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Sismica a riflessione

Introduzione
Nel metodo sismico a riflessione i tempi sono misurati dagli arrivi riflessi da interfacce tra mezzi di differente impedenza acustica. Indagini a riflessione sono in generale eseguite in aree aventi sequenze sedimentarie superficiali e inclinate. In tali situazioni, la velocit varia molto pi come una funzione della profondit, dovuta alle differenti propriet fisiche dei singoli strati, che orizzontalmente, dovuta a variazioni laterali di facies entro il singolo strato. Per lo scopo di questo corso considerazioni su variazioni laterali possono essere trascurate. La fig.1 mostra un terreno stratificato orizzontalmente con percorsi verticali riflessi dai limiti di strato. Questo modello ipotizza che il sottosuolo sia formato da una serie di strati ognuno caratterizzato da una velocit intervallare vi , che pu essere considerata costante entro uno strato geologicamente omogeneo o una velocit media fino ad una determinata profondit contenente una serie di unit geologiche. Se zi lo spessore di uno di tali intervalli e i il tempo di andata del raggio sismico attraverso esso la velocit intervallare vi data da:

vi =

zi

La velocit intervallare pu essere mediata su parecchi strati per ottenere una velocit media Vm . Quindi la velocit media degli n strati di fig. 1 sar data da:

Vm =

z
i =1 i =1 n

v
i =1 n

i i

i =1

o se Zn lo spessore totale degli n strati e Tn il tempo totale di sola andata attraverso gli n strati

Vm =

Zn Tn

Fig. 1 Geometria dei raggi riflessi


Singolo riflettore orizzontale La geometria di base di un raggio sismico riflesso mostrata in fig. 2a per il semplice caso di un singolo riflettore orizzontale che si trova ad una profondit z sotto uno strato superficiale omogeneo caratterizzato da una velocit V. L'equazione per il tempo di arrivo t del raggio riflesso da un punto di scoppio ad un geofono che si trova ad una distanza orizzontale (offset) x dato dal rapporto della lunghezza del percorso sul valore della velocit:
1

t = (x

+ 4z2 )

1)

In una indagine sismica a riflessione, i tempi riflessi t sono misurati a offset x e richiesto di determinare z e V. Se i tempi di riflessione sono misurati a differenti offset l'equazione 1) pu essere risolta. L'equazione 1) pu essere messa sotto la normale forma iperbolica:

V2t 2 x 2 =1 4z 2 4z 2

2)

Quindi il diagramma spazio tempo dell'onda riflessa una iperbole il cui asse di simmetria l'asse dei tempi fig. 2b. Sostituendo x=0 nell'equazione 1) il tempo t0 di un raggio riflesso verticalmente dato da t0=2z/V che rappresenta il tempo intercetto sull'asse dei tempi del diagramma distanzatempo (vedi fig.2b).

Fig.2

L'equazione 1) pu essere scritta:

4z 2 x2 t = 2 + 2 V V
2

3)

quindi

x2 t =t + 2 V
2 2 0

4)

dalla 3)
2 2z x t= 1 + V 2z 1/ 2

x 2 = t 0 1 + Vt 0

1/ 2

5)

L'espansione binomiale della 5) da:

1 x 2 1 x 4 + ....... t = t0 1 + 2 Vt0 8 Vt0


Per piccoli rapporti offset - profondit (cio x/Vt0 <<1), che il caso usuale nelle indagini sismiche, questa equazione pu essere troncata dopo il primo termine:

1 x 2 t = t0 1 + 2 Vt0

6)

Questa la forma pi conveniente dell'equazione tempo - distanza per raggi riflessi ed usata in vari modi nell'elaborazione dei dati e nell'interpretazione. Moveout definito come la differenza tra i tempi di viaggio t1 e t2 di arrivi di raggi riflessi registrati alle due distanze x1 e x2. Dall'equazione 6):
2 x2 x12 t 2 t1 2V 2 t 0

Normal Moveout (NMO) ad una dato offset x la differenza in tempi di arrivo T tra gli arrivi riflessi a offset x ed a offset zero.(vedi fig.2). Si noti che il NMO una funzione dell'offset, velocit e profondit z (z=Vt0/2). Il concetto di moveout fondamentale al riconoscimento, correlazione ed accrescimento di eventi riflessi, ed al

x2 T = t x t0 2V 2t0
calcolo delle velocit.

7)

Il NMO implicitamente o esplicitamente usato a vari stadi nell'elaborazione e nell'interpretazione del metodo della sismica a riflessione. Per esemplificare il suo uso si consideri il metodo T-T di analisi di velocit. Riscrivendo in modo diverso i termini dell'equazione 7) si ottiene:

(2

x T

)1 / 2

8)

Usando la relazione scritta si pu ricavare la velocit V del mezzo che si trova sopra la superficie riflettente conoscendo il tempo t0 a offset zero ed il NMO T. In pratica questi Valori di velocit sono ottenuti attraverso un'analisi computerizzata che produce una stima statistica basata su molti di tali calcoli usando un gran numero di percorsi riflessi. Una volta che la velocit stata ricavata la si pu utilizzare assieme al tempo t0 per calcolare la profondit z del riflettore usando la z=Vt0/2. Sequenza di riflettori orizzontali In un terreno con un numero di strati maggiore di uno, raggi riflessi da l'ennesima interfaccia subiscono la rifrazione di tutti gli strati soprastanti per formare un percorso complesso (fig 3a). A distanze laterali (offset) che sono piccole paragonate alla profondit del riflettore la curva che descrive i tempi di arrivo (dromocrona) ancora essenzialmente iperbolica ma la velocit che compariva nelle 1) e 6) sostituita da una velocit media Vm o da una approssimazione migliore come la velocit quadratica media Vrms degli strati sovrastanti lo strato riflettore. Come gli offset via via aumentano l'allontanamento dalla vera dromocrona che in questo caso una iperbole diviene sempre pi marcata. (fig.3). La velocit quadratica media della sezione di terreno fino al riflettore data da

Vrms = v i / i
i =1 2 i i =1

dove vi la velocit dello imo strato e i il tempo di sola andata del raggio riflesso attraverso imo strato. Quindi a piccoli offset x (x<<z), il tempo totale tn del raggio riflesso dal'nma interfaccia a profondit z data con buona approssimazione da:

t n (x + 4z ) 2 / Vrms
2 2

confronta con la 1)

ed il NMO per l' nmo riflettore dato da:

x 2 V

rms

confronta con la 7)

Il singolo valore del NMO associato con ogni riflessione pu perci essere usato per derivare una velocit quadratica media per gli strati sopra il riflettore. Valori di Vrms per differenti riflettori possono essere utilizzati per calcolare le velocit intervallari usando la formula di Dix:

vn

V =

2 rms

tn V

2 rms

n 1

t n t n 1

t n 1

Ove Vrmsn, tn-1 e Vrms, tn sono rispettivamente la velocit quadratica media e il tempo del raggio riflesso nell'n-1mo ed n mo riflettore.

Fig. 3

Riflettore inclinato. Nel caso di un riflettore inclinato (fig. 4) il valore dell'angolo di inclinazione entra nell'equazione tempo-distanza come una incognita in pi.

t = ( x 2 + 4 z 2 + 4 xzsin )
o in forma iperbolica

/V

(x + 2 zsin ) = 1 V 2t2 2 2 4 z cos 4 z 2 cos 2


2

l'asse di simmetria dell'iperbole non ora lungo l'asse dei tempi (fig. 4). Procedendo come nel caso di un riflettore orizzontale si ottiene l'espressione derivante dall'espansione binomiale:

x 2 + 4 xzsin t t 0 1 + 2 2V 2 t 0

9)

Consideriamo due ricevitori con uguale offset x in posizione simmetrica rispetto allo scoppio (fig.4) A causa della pendenza del riflettore, i percorsi riflessi sono di differente lunghezza e i due raggi avranno di conseguenza due differenti tempi di arrivo. Dip moveout Td definito come la differenza in tempi di percorso tx e t-x di raggi riflessi dall'interfaccia inclinata ai ricevitori e di offset opposti x e -x Td= tx - t-x Usando i singoli tempi definiti dalla 9) Che per piccoli angoli (sin = ) diviene

V Td / 2x

Fig. 4
6

Quindi il dip moveout Td pu essere usato per calcolare l'angolo di inclinazione dello strato nota la velocit V. V pu essere calcolata attraverso la 8 usando il NMO T che per piccole inclinazioni pu essere ottenuto con sufficiente accuratezza mediando i tempi dei raggi provenienti da punti simmetrici rispetto allo scoppio T= (tx + t-x -2t0)/2.

Percorsi dovuti a riflessioni multiple In aggiunta ai raggi che tornano alla superficie dopo la riflessione sulla singola interfaccia conosciuta come riflessione primaria, ci sono molti percorsi in un terreno stratificato da cui i raggi possono ritornare sulla superficie dopo la riflessione su pi di un'interfaccia. Tali raggi sono chiamati reverberazioni, riflessioni multiple o semplicemente multiple. Una variet di possibili percorsi che include riflessioni multiple mostrato in figura. Le riflessioni multiple tendono ad avere ampiezze pi basse delle riflessioni primarie a causa della perdita di energia ad ogni riflessione. Comunque ci sono due tipi di multiple che sono riflesse ad interfacce con alto coefficiente di riflessione e quindi tendono ad avere ampiezze comparabili con le riflessioni primarie: 1) riflessioni fantasma (ghost), dove i raggi da una esplosione in profondit sul terreno sono riflesse indietro dalla superficie o la base dello strato aerato per produrre un evento riflesso, noto come una riflessione fantasma, che arriva poco tempo dopo la primaria e 2) reverberazione dallo strato d'acqua, dove i raggi da una sorgente marina sono rapidamente riflessi sul letto del mare e sulla superficie del mare. Riflessioni multiple che involvono un corto percorso addizionale arrivano appena dopo l'evento primario e si estendono sull'intera lunghezza dell'impulso registrato. Tali multiple sono note come multiple a corto percorso in contrasto a queste esistono le multiple a lungo percorso la cui addizionale lunghezza di percorso sufficientemente lunga cos che la riflessione multipla un evento separato e distinto. Il corretto riconoscimento delle multiple essenziale. Un cattiva identificazione di una multipla a lungo percorso come un evento primario condurrebbe a gravi errori di interpretazione. I tempi di arrivo di riflessioni multiple sono predicibili comunque dai tempi delle riflessioni primarie e pertanto possono essere soppresse attraverso opportune elaborazioni.

Fig. 5

Indagine sismica a riflessione multicanale L'obiettivo di base di una indagine sismica a riflessione multicanale ottenere una registrazione di impulsi riflessi a parecchie distanze dal punto di scoppio. Tale esigenza complicata dal fatto che gli impulsi riflessi non sono mai i primi arrivi dell'energia sismica, e sono generalmente a bassa ampiezza. In pi gli impulsi riflessi sono nascosti dal rumore che include anche altre indesiderate fasi sismiche come le onde dirette, le onde rifratte ed onde superficiali. Particolari procedimenti per amplificare gli arrivi riflessi debbono essere adottati durante le registrazioni di campagna e successivamente nella fase di elaborazione dei dati. L'obiettivo di registrare arrivi riflessi a pi di un offset viene fatto attraverso la registrazione multicanale registrando gli arrivi sismici lungo un allineamento di geofoni posizionati nelle vicinanze del punto di scoppio. In un'indagine bidimensionale i dati vengono acquisiti lungo linee che nominalmente contengono tutti i punti di scoppio e tutti i geofoni. Al fine della elaborazione dei dati si suppone che i raggi riflessi giacciono in un piano verticale che contiene la stesa di scoppi e geofoni. Quindi in presenza di contatti laterali le sezioni sismiche risultanti non forniscono una vera rappresentazione della struttura del sottosuolo, poich i veri punti di riflessione giacciono fuori il piano verticale. Rilievi bidimensionali sono adeguati per mappare strutture (tali come pieghe cilindriche o faglie) che mantengono una geometria uniforme lungo la direzione dello stendimento. Esse possono essere utilizzate anche per studiare strutture tridimensionali attraverso la ricostruzione di variazioni laterali eseguendo una serie di linee molto vicine tra loro o attraverso una griglia di linee. Comunque, come discusso sotto, indagini tridimensionali forniscono una migliore ricostruzione delle strutture tridimensionali e in aree di complessit strutturale. I profili a riflessione sono comunemente eseguiti lungo linee con punti di scoppio e i loro associati stendimenti di geofoni che vengono mossi progressivamente lungo una linea per eseguire una copertura della sottostante sezione geologica. Questa progressione eseguita passo passo sul terreno mentre fatta in modo continuo in mare. L'insieme di dati riflessi permette di ottenere una immagine, in tempi riflessi, della struttura geologica che si trova sotto la linea di rilievo. La terza dimensione pu essere studiata implementando una rete di linee a riflessione. Le due pi comuni configurazioni scoppio-geofoni in un rilievo sismico a riflessione "splitspread" e "off-end" (fig.6) con il numero di geofoni in un allineamento che normalmente di 24 o multipli di 24.

Fig. 6

Nello split-spread i geofoni sono distribuiti su entrambi le parti del punto di scoppio che si trova al centro, nell'off-end il punto di scoppio posizionato fuori della stesa dei geofoni. In generale sul terreno viene adoperata la geometria split-spread mentre nelle indagini a mare l'off-end generalmente utilizzato.

Fig.7 Lo scopo generale della sismica a riflessione 3D quello di ottenere un pi alto grado di risoluzione della geologia del sottosuolo rispetto a quello che ottenibile da una indagine 2D. L'indagine 3D include un'acquisizione dati in un tale modo che gli arrivi registrati non sono limitati a quei raggi che hanno viaggiato su un piano verticale. In una indagine 3D la disposizione scoppi geofoni tale che gruppi di arrivi possono essere messi insieme a rappresentare raggi riflessi da un'area di ciascuna interfaccia riflettente. L'indagine 3D quindi campiona un volume del sottosuolo piuttosto che un'area contenuta in un piano verticale (fig. 7). Il sismogramma La registrazione dell'uscita amplificata di ogni geofono in un allineamento di sensori una rappresentazione visiva di un modello verticale di terreno in movimento (sul terreno) o variazione di pressione (a mare) in un intervallo breve di tempo che segue l'istante di partenza di una sorgente sismica. Il sismogramma a riflessione o la traccia sismica rappresenta la risposta combinata ad un impulso sismico del terreno stratificato e del sistema di registrazione. Ad ogni superficie di separazione tra mezzi una parte dell'energia incidente riflessa dietro ai geofoni. Il geofono quindi riceve una serie di impulsi riflessi scalati in ampiezza dipendendo dalla distanza che l'onda ha percorso e dal coefficiente di riflessione delle varie superfici di separazione tra strati. Gli impulsi arrivano a tempi che sono determinati dalle profondit delle superfici di separazione e dalle velocit di propagazione degli strati. Supponendo che la forma dell'impulso rimane invariata nel propagarsi attraverso il terreno stratificato, la traccia sismica risultante pu essere considerata come il risultato di una convoluzione dell'impulso di partenza e una serie temporale nota conosciuta come funzione di riflettivit che composta da una serie di spike. Ogni spike ha una ampiezza legata al coefficiente di riflessione di ciascuna superficie di separazione tra due strati ed al tempo equivalente all'andata e ritorno dell'onda, dal punto in cui stata generata a quella superficie di separazione per giungere al geofono. Questa serie temporale rappresenta la
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risposta impulsiva del terreno stratificato. (cio l'uscita di un sistema il cui ingresso uno spike) Il processo di convoluzione illustrato schematicamente in fig 8. Poich l'impulso ha una lunghezza finita singole riflessioni che provengono da superfici di separazione molto vicine tra loro si sovrappongono sul sismogramma. In pratica, come l'impulso si propaga si allunga a causa della progressiva perdita per assorbimento delle alte frequenze.

Fig. 8 Il sismogramma pu quindi essere visto come la convoluzione della funzione di riflettivit con un impulso sismico che varia nel tempo. Il sismogramma sar ulteriormente complicato dalla sovrapposizione di vari tipi di rumore come le riflessioni multiple, onde di corpo dirette e rifratte, onde superficiali (ground roll) onde in aria e rumore coerente ed incoerente non connesso con la sorgente sismica. A seguito di questi numerosi effetti, il sismogramma ha generalmente un aspetto complesso e gli eventi riflessi non sono riconoscibili senza l'applicazione di tecniche adatte di elaborazione dati. L'iniziale vista di una profilo sismico generalmente un gruppo di tracce sismiche registrate da un scoppio comune, detto common shot gather. Questa permette di verificare la qualit della registrazione delle singole tracce. Come si pu vedere dalla fig.9 la registrazione avviene con l'asse dei tempi verticale, con le tracce nella loro corretta posizione rispetto allo scoppio. Il riconoscimento degli eventi sismici riflessi, con il tipico andamento iperbolico, e la correlazione da traccia a traccia migliora se met della traccia viene annerita. In figura si nota una zona centrale in cui gli andamenti iperbolici sono mascherati da un forte rumore che percorre la registrazione totalmente, tale rumore dovuto alle onde superficiali (ground roll). La simmetria della registrazione dovuta al fatto che lo scoppio stato eseguito al centro dell'allineamento tale configurazione detta (split centrale).

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Fig. 9

Rilievo a riflessione multicanale Risoluzione verticale ed orizzontale Le indagini a riflessione sono generalmente progettate per raggiungere una determinata profondit di penetrazione ed un particolare grado di risoluzione del sottosuolo in entrambe le direzioni, verticale ed orizzontale. La risoluzione verticale una misura dell'abilit di riconoscere riflettori molto vicini tra loro ed determinata dalla lunghezza dell'impulso sulla sezione sismica. Per un impulso riflesso rappresentato da un'ondina, la massima risoluzione possibile tra un quarto ed un ottavo della lunghezza d'onda dominante dell'impulso (Sheriff 1985). Quindi per un'indagine a riflessione che include un segnale con una frequenza dominante di 50Hz e che si propaga in un mezzo sedimentario con una velocit di 2Km/s la lunghezza d'onda dominante sar di 40m e la risoluzione verticale pu quindi essere non migliore di circa 10m. Dato che pi l'onda viaggia in profondit pi tende ad avere una frequenza dominante pi bassa dovuta alla progressiva perdita delle alte frequenze per assorbimento, la risoluzione verticale decresce come una funzione della profondit. Va notato che la risoluzione verticale pu essere migliorata nella fase di elaborazione attraverso una "riduzione della lunghezza dell'impulso registrato" utilizzando un filtro inverso (deconvoluzione). Ci sono due principali controlli sulla risoluzione orizzontale di una indagine sismica a riflessione, uno intrinseco al processo fisico e l'altro determinato dalla spaziatura tra i geofoni. Circa l'ultimo punto la risoluzione orizzontale chiaramente determinata dalla spaziatura delle singole profondit individuate e attraverso le quali si ricostruisce la geometria del riflettore. Dalla fig. 10 si pu vedere che per un riflettore piatto la risoluzione orizzontale uguale alla met della distanza tra i geofoni. Si nota anche che la lunghezza del riflettore "campionato" attraverso qualsiasi allineamento geofonico met dell'allineamento stesso. La spaziatura tra i geofoni deve essere presa piccola per assicurare che le riflessioni dalla stessa interfaccia possano essere correlate in modo attendibile tra traccia e traccia in area di geologia complessa. Fermo restando ci che si detto c' un limite assoluto alla risoluzione orizzontale ottenibile in conseguenza del vero processo di riflessione. Il percorso, da cui l'energia partendo da una sorgente riflessa indietro al geofono, pu essere espresso geometricamente da un semplice raggio. Comunque tale percorso ha solo un significato geometrico ed il vero processo di riflessione meglio descritto considerando ogni interfaccia riflettente come essere composta di un infinito numero di punti scatteratori ognuno dei quali contribuisce all'energia totale del segnale riflesso (Fig. 11). Il vero impulso riflesso risulta allora dall'interferenza di un infinito numero di raggi scatterati.

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L'energia che ritornata al geofono entro mezza lunghezza d'onda dei primi arrivi riflessi interferisce costruttivamente a formare il segnale riflesso, e la parte dell'interfaccia da cui questa energia ritornata nota come prima zona di Fresnel. Attorno alla prima zona di Fresnel w (2 z )1 / 2 ci sono una serie di zone anulari in cui l'energia riflessa tende, soprattutto ad interferire in maniera distruttiva ed eliminarsi. L'ampiezza della zona di Fresnel rappresenta un limite assoluto della risoluzione orizzontale di una indagine a riflessione poich riflettori separati da una distanza pi piccola di questa non possono essere individualmente distinti. L'ampiezza w della zona di Fresnel legata alla lunghezza d'onda dominante della sorgente e la profondit del riflettore z da (per z>>). Poich, come si detto sopra, l'energia riflessa in profondit tende ad avere una frequenza dominante pi bassa dovuto agli effetti di assorbimento, la grandezza della prima zona di Fresnel aumenta come una funzione della profondit del riflettore. Per cui la risoluzione orizzontale, come la verticale si riduce con l'aumentare la profondit del riflettore.

Fig.10

Fig. 11

Progettazione di gruppi (array) di geofoni Ogni geofono in un convenzionale allineamento a riflessione consiste di un gruppo di parecchi geofoni o idrofoni disposti in un specifico modo e connessi insieme in serie o parallelo per produrre una singola uscita in un canale. L'effettiva distanza (offset) di un gruppo di geofoni (array) calcolata come la distanza tra il centro del gruppo di geofoni ed il punto di scoppio. Gruppi di geofoni forniscono una risposta direzionale e sono usati per esaltare gli impulsi che viaggiano con una direzione prossima alla verticale e sopprimono molti tipi di rumore coerente che viaggia in
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senso orizzontale cio rumore che pu essere correlato da traccia a traccia ed opposto al rumore casuale (random). Per semplificare tale ragionamento consideriamo un'onda superficiale di Rayleigh (un'onda polarizzata verticalmente che viaggia lungo la superficie) ed un'onda riflessa di compressione che viaggia verticalmente da una interfaccia profonda per passare simultaneamente attraverso due geofoni connessi tra loro e spaziati di mezza lunghezza d'onda di Rayleigh. In qualsiasi dato istante, il movimento del terreno associato con l'onda di Rayleigh sar in direzioni opposte ai due geofoni e le singole uscite dei geofoni saranno sfasate e quindi cancellate dalla somma. I movimento del terreno associato con l'onda di compressione riflessa sar, comunque, in fase ai due geofoni e le uscite sommate dei geofoni saranno il doppio della loro uscita individuale. La risposta direzionale di qualsiasi gruppo di geofoni governata dalla relazione tra la lunghezza d'onda apparente a di un'onda nella direzione del gruppo di geofoni, il numero n di elementi nell'array e l'interdistanza tra i singoli geofoni x. La risposta data da una funzione di R ove:
R = sin n sin

in cui =x/a R una funzione periodica che pienamente definita nell'intervallo 0x/a1 ed simmetrica circa x/a=0.5. Tipiche curve di risposta sono mostrate in fig. 12. Possono essere realizzati stese di geofoni che comprendono gruppi di geofoni distribuiti arealmente piuttosto che lineari che vengono usati per sopprimere rumore orizzontale che viaggia in diverse direzioni. Un punto iniziale di una indagine a riflessione include prove nell'area della ricerca per determinare le combinazioni ideali della sorgente, intervallo di registrazione, interdistanza e geometria dei geofoni (distanza orizzontale tra i centri di gruppi di geofoni definita come group interval) per produrre buoni dati.

Fig. 12 Prove sulla sorgente include test degli effetti variando la profondit dello scoppio e la quantit della carica. La geometria della posizione dei gruppi di geofoni deve essere progettata per sopprimere il rumore coerente. In terra il rumore locale investigato per mezzo di un test in cui scoppi sono eseguiti in uno stendimento di geofoni posizionati molto vicini tra loro e collegati insieme per eliminare la loro risposta direzionale. Una serie di scoppi eseguita mentre la stesa viene allargata progressivamente. Lo scopo di questo test quello di determinare le caratteristiche del rumore
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coerente in particolare la velocit e la frequenza dominante dell'onda in aria, dell'onda superficiale (ground roll), arrivi diretti e rifratti che insieme tendono a cancellare le basse ampiezze delle riflessioni. Una tipica sezione derivata da un tale test mostrata in fig.13 e rivela chiaramente un numero di eventi di rumore coerente che deve essere soppresso per esaltare il rapporto segnale rumore degli arrivi riflessi. Tale sezione d le necessarie informazioni per l'ottima distribuzione di array di geofoni. La fig. 13b mostra una sezione in tempi ottenuta con una idonea distribuzione di geofoni progettata per sopprimere il rumore locale e rivela la presenza di riflessioni che erano totalmente cancellate nella sezione con rumore.

Fig. 13

Indagine a punto in comune in profondit (Common Depth Point CDP) Se una stesa scoppio geofoni in una indagine sismica a riflessione multicanale mossa in modo tale che nessun percorso riflesso campioni lo stesso punto della superficie riflettente l'indagine detta a copertura semplice. Ogni traccia sismica rappresenta un unico campione di qualche punto sul riflettore. In un profilo a common depth point, che divenuto il metodo standard di una ricerca sismica a riflessione multicanale disposto in maniera tale che un insieme di tracce registrate in differenti posizioni contiene riflessioni da un comune punto in profondit (CDP) sul riflettore. Le posizioni dei punti di scoppio e geofoni per un tale insieme di tracce, note come insieme di CDP (CDP gather) hanno un punto mediano comune common midpoint (CMP) sotto cui il CDP ipotizzato essere. (fig.14 a)

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Fig. 14

In una indagine 3D il CDP applicato in modo similare ma ogni insieme di CDP occupa un'area piuttosto che una distribuzione lineare di punti di scoppio e geofoni (fig. 15). Quindi per esempio una copertura 20sima ottenuta in un una geometria a croce 3D se i raggi riflessi da cinque scoppi lungo differenti linee di scoppio a quattro geofoni lungo differenti linee di registrazione hanno tutte un punto comune di riflessione. Nell'indagine CDP 2D, nota come profilo CDP, i CDP sono tutti assunti giacere entro la sezione verticale che contiene la linea di indagine. I vantaggi di una linea CDP sono che: 1) l'insieme di CDP rappresenta il migliore possibile set di dati per il calcolo della velocit dall'effetto di normal moveout (NMO) 2) con un calcolo accurato della velocit l'effetto di NMO pu essere rimosso da ogni traccia di un insieme di CDP per produrre un set di tracce che pu essere sommato algebricamente (stacked) per produrre un CDP stack in cui gli arrivi riflessi sono esaltati rispetto al rumore sismico. E' da dire che il principio del CDP non pu essere utilizzato in presenza di superfici inclinate perch non rappresenta pi il punto di mezzo sulla superficie riflettente tra scoppio e geofono ed il punto riflesso differisce per raggi che viaggiano a diverse distanze (vedi fig.14b). Non di meno il metodo sufficientemente robusto che miglioramenti nel rapporto segnale rumore sono sempre ottenuti quando si utilizza la tecnica CDP stack rispetto ad un segnale a traccia singola.

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La copertura (fold) dello stacking si riferisce al numero di tracce nell'insieme CDP e pu convenzionalmente essere 6, 12, 24 48 o eccezionalmente 1000. La copertura espressa convenzionalmente in percentuale, copertura semplice =100% copertura 6 =600%. Il miglioramento teorico causato nel SNR (signal to noise ratio) dipende dal fatto che si sommano n tracce contenenti un misto di segnali coerenti in fase e di n segnali incoerenti. Lo stacking attenua ed anche in alcuni casi sopprime le multiple a lungo percorso che hanno un significativo differente moveout rispetto alle riflessioni primarie: quindi quando queste sono sommate in fase, le prime non sono in fase e non si sommano. La copertura di un CDP determinata dalla quantit N/2n dove N il numero di geofoni di uno stendimento ed n il numero di geofoni di cui ci si sposta ad ogni scoppio. Quindi se una stesa lunga 24 geofoni (N=24) e l'interdistanza tra ogni scoppio di 2 geofoni (n=2) la copertura sar 6 poich 24/4=6. In fig. 16 mostrata una CDP a copertura 6 con una stesa di 12 tracce.

Fig. 15

Fig. 16

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Fig. 17

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