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Vb
18/12/10
Abbandonando lesempio specifico del Fascismo-Nazionalsocialismo, possiamo dire che senza lappoggio delle masse giovanili nella storia non ci sarebbe stata alcuna rivoluzione; la stessa societ in cui viviamo resterebbe immobile e stagnante senza levoluzione imposta dal susseguirsi delle generazioni; possiamo dire che, nellambito della comunit umana, le cose funzionano come quando si vende una casa: il nuovo proprietario quasi sicuramente non la lascer come la ha trovata ma cambier o sposter i mobili secondo il suo gusto, dar il bianco e la far ristrutturare. Allo stesso modo quando sopraggiunge una nuova generazione, essa compie un giudizio critico sulla societ in seno alla quale nata e tende naturalmente a correggerne i difetti: In effetti, il patrimonio dei valori tramandati e acquisiti sempre sottoposto dai giovani a contestazione. Contestare, peraltro, non vuol dire necessariamente distruggere o rifiutare in modo aprioristico, ma vuol significare soprattutto mettere alla prova nella propria vita e, con tale verifica esistenziale, rendere quei valori pi vivi, attuali e personali, discernendo ci che nella tradizione valido da falsit ed errori o da forme invecchiate, che possono esser sostituite da altre pi adeguate ai tempi (Papa Giovanni Paolo II, enciclica Centesimus Annus). In questo modo la societ evolve e si migliora costantemente. Se per la nostra casa non viene venduta, ma rimane dello stesso proprietario per anni, pi difficilmente si cambieranno i mobili vecchi o si sistemeranno le crepe, e rester piuttosto abbandonata al degrado. Cos una societ nella quale le vecchie generazioni non passano il testimone alle nuove destinata a rimanere paralizzata e a deperire. in una situazione di questo tipo che la spinta rivoluzionaria repressa dei giovani rischia maggiormente di sfociare nella violenza e nel conflitto generazionale, trasformando il processo di sviluppo della societ in distruzione; qualcosa di simile si visto nel 68 e nel 77 in Italia, quando la protesta
giovanile, tendenzialmente pacifica e aperta al dialogo, non ha potuto far ascoltare la sua voce perch zittita dallodio e dalle violenze di piccoli gruppi di estremisti politici. Nella nostra storia, tutti i giovani hanno giocato il loro ruolo, piccolo o grande, nel cammino del progresso; alcuni sacrificando la loro stessa vita, altri con piccoli e semplici gesti ogni giorno, ma tutti uniti e ugualmente determinati nel lottare per una societ migliore. Il loro entusiasmo per anche la loro debolezza: essi infatti sono estremamente vulnerabili alle ideologie, che il pi delle volte nascondono dietro una bella apparenza secondi fini e scopi materialistici. Gli adolescenti sono attratti da gruppi politici, sociali, religiosi nei quali si identificano di cui accettano e affermano gli ideali; la maggior parte di questi sono fondamentalmente innocui, una piccola parte legata alla microcriminalit, ma i pi pericolosi, e per fortuna pi rari,sono quelli che vanno a manipolare le persone attraverso la demagogia, la retorica, lidealismo. Questi, nelle giuste condizioni, divengono pericolosissimi perch in grado di controllare grandi masse di giovani, facilmente manipolabili e purtroppo spesso tendenti allestremismo. In questo modo tali gruppi possono controllare il paese come desiderano, poich tengono in pugno la sua linfa vita giovani divengono inconsapevolmente strumenti del potere in grado di far prevalere la volont del singolo sulla democrazia, gli interessi di una casta di demagoghi sul bene comune. Essi troppo spesso sono attori inconsapevoli, burattini in mano a macchinatori e fraudolenti. I giovani racchiudono una forza esplosiva che loro stessi non sono in grado di controllare e sono condannati ad essere protagonisti della storia; alla politica e alle vecchie generazioni il compito di metterli nella giusta direzione, cos che essi possano sfogare costruttivamente la loro pulsione rivoluzionaria per il bene della societ. Destinazione: Il Corriere Della Sera