Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
Nazareth la scuola dove si comincia a comprendere la vita di Ges: la scuola del Vangelo
(PaoloVI)
O silenzio di Nazareth, insegnaci il raccoglimento, linteriorit, il bisogno e il valore della riflessione, dello studio, della meditazione, della vita interiore, della preghiera che Dio solo vede nel segreto
(Paolo VI)
Era loro sottomesso: era obbediente a Maria e a Giuseppe. Ecco tutto! Ges si umiliato, bench ripieno di gloria, e noi perch insuperbire, noi, che per umiliarci avremmo bisogno solo di conoscerci, di conoscere il fondo di miseria che abbiamo dentro?
(Beato Giuseppe Nascimbeni)
O Verbo eterno, ti fai vedere tra noi da povero dentro una bottega Dimmi, c altro da inventare per farti amare?
(SantAlfonso M. de Liguori)
casa cristiana, specchiandosi in voi, sentano pi leggere le loro tribolazioni e, dopo aver seminato in questa vita nelle lacrime, raccolgano in Cielo nella consolazione.
(Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)
Beata quellanima che accoglie mitemente nel cuore queste trafitture e ne forma il suo fascio di mirra: essa imita la vita della Vergine nella Casa Nazarena.
(Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)
... Fino alla fine dei tempi, lEucaristia avr nella divina Madre e in San Giuseppe degni adoratori in rappresentanza di tutta lumanit. Entrambi, vicinissimi al SS. Sacramento, gli rendono un omaggio di adorazione che supplisce a tutte le nostre deficienze. Noi, annebbiati da tanta ignoranza, non potremmo rendere a Ges un omaggio di adorazione perfetta, e sempre, quando ci poniamo dinanzi al SS. Sacramento solennemente esposto, dovremmo intendere di unirci a questi adoratori perfetti.
(Meditazione della Serva di Dio Madre Maria Costanza Zauli, 1886-1954)
Rivestito di umana carne era il Salvatore. Quellannientamento portava il segreto della grandezza, doveva disperdere lumano orgoglio. Egli doveva essere il vincitore di satana ed essere Egli, Pane di vita, la saziet dei suoi fedeli
(Servo di Dio don Dolindo Ruotolo, 1882-1970)
Veniamo a Lui!
Tutte le creature, nessuna eccettuata, dovrebbero prostrarsi in estasi dadorazione e di riconoscenza davanti allEucaristia, miracolo continuo dellamore divino che n Socrate, n Platone, questi grandi, che tra gli antichi pagani meglio intuirono lidea di Dio, non avrebbero mai nemmeno potuto immaginare con la loro mente sublime... Ostia santa, adorabile, di pace, di propiziazione e damore! Ges Eucaristia si rinchiude, si nasconde; ma dalla sua misteriosa prigione invita le anime a Lui... E qui, davanti a Ges Eucaristia, che noi impariamo la scienza sublime dellamore; qui, che arriviamo a conoscere il nostro nulla, la nostra miseria, le nostre piaghe e le nostre brutture, ma insieme anche la nostra grandezza dessere suoi, suoi figli amati e benedetti... E qui, dinanzi a Ges, che lo spirito prova il bisogno immenso di staccarsi da tutto e fin da se stesso, per poter penetrare nei misteri del Cuore di un Dio, fatto Ostia per solo amore delle sue creature... E qui, che tutto ci che spaventa si accetta, tutto ci che fa piangere ci fa lieti e contenti... E qui, dove si riempie il vuoto desolante che sente talvolta questo nostro povero cuore, quando non sa trovare alimento damore; quando il Dio Crocifisso, unico nostro modello e conforto, sembra disceso dalla sua Croce, che ci offre nuda, fredda, pesante... E qui, dove veniamo a trovare la forza nella via del sacrificio, la costanza nel duro lavoro, il calore e la vita... Veniamo, dunque, a visitare Ges; veniamo a imparare come si deve amare, pazientare e soffrire; veniamo a trovare la nostra vita e quella luce che ci
necessaria lungo il cammino... Veniamo a domandargli tutte quelle grazie che Egli sempre desideroso di concedere, e ci sentiremo di poter continuare nella via della perfezione con nuovo ardore, con pi costanza... Veniamo a Lui sempre, e sempre per puro amore, n ci stanchiamo di stare con Lui, specialmente quando pi abbandonato e disprezzato, senza riguardo alle nostre pene; ed Egli sar ancora pi divinamente benefico con noi, ci assocer ai suoi dolori, alle sue tristezze, alle sue umiliazioni... e alle sue ineffabili gioie divine.
(Meditazione del Beato Pietro Bonilli, 1841-1935)