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IL CONSENSO DELLAUTORE

Movimentismo adottivo e strategie identitarie. Suggestioni riflessive su cittadinanza e parentela nel mondo contemporaneo.
Rossana Di Silvio Dottoranda in Antropologia della Contemporaneit Universit di Milano-Bicocca Conference on Anthropology, social movements and civil society, University of MilanoBicocca, 30-31 Marzo 2010, Milan, Italy

Abstract
Sebbene il fenomeno delladozione, in particolare delladozione internazionale, appaia un evento ormai consolidato in gran parte dei paesi occidentali che accolgono bambini adottivi, tuttavia diverso sembra essere il panorama riguardo la presenza associativa delladozione sulla scena sociale e soprattutto riguardo il suo posizionamento e lesercizio di unagency pubblica. A partire dal mio lavoro etnografico con il mondo associativo delle famiglie adottive nel milanese e in alcune aree del Nord Italia, in questo articolo cerco di evidenziare, attraverso uno sforzo riflessivo, come le diverse esperienze di movimentismo adottivo si collochino su alcune traiettorie condivise alle cui intersezioni emergono il desiderio di piena legittimazione sociale dellapparentamento adottivo, luso strategico del diritto alle origini e la globalizzazione discorsiva prodotta dalla rete di Internet.

Riprendendo un pensiero di John Glendhill, Marc Edelman sostiene che per un etnografo non il movimento in s ad essere loggetto del suo studio, quanto piuttosto il pi ampio campo sociale al cui interno opera1. Daltra parte, a mio avviso, lo sforzo riflessivo antropologico non pu non tener conto della dimensione soggettiva che, allinterno di quel campo e nella scelta movimentista, cerca di ricomporre un orizzonte di senso spesso

Edelman, M. (2001) Social Movement: Changing Paradigms and Form of Politcs , Annual Review of Anthropology, vol. 30, p. 285-317

molteplice e perfino contraddittorio - laddove il senso appreso2 sembra essere andato incontro ad una frattura. Nellera post-industriale - e nel tessuto concettuale

neoliberista che questa ha liberato - il nuovo movimentismo sociale emerge dalla crisi della modernit focalizzando le sue battaglie sul simbolico, linformale, sulle risorse culturali e i diritti alla specificit e alla diversit. In questo scenario, e a differenza del passato, lesercizio del potere si esprime molto meno nellambito del lavoro e molto di pi nel modellamento di un certo stile di vita: lo stile di vita inteso come forme di conoscenza, costumi, investimenti - il focus del contendere, e le battaglie che sembrano influire sugli attributi di dominazione di uno specifico stile di vita sono di per s stesse movimento sociale3. Daltro canto, possibile affermare che la stessa partecipazione al

movimento lobiettivo, poich ogni giorno le pratiche del movimento incorporano, seppur in forma embrionale, quei cambiamenti che il movimento reclama. Nel mio incontro etnografico, lattivismo adottivo pu essere individuato come luogo critico di itersezione e, come vedremo, di interazione - tra campo adottivo ed esperienza privata delladozione. Forse, ad uno sguardo frettoloso, pu apparire un po inconsueto approcciare il tema del movimentismo sociale parlando di adozione, ed in particolare di adozione internazionale, poich sebbene lattivismo della societ civile sui temi della famiglia e di tutti i suoi attributi ancorch biologici sia cosa sentita, diffusa e radicata, lesperienza adottiva registra nel suo complesso quantomeno nella doxa del senso comune un sentimento di distanza dal quotidiano della comunit. Viceversa come ho avuto modo di rilevare nel corso del campo4 - in Italia si contano centinaia di associazioni di famiglie adottive, peraltro non tutte censite, un fenomeno distintivo della nostra realt sociale rispetto allo scenario di altri Paesi occidentali, cosiddetti riceventi, che testimonia della diffusione esponenziale di unesperienza tanto privata quanto sempre pi inscritta nelle ideologie del mondo globale.

Il senso che si acquisisce mediante quel processo che Remotti chiama di antropopoiesi e Bourdieu individua nel processo di socializzazione 3 Touraine, A. (1988) Return of the Actor: Social Theory in Postindustrial Society, Minneapolis, University of Minneapolis Press 4 Di Silvio, R. (2008) Parentele di confine. La pratica adottiva tra desiderio locale e mondo globale, Ombre Corte, Verona

Ladozione internazionale come possibile pratica di acquisizione di una progenie si affaccia in Italia intorno alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, quando la lenta ma progressiva flessione dei tassi di natalit rendono evidente alle coppie infertili limpossibilit di accedere in tempi ragionevoli alla risorsa delladozione domestica, ma si afferma in modo strutturato a partire dagli anni Ottanta e, definitivamente, nei due decenni successivi, fino a registrare punte di circa quattromila ingressi lanno, a fronte di una media di richieste che si aggira ormai intorno alle 25.000 unit annue. Il flusso di bambini istituito dalla sempre maggiore richiesta da parte di coppie senza figli, presenta in ogni caso un andamento unidirezionale: dai cosiddetti Paesi del Terzo Mondo o in Via di Sviluppo - cui, dopo la caduta del muro di Berlino e lo sfaldamento del blocco sovietico, si aggiungono massicciamente i Paesi dellEst europeo -, verso i Paesi Occidentali, tutti pi o meno gravati dalla medesima urgenza del tasso di infertilit e del desiderio di genitorialit. Una dinamica ampiamente sovrapponibile, dal punto di vista geografico ai flussi globali di investimenti stranieri5, e dunque ai livelli di progressione economica che, nei Paesi donatori, favoriscono inevitabilmente seppur indirettamente listituirsi del bambino adottabile come proficua risorsa locale. La sconcertante coincidenza storico-temporale tra laffermazione della pratica

delladozione internazionale e il radicamento delle ideologie neoliberiste , a mio avviso, solo apparente. Infatti se, come afferma David Harvey, il neoliberismo quale dispositivo concettuale egemonico fond la sua ideologia delle origini sugli ideali politici di dignit umana e di libert individuale quali valori centrali della civilt 6, la pratica adottiva internazionale non tarder ad inscriversi allinterno di tale cornice concettuale laddove la retorica degli organismi nazionali ed internazionali, nonch la stessa rappresentazione diffusa tra le coppie adottive e nelle societ di accoglienza, andr ad enfatizzare laspetto di restituire dignit al bambino/allinfanzia che soffre (per abbandono, miseria, calamit naturali, ecc.) sancendo il suo diritto ad avere una famiglia, che si offre a tale scopo per libera scelta. Lintero senso del paradigma del superiore interesse del bambino su cui fonda la retorica adottiva globale, costruito a partire dai due concetti di dignit e
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Harvey, D. (2005) Breve storia del neoliberismo, il Saggiatore, Milano, p. 108 Ivi, p.14

disponibilit.

Tuttavia,

se

questo

apparato

ideologico

appare

particolarmente

performativo nel sistema adottivo americano, dove lintervento pubblico ha assunto un atteggiamento di discrezione, sul versante europeo, ed in particolare su quello italiano, lo Stato continua ad esercitare un pervasivo controllo - sui desideri, sulle pratiche, ancorch sulla disciplina dei corpi degli aspiranti genitori che ostacola in modo evidente la completa espressione della libert delle coppie di soddisfare il proprio desiderio di genitorialit. E interessante notare che, quasi a contraltare le parole di Karl Polanyi 7, la questione della mancata espressione di libert individuale sta a fondamento di una parte, sebbene la pi radicale, dellattivismo sociale da parte delle famiglie adottive italiane. Daltro canto, lo stesso Melucci sostiene che la razionalizzazione della sfera privata portata avanti dallo Stato e dal mercato genera nuovi aggregati sociali le cui azioni collettive fanno luce sui silenti ed arbitrari elementi dei codici dominanti, rendendo pubbliche nuove alternative8. Tuttavia, come alcuni autori sostengono, sembra sia non tanto la deprivazione, quanto la possibilit di acquisire vantaggi a fungere da volano per la mobilitazione sociale 9, sebbene in questo caso si tratti, occorre precisarlo, di un attivismo prevalentemente orientato allinterno, vale a dire a beneficio di chi vive lesperienza adottiva in prima persona, o tuttal pi parzialmente amplificata da quello strumento elettivo di espressione sociale che la rete. In ogni caso, le voci che dissentono dalla premura tutelatrice dello Stato, da cui anelano affrancarsi al pi presto, cominciano ormai ad essere sempre pi frequenti e condivise, e certamente la possibilit di confrontarsi in tempo reale con la rete di esperienze altre sul tema delladozione consente di disseminare lespressione del dissenso. Ci che queste voci rivendicano sia una maggiore autonomia che una pi incisiva tutela dei loro diritti. Nozioni che si declinano nella pi ampia categoria concettuale del rispetto (e dellincentivazione) delle libert individuali. E dunque una maggiore autonomia nellaccesso alla risorsa bambini ed una pi incisiva tutela dei propri diritti di italiani che vanno allestero ad adottare. Quello che spesso si sente ripetere dalle coppie, sia sul campo
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Ivi, p. 48 Melucci, A. (1982) Linvenzione del presente. Movimenti, identit, bisogni individuali, Bologna, Il Mulino 9 McCarthy, J.D.& Zald, M.N. (1987) Resource Mobilitation and Social Movements: A Partial Theory, in Zald, M.N. & McCarthy, J.D.(eds), Social Movements in An Organizational Society, Transaction Publisher, p. 151

che nei vivaci forum della rete, unaperta contestazione del fatto che i presunti principi etici con cui la retorica normativa individua la questione adottiva, in realt, non solo non modifica le condizioni locali di corruzione strutturale, ma proprio per questo consente alle coppie che pagano e che non sono italiane - di accedere alle risorse pi pregiate, ovvero, bambini piccoli, bianchi e sani10. La libert di scelta individuale si attesta dunque come una delle categorie elettive entro cui, in questo specifico contesto storico, agiscono le disposizioni, dei singoli e della comunit, verso ladozione. Lespansione della richiesta e dunque la diffusione delle singole esperienze sulla scena sociale hanno proiettato le coppie da una dimensione prettamente locale alla dimensione globale delladozione e ad un suo attributo mercantile, che si declina pienamente allinterno di una specifica visione post-moderna del diritto privato quale fondamento della crescita sociale. Dallaltro lato, ed in modo apparentemente contrastante, lattivismo sociale delle famiglie adottive si muove lungo una traiettoria evidentemente aderente allimmagine prodotta dalla retorica degli attori sociali chiamati ad istituire la loro idoneit quali buoni genitori adottivi. Prevalentemente originate dal bisogno di un sostegno reciproco con cui riempire e dare senso al lungo tempo di attesa del bambino, le associazioni di famiglie adottive si sono via via configurate, nellimmaginario e nelle pratiche collettive della sub-cultura adottiva11, come fiancheggiatrici dello sforzo statuale di renderli come i genitori biologici. Le loro molteplici attivit, le loro pratiche genitoriali agite in comunit, il loro portato emotivo vanno tutti nella direzione di una mimesi con il modello parentale dominante, ovvero quello biologico. Tuttavia, nello scarto prodotto dal come se, esperito sia sul piano dellidea che su quello del vissuto quotidiano, che prende forma ed acquista spessore la sostanza del loro attivismo sociale. Un attivismo fortemente collegato ad unesperienza emotiva condivisa, quella, in ogni caso, di una marginalit priva di una piena legittimazione sociale. Un attivismo che si concretizza nella tensione a rivendicare, nella materialit del vivere quotidiano, un pieno titolo di parentela, una autenticit, ed
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R. Di Silvio (2008) Parentele di confine. La pratica adottiva tra desiderio locale e mondo globale, Ombre Corte, Verona, p. 75 11 Di Silvio, R. (2008) Parentele di confine. La pratica adottiva tra desiderio locale e mondo globale, Ombre Corte, Verona, pp. 12-13

un superamento della onnipresente condizione di artificiosit inscritta nel loro percorso di apparentamento. La Petizione per la parificazione del periodo di maternit tra madri biologiche e madri adottive, indirizzata alle massime autorit politiche, in cui si contesta la penalizzazione in tal senso delle mamme adottive e dunque la scarsa considerazione verso questa particolare forma di genitorialit, in palese contrasto con il dettato giuridico che vuole la completa parit di diritti tra famiglia adottiva e biologica, piuttosto che il dibattito avviato su alcuni media nazionali riguardo lapplicazione dellistituto della successione in casi di adozioni particolari, o ancora liniziativa di sensibilizzazione verso le autorit politiche riguardo le cosiddette adozioni difficili, ovvero bambini gravemente disabili o grandi, sono tutte espressioni dellagency esercitata sul piano sociale dalle associazioni di famiglie adottive. Questioni decisamente circoscritte allo specifico interesse del gruppo di appartenenza, portate sulla scena sociale con voce ancora pacata, che non ingiunge ma civilmente protesta, segnala, dando conto del forte sentimento di subalternit, tuttora attivo nonostante i numeri, originato da una profonda percezione di in-naturalit che permea lesperienza adottiva in un contesto sociale egemonicamente bio-familistico. Intrappolato tra le suggestioni neoliberiste della libera scelta e laderenza mimetica al modello biologico prevalente, lassociazionismo adottivo italiano ancora in piena costruzione di un s con cui presentarsi allesterno. Daltro canto, le tensioni che sottendono le frequenti scissioni dei gruppi associativi, registrate sul campo, danno conto degli effetti di una conflittualit interna particolarmente attiva e di un processo contingente di negoziazione delle differenze ideologiche, rappresentazionali, emozionali riguardo gli attributi che declinano il senso del legame familiare e, soprattutto, il senso del legame tra genitori e figli. Non ininfluente a questo proposito il fatto che le associazioni risultino in prevalenza animate dalla componente femminile delle coppie, cio le mamme, laddove si assume la maternit ed un suo specifico codice di condotta quale attributo indiscutibile di veridizione del legame di filiazione (e di genitorialit). Tuttavia, nel suo lavoro sullassociazionismo delle co-madri in El Salvador, Lynn Stephen mette in luce come essere madre sia un concetto in costante modificazione ed espansione nel senso che pu rappresentare unampia gamma di significati, ma in ogni caso,

allinterno di unorganizzazione, esso pu prodursi come campo discorsivo allinterno del quale la maternit pu essere diversamente (e strategicamente) rappresentata o contestata12. Da questa prospettiva la dimensione soggettiva13 e lagency ad essa connessa sembrano assumere un particolare significato. Infatti, sebbene i soggetti siano sottoposti allazione di innumerevoli forze campo e posizionamento sociale, capitale economico e culturale, sistema politico della societ di appartenenza, contesto storico di vita, disposizioni personali che ne orientano le percezioni, le visioni e laffettivit, essi si relazionano a queste forze in modo del tutto congiunturale, secondo gradi e modi diversi: possono aderire, opporsi o anche fingere unadesione nel tentativo di sottrarsi ad una pressione o a una sofferenza percepita come molto gravosa. In definitiva, gli individui interagiscono con il loro mondo - culturale, sociale, politico, economico - senza esserne completamente determinati: i soggetti prodotti sono anche soggetti che producono. E in questa intersezione interattiva tra mondo e persona che si produce la soggettivit, definita per lappunto dallagency, cio dalla capacit degli attori sociali di relazionarsi in modo critico (e singolarmente diverso) con i processi che sottendono la loro costruzione.

Di tuttaltro segno lattivismo sociale dei giovani figli adottivi, esperienza che non appartiene ancora allo scenario italiano in ragione di una insufficiente legittimazione interna che tende ad intrappolare i figli adottivi nel medesimo double-bind transcontestuale di cui, come abbiamo visto, sembrano prigionieri i loro genitori. Al contrario, in molti Paesi occidentali riceventi Spagna, Svezia, tanto per citarne alcuni ed in particolare negli Stati Uniti, che vanta una tradizione decisamente pi lunga di adozioni internazionali, stanno nascendo o si stanno da qualche tempo affermando diverse associazioni di figli adottivi. Queste associazioni mostrano rispetto allattivismo movimentista delle famiglie - unagency molto densa, manifestando, senza ombra di
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Stephen, L. (2005) Gender, Citizenship , and the Politics of Identity, in Nash J. (eds) (2005), Social Movements. An Anthropological Reader, Blackwell Publishing, Oxford, pp. 66-77 13 Soggettivit viene qui intesa nella definizione fornita da S. Ortner, ovvero come linsieme dei modi di percezione, affezione, pensiero, desiderio, paura, ecc. che animano i soggetti agenti Ortner, S. (2005), Subjectivity and Cultural Critique, Anthropological Theory, vol. 5, pp. 31-52

dubbio, la volont di istituirsi pubblicamente come soggetti politici sui temi adottivi, con particolare riferimento alla questione delle origini. Infatti, legemonico dispositivo occidentale del clean-break impone, in caso di trasferimento adottivo, la completa rescissione dei legami parentali biologici dei bambini e la loro conseguente de-storificazione. Paradossalmente, tuttavia, ed in modo del tutto confusivo, le pi recenti convenzioni internazionali in materia di adozione impongono la coltivazione di una continuit, perlomeno sul piano esotico-narrativo, con la propria cultura di origine intesa in senso etnico-nazionale. La frammentazione identitaria che molto spesso ne deriva ritenuta da molti studiosi allorigine degli alti tassi di insuccesso, sociale e psicologico, di un gran numero di figli adottivi e, per quanto riguarda lItalia, del progressivo aumento del numero dei cosiddetti fallimenti adottivi 14. Reificando lorigine geografica, culturale e biologica - come sostanza costitutiva della persona, questi giovani adottati essenzializzano la loro categoria attraverso la costruzione di una identit flessibile, multi-stratificata, su cui fondare un diverso senso del S. Infatti, lazione che produce la frammentazione identitaria15 quale portato di una frattura dei modelli tradizionali allinterno di una determinata societ un fenomeno che si accompagna quasi sempre allazione di meccanismi di esclusione e marginalizzazione di specifici gruppi di popolazione spesso conduce a movimenti di ricomposizione che, essenzializzando alcuni attributi della categoria di appartenenza, superano i confini di produzione dellazione, istituendosi come risorsa identitaria complessa in un panorama interconnettivo globale. In presenza di una rottura dellorizzonte di senso sul piano sociale, lazione ricompositiva ed essenzializzante dei movimenti produce un innegabile (e noto) effetto suggestivo soprattutto sulle giovani generazioni16. Daltro canto, gli stessi movimenti, con la loro capacit di diffondere la conflittualit sociale ad innumerevoli relazioni disseminando luoghi di antagonismo, producono nuovi soggetti sociali le cui

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Di Silvio, R. (2008) Parentele di confine. La pratica adottiva tra desiderio locale e mondo globale, Ombre Corte, Verona, pp. 198-201 15 Nash, J. (2005) Social Movements. An Anthropological Reader, Blackwell Publishing, pp.13-15 16 Si veda a questo proposito il bellissimo lavoro di Luca Jourdan sul movimento Mayi-Mayi nel Nord-Est del Congo in Generazione Kalashnikov. Un antropologo dentro la guerra in Congo, Laterza, Bari, 2010, pp. 136-163

posizioni sociali multiple di fatto confondono lagency politica basata su di un singolo, privilegiato, principio di identit17. Le realt movimentiste dei giovani adottati sono molteplici, sia sul versante europeo che su quello statunitense, ma tutte condividono il forte carattere di ecumene globale18 offerto dalla rete. I gruppi collocati negli Stati Uniti presentano certamente una sedimentazione storica pi profonda accanto ad una maggiore radicalizzazione delle posizioni sul piano politico. Nel loro caso, la questione delle origini, diversamente declinata, assume, nel campo discorsivo, i tratti emozionalmente densi di una battaglia per i diritti civili e la piena cittadinanza. Le figure retoriche spesso richiamano, volutamente, il passato antagonista (e nativista) della comunit afro-americana o le ideologie anti-imperialiste proprie del movimento Terzomondista degli anni Sessanta. In alcune pratiche discorsive ladozione internazionale viene definita nei termini di un trasferimento forzato transrazziale, in definitiva un moderno schiavismo prodotto, ancora una volta, esclusivamente in ragione della soddisfazione di un desiderio del mondo occidentale, allinterno di un campo di esercizio diseguale del potere. Lhome page del sito Transracial Abductees19, una piattaforma transnazionale ideata nel 2004 da giovani adottati coreani i pi attivi sul piano dichiaratamente politico -,

esordisce con la provocante (e retorica) domanda What is this shit?. Le domande, e le relative risposte, con cui sincornicia largomento -Why transracial?, Why abduction?, Who can be an abductor?, Why talk about this? - rappresentano il biglietto da visita ideologico del gruppo. I giovani di Transracial Abductees ammettono di non voler rappresentare, con il loro punto di vista, tutte le esperienze di adozione, diversificate e soggettive, ma lintenzione di promuovere un dibattito in rete dove i giovani adottati possano avere lo spazio per parlare delle loro esperienze o condividere le loro analisi. Non si individuano palesemente in senso etnico, sebbene gran parte dei loro membri attivi siano coreani, e in ogni caso sostengono fortemente la necessit di parlare di adozione internazionale poich:
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Laclau, E., Mouffe, C. (1985), Hegemony and Social Strategy: Towards a Radical Democratic Politics, London, Verso Publishing, cit. in Edelman, M. (2001), Social Movement: Changing Paradigms and Form of Politcs , Annual Review of Anthropology, vol. 30, p. 293 18 Secondo la definizione di Hannerz ( 1996, Transnational Connection), inteso come interconnettivit del mondo attraverso interazioni e scambi, che sviluppa, non da ultimo, nuove declinazioni culturali. 19 Si veda www.transaracialabductees.org

Niente pi politicizzato di questo. Ladduzione transrazziale secretata, silenziata e abusiva, ed molto duro per gli adottivi parlare contro questo sistema razzista di assimilazione forzata e lavaggio del cervello *+20. Se assumiamo con Kockelman di individuare lagency come un maneggiamento

relativamente flessibile di significati proiettati verso un fine, potremmo dire di trovarci, nel caso dei gruppi che stiamo esaminando, di fronte allesercizio di unagency

prevalentemente rappresentazionale ovvero unagency che descrive il grado con cui un individuo pu tematizzare un processo, caratterizzare un aspetto di questo tema e ragionare sulla relazione tra tema e carattere. Tematizzare un processo significa *+ determinare su cosa sia la proposizione. *+ Caratterizzare un aspetto di un processo tematizzato significa determinare quali propriet siano da attribuire a questo tema. 21 E se la dimensione della tematizzazione e della caratterizzazione determina il contenuto informativo di una proposizione, la dimensione della ragione determina il suo stato epistemologico, poich ci che cruciale nelle rappresentazioni il modo in cui esse vengono trasformate in conoscenza. Nel caso di Transracial Abductees ma, come vedremo, non solo in questo caso - la capacit di usare rappresentazioni attuali o pregresse, che richiamano in qualche modo elementi familiari, fondamentale per

produrre nuove rappresentazioni cui assegnare un valore di verit. Scrive Batty sul forum di Transracial Abductees22:

I miei genitori mi amano moltissimo e io amo loro. *] Hanno adottato due di noi, noi veniamo dalla Corea del Sud. Un eccesso damore. E quasi soffocante. *] Sono arrivata in America ad Halloween nel 1978. I miei genitori hanno incontrano altre tre famiglie adottive attraverso lAgenzia adottiva Welcome Home, amici che avrebbero voluto rincontrare quando, nel 1997, tutti e tre noi adottivi Coreani-Americani finimmo in ospedale psichiatrico. Una personalit borderline, un bipolare, e io, la schizoaffettiva. Coincidenza? Davvero non lo so, io non lo so.

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Ivi Kockelman, P (2007) Agency. The Relation between Meaning, Power, and Knowledge, Current Anthropology, vol. 48, n. 3, p. 383. Secondo Kockelman, lagency rappresentazionale prevede comunque una certa misura di agency residenziale intesa come il grado con cui un individuo pu controllare lespressione di un segno, comporre una relazione tra segno e oggetto, e indurre una interpretazione della loro relazione., p. 379 22 Testimonianza di Batty (nickname) Alien amog us, www.transracialabductee.org

Ad Halloween del 1980, nel secondo anniversario del mio arrivo dalla Corea, mia madre mi compr un cheong-sam da bambina e mi vest come una ragazza orientale. Humm. Io ero gi una ragazza orientale, lo sono ancora. *+ Sono cresciuta in una citt cattolica irlandese fino a questo momento, ancora non sono certa di non essere unaliena.*+. Scrivo questo perch, per tutta la mia vita, io ho davvero, davvero creduto di essere unaliena. Che non come dire straniero-in-terra-straniera, ma molto pi di questo. Saranno le mie origini incerte, il modo in cui vengo scelta sempre per fare la strega nei playgames perch sono quella scura, il modo in cui sono cos insoddisfatta di sentirmi fuori posto, il modo in cui non potrei mai ringraziarli abbastanza, di cosa? Di avermi salvato la vita portandomi in un sistema dove le stranezze si riversano tutte su di me?Portandomi in una terra dove tutti i miei successi e le mie azioni positive vengono ignorati? Portandomi in una terra che

assimila LOriente con lo scuro, lo sporco, il sesso mistico, ho reso me stessa, nel mio modo alieno, il perfetto Altro. Lo so che sono il male, vedo la mia malvagit riflessa negli occhi degli altri. Il bambino scuro tra la luce. Io leggo la mia differenza come alienit *+. Per esorcizzare la mia alienazione, ho fatto di me la perfetta Asiatica-Americana. Dico per favore e grazie, sono stata un portento matematico e non ho mai cambiato il mio taglio di capelli. Ho suonato il piano classico. Ho assimilato ogni stereotipo fosse previsto, al di fuori della gratitudine per la mia salvezza. Tu mi hai salvato, bianca America. In fondo pu essere facile rendere me stessa in modo tale da andare daccordo con te. *+. Ora? Ora sono completamente cotta e il mio terapeuta dice che il mio problema principale il senso di colpa. Ora, la mia malattia mentale mi ha dato qualche settimana in cui ho veramente creduto di essere venuta da uno spazio al di fuori, e non sorprendente che i miei sballati neuroni abbiano filtrato nella chimica cerebrale il concetto di alieno? Provate a convincermi che sono umana. Davvero. Provate.

La percezione di unalienazione identitaria, testimoniata da Batty, appartiene ad unesperienza personale molto diffusa tra i soggetti direttamente coinvolti

nellapparentamento adottivo, siano essi figli o genitori. Lumanit qui richiamata strettamente connessa con lappartenenza e il possesso di quei segni che la individuano, potremmo dire, con Remotti, con quel progetto antropopoietico attraverso cui ogni societ costruisce la sua specifica declinazione di persona. La dis-umanit sottolineata dalla pervasiva esperienza di disagio mentale che i figli adottivi sembrano esperire, segno che tale progetto si rivelato, infine, frammentato e confusivo. Inoltre, un certo grado di nativismo presente in un gruppo etnicamente orientato come Transracial, e che traspare

dalla testimonianza di Batty come da altre, d conto, per usare le parole di Alcida Ramos23, della necessit di uno specchio attraverso cui i giovani adottati coreani americani possano pensarsi nella relazione con il resto della popolazione coreana immigrata negli Stati Uniti. Unoperazione, quella nativista, con cui si tende ad esagerare un nucleo di elementi occultando altre caratteristiche e che risulta in certo qual modo (e paradossalmente) mimetica allazione politica e alle retoriche del paese di origine verso questi giovani24. La naturalizzazione dellacquisizione adottiva di un figlio, istituita dai dispositivi occidentali, maschera dunque gli spazi di ingiustizia cui vanno incontro gli attori sociali con unagency strutturalmente pi debole, come gli orfani o i bambini comunque istituzionalizzati, proiettati in un mondo consumatore. In unaltra testimonianza, che porta anchessa la firma Alien, un giovane sostiene che probabilmente il suo sentirsi alieno giustificato dal fatto che dai documenti in possesso dei genitori adottivi egli risulta proveniente da ben tre orfanotrofi diversi.

Quanti esseri umani sulla Terra possono dire di venire da tre posti diversi?,

si chiede,

miei documenti di immigrazione negli Stati Uniti dicono, nero su bianco, che sono un Alieno. *+ Non sono Terminator. Giusto un altro Alieno. Dalla Corea.

E prosegue:
Amo il mio paese. Amo i miei genitori adottivi. *+ Essi amano me e io amo loro, ma io so che sono lunico a venire da un altro pianeta. Ogni mattina, mi alzo e mi guardo allo specchio: Dannazione, sono ancora un adottato25.

Alienazione dei figli e consumismo turistico dei futuri genitori sono le questioni su cui fonda la battaglia sui diritti alle origini di Transracial Adbuctees. La specificit del gruppo non tanto sul tema le origini - quanto su una sua particolare rappresentazione ed interpretazione lillegittimit del trasferimento dei bambini, che pu darsi solo in virt di un esercizio imperialista del potere dellOccidente. La denuncia politica - anche
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Ramos, A. (1998) Indigenism. Ethnic Politcs in Brazil, Madison, University of Wisconsin Press, in Nash, J. (2005), cit., p. 10 24 Di Silvio, R. (2008) cit., p. 61 25 Testimonianza di Alien (nickname) Weird shit happens, www. transracialabductee.org

attraverso luso di un linguaggio volutamente dissacrante e provocatorio - e lantagonismo in stile Terzomondista, sono dunque gli elementi che lo individuano in quanto gruppo e, allo stesso tempo, istituiscono le finalit del suo attivismo sociale. Ladozione internazionale si produce in questo caso come uno degli innumerevoli segni dellesercizio egemonico del potere e di riproduzione delle subalternit. Diversamente dai giovani di Transracial, i componenti di Bastard Nation hanno inteso volgere lo sguardo alladozione nel suo complesso, sia essa domestica o internazionale, e comunque in una prospettiva sovra-etnica. Attivo da quasi un ventennio, Bastard Nation diventato, nel movimentismo adottivo americano, un punto di riferimento importante sia sulla rete che nelle iniziative concrete dellattivismo nazionale e locale. Nella home page del sito, si presentano con una Our Mission for Adoptee Right che recita: Bastard Nation si batte per i diritti civili e umani dei cittadini adulti che furono adottati da bambini. A milioni di nord-americani proibito dalla legge laccesso alle informazioni personali che riguardano le loro identit storiche, genetiche e legali. Queste informazioni sono trattenute dai loro governi nel segreto e senza legittimit, unicamente a causa del fatto di essere stati adottati. Bastard Nation si batte per il ripristino del loro diritto di accesso alle informazioni. Il diritto di conoscere la propria identit prima di tutto una questione politica direttamente connessa alla pratica di nascondere le informazioni adottive. Per favore aiutaci nel nostro sforzo di chiudere con una pesante eredit di vergogna, commercio e paura26. Lorizzonte di senso di cui lorganizzazione si dotata quello della denuncia per il raggiungimento di una piena cittadinanza dei diritti attraverso i canali istituzionali. In questo quadro si colloca la campagna, durissima, cui il gruppo ha dato corso in occasione del recente terremoto ad Haiti, contro le adozioni di massa in quel paese. Abbiamo osservato con allarme la corsa al salvataggio dei bambini haitiani mediante ladozione., scrivono su un documento ampiamente pubblicizzato attraverso la rete ed inoltrato al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Nei tre giorni di terremoto, gli enti caritatevoli cattolici di Miami hanno messo in piedi un modello gi sperimentato nellOperazione

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www. bastardnation.org

Pedro Pan, un progetto coordinato da Dipartimento di Stato-CIA-Diocesi di Miami dei primi anni Sessanta finalizzato a separare i bambini dai loro genitori, creando giovani pedine nella guerra degli Stati Uniti contro il governo di Castro. *+ La corsa al ricollocamento internazionale degli orfani, quasi orfani e potenzialmente orfani un rapimento, per il carattere di coercizione e frode che riveste. Le agenzie adottive, le agenzie ecclesiali e i preti specialmente, insieme con gli agenti fraudolenti e predatori del benessere dellinfanzia, hanno molto da guadagnare con un trasferimento veloce dei bambini. *+ Limmorale e probabilmente illegale trasferimento di massa di bambini traumatizzati, molti con stato di famiglia sconosciuto, *+ allontanati dalla loro cultura e dalla loro lingua, con pochissime speranze di ricongiungersi alle proprie famiglie, non pu essere n tollerato n giustificato. Chiediamo con urgenza al Dipartimento di Stato e alle altre autorit statunitensi ad Haiti di (1) rimuovere gli interessi privati particolari e tutti quelli che presentano conflitti dinteresse, come le agenzie adottive e i sacerdoti, dal processo decisionale sul benessere dei bambini e (2) di fermare immediatamente levacuazione dei bambini a il loro collocamento adottivo negli Stati Uniti *+. 27 Il tono della petizione d conto del campo in cui si esprime lazione del gruppo, quali temi individua, quali rappresentazioni utilizza, che interpretazioni produce. Come abbiamo detto, Bastard Nation impegnata in primo luogo sul fronte del diritto alle informazioni di origine al fine di favorire il pi possibile eventuali riunioni tra genitori e figli biologici. Tuttavia non fa mistero della complessit di unazione di questa portata, dove tempo, storia ed emozioni individuali si intrecciano con le disposizioni collettive e si stratificano spesso in una dimensione onirica del senso. Nel suo forum sono ospitati narrazioni e commenti di segno molto diverso, che evidenziano un orientamento critico riguardo il paradigma secondo cui il sangue a fare la parentela, soprattutto per quanto riguarda il legame tra madre e figlio. Una giovane attivista racconta28 come, alla stregua di molti figli adottivi, ella fantasticasse spesso su come avrebbero potuto essere i suoi genitori biologici, sebbene non abbia mai
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Ivi Testimonianza di Susina Damaschina (nickname) True Tales of Conditional Love, www.bastardnation.org

realmente pensato di cercarli, poich la stessa idea era considerata tab fin dallinfanzia e durante tutta ladolescenza.

Spesso desideravo incontrare come per magia i miei genitori biologici e per un certo tempo ho fantasticato sullidea che mia zia fosse mia madre. E quando, in un momento di disperazione in cui ero un po alticcia, le ho finalmente domandato se fosse cos, lei mi ha risposto stizzita, No, ma se fosse non te lo verrei a dire. *+ In quel momento ho capito che non poteva essere mia madre. Mia madre avrebbe sorriso con beatitudine e mi avrebbe accolto a braccia aperte. Mi avrebbe accettato per quella che sono, sarebbe stata orgogliosa dei miei successi e avrebbe arricchito la mia vita con il suo grande sapere. Mia madre non mi avrebbe mai parlato in modo tanto aspro e rude. Quanto poco sapevo ....

Dopo il diciottesimo compleanno, sostenuta dal padre adottivo, la ragazza comincia la ricerca dei propri genitori biologici. Ne viene completamente assorbita, finch, dopo numerosi tentativi, riesce a stabilire un contatto con la nonna materna, prima epistolare e poi personale. Ma la nonna, non solo si rifiuta di aiutare la nipote nella ricerca della madre, ma cerca anche di convincerla a lasciar perdere.

Mi disse che la mia nascita fu un episodio doloroso nella vita di mia madre e che nessuno ne aveva pi parlato da che era successo. Mi disse che alcuni parenti neppure erano al corrente del fatto. Mi disse che certo io non avrei voluto rinvangare il passato. E mi continu a dire che aveva messo la nostra corrispondenza sotto chiave e che aveva dato istruzioni ad un avvocato affinch la distruggesse dopo la sua morte. Ma in che cavolo di faccenda mi ero cacciata?

Tuttavia la ragazza non si perde danimo, presa com dal sogno di ritrovare sua madre. Alla fine, utilizzando qualche sporca tattica con la nonna, riesce ad avere le informazioni che cerca. Ma non fa niente per molti mesi. Finch, come fosse scattato qualcosa, chiama la madre.

Lo feci. E lei rimase ammutolita. Pensai: perch felice. Appoggi la cornetta e cominci a urlare spaventata Mia figlia! Mia figlia! E mia figlia! Mi ha trovato!. Cos cominciai a piangere come unidiota sul telefono pubblico dellingresso al lavoro.

Sincontrano comunque quella stessa settimana.

Mi ero messa tutta carina, ma senza trucco cos lei mi avrebbe potuto vedere al naturale. La mia amica mi accompagn in macchina allaeroporto per incontrarla e, per circa unora, sono rimasta a tamburellare con i piedi o a rigirarmi le mani aspettando che arrivasse il suo aereo. Quando finalmente arriv, lei fu una delle prime a scendere. Io sorrisi come avrei dovuto e lei mi strinse la mano. Fu tutto veramente molto civile. Niente abbracci, niente lacrime, nessun non-sai-per-quanto-tempo-ti-ho-cercato. Giusto un po di piacevolezza.

Trascorrono alcuni giorni insieme.

Quando arrivammo nel mio appartamento, le mostrai dove vivevo ma lei era molto pi interessata a raccontarmi ogni dettaglio della sua vita da quando era nata fino a quel fatidico giorno. Non dormimmo nessuna delle due quella prima notte. Mi confess ogni genere di cose. Cose che non avrei particolarmente voluto sentire, ma via!, se la faceva sentire meglio Il secondo giorno spar la sua vera bomba: Sai, ho da dirti una cosa. Ti ho dato il nome del tizio sbagliato riguardo tuo padre. E gi a raccontarmi di Tom. In quel momento non mi ha colpito sapere che qualche altro poveretto andato in giro correndo tutti questi anni pensando di avere una figlia da qualche parte l fuori. Pi tardi, quando quellaltro poveretto mi scrisse una lettera, ho realizzato quanto stupida fosse stata mia madre. *+

Ma i problemi iniziano quando, dopo il matrimonio (a cui i genitori adottivi avevano invitato anche i parenti biologici), la ragazza rimane incinta. La madre comincia allora a chiamarla di frequente e a scriverle lunghe lettere su come Ges avesse salvato la sua vita da una perdizione mortale. E quando chiamava voleva sempre che la figlia la compiacesse pregando al telefono.

Cos gradualmente fui risucchiata nella sua influenza. Non sono mai stata membro di alcuna organizzazione religiosa in tutta la mia vita e questo scenario era per me del tutto nuovo. Fondamentalmente io volevo la sua accettazione. Lei non era sembrata molto interessata al mio passato o ai miei interessi o ai miei successi. Lei era solo fissata su s stessa e Ges. *+.

Il desiderio di compiacere la madre tale che la ragazza acconsente di diventare membro di una chiesa evangelica fondamentalista. Acconsente anche di essere accompagnata dalla madre ad una sorta di seduta terapeutica cristiana in cui viene pesantemente sottoposta ad una cerimonia rituale. Ma felice, perch ha il medesimo stato della madre. Ma qualche tempo dopo la ragazza, tornata a casa, si rende conto di ci che sta accadendo:

Stavo mentendo a me stessa e a mia madre per essere accettata da lei. Avevo paura di dirle ci che veramente provavo. Era cos felice che avessi trovato Ges! Chi poteva sapere come avrebbe reagito? Ma la cosa non poteva andare avanti, cos un giorno mi chiama e io le dico di punto in bianco che non credo in Ges e che lo avevo fatto solo per farle piacere. Lei cerc di parlare con me, ma io chiusi tutti i contatti. Tutto crollato da allora. Niente pi telefonate, niente lettere, niente elaborati pacchettini nella posta. Desideravo che si sentisse abbandonata, desideravo che capisse lironia di come mi aveva trattata.

Dopo qualche tempo madre e figlia si ritrovano in occasione di una visita obbligata al nipotino appena nato ma,

*+ fondamentalmente rese la mia vita un inferno. La prima notte scoppi in lacrime chiedendomi di perdonarla. Per cosa? Mi raccont che avrebbe voluto abortirmi se avesse potuto. Mi raccont di essere stata pi volte sulla porta di una clinica abortiva e di essere tornata indietro perch aveva paura per la sua vita stessa. Io fui molto comprensiva e le dissi che certamente la perdonavo. Ma la puttana non voleva fermarsi l. Mi raccont che aveva provato ad abortirmi con numerosi metodi naturali, che ovviamente non avevano funzionato. Per fortuna, oserei dire. Poi mi disse che ero stata un grandissimo errore e che Dio laveva punita per aver giaciuto al di fuori del matrimonio. Oh, cavolo! E ancora fui paziente. Poi cominci a piangere ancora di pi e mi disse che le avevo rovinato la vita, la sua vita!!!! E cos mi ritrovai a consolarla, ad asciugare le sue lacrime e a dirle Va tutto bene, va tutto bene. Ma non andava bene niente. Da quel momento in poi gli unici sentimenti che sento di avere verso questa donna sono di piet e disgusto. *] Essendo di natura compassionevole, le mander gli auguri obbligati a Natale e al compleanno. Ma questo tutto. E se felice cos, che lo sia. Come io sono felice di essere viva.

Ho inteso dilungarmi sulla narrazione di questa attivista, cos vivida e densa, poich individua in modo profondo lintrinseca complessit del tema delle origini, che, nel caso adottivo, si gioca sempre nello scarto tra il modello culturale egemonico e la realt della sua declinazione soggettiva. Ancorata alla rappresentazione materna prodotta

dallincorporazione di un codice di condotta culturalmente determinato e condiviso, questa giovane figlia adottiva si trova nella necessit di dare un senso coerente alla sua storia personale, alle sue origini primordiali, aderendo prima ed impattando poi con una frattura nella declinazione soggettiva di quel codice che, in questo caso, si esprime con una totale assenza di condotta materna. Ed infatti un altro attivista avverte29:

*+ bisogna prestare attenzione a ci che si desidera (trovare i propri genitori biologici), perch potresti avere successo. Loro potrebbero essere niente di piacevole per te, potrebbero essere poveri, oppure stupidi. *+ Probabilmente andrai a finire in un gruppo di supporto e ad aumentare il numero dei disillusi *+, probabilmente alla fine faranno di te un disperato e potrebbero farti pi piangere che ridere.

Tutte

le testimonianze amplificano la dimensione del diritto allinformazione come finalit

non negoziabile delle battaglie del gruppo. Ci risulta particolarmente evidente da quelle narrazioni che registrano tutto sommato un lieto fine (ma che non mai completamente tale), come quella portata da Adoptee Lori30.

Mi fa arrabbiare,

dice Lori,

quando molti politici replicano *alle richieste

dinformazioni+ con commenti tipo non affar tuo, tua madre biologica non vuole essere trovata, questo il motivo per cui ti ha abbandonato, e noi rispettiamo il diritto di tua madre alla privacy. E i miei diritti allora?.

Un giorno, quando gi da tempo coltivava lidea di trovare i suoi genitori e aveva faticosamente compiuto qualche passo in questa direzione, la ragazza riceve una telefonata anonima in cui qualcuno la informa che la legge stata cambiata: ora i figli adottivi avrebbero potuto portare avanti una ricerca attiva, a pagamento ovviamente.
29 30

Testimonianza di Adoptee Bob (nickname) The L Word Be Very Afraid, www.bastardnation.org Testimonianza di Adoptee Lori (nickname) Reason to overthrow the government, www.bastardnation.org (il grassetto in originale)

Pensando che con qualche centinaio di dollari sarebbe stato semplice come fare una battuta di caccia, mi misi alla ricerca. Fu completata in tre mesi, e furono trovati tutti. Ma solo dopo nove anni dallinizio della ricerca parlai per la prima volta con mio padre. Il mio rapporto con lui sta andando bene, ma ci sono delle cose che davvero mi mandano in bestia. Innanzitutto, mia madre morta tre anni dopo che avevo cominciato a cercarla. La causa: suicidio. Il motivo: perch non poteva sopportare di vivere senza sapere dove fossi e se stessi bene. Lei aveva chiesto costantemente di cercarmi. Loro [la famiglia] la mandarono da uno psichiatra e da altri medici, che le dissero che avrebbe potuto cercarmi. Ma sua madre fece in modo di portarla via di l, dicendo che probabilmente io non sapevo di essere adottata e come avrebbe rovinato la mia vita se mi avesse contattato. *].

La nonna materna non gradiva il padre di Lori e non approvava affatto questa nascita, che avrebbe, a suo parere, cementato una nefasta relazione tra i due, peraltro allepoca giovanissimi, e nonostante questi fossero felicissimi della loro bambina. In breve entrano in campo i servizi sociali, la bambina si perde nei meandri della burocrazia e del processo della messa in adozione. I giovani genitori tentano invano di riavere la custodia della figlia e di procurarsi sue notizie.

Ma nessuno mi ha mai parlato di questo sporco piccolo segreto!

afferma Lori. E ancora:

Qualcuno riesce a vedere lironia che c in questo? Non solo il fottuto governo tiene secretate le informazioni, quando nessuno glielo chiede, ma io potrei non essere mai stata adottata!! Penso che lAmerica sia ritenuta terra di libert, non terra di non ti concesso crescere tuo figlio se un bastardo!!.

Un attributo piuttosto interessante del movimentismo sociale contemporaneo consiste nella capacit di governare, in modo pi o meno incisivo, un glocalismo in sintonia con i bisogni di specifici segmenti di popolazione o particolari questioni di rilevanza sociale 31.

31

Si veda anche Nash, J. (2005), cit. p. 13

Cos, se il movimentismo americano globalizza, intessendo relazioni in rete, letnicismo della societ americana (Transracial) e il portato storico delle battaglie sui diritti civili (Bastard), sul versante europeo un caso paradigmatico rappresentato dallattivismo sociale dei giovani adottati spagnoli, particolarmente interessante anche per alcune affinit con il modello adottivo italiano. Nel 2006 un confuso adolescente adottivo lancia su internet il blog Soy adoptado, per parlare come afferma egli stesso ed essere ascoltato da chi aveva esperienze simili. Il blog registrer una risposta straordinaria. Oggi conta, ogni giorno, pi di mille contatti, cinquecento commenti e cinquanta mail inviate al suo ideatore. A seguito di questa esperienza, nel gennaio 2009 nasce lassociazione nazionale La Voz de los Adoptados, ad imitazione di uniniziativa francese simile, che viene anchessa lanciata sul web. La Voz, che conta ad oggi circa 300 aderenti e 18 delegazioni regionali, intende costituirsi come luogo virtuale, ancorch fisico, di incontro e scambio sul tema delladozione dal punto di vista delladottato. Sebbene sia possibile individuare numerose intersezioni con la comunit americana di Bastard - primo fra tutte il tema individuato e lorientamento della lotta allinterno dei canali istituzionali, ma anche una particolare attenzione alla disseminazione territoriale dellantagonismo -, pur vero che le declinazioni dellagency appaiono, nel caso de La Voz, pi raffinate, utilizzando percorsi tattici e strategici che coinvolgono un panorama storico, sociale e politico pi ampio. Le attivit de La Voz sono, infatti, molteplici una presenza assidua, ora critica ora propositiva, sulla stampa nazionale, la pressione costante sulle autorit politiche e le istituzioni, il supporto alle famiglie nel post-adozione, laccompagnamento e il sostegno ai giovani adottivi che intendono cercare e/o incontrare i propri genitori e parenti biologici, la sensibilizzazione della societ sulla presenza adottiva. Senza mettere in discussione la bont del dispositivo adottivo, come nel caso di Transracial (con cui tuttavia condivide lattenzione per letica dei trasferimenti adottivi), ci che i giovani de La Voz rivendicano , ancora una volta, il diritto alla conoscenza delle origini, che ruota fortemente attorno alla questione identitaria, metaforicamente individuata come un muro composto da tanti mattoni diversi, tutti necessari non solo a costruirlo ma a renderlo stabile, certo, affidabile. E, si potrebbe

aggiungere, soprattutto coerente. Poich, come affermano gli stessi attivisti, gli adottivi sono persone con particolari esigenze, derivanti proprio da una condizione di perdita e da unorigine segnata dalla sconfitta, e pertanto chiamati ad un duplice compito, quello di costruire una propria identit, che si produce sia a partire dalla nascita biologica che dalla crescita adottiva, sia di ri-crearla e svilupparla, attraverso un processo di riconciliazione, anche materiale, con le origini. Un particolare interesse assume, a questo propositivo, la densa campagna condotta dallassociazione nel denunciare le numerose scomparse di neonati durante lultimo periodo franchista. Com noto, la societ spagnola appare tuttora disorientata nei confronti di quel lungo spazio storico, tra il 1939 e il 1975, che fu prevalentemente

occupato dal regime di Francisco Franco e che segn buona parte del suo Novecento. Le analisi risultano ancora deboli e la tendenza collettiva, politica, sociale e culturale, sembra procedere verso unazione di rimozione piuttosto che verso lacquisizione di una consapevolezza critica. In questo scenario, unassociazione non dichiaratamente politica come La Voz, ma orientata su questioni concretamente e simbolicamente potenti come lorigine, la riconciliazione con il passato, la costruzione di identit multistratificate, ha dato lavvio ad unazione di disvelamento che, superando i confini della sua specifica dimensione discorsiva, sembra aver suscitato lattenzione dellintera societ civile. In tutta la Spagna sono stati diffusi manifesti dalla grafica molto eloquente e organizzati dibattiti molto aggressivi contro la presunta attivit commerciale della Clinica Ramon di Madrid dove, come risulta dalle approfondite ricerche degli attivisti, si accertato sia stata praticata per anni una proficua compravendita di neonati, sotto gli occhi e con la

connivenza del regime. La campagna contro i bambini rubati di Spagna, i desaparecidos di Spagna, ha proiettato lassociazione sotto i riflettori dei media, aumentando cos il numero delle testimonianze dirette dei parenti raccolte dai quotidiani, locali e nazionali, e dalle emittenti televisive. Qui, il diritto alle informazioni sullorigine si trasforma e si fonde, una mimesi di pathos e dintenti, con il diritto alla verit. Ed il diritto alla verit che i parenti dei bambini scomparsi chiedono e di cui lassociazione amplifica leco, facendosi anche tatticamente - volano di una condivisione dellorizzonte di senso che

individua nella perdita (dei figli e nipoti, dei genitori, dellinnocenza della societ) e nellingiustizia di questo atto sociale il legame simbolico con la storia del Paese. Tutto

questo allinterno di un reticolo globale di relazioni che, attraverso la rete, aggiunge, sottrae, cesella lidea sullidentit adottiva e le stesse pratiche di cui lassociazione portatrice32. In definitiva, il lavoro di questi giovani adottati che, costituiti in associazione, rivendicano pubblicamente il loro diritto alle origini, non tanto di ricomporre la trama di relazioni con i loro genitori o parenti biologici, con cui come abbiamo visto - non hanno sedimentato alcun tempo di vita, quanto di ricomporre s stessi attraverso i loro diversi tipi di relazioni, connettendo, separando e ricostituendo ci che apparentemente hanno ereditato dal passato con ci che si creato, e progressivamente si crea, di nuovo33. Cos, se nel panorama italiano emerge una condizione dettata dalla disposizione del quasi lo stesso, ma non proprio, dove la questione delle origini alimenta tuttora un forte senso di alienazione identitaria e sentimenti di profonda diffidenza, la novit

dellattivismo spagnolo sembra proprio collocarsi in questa rivendicazione di differenza, ad affermare un diverso principio che, parafrasando, potremmo definire uguali ma diversi. Una sfumatura solo apparente, poich nei suoi interstizi si cela il disvelamento sulla natura della pratica adottiva quale nuova forma di parentela nel mondo contemporaneo.

32

La Voz membro fondatore dellIFAAP, International Federation of Associations of Adopted People, ed ha due delegazioni presso il DALI, Derecho a la Identidad (in associazione e non un caso - con il DALI argentino) 33 Si veda a questo proposito Carsten, J. (2007), Costitutive Knowledge: Tracing Trajectories of Information in New Contexts of Relatedness, Anthropological Quarterly, vol. 80, n. 2, pp. 403-426

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