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5 VITA 27 MAGGIO 2011

cantıerı
La cooperativa agricola “Il Forteto”

Col 20% di disabili esportiamo in Australia


di Antonio Sgobba un capitale equivalente a 2mila euro at- precisa idea di comunità: i soci e le fami- deciso di rinunciare a qualsiasi finanzia-

T
tuali, erano in 24 soci che riuscivano a ri- glie vivono nelle nove case coloniche ri- mento pubblico. Perché se non eravamo
UTTO PARTE DA UN GRUPPO DI AMI- distribuirsi ogni mese quelli che oggi sa- strutturate e si prendono cura dei 500 et- in grado di mantenerci da soli, allora tutto
CI. ERANO in 33, alcune coppie, rebbero 516 euro. Nell’ultimo anno il fat- tari di terreno. Le macchine sono in co- avrebbe perso senso». Decidono allora di
qualche famiglia. Nemmeno turato è arrivato a 18 milioni di euro, i soci mune; i conti si fanno insieme alla sera, uscirne facendo un grosso investimento
ventenni che negli anni 70 si sono 109 e lo stipendio - uguale per tutti - dopo cena. «Il momento più difficile è sta- per aprire il caseificio. È la soluzione giu-
riunivano in una parrocchia è di 2.600 euro. to alla fine degli anni 80: eravamo coperti sta: dalla fine degli anni 90 i bilanci di-
tra Prato e Calenzana. L’inse- «Quando abbiamo iniziato non sape- di debiti», ricorda Luigi. «Dall’87 avevamo ventano più che positivi. «Siamo diventati
gnamento di Don Milani in testa, una fat- vamo neanche che cosa imprenditori, una cosa per noi del tutto
toria abbandonata, quaranta pecore, tre fosse l’agricoltura», rac- imprevista, anche se non abbiamo come
mucche e cinque maiali. La storia del For- conta Luigi Goffredi, uno unico obiettivo il profitto». Nei 34 anni di
teto comincia così. Oggi la cooperativa dei fondatori. «Alcuni di storia del Forteto sono stati accolti oltre
agricola è il maggior esportatore di peco- noi erano studenti univer- cento minori, bambini o adolescenti con
rino toscano dop nel mondo: il formaggio sitari, altri lavoravano già alle spalle storie di disagio, abuso o ab-
prodotto nel loro caseificio si trova in come educatori. Già allora bandono. «Oggi ci sono più di dieci bam-
Giappone, Germania, Australia e Stati Uni- facevamo doposcuola per bini in affido da noi», spiega Goffredi.
ti. Da noi è da tempo approdato alla gran- i ragazzi disabili, assisten- Dal 1998 il Forteto è anche una fonda-
de distribuzione grazie alla Coop. Oggi su za e corsi di teatro per zione: «Per fare formazione», spiega Luigi,
70 lavoratori dipendenti, il 20% sono per- quelli che uscivano dal che ne è diventato il presidente. «Siamo
sone disabili. Per capire che cosa sono sta- riformatorio e per i primi convinti», conclude, «che quello che ab-
ti in grado di fare quei ragazzi, basta guar- immigrati». Tutto viene biamo fatto non è eccezionale e può es-
dare i loro bilanci: nel 1977 sono partiti da organizzato secondo una sere realizzato anche in altre realtà».

La fattoria sociale “Conca d’oro”

Facciamo fatica a soddisfare gli ordini

L
A GENTE VIENE DA NOI NON PER BONTÀ D’ANIMO ma che lavorano regolarmente nella cooperativa, modo che siano in grado di svolgere almeno
perché i nostri prodotti sono buoni». Eraldo cinque giorni alla settimana, dalle 8 alle 16. C’è due mansioni. Non facciamo “riabilitazione”,
Berti, tra i fondatori della cooperativa Conca anche un punto ristoro, i ragazzi stanno ai for- semplicemente lavoriamo con loro fianco a fian-
d’oro di Bassano del Grappa, ci tiene a preci- nelli e servono ai tavoli del ristorante. «Così ri- co, giorno dopo giorno». Un ruolo fondamen-
sarlo. La fattoria sociale si trova a poco più di baltiamo il concetto di inclusione: sono loro ad tale, riconosciuto dall’Azienda sanitaria locale,
due chilometri dal centro città, i clienti non accogliere chi viene a trovarci», dice il presi- con cui la Conca d’oro collabora sin dall’inizio.
mancano. «Anzi, facciamo fatica a star dietro a dente. Dal punto di vista economico, come regge
tutti gli ordini», dice Eraldo. I prodotti sono La cooperativa nasce nel 2006 grazie al con- tutta l’impresa? «Non prendiamo nessuna sov-
quelli tipici della zona, tributo della Fondazione Pirani-Cremona. Lo venzione pubblica. Un contributo importante
dall’asparago bianco al storico ente bassanese mette a disposizione la ci arriva dalla Fondazione Cariverona o da sin-
broccolo. Tutto rigorosa- fattoria, una struttura della seconda metà del gole donazioni, il resto è tutto frutto del nostro
mente biologico. «Abbia- diciannovesimo secolo, e il fondo di circa sette lavoro. Nonostante la crisi del settore, gli affari
mo un punto vendita nel- ettari. «Sin dall’inizio abbiamo fatto corsi di or- vanno bene: nell’ultimo bilancio il fatturato è
la nostra sede», continua ticultura rivolti a persone con disabilità, muo- stato di 600mila euro», risponde Berti. Per que-
Berti, «in più ogni setti- vendoci nell’ambito di progetti della Comunità sto si possono permettere di vendere le loro 35
mana siamo con la nostra Europea», spiega Berti. Oltre che luogo di lavo- varietà di ortaggi a prezzi competitivi, nella me-
bancarella al mercato cit- ro, per i ragazzi, soprattutto disabili mentali, la dia di quelli di mercato. «E poi la comunità lo-
tadino». Con la particola- Conca d’Oro è anche una comunità alloggio. cale ci è molto vicina», aggiunge Berti. «Quando
rità che a vendere i pro- «Ma qui nessuno la chiama così, per loro è sem- abbiamo dovuto ristrutturare la fattoria son ve-
dotti ci sono anche i ra- plicemente la casa», dice Berti. Per essere inse- nuti a darci una grossa mano gli alpini di Bas-
gazzi che li hanno colti- riti nell’attività seguono dei veri e propri corsi. sano del Grappa. Ormai tutti qui sentono questa
vati: 12 giovani disabili «Cerchiamo di insegnargli il più possibile, in realtà come propria». [A.S.]

L’azienda agricola di Fausto Andi

Nell’Oltrepò siamo un esempio per tutti


C
ONFETTURE, SUCCHI DI FRUTTA E MO- versità. Per chi ci lavora è ma non riceviamo nessuna sovvenzione
STARDE dell’Oltrepò pavese sugli un contesto chiuso ma allo pubblica», spiega la Scabrosetti.
scaffali di Eataly. Ma non si tratta stesso tempo aperto, che La piccola azienda di Stradella ha fatto
di prodotti di un’azienda qualsia- permette loro di stare in rete con le altre piccole realtà della zona,
si: sono il frutto del lavoro del laboratorio gruppo ma anche di stare con il sostegno della Coldiretti locale, e
“Fuori dalla mischia” dell’azienda agri- in tranquilla solitudine al laboratorio arrivano frutta e verdura
cola di Fausto Andi a Stradella, tutti rea- quando ne hanno voglia», anche da altre fattorie. «Tutte realtà che
lizzati dalle 11 persone disabili che vi la- dice Elisabetta, che segue da sole non sarebbero state in grado di
vorano. Il riconoscimento da parte del da vicino il lavoro dei di- trasformare i loro prodotti», ricordano i
marchio che raccoglie il meglio dell’eno- sabili impegnati in “Fuori titolari. «All’inizio abbiamo fatto un in-
gastronomia italiana è arrivato a premiare dalla mischia”, cinque vestimento di 50mila euro, ma li abbiamo
un lavoro incominciato sette anni fa. «È donne e sei uomini che si abbondantemente recuperati». Nel frat-
nato per un’esigenza aziendale», spiega alternano ai turni del mat- tempo, i signori Andi seguono l’attività
Elisabetta Scabrosetti, moglie del titolare tino e del pomeriggio. principale: dalle loro viti sulle colline ot-
ed educatrice, «avevamo bisogno di un namica, la chimica è bandita dalle colti- «Hanno dai 30 ai 50 anni e diversi tipi di tengono circa 5mila bottiglie di vino rosso
laboratorio di trasformazione che potesse vazioni e sullo sfondo c’è la filosofia stei- disabilità, da patologie mentali alla Sin- all’anno. E nei fine settimana gestiscono
lavorare anche per piccoli quantitativi di neriana. «Così è nato quello che per noi è drome di down. Sono persone che fati- anche l’agriturismo, con il ristorante ri-
prodotto». un laboratorio di cittadinanza sociale at- cherebbero ad essere inserite in normali cavato in un antico mulino. L’ultimo pro-
Quella di Fausto Andi, infatti è un’a- tiva. È una proposta di solidarietà basata contesti lavorativi, per seguirli lavoriamo getto ora è un orto sociale: «Avremo an-
zienda a conduzione familiare. Dall’inizio sulla capacità di lavorare insieme, nel ri- a stretto contatto con i servizi sociali che che stage aperti per i ragazzi delle scuole
seguono i dettagli dell’agricoltura biodi- spetto di tutti gli individui e delle loro di- ci mettono a disposizione due educatori, a indirizzo agrario e alimentare». [A.S.]

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