. Intanto la rottura dell'alleanza continuava a procedere. La frattura si
inasprì quando l'Unione Sovietica si rifiutò di partecipare alle nuove istituzioni economiche internazionali create su
proposta di John Maynard Keynes, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, a causa della loro ideologia
capitalista e promotrice del commercio mondiale.
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I mezzi impiegati dagli Stati Uniti per promuovere una differente visione del mondo postguerra erano in conflitto con gli
interessi sovietici che motivavano la loro determinazione a dar forma all'Europa del dopoguerra. L'Unione Sovietica
aveva, fin dal 1924, posto un'alta priorità nella sua sicurezza e sullo sviluppo socialista, piuttosto che sulla visione di Leon
Trotsky di una rivoluzione mondiale. Di conseguenza, Stalin era stato disposto, prima della guerra, a contattare i governi
non-comunisti che riconoscevano il controllo sovietico dell'ex Impero Zarista e ad offrire assicurazioni di non-aggressione.
Il tradimento tedesco della promessa di non aggressione convinse Stalin che non poteva più fare affidamento sui governi
non-comunisti.
Dopo la guerra, Stalin cercò di assicurare i confini occidentali dell'Unione Sovietica installando dei regimi sottomessi,
dominati dai comunisti, nelle nazioni confinanti come Polonia, Romania, e Bulgaria. L'obiettivo dichiarato di Stalin
considerava essenziale distruggere la capacità tedesca di dichiarare un'altra guerra. Nei fatti però la sua era la
continuazione di una politica imperialista russa che aveva le sue radici nell'epoca zarista a cui il dittatore aveva dato una
nuova legittimazione con la propria visione nazionalista del comunismo. Gli obbiettivi statunitensi erano apparentemente
opposti, in quanto richiedevano una Germania forte e democratica al centro dell'Europa. Winston Churchill, da lungo
tempo un viscerale anti-comunista, condannò Stalin per aver bordato il nuovo impero russo con una "cortina di ferro". La
disputa sulla Germania si intensificò dopo il rifiuto da parte di Truman di dare le fabbriche della Germania occidentale
all'Unione Sovietica come riparazione di guerra; Stalin rispose separando il settore Sovietico della Germania e
formandovi uno stato comunista.
La storica mancanza russa di un accesso marittimo diretto, disponibile tutto l'anno, era una preoccupazione della politica
estera russa da molto prima della rivoluzione Bolscevica, ed era un altro punto dove gli interessi sovietici divergevano da
quelli occidentali. Stalin fece pressione sui turchi per un maggiore accesso al mar Nero attraverso lo stretto dei
Dardanelli, che avrebbe permesso ai sovietici il passaggio verso il mar Mediterraneo. Churchill aveva in precedenza
riconosciuto le pretese sovietiche, ma ora britannici ed americani costrinsero l'Unione Sovietica a desistere.
Ci furono altri segni di cautela da parte di Stalin. L'Unione Sovietica si ritirò dall'Iran settentrionale, su ordine Anglo-
Americano; Stalin osservò il suo accordo del 1944 con Churchill e non aiutò i comunisti nella loro lotta contro il debole e
autoritario governo greco che era appoggiato dai britannici; in Finlandia accettò un amichevole governo non-comunista; e
le truppe russe vennero ritirate dalla Cecoslovacchia entro la fine del 1945.

   Il periodo immediatamente successivo al 1945 può essere stato il punto più alto nella
popolarità dell'ideologia comunista. I partiti comunisti ottennero importanti risultati nelle elezioni libere di nazioni come
Belgio, Francia, Italia, Cecoslovacchia, e Finlandia e conquistarono un significativo supporto popolare in Asia ² Vietnam,
India, e Giappone ² e in tutta l'America Latina. In aggiunta ottennero largo supporto in Cina, Grecia, e Iran, dove le
elezioni libere rimasero assenti o limitate, ma dove i partiti comunisti godettero di un fascino diffuso.
Gran Bretagna e Stati Uniti erano preoccupati che una vittoria politica dei comunisti in una di queste nazioni potesse
portare a un assorbimento sovietico simile a quelli dell'Europa orientale. Mentre l'Unione Sovietica acconsentì agli sforzi
Anglo-Americani per impedire l'accesso sovietico al Mediterraneo (obbiettivo primario della politica estera britannica fin
dalla guerra di Crimea degli anni 1850), gli americani riscaldavano la loro campagna anti-comunista.
Queste paure vennero messe alla prova per la prima volta in Grecia, dove il governo del dopoguerra non era stato in
grado di ricostruire un'economia pesantemente sabotata o ripristinare un ordine civile. La Gran Bretagna, determinata a
negare l'accesso sovietico al Mediterraneo, fornì assistenza finanziaria al governo greco. Gli Stati Uniti fecero la stessa
cosa dopo che venne formulata la Dottrina Truman, nel 1947.
Dopo che tale dottrina venne espressa davanti al Congresso, gli Stati Uniti sostennero una massiccia offensiva ideologica
anti-comunista. In retrospettiva, questa iniziativa appare largamente di successo: Washington brandì il suo ruolo come
guida del "mondo libero" in maniera altrettanto efficace di quella con cui l'Unione Sovietica brandiva la sua posizione di
guida del campo "progressista" e "anti-imperialista": in anni più recenti la necessità di promuovere la democrazia e il
rispetto dei diritti umani sarebbe stata utilizzata in modo strumentale dagli Stati Uniti per imporre la loro volontà ad altre
nazioni e condurre una politica di imperialismo mascherato.
La Grecia aveva un governo autocratico, ma nella visione di Winston Churchill, che fu fatta propria dagli americani,
apparteneva comunque al campo occidentale e doveva essere sostenuta per proteggere il mondo dal totalitarismo
sovietico. Ciò venne esposto nel discorso sulla Dottrina Truman del marzo 1947, nel quale si argomentava come gli Stati
Uniti avrebbero dovuto spendere 400 milioni di dollari negli sforzi per "contenere" il comunismo.
Un altro caso, le elezioni italiane del 1948, fornì un precedente per la propaganda statunitense e l'intervento finanziario
nelle politiche estere per prevenire i guadagni dei gruppi filo-comunisti. La politica estera americana venne guidata dalle
argomentazioni del Segretario di Stato George F. Kennan, secondo cui l'Unione Sovietica doveva essere "contenuta"
usando "una forza di contrapposizione inalterabile in ogni punto", fino all'avverarsi del crollo del potere sovietico: la
strategia, già esposta nel lungo telegramma inviato da Kennan da Mosca nel 1946 e riproposta in Ô 
  nel
1947, prevedeva che ad ogni atto teso a destabilizzare l'ordine mondiale sarebbe stato opposto un atto uguale e
contrario..
Dopo aver posto queste preoccupazioni dinnanzi all'opinione pubblica, gli Stati Uniti lanciarono un massiccio sforzo di
ricostruzione economica, prima in Europa occidentale e quindi in Giappone (così come in Corea del Sud e a Taiwan). Il
piano Marshall iniziò a pompare 12 miliardi di dollari nell'Europa occidentale. Il programma venne presentato come uno
scambio finanziario; ricostruendo rapidamente queste nazioni, gli USA potevano porre fine alla loro dipendenza dagli aiuti
e ripristinarli come partner commerciali. La Germania, la nazione più industrializzata e ricca di risorse dell'Europa, era di
particolare importanza in questo sforzo. Inoltre, la ricostruzione economica aiutò a creare un'obbligazione clientelistica da
parte delle nazioni che ricevevano l'aiuto statunitense; questo senso di impegno dovuto, incoraggiò la volontà a entrare in
alleanza militare e, cosa ancor più importante, in alleanza politica.
Stalin, temendo una Germania rivitalizzata dal piano Marshall, rispose bloccando l'accesso a Berlino, che si trovava in
profondita all'interno della zona sovietica anche se era assoggettata al controllo delle quattro potenze, sperando di
ottenere concessioni in cambio della fine del blocco. Il confronto militare incombeva mentre Truman si imbarcò in un
impressionante mossa che aveva anche lo scopo di umiliare l'Unione Sovietica sul piano internazionale: trasportare in
volo i rifornimenti durante il Blocco di Berlino del 1948-1949.
Gli Stati Uniti unirono a sé altre undici nazioni nella NATO, la prima alleanza che vincolava gli Stati Uniti all'Europa. Stalin
rispose a queste mosse provocatorie integrando le economie dell'Europa orientale nella sua versione del piano Marshall,
facendo esplodere il primo ordigno atomico sovietico nel 1949, firmando un accordo con la Cina comunista nel febbraio
1950, e formando il patto di Varsavia, la controparte dell'Europa orientale della NATO.
Confrontati con il crescente successo sovietico nel rispondere alle azioni provocatorie occidentali, gli ufficiali statunitensi
si spinsero rapidamente ad espandere il "contenimento". Nell'NSC-68, un documento segreto del 1950, proposero il
rafforzamento del loro sistema di alleanze, la quadruplicazione delle spese per la difesa, e l'imbarco in un'elaborata
campagna di propaganda per convincere gli americani a combattere una costosa guerra fredda. Truman ordinò lo
sviluppo della bomba all'idrogeno; all'inizio del 1950, gli USA si imbarcarono nel sorreggere il colonialismo nell'Indocina
Francese, di fronte ad una crescente e popolare resistenza, guidata dai comunisti; e gli Stati Uniti si imbarcarono in una
clamorosa violazione dei trattati del tempo di guerra, pianificando la costituzione di un esercito della Germania Ovest.
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