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Gentoo Linux Documentation -- Manuale Gentoo

Ultimo aggiornamento5 Aprile 2004

Manuale Gentoo
Indice: 1. I manuali Gentoo

Sven Vermeulen Author Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Sommario: Questo il nuovo manuale Gentoo. Il nuovo manuale specifico per ogni architettura e dunque l'uso di handbook.xml obsoleto.

1.

I manuali Gentoo

Tutto cambia Il vecchio manaule Gentoo (comprendente le istruzioni per tutte le architetture) stato reso obsoleto in favore del nuovo manuale Gentoo specifico per ogni architettura. E' da notare che questo aspetto di spcificit per ogni architettura non completamente valido, anche il nuovo manuale fa riferimento ad altre architetture di quando in quando. Questo avviene perch il manuale Gento contiene una vastissima mole di informazioni valide per tutte le architetture e non vengono duplicate le stesse informazioni su tutte le versioni, per ovvi motivi. Lo sviluppo tende comunque a limitare questo aspetto. I manuali delle varie architetture Utilizzare il manuale gentoo per la propria architettura:
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Gentoo Gentoo Gentoo Gentoo Gentoo Gentoo Gentoo

Linux/x86 Handbook Linux/AMD64 Handbook (in inglese) Linux/PPC Handbook (in inglese) Linux/SPARC Handbook (in inglese) Linux/Alpha Handbook (in inglese) Linux/MIPS Handbook (in inglese) Linux/HPPA Handbook (in inglese)

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Gentoo Linux Documentation -- Manuale Gentoo Linux x86

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

Manuale Gentoo Linux x86


Indice:
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Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore

Installazione di Gentoo In questa parte si tratta dell'installazione di Gentoo Linux su un sistema. 1. A proposito dell'installazione di Gentoo Gli utenti meno familiari con Gentoo Linux non sanno ancora che la scelta ci che sta alla base di Gentoo. 2. Scelta della modalit di installazione Gentoo Linux pu essere installato in vari modi: in questo capitolo si illustra come installare Gentoo con uno dei LiveCD. 3. Configurazione della rete Se si desidera installare Gentoo utilizzando Internet necessario configurare la rete. 4. Preparazione dei dischi Per poter installare Gentoo necessario creare delle partizioni. Questo capitolo descrive come partizionare un disco. 5. Copia dei file di installazione di Gentoo L'installazione Gentoo funziona tramite file detti stage. Il capitolo tratta dell'estrazione di un file stage e della configurazione di Portage. 6. Installazione del sistema base Gentoo Indipendentemente dallo stage scelto, il risultato finale un sistema base Gentoo a disposizione dell'utente. Il capitolo descrive come arrivare a questo punto. 7. Configurazione del Kernel Il kernel di Linux il cuore di ogni distribuzione. Il capitolo tratta della configurazione del Kernel. 8. Configurazione del sistema E' necessario modificare alcuni importanti file di configurazione. In questo capitolo si d una panoramica di questi file e dei cambiamenti da eseguire. 9. Configurazione del Bootloader Esistono svariati Bootloader per l'architettura x86. Ognuno di essi viene configurato in maniera differente. In questo capitolo si descrivono le possibilit disponibili e si illustra come configurare il Bootloader secondo le proprie necessit. 10. Installazione degli strumenti di sistema Come gi accennato, la forza di Gentoo la variet di scelta. Questo capitolo riguarda la scelta della versione e l'installazione degli strumenti di sistema. 11. Termine dell'installazione Gentoo E' quasi finita. Si creano uno o pi utenti nel nuovo sistema e si lascia riavviare il sistema. 12. Cosa fare adesso? Il sistema Gentoo pronto, e adesso? Lavorare con Gentoo Si comincia a lavorare con Gentoo: installare software, impostare parametri, cambiare il comportamento di portage ecc. 1. Flag USE Le flag USE sono un aspetto molto importante di Gentoo. In questo capitolo, si

Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

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spiega come lavorare con le flag USE e comprendere come queste interagiscono con il sistema. 2. Portage e software Il ruolo principale di portage mantenere il software sul sistema. In questo capitolo si spiega come ottenere informazioni da un pacchetto, aggiornare il database dei pacchetti, installare/rimuovere/aggiornare il software e altro... 3. Caratteristiche di Portage Il sistema Portage di Gentoo mette a disposizione diverse caratteristiche di personalizzazione, come il tempo di compilazione. Questo capitolo illustra le attuali possibilit. 4. Controllare il comportamento di Portage E' possibile migliorare Portage in base alle proprie necessit e al proprio ambiente, ad esempio come proteggere i file, selezionare i mirror, cambiare posizioni alle directory e altro. 5. Initscripts Gentoo usa un formato speciale di initscript che, tra le altre caratteristiche, permette risoluzioni guidate delle dipendenze e initscript virtuali. Questo capitolo spiega tutti questi aspetti e spiega come utilizzare questi script. 6. Variabili di ambiente Con Gentoo si possono controllare facilmente le variabili di ambiente per il sistema. Questo capitolo spiega come farlo e descrive anche le variabili utilizzate con maggior frequenza. Lavorare col Portage "Lavorare col Portage" spiega a fondo il Portage, il gestore del software di Gentoo. 1. File e Directory Una volta conosciuto il Portage si deve sapere dove vengono memorizzati i suoi file e dati 2. La configurazione attraverso variabili Portage completamente configurabile attraverso diverse variabili che possono essere definite in file di configurazione o facendo uso di variabili ambiente. 3. Miscelare branche software Gentoo fornisce software suddiviso in alcune branche, a seconda della stabilit e dell'architettura supportata. "Miscelare branche software" spiega come possono essere configurate queste branche e come poterle sovrascrivere individualmente. 4. Ausili supplementari del Portage Portage viene fornito con ausili extra che possono migliorare l'esperienza su Gentoo. Questa parte mostra l'uso di dispatch-conf e altri ausili. 5. Deviare dall'albero ufficiale "Deviare dall'albero ufficiale" mostra alcuni suggerimenti su come usare un proprio albero del Portage, some sincronizzare solo alcune categorie, iniettare pacchetti ed altro ancora. 6. L'applicazione ebuild "L'applicazione ebuild" mostra i passi che Portage fa menre installa il software e come farlo manualmente usando l'applicazione ebuild. application.

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Questo il Manuale Gentoo che ha l'obiettivo di centralizzare la documentazione di Gentoo Linux.

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Gentoo Linux Documentation -- Installazione di Gentoo

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

1. Installazione di Gentoo
In questa parte si tratta dell'installazione di Gentoo Linux su un sistema. Content: 1. A proposito dell'installazione di Gentoo Gli utenti meno familiari con Gentoo Linux non sanno ancora che la scelta ci che sta alla base di Gentoo. 2. Scelta della modalit di installazione Gentoo Linux pu essere installato in vari modi: in questo capitolo si illustra come installare Gentoo con uno dei LiveCD. 3. Configurazione della rete Se si desidera installare Gentoo utilizzando Internet necessario configurare la rete. 4. Preparazione dei dischi Per poter installare Gentoo necessario creare delle partizioni. Questo capitolo descrive come partizionare un disco. 5. Copia dei file di installazione di Gentoo L'installazione Gentoo funziona tramite file detti stage. Il capitolo tratta dell'estrazione di un file stage e della configurazione di Portage. 6. Installazione del sistema base Gentoo Indipendentemente dallo stage scelto, il risultato finale un sistema base Gentoo a disposizione dell'utente. Il capitolo descrive come arrivare a questo punto. 7. Configurazione del Kernel Il kernel di Linux il cuore di ogni distribuzione. Il capitolo tratta della configurazione del Kernel. 8. Configurazione del sistema E' necessario modificare alcuni importanti file di configurazione. In questo capitolo si d una panoramica di questi file e dei cambiamenti da eseguire. 9. Configurazione del Bootloader Esistono svariati Bootloader per l'architettura x86. Ognuno di essi viene configurato in maniera differente. In questo capitolo si descrivono le possibilit disponibili e si illustra come configurare il Bootloader secondo le proprie necessit. 10. Installazione degli strumenti di sistema Come gi accennato, la forza di Gentoo la variet di scelta. Questo capitolo riguarda la scelta della versione e l'installazione degli strumenti di sistema. 11. Termine dell'installazione Gentoo E' quasi finita. Si creano uno o pi utenti nel nuovo sistema e si lascia riavviare il sistema. 12. Cosa fare adesso? Il sistema Gentoo pronto, e adesso?

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione

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Zack Gilburd Redazione

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Gentoo Linux Documentation -- Installazione di Gentoo


Jack Morgan Redazione
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Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: In questa parte si tratta dell'installazione di Gentoo Linux su un sistema.

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Gentoo Linux Documentation -- A proposito dell'installazione di Gentoo

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

1. A proposito dell'installazione di Gentoo


Indice:
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Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis

Introduzione Precompilati o ricompilare tutto?

1.a.

Introduzione

Benvenuto Innanzitutto un caldo benvenuto a Gentoo. Si sta per entrare nel mondo delle possibilit e delle performance. Tutto Gentoo gira intorno alle possibilit. Durante l'installazione di Gentoo questo concetto viene chiarito pi volte; possibile scegliere quanto vogliate compilare autonomamente, come installare Gentoo, che logger di sistema utilizzare, e molto altro.

Gentoo una veloce e moderna pseudodistribuzione con una architettura semplice e flessibile. Redazione Gentoo stata costruita con software libero e non nasconde agli utenti i meccanismi che ne Pierre-Henri Jondot stanno alla base. Portage, il sistema di gestione dei pacchetti utilizzato da Gentoo, scritto in Redazione Python: semplice quindi esaminare e modificare il sorgente. Il sistema di pacchetti di Gentoo Eric Stockbridge basato sui sorgenti, sebbene sia anche compreso il supporto per precompilati, e la Redazione configurazione di Gentoo avviene tramite semplici file di testo. In altre parole tutto alla luce del sole.
Rajiv Manglani Redazione

E' molto importante comprendere che le scelte sono ci che sta alla base di Gentoo. L'obiettivo Jungmin Seo di non forzare mai l'utente a qualcosa che non desidera. Nel caso sembri il contrario preghiamo Redazione di segnalarlo. Struttura dell'installazione L'installazione di Gentoo pu essere divisa in una procedura di dieci passi elementari, corrispondenti ai capitoli 2-11. Ogni passo ha come risultato uno stato intermedio:
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Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

Al termine del passo 1, pronto l'ambiente di lavoro per l'installazione di Gentoo Al termine del passo 2, stata configurata la connessione ad internet per l'installazione; in alcuni casi questo passo opzionale Al termine del passo 3, gli hard disk sono stati inizializzati ad accogliere l'installazione Gentoo Al termine del passo 4, l'ambiente di installazione pronto e ci si chroota nel nuovo ambiente Al termine del passo 5, i pacchetti di sistema, identici per ogni genere di installazione, sono stati installati Al termine del passo 6, stato configurato il kernel

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Gentoo Linux Documentation -- A proposito dell'installazione di Gentoo


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Al termine del Gentoo Al termine del Al termine del da una lista Al termine del

passo 7, sono stati scritti la maggior parte dei file di configurazione

Jack Morgan Redazione

passo 8, il bootloader scelto stato installato e configurato Benny Chuang passo 9, sono stati installati una serie di strumenti di sistema, da scegliere Redazione passo 10, si pronti ad utilizzare Gentoo
Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Gli utenti meno familiari con Gentoo Linux non sanno ancora che la scelta ci che sta alla base di Gentoo.

Al momento in cui si presenta una scelta viene fatto il possibile per illustrare quali siano i pro e i contro. La guida continua con una scelta di Default, indentificata come "Default: " nel titolo. Le restanti possibilit vengono indicate come "Alternative: ". La scelta di default in generale non quella raccomandata, semplicemente quello che si pensa che faccia la maggior parte degli utenti. A volte pu essere intrapreso un passo opzionale. In questo caso il passo viene segnato come "Opzionale: " e non dunque necessario per l'installazione di Gentoo. In ogni caso alcuni passi opzionali dipendono strettamente da decisioni prese in precedenza. Verr messo in luce la questione in tali occasioni, sia prima che venga intrapresa la scelta, sia prima della descrizione del passo opzionale. Quali sono le opzioni? Si pu installare Gentoo in molti modi differenti. Si pu scaricare e installare da uno dei LiveCD (CD di installazione), si pu farlo da un'altra distribuzione gi esistente, da un CD bootabile (come Knoppix), da un ambiente di avvio con via rete, da un floppy ecc. Questo documento copre l'installazione tramite LiveCD. Per istruzioni sugli altri approcci consultare la Guida alternativa all'installazione. Si hanno anche molte altre possibilit: si pu compilare il sistema da zero o installare pacchetti precompilati, per avere l'ambiente di Gentoo funzionante in poco tempo. E naturalmente esistono soluzioni intermedie in cui non si compila tutto quanto ma si inizia da un sistema semi pronto. Problemi Se durante l'installazione o nella documentazione si trovassero problemi possibile controllare l' errata corrige o il sistema di gestione dei bug e, nel caso non fosse un problema conosciuto, segnalarlo per una rapida soluzione. Non c' motivo di temere la reazione degli sviluppatori a cui vengono assegnati i bug: sono innocui. Notare che, nonostante il presente documento sia specifico per ogni architettura, non mancano riferimenti ad altre architetture. Questo avviene a causa del fatto che diverse parti del manuale sono comuni a tutte le architetture, per evitare duplicazioni e problemi vari. L'intento comunque quello di limitare i riferimenti alle altre architetture per evitare confusioni. Se, nonostante l'attenta lettura del manuale, non ben chiaro se il problema riguardi un errore dell'utente, o un bug software, cosa possibile nonostante le fasi di test, possibile entrare nel canale #gentoo su irc.freenode.net. Ovviamente si benvenuti comunque! Se ci fossero domande riguardanti Gentoo, possibile consultare le Frequently Asked Questions, disponibili nella Documentazione Gentoo. E' possibile inoltre sfruttare le FAQs disponibili sui forum. Se ancora il dubbio rimanesse irrisolto si pu entrare in #gentoo su irc.freenode.net dove parecchi esperti sono sempre disponibili.

1.b.

Precompilati o ricompilare tutto?

Cos' la Gentoo Reference Platform? La Gentoo Reference Platform, d'ora in poi GRP, un'insieme di pacchetti precompilati che gli utenti possono installare durante l'installazione di Gentoo per velocizzare il processo. La GRP comprende praticamente tutti i pacchetti necessari per ottenere un'installazione di Gentoo completamente funzionante. E non solo sono sufficienti ad avere un'installazione di base in poco tempo, ma ci sono anche tutti i pacchetti pi voluminosi (come KDE, XFree, GNOME, OpenOffice
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Gentoo Linux Documentation -- A proposito dell'installazione di Gentoo

e Mozilla).. Questi pacchetti per non vengono mantenuti nel corso dell'esistenza della distribuzione Gentoo. Vengono semplicemente rilasciati ad ogni versione di Gentoo e servono solo ad avere un'installazione funzionale in breve. E' possibile aggiornare il proprio sistema in seguito senza dover interrompere il proprio lavoro. Come vengono gestiti i pacchetti GRP da Portage Il proprio Portage Tree, cio l'insieme delle proprie ebuild (che sono file che contengono tutte le informazioni utili su un pacchetto, come la descrizione, la homepage, gli URL dei sorgenti, le dipendenze, le istruzioni di compilazione eccetera), deve essere sincronizzato con il set GRP che si desidera usare: le versioni delle ebuild e dei pacchetti GRP devono corrispondere. Per questo motivo, se si desidera usare il metodo di installazione comprendente i GRP, necessario installare un'immagine di Portage invece che sincronizzare Portage con l'ultima versione disponibile Disponibilit dei GRP Non tutte le architetture dispongono di pacchetti GRP. Questo non significa che il sistema GRP non sia supportato in tali architetture ma solo che non ci sono ancora le risorse necessarie per compilare e testare i pacchetti. Al momento sono disponibili i pacchetti GRP per le seguenti architetture:
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L'architettura x86 (x86, i686, pentium3, pentium4, athlon-xp) e il profilo speciale per Gentoo Hardened L'architettura amd64 (amd64) L'architettura sparc (sparc64) L'architettura ppc (ppc, G3, G4)

Il progetto Gentoo Hardened mette a disposizione i propri GRP (e stage) con l'obiettivo di ottenere un sistema sicuro in modo proattivo. Chiunque desideri configurare un server su architettura x86 potrebbe essere interessato a tale soluzione. Se la propria architettura non tra quelle elencate, non possibile utilizzare i pacchetti GRP durante l'installazione. L'introduzione termina qui, si pu continuare con la Scelta della modalit di installazione.

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Gentoo Linux Documentation -- Scelta della modalit di installazione

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

2. Scelta della modalit di installazione


Indice:
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Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

Richieste Hardware La scelta Scaricare, masterizzare e bootare un LiveCD Gentoo

2.a.

Richieste Hardware

Introduzione Prima ancora di cominciare vengono elencate le richieste hardware necessarie per installare Gentoo sulla propria macchina. L'architetture x86
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E' necessario almeno 1 Gb di spazio su disco Se non si desidera usare pacchetti precompilati sono necessari almeno 300 Mb di memoria (RAM + swap) C' bisogno almeno di un processore 486 e almeno 64Mb di memoria

2.b.

La scelta

Introduzione A questo punto tempo di scegliere la modalit con cui condurre l'installazione. Esistono varie alternative e tecniche differenti, ma il risultato sempre un sistema base Gentoo. I metodi di installazione descritti sono:
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I LiveCD Gentoo Minimi I LiveCD Gentoo Universali

Ogni via presenta vantaggi e svantaggi. Vengono elencati tutti i pro e i contro di ogni soluzione in modo da disporre di tutta l'informazione necessaria per effettuare una decisione oculata. Ma prima di continuare biosogna spiegare cosa siano i tre Stage dell'installazione. I tre Stage

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Gentoo Linux Documentation -- Scelta della modalit di installazione

Gentoo Linux pu essere installato tramite uno dei tre stage, che sono archivi tar. La scelta di uno dei tre dipende da quanto del sistema si desidera compilare personalmente. Lo stage1 viene utilizzato quando si desidera fare il bootstrap e compilare tutto il sistema da zero. Lo stage2 serve per compilare l'intero sistema da uno stato di semi-compilazione dopo il bootstrap. Lo stage3 invece contiene gi un sistema Gentoo di base compilato in precedenza. Come viene spiegato in seguito anche possibile installare Gentoo senza compilare nulla (tranne il kernel). Se si preferisce quest'ultima strada possibile utilizzare lo stage3. Che stage scegliere?

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione

Iniziare dallo stage1 consente di avere un controllo totale sui parametri di ottimizzazione e sulle funzionalit opzionali che possono essere attivate sul sistema. Questo ci che rende lo stage1 Gerald J. Normandin Jr. un ottimo strumento di installazione per gli utenti esperti che sanno perfettamente ci che Revisione stanno facendo. E' anche un comodo metodo per coloro che desiderino conoscere meglio il Donnie Berkholz funzionamento di Gentoo Linux.
Revisione
Stage1 + + + Pro e Contro Consente di avere completo controllo sulle opzioni di ottimizzazione e sull' eventuale installazione del supporto a funzionalit aggiuntive Adatto ad utenti esperti che sanno ci che stanno facendo Consente di apprendere molto del funzionamento interno di Gentoo Impiega molto tempo a terminare l'installazione Se non si desidera configurare le opzioni semplicemente una perdita di tempo

Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Gentoo Linux pu essere installato in vari modi: in questo capitolo si illustra come installare Gentoo con uno dei LiveCD.

Lo Stage2 evita all'utente il processo di bootstrap, il che un vantaggio se le opzioni di ottimizzazione scelte per lo stage2 sono gi soddisfacenti per il sistema.
Stage2 + + + Pro e Contro Non c' bisogno di bootstrap Pi rapido dello stage1 E' ancora possibile adattare la configurazione Non possibile configurare ogni parametro come nello stage1 Non la via pi rapida di installare Gentoo Bisogna accettare le ottimizzazioni gi presenti nel bootstrap

La scelta dello stage3 consente la pi rapida installazione possibile di Gentoo Linux, ma implica anche l'accettazione di tutte le configurazioni di default per il sistema (che comunque sono state accuratamente selezionate per ottimizzare le performance e garantire la stabilit). Lo stage3 necessario anche per installare Gentoo tramite pacchetti precompilati.
Stage3 + Pro e Contro E' il metodo pi veloce di avere un sistema base Gentoo Linux Non possibile adattare il sistema, gi compilato Non si pu vantarsi di aver usato lo stage1 o lo stage2

E' interessante sapere che se si decide di utilizzare impostazioni di ottimizzazione differenti dopo l'installazione di Gentoo, possibile ricompilare il sistema per intero con le nuove impostazioni. Seguono ora i metodi disponibili per l'installazione. LiveCD Gentoo I LiveCD Gentoo sono CD bootabili che contengono un ambiente Gentoo autonomo. Consentono di bootare Linux da CD. Durante il processo di boot viene rilevato l'hardware e vengono caricati i relativi driver. I CD vengono mantenuti dagli sviluppatori Gentoo. Tutti i LiveCD consentono di bootare, configurare la rete, inizializzare le partizioni e iniziare l'installazione di Gentoo da Internet. Alcuni CD per contengono anche tutti i sorgenti necessari o anche i pacchetti binari necessari per portare a termine l'installazione senza la rete. Si espongono ora i contenuti dei LiveCD. LiveCD Gentoo Minimo
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Gentoo Linux Documentation -- Scelta della modalit di installazione

Si tratta di un CD bootabile molto snello con l'unico obiettivo di bootare il sistema, preparare il supporto di rete e continuare l'installazione Gentoo. Non contiene stage (o in alcuni casi contiene solo lo stage1), pacchetti di sorgenti o precompilati. Ad esempio l'immagine x86 di questo LiveCD pu essere reperita nella directory universal con il nome install-x86-minimal2004.0.iso.
LiveCD Minimo + + + Pro e Contro Brevissimo download Adatto ad un'intera architettura E' possibile condurre l'installazione da uno qualsiasi degli stage scaricando il pacchetto dalla rete. Non contiene n stage, n snapshot di portage, n pacchetti GRP, quindi non adatto ad installazioni senza supporto di rete

LiveCD Gentoo Universale Il liveCD Gentoo Universale un CD bootabile adatto all'installazione di Gentoo senza supporto di rete. Contiene uno stage1 e diversi stage3 (ottimizzati per le varie sottoarchitetture). Ad esempio l'immagine x86 di questo CD pu essere trovata nella directory universal con il nome install-x86-universal-2004.0.iso. Osservando pi attentamente la directory livecd si pu notare che alcune architetture dispongono di un Gentoo Package CD. Questo CD, non bootabile, contiene solo pacchetti precompilati e pu essere utilizzato per installare software in seguito all'installazione di Gentoo. Per l'installazione di Gentoo necessario solo il LiveCD Universale, ma se si desidera OpenOffice.org, Mozilla, KDE, GNOME eccetera senza doverli compilare, necessario anche il CD con i pacchetti. A desempio la sottoarchitettura Athlon-XP disponde di un CD di pacchetti denominato packages-athlon-xp-2004.0.iso che si trova nella sottodirectory athlon-xp.
LiveCD Universale e CD di pacchetti + + + Pro e Contro Ottimizzato per la propria architettura e sottoarchitettura Fornisce pacchetti precompilati per una rapida installazione di Gentoo Contiene tutto ci di cui c' bisogno; si pu anche fare a meno della rete per l'installazione. Download enorme

2.c.

Scaricare, masterizzare e bootare un LiveCD Gentoo

Scaricare e masterizzare i LiveCD Questa la sezione che tratta l'utilizzo di un LiveCD Gentoo. Si inizia scaricando uno dei differenti set di CD a cui si accennato. E' possibile scaricare qualisasi LiveCD (e se si desidera anche un CD di pacchetti) da uno dei mirror. Il LiveCD e i CD di pacchetti risiedono nella directory releases/x86/2004.0/livecd.
Attenzione: Il CD di pacchetti non un LiveCD, anche se collocato nella directory livecd/. Non possibile bootare da un CD di pacchetti.

All'interno della directory segnalata si possono trovare le cosiddette ISO. Si tratta di immagini complete di CD che si possono masterizzare. Nel caso che si voglia controllare l'integrit del file che si scaricato, possibile controllare il checksum MD5 e confrontarlo con quelli forniti (come livecd-x86-cd1-20031029.iso.md5). Si pu controllare il checksum con il tool md5sum sotto Linux/Unix o con md5summer per Windows.
Nota: Controllare le descrizioni dei CD su Gentoo Store per sapere quale LiveCD o stage necessario per una particolare CPU. Un errore comune scegliere un LiveCD per una CPU pi recente di quella in uso (come "athlon-xp" per un normale AMD Athlon).

Per masterizzare l'immagine scelta necessario scegliere la modalit RAW. Come impostarla
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Gentoo Linux Documentation -- Scelta della modalit di installazione

dipende dal programma, ecco alcuni esempi su popolari programmi di masterizzazione:


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Con Easy CD Creator selezionare File, Record CD from CD image. Cambiare ora il Tipo di file a ISO image file. Cercare poi il file ISO e cliccare su Open. Cliccando poi su Start recording si d inizio alla scrittura sul CD-R. Con Nero Burning ROM, selezionare File, Burn CD image. Selezionare il tipo di file a *.* e cercare il file ISO. Le versioni di Nero pi vecchie potrebbero non riconoscere il formato, confermare comunque. Nella schermata successiva selezionare i seguenti parametri: r Type of image: Data Mode 1 r Block size: 2048 bytes r File precursor and length of the image trailer: 0 bytes r Scrambled: no r Swapped: no Adesso cliccare su OK e Burn Con cdrecord, scrivere semplicemente cdrecord dev=/dev/hdc (dove /dev/hdc la periferica del masterizzatore) seguito dal path del file ISO. Con K3B, selezionare Tools > CD > Burn Image. Selezionare ora l'immagine da masterizzare e cliccare su Start.

Le sezioni seguenti trattano di come bootare il LiveCD per ogni architettura specifica. Assicurersi di scegliere la sezione corretta per la propria. Bootare i LiveCD
Importante: Si consiglia la lettura dell'intera sezione prima di cominciare le operazioni in quanto non sempre c' il tempo di rileggere il manuale durante l'installazione.

Una volta masterizzati i CD di installazione tempo di bootare. Riavviare il sistema ed entrare nel BIOS, di solito premendo i tasti DEL, F1 o ESC a seconda della marca del BIOS. All'interno del BIOS cambiare l'ordine del boot in modo tale che il CD-ROM preceda l'hard disk. Spesso questa opzione si trova sotto "CMOS Setup". Nella maggior parte dei casi saltare questo passo porta a non poter bootare direttamente da CD. Inserire il CD di installazione nel lettore CD-ROM e riavviare il sistema. Dovrebbe comparire una graziosa schermata con il logo di Gentoo Linux. A questo punto, premendo invio possibile far partire il processo di boot con le opzioni di default oppure far bootare il LiveCD con opzioni personalizzate specificando un kernel seguito dalle opzioni desiderate e premendo invio. Vengono forniti diversi kernel sui LiveCD. Quello di default gentoo. Altri kernel disponibili sono smp, che attiva il supporto per sistemi con pi CPU e la variante -nofb che disabilita il framebuffer. Di seguito possibile consultare una breve descrizione per ognuno dei kernel disponibili:
Kernel gentoo smp smp-nofb Descrizione Kernel di default con supporto framebuffer Kernel con supporto per CPU multiple Come smp ma senza supporto framebuffer

gentoo-nofb Come gentoo ma senza supporto framebuffer

Nota: Alcuni LiveCD forniscomo altri kernel o non forniscono quelli descritti in questo documento. Per avere la lista dei kernel disponibili al boot sufficiente premere F1 alla schermata iniziale.

E' possibile anche selezionare opzioni per il kernel. Si tratta di direttive particolari che possono essere attivate o meno a piacere. La seguente tabella descrive tutte le opzioni del kernel disponibili.
Opzione del Kernel acpi doataraid dofirewire dokeymap dopcmcia Descrizione Attiva il supporto ACPI Attiva il supporto per dispositivi ATA RAID Attiva il supporto per dispositivi FireWire Chiede all'utente il tipo di tastiera (default: us) Attiva il supporto PCMCIA

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Gentoo Linux Documentation -- Scelta della modalit di installazione


doscsi noapm nodetect nodhcp noevms nohotplug nousb ide=nodma Attiva il supporto per periferiche SCSI Disattiva il supporto APM Disattiva la rilevazione automatica dell'hardware (kudzu/hotplug) Non utilizza il DHCP per ottenere un indirizzo IP Disattiva il supporto EVMS Disattiva l'hotplug (programma per caricare il kernel) Disattiva il supporto USB Disattiva il supporto DMA

Nota: Alcuni LiveCD prevedono ulteriori opzioni o non prevedono quelle elencate in questo documento. Per elencare le opzioni disponibili alla schermata iniziale sufficiente premere F2.

Adesso possibile bootare il CD selezionando il kernel (se non volete utilizzare quello di default) e le opzioni di boot. Ad esempio ecco come bootare il kernel gentoo, con il parametro dopcmcia:
Esempio1: Bootare un LiveCD

boot: gentoo dopcmcia

Si dovrebbe presentare ora un altra schermata con una barra che indica lo svolgersi delle operazioni. Una volta completato il processo di boot si automaticamente nell'ambiente Live di Gentoo come "root", l'utente amministratore. Ci dovrebbe essere un prompt di root a schermo ("#") e dovrebbe essere possibile passare ad altre console premendo Alt-F2, Alt-F3 e Alt-F4 e tornare alla precedente premendo Alt-F1. Se si sta installando Gentoo da un sistema privo di tastiera statunitense, utilizzare loadkeys per caricare una keymap adeguata. Per elencare le keymap disponibili eseguire ls /usr/share/keymaps.
Esempio2: Elenacare le keymap disponibili

# ls /usr/share/keymaps

caricare la propria keymap:


Esempio3: caricare una keymap

# loadkeys be2-latin1

Continuare ora con la Configurazione dell'Hardware. Configurazione dell'hardware Al momento del boot il CD prova a rilevare tutte le periferiche hardware e caricare i corrispondenti moduli del kernel di supporto. Nella grande maggior parte dei casi l'operazione va a buon fine. A volte per potrebbero non essere caricati tutti i moduli necessari. Se la rilevazione PCI ha saltato qualche periferica, necessario caricare manualmente il modulo corrispondente. Nel seguente esempio si prova a caricare il modulo 8139too (che supporta un certo tipo di interfacce di rete):
Esempio4: Caricamento dei moduli del kernel

# modprobe 8139too

Opzionale: Ottimizzazione delle performance dell'hard disk

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Alcuni utenti esperti potrebbero voler ottimizzare le performance del proprio hard disk tramite hdparm. Con le opzioni -tT possibile testare le performance del proprio disco (eseguire il test alcune volte per avere risultati pi precisi):
Esempio5: Test delle performance del disco

# hdparm -tT

Per l'ottimizzazzione possibile utilizzare uno dei seguenti esempi (o una configurazione personalizzata) che usano /dev/hda come disco (sostituirlo con il proprio):
Esempio6: Ottimizzazione delle performance del disco

Attivare # hdparm Attivare # hdparm

il -d il -d

DMA: 1 /dev/hda DMA e altre opzioni sicure di ottimizzazione: 1 -A 1 -m 16 -u 1 -a 64 /dev/hda

Opzionale: Account utente Se si pensa di dare accesso ad altri al proprio ambiente di installazione necessario creare gli opportuni account utente e cambiare la password di root. Per cambiare la password di root utilizzare l'utility passwd:
Esempio7: Cambiare la password di root

# passwd New password: (Inserire la nuova password) Re-enter password: (Inserire nuovamente la nuova password)

Per creare un account utente necessario inserire i suoi dati seguiti dalla sua password. E' possibile utilizzare useradd e passwd per farlo, come mostra il prossimo esemio in cui si crea l'utente "john".
Esempio8: Creare un account utente

# useradd john # passwd john New password: (Inserire la password di john) Re-enter password: (Inserire nuovamente la password di john)

E' possibile dunque cambiare utente da root al nuovo utente tremite su:
Esempio9: Cambiare utente

# su john -

Opzionale: Avviare un demone SSH


Importante: Solo le architetture x86, amd64, alpha, sparc e ppc consentono di avviare un demone SSH durante l'installazione.

Se si desidera consentire ad altri utenti l'accesso al pc durante l'installazione di Gentoo (magari perch qualcuno di essi potrebbe essere di aiuto o addirittura condurre personalmente l'installazione), necessario creare un account per ciascuno di essi o condividere con loro la password di root (solo se si confida pienamente in tale utente).

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Per avviare il demone SSH, eseguire il seguente comando:


Esempio10: Avviare il demone SSH

# /etc/init.d/sshd start

Passare ora al capitolo riguardante la Configurazione della rete.

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- 2002 Gentoo.it - Domande, commenti e/o correzioni? Email gentoo-dev@gentoo.it.

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Gentoo Linux Documentation -- Configurazione della rete

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

3. Configurazione della rete


Indice:
q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar

Se ne pu fare a meno, ma... Rilevazione Automatica della Rete Configurazione Automatica della Rete Configurazione Manuale della Rete

3.a.

Se ne pu fare a meno, ma...

Quando possibile farne a meno? Secondo la modalit che si scelta per installare Gentoo, si pu continuare o meno senza rete (e Internet).

Generalmente necessario installare la rete (e Internet). Tuttavia, Gentoo fornisce la possibilit Sviluppo SPARC di essere installato senza un collegamento di rete. Questa eccezione possibile soltanto con il John P. Davis LiveCD Gentoo Universale.
Redazione

Perch necessaria la rete?

Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge

L'installazione di Gentoo da Internet ha come risultato un'installazione di Gentoo completamente Redazione aggiornata. Si ottiene un'installazione basata sul pi recente Portage tree (che l'insieme di Rajiv Manglani pacchetti che viene fornito insieme agli strumenti per gestirli). Questo il motivo per cui si Redazione preferisce un'installazione con la rete. Tuttavia, alcune persone non possono o non vogliono installare Gentoo su un sistema con una connessione Internet.
Jungmin Seo Redazione

Se si ricade in questa situazione necessario usare un LiveCD Gentoo Universale. Tale CD Stoyan Zhekov include il codice sorgente, un immagine del portage tree, i tool per installare un sistema base di Redazione Gentoo e molto altro. Questo metodo ha un prezzo da pagare: non si hanno gli ultimi software, Jared Hudson sebbene le differenze siano minime.
Redazione

Se si desidera eseguire un installazione senza rete necessario usare il LiveCD Gentoo Universale, saltare il resto di questo capitolo e continuare con la Preparazione dei Dischi. Altrimenti, continuare con la seguente sezione riguardante la configurazione di rete. Opzionale: Configurare il Proxy Se l'accesso a Internet avviene attraverso un proxy, si potrebbe aver bisogno di configurare i parametri del proxy durante l'installazione. E' molto facile definire un proxy: basta definire una variabile che contiene le informazioni del server proxy. Nella maggior parte dei casi, si definisce la variabile usando l'hostname del server. Ad esempio,
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Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

Gentoo Linux Documentation -- Configurazione della rete

si assuma che il proxy sia chiamato proxy.gentoo.org e che la porta sia la 8080.
Esempio1: Definire i server proxy

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione

(Se il proxy filtra il traffico HTTP) # export http_proxy="http://proxy.gentoo.org:8080" (Se il proxy filtra il traffico FTP) # export ftp_proxy="ftp://proxy.gentoo.org:8080" (Se il proxy filtra il traffico RSYNC) # export RSYNC_PROXY="rsync://proxy.gentoo.org:8080"

Se il proxy richiede una username e una password, si dovrebbe usare la seguente sintassi per la Gerald J. Normandin Jr. variabile: Revisione
Esempio2: Aggiungere username/password alla variabile del proxy

Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Traduzione

http://username:password@server

Per esempio, per una connessione HTTP con il precedente proxy server e come username "john" e come password "f00b_r" si userebbe: Marco Mascherpa
Esempio3: Proxy con autenticazione

# export http_proxy="http://john:f00b_r@proxy.gentoo.org:8080"

Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione

3.b.

Rilevazione Automatica della Rete

Potrebbe gi funzionare Se il sistema inserito in una rete Ethernet con un server DHCP, molto probabile che la configurazione di rete gi stata fatta automaticamente. Se cos, si dovrebbe potere usufruire dei vari comandi di rete inclusi nel LiveCD come ssh, scp, ping, irssi, wget e links, e altri. Se la rete gi stata configurata, il comando /sbin/ifconfig dovrebbe elencare alcune interfacce di rete come lo, e come eth0:
Esempio4: /sbin/ifconfig per una scheda di rete attiva

Sommario: Se si desidera installare Gentoo utilizzando Internet necessario configurare la rete.

# /sbin/ifconfig eth0 Link encap:Ethernet HWaddr 00:50:BA:8F:61:7A inet addr:192.168.0.2 Bcast:192.168.0.255 Mask:255.255.255.0 inet6 addr: fe80::50:ba8f:617a/10 Scope:Link UP BROADCAST RUNNING MULTICAST MTU:1500 Metric:1 RX packets:1498792 errors:0 dropped:0 overruns:0 frame:0 TX packets:1284980 errors:0 dropped:0 overruns:0 carrier:0 collisions:1984 txqueuelen:100 RX bytes:485691215 (463.1 Mb) TX bytes:123951388 (118.2 Mb) Interrupt:11 Base address:0xe800

Testare la Rete Potrebbe essere utile fare il ping sul server DNS dell'ISP (si pu trovare in /etc/resolv.conf) e su un sito Web a scelta, per assicurarsi che i pacchetti stiano raggiungendo la rete, che la risoluzione dei domi di dominio stia funzionando correttamente, eccetera.
Esempio5: Ulteriore test della rete

# ping -c 3 www.yahoo.com

La rete funzionante? Se cos, si pu saltare il resto di questa sezione e continuare con la

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Preparazione dei Dischi. Se non cos, sfortunatamente, si deve proseguire in altro modo.

3.c.

Configurazione Automatica della Rete

Se la rete non funziona immediatamente, alcune modalit di installazione permettono di usare net-setup (per le reti normali) o adsl-setup (per gli utenti ADSL). Se la modalit di installazione non prevede nessuno di questi tool, continuare con la Configurazione Manuale della Rete.
q q

I normali utenti Ethernet dovrebbero continuare con Default: Usare net-setup Gli utenti ADSL dovrebbero continuare con Alternativa: Usare RP-PPPoE

Default: Usare net-setup Il modo pi semplice di installare la rete se non configurata automaticamente eseguire lo script net-setup:
Esempio6: Eseguire lo script net-setup

# net-setup eth0

net-setup pone alcune domande sull'ambiente di rete. Al termine si dovrebbe avere una

connessione di rete attiva. Si verifichi il collegamento. Se i test sono positivi, congratulazioni! Si pronti per installare Gentoo. Saltare il resto di questa sezione e continuare con la Preparazione dei Dischi. Se la rete ancora non funziona, continuare con la Configurazione Manuale della Rete. Alternativa: Usare RP-PPPoE Se c' bisogno di PPPoE per connettersi a internet, il LiveCD (qualsiasi versione) rende le cose facili perch include rp-pppoe. Usare lo script fornito adsl-setup per configurare la connessione. Viene richiesto di inserire il dispositivo Ethernet che collegato al modem adsl, lo username e la password, gli IP dei server DNS e se si ha bisogno un firewall di base o meno.
Esempio7: Usare rp-pppoe

# adsl-setup # adsl-start

Se qualcosa andasse storto, ricontrollare di avere digitato correttamente lo username e la password controllando /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets e assicurarsi di stare usando il giusto dispositivo ethernet. Se il dispositivo ethernet non esiste, si deve caricare il modulo appropriato di rete. In questo caso si dovrebbe continuare con la Configurazione Manuale della Rete dove si spiega come caricare l'appropriato modulo di rete. Se funziona tutto, continuare con la Preparazione dei Dischi.

3.d.

Configurazione Manuale della Rete

Caricare gli Appropriati Moduli di Rete Quando si effettua il boot con il LiveCD, quest'ultimo prova a rilevare tutti i dispositivi hardware e carica i moduli (driver) appropriati del kernel per supportare l'hardware. Nella grande maggioranza dei casi, l'operazione ha successo. Tuttavia, in alcuni casi, potrebbe non caricare automaticamente i moduli del kernel di cui si ha bisogno.

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Se net-setup o adsl-setup non dessero buoni risultati, si pu di sicuro supporre che la scheda di rete non stata trovata immediatamente. Ci significa che necessario caricare gli appropriati moduli del kernel manualmente. Per scoprire quali moduli del kernel sono disponibili per la rete, usare ls:
Esempio8: Cercare i moduli disponibili

# ls /lib/modules/`uname -r`/kernel/drivers/net

Se si trova un driver per la scheda di rete, utilizzare modprobe per caricare il modulo del kernel:
Esempio9: Utilizzare modprobe per caricare un modulo del kernel

(Come esempio, si carica il modulo pcnet32) # modprobe pcnet32

Per controllare se la scheda di rete stata rilevata, eseguire ifconfig. Una scheda di rete rilevata dovrebbe produrre un risultato simile a questo:
Esempio10: Test della disponibilit della scheda di rete andato a buon fine

# ifconfig eth0 eth0 Link encap:Ethernet HWaddr FE:FD:00:00:00:00 BROADCAST NOARP MULTICAST MTU:1500 Metric:1 RX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 frame:0 TX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 carrier:0 collisions:0 txqueuelen:0 RX bytes:0 (0.0 b) TX bytes:0 (0.0 b)

Se invece si riceve il seguente errore, la sheda di rete non rilevata:


Esempio11: Test della disponibilit della scheda di rete non andato a buon fine

# ifconfig eth0 eth0: error fetching interface information: Device not found

Una volta rilevata una scheda di rete, si pu eseguire di nuovo net-setup o adsl-setup (che adesso dovrebbero funzionare), ma per i puristi ecco come configurare la rete a mano. Scegliere una delle seguenti sezioni a seconda della propria configurazione:
q q q

Usare un DHCP per ottenere un IP automaticamente Configurare un accesso Wireless se si dispone di scheda wireless Terminologia di rete illustra ci che necessario conoscere a proposito delle tecnologie di rete Usare ifconfig e route spiega come impostare la rete manualmente

Usare un DHCP Il DHCP (Dynamic Host Configuration Protocol) rende possibile ricevere automaticamente le informazioni sulla rete (indirizzo IP, netmask, indirizzo broadcast, gateway, nameserver ecc.). Funziona soltanto se si ha un server DHCP nella rete (o se il provider fornisce un servizio DHCP). Per avere una interfaccia di rete che riceva queste informazioni automaticamente, utilizzare dhcpcd:
Esempio12: Utilizzo di dhcpcd

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# dhcpcd eth0

Se funziona (provare a pingare alcuni server internet, come Google), allora stato tutto configurato e si pronti per continuare. Saltare il resto di questa sezione e continuare con la Preparazione dei Dischi. Preparing for Wireless Access
Nota: Non tutti i LiveCD contengono il comando iwconfig. Se non lo contenesse possibile comunque mettere in funzione la periferica seguendo le istruzioni del linux-wlan-ng project.

Se si sta utilizzando una scheda wireless (802.11), potrebbe essere necessario configurare i parametri wireless prima di continuare. Per visualizzare gli attuali parametri wireless della propria scheda possibile utilizzare iwconfig. una esecuzione di iwconfig dovrebbe produrre un risultato simile al seguente:
Esempio13: Visualizzazione dei parametri wireless

# iwconfig eth0 eth0 IEEE 802.11-DS ESSID:"GentooNode" Mode:Managed Frequency:2.442GHz Access Point: 00:09:5B:11:CC:F2 Bit Rate:11Mb/s Tx-Power=20 dBm Sensitivity=0/65535 Retry limit:16 RTS thr:off Fragment thr:off Power Management:off Link Quality:25/10 Signal level:-51 dBm Noise level:-102 dBm Rx invalid nwid:5901 Rx invalid crypt:0 Rx invalid frag:0 Tx excessive retries:237 Invalid misc:350282 Missed beacon:84

Nota: Alcune schede possono avere un nome come wlan0 invece che eth0.

Per la maggior parte degli utenti sono solo due i parametri importanti da impostare, l'ESSID (il nome della rete wireless) e la chiave WEP. Se l'ESSID e l'indirizzo dell'access point visualizzati sono corretti e non si utilizza WEP, la configurazione completa e funzionante. Se invece necessario cambiare ESSID o aggiungere una chiave WEP necessario eseguire i seguenti comandi:
Esempio14: Cambiare ESSID o aggiungere una chiave WEP

(Il comando imposta l'ESSID a "GentooNode") # iwconfig eth0 essid GentooNode (Imposta una chiave WEP esadecimale) # iwconfig eth0 key 1234123412341234abcd (Imposta una chiave ASCII preceduta da "s:") # iwconfig eth0 key s:some-password

E' possibile ora confermare le proprie impostazioni utilizzando iwconfig. Una volta che la rete wireless funzionante possibile continuare a configurare le impostazioni del livello IP descritte nella sezione successiva (Terminologia di rete) o utilizzare net-setup come descritto in precedenza. Terminologia di Rete
Nota: Se si conosce l'indirizzo IP, l'indirizzo broadcast, netmask e nameserver, allora si pu saltare questa sottosezione e continuare con la sezione su come Usare ifconfig e route.

Se i tentativi precedenti falliscono, necessario configurare la rete manualmente. Non si deve aver paura, non difficile. Ma necessario spiegare un po' di concetti riguardanti la rete per potere essere capaci di configurarla correttamente. Questo paragrafo illustra brevemente cosa sia un gateway, a cosa serva la netmask, come sia formato un indirizzo broadcast e perch ci
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Gentoo Linux Documentation -- Configurazione della rete

sia bisogno dei nameserver. In una rete, gli host sono identificati dai loro indirizzi IP (indirizzi Internet Protocol). Un indirizzo una combinazione di 4 numeri tra 0 e 255. Almeno cos lo percepiamo. In realt, un indirizzo IP consiste di 32 bits (1 e 0). Ecco un esempio:
Esempio15: Esempio di un indirizzo IP

IP Address (numbers): IP Address (bits):

192.168.0.2 11000000 10101000 00000000 00000010 -------- -------- -------- -------192 168 0 2

Un indirizzo IP deve essere unico per ogni host perch le reti siano accessibili (in pratica tutti gli host che si possono raggiungere devono avere un indirizzo IP unico). Per potere fare una distinzione tra host dentro una rete, e host fuori una rete, l'indirizzo IP diviso in due parti: la parte di network e la parte di host. La separazione demarcata tramite la netmask, un insieme di 1 seguito da un insieme di 0. La parte di IP corrispondente agli 1 la parte di network, l'altra la parte di host. Di solito, la netmask pu essere scritta come un indirizzo IP.
Esempio16: Esempio della separazione network/host

IP-address: Netmask:

192 168 0 2 11000000 10101000 00000000 00000010 11111111 11111111 11111111 00000000 255 255 255 0 +--------------------------+--------+ Network Host

In altre parole, 192.168.0.14 fa ancora parte della rete dell'esempio, ma 192.168.1.2 no. L'indirizzo broadcast un indirizzo IP con la stessa parte di network, ma con solo una parte di host. Ogni host sulla rete ascolta questo indirizzo IP. Serve per i pacchetti di broadcast.
Esempio17: Indirizzo broadcast

IP-address:

192 168 0 2 11000000 10101000 00000000 00000010 Broadcast: 11000000 10101000 00000000 11111111 192 168 0 255 +--------------------------+--------+ Network Host

Per potere navigare su internet, necessario sapere quale host condivida la connessione a Internet. Questo host chiamato gateway. E' un normale host ed ha un normale indirizzo IP (per esempio 192.168.0.1). In precedenza si detto che ogni host ha il suo indirizzo IP. Per potere raggiungere questo host tramite un nome (anzich un indirizzo IP) necessario un servizio che traduce un nome (come dev.gentoo.org) in un indirizzo IP (come 64.5.62.82). Questo servizio chiamato name service. Per utilizzarlo si deve definire il nameserver in /etc/resolv.conf. In alcuni casi, il gateway serve come nameserver. Altrimenti si dovr inserire il nameserver fornito dall'ISP. Per riassumere, si ha bisogno delle seguenti informazioni prima di continuare:
Elemento di rete Indirizzo IP Netmask Broadcast Esempio 192.168.0.2 255.255.255.0 192.168.0.255

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Gentoo Linux Documentation -- Configurazione della rete


Gateway Nameserver(s) 192.168.0.1 195.130.130.5, 195.130.130.133

Usare ifconfig e route Installare la rete consiste di tre passi. Nel primo si assegna l'indirizzo IP con ifconfig. Nel secondo si configura il routing verso gateway con route. Nel terzo infine si inserisce l'IP dei nameserver in /etc/resolv.conf. Per assegnare un indirizzo IP, si avr bisogno dell'indirizzo IP da assegnare, dell'indirizzo broadcast e della netmask. Eseguire il seguente comando, sostituendo ${IP_ADDR} con l'indirizzo IP, ${BROADCAST} con l'indirizzo broadcast e ${NETMASK} con la netmask:
Esempio18: Usare ifconfig

# ifconfig eth0 ${IP_ADDR} broadcast ${BROADCAST} netmask ${NETMASK} up

Ora installare il routing con route. Sostituire ${GATEWAY} con l'indirizzo IP del gateway:
Esempio19: Usare route

# route add default gw ${GATEWAY}

Aprire /etc/resolv.conf con un editor qualsiasi (per esempio nano):


Esempio20: Creare /etc/resolv.conf

# nano -w /etc/resolv.conf

Inserire i nameserver secondo il seguente esempio. Assicurarsi di sostituire ${NAMESERVER1} e ${NAMESERVER2} con gli appropriati indirizzi dei nameserver:
Esempio21: Esempio di /etc/resolv.conf

nameserver ${NAMESERVER1} nameserver ${NAMESERVER2}

Testare la rete con il ping di alcuni server Internet (come Google). Se funziona, congratulazioni, si pronti per installare Gentoo. Continuare con la Preparazione dei Dischi.

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Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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4. Preparazione dei dischi


Indice:
q q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione

Introduzione ai dispositivi a blocchi Impostare uno schema di partizionamento Usare fdisk per partizionare il disco Creare i filesystem Montare

4.a.

Introduzione ai dispositivi a blocchi

Dispositivi a blocchi Si d ora un'occhiata approfondita agli aspetti relativi ai dischi in Gentoo Linux e in Linux in generale, tra cui i filesystem Linux, le partizioni e i dispositivi a blocchi. Quindi, una volta acquisita familiarit con i dischi e i filesystem, si viene guidati attraverso il processo di configurazione delle partizioni e dei filesystem per l'installazione di Gentoo Linux. Per cominciare, si introducono i dispositivi a blocchi. Il dispositivo a blocchi pi famoso molto probabilmente quello che rappresenta la prima unit IDE in un sistema Linux, /dev/hda. Se il sistema usa dischi SCSI, allora il primo disco fisso dovrebbe essere /dev/sda. I dispositivi a blocchi rappresentano un'interfaccia astratta ai dischi. I programmi utente possono usare questi dispositivi a blocchi per interagire con i dischi, senza doversi chiedere se si tratta di unit IDE, SCSI o di qualsiasi altro tipo. Il programma pu semplicemente indirizzare la memorizzazione su disco attraverso dei blocchi contigui, accessibili in modalit random, e di dimensione pari a 512 byte ciascuno. Partizioni

Nonostante sia possibile usare un intero disco per il sistema Linux, ci non quasi mai messo in Jared Hudson pratica. Invece, i dispositivi a blocchi del disco sono divisi in parti pi piccole e pi maneggevoli. Redazione Sui sistemi x86 queste parti sono chiamate partizioni. Colin Morey
Redazione

Le partizioni sono divise in tre tipi: primarie, estese e logiche. Una partizione primaria una partizione che ha le sue informazioni memorizzate nel MBR (master boot record). Poich MBR molto piccolo (512 byte), possono essere definite solo quattro partizioni primarie (per esempio, da /dev/hda1 a /dev/hda4).

Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione

Una partizione estesa una speciale partizione primaria (cio deve essere una delle quattro), Zack Gilburd che contiene altre partizioni. In origine non esisteva una tale partizione, ma poich quattro partizioni erano troppo poche, stata data la possibilit di estendere lo schema di formattazione Redazione

http://www.gentoo.it/handbook/hb_part1_chap4.html (1 di 8) [20/01/2005 11.30.06]

Gentoo Linux Documentation -- Preparazione dei dischi

senza perdere la compatibilit. Una partizione (volume) logica una partizione compresa dentro la partizione estesa. Le informazioni di una partizione logica non sono disposte nel MBR, ma sono dichiarate nella partizione estesa. Advanced Storage Il LiveCD x86 forniscono anche supporto per EVMS e LVM2. EVMS e LVM2 aumentano la flessibilit della propria configurazione di partizioni. Durante le istruzioni di installazione ci si concentra sulle partizioni tradizionali ma opportuno sapere che anche EVMS e LVM2 sono supportati.

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Per poter installare Gentoo necessario creare delle partizioni. Questo capitolo descrive come partizionare un disco.

4.b.

Impostare uno schema di partizionamento

Schema di partizionamento di default Se non si interessati a elaborare uno schema di partizionamento per il sistema, si pu usare quello di questo Manuale:
Partizione
/dev/hda1 /dev/hda2 /dev/hda3

Filesystem ext2 (swap) ext3

Grandezza 32M 512M

Descrizione Partizione di boot Partizione swap

Resto dello spazio su disco Partizione root

Se si interessati ad avere informazioni su quanto dovrebbe essere grande una partizione primaria (o volume logico), o anche su quante partizioni si ha bisogno, seguono alcuni suggerimenti. Altrimenti continuare con il partizionamento del disco. Numero e dimensione delle partizioni Il numero delle partizioni altamente dipendente sull'ambiente. Per esempio, se si hanno molti utenti su una stessa macchina, molto probabilmente si desidera tenere separate le directory /home, aumentando cos la sicurezza e rendendo pi facile il backup. Se si sta installando Gentoo per utilizzarlo da mailserver, /var dovrebbe essere separata poich tutta la posta viene memorizzata in essa. Una buona scelta del filesystem quella che massimizza le prestazioni. I gameserver bene che abbiano una partizione separata per /opt, visto che la maggior parte dei server di gioco sono installati li. La stessa cosa vale per /home: sicurezza e backup. Come si visto, molto dipende da cosa si desidera realizzare. Partizioni o volumi separati hanno i seguenti vantaggi:
q q

Si pu scegliere il filesystem con maggiori prestazioni per ogni partizione o volume L'intero sistema non pu esaurire lo spazio libero se un tool malfunzionante scrive all'infinito su una partizione od un volume Nel caso si rendano necessari, i controlli sul filesystem sono ridotti, poich possono essere condotti in parallelo diverse analisi (questo vantaggio pi per i dischi multipli che per le partizioni multiple) La sicurezza pu essere aumentata montando alcune partizioni o volumi in sola lettura, nosuid (i bit setuid vengono ignorati), noexec (i bit executable sono ignorati) etc.

Le partizioni multiple hanno per un grosso svantaggio: se non sono configurate correttamente, si potrebbe avere un sistema con molto spazio libero su una partizione e poco su un'altra. Come esempio di partizionamento, ecco quello di un disco da 20Gb, usato come un laptop di dimostrazione (contenente webserver, mailserver, gnome, ...):
Esempio1: Esempio di uso del filesystem

http://www.gentoo.it/handbook/hb_part1_chap4.html (2 di 8) [20/01/2005 11.30.06]

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Filesystem Type Size Used Avail Use% Mounted on /dev/hda5 ext3 509M 132M 351M 28% / /dev/hda2 ext3 5.0G 3.0G 1.8G 63% /home /dev/hda7 ext3 7.9G 6.2G 1.3G 83% /usr /dev/hda8 ext3 1011M 483M 477M 51% /opt /dev/hda9 ext3 2.0G 607M 1.3G 32% /var /dev/hda1 ext2 51M 17M 31M 36% /boot /dev/hda6 swap 516M 12M 504M 2% <not mounted> (Spazio non partizionato per uso futuro: 2 Gb)

/usr quasi pieno (83% dello spazio gi in uso), ma una volta installato tutto il software, non cresce molto. Per /var si pu pensare che lo spazio assegnato sia troppo. Ma Gentoo compila tutti i programmi in /var/tmp/portage, quindi si dovrebbe avere /var con almeno 1Gb libero se

non si vogliono compilare grandi programmi e oltre 3Gb liberi per compilare KDE e OpenOffice.org.

4.c.

Usare fdisk per partizionare il disco

La parte seguente spiega come creare lo schema di partizione di esempio descritto precedentemente:
Partizione
/dev/hda1 /dev/hda2 /dev/hda3

Descrizione Partizione di boot Partizione swap Partizione root

Cambiare le partizioni in base alle proprie impostazioni. Vedere la disposizione delle partizioni
fdisk un tool popolare e potente per dividere il disco in partizioni. Eseguire fdisk per il disco (nell'esempio si usa /dev/hda):
Esempio2: Eseguire fdisk

# fdisk /dev/hda

Si visualizzer un prompt come questo:


Esempio3: Prompt di fdisk

Command (m for help):

Digitare p per visualizzare le attuali partizioni presenti sul disco:


Esempio4: Un esempio di partizionamento

Command (m for help): p Disk /dev/hda: 240 heads, 63 sectors, 2184 cylinders Units = cylinders of 15120 * 512 bytes Device Boot /dev/hda1 /dev/hda2 /dev/hda3 /dev/hda4 /dev/hda5 /dev/hda6 /dev/hda7 /dev/hda8 /dev/hda9 Start 1 15 50 71 71 210 349 627 905 End 14 49 70 2184 209 348 626 904 2184 Blocks Id 105808+ 264600 158760 15981840 1050808+ 1050808+ 2101648+ 2101648+ 9676768+ System 83 Linux 82 Linux swap 83 Linux 5 Extended 83 Linux 83 Linux 83 Linux 83 Linux 83 Linux

Command (m for help):

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Questo disco configurato per avere sette filesystem Linux (chiamati "Linux" nelle corrispondenti partizioni) e una partizione swap (chiamata "Linux swap"). Rimuovere tutte le partizioni Si procede ora alla rimozione dal disco di tutte le partizioni esistenti. Digitare d per eliminare una partizione. Per esempio, per eliminare /dev/hda1:
Esempio5: Eliminare una partizione

Command (m for help): d Partition number (1-4): 1

E' stata memorizzata l'eliminazione della partizione. Non si rivedr pi se si digiter p, ma non sar eliminata fino a quando non si salveranno i cambiamenti. Se si commesso un errore e si vuole uscire senza salvare, digitare q e invio e la partizione non sar tolta. Ora, se si desidera effettivamente eliminare tutte le partizioni sul sistema, digitare p per visualizzare l'elenco delle partizioni, e poi digitare d seguito dal numero della partizione, per eliminarle. Il risultato una tabella con nessuna partizione:
Esempio6: Tabella con nessuna partizione

Disk /dev/hda: 30.0 GB, 30005821440 bytes 240 heads, 63 sectors/track, 3876 cylinders Units = cylinders of 15120 * 512 = 7741440 bytes Device Boot Start End Blocks Id System

Command (m for help):

Ora che la tabella vuota, si pronti a creare le partizioni. Come sempio, si fa riferimento allo schema di partizionamento visto precedentemente: non si deve seguire queste istruzioni alla lettera se non si desidera implementare lo stesso schema. Creare la partizione di boot Per prima cosa, si crei una piccola partizione di boot. Digitare n per creare una nuova partizione, poi p per selezionare una partizione primaria, seguito da 1 per selezionare la prima partizione primaria. Quando si visualizza il prompt per il primo cilindro, premere enter. Quando si visualizza il prompt per l'ultimo cilindro, digitare +32M per creare una partizione di 32 Mbyte:
Esempio7: Creare la partizione di boot

Command (m for help): n Command action e extended p primary partition (1-4) p Partition number (1-4): 1 First cylinder (1-3876, default 1): (Premere Enter) Using default value 1 Last cylinder or +size or +sizeM or +sizeK (1-3876, default 3876): +32M

Quando si digita p, si dovrebbe vedere la seguente partizione:


Esempio8: Partizione di boot creata

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Command (m for help): p Disk /dev/hda: 30.0 GB, 30005821440 bytes 240 heads, 63 sectors/track, 3876 cylinders Units = cylinders of 15120 * 512 = 7741440 bytes Device Boot /dev/hda1 Start 1 End 14 Blocks 105808+ Id 83 System Linux

E' necessario rendere questa partizione avviabile. Digitare a per rendere avviabile questa partizione. Se si preme di nuovo p, si noter che un * posto nella colonna "Boot". Creare la partizione swap Si procede ora alla creazione della partizione swap. Per farlo, digitare n per creare una nuova partizione, poi p per dire a fdisk che si desidera creare una partizione primaria. Digitare 2 per creare la seconda partizione primaria, /dev/hda2. Quando si visualizza il prompt per il primo cilindro, premere invio. Quando si visualizza il prompt per l'ultimo cilindro, digitare +512M per creare una partizione di 512MB. Dopo aver fatto questo, digitare t per impostare il tipo di partizione, 2 per selezionare la partizione che si creata e infine 82 per impostare il tipo di partizione a "Linux Swap". Finiti questi passaggi, digitando p si dovrebbe avere una tabella partizionata simile a questa:
Esempio9: Elenco delle partizioni dopo aver creato la partizione swap

Command (m for help): p Disk /dev/hda: 30.0 GB, 30005821440 bytes 240 heads, 63 sectors/track, 3876 cylinders Units = cylinders of 15120 * 512 = 7741440 bytes Device Boot /dev/hda1 * /dev/hda2 Start 1 15 End 14 81 Blocks 105808+ 506520 Id 83 82 System Linux Linux swap

Creare la partizione root Si procede ora alla creazione della partizione root. Digitare n per creare una nuova partizione, poi p per dire a fdisk che si vuole una partizione primaria. Digitare 3 per creare la terza partizione primaria, /dev/hda3. Quando si visualizza il prompt per il primo cilindro, premere invio. Quando si visualizza il prompt per l'ultimo cilindro, premere enter per creare una partizione che occupi il resto dello spazio su disco. Infine, digitando p si dovrebbe avere una tabella partizionata simile a questa:
Esempio10: Elenco delle partizioni dopo aver creato la partizione root

Command (m for help): p Disk /dev/hda: 30.0 GB, 30005821440 bytes 240 heads, 63 sectors/track, 3876 cylinders Units = cylinders of 15120 * 512 = 7741440 bytes Device Boot /dev/hda1 * /dev/hda2 /dev/hda3 Start 1 15 82 End 14 81 3876 Blocks 105808+ 506520 28690200 Id 83 82 83 System Linux Linux swap Linux

Salvare lo schema delle partizioni Per salvare lo schema delle partizioni e uscire da fdisk, digitare w.
Esempio11: Salvare e uscire da fdisk

Command (m for help): w

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Ora che le partizioni sono create, si pu continuare con la sezione riguardante come Creare i filesystem.

4.d.

Creare i filesystem

Introduzione Ora che le partizioni sono state create, il momento di inserire il filesystem. Se non si interessati alla scelta del filesystem e vanno bene quelli che si usano di default in questo Manuale, continuare con la sezione su come Applicare un filesystem a una partizione. Altrimenti ecco una descrizione dei filesystem disponibili. Filesystem Il kernel di Linux supporta diversi tipi di partizione. Seguono le descrizioni di ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, visto che sono i pi comuni du sitemi Linux. ext2 il vero e proprio filesystem di Linux ma non possiede il supporto per il metadata journaling, il che significa che le routine che effettuano all'avvio i controlli sul filesystem ext2 possono impiegare diverso tempo. Al momento esiste una scelta abbastanza ampia di filesystem journaled di nuova generazione che sono in grado di effettuare controlli sulla consistenza molto velocemente e sono generalmente preferiti alle controparti non-journaled. I filesystem journaled prevengono i lunghi tempi di attesa che solitamente si riscotrano quando viene riavviato il sistema e il filesystem si trova in uno stato inconsistente. ext3 la versione journaled del filesystem ext2, fornisce il metadata journaling per un veloce recupero dei dati in aggiunta ad altre caratteristiche di journaling avanzate come full data e ordered data journaling. ext3 un filesystem davvero molto valido e affidabile. Offre generalmente performance accettabili nella maggior parte delle situazioni. Poich non fa un uso estesivo di "trees" nel proprio design interno, non in grado di scalare molto bene, il che significa che non rappresenta una scelta ideale per filesystem molto grandi o situazioni in cui necessario manipolare file molto grandi o grandi quantit di file in una singola directory. Ma se usato in condizioni che sfruttino le sue caratteristiche di design, ext3 un eccellente filesystem. ReiserFS un filesystem basato su B*-tree che offre ottime performance generali e si dimostra notevolmente superiore a ext2 e ext3 con file di piccole dimensioni (file minori di 4k), spesso di un fattore 10-15. ReiserFS scala inoltre molto bene e supporta il metadata journaling. Dal kernel 2.4.18 in poi, ReiserFS ha raggiunto la solidit che lo porta a essere caldamente raccomandato sia per un uso generico che per casi estremi come la crezione di grandi filesystem, l'uso su molti file piccoli, file molto grandi e directory contenenti decine di migliaia di file. XFS un filesystem con metadata journaling che completamente supportato in Gentoo Linux dal kernel xfs-sources. Si presenta con un robusto insieme di caratteristiche ed ottimizzato per la scalabilit. Se ne raccomanda l'uso su sistemi Linux dotati di unit di memorizzazione con canali in fibra o high-en SCSI e alimentazione continua. Data l'aggressivita con la quale XFS si serve della cache in RAM per i dati in transito, programmi progettati in modo non adeguato (quelli che non prendono precauzioni quando scrivono file su disco, e ce ne sono diversi) possono perdere una discreta quantit di dati se il sistema si arresta in modo inaspettato. JFS il filesystem con journaling ad alte prestazioni di IBM. E' stato recentemente giudicato pronto per il mercato, ma ad oggi non stato sufficientemente testato per fare commenti positivi o negativi sulla sua stabilit generale. Applicare un filesystem a una partizione Per creare un filesystem su una partizione o volume, sono disponibili tool per ogni filesystem possibile:
Filesystem ext2 ext3 Comando per la creazione
mke2fs mke2fs -j

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reiserfs xfs jfs
mkreiserfs mkfs.xfs mkfs.jfs

Per esempio, per avere la partizione di boot (/dev/hda1) ext2 e la partizione root (/dev/hda3) ext3, si usa:
Esempio12: Applicare un filesystem su una partizione

# mke2fs /dev/hda1 # mke2fs -j /dev/hda3

Ora si procede alla creazione dei filesystem sulle partizioni (o volumi logici) create precedentemente. Attivare la partizione swap
mkswap il comando usato per inizializzare le partizioni swap:
Esempio13: Inizializzare la partizione swap

# mkswap /dev/hda2

Per attivare la partizione swap, usare swapon:


Nota: Gli utenti di Knoppix che hanno gi una partizione swap sul loro sistema, dovrebbero saltare questa attivazione, poich Knoppix attiva automaticamente le partizioni swap esistenti.
Esempio14: Attivare la partizione swap

# swapon /dev/hda2

Creare e attivare swap subito.

4.e.

Montare

Ora che le partizioni sono inizializzate e hanno un filesystem, il momento di montarle. Usare il comando mount. Non dimenticarsi di creare le necessarie directory di mount:
Esempio15: Montare le partizioni

# mount /dev/hda3 /mnt/gentoo # mkdir /mnt/gentoo/boot # mount /dev/hda1 /mnt/gentoo/boot

Nota: Se si vuole che /tmp risieda in una partizione separata, assicurarsi di cambiare i permessi dopo il mount: chmod 1777 /mnt/gentoo/tmp. Questo vale anche per /var/tmp.

E' necessario inoltre montare il filesystem proc (una intefaccia virtuale con il kernel) su /proc. Innanzitutto si crea il mountpoint /mnt/gentoo/proc:
Esempio16: Creare e montare /mnt/gentoo/proc

# mkdir /mnt/gentoo/proc # mount -t proc none /mnt/gentoo/proc

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Ora continuare con la Copia dei file di installazione di Gentoo.

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- 2002 Gentoo.it - Domande, commenti e/o correzioni? Email gentoo-dev@gentoo.it.

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Gentoo Linux Documentation -- Copia dei file di installazione di Gentoo

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

5. Copia dei file di installazione di Gentoo


Indice:
q q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC Redazione

Installazione di uno stage Default: Scaricare da Internet Alternativa: Usare uno stage dal LiveCD Installazione di Portage Configurare le opzioni di compilazione

5.a.

Installazione di uno stage

Impostare la data e l'ora

Prima di continuare necessario controllare la data e l'ora ed aggiornarle. Un orologio impostato male pu portare problemi in futuro. John P. Davis Per visualizzare l'ora e la data attuali eseguire date:
Esempio1: Verificare la data e l'ora

Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

# date Thu Apr

1 16:21:18 CEST 2004

Se la data o l'ora fossero errate, possibile aggiornarle utilizzando il comando date MMDDhhmmCCYY ( dove M il mese, D il giorno, h l'ora, m il monuto, C il secolo e Y l'anno). Ad esempio per impostare la data all'1 Aprile 2004 e l'ora alle 16:21:
Esempio2: Impostare data e ora

# date 040116212004

La scelta Il passo successivo consiste nell'installazione dello stage scelto sul sistema. E' possibile sia scaricare l'archivio tar da internet, sia, se si bootato da un LiveCD Universale, copiarlo dal CD stesso.
q

Default: Scaricare da Internet

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q

Alternativa: Usare uno stage dal LiveCD

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione

5.b.

Default: Scaricare da Internet

Scaricare lo stage Andare al punto sul quale si montato il filesystem (molto probabilmente /mnt/gentoo):
Esempio3: Andare al mountpoint di Gentoo

# cd /mnt/gentoo

Secondo la modalit di installazione, sono disponibili un paio di tool per scaricare lo stage. Se si ha lynx, allora si pu visitare immediatamente la lista dei mirror di Gentoo e scegliere un mirror vicino. Poi selezionare la directory releases/, seguita dalla versione di Gentoo (2004.0/), dall'architettura (per esempio x86/), e infine la directory stages/. Si dovrebbero vedere tutti gli stage disponibili per l'architettura. Selezionarne uno e premere D per scaricarlo. Quando si finito, premere Q per chiudere il browser.
Nota: Gli stage di Gentoo Hardened (solo per piattaforma x86) sono nella sottodirectory hardened/stages/.
Esempio4: Cercare i mirror con lynx

Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: L'installazione Gentoo funziona tramite file detti stage. Il capitolo tratta dell'estrazione di un file stage e della configurazione di Portage.

# lynx http://www.gentoo.org/main/en/mirrors.xml

Se non si dispone di lynx, si dovrebbe poter contare su links2. links2 pi potente di lynx, ma ha alcuni svantaggi. Uno di questi che non tiene conto delle impostazioni per il proxy definite in precedenza. Se necessario un proxy, eseguire links2 -http-proxy proxy.server.com:8080. Poi si seguiranno gli stessi passi fatti con lynx, allo stesso modo.
Esempio5: Andare all'elenco dei mirror con links2

(Senza proxy:) # links2 http://www.gentoo.org/main/en/mirrors.xml (Con proxy:) # links2 -http-proxy proxy.server.com:8080 http://www.gentoo.org/main/en/mirrors.xml

Se si desidera controllare l'integrit del tarball dello stage scaricato, usare md5sum e confrontare l'output con il checksum MD5 fornito sul mirror.
Esempio6: Controllare l'integrit di un tarball dello stage

# md5sum stage1-x86-20030910.tar.bz2 6cda1cc745ba882731ac07fbae0dd973 stage1-x86-20030910.tar.bz2

Estrazione dello stage Decomprimere ora lo stage nel sistema. Utilizzare l'utility tar di GNU per procedere poich il metodo pi facile:
Esempio7: Estrazione dello stage

# tar -xvjpf stage?-*.tar.bz2

Assicurarsi di usare le stesse opzioni (-xvjpf). La x sta per Estrarre, la v per Verbose (opzionale), la j per Decomprimere con bzip2, la p per Conservare i permessi e la f per denotare che si vuole estrarre un file, non un input standard.
http://www.gentoo.it/handbook/hb_part1_chap5.html (2 di 6) [20/01/2005 11.30.07]

Gentoo Linux Documentation -- Copia dei file di installazione di Gentoo

Ora si pronti per procedere con la prossima sezione riguardante come Installare Portage.

5.c.

Alternativa: Usare uno stage dal LiveCD

Estrazione delo stage Gli stage sul CD risiedono nella directory /mnt/cdrom/stages. Per vedere un elenco degli stage disponibili, usare ls:
Esempio8: Elenco di tutti gli stage disponibili

# ls /mnt/cdrom/stages

Se il sistema risponde con un errore, si dovrebbe montare il CD-ROM prima:


Esempio9: Montare il CD-ROM

# ls /mnt/cdrom/stages ls: /mnt/cdrom/stages: No such file or directory # mount /dev/cdroms/cdrom0 /mnt/cdrom # ls /mnt/cdrom/stages

Andare ora sul punto di mount di Gentoo (di solito /mnt/gentoo):


Esempio10: Cambiamento della directory a /mnt/gentoo

# cd /mnt/gentoo

Estrarre ora lo stage scelto. E' possibile farlo con il tool GNU tar. Assicurarsi di usare le stesse opzioni (-xvjpf)! Nel prossimo esempio, si estrae lo stage stage3-20031011.tar.bz2. Assicurarsi ancora di sostituire il nome del file del tarball con quello scelto.
Esempio11: Estrazione lo stage

# tar -xvjpf /mnt/cdrom/stages/stage3-20031011.tar.bz2

Ora si pronti per procedere con la prossima sezione riguardante come Installare Portage.

5.d.

Installazione di Portage

Supporto di rete Se non si dispone di una connessione di rete, necessario installare una immagine di portage fornita insieme ad uno dei LiveCD. Se in seguito si desidera usare dei pacchetti precompilatiper accelerare l'installazione indispensabile usare una immagine di portage del LiveCD. Gli altri utenti possono scaricare una immagine di Portage aggiornata in seguito con emerge. Continuare con la sezione corrispondente alla scelta:
q

Installazione di una immagine di Portage e del codice sorgente dal LiveCD (per installazioni senza supporto di rete o con GRP) Configurazione delle opzioni di compilazione (per tutte le altre installazioni)

Installazione di una immagine di Portage e del codice sorgente dal LiveCD

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Gentoo Linux Documentation -- Copia dei file di installazione di Gentoo

C' un'immagine dell'albero di Portage disponibile sul LiveCD Universale. Dato che si sta leggendo questa parte, lecito pensare che si stia usando un LiveCD. Per installare quest'immagine, si dia uno sguardo a /mnt/cdrom/snapshots/ per vedere quale immagine disponibile:
Esempio12: Controllare il contenuto di /mnt/cdrom/snapshots

# ls /mnt/cdrom/snapshots

Ora si estrae l'immagine nel modo seguente: di nuovo, assicurarsi di usare la corretta opzione per tar, e che la C in -C sia maiuscola. Nel prossimo esempio si utilizza portage20031011.tar.bz2 come nome del file dell'immagine. Assicurarsi di sosutuire il nome con quello dell'immagine scelta.
Esempio13: Estrazione dell'immagine di Portage

# tar -xvjf /mnt/cdrom/snapshots/portage-20031011.tar.bz2 -C /mnt/gentoo/usr

E' necessario inoltre copiare tutto il codice sorgente dal CD.


Esempio14: Copia del codice sorgente

# mkdir /mnt/gentoo/usr/portage/distfiles # cp /mnt/cdrom/distfiles/* /mnt/gentoo/usr/portage/distfiles/

Continuare ora con la sezione su come Configurare le opzioni di compilazione.

5.e.

Configurare le opzioni di compilazione

Introduzione Per ottimizzare Gentoo, si possono impostare alcune variabili che hanno effetto sul comportamento di Portage. Tutte queste variabili possono essere impostate come variabili di ambiente (usando export), ma non in modo permanente. Per mantenere le impostazioni, Portage fornisce il file di configurazione /etc/make.conf. E' il file da modificare adesso.
Nota: Un elenco commentato di tutte le variabili possibili si trova in /mnt/gentoo/etc/make.conf.example. Per una installazione riuscita di Gentoo soltanto necessario impostare le variabili che sono menzionate sotto.

Si prenda il proprio editor preferito (in questa guida si usa nano) per poter cambiare le variabili di ottimizzazione che di cui si sta trattando.
Esempio15: Aprire /etc/make.conf

# nano -w /mnt/gentoo/etc/make.conf

Come evidente, il file make.conf(.example) strutturato in modo molto semplice: le righe commentate iniziano con "#", le altre righe definiscono le variabili, usando la sintassi VARIABILE="valore". Molte di queste variabili vengono trattate in seguito. CHOST
Attenzione: Anche se potrebbe essere interessante, gli utenti che non hanno scelto lo stage1, non devono cambiare le impostazioni CHOST in make.conf. Facendolo si pu rendere il sistema inutilizzabile. Di nuovo: cambiare questa variabile esclusivamente se si sta utilizzando l'installazione con lo stage1.

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La variabile CHOST definisce per quale architettura gcc deve compilare i programmi. Le possibilit sono:
Architettura x86 x86 x86 x86 alpha ppc sparc hppa hppa hppa mips amd64 (generica) pa7000 pa8000 e superiore Sottoarchitettura i386 i486 i586 Impostazione CHOST i386-pc-linux-gnu i486-pc-linux-gnu i586-pc-linux-gnu alpha-unknown-linux-gnu powerpc-unknown-linux-gnu sparc-unknown-linux-gnu hppa-unknown-linux-gnu hppa1.1-unknown-linux-gnu hppa2.0-unknown-linux-gnu mips-unknown-linux-gnu x86_64-pc-linux-gnu

i686 e superiore (anche athlon) i686-pc-linux-gnu

CFLAGS e CXXFLAGS Le variabili CFLAGS e CXXFLAGS definiscono le opzioni di ottimizzazione per i compilatori C e C++ rispettivamente di gcc. Anche se qui vengono definite in generale, le massime performance si ottengono quando si impostano le variabili per ogni programma separatamente perch ogni programma differente. In make.conf si dovrebbero definire le impostazioni di ottimizzazione che si ritiene possano rendere il sistema pi reattivo in generale. Non mettere impostazioni sperimentali in questa variabile; troppa ottimizzazione pu far funzionare male i programmi (crash, o peggio ancora, malfunzionamento). Non vengono spiegate tutte le possibili opzioni di ottimizzazione. Chi volesse conoscerle, legga il Manuale Online GNU o la pagina di informazioni gcc (info gcc -- funziona solo su un sistema Linux). Lo stesso file make.conf.example contiene molti esempi e informazioni da consultare. Una prima impostazione la flag -march=, che specifica il nome dell'architettura. Le possibili opzioni sono descritte nel file make.conf.example (come commenti). Per esempio, per l'architettura x86 Athlon XP:
Esempio16: Impostazione della flag march di GCC

-march=athlon-xp

Una seconda impostazione la flag -O, che specifica la classe di ottimizzazione di gcc. Possibili classi sono s (per ottimizzazioni di formato), O (per nessuna ottimizzazione), 1, 2 o 3 per pi ottimizzazioni di velocit (ogni classe ha le stesse flag di quella precedente, pi alcuni extra). Per esempio, per una ottimizzazione di classe 2:
Esempio17: L'impostazione O di GCC

-O2

Altre flag di ottimizzazione molto usate sono -pipe (si usa pipe piuttosto che i file temporanei, per la comunicazione tra i vari stage di compilazione) e -fomit-frame-pointer (che non tiene il puntatore al frame per funzioni che non ne hanno bisogno). Quando si definiscono CFLAGS e CXXFLAGS, si dovrebbero mettere insieme molte flag di ottimizzazione, come nel seguente esempio:
Esempio18: Definizione delle variabili CFLAGS e CXXFLAGS

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Gentoo Linux Documentation -- Copia dei file di installazione di Gentoo


CFLAGS="-march=athlon-xp -pipe -O2" CXXFLAGS="${CFLAGS}" # Usare le stesse impostazioni per entrambe le variabili

MAKEOPTS Con MAKEOPTS si definisce quante compilazioni parallele sono possibili quando si installa un pacchetto. Il numero suggerito il numero di CPU pi uno.
Esempio19: MAKEOPTS per un normale sistema con 1-CPU

MAKEOPTS="-j2"

Pronti Aggiornare /mnt/gentoo/etc/make.conf in base alle proprie preferenze, e salvarlo. Si ora pronti per continuare con l'Installazione del sistema base Gentoo.

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Gentoo Linux Documentation -- Installazione del sistema base Gentoo

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

6. Installazione del sistema base Gentoo


Indice:
q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione

Effettuare il chroot Differenze tra stage1, stage2 e stage3 Passare dallo stage1 allo stage2 Passare dallo stage2 allo stage3

6.a.

Effettuare il chroot

Opzionale: Selezionare i mirror Se si eseguito il boot da un LiveCD, si pu usare mirrorselect per aggiornare /etc/make.conf, in modo tale che siano usati i mirror pi veloci sia per Portage sia per il codice sorgente (ovviamente nel caso si disponga di una connessione funzionante):
Esempio1: Selezionare i mirror pi veloci

# mirrorselect -a -s4 -o >> /mnt/gentoo/etc/make.conf

Se per qualche motivo mirrorselect non dovesse funzionare, non bisogna spaventarsi. Questo passo completamente opzionale. Se mirrorselect non funziona, sono sufficienti i valori di default. Copiare le informazioni del DNS C' ancora una cosa da fare prima di poter entrare nel nuovo ambiente, si devono copiare le informazioni del DNS in /etc/resolv.conf. Questo passo necessario per fare in modo che la rete funzioni ancora, anche dopo esser entrati nel nuovo ambiente. /etc/resolv.conf contiene i nameserver per la rete.
Esempio2: Copiare le informazioni del DNS

Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

(L'opzione "-L" serve per assicurarsi di non copiare un link simbolico) # cp -L /etc/resolv.conf /mnt/gentoo/etc/resolv.conf

Entrare nel nuovo ambiente

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Gentoo Linux Documentation -- Installazione del sistema base Gentoo

Adesso che tutte le partizioni sono pronte e che l'ambiente di base installato, arrivato il momento di entrare nel nuovo ambiente di installazione effettuando il chroot. Significa che ci si sposta dall'attuale ambiente di installazione (LiveCD o altre modalit di installazione) al sistema di installazione nel proprio sistema (nelle partizioni create).

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin

Il chroot costituito di tre parti. Nella prima si cambia root, da / (sul supporto di installazione) Redazione a /mnt/gentoo (nelle partizioni create), usando chroot. Nella seconda si crea un nuovo ambiente Joshua Kinard usando env-update, il quale inizializza le variabili di ambiente. Nella terza si caricano queste Redazione variabili in memoria, con source.
Esempio3: Chroot nel nuovo ambiente

Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Indipendentemente dallo stage scelto, il risultato finale un sistema base Gentoo a disposizione dell'utente. Il capitolo descrive come arrivare a questo punto.

# chroot /mnt/gentoo /bin/bash # env-update Regenerating /etc/ld.so.cache... # source /etc/profile

Congratulazioni! Da adesso si dentro Gentoo Linux. Naturalmente la fine dell'installazione lontana, poich mancano ancora alcune sezioni. Opzionale: Aggiornare Portage Se non si installata una immagine di Portage nel precedente capitolo, si deve scaricare da Internet una immagine recente di Portage. L'operazione si effettua con emerge sync. Gli altri utenti possono saltare questa sezione e continuare con quella su come Configurare le variabili USE.
Esempio4: Aggiornare Portage

# emerge sync (Nel caso che non si possa usare rsync, utilizzare "emerge-webrsync" che scarica ed installa portage via web) # emerge-webrsync

Se si riceve l'avviso che disponibile una nuova versione di Portage e che si dovrebbe aggiornarlo, si pu tranquillamente ignorare questo avviso. Portage viene aggiornato in seguito, durante l'installazione. Configurare la variabile USE
USE una delle variabili pi potenti che Gentoo fornisce agli utenti. Molti programmi possono essere compilati con o senza il supporto opzionale per certi elementi. Per esempio, alcuni programmi possono essere compilati con il supporto per gtk, o con il supporto per qt. Altri con o senza il supporto per SSL. Alcuni programmi possono essere compilati con il suporto per framebuffer (svgalib), anzich con quello per X11 (server X).

La maggior parte delle distribuzioni compila i propri pacchetti con il pi alto supporto possibile, aumentando le dimensioni dei programmi e il tempo di avvio, per non parlare dell'enorme quantit di dipendenze. Con Gentoo si pu definire con quali opzioni un pacchetto deve essere compilato. Questa la funzione di USE. Nella variabile USE si definiscono keywords che sono vengono poi tradotte in opzioni di compilazione. Per esempio, ssl abilita il supporto ssl nei programmi che lo supportano. -X (notare il trattino davanti) rimuove il supporto per il server X. gnome gtk -kde -qt abilita i programmi al supporto gnome (e gtk), ma non a quello kde (e qt), rendendo il sistema ottimizzato per GNOME. Le impostazioni di default di USE sono conservate in /etc/make.profile/make.defaults. Ci che viene specificato in /etc/make.conf considerato rispetto alle impostazioni di default. Se si aggiunge qualcosa alle impostazioni di USE, si aggiunge anche all'elenco di default. Se si rimuove qualcosa dalle impostazioni di USE (mettendo un trattino davanti), si rimuove anche dall'elenco di default (se era nell'elenco). Non si deve cambiare mai nessuna opzione nella directory

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Gentoo Linux Documentation -- Installazione del sistema base Gentoo


/etc/make.profile; in quanto essa viene sovrascritta quando si aggiorna Portage.

Una descrizione completa di USE si trova nella seconda parte del Manuale Gentoo, Capitolo 1: flag USE. Una descrizione completa sulle flag USE disponibili si trova in /usr/portage/profiles/use.desc.
Esempio5: Vedere le flag USE disponibili

# less /usr/portage/profiles/use.desc

Come esempio ecco le impostazioni di USE per un sistema basato su KDE, e con il supporto per DVD, ALSA e masterizzazione CD:
Esempio6: Si apre /etc/make.conf

# nano -w /etc/make.conf

Esempio7: Impostazioni USE

USE="-gtk -gnome qt kde dvd alsa cdr"

Opzionale: Usare una compilazione distribuita Se si interessati ad usare un gruppo di sistemi che collaborino nella compilazione, si pu fare riferimento alla Guida a DistCC. Con l'aiuto di distcc, si pu usare la potenza di elaborazione di molti sistemi per rendere pi rapida l'installazione.

6.b.

Differenze tra stage1, stage2 e stage3

Si prendano ora un momento in considerazione i passi precedenti. E' stato chiesto di scegliere tra uno stage tra stage1, stage2 e stage3. Ed stato anche detto che la scelta importante perch influisce su ulteriori punti di installazione. Questa la prima parte in cui lo stage scelto definisce quali sono questi ulteriori punti.
q

Se si scelto lo stage1, si devono seguire entrambe le parti di questo capitolo (iniziando con le istruzioni su come Passare dallo stage1 allo stage2) Se si scelto lo stage2, si pu saltare la prima parte e iniziare con la seconda (Passare dallo stage2 allo stage3) Se si scelto lo stage3 (con o senza i GRP), allora si possono saltare entrambe le parti e continuare con la prossima sezione: Configurazione del Kernel

6.c.

Passare dallo stage1 allo stage2

Introduzione al bootstrapping Si scelto di compilare tutto partendo da zero. In questa parte si esegue il bootstrap di Gentoo. Questo richiede un bel po' di tempo, ma il risultato un sistema ottimizzato per la propria macchina e per le proprie necessit. Fare il bootstrap significa compilare la GNU C Library, la GNU Compiler Collection e molti altri programmi di sistema. Prima di fare il bootstrap, si elencano un po' di opzioni che potrebbero essere utili. Se non si desidera leggerle, si pu continuare con le istruzioni su come Fare il bootstrap del sistema. Opzionale: Diminuire il tempo di compilazione

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Gentoo Linux Documentation -- Installazione del sistema base Gentoo

Se si desidera velocizzare il bootstrap, si pu temporaneamente deselezionare il supporto java. Ci significa che la GNU Compiler Collection e la GNU C Library vengono compilati senza il supporto java (il che diminuisce considerevolmente il tempo di compilazione). Nonostante non si abbia il GNU Java Compiler (gcj), non vuol dire che il sistema non pu usare applicazioni java e altri programmi che richiedono java. Per deselezionare il supporto java, assegnare USE="-java", prima di iniziare il bootstrap.
Esempio8: Deselezionare il supporto java

# export USE="-java"

E' necessario ricordarsi di disabilitare la variabile subito dopo il bootstrap:


Esempio9: Disabilitare USE

# unset USE

Opzionale: Scaricare subito i sorgenti Se non si copiato prima tutto il codice sorgente, lo script di bootstrap provvede al download di tutti i file necessari. Per farlo necessaria una connessione a internet. Se si vuole prima scaricare il codice sorgente e dopo fare il bootstrap del sistema (per esempio, se non si vuole avere aperta una connessione a internet durante la compilazione), utilizzare l'opzione -f dello script di bootstrap, che provvede a scariocare tutto il codice sorgente.
Esempio10: Scaricare il sorgente necessario

# cd /usr/portage # scripts/bootstrap.sh -f

Fare il bootstrap del sistema Inserire il prossimo comando per iniziare il bootstrap. Questa fase richiede molto tempo prima che sia conclusa.
Esempio11: Fare il bootstrap del sistema

# cd /usr/portage # scripts/bootstrap.sh

Se precedentemente si cambiata l'impostazione di CHOST in /etc/make.conf, necessario reinizializzare alcune variabili per far funzionare gcc in un modo pi veloce:
Esempio12: Reinizializzare le variabili di ambiente

# source /etc/profile

Continuare con il prossimo punto su come Passare dallo stage2 allo stage3.

6.d.

Passare dallo stage2 allo stage3

Introduzione Se si sta leggendo questa sezione, si ha un sistema con il bootstrap gi fatto (o stato fatto

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precedentemente, o si sta usando lo stage2). Adesso si devono compilare tutti i pacchetti del sistema. Non proprio tutti in realt, si compilano solo i pacchetti del sistema dei quali non si pu fare a meno. Alcuni pacchetti del sistema hanno molte alternative (come i logger di sistema), e poich Gentoo si basa sulle scelte, non si vuole costringere nessuno ad utilizzare una scelta piuttosto di un'altra. Opzionale: Vedere cosa si sta per fare Se si vuole sapere quali pacchetti stanno per essere installati, eseguire emerge --pretend system. Si ottiene una lista di tutti i pacchetti che si stanno per installare. Questa lista molto lunga e si dovrebbe usare un pager come less o more per andare su o gi per lista.
Esempio13: Vedere l'effetto 'emerge system'

# emerge --pretend system | less

Opzionale: Scaricare i sorgenti Se si vuole usare emerge per scaricare i sorgenti prima di continuare (per esempio non si vuole avere aperta una connessione a internet mentre si stanno compilando tutti i pacchetti), si pu usare l'opzione di emerge --fetchonly, la quale scarica tutti i sorgenti necessari.
Esempio14: Scaricare i sorgenti

# emerge --fetchonly system

Compilare il sistema Per iniziare a compilare il sistema, eseguire emerge system. Questo processo richiede molto tempo prima di completarsi.
Esempio15: Compilare il sistema

# emerge system

Si pu tranquillamente ignorare qualsiasi avviso riguardante l'aggiornamento dei file di configurazione e l'esecuzione di etc-update. Una volta che il sistema installato completamente pu essere interessante leggere la documentazione riguardante la Protezione dei file di configurazione. Quando emerge system ha terminato l'esecuzione, continuare con la Configurazione del Kernel.

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Gentoo Linux Documentation -- Configurazione del Kernel

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

7. Configurazione del Kernel


Indice:
q q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione

Timezone Installare i sorgenti Default: Configurazione manuale Alternativa: Usare genkernel Installare i moduli del kernel separati

7.a.

Timezone

Innanzitutto necessario selezionare la propria timezone, in modo che il sistema riconosca in che parte del globo collocato. Per la propria timezone, consultare /usr/share/zoneinfo. Crare dunque un link simbolico a /etc/localtime usando ln:
Esempio1: Abilitare le informazioni sulla timezone

# ls /usr/share/zoneinfo (Per esempio GMT:) # ln -sf /usr/share/zoneinfo/GMT /etc/localtime

7.b.

Installare i sorgenti

Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy

Scegliere un Kernel Il cuore, intorno al quale sono sviluppate tutte le distribuzioni, il Kernel di Linux. E' la parte di software compresa tra i programmi e l'hardware. Gentoo d la possibilit ai suoi utenti di scegliere tra diversi sorgenti del kernel. Una lista completa delle descrizioni dei kernel disponibili, consultabile nella Guida ai Kernel Gentoo. Per i sistemi basati sull'architettura x86 son disponibili, tra gli altri, i seguenti kernel: vanillasources (il sorgente del kernel di default, cos come viene rilasciato dagli sviluppatori del kernel di linux), gentoo-sources (il sorgente del kernel che contiene patch per aumentarne le performance), gentoo-dev-sources (il sorgente del kernel 2.6 che contiene patch per aumentarne la performance e migliorare la stabilit), xfs-sources (il sorgente del kernel con il pi recente supporto a XFS), gs-sources (il sorgente del kernel con patch per i server), gamingsources (il sorgente del kernel con patch per migliori performance di gioco), developmentsources (il sorgente originale del kernel 2.6) e altri.

Dopo la scelta del kernel, necessario installarlo con emerge. Da ora in avanti si utilizza emerge --Redazione usepkg che installa un pacchetto precompilato se disponibile (per coloro che usano GRP), Zack Gilburd oppure lo scarica dalla rete. In altre parole, se non si sta usando un pacchetto precompilato, si Redazione pu omettere l'opzione --usepkg. Si pu, non si deve. Si pu anche abbreviare --usepkg con -k.
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Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Revisione

Se si sta effettuando una installazione senza supporto di rete non possibile scegliere uno qualsiasi dei kernel, ne vengono forniti solo alcuni. In questo caso possibile utilizzare solo gentoo-sources, vanilla-sources, development-sources o gentoo-dev-sources. Ora possibile dunque scegliere ed installare i sorgenti del kernel tramite emerge.
Esempio2: Installare un sorgente del kernel

# emerge gentoo-sources

Se si d un'occhiata a /usr/src, si dovrebbe vedere un link simbolico chiamato linux, che punta Donnie Berkholz al sorgente del kernel:
Esempio3: Il link simbolico al sorgente del kernel

# ls -l /usr/src/linux lrwxrwxrwx 1 root root 12 Oct 13 11:04 /usr/src/linux -> linux-2.4.25-gentoo

Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Il kernel di Linux il cuore di ogni distribuzione. Il capitolo tratta della configurazione del Kernel.

Se cos non fosse (cio il link simbolico punta a un sorgente del kernel differente), prima di continuare necessario cambiare il link simbolico:
Esempio4: Cambiare il link simbolico al sorgente del kernel

# rm /usr/src/linux # cd /usr/src # ln -s linux-2.4.25-gentoo linux

Ora si procede a configurare e compilare il sorgente del kernel. Allo scopo possibile utilizzare genkernel, che compila un kernel generico come quello usato dal LiveCD. Si tratta per prima la configurazione "manuale", poich il miglior modo di ottimizzare l'ambiente. Se si desidera configurare il kernel manualmente, continuare con Default: Configurazione manuale. Per chi preferisce usare genkernel, leggere Alternativa: Usare genkernel.

7.c.

Default: Configurazione manuale

Introduzione La configurazione manuale del kernel spesso considerata la parte pi difficile che ogni utente Linux incontra. Non assolutamente vero -- dopo aver configurato un po' di kernel, l'operazione risulta semplice. Una cosa per vera: si deve conoscere il proprio sistema quando si comincia una configurazione manuale del kernel. La maggior parte delle informazioni pu essere raccolta vedendo il contenuto di /proc/pci (o usando lspci se disponibile). Si pu anche eseguire lsmod per vedere che moduli del kernel usa il LiveCD (potrebbe fornire un buon suggerimento su cosa abilitare). Andare nella directory del sorgente del kernel, e digitare make menuconfig per visualizzare un menu di configurazione basato su ncurses.
Esempio5: Aprire menuconfig

# cd /usr/src/linux # make menuconfig

Vengono visualizzate molte sezioni di configurazione. Ecco ora alcune opzioni che devono essere
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Gentoo Linux Documentation -- Configurazione del Kernel

attivate (altrimenti Gentoo non pu funzionare, o non funziona correttamente senza modifiche aggiuntive). Attivare le opzioni indispensabili Prima di tutto, si deve attivare l'uso di codice/driver di sviluppo e sperimentale. Se non lo si fa, non si ha la possibilit di utilizzare qualche codice/driver molto importante:
Esempio6: Selezionare codice/driver sperimentale

Code maturity level options ---> [*] Prompt for development and/or incomplete code/drivers

E' importante verificare di aver selezionato la famiglia di processori a cui i proprio appartiene:
Esempio7: Selecting correct processor family

Processor type and features ---> Subarchitecture Type (PC Compatible) ---> (Change according to your system) Processor family (Athlon/Duron/K7) --->

Andare su File Systems e selezionare il supporto per il filesystem che si usa. Non compilarlo come modulo, altrimenti Gentoo non pu montare le partizioni. Selezionare anche Virtual memory, /proc file system, /dev file system e Automatically mount at boot:
Esempio8: Selezionare il filesystem

File systems ---> [*] Virtual memory file system support (former shm fs) [*] /proc file system support [*] /dev file system support (EXPERIMENTAL) [*] Automatically mount at boot (Deselezionare il punto seguente a meno che non si abbia un kernel 2.6) [ ] /dev/pts file system for Unix98 PTYs (Selezionare una o pi delle seguenti opzioni in base al sistema usato) <*> Reiserfs support <*> Ext3 journalling file system support <*> JFS filesystem support <*> Second extended fs support <*> XFS filesystem support

Nota: Gli utenti del kernel 2.6 hanno alcune di queste opzioni sotto Pseudo filesystems, che una sottosezione di File systems.

Se si sta usando PPPoE per connettersi a Internet, si ha bisogno delle seguenti opzioni nel kernel:
Esempio9: Selezionare i driver necessari per PPPoE

Network device support ---> <*> PPP (point-to-point protocol) support <*> PPP support for async serial ports <*> PPP support for sync tty ports

Nota: Gli utenti del kernel 2.6 hanno queste opzioni sotto Networking support, che una sottosezione di Device
Drivers.

Le due opzioni di compressione non sono dannose, ma neppure necessarie; lo stesso vale per PPP over Ethernet, che potrebbe essere usata soltanto da rp-pppoe se configurato in modalit kernel.

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Chi ne ha bisogno, non deve dimenticare di includere il supporto per la scheda ethernet nel kernel. Se si in possesso di una CPU Intel che supporta HyperThreading (tm), o si possiede un sistema con pi CPU, possibile attivare il "Symmetric multi-processing support":
Esempio10: Attivare il supporto multiprocessore

Processor type and features ---> [*] Symmetric multi-processing support

Una volta terminata la configurazione del kernel continuare conCompilazione e Installazione. Compilazione e Installazione Ora che il kernel configurato, il prossimo passo sar la sua compilazione e la sua installazione. Uscire dal menu di configurazione ed eseguire: make dep && make bzImage modules modules_install:
Esempio11: Compilare il kernel

(Per kernel 2.4) # make dep && make bzImage modules modules_install (Per kernel 2.6) # make && make modules_install

Quando la compilazione finita, necessario copiare l'immagine del kernel in /boot:


Esempio12: Installare il kernel

# cp arch/i386/boot/bzImage /boot/kernel-2.4.25-gentoo # cp System.map /boot/System.map-2.4.25-gentoo

E' inoltre consigliato copiare il file di configurazione del kernel in /boot.


Esempio13: Back up della configurazione del kernel

# cp .config /boot/config-2.4.25-gentoo

Adesso continuare con Installare i moduli del Kernel separati.

7.d.

Alternativa: Usare genkernel

Se si sta leggendo questa sezione, vuol dire che si scelto di usare lo script genkernel, che configura il kernel. Adesso che sono stati installati i sorgenti del kernel si pu utilizzare lo script genkernel per configurarlo e compilarlo automaticamente. genkernel configura il kernel in modo quasi identico a come configurato quello del LiveCD. Infatti quando si usa genkernel per compilare il kernel, il sistema rileva tutto l'hardware al boot, proprio come il LiveCD. Poich genkernel non richiede nessuna configurazione manuale del kernel, questa una soluzione ideale per quegli utenti che hanno qualche difficolt nel compilarsi il kernel da soli. Ecco come usare genkernel. Per prima cosa si deve emergere l'ebuild di genkernel:
Esempio14: Emergere genkernel

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# emerge genkernel

Compilare ora il proprio kernel eseguendo genkernel all. Visto che genkernel compila un kernel che supporta quasi tutto l'hardware disponibile questa compilazione pu essere un processo piuttosto lungo. E' importante sapere anche che se non si usano ext2 o ext3 come filesystem necessario configurare manualmente il kernel usando genkernel --menuconfig all e aggiungere il supporto per il filesystem scelto nel kernel (cio non come modulo).
Esempio15: Esecuzione di genkernel

# genkernel all

Una volta completato genkernel, viene creato un kernel completo di moduli e root disk iniziale (initrd). Ll kernel e initrd intervengono quando si configura un boot loader. E' consigliabile dunque annotare il nome del kernel e del initrd, poich servono quando si scrive il file di configurazione del bootloader. Initrd si avvia subito dopo il boot per effettuare un rilevamento automatico dell'hardware (come nel LiveCD), prima che si avvii il sistema "reale".
Esempio16: Controllo dell'immagine del kernel e dell'initrd

# ls /boot/kernel* /boot/initrd*

Ancora un altro passo per ottenere il sistema pi simile al LiveCD: emergere hotplug. Mentre initrd rileva automaticamente l'hardware necessario per avviare il sistema, hotplug autorileva tutto il resto. Per emergere e abilitare hotplug, digitare:
Esempio17: Emergere ed abilitare hotplug

# emerge --usepkg hotplug # rc-update add hotplug default

7.e.

Installare i moduli del kernel separati

Installare i moduli extra Ora si dovrebbero emergere le ebuild per ogni altro componente presente nel sistema. Ecco una lista degli ebuild relativi al kernel che si possono emergere:
Ebuild nvidia-kernel nforce-net nforce-audio e100 e1000 emu10k1 ati-drivers Scopo Grafica accelerata NVIDIA per XFree86 Audio On-board delle schede madri NVIDIA NForce(2) Schede Ethernet Intel e100 Fast Schede Ethernet Intel e1000 Gigabit Supporto per Creative Sound Blaster Live!/Audigy Grafica accelerata ATI Radeon 8500+/FireGL per XFree86 Comando
emerge nvidia-kernel

Controller ethernet On-board delle schede madri NVIDIA NForce(2) emerge nforce-net
emerge nforce-audio emerge e100 emerge e1000 emerge emu10k1 emerge ati-drivers emerge ati-drivers-extra

ati-drivers-extra Strumenti grafici per ATI

Si deve fare attenzione dato che alcuni di questi ebuild richiedono grandi dipendenze. Per verificare quali pacchetti vengono installati all'emerge di un ebuild, si deve usare emerge -pretend. Per esempio, per il pacchetto emu10k1:
Esempio18: Vedere un elenco completo dei software da installare

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# emerge --pretend emu10k1

Se non si convinti dei pacchetti che vengono elencati, usare emerge --pretend --verbose per vedere le flag USE in uso:
Esempio19: Vedere le flag USE in uso

# emerge --pretend --verbose emu10k1 ... [ebuild N ] media-sound/aumix-2.8

+gpm +nls +gtk +gnome +alsa -gtk2

Nell'esempio precedente, si pu vedere che una delle dipendenze di emu10k1 (aumix), usa le flag USE gtk e gnome, facendo s che gtk (che dipende da XFree) sia compilato con essa. Se non si vuole che tutto questo sia compilato, deselezionare tutte le flag USE interessate, per esempio:
Esempio20: Emergere emu10k1 con tutte le flag USE deselezionate

# USE="-gpm -nls -gtk -gnome -alsa" emerge --pretend emu10k1

Quando si ottenuto un risultato soddisfacente, rimuovere --pretend per iniziare l'installazione di emu10k1. Configurare i moduli Se non si sta usando hotplug, si dovrebbero inserire i moduli che si vogliono caricare in /etc/modules.autoload.d/kernel-2.4 (o kernel-2.6). Se si vuole, si possono anche aggiungere altre opzioni ai moduli. Per vedere tutti i moduli disponibili, eseguire il comando find. Non dimenticarsi di sostituire "<kernel version>" con la versione del kernel che si compilata:
Esempio21: Vedere tutti i moduli disponibili

# find /lib/modules/<kernel version>/ -type f -iname '*.o' -or -iname '*.ko'

Per esempio, per caricare automaticamente il modulo 3c59x.o, modificare il file kernel-2.4 o kernel-2.6 e inserire il nome:
Esempio22: Modificare /etc/modules.autoload.d/kernel-2.4

(Esempio per i kernel 2.4) # nano -w /etc/modules.autoload.d/kernel-2.4

Esempio23: /etc/modules.autoload.d/kernel-2.4 o kernel-2.6

3c59x

Eseguire modules-update per rendere effettivi i cambiamenti al file /etc/modules.conf:


Esempio24: Eseguire modules-update

# modules-update

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Continuare l'installazione con la Configurazione del sistema.

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8. Configurazione del sistema


Indice:
q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin

Informazioni sul filesystem Informazioni di rete Informazioni sul sistema

8.a.

Informazioni sul filesystem

Cos' fstab?

In Linux, tutte le partizioni usate dal sistema devono essere elencate in /etc/fstab. Questo un Sviluppo HPPA file che contiene i mountpoint delle partizioni (cio dove le partizioni compaiono nella struttura Pieter Van den Abeele del filesystem), come devono essere montate (opzioni speciali), e quando (automaticamente o Sviluppo PPC meno, se gli utenti possono montarle o meno, etc.). Creare /etc/fstab
/etc/fstab usa una sintassi speciale. Ogni riga contiene sei parti, separate da spazio (spazio,
Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione

tabs o entrambi). Ogni parte ha un significato:


q q q q

La prima parte indica la partizione (il percorso al file dev) La seconda parte indica il mountpoint, al quale deve essere montata la partizione La terza parte indica il tipo di filesystem usato dalla partizione La quarta parte indica le opzioni di mount, usate da mount quando monta la partizione. Poich ogni filesystem ha le proprie opzioni di mount, consigliato leggere la pagina di manuale di mount per avere una lista completa (man mount). Se si specificano varie opzioni di mount, si separano da una virgola. La quinta parte usata da dump per determinare se la partizione necessita dell'operazione di dump o no. Si pu lasciarla a 0. La sesta parte usata da fsck per determinare l'ordine in cui dovrebbero essere controllati i filesystem, se il sistema non stato spento correttamente. Il filesystem di root dovrebbe avere 1, mentre gli altri filesystem dovrebbero avere 2 (o 0 se non necessario un controllo del filesystem).

Aprire nano (o l'editor preferito) per creare /etc/fstab:


Esempio1: Aprire /etc/fstab

# nano -w /etc/fstab

Si osservino le opzioni specificate per la partizione di /boot. Qusto solo un esempio, se la propria architettura non richiede una partizione di /boot (come PPC), non copiarla pari pari.
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Zack Gilburd Redazione

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Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione
1 2

Nel nostro esempio di partizionamento x86 /boot corrisponde a /dev/hda1, con ext2 come filesystem. Non dovrebbe essere montata automaticamente (noauto), e non ha bisogno di essere controllata. Si pu dunque scrivere:
Esempio2: Esempio di /boot per /etc/fstab

/dev/hda1

/boot

ext2

noauto

Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione
1 2

Per migliorare la performance, la maggior parte degli utenti potrebbe volere aggiungere l'opzione noatime come opzione di mount, con cui si ottiene un sistema pi veloce, poich i tempi di accesso non sono registrati (di solito comunque non c' bisogno di averli):
Esempio3: Esempio migliorato di /boot per /etc/fstab

/dev/hda1

/boot

ext2

noauto,noatime

Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi

Continuando, si inseriscono le seguenti tre righe (per /boot, / e per la partizione swap):
Esempio4: Tre righe per /etc/fstab

Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: E' necessario modificare alcuni importanti file di configurazione. In questo capitolo si d una panoramica di questi file e dei cambiamenti da eseguire.

/dev/hda1 /dev/hda2 /dev/hda3

/boot none /

ext2 swap ext3

noauto,noatime sw noatime

1 2 0 0 0 1

Per finire, si dovrebbe aggiungere una regola per /proc, tmpfs (necessario) e per il lettore CDROM (e, se si hanno, anche per altre partizioni o periferiche):
Esempio5: Esempio completo di /etc/fstab

/dev/hda1 /dev/hda2 /dev/hda3 none none

/boot none / /proc /dev/shm

ext2 swap ext3 proc tmpfs

noauto,noatime sw noatime defaults defaults auto

1 2 0 0 0 1 0 0 0 0 noauto,user 0 0

/dev/cdroms/cdrom0

/mnt/cdrom

auto fa in modo che mount rilevi automaticamente il filesystem (raccomandato per i media rimovibili poich possono essere creati con molti filesystem), e user rende possibile montare il

CD per gli utenti che non hanno il privilegio di root. Usare l'esempio sopra per creare il proprio /etc/fstab. Se si utenti SPARC, si dovrebbe aggiungere anche la seguente riga:
Esempio6: Aggiungere il filesystem openprom a /etc/fstab

none

/proc/openprom

openpromfs

defaults

0 0

Se si ha bisogno di usbfs, aggiungere la seguente riga:


Esempio7: Aggiungere il filesystem usbfs a /etc/fstab

none

/proc/bus/usb

usbfs

defaults

0 0

Rileggere con attenzione /etc/fstab, salvarlo e uscire per continuare.

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8.b.

Informazioni di rete

Nome dell'host, nome di dominio, eccetera Una delle scelte che l'utente deve fare, quella di dare un nome al proprio PC. Sembra facile, ma molti utenti hanno delle difficolt nel trovare il nome appropriato per il loro pc Linux. Per velocizzare le cose, si sappia che qualsiasi nome si scelga, si pu in seguito cambiarlo. Per quello che importa si pu chiamare il sistema tux e il dominio homenetwork. Nel prossimo esempio, si usano questi due nomi. Per prima cosa impostiamo l'hostname:
Esempio8: Impostare l'hostname

# echo tux > /etc/hostname

Poi Impostiamo il domainname:


Esempio9: Impostare il domainname

# echo homenetwork > /etc/dnsdomainname

Se si dispone di un dominio NIS (se non si sa cos', allora non lo si ha), si deve definire anche quello:
Esempio10: Settare NIS domainname

# echo nis.homenetwork > /etc/nisdomainname

Ora aggiungere lo script domainname al runlevel di default:


Esempio11: Aggiungere domainname al runlevel di default

# rc-update add domainname default

Configurare la rete Si dovrebbe ricordare che la configurazione della rete fatta inizialmente era solo per l'installazione di Gentoo. Adesso necessario configurare la rete per il sistema Gentoo in funzione. Tutte le informazioni di rete sono raccolte in /etc/conf.d/net. Questo file usa una sintassi semplice ma non molto intuitiva per chi non sa installare la rete manualmente. Ma qui si spiega tutto. Per prima cosa aprire /etc/conf.d/net con l'editor preferito (in questo esempio si usa nano):
Esempio12: Aprire /etc/conf.d/net per modificarlo

# nano -w /etc/conf.d/net

La prima variabile che si incontra iface_eth0. Essa usa la seguente sintassi:


Esempio13: Sintassi di iface_eth0

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iface_eth0="<indirizzo ip> broadcast <indirizzo di broadcast> netmask <netmask>"

Se si usa DHCP (che server per ottenere automaticamente un IP), si dovrebbe impostare iface_eth0 a dhcp. Se si usa rp-pppoe (per esempio, per ADSL), impostarlo a up. Se si deve installare la rete manualmente e questi termini non sono familiari, consigliata, se non stata gia fatta, la lettura di Comprendere la Terminologia della Rete. Seguono tre esempi: nel primo si usa DHCP; nel secondo un IP statico 192.168.0.2, netmask 255.255.255.0, broadcast 192.168.0.255 e gateway 192.168.0.1, mentre il terzo attiva una interfaccia per rp-pppoe:
Esempio14: Esempi per /etc/conf.d/net

(Per DHCP:) iface_eth0="dhcp" (Per IP statico:) iface_eth0="192.168.0.2 broadcast 192.168.0.255 netmask 255.255.255.0" gateway="eth0/192.168.0.1" (Per rp-pppoe:) iface_eth0="up"

Se si hanno molte interfacce di rete, si devono creare variabili extra di iface_eth, come iface_eth1, iface_eth2 eccetera. La variabile gateway non deve essere riscritta, poich si pu settare un solo gateway per computer. Salvare la configurazione e uscire per continuare. Far partire automaticamente la rete al boot Per attivare le interfacce di rete al boot, si deve aggiungerle al runlevel di default. Se si hanno interfacce PCMCIA, si pu saltare questa azione, poich vengono avviate dallo script init PCMCIA.
Esempio15: Aggiungere net.eth0 al runlevel di default

# rc-update add net.eth0 default

Se si hanno molte interfacce di rete, si devono creare gli initscripts per net.eth1, net.eth2 etc. Si pu usare ln per farlo:
Esempio16: Creare gli initscripts extra

# cd /etc/init.d # ln -s net.eth0 net.eth1 # rc-update add net.eth1 default

Scrivere le informazioni di rete E' necessario fornire a Linux informazioni sulla propria rete. Queste si trovano in /etc/hosts, e aiutano a mettere in corrispondenza gli hostnames e gli indirizzi IP, per gli host che non sono risolti dal nameserver. Per esempio, se la rete interna consiste di tre PC, chiamati jenny (192.168.0.5), benny (192.168.0.6) e tux (192.168.0.7), si dovrebbe aprire /etc/hosts e inserire questi valori:
Esempio17: Aprire /etc/hosts

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# nano -w /etc/hosts

Esempio18: Inserire le informazioni di rete

127.0.0.1 192.168.0.5 192.168.0.6 192.168.0.7

localhost jenny.homenetwork jenny benny.homenetwork benny tux.homenetwork tux

Se il proprio sistema l'unico nella rete (o i nameserver gestiscono tutte le le risoluzioni), sufficiente una sola riga:
Esempio19: /etc/hosts per un solo PC o per un PC totalmente integrato

127.0.0.1

localhost

Salvare e uscire per continuare Se non si ha PCMCIA, si pu continuare con le Informazioni sul sistema. Coloro che hanno PCMCIA possono invece leggere la parte seguente. Opzionale: Far funzionare PCMCIA
Nota: pcmcia-cs al momento disponibile solo per le piattaforme x86, amd64 e ppc.

Gli utenti PCMCIA devono innanzitutto installare il pacchetto pcmcia-cs. L'impostazione USE="-X" necessaria per evitare di installare XFree86 in questo momento:
Esempio20: Installare pcmcia-cs

# USE="-X" emerge pcmcia-cs

Dopo aver installato pcmcia-cs, aggiungere pcmcia al runlevel di default:


Esempio21: Aggiungere pcmcia al runlevel di default

# rc-update add pcmcia default

8.c.

Informazioni sul sistema

Gentoo usa /etc/rc.conf per la configurazione generale del sistema. Aprire /etc/rc.conf per vederne i contenuti e leggerne le spiegazioni.
Esempio22: Aprire /etc/rc.conf

# nano -w /etc/rc.conf

Come si pu vedere, questo file contiene tutte le spiegazioni necessarie per impostare le variabili di configurazione. Si presti particolare attenzione a KEYMAP: impostare questo valore in maniera sbagliata significa avere problemi con l'uso della tastiera.
Nota: Gli utenti di sistemi SPARC basati su USB e cloni SPARC, dovrebbero selezionare una tastiera i386 (come "us"), invece di "sunkeymap".

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PPC usa le keymap x86 sulla maggior parte dei sistemi. Gli utenti che desiderano utilizzare le keymap ADB al boot devono abilitare i keycode ADB nel kernel ed impostare una keymap mac/ppc in rc.conf. Dopo aver finito di configurare /etc/rc.conf, salvare e uscire, e continuare con la Configurazione del Bootloader.

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9. Configurazione del Bootloader


Indice:
q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione

La scelta Default: Usare GRUB Alternativa: Usare LILO

9.a.

La scelta

Introduzione Dopo aver configurato e compilato il kernel e inserito i necessari file di configurazione, venuto il momento di installare il programma che esegue il kernel nel momento in cui si avvia il sistema. Tale programma chiamato bootloader. Per la piattaforma x86, Gentoo Linux fornisce GRUB e LILO. ma prima di installare uno di questi due bootloader si spiega come configurare il framebuffer (nel caso lo si desideri ovviamente). Con il framebuffer possibile eseguire la linea di comando Linux con alcune caratteristiche grafiche (come lo sfondo che viene fornito da Gentoo). Opzionale: Framebuffer

genkernel, si deve aggiungere un una istruzione vga al file di configurazione del bootloader, se si Redazione vuole avere il framebuffer. La prossima tabella elenca i valori disponibili di vga che si possono

Se si configurato il kernel con il supporto framebuffer (o si usata la configurazione di default Eric Stockbridge usare. Nel file di configurazione di esempio, si unsa una risoluzione di 800x600 a 16bpp, e quindi si inserisce 788.
640x480 8 bpp 16 bpp 32 bpp 769 785 786 800x600 771 788 789 1024x768 773 791 792 1280x1024 775 794 795

Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

E' importante ricordare (o annotare) i propri valori per dopo. Ora selezionare il bootloader preferito dalla tabella sopra. Continuare ora con l'installazione di GRUB o LILO.

9.b.

Default: Usare GRUB

Comprendere la terminologia di GRUB

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La parte pi critica da capire di GRUB, quella nella quale si deve prendere confidenza con il modo in cui GRUB si riferisce ai dischi e alle partizioni. La partizione di Linux /dev/hda1 chiamata da GRUB (hd0,0). Prestare attenzione alle parentesi tra hd0,0, sono necessarie. I dischi vengono contati da zero invece che da "a", e le partizioni partono da zero invece che da uno. Prestare ancora attenzione al fatto che tra le periferiche hd vengono inclusi solo gli hard disk e non le periferiche atapi-ide come i lettori cdrom e i masterizzatori. Lo stesso vale per i dischi scsi. (Normalmente questi prendono numeri pi alti rispetto a quelli ide, eccetto quando il bios configurato per fare il boot dai dischi scsi.)

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione

Avendo quindi un hard disk in /dev/hda, un lettore cdrom in /dev/hdb, un masterizzatore in /dev/hdc, un secondo hard disk in /dev/hdd e nessun disco SCSI, /dev/hdd7 viene trasformato in Gerald J. Normandin Jr. (hd1,6). Potrebbe suonare complicato e lo in effetti, ma come si vedr, GRUB offre un Revisione meccanismo di completamento con il tasto TAB che si dimostra comodo per coloro che hanno un Donnie Berkholz numero elevato di hard disk e partizioni, e per coloro che sono a disagio con lo schema Revisione numerico di GRUB. Dopo essere entrati nello spirito il momento di installare GRUB. Installare GRUB Per installare GRUB, si deve prima emergerlo:
Esempio1: Installare GRUB

Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Esistono svariati Bootloader per l'architettura x86. Ognuno di essi viene configurato in maniera differente. In questo capitolo si descrivono le possibilit disponibili e si illustra come configurare il Bootloader secondo le proprie necessit.

# emerge grub

Per iniziare la configurazione di GRUB, digitare grub. Viene visualizzato il prompt della linea di comando di grub, grub>. Ora si pu procedere a digitare i comandi corretti per installare il boot record di GRUB sull'hard disk.
Esempio2: Avviare la shell di GRUB

# grub

Nota: Se il sistema non dispone di un lettore floppy, aggiungere l'opzione --no-floppy al comando precedente per evitare che grub lo cerchi.

Nella configurazione di esempio, si desidera installare GRUB in modo che legga le proprie informazioni dalla partizione di boot /dev/hda1 e installare il boot record di GRUB nel MBR (master boot record) dell'hard disk, in modo che la prima cosa che si veda, quando si accende il computer, il prompt di GRUB. Se non si seguita la configurazione di esempio durante l'installazione, necessario cambiare i comandi di conseguenza. Il meccanismo di completamento con il tasto TAB, pu essere usato da dentro GRUB. Per esempio, se si digita "root (" seguito da TAB, viene elencata una lista degli hard disk disponibili (come hd0). Se si digita "root (hd0," seguito da TAB, viene invece elencata una lista delle partizioni disponibili nel disco (come hd0,0). Con il tasto TAB non dovrebbe essere difficile impostare GRUB . Ecco ora la vera e propria configurazione di GRUB.
Esempio3: Installare GRUB nel MBR

grub> root (hd0,0) grub> setup (hd0) grub> quit

(Specifica dove la partizione /boot) (Installa GRUB nel MBR) (Esce dalla shell di GRUB)

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Gentoo Linux Documentation -- Configurazione del Bootloader


Nota: Se si desidera installare GRUB in un'altra partizione, invece che nel MBR, necessario cambiare il comando setup, in modo che esso punti alla partizione corretta. Per esempio, se si vuole installare GRUB in /dev/hda3, allora il comando diventa setup (hd0,2). Ma questo non un caso molto comune.

Nonostante GRUB sia installato, si deve ancora modificare un file di configurazione perch GRUB possa avviare il kernel. Creare /boot/grub/grub.conf con nano (o con un altro editor):
Esempio4: Creare /boot/grub/grub.conf

# nano -w /boot/grub/grub.conf

Ora necessario modificare grub.conf. Seguono due possibili grub.conf per l'esempio di partizione usato in questa guida che utilizza l'immagine del kernel kernel-2.4.25-gentoo. Viene per analizzato a fondo solo il primo grub.conf.
q q

Il primo grub.conf per chi non ha usato genkernel per compilare il kernel Il secondo grub.conf per chi ha usato genkernel dal LiveCD per compilare il kernel (per esempio il genkernel installato con i pacchetti GRP)

Esempio5: grub.conf per utenti che non hanno usato genkernel

# Quale opzione viene avviata di default. 0 la prima, 1 la seconda etc. default 0 # Quanti secondi attenedere prima di avviare l'opzione di default. timeout 30 # Un'immagine gradevole # Da commentare se non si dispone di scheda grafica splashimage=(hd0,0)/grub/splash.xpm.gz title=Gentoo Linux 2.4.25 # La partizione dove si trova l'immagine del kernel (o il sistema operativo) root (hd0,0) kernel /kernel-2.4.25-gentoo root=/dev/hda3 # Le prossime tre righe vanno messe solo se si ha un dualboot con Windows. # In questo caso, Windows in /dev/hda6. title=Windows XP rootnoverify (hd0,5) chainloader +1

Esempio6: grub.conf per utenti che hanno usato il genkernel

default 0 timeout 30 splashimage=(hd0,0)/grub/splash.xpm.gz title=Gentoo Linux 2.4.25 root (hd0,0) kernel /kernel-2.4.25-gentoo root=/dev/ram0 init=/linuxrc real_root=/dev/hda3 initrd /initrd-2.4.25-gentoo # Solo nel caso si desideri il dual-boot title=Windows XP root (hd0,5) chainloader +1

Nota: Se si usa uno schema di partizioni e/o un'immagine del kernel differenti da quelli dell'esempio, cambiare le impostazioni di conseguenza. Assicurarsi che qualsiasi cosa che segue un GRUB-device (come (hd0,0)), sia relativa al mountpoint, e non a root. In altre parole, (hd0,0)/grub/splash.xpm.gz /boot/grub/splash.xpm.gz poich (hd0,0) /boot.

Se si ha bisogno di inserire opzioni ulteriori al kernel, si deve aggiungerle alla fine dei comandi del kernel. Si gi inserita una opzione (root=/dev/hda3 o real_root=/dev/hda3), ma se ne possono inserire altre, ad esempio l'istruzione vga per il framebuffer, di cui si parlato precedentemente:
Esempio7: Aggiungere l'istruzione vga come opzione del kernel

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title=Gentoo Linux 2.4.25 root (hd0,0) kernel (hd0,0)/kernel-2.4.25-gentoo root=/dev/hda3 vga=788

Coloro che usano genkernel devono sapere che i loro kernel hanno le stesse opzioni di boot del LiveCD. Per esempio, se si disponde di un disco SCSI, si dovrebbe aggiungere doscsi come opzione del kernel. Salvare il file grub.conf e uscire. GRUB completamente configurato e si pu continuare con l'Installazione degli strumenti di sistema. In caso di dubbi o domande riguardanti GRUB consultare leGRUB FAQ o il Manuale GRUB.

9.c.

Alternativa: Usare LILO

Installare LILO LILO, il LInuxLOader, il pi provato e il pi usato tra i bootloader di Linux. Per a LILO mancano alcune caratteristiche che non mancano a GRUB ( per questo che GRUB sta guadagnando sempre pi popolarit). Tuttavia LILO ancora usato perch, su alcuni sistemi, GRUB non funziona, mentre LILO funziona. LILO usato anche perch le persone che lo usano non vogliono abbandonarlo. Gentoo li supporta entrambi ed ecco come si usa LILO. Installare LILO veloce, utilizzare emerge cos:
Esempio8: Installare LILO

# emerge --usepkg lilo

Configurare LILO Per configurare LILO si deve creare /etc/lilo.conf. Aprire l'editor preferito (in questo manuale si usa nano) e creare il file.
Esempio9: Creare /etc/lilo.conf

# nano -w /etc/lilo.conf

In una sezione precedente, si chiesto di ricordare il nome dell'immagine del kernel che si creata. Nel prossimo esempio di lilo.conf si suppone che il nome dell'immagine sia kernel2.4.25-gentoo. In questo esempio si usa anche lo schema di partizioni dell'esempio precedente. Ci sono due sezioni separate:
q q

Una per chi non ha usato genkernel per compilare il kernel Una per chi ha usato genkernel per compilare il kernel

Esempio10: Esempio di /etc/lilo.conf

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boot=/dev/hda # Installa LILO nel MBR prompt # D possibilit di selezionare un'altra sezione delay=50 # Aspetta 5 secondi prima di avviare il default default=gentoo # Passato il timeout, avvia la sezione "gentoo" # Solo se si usa framebuffer. Altrimenti rimuovere la seguente riga: vga=788 # Impostazione framebuffer, da personalizzare # Per utenti che non hanno usato genkernel image=/boot/kernel-2.4.25-gentoo label=gentoo # Il nome dato alla sezione read-only # Avvio con root di sola lettura. Non modificare! root=/dev/hda3 # Posizione del filesystem root # Per utenti che hanno usato genkernel image=/boot/kernel-2.4.25-gentoo label=gentoo read-only root=/dev/ram0 append="init=/linuxrc real_root=/dev/hda3" initrd=/boot/initrd-2.4.25-gentoo # Le due righe seguenti sono necessarie solo per un dualboot con Windows. # In questo caso, Windows in /dev/hda6. other=/dev/hda6 label=windows

Nota: Se si usa uno schema di partizioni differente e/o un'immagine del kernel non uguale a quella dell'esempio, cambiare le impostazioni di conseguenza.

Se si ha bisogno di inserire ulteriori opzioni al kernel, si deve aggiungere append alla sezione. Come esempio, si usa acpi=off per disabilitare il supporto ACPI:
Esempio11: Usare append per aggiungere opzioni al kernel

image=/boot/kernel-2.4.25-gentoo label=gentoo read-only root=/dev/hda3 append="vga=788"

Coloro che usano genkernel devono sapere che i loro kernel hanno le stesse opzioni di boot del LiveCD. Per esempio, se si disponde di un disco SCSI, si deve aggiungere doscsi come opzione del kernel. Ora salvare il file e uscire. Per finire, si deve eseguire /sbin/lilo, cos LILO pu applicare /etc/lilo.conf al sistema (per esempio, installarsi sul disco). E' importante ricordare di eseguire /sbin/lilo ogni volta che si installa un nuovo kernel.
Esempio12: Finire l'installazione di LILO

# /sbin/lilo

Continuare con l'Installazione degli strumenti di sistema.

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Gentoo Linux Documentation -- Installazione degli strumenti di sistema

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

10. Installazione degli strumenti di sistema


Indice:
q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA

Logger di sistema Opzionale: Demone cron Strumenti per il file system Opzionale: Strumenti di rete

10.a.

Logger di sistema

Pieter Van den Abeele Quando si parlato dello stage3, si detto che esso contiene tutti i necessari strumenti di sistema, i quali non possono essere scelti. Si anche detto che devono installati altri strumenti. Sviluppo PPC E' arrivato il momento di installarli. Joe Kallar Sviluppo SPARC

Il primo strumento che si deve scegliere serve a fornire un facile logging per il sistema. Unix e John P. Davis Linux hanno una eccellente storia sulle possibilit di logging; se si desidera, nei file di log si pu Redazione osservare tutto quello che succede sul sistema. Ci avviene attraverso il logger di sistema.

Gentoo offre molti system logger. Ci sono sysklogd, che l'insieme tradizionale di demoni per i Eric Stockbridge log di sistema, syslog-ng, un system logger avanzato, e metalog che un system logger altamente configurabile. Potrebbero gi esserne disponibili altri, visto che il numero di pacchetti Redazione cresce di giorno in giorno. Rajiv Manglani
Redazione

Pierre-Henri Jondot Redazione

Se si incerti su quale scegliere, si usi syslog-ng, poich molto potente e ha un'ottima configurazione di default. Per installare il logger di sistema scelto, si deve emergerlo e aggiungerlo al runlevel di default con rc-update. L'esempio seguente installa syslog-ng. Ovviamente si deve sostituirlo con il system logger scelto:
Esempio1: Installare un system logger

Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

# emerge syslog-ng # rc-update add syslog-ng default

10.b.

Opzionale: Demone cron

Il prossimo strumento il demone cron. Anche se opzionale e non richiesto per il sistema, consigliato installarlo. Di che cosa si tratta? Il demone cron esegue comandi programmati. E' molto utile se si deve eseguire qualche comando regolarmente (per esempio, giornalmente,
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Gentoo Linux Documentation -- Installazione degli strumenti di sistema

settimanalmente o mensilmente).

Jack Morgan Redazione

Benny Chuang Gentoo offre tre possibili demoni cron: dcron, fcron e vixie-cron. Installare uno di questi, simile ad installare un logger di sistema. Tuttavia, dcron e fcron richiedono un comando extra di Redazione configurazione, che crontab /etc/crontab. Se si indecisi su quale scegliere, si usi vixieErwin cron. Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione

Nota: Se si sta installando Gentoo senza supporto di rete, possibile scegliere solo vixie-cron. Se si desidera installarne un altro possibile attendere e farlo in seguito.
Esempio2: Installare un demone cron

# emerge vixie-cron # rc-update add vixie-cron default (Solo se si scelto dcron o fcron:) # crontab /etc/crontab

10.c.

Strumenti per il file system

Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Come gi accennato, la forza di Gentoo la variet di scelta. Questo capitolo riguarda la scelta della versione e l'installazione degli strumenti di sistema.

In base al file system che si sta usando, si devono installare le necessarie utilities (per controllare l'integrit del file system, per creare un file system supplementare etc.). La seguente tabella elenca gli strumenti necessari da installare se si usa un determinato file system:
File System XFS ReiserFS JFS Strumento xfsprogs reiserfsprogs jfsutils Comando di installazione
emerge xfsprogs emerge reiserfsprogs emerge jfsutils

Se non si ha bisogno di rp-pppoe per connettersi a Internet, continuare con il Termine dell'installazione Gentoo. Altrimenti continuare con Opzionale: Strumenti di rete.

10.d.

Opzionale: Strumenti di rete

Se si ha bisogno di rp-pppoe per connettersi alla rete, si deve installarlo:


Esempio3: Installare rp-pppoe

# emerge rp-pppoe

USE="-X" proibisce a XFree di essere installato come una dipendenza (rp-pppoe ha strumenti grafici; se si vuole abilitarli, si pu ricompilare rp-pppoe pi avanti, o installare XFree adesso, il

che per richiede molto tempo per la compilazione). Ora continuare con il Termine dell'installazione Gentoo.

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Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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11. Termine dell'installazione Gentoo


Indice:
q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC

Gestione utente Riavviare e buon divertimento

11.a.

Gestione utente

Impostare una password di root Prima di dimenticarsene, necessario impostare la password di root digitando:
Esempio1: Impostare la password di root

# passwd

Se si desidera che l'utente root possa loggarsi su console seriale, aggiungere ttyS0 a /etc/securetty.
Esempio2: Aggiungere tts/0 a /etc/securetty

John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione

# echo "ttys/0" >> /etc/securetty

Aggiungere un utente per l'uso quotidiano Lavorare come root su un sistema Unix/Linux pericoloso e andrebbe evitato per quanto possibile. Per questo fortemente raccomandato aggiungere un utente per l'uso quotidiano.

Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson

Per esempio, per creare un utente chiamato john, che membro del gruppo wheel (che pu Redazione diventare root usando su), del gruppo users (default per tutti gli utenti) e del gruppo audio (che Colin Morey pu usare i dispositivi audio):
Redazione
Esempio3: Aggiungere un utente per l'uso quotidiano

# useradd john -m -G users,wheel,audio -s /bin/bash # passwd john Password: (Digitare la password per john) Re-enter password: (Ridigitare la password per verificare)

Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione

Se questo utente dovesse effettuare qualche operazione come root, pu usare su - per ricevere Redazione

Zack Gilburd

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Gentoo Linux Documentation -- Termine dell'installazione Gentoo

temporaneamente i privilegi di root. Un altro modo quello di usare il pacchetto sudo, che molto sicuro, se configurato correttamente.

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione

11.b.

Riavviare e buon divertimento

Riavviare Congratulazioni! Gentoo pronto. Uscire dall'ambiente chroot e fare l'unmount di tutte le partizioni montate. Poi si digiti il comando reboot.
Esempio4: Riavviare il sistema

# # # # #

etc-update exit cd / umount /mnt/gentoo/boot /mnt/gentoo/proc /mnt/gentoo reboot

Ricordarsi di togliere il CD di avvio, altrimenti si avvier di nuovo il CD e non Gentoo. Gli utenti di OldWorld PPC riavviano in MacOS, poich non ancora installato il bootloader. Questi utenti dovrebbero leggere il capitolo Opzionale: Configurare BootX. Gli utenti MIPS devono invece fare qualche ottimizzazione in pi nel MIPS PROM per far funzionare Gentoo. Questi utenti dovrebbero leggere Opzionale : Fare funzionare Gentoo/MIPS.

Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione

Gli utenti che hanno usato i GRP, possono continuare con Opzionale: Installare i pacchetti extra, tutti gli altri utenti possono finalmente leggere Cosa fare adesso?. Sommario: E' quasi Opzionale: Configurare BootX
Importante: Questa sezione solo per gli utenti PPC che vogliono usare BootX come bootloader. Tutti gli altri possono saltarla.

finita. Si creano uno o pi utenti nel nuovo sistema e si lascia riavviare il sistema.

Dopo che la macchina si avviata in MacOS, aprire il pannello di controllo di BootX. Selezionare Options, e deselezionare Used specified RAM disk. Quando si ritorna allo schermo principale di BootX, si trova un'opzione, nella quale si deve specificare il disco di root e la partizione della macchina. Inserire i valori appropriati. BootX pu essere configurato per far partire Linux al boot. Se si fa cos, la macchina dovrebbe caricare prima MacOS, poi, durante lo startup, BootX caricare e far partire Linux. Per ulteriori informazioni consultare la BootX home page. Gli utenti di GRP possono continuare con Opzionale: Installare i pacchetti extra, altrimenti continuare con Cosa fare adesso? Opzionale: Far funzionare Gentoo/MIPS Dopo aver riavviato, andare al System Maintenance Menu e selezionare Enter Command Monitor (5). Se si desidera testare l'installazione di Gentoo, si pu eseguire boot -f <kernel name>. Per avviare il sistema con Gentoo, si devono impostare alcune variabili nel MIPS PROM:
Esempio5: Configurare PROM per avviare Gentoo

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Gentoo Linux Documentation -- Termine dell'installazione Gentoo


1) 2) 3) 4) 5) Start System Install System Software Run Diagnostics Recover System Enter Command Monitor Type "exit" to return to the menu.

Option? 5 Command Monitor.

(<root device> = partizione di root di Gentoo, per esempio /dev/sda3) >> setenv OSLoadPartition <root device> (Per elencare i kernel disponibili, digitare "ls") >> setenv OSLoader <kernel name> >> setenv OSLoadFilename <kernel name> (Dichiarare i parametri del kernel che si vogliono passare) >> setenv OSLoadOptions <kernel parameters> (Fornire la locazione del Volume Header) >> setenv SystemPartition scsi(0)disk(1)rdisk(0)partition(8) (Avvio automatico di Gentoo) >> setenv AutoLoad Yes (Impostare la timezone) >> setenv TimeZone EST5EDT (Uso della console seriale: chi usa l'adattatore grafico imposta "g", non "d1") >> setenv console d1

Ora si pronti per usare Gentoo! Opzionale: Installare i pacchetti extra


Importante: Questa parte solo per gli utenti GRP. Gli altri utenti dovrebbero saltarla e continuare con Cosa fare adesso?.

Ora che il sistema avviato, entrare con le credenziali dell'utente creato (per esempio, john) e usare su - per ottenere i privilegi di root:
Esempio6: Ottenere i privilegi di root

$ su Password: (Digitare la password di root)

Ora necessario cambiare la configurazione di Portage in modo che cerchi i pacchetti precompilati dal secondo CD (il CD dei pacchetti). Innanzitutto montare il CD:
Esempio7: Montare il CD dei pacchetti

(Inserire il CD dei pacchetti nel lettore) # mount /mnt/cdrom

Ora configurare Portage per usare /mnt/cdrom per i pacchetti precompilati:


Esempio8: Configurare Portage per usare /mnt/cdrom

# ls /mnt/cdrom (Se esiste una directory /mnt/cdrom/packages:) # export PKGDIR="/mnt/cdrom/packages" (In caso contrario:) # export PKGDIR="/mnt/cdrom"

Installare i pacchetti che si desiderano. Il CD dei pacchetti contiene molti binari precompilati, per esempio KDE:

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Gentoo Linux Documentation -- Termine dell'installazione Gentoo


Esempio9: Installare KDE

# USE="bindist" emerge --usepkg kde

USE="bindist" necessario per l'installazione di XFree (sia direttamente che come dipendenza).

Evita il download dei core font di Microsoft (che non possono essere distribuiti su LiveCD). Assicurarsi di installare ora i binari. Quando si esegue emerge sync per aggiornare Portage (pi avanti), i binari precompilati potrebbero non essere abbinati agli ebuild della verione di Portage aggiornata. Si pu provare a aggirare questo problema, usando emerge --usepkgonly anzich emerge --usepkg. Congratulazioni, il sistema completamente pronto! Continuare con Cosa fare adesso? per imparare altro su Gentoo.

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12. Cosa fare adesso?


Indice:
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Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha

Documentazione Gentoo Online

12.a.

Documentazione

Brad House Congratulazioni! Adesso si ha un sistema funzionante con Gentoo. Ma cosa fare adesso? Quali sono le opzioni? Che cosa vedere per prima cosa? Gentoo fornisce ai suoi utenti molte possibilit Sviluppo AMD64 e caratteristiche pi o meno documentate. Guy Martin Sviluppo HPPA

Si dovrebbe dare un'occhiata alla prossima parte del Manuale Gentoo, Lavorare con Gentoo, che Pieter Van den Abeele spiega come mantenere aggiornato il software, come installare altro software, che cosa sono le Sviluppo PPC flag USE, come funziona il Gentoo Init system, etc. Se si interessati all'ottimizzazione del proprio sistema per il desktop, o si vuole imparare a configurare il sistema affinch diventi un desktop completamente funzionante, consultare la Guida alla configurazione del desktop. Per un elenco completo di tutta la documentazione disponibile, consultare le risorse della Documentazione Gentoo.
Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione
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12.b.

Gentoo Online

Naturalmente si i benvenuti sui Forum Gentoo, o su uno dei tanti Canali IRC Gentoo. Ci sono anche molte mailing list aperte a tutti gli utenti. Informazioni su come unirsi sono contenute sulla pagina. Per ora si termina qui, buon divertimento con Gentoo.

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Zack Gilburd Redazione

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Gentoo Linux Documentation -- Lavorare con Gentoo

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2. Lavorare con Gentoo


Si comincia a lavorare con Gentoo: installare software, impostare parametri, cambiare il comportamento di portage ecc. Content: 1. Flag USE Le flag USE sono un aspetto molto importante di Gentoo. In questo capitolo, si spiega come lavorare con le flag USE e comprendere come queste interagiscono con il sistema. 2. Portage e software Il ruolo principale di portage mantenere il software sul sistema. In questo capitolo si spiega come ottenere informazioni da un pacchetto, aggiornare il database dei pacchetti, installare/rimuovere/aggiornare il software e altro... 3. Caratteristiche di Portage Il sistema Portage di Gentoo mette a disposizione diverse caratteristiche di personalizzazione, come il tempo di compilazione. Questo capitolo illustra le attuali possibilit. 4. Controllare il comportamento di Portage E' possibile migliorare Portage in base alle proprie necessit e al proprio ambiente, ad esempio come proteggere i file, selezionare i mirror, cambiare posizioni alle directory e altro. 5. Initscripts Gentoo usa un formato speciale di initscript che, tra le altre caratteristiche, permette risoluzioni guidate delle dipendenze e initscript virtuali. Questo capitolo spiega tutti questi aspetti e spiega come utilizzare questi script. 6. Variabili di ambiente Con Gentoo si possono controllare facilmente le variabili di ambiente per il sistema. Questo capitolo spiega come farlo e descrive anche le variabili utilizzate con maggior frequenza.

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Gentoo Linux Documentation -- Flag USE

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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1. Flag USE
Indice:
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Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

Cosa sono i flag USE Usare i flag USE flag USE specifici per pacchetto

1.a.

Cosa sono i flag USE

L'idea dietro i flag USE Durante l'installazione di Gentoo (o di altre distribuzioni o comunque di altri sistemi operativi), sono possibili diverse scelte a seconda dell'ambiente di lavoro. Le impostazioni per un server differiscono da quelle per una workstation, cos come una stazione per giocare differisce da una per il rendering 3D. Questo non vero soltanto per la scelta dei pacchetti da installare, ma anche per le caratteristiche che un certo pacchetto dovrebbe supportare. Per esempio, se l'uso delle OpenGL non richiesto, non dovrebbe essere necessario n preoccuparsi di installare le OpenGL n tantomento abilitarne il supporto nei pacchetti che ne farebbero uso. Per lo stesso motivo, se non vogliamo usare il KDE, non vorremmo neanche preoccuparci di compilare i pacchetti col supporto per il KDE se questi pacchetti funzionano tranquillamente senza. Per aiutare gli utenti a decidere cosa installare/attivare e cosa no, necessario che l'utente specifichi il proprio ambiente nel modo pi semplice. Questo forza l'utente a decidere cosa desidera realmente e facilita Portage, il sistema per la gestione dei pacchetti, a prendere le decisioni appropriate. Definizione dei flag USE Concettualmente un flag USE una parola chiave che racchiude l'idea di supporto e di informazione sulla dipendenza. Se si definisce un certo flag USE, si indica al Portage la volont di avere il supporto per la parola chiave scelta. Questo, naturalmente, altera anche le informazioni sulle dipendenze per un dato pacchetto. Prendiamo un esempio specifico: la parola chiave kde. Se questa parola chiave non presente nella variabile USE, tutti i pacchetti che hanno il supporto opzionale per il KDE vengono compilati senza tale supporto. Di conseguenza tutti i pacchetti cha hanno una dipendenza opzionale con KDE vengono installati senza le relative librerie KDE. Se invece la parola chiave kde stata definita, questi pacchetti vengono compilati col supporto del KDE e di conseguenza anche le sue librerie vengono installate come dipendenze. La conseguenza di una corretta definizione delle parole chiave, di avere un sistema configurato specificamente per le proprie necessit.
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Gentoo Linux Documentation -- Flag USE


Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione

Quali sono i flag USE utilizzabili Ci sono due tipi di flag USE: globali e locali.
q

Un flag USE globale usato da alcuni pacchetti a livello di sistema. Questo ci che molte utenti vedono come flag USE. Un flag USE locale usato da un singolo pacchetto per prendere decisioni specifiche al pacchetto.

Una lista di flag USE globali disponibile pu essere trovata online o localmente in
/usr/portage/profiles/use.desc. Segue un estratto molto incompleto:
Esempio1: Un piccolo estratto dei flag USE disponibili

gtk gtk2 gtkhtml guile icc icc-pgo imap

Aggiunge il supporto per x11-libs/gtk+ (Il GIMP Toolkit) Usa gtk+-2.0.0 invece di gtk+-1.2 nel caso dei programmi che hanno il supporto per entrambe. Aggiunge il supporto per gnome-extra/gtkhtml Aggiunge il supporto per dev-util/guile (interprete per Scheme) Usa il compilatore Intel C++ Compiler se il pacchetto lo supporta Abilita la generazione di dati PGO o usare insieme a icc Aggiunge il supporto per IMAP

Un elenco delle flag USE locali disponibili pu essere trovato in /usr/portage/profiles/use.local.desc.

Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Le flag USE sono un aspetto molto importante di Gentoo. In questo capitolo, si spiega come lavorare con le flag USE e comprendere come queste interagiscono con il sistema.

1.b.

Usare i flag USE

Dichiarare flag USE permanenti Seguono le informazioni su come dichiarare i flag USE in modo permanente. Come precedentemente menzionato, tutti i flag USE sono dichiarati attraverso la variabile USE. Per facilitare la ricerca e la scelta dei flag USE, viene fornita una configurazione USE predefinita. Questa configurazione una collezione di flag USE che dovrebbe essere comunemente usata dagli utenti Gentoo ed dichiarata nel file /etc/make.profile/make.defaults. Segue la configurazione predefinita:
Esempio2: Variabile USE su un sistema x86 in /etc/make.profile/make.defaults

USE="x86 oss apm arts avi berkdb crypt cups encode foomaticdb gdbm gif gpm gtk gtk2 imlib jpeg kde gnome libg++ libwww mad mikmod motif mpeg ncurses nls oggvorbis opengl pam pdflib png python qt quicktime readline sdl slang spell ssl svga tcpd truetype X xml2 xmms xv zlib"

Come evidente, questa variabile contiene gi una serie di parole chiave. Non alterare il file /etc/make.profile/make.defaults per adattare la variabile USE alle proprie necessit dato che le modifiche a questo file vengono sovrascritte ad ogni aggiornamento del Portage. Per cambiare la configurazione predefinita, necessario aggiungere o rimuovere parole chiave dalla variabile USE e pu essere fatto globalmente definendo la variabile USE nel file /etc/make.conf. In questa variabile possibile aggiungere flag USE extra, richiesti o rimuoverne di non richiesti nel qual caso occorre anteporre alla parola chiave il segno meno ("-"). Per esempio, per rimuovere il support per KDE e QT ed aggiungere il supporto per ldap, pu essere definita la seguente dichiarazione USE in /etc/make.conf:
Esempio3: Un esempio di dichiarazione USE in /etc/make.conf

USE="-kde -qt ldap"

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Gentoo Linux Documentation -- Flag USE

Dichiarare flag USE per pacchetti individuali Qualche volta si desidera dichiarare una determinata flag USE per una (o per pi) applicazione ma non per tutto il sistema. Per fare questo, si deve creare la directory /etc/portage (se ancora non esiste) e modificare /etc/portage/package.use. Per esempio, se non si vuole che berkdb sia supportato globalmente, ma si desidera per mysql, si dovrebbe aggiungere:
Esempio4: /etc/portage/package.use example

dev-db/mysql berkdb

Si possono naturalmente anche disabilitare le flag USE per una certa applicazione. Per esempio, se non si desidera il supporto java in PHP:
Esempio5: /etc/portage/package.use secondo esempio

dev-php/php -java

Dichiarare flag USE temporanei In certi casi utile dichiarare flag USE una sola volta. Invece di editare /etc/make.conf due volte (una per la modifica e l'altra per riportare il tutto all'origine) possibile dichiarare la variabile USE come fosse una variabile ambiente. Si ricordi che, quando si ri-emerge o si aggiorna questa applicazione (in modo esplicito o parte di un aggiornamento del sistema), i cambiamenti saranno persi! Segue un esempio di come rimuovere temporaneamente il supporto java durante l'installazione di mozilla.
Esempio6: Usare USE come una variabile ambiente

# USE="-java" emerge mozilla

Ereditare flag USE Alcuni pacchetti non solo si aspettano flag USE ma ne forniscono a loro volta. Quando uno di questi viene installato, il flag USE che fornito viene aggiunto alla configurazione di USE. Per avere la lista dei pacchetti che aggiungono flag USE, fare riferimento al file /etc/make.profile/use.defaults:
Esempio7: Uno spaccato di /etc/make.profile/use.defaults

gnome gtk qt kde motif

gnome-base/gnome x11-libs/gtk+ x11-libs/qt kde-base/kdebase x11-libs/openmotif

Precedenza Naturalmente esiste un ordine definito riguardante quali dichiarazioni abbiano la priorit nelle configurazioni USE. Non necessario dichirare USE="-java" solo per vedere se "java" usato comunque, ecco l'ordine di precedenza per la configurazione USE (i primi hanno la priorit pi bassa): 1. USE predefinita dichiarata in /etc/make.profile/make.defaults

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Gentoo Linux Documentation -- Flag USE

2. configurazione USE ereditata se viene installato un pacchetto da


/etc/make.profile/use.defaults

3. Configurazione USE definita dall'utente in /etc/make.conf 4. Configurazione USE definita dall'utente in /etc/portage/package.use 5. Dichiarazione USE definita dall'utente come variabile ambiente Per vedere la configurazione finale di USE che viene usata dal Portage, eseguire emerge info che visualizzer una lista di tutte le variabili rilevanti (incluso la variabile USE) col valore usato dal Portage.
Esempio8: Eseguire emerge info

# emerge info

Adattare il vostro sistema alle nuove flag USE Se si sono cambiate le proprie flag USE e si desidera aggiornare l'intero sistema, affinch utilizzi le nuove flag USE, si pu usare l'opzione --newuse di emerge:
Esempio9: Ricompilare il sistema

# emerge --update --deep --newuse world

Dopo, eseguire il depclean del Portage per rimuovere le dipendenze condizionali che erano state emerse nel vecchio sistema, ma che sono diventate obsolete con l'uso delle nuove flag USE.
Attenzione: Eseguire emerge depclean una operazione pericolosa e dovrebbe essere fatta con cura. Si ricontrolli la lista fornita di pacchetti "obsoleti" per assicurarsi che non si rimuovano pacchetti di cui si ha bisogno. Nell'esempio seguente si aggiunto -p per avere solo la lista dei pacchetti senza rimuoverli.
Esempio10: Rimuovere pacchetti obsoleti

# emerge -p depclean

Quando il depclean ha finito, eseguire revdep-rebuild per ricompilare le applicazioni che sono collegate agli oggetti forniti dai pacchetti rimossi. revdep-rebuild parte del pacchetto gentoolkit; non dimenticarsi di emergerlo prima.
Esempio11: Eseguire revdep-rebuild

# revdep-rebuild

Quando tutto finito, il sistema user le nuove flag USE.

1.c.

flag USE specifici per pacchetto

Visualizzare flag USE disponibili Ecco l'esempio di mozilla per vedere quali flag si aspetta. Per questo usare emerge con le opzioni --pretend e --verbose:
Esempio12: Vedere i flag USE usati

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Gentoo Linux Documentation -- Flag USE


# emerge --pretend --verbose mozilla These are the packages that I would merge, in order: Calculating dependencies ...done! [ebuild N ] net-www/mozilla-1.5-r1 +java +crypt -ipv6 -gtk2 +ssl +ldap +gnome -debug +mozcalendar -mozaccess -mozxmlterm -moznoirc -moznomail -moznocompose -moznoxft

emerge non il solo strumento che fa questo, infatti ci sono strumenti dedicati alla gestione delle informazioni sui pacchetti come etcat che fa parte del pacchetto gentoolkit. Occorre prima installare gentoolkit:
Esempio13: Installare gentoolkit

# emerge gentoolkit

Ora possibile usare etcat con l'argomento uses per avere la lista dei flag USE usati da un dato pacchetto. Ad esempio per il pacchetto gnumeric:
Esempio14: Usare etcat per vedere i flag USE usati

# etcat uses gnumeric [ Colour Code : set unset ] [ Legend : (U) Col 1 - Current USE flags ] [ : (I) Col 2 - Installed With USE flags ] U + + I + + [ Found libgda gnomedb python bonobo these USE variables in : app-office/gnumeric-1.2.0 ] : Adds GNU Data Access (CORBA wrapper) support for gnumeric : unknown : Adds support/bindings for the Python language : Adds support for gnome-base/bonobo (Gnome CORBA interfaces)

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Gentoo Linux Documentation -- Portage e software

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

2. Portage e software
Indice:
q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64

Benvenuti in Portage L'albero del Portage Manutenzione del software Errori durante l'uso del Portage

2.a.

Benvenuti in Portage

Portage probabilmente l'innovazione di Gentoo pi rilevante nella gestione software. La grande Guy Martin flessibilit e l'enorme quantit di caratteristiche ne fanno uno dei migliori programmi per la Sviluppo HPPA gestione del software disponibili per Linux. Portage completamente scritto in Python e Bash e perci completamente visibile agli utenti essendo entrambi linguaggi di scripting. Molti utenti useranno Portage attraverso il tool emerge. Questo capitolo non un duplicato delle informazioni disponibili attraverso le pagine man di emerge. Per avere la lista completa delle opzioni di emerge, consultare la pagina man:
Esempio1: Leggere la pagina man di emerge

Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione

# man emerge

2.b.

L'albero del Portage

Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione Jack Morgan Redazione

Gli ebuild Quando si parla di pacchetti si intendono spesso titoli software che sono disponibili agli utenti Gentoo attraverso l'albero del Portage. L'albero del Portage una collezione di file ebuild che contengono tutte le informazioni necessarie al Portage per manutenere il software (installare, ricercare,....). Questi ebuild risiedono di default in /usr/portage. Ogni qualvolta si chiede al Portage di eseguire alcune azioni riguardanti i titoli software, vengono usati gli ebuild del sistema come base. Diviene, cos, importante aggiornare regolarmente gli ebuild del sistema in modo tale che Portage sia a conoscenza del nuovo software, degli aggiornamenti, ecc. Aggiornamento dell'albero del Portage L'albero del Portage viene di solito aggiornato con rsync, una utility per il trasferimento incrementale di file. L'aggiornameto realmente semplice dato che il comando emerge fornisce

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un'interfaccia per rsync:


Esempio2: Aggiornamento dell'albero del Portage

Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione

# emerge --sync

Se non si riesce ad usare rsync a causa di un firewall si pu aggiornare l'albero del Portage usando lo snapshot che viene generato giornalmente. Il tool emerge-webrsync scarica ed installa automaticamente l'ultimo snapshot dai sistemi Gentoo.
Esempio3: Eseguire emerge-webrsync

Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione

# emerge-webrsync

2.c.

Manutenzione del software

Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Il ruolo principale di portage mantenere il software sul sistema. In questo capitolo si spiega come ottenere informazioni da un pacchetto, aggiornare il database dei pacchetti, installare/rimuovere/aggiornare il software e altro...

Ricerca del software La ricerca dei titoli software attraverso l'albero del Portage si esegue utilizzando la funzione di ricerca di emerge. Di default emerge search restituisce i nomi dei pacchetti i cui titoli corrispondono (per intero o parzialmente) a quelli forniti per la ricerca. Per esempio, dovendo cercare tutti i pacchetti che hanno "pdf" nel loro nome:
Esempio4: Cercare i pacchetti che contengono pdf nel nome

$ emerge search pdf

Se si vuole cercare attraverso la descrizione si pu usare l'opzione --searchdesc ( o -S):


Esempio5: Cercare i pacchetti che contengono pdf nella descrizione

$ emerge --searchdesc pdf

Da uno sguardo all'output si nota che vengono fornite diverse informazioni. I campi sono chiaramente identificati cos che non saranno esaminati:
Esempio6: Esempio dell'output di emerge search

net-print/cups-pdf Latest version available: 1.5.2 Latest version installed: [ Not Installed ] Size of downloaded files: 15 kB Homepage: http://cip.physik.uni-wuerzburg.de/~vrbehr/cups-pdf/ Description: Provides a virtual printer for CUPS to produce PDF files. License: GPL-2

Installazione del software Una volta trovato il titolo del software che interessa, lo si pu facilmente installare con emerge facendolo seguire dal nome del pacchetto. Per esempio, per installare gnumeric:
Esempio7: Installare gnumeric

# emerge gnumeric

Dato che molte applicazioni dipendono da altre ogni tentativo di installare certi pacchetti software potrebbe portare all'installazione di alcuni pacchetti aggiuntivi. Se si vuol sapere cosa

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verr installato dal Portage quando viene richiesta un'installazione, si deve aggiungere l'opzione -pretend. Per esempio:
Esempio8: Fingere di installare gnumeric

# emerge --pretend gnumeric

Quando si chiede al Portage di installare un pacchetto, verr scaricato il codice sorgente necessario da internet e memorizzato di default in /usr/portage/distfiles. Il pacchetti verr quindi scompresso, compilato e installato. Se si vuole che Portage scarichi solo i sorgenti senza installarli, si aggiunga al comando emerge l'opzione --fetchonly:
Esempio9: Scaricare il codice sorgente di gnumeric

# emerge --fetchonly gnumeric

Rimozione del software Se si vuole rimuovere un pacchetto dal sistema, usare emerge unmerge. Questo comando rimuover tutti i file installati dal pacchetto eccetto i file di configurazione che sono stati alterati dopo l'installazione. In questo modo si permette di continuare a lavorare con il pacchetto nel caso si decidesse di installarlo nuovamente. Attenzione: Portage non controller se il pacchetto che si vuole rimuovere sia richiesto da un altro pacchetto. Verr solo emesso un avviso del fatto che la rimozione di pacchetti importanti potrebbe danneggiare il sistema.
Esempio10: Rimozione di gnumeric

# emerge unmerge gnumeric

Quando si rimuove un pacchetto dal sistema, le sue dipendenze saranno lasciate. Per far trovare al Portage tutte le dipendenze che potrebbero essere rimosse, usare la funzionalit depclean di emerge. Se ne parler in seguito. Aggiornare il software Per mantenere il sistema in perfetta forma (e non solo con gli ultimi aggiornamenti sulla sicurezza) si dovr mantenere aggiornato il sistema regolarmente. Dato che Portage controlla gli ebuild dell'albero del Portage si dovr prima aggiornare l'albero. Quindi, si potr aggiornare il sistema con emerge --update world:
Esempio11: Aggiornare il sistema

# emerge --update world

Portage cercher quindi le nuove versioni delle applicazioni installate. Verranno comunque verificate solo le versioni per le applicazioni che si sono esplicitamente installate e non le dipendenze. Se si vuole aggiornare ogni singolo pacchetto del sistema, occorre aggiungere l'argomento --deep:
Esempio12: Aggiornare l'intero sistema

# emerge --update --deep world

Se stato alterato qualche USE flag si pu aggiungere l'opzione --newuse. Portage verificher se la modifica richiede l'installazione di nuovi pacchetti o la ricompilazione di quelli esistenti:
Esempio13: Eseguire un aggiornamento completo

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# emerge --update --deep --newuse world

Pseudo pacchetti Alcuni pacchetti presenti nell'albero del Portage non hanno un contenuto reale ma sono usati per installare una collezione di pacchetti. Per esempio, il pacchetto kde installa un ambiente KDE sul sistema ricercando tra i vari pacchetti legati al KDE come dipendenze. La rimozione di un tale pacchetto dal sistema usando emerge unmerge, non avr successo dato che le numerose dipendenze rimarranno sul sistema. Portage ha anche la funzionalit di rimozione delle dipendenze orfane, ma dato che la disponibilit del software dinamicamente dipendente, occorre prima aggiornare completamente l'intero sistema, includendo, se ci sono state, le modifiche alle flag USE. Quindi sar possibile eseguire emerge depclean per rimuovere le dipendenze orfane. Fatto ci, ci sar bisogno di ricompilare le applicazioni che erano dinamicamente linkate al software rimosso ma non pi richiesto. Tutto ci pu essere fatto con un seguenti tre comandi:
Esempio14: Rimozione delle dipendenze orfane

# emerge --update --deep --newuse world # emerge depclean # revdep-rebuild

revdep-rebuild viene provveduto col pacchetto gentoolkit, che deve essere quindi emerso

prima:
Esempio15: Installazione del pacchetto gentoolkit

# emerge gentoolkit

2.d.

Errori durante l'uso del Portage

Slot, virtualit, branche, architetture e profili Portage estremamente potente e supporta molte caratteristiche che altri gestori di software omettono. Si vedranno ora altri aspetti del Portage senza andare troppo nei dettagli. Portage permette la coesistenza di differenti versioni dello stesso pacchetto. A differenza di altre distribuzioni che tendono a chiamare i propri pacchetti con le versioni (come freetype e freetype2), Portage usa una tecnica chiamata SLOT. Un ebuild dichiara un certo SLOT per le proprie versioni. Ebuild con SLOT differenti possono coesistere sullo stesso sistema. Per esempio, il pacchetto freetype ha un ebuild con SLOT="1" e SLOT="2". Ci sono anche pacchetti che provvedono la stessa funzionalit ma con un'implementazione diversa. Per esempio, metalogd, sysklogd e syslog-ng, tutti gestori di eventi di sistema. Applicazioni che fanno assegnamento sulla disponibilit di un gestore di eventi di sistema, non possono dipendere da uno in particolare. Per esempio, metalogd, come altri sistemi di gestione di eventi, sono tutti un'ottima scelta. Portage permette l'uso di virtualit: ogni sistema di gestione degli eventi provvede un virtual/syslog in modo tale che le applicazioni possano dipendere da tale virtual/syslog. Il software all'interno dell'albero del Portage, pu risiedere in differenti branche. Di default il sistema accetta solo pacchetti che Gentoo giudica stabili. Molti nuovi software una volta raccomandati, vengono aggiunti ad una branca di test, il che significa che sar necessario procedere ad ulteriori verifiche prima di marcarli come stabili. Anche se gli ebuild per tali software sono presenti nell'albero del Portage, non vengono aggiornati prima di raggiungere la branca stabile.

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Alcuni software sono disponibili solo per alcune architetture. Oppure il software non gira su altre architetture o ha necessit di essere ulteriormente testato o gli sviluppatori che raccomandano il software non sono in grado di verificare se il pacchetto gira su differenti architetture. Ogni installazione di Gentoo aderisce ad un certo profilo che contiene tra le altre informazioni, la lista dei pacchetti che sono richiesti affinch un sistema funzioni normalmente. Pacchetti bloccati
Esempio16: Portage avverte circa i pacchetti bloccati (con --pretend)

[blocks B

] gnome-base/bonobo-activation (from pkg gnome-base/libbonobo-2.4.0)

Esempio17: Portage avverte circa i pacchetti bloccati (senza --pretend)

!!! Error: the gnome-base/bonobo-activation package conflicts with another package. !!! both can't be installed on the same system together. !!! Please use 'emerge --pretend' to determine blockers.

Gli ebuild contengono specifici campi che informano il Portage sulle dipendenze. Ci sono due possibili dipendenze: dipendenze in fase di compilazione dichiarate in DEPEND e dipendenze per l'esecuzione dichiarate in RDEPEND. Quando una di queste dipendenze marca un pacchetto o un virtuale come non compatibile, questo viene bloccato. Per correggere il blocco, si pu scegliere tra il non installare il pacchetto o rimuovere prima il pacchetto che causa il conflitto. Nel precedente esempio si pu scegliere tra il non installare libbonobo o rimuovere prima bonobo-activation. Pacchetti mascherati
Esempio18: Portage avverte circa i pacchetti mascherati

!!! all ebuilds that could satisfy "bootsplash" have been masked.

Esempio19: Portage avverte circa i pacchetti mascherati - la ragione

!!! possible candidates are: gnome-base/gnome-2.8.0_pre1 (masked by: ~x86 keyword) lm-sensors/lm-sensors-2.8.7 (masked by: -sparc keyword) sys-libs/glibc-2.3.4.20040808 (masked by: -* keyword) dev-util/cvsd-1.0.2 (masked by: missing keyword) media-video/ati-gatos-4.3.0 (masked by: package.mask) sys-libs/glibc-2.3.2-r11 (masked by: profile)

Quando si desidera installare un pacchetto che non disponibile per il nostro sistema, si ricever un errore di pacchetto mascherato. Si dovr quindi installare un'applicazione differente disponibile per il nostro sistema oppure aspettare finch il pacchetto divenga disponibile. C' sempre una ragione perch un pacchetto viene mascherato:
q

~arch keyword significa che l'applicazione non stata sufficientemente testata per essere inserita nella branca stabile. Aspettare alcuni giorni o alcune settimane e provare nuovamente. -arch keyword o -* keyword significa che l'applicazione non funziona sulla nostra architettura. Se si crede che il pacchetto giri, aprire un bug sul bugzilla di Gentoo. missing keyword significa che l'applicazione non ancora stata testata sulla nostra architettura. Chiedere al gruppo che si occupa del porting per l'architettura di testare il pacchetto o testarlo per loro e riportare i risultati sul bugzilla di Gentoo. package.mask significa che il pacchetto corrotto, instabile o difettoso ed stato deliberatamente marcato come non-usare. profile significa che il pacchetto non stato trovato appropriatamente nel vostro profilo. Le applicazioni potrebbero danneggiare il sistema se installate o sono solo non compatibili col profilo in uso.

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Dipendenze omesse
Esempio20: Portage avverte circa le dipendenze omesse

emerge: there are no ebuilds to satisfy ">=sys-devel/gcc-4.2-r4". !!! Problem with ebuild sys-devel/gcc-3.4.2-r2 !!! Possibly a DEPEND/*DEPEND problem.

L'applicazione che si sta provando ad installare dipende da un altro pacchetto che non disponibile per il sistema. Controllare su bugzilla se la cosa segnalata altrimenti la si pu riportare. A meno che non si stia mescolando le branche, questo non dovrebbe accadere ed perci un bug. Nomi di ebuild ambigui
Esempio21: Portage avverte circa l'ambiguit di nomi di ebuild

!!! The short ebuild name "aterm" is ambiguous. Please specify !!! one of the following fully-qualified ebuild names instead: dev-libs/aterm x11-terms/aterm

L'applicazione che si vuole installare ha un nome che corrisponde con un altro pacchetto. Occorre specificare la categoria. Portage informa sulle scelte possibili. Dipendenze circolari
Esempio22: Portage avverte circa le dipendenze circolari

!!! Error: circular dependencies: ebuild / net-print/cups-1.1.15-r2 depends on ebuild / app-text/ghostscript-7.05.3-r1 ebuild / app-text/ghostscript-7.05.3-r1 depends on ebuild / net-print/cups-1.1.15-r2

Due (o pi) pacchetti che si vuole installare dipendono l'uno dall'altro e non possono perci essere installati. Questo probabilmente un bug del Portage. Provare ad eseguire un rsync e provare nuovamente. Si pu anche controllare su bugzilla se un caso conosciuto oppure no, nel qual caso lo si pu riportare. Scaricamento non riuscito
Esempio23: Portage avverte circa un download non riuscito

!!! Fetch failed for sys-libs/ncurses-5.4-r5, continuing... (...) !!! Some fetch errors were encountered. Please see above for details.

Portage non riuscito a scaricare i sorgenti per una data applicazione e prover a proseguire con l'installazione delle altre applicazioni se ci sono. Questo problema pu essere causato da un mirror che non stato sincronizzato appropriatamente o perch l'ebuild punta ad una locazione incorretta. Il server dove risiedono i sorgenti potrebbe anche non essere disponibile per qualche ragione. Riprovare dopo un'ora e vedere se la situazione persiste. Protezione dei profili di sistema
Esempio24: Portage avverte circa la protezione dei profili

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Gentoo Linux Documentation -- Portage e software


!!! Trying to unmerge package(s) in system profile. 'sys-apps/portage' !!! This could be damaging to your system.

Si richiesto la rimozione di un pacchetto che fa parte del core del sistema. Tale pacchetto listato nel vostro profile come richiesto e dovrebbe perci non essere rimosso dal sistema.

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Gentoo Linux Documentation -- Caratteristiche di Portage

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

3. Caratteristiche di Portage
Indice:
q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione

Caratteristiche di Portage Compilazione Distribuita Compilazione caching Supporto per pacchetti binari

3.a.

Caratteristiche di Portage

Portage ha molte altre caratteristiche che rendono Gentoo ancora migliore. Molte di queste comprendono tool software che migliorano le prestazioni, l'affidabilit, la sicurezza, ... Per abilitare o disabilitare alcune caratteristiche di Portage, bisogna modificare la variabile FEATURES di /etc/make.conf. In molti casi si devono installare ulteriori tool sui quali sono basate le caratteristiche. Non sono elencate qui tutte le caratteristiche che Portage supporta. Per una descrizione completa si veda la manpage make.conf:
Esempio1: Vedere la manpage make.conf

$ man make.conf

Per scoprire quali sono le caratteristiche di default, eseguire emerge info e cercare la variabile FEATURES o eseguire un grep:
Esempio2: Scoprire quali caratteristiche sono gi impostate

Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

$ emerge info | grep FEATURES

3.b.

Compilazione Distribuita

Usare distcc
distcc un programma per distribuire la compilazione su diverse macchine, non necessariamente identiche, su una rete. Il client distcc trasmette tutte le informazioni necessarie ai server distcc che vengono resi disponibili tramite l'esecuzione di distccd, in modo

che possano compilare parte del codice sorgente per il client. Il risultato un tempo di compilazione inferiore.

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Gentoo Linux Documentation -- Caratteristiche di Portage

E' possibile trovare pi informazioni su distcc (e informazioni su come deve funzionare con Gentoo) nella nostra Documentazione Gentoo su distcc. Installare distcc

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione

Distcc include un tool grafico per tenere sotto controllo i task che il computer sta inviando per la compilazione. Se si usa Gnome si inserisca 'gnome' nella variabile USE. Se non si usa Gnome e Joshua Kinard Redazione si desidera comunque utilizzare il monitor, si inserisca 'gtk' nella variabile USE.
Esempio3: Installare distcc

Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione

# emerge distcc

Attivare il supporto di Portage

Aggiungere distcc alla variabile FEATURES in /etc/make.conf. Modificare la variabile MAKEOPTS Lars Weiler a proprio piacimento. In "-jX" la X il numero di CPU che eseguono distccd (incluso l'host Contributi attuale) pi uno, ma si potrebbero avere migliori risultati con altri numeri. Eseguire distcc-config e impostare la lista di server distcc disponibili. Per esempio si assume che i server distcc disponibili sono 192.168.1.102 (l'host attuale), 192.168.1.103 and 192.168.1.104 (due host remoti):
Esempio4: Configurare distcc per usare tre server disponibili DistCC

Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Il sistema Portage di Gentoo mette a disposizione diverse caratteristiche di personalizzazione, come il tempo di compilazione. Questo capitolo illustra le attuali possibilit.

# distcc-config --set-hosts "192.168.1.102 192.168.1.103 192.168.1.104"

Non dimenticarsi di eseguire anche il demone distccd:


Esempio5: Avviare il demone distccd

# rc-update add distccd default # /etc/init.d/distccd start

3.c.

Compilazione caching

Cosa ccache
ccache un veloce compilatore di cache. Dopo aver compilato un programma, esso

immagazzina i risultati intermedi, in modo che se si dovesse ricompilare lo stesso programma, il tempo di compilazione sia notevolmente ridotto. Nelle compilazioni comuni, il tempo di compilazione risulta di 5-10 volte pi veloce. Per maggiori informazioni su ccache, possibile consultare la homepage di ccache. Installare ccache Per installare ccache, eseguire emerge ccache:
Esempio6: Installare ccache

# emerge ccache

Attivare il supporto di Portage Aprire /etc/make.conf e aggiungere ccache alla variabile FEATURES. Poi, aggiungere una nuova
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Gentoo Linux Documentation -- Caratteristiche di Portage

variabile chiamata CCACHE_SIZE e impostarla a "2G":


Esempio7: Editare CCACHE_SIZE in /etc/make.conf

CCACHE_SIZE="2G"

Per controlare se ccache funziona, si possono vedere le statistiche:


Esempio8: Esaminare le statistiche di ccache

# ccache -s

Usare ccache per la compilazione di C non-Portage Se si desidera usare ccache per compilazioni non-Portage, si aggiunga /usr/lib/ccache/bin all'inizio della variabile PATH (prima di /usr/bin). Pu essere fatto modificando /etc/env.d/00basic:
Esempio9: Modificare /etc/env.d/00basic

PATH="/usr/local/bin:/opt/bin:/usr/lib/ccache/bin"

3.d.

Supporto per pacchetti binari

Creare pacchetti precompilati Portage supporta l'installazione di pacchetti precompilati. Anche se Gentoo non fornisce pacchetti precompilati (tranne GRP), Portage pu essere informato dei pacchetti precompilati. Per creare un pacchetto precompilato si pu usare quickpkg se il pacchetto gi installato sul sistema, o emerge con le opzioni --buildpkg o --buildpkgonly. Se si desidera che Portage crei pacchetti precompilati di ogni singolo pacchetto che si installa, aggiungere buildpkg alla variabile FEATURES. Supporto pi esteso per le impostazioni sui pacchetti precompilati pu essere ottenuto con il

catalyst. Per ulteriori informazioni sul catalyst leggere Catalyst Reference Manual e Catalyst

Howto. Installare pacchetti precompilati Anche se Gentoo non li fornisce, si pu creare un repository centrale dove mettere i pacchetti precompilati. Se si desidera usare questo repository, si deve far puntare la variabile PORTAGE_BINHOST ad esso. Per esempio, se i pacchetti precompilati sono su ftp://buildhost/gentoo:
Esempio10: Impostare PORTAGE_BINHOST in /etc/make.conf

PORTAGE_BINHOST="ftp://buildhost/gentoo"

Quando si desidera installare un pacchetto precompilato, si deve aggiungere l'opzione -getbinpkg al comando emerge accanto all'opzione --usepkg. Il primo (--getbinpkg) dice a emerge di scaricare il pacchetto precompilato dal server precedentemente definito mentre il secondo (--usepkg) chiede a emerge di cercare di installare il pacchetto precompilato prima di scaricare i sorgenti e compilarlo.

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Gentoo Linux Documentation -- Caratteristiche di Portage

Per esempio, per installare gnumeric con i pacchetti precompilati:


Esempio11: Installare il pacchetto precompilato gnumeric

# emerge --usepkg --getbinpkg gnumeric

Pi informazioni sulle opzioni di emerge con i pacchetti precompilati possono essere trovate nella manpage emerge:
Esempio12: Vedere manpage emerge

$ man emerge

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Gentoo Linux Documentation -- Controllare il comportamento di Portage

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

4. Controllare il comportamento di Portage


Indice:
q q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC

Protezione dei file di configurazione Opzioni di rete Posizioni delle directory Altre opzioni di Portage Risorse

4.a.

Protezione dei file di configurazione

Protezione

Portage riconosce il concetto di "file protetti". Ci significa che quando si aggiorna il software, alcuni file non saranno sovrascritti con le versioni pi nuove, ma si viene informati dell'esistenza John P. Davis di versioni pi aggiornate. Questo molto utile per i file di configurazione (i file che sono in Redazione /etc).

Pierre-Henri Jondot Redazione

Invece di sovrascrivere i file, si crea un nuovo file chiamato ._cfg0000_<nome>, se <nome> il Eric Stockbridge nome del file originale. Spetta all'utente unire le differenze tra il nuovo file e il file gi presente. Redazione Per facilitare questo procedimento, si pu usare il comando etc-updatedi cui si tratta in seguito. Dichiarare CONFIG_PROTECT Portage non pu proteggere un singolo file. Pu invece proteggere intere directory. La variabile
Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

CONFIG_PROTECT elenca tutte le directory protette. Sono protette anche tutte le sottodirectory delle directory elencate. La variabile CONFIG_PROTECT definita in /etc/make.globals, ma se si desidera cambiarla, si dovrebbe dichiararla in /etc/make.conf (per mantenere centralizzare la configurazione, si usa /etc/make.conf per tutta la configurazione di Portage).
Esempio1: Un esempio di impostazione di CONFIG_PROTECT

CONFIG_PROTECT="/etc /usr/share/config /usr/kde/3.1/share/config"

Se si desidera proteggere una directory, ma non tutte le sue sottodirectory, si possono rendere queste ultime non protette elencandole nella variabile CONFIG_PROTECT_MASK, che ha anche un valore di default dichiarato in /etc/make.globals, ma che pu essere cambiato, dichiarandolo in /etc/make.conf:
Esempio2: Un esempio di setting di CONFIG_PROTECT_MASK

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Gentoo Linux Documentation -- Controllare il comportamento di Portage


CONFIG_PROTECT_MASK="/etc/init.d"

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione

Ulteriori informazioni sulla protezione dei file di configurazione, possono essere trovate nell'aiuto Erwin Redazione online di emerge:
Esempio3: Informazioni sulla protezione dei file di configurazione

Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione

# emerge --help config

etc-update
etc-update un tool che aiuta ad integrare i file ._cfg0000_<name>. Fornisce un procedimento di

integrazione interattivo e pu anche integrare automaticemente i cambiamenti non importanti. Eseguire etc-update molto facile:
Esempio4: Eseguire etc-update

# etc-update

Dopo aver effettuato l'integrazione dei cambiamenti banali, viene elencata una lista di file protetti che sono in attesa di aggiornamento. Infine si presantano le possibili opzioni:
Esempio5: Opzioni di etc-update

Enrico Morelli Traduzione Sommario: E' possibile migliorare Portage in base alle proprie necessit e al proprio ambiente, ad esempio come proteggere i file, selezionare i mirror, cambiare posizioni alle directory e altro.

Please select a file to edit by entering the corresponding number. (-1 to exit) (-3 to auto merge all remaining files) (-5 to auto-merge AND not use 'mv -i'):

Se si preme -1, etc-update si chiude senza aver effettuato nessun cambiamento. Se si preme -3 o -5, tutti i file di configurazione elencati vengono sovrascritti con le versioni pi nuove. Quindi molto importante selezionare prima i file di configurazione che non dovrebbero essere aggiornati automaticamente. Per selezionare i file, si deve premere il numero alla sinistra del file di configurazione. Come esempio si seleziona il file di configurazione /etc/pear.conf:
Esempio6: Aggiornare uno specifico file di configurazione

Beginning of differences between /etc/pear.conf and /etc/._cfg0000_pear.conf [...] End of differences between /etc/pear.conf and /etc/._cfg0000_pear.conf 1) Replace original with update 2) Delete update, keeping original as is 3) Interactively merge original with update 4) Show differences again

Ora si possono vedere le differenze tra i due file. Se si pensa che il file di configurazione aggiornato possa essere usato senza problemi, premere 1. Se si pensa che non necessario aggiornare il file di configurazione, o che non siano fornite informazioni nuove o utili, premere 2. Se si desidera aggiornare interattivamente l'attuale file di configurazione, premere 3. In questo contesto non utile approfondire l'integrazione interattivo. Per completezza, si elencano i comandi che si possono usare. Venono presentate due righe (quella originale e quella nuova) e un prompt in cui si pu inserire uno dei seguenti comandi:
Esempio7: Comandi disponibili per il merging interattivo

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ed: eb: el: er: e: l: r: s: v: q: Modifica e utilizzo di entrambe le versioni, ciascuna con un header Modifica e utilizzo di entrambe le versioni Modifica e utilizzo della versione a sinistra Modifica e utilizzo della versione a destra Creazione di una nuova versione Utilizzo della versione di sinistra Utilizzo della versione di destra Inclusione automatica delle linee comuni Inclusione esplicita delle linee comuni Uscita.

Dopo aver finito di aggiornare i file di configurazione importanti, si pu aggiornare automaticamente tutti gli altri file di configurazione. etc-update si chiude quando non trova nessun altro file di configurazione da aggiornare.

4.b.

Opzioni di rete

Mirror Dato che Gentoo sta diventando sempre pi popolare, notevolmente apprezzato l'uso dei mirror. Portage usa tre variabili per i mirror: la prima per i mirror rsync (i quali sono usati per sincronizzare il Portage Tree), la seconda per il mirror distfile (il quale usato per scaricare il codice sorgente), la terza per i mirror di pacchetti precompilati. Tutti i possibili mirror distfile sono elencati nella Pagina dei mirror Gentoo. Inoltre si pu usare mirrorselect per semplificare l'impostazione dei mirror nel sistema. La variabile SYNC contiene una lista di mirror rsync che si desidera usare. Per esempio, per usare come prima scelta rsync://rsync.namerica.gentoo.org/gentoo-portage, e come seconda rsync://rsync.samerica.gentoo.org/gentoo-portage, si dovrebbe definirli cos in /etc/make.conf:
Esempio8: Definire SYNC in /etc/make.conf

SYNC="rsync://rsync.namerica.gentoo.org/gentoo-portage rsync://rsync.samerica.gentoo.org/gentoo-portage"

La variabile GENTOO_MIRRORS contiene una lista di mirror distfiles che si desidera usare. Per esempio, per usare come prima scelta ftp://ibiblio.org/pub/Linux/distributions/gentoo, e come seconda http://www.gtlib.cc.gatech.edu/pub/gentoo, si dovrebbe definirli cos in /etc/make.conf:
Esempio9: Definire GENTOO_MIRRORS in /etc/make.conf

GENTOO_MIRRORS="ftp://ibiblio.org/pub/Linux/distributions/gentoo http://www.gtlib.cc.gatech.edu/pub/gentoo"

La variabile PORTAGE_BINHOST contiene una lista di mirror di pacchetti precompilati che si desidera usare. Per esempio, per usare ftp://login:pass@grp.mirror.site/pub/grp/i686/athlon-xp, si dovrebbe definirlo cos in /etc/make.conf:
Esempio10: Definire PORTAGE_BINHOST in /etc/make.conf

PORTAGE_BINHOST="ftp://login:pass@grp.mirror.site/pub/grp/i686/athlon-xp"

Mirrorselect Se si desidera usare mirrorselect, prima si deve installarlo (se non lo si gi fatto).

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Esempio11: Installare mirrorselect

# emerge mirrorselect

Si pu scegliere se mirrorselect seleziona automaticamente il miglior mirror, o se la selezione avviene manualmente da una lista. Per ulteriori informazioni su mirrorselect, eseguire mirrorselect dalla riga di comando - viene fornita una rapida descrizione di mirrorselect.
Esempio12: Eseguire mirrorselect

# mirrorselect

Download dei pacchetti Il programma con il quale Portage scarica i file di archivio pu essere specificato dall'impostazione delle variabili FETCHCOMMAND e RESUMECOMMAND. Ci sono molti esempi in /etc/make.conf e /etc/make.globals. Portage usa di default wget:
Esempio13: Default FETCHCOMMAND & RESUMECOMMAND

FETCHCOMMAND="/usr/bin/wget -t 5 --passive-ftp -P \${DISTDIR} \${URI}" RESUMECOMMAND="/usr/bin/wget -c -t 5 --passive-ftp -P \${DISTDIR} \${URI}"

La variabile ${DISTDIR} indica la posizione in cui sono salvati i file scaricati (/usr/portage/distfiles), mentre la variabile ${URI} indica il file che Portage deve scaricare. Dato che Portage usa di default wget, si pu configurarlo per usare i proxy, definendo le variabili di ambiente http_proxy e ftp_proxy. Si pu anche farlo in /etc/make.conf, ma consigliabile usare un approccio pi generale, poich le variabili http_proxy e ftp_proxy sono usate anche da altri tool (/etc/make.conf usato soltanto da Portage). Si legga il capitolo sulle Variabili di ambiente, per come dichiarare le variabili di ambiente di tutto il sistema. Configurare rsync
rsync usato da emerge sync per aggiornare il Portage tree. Le tre variabili usate da Portage per controllare il comportamento di rsync sono RSYNC_EXCLUDEFROM, RSYNC_RETRIES e RSYNC_TIMEOUT.

Un modo di "proteggere" le ebuilds dal venire aggiornati o rimossi da emerge sync quello di usare la variabile RSYNC_EXCLUDEFROM. La variabile impostata con il nome di un file usato da rsync per escludere alcuni file, di default /etc/portage/rsync_excludes. Non consigliabile usare questo metodo poich , se non si attenti, pu rompere le dipendenze. Si tratta pi avanti di PORTDIR_OVERLAY che il metodo raccomandato. Per ulteriori informazioni si legga la manpage di rsync.
Esempio14: La variabile RSYNC_EXCLUDEFROM

RSYNC_EXCLUDEFROM="/etc/portage/rsync_excludes"

Quando rsync non funziona, riprova un certo numero di volte prima di passare al prossimo server rsync disponibile. Il numero di tentativi definito da RSYNC_RETRIES, di default a 3:
Esempio15: La variabile RSYNC_RETRIES

RSYNC_RETRIES="3"

Se si sta usando un server rsync (molto) lento, rsync si chiude se non riceve traffico. I secondi che si devono aspettare prima di terminare, sono definiti dalla variabile RSYNC_TIMEOUT, di default
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a 180:
Esempio16: La variabile RSYNC_TIMEOUT

RSYNC_TIMEOUT="180"

4.c.

Posizioni delle directory

Introduzione Qualsiasi cosa di Portage configurabile, incluse le directory usate per le varie operazioni e i file necessari a Portage. Per cambiare la posizione di default (come definita in /etc/make.globals), si devono definire le variabili corrette in /etc/make.conf.
Attenzione: Se si cambia una variabile per puntare a una differente posizione, non si deve mai terminare il percorso con / !

Portage Tree La posizione del Portage tree definita nella variabile PORTDIR. Di default /usr/portage:
Esempio17: La variabile PORTDIR

PORTDIR="/usr/portage"

Se si desidera mantenere un Portage tree locale oltre a quello "ufficiale", si deve definire la variabile PORTDIR_OVERLAY. La posizione della directory elencata in questa variabile non interessata dalle azioni di emerge sync: gli ebuilds in queste posizioni non vengono aggiornati o rimossi, ma fanno comunque parte del Portage tree.
Esempio18: La variabile PORTDIR_OVERLAY

PORTDIR_OVERLAY="/usr/local/portage"

I Distfile La posizione dei pacchetti di codice sorgente scaricati (chiamati distfile) definita nella variabile DISTDIR. Di default ${PORTDIR}/distfiles:
Esempio19: La variabile DISTDIR

DISTDIR="${PORTDIR}/distfiles"

Pacchetti e RPM La posizione dei pacchetti precompilati definita nella variabile PKGDIR. Di default ${PORTDIR}/packages:
Esempio20: La variabile PKGDIR

PKGDIR="${PORTDIR}/packages"

La posizione degli RPM (alcuni pacchetti sono disponibili come RPM) definita nella variabile RPMDIR. Di default ${PORTDIR}/rpm:

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Esempio21: La variabile RPMDIR

RPMDIR="${PORTDIR}/rpm"

File temporanei di Portage Portage usa una posizione temporanea per compilare le suoe ebuild. Questa posizione definita nella variabile PORTAGE_TMPDIR. Di default /var/tmp:
Esempio22: La variabile PORTAGE_TMPDIR

PORTAGE_TMPDIR="/var/tmp"

Di default, Portage crea una directory portage in PORTAGE_TMPDIR. Questo dichiarato nella variabile BUILD_PREFIX:
Esempio23: La variabile BUILD_PREFIX

BUILD_PREFIX="${PORTAGE_TMPDIR}/portage"

Se si vuole cambiare la posizione, assicurarsi che questa directory temporanea sia su una partizione con una sufficiente quantit di spazio libero: durante la compilazione di grandi pacchetti, la directory pu crescere a 2 Gb e oltre! Logging
PORT_LOGDIR una variabile speciale e non impostata di default. Dopo averla definita, Portage

crea i log per ogni ebuild nella directory assegnata:


Esempio24: La variabile PORT_LOGDIR

PORT_LOGDIR="/var/log/portage"

4.d.

Altre opzioni di Portage

Nice value Portage supporta la compilazione con un nice-value differente (inteso come un valore di prioriet). Se si desidera che Portage compili pacchetti con un nice-value pi alto (rendendo il sistema pi sensibile durante il processo di compilazione, e un aumento del tempo di compilazione), si pu definire la variabile PORTAGE_NICENESS con un numero positivo:
Esempio25: La variabile PORTAGE_NICENESS

PORTAGE_NICENESS="3"

Pacchetti SLOT e cancellazione automatica In molte situazioni si desidera che siano disponibili sul sistema differenti versioni di un pacchetto (incluse le librerie). Portage supporta questo, definendo la variabile SLOT nelle ebuild. All'utente pu anche non interessare come funziona SLOT, ma importante sapere che supportato. Se si sta installando una versione pi nuova di un pacchetto, Portage controlla se la variabile pacchetti (il vecchio e il nuovo), Portage non modifica il pacchetto vecchio.

SLOT dichiarata per quel pacchetto. Se cos, e la variabile SLOT differente per entrambi i

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Se la variabile SLOT la stessa (come di solito accade), il pacchetto pi vecchio di default viene rimosso. Se un utente desidera interrompere questa rimozione, Portage lascia disponibili alcuni secondi. I secondi sono definiti nella variabile CLEAN_DELAY, di default a 5 secondi:
Esempio26: La variabile CLEAN_DELAY

CLEAN_DELAY="5"

Se non si desidera che Portage rimuova automaticamente le versioni pi vecchie, si pu impostare la variabile AUTOCLEAN a no:
Esempio27: La variabile AUTOCLEAN

AUTOCLEAN="no"

Variabili relative alla compilazione Alcune variabili sono state gi incontrate. Chi ha installato Gentoo conosce le variabili CHOST, CFLAGS e CXXFLAGS, usate dal compilatore per compilare e ottimizzare i pacchetti. Ulteriori informazioni su queste variabili si trovano nelle pagine di info di gcc, o online nei Manuali online di GCC.
Esempio28: Ottenere informazioni su CHOST, CFLAGS e CXXFLAGS

# info gcc (Selezionare "Invoking gcc") (Selezionare "Optimize options")

Se definita DEBUGBUILD, Portage non elimina i binari e le librerie per rendere il debug pi facile. Questo rallenta il sistema e aumenta la grandezza dei file.
Esempio29: La variabile DEBUGBUILD

# Non impostare a "false", eliminare la riga. Portage non controlla il valore, # ma solo che la variabile sia definita o meno DEBUGBUILD="true"

La variabile MAKEOPTS usata da make, un tool usato per facilitare la compilazione di un pacchetto. E' definita per dire a make di eseguire molte compilazioni simultaneamente (in special modo se si ha un sistema multi-CPU, o si sta usando distcc come descritto in precedenza). Per far si che make esegua tre compilazioni simultaneamente, impostare la variabile MAKEOPTS a j3:
Esempio30: La variabile MAKEOPTS

MAKEOPTS="-j3"

La variabile ROOT non dovrebbe essere impostata in /etc/make.conf, ma come una variabile di ambiente. Portage controlla questa variabile per vedere dove un pacchetto deve essere installato. Di default /. Come esempio, ecco come installare gnumeric in /mnt/gentoo invece che sul sistema:
Esempio31: La variabile ROOT

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# ROOT="/mnt/gentoo" emerge gnumeric

Formattazione output Di default, Portage colora il suo output per migliorare la leggibilit. Se non si desidera questo, impostare la variabile NOCOLOR a true:
Esempio32: La variabile NOCOLOR

NOCOLOR="true"

4.e.

Risorse

Man page Se si ha bisogno di un riferimento rapido su tutte le variabili elencate, si legga la man page di make.conf:
Esempio33: Consultare la man page di make.conf

# man make.conf

Esempi commentati Il file /etc/make.conf contiene molti commenti, inclusi esempi che si potrebbero trovare interessanti. La maggior parte degli utenti non aggiorna interattivamente /etc/make.conf e si dimentica gli aggiornamenti ai file. Si pu trovare l'ultimo file etc/make.conf nel CVS via web.

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Gentoo Linux Documentation -- Initscripts

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

5. Initscripts
Indice:
q q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione

Runlevels Lavorare con rc-update Configurare i servizi Scrivere Init Scripts Cambiare il comportamento del Runlevel

5.a.

Runlevels

Avviare il sistema All'avvio del sistema, ci sono molte scritte che scorrono e il testo il medesimo ad ogni avvio. La sequenza di tutte queste azioni viene chiamata boot sequence ed (pi o meno) definita staticamente. Per prima cosa, il boot loader carica l'imagine del kernel, definita nella configurazione in memoria, dopo di che dice alla CPU di eseguire il kernel. Quando il kernel caricato e in esecuzione, inizializza la struttura del kernel e i task e avvia il processo init. Questo processo si assicura che tutti i filesystem (definiti in /etc/fstab) siano montati e pronti per l'uso. Poi esegue alcuni script situati in /etc/init.d, che avviano i servizi necessari per un corretto avvio del sistema.

Alla fine, quando tutti gli scripts sono eseguiti, init attiva i terminali (nella maggior parte dei Jungmin Seo casi solo le console virtuali che sono nascoste in Alt-F1, Alt-F2, ecc.) attaccandogli un processo Redazione chiamato agetty. Questo processo per prima cosa si assicura che sia possibile eseguire il login Stoyan Zhekov su questi terminali eseguendo login.
Redazione

Init Scripts Ora init non esegue gli script in /etc/init.d casualmente. Inoltre, non lancia tutti gli script in /etc/init.d, ma solo quelli che gli stato detto di eseguire. Decide che script eseguire guardando in /etc/runlevels. Prima, init esegue tutti gli scripts da/etc/init.d che hanno un link simbolico in /etc/runlevels/boot. Solitamente, esegue gli scripts in ordine alfabetico, ma alcuni scripts

Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Redazione

hanno delle informazioni di dipendenze all'interno, che dicono al sistema che un altro script deve Jon Portnoy essere avviato prima che possa essere avviato.

Zack Gilburd Quando tutti gli script refenziati in /etc/runlevels/boot sono stati eseguiti, init continua Redazione eseguendo gli script che hanno un link simbolico in /etc/runlevels/default. Ancora, usa l'ordine

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Gentoo Linux Documentation -- Initscripts

alfabetico per decidere che script avviare prima, a meno che lo script non abbia dipendenze, nel Jack Morgan Redazione qual caso l'ordine viene cambiato per fornire una valida sequenza di boot. Come lavora init Certamente init non decide tutto da solo. Ha bisogno di un file di configurazione che specifica quali azioni debba eseguire. Questo file di configurazione /etc/inittab.
Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione

/etc/inittab:

La prima azione di init di montare tutti i filesystems. Questo definito nella seguente linea di Grant Goodyear

Esempio1: La linea di inizializzazione del sistema in /etc/inittab

si::sysinit:/sbin/rc sysinit

Questa linea dice a initche deve eseguire /sbin/rc sysinit per inizializzare il sistema. Lo script /sbin/rc si occupa dell'inzializzazione, init infatti non fa molto -- esso delega altri task come Lars Weiler l'inizializzazione del sistema a un'altro processo. Contributi In secondo luogo init esegue gli scripts che hanno un link in /etc/runlevels/boot. Questo definito dalla seguente linea:
Esempio2: Inizializzazione del sistema, continua

Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Gentoo usa un formato speciale di initscript che, tra le altre caratteristiche, permette risoluzioni guidate delle dipendenze e initscript virtuali. Questo capitolo spiega tutti questi aspetti e spiega come utilizzare questi script.

rc::bootwait:/sbin/rc boot

Ancora lo script rc provvede ai task necessari. Notare che l'opzione passata a rc (boot) la stessa della sottodirectory /etc/runlevels. Ora init controlla il suo file di configurazione per vedere quale runlevel deve eseguire. Per deciderlo, legge la seguente linea da /etc/inittab:
Esempio3: La linea initdefault

id:3:initdefault:

In questo caso (che la maggioranza di utenti Gentoo usa), l'id del runlevel 3. Usando questa informazione, init vede che deve avviare il runlevel 3:
Esempio4: La definizione del runlevel

l0:0:wait:/sbin/rc shutdown l1:S1:wait:/sbin/rc single l2:2:wait:/sbin/rc nonetwork l3:3:wait:/sbin/rc default l4:4:wait:/sbin/rc default l5:5:wait:/sbin/rc default l6:6:wait:/sbin/rc reboot

La linea che definisce il livello 3, ancora, usa lo script rc per avviare il servizio (ora con argomento default). L'argomento di rc ancora lo stesso della sottodirectory in /etc/runlevels. Quando rc ha finito, init decide quale console virtuale attivare e quali comandi devono essere esguiti su ciascuna console:
Esempio5: Definizione delle console virtuali

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Gentoo Linux Documentation -- Initscripts


c1:12345:respawn:/sbin/agetty c2:12345:respawn:/sbin/agetty c3:12345:respawn:/sbin/agetty c4:12345:respawn:/sbin/agetty c5:12345:respawn:/sbin/agetty c6:12345:respawn:/sbin/agetty 38400 38400 38400 38400 38400 38400 tty1 tty2 tty3 tty4 tty5 tty6 linux linux linux linux linux linux

Cos' un runlevel?
Init usa uno schema numerico per decidere quale runlevel attivare. Un runlevel uno stato nel

quale il sistema viene avviato e contiene una collezione di scripts (runlevel script o initscripts) che devono essere eseguiti quando si entra o si lascia un runlevel. In Gentoo, ci sono sette runlevel definiti: tre runlevel interni, e quattro runlevel definiti dall'utente. I runlevel interni si chiamano sysinit, shutdown ereboot e fanno esattamente quello che i nomi implicano: inizializzano il sistema, spengono il sistema e riavviano il sistema. I runlevel definiti dall'utente sono delle sottodirectory di /etc/runlevels: boot, default, nonetwork e single. Il runlevel boot avvia tutti i servizi necessari al sistema che tutti gli altri runlevel usano. I rimanenti tre differiscono per i servizi avviati: default viene usato per le operazioni di tutti i giorni, nonetwork usato in caso non sia necessaria alcuna connettivit, e single viene usato per riparare il sistema. Lavorare con gli script di Init Gli script che il processo rc avvia sono chiamati init script. Ogni script in /etc/init.d pu essere eseguito con gli argomenti start, stop, restart, pause, zap, status, ineed, iuse, needsme, usesme o broken. Per avviare, fermare o riavviare un servizio (e tutti i servizi dipendenti), vengono usati start,
stop e restart:
Esempio6: Avviare Postfix

# /etc/init.d/postfix start

Nota: Solo i servizio necessari al servizio dato saranno fermati o riavviati. Gli altri servizi dipendenti (quelli che usa ma non gli sono necessari) non vengono toccati.

Per fermare un servzio, ma non i servizi che dipendono da lui si pu usare l'argomento pause:
Esempio7: Fermare Postfix ma mantenere in esecuzione i servizi dipendenti

# /etc/init.d/postfix pause

Per vedere un servizio in che stato si trova (started, stopped, paused, ...) si pu usare l'argomento status:
Esempio8: Informazioni di stato per postfix

# /etc/init.d/postfix status

Se le informazioni di stato dicono che un servizio in esecuzione, ma non cos, si pu fare il reset delle informazioni di stato a "stopped" con l'argomento zap:
Esempio9: reset delle informazioni di stato per postfix

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Gentoo Linux Documentation -- Initscripts


# /etc/init.d/postfix zap

Per sapere quali dipendenze ha un servizio si pu usare iuse o ineed. Con ineed vengono mostrati i servizi veramente necessari per il corretto funzionamento del servizio. iuse invece mostra i servizi che vengono usati ma non sono necessari al servizio per il corretto funzionamento.
Esempio10: Richiedere la lista di tutti i servizi da cui Postfix dipende

# /etc/init.d/postfix ineed

In modo simile si pu chiedere la lista dei servizi che dipendono da lui (needsme) o possono usarlo
Esempio11: Richiedere la lista dei servizi che richiedono Postfix

# /etc/init.d/postfix needsme

Infine, si possono chiedere quali dipendenze che sono mancanti richiede un servizio:
Esempio12: Richiedere la lista delle dipendenze mancanti per Postfix

# /etc/init.d/postfix broken

5.b.

Lavorare con rc-update

Cos' rc-update? Il sistema di init in Gentoo usa un albero di dipendenze per decidere quali dipendenze vanno avviate prima. Essendo un task tedioso da eseguire manualmente c' un tool che rende semplice l'amministrazione dei runlevel e init scripts. Con rc-update si possono aggiungere e rimuovere init scripts da un runlevel. Il tool rc-update automaticamente interroga depscan.sh per ricostruire l'albero delle dipendenze. Aggiungere e rimuovere servizi Lo script rc-update richiede un secondo argomento che definisce l'azione: add, del o show. Per aggiungere o rimuovere un'init script, bisogna passare a rc-update l'argomento add o del, seguito dallo script di init e dal runlevel. Per esempio:
Esempio13: Rimuovere Postfix dal runlevel default

# rc-update del postfix default

Il comando rc-update show mostra tutti gli script init disponibili e in quale runlevel vengono eseguiti:
Esempio14: Ricevere informazioni sugli init script

# rc-update show

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5.c.

Configurare i servizi

Perch una configurazione extra? Gli Init scripts possono essere complessi. Qui non si interessati a far modificare direttamente gli init script, dato che sono piuttosto proni a errori. E' comunque importante saper configurare bene un servizio. Ad esempio per per dare pi opzioni al servizio stesso. Un secondo motivo di avere la configurazione al di fuori dell'init script per aggiornare gli init scripts senza preoccuparsi di perdere i cambiamenti alla configurazione. La directory /etc/conf.d Gentoo fornisce un modo semplice per configurare i servizi: ogni init script che pu esser configurato ha un file in /etc/conf.d. Per esempio, l'init script di apache2 (chiamato /etc/init.d/apache2) ha un file di configurazione chiamato /etc/conf.d/apache2, che contiene le opzioni che volete dare al server Apache 2 quando viene avviato:
Esempio15: Variabili definite in /etc/conf.d/apache2

APACHE2_OPTS="-D PHP4"

I file di configurazione contengono variabili e solo quello (tipo /etc/make.conf), e rendono davvero facile configurare un servizio. Permettono inoltre di aggiungere molte informazioni sulle variabili (come commenti).

5.d.

Scrivere Init Scripts

E' necessario? No. Scrivere init script non solitamente necessario dato che Gentoo fornisce init scripts pronti all'uso per ogni servizio. Comunque, si potrebbe installare un servizio senza usare Portage, nel qual caso probabilmente necessario creare un init script. E' consigliabile non usare init script forniti dal servizio se non sono scritti esplicitamente per Gentoo: gli init scripts di Gentoo non sono compatibili con gli init scripts usati dalle altre distribuzioni! Layout Il layout di base di un init script mostrato sotto.
Esempio16: Layout di base di un init script

#!/sbin/runscript depend() { (Informazioni di dipendenza) } start() { (Comando necessario per avviare un servizio) } stop() { (Comando necessario per fermare un servizio) } restart() { (Comando necessario per riavviare un servizio) }

Ogni init script richiede che la funzione start() sia definita. Tutte le altre sezioni sono opzionali.

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Dipendenze Ci sono due tipi di dipendenze che possono essere definite: use e need. Come menzionato sopra, la dipendenza need pi restrittiva della dipendenza use. Secondo questo tipo di dipendenza si definisce il concetto di dipendenza virtuale. Una dipendenza virtual una dipendenza che fornisce un servizio, ma non fornita solo da quel servizio. L'init script pu dipendere da un system logger, ma ci sono molti system loggers disponibili (metalogd, syslog-ng, sysklogd, ...). Dato che non possibile mettere need per ognuno di loro (nessun sistema ha tutti questi system loggers installati e in esecuzione) ci si assicura che tutti questi servizi forniscano una dipendenza virtuale.
Esempio17: Informazioni di dipendenze per Postfix

depend() { need net use logger dns provide mta }

Il servizio postfix:
q

q q

richiede la dipendenza (virtuale) net(che fornita, per esempio, da /etc/init.d/net.eth0) usa la dipendenza (virtuale) logger (che fornita per esempio, da /etc/init.d/syslogng) usa la dipendenza (virtuale) dns (che fornita, per esempio da /etc/init.d/named) fornisce la dipendenza (virtuale) mta (che comune a tutti i mail server)

Controllare l'ordine In alcuni casi si potrebbe non aver bisogno di un servizio, ma si pu voler avviare un servizio

prima (o dopo) un'altro se disponibile sul sistema (notare il condizionale - questa non un'altra before o after.

dipendenza) e eseguirle nello stesso runlevel. Si possono fornire queste informazioni usando

Esempio18: La funzione depend() nel servizio Portmap

depend() { need net before inetd before xinetd }

Si pu anche usare "*" per selezionare tutti i servizi nello stesso runlevel, ma non consigliabile.
Esempio19: Eseguire un init script come primo script nel runlevel

depend() { before * }

Funzioni Standard Dopo la funzione depend(), necessario definire la funzione start(). Questa contiene tutti i comandi necessari ad inizializzare il servizio. E' consigliabile usare le funzioni ebegin e eend per informare l'utente su cosa sta accadendo:
Esempio20: Esempio di funzione start()

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start() { ebegin "Starting my_service" start-stop-daemon --start --quiet --exec /path/to/my_service eend $? }

Per maggiori esempi sulla funzione start(), si possono leggere i sorgenti degli init script disponibili in /etc/init.d. Per start-stop-daemon, disponibile un'eccellente man page per maggiori informazioni:
Esempio21: Ottenere la man page per start-stop-daemon

# man start-stop-daemon

Altre funzioni che si possono definire sono: stop() e restart(). Non si obbligati a definire queste funzioni! Il sistema di init abbastanza intelligente da inserire da solo queste funzioni se si usa start-stop-daemon. Aggiungere opzioni personalizzate Se si ha bisogno di maggiori opzioni negli init script, si pu aggiungere l'opzione alla variabile

opts, e creare una funzione con lo stesso nome dell'opzione. Per esempio, per il supporto di un'opzione chiamata restartdelay:
Esempio22: Aggiungere l'opzione restartdelay

opts="${opts} restartdelay" restartdelay() { stop() sleep 3 # Wait 3 seconds before starting again start() }

Variabili di configurazione dei servizi Non c' bisogno di aggiungere un file di configurazione in /etc/conf.d: se l'init script eseguito, vengono automaticamente processati i seguenti file (i.e. the variables are available to use):
q q q

/etc/conf.d/<vostro init script> /etc/conf.d/basic /etc/rc.conf

Inoltre, se l'init script fornisce una dipendenza virtuale (come net), viene processato anche il file associato a questa dipendenza (come /etc/conf.d/net).

5.e.

Cambiare il comportamento del Runlevel

Pu effettivamente essere utile? Molti utenti di portatili conoscono la situazione: a casa si ha bisgno di avviare net.eth0 ma non si vuole avviare net.eth0 quando si per strada (se non c' nessuna rete disponibile). Con Gentoo si pu alterare il comportamento del runlevel per venire incontro alle proprie esigenze. Per esempio si pu creare un secondo "default" runlevel nel quale eseguire il boot che altri init scripts assegnati. Si pu selezionare al momento del boot quale defalt runlevel usare. Usare SOFTLEVEL Per prima cosa, si crea la directory di runlevel per il secondo "default" runlevel. Per esempio per
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Gentoo Linux Documentation -- Initscripts

creare il runlevel offline:


Esempio23: Creare la directory di runlevel

# mkdir /etc/runlevels/offline

Aggiungere i necessari init scripts al nuovo runlevel creato. Per esempio, per avere una copia del corrente runlevel default ma senza net.eth0:
Esempio24: Aggiungere gli init scripts necessari

# ls /etc/runlevels/default acpid domainname local net.eth0 # rc-update add acpid offline # rc-update add domainname offline # rc-update add local offline # rc-update add syslog-ng offline # rc-update add vixie-cron offline

netmount

postfix

syslog-ng

vixie-cron

Ora bisogna configurare il bootloader e aggiungere una nuova voce per il runlevel offline. Per esempio in /boot/grub/grub.conf:
Esempio25: Aggiungere una voce per offline runlevel

title Gentoo Linux Offline Usage root (hd0,0) kernel (hd0,0)/kernel-2.4.25 root=/dev/hda3 softlevel=offline

Se per il boot del sistema si seleziona la nuova voce il runlevel offline viene usato al posto del default. Usare BOOTLEVEL Usare bootlevel completamente analogo a softlevel. L'unica differenza che si sta definendo un secondo runlevel di "boot" invece di un secondo runlevel "default".

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Gentoo Linux Documentation -- Variabili di ambiente

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

6. Variabili di ambiente
Indice:
q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

Variabile d'ambiente Definire variabili globali Definire variabili locali

6.a.

Variabile d'ambiente

Cosa sono Una variabile ambiente un oggetto nominale che contiene informazioni usate da una o pi applicazioni. Questo viene trovato un po' misterioso o di difficile gestione da parte di molti utenti, specialmente coloro che si avvicinano per la prima volta a Linux. L'uso di variabili ambiente, invece, pu facilitare la modifica della configurazione per una o pi applicazioni. Esempi importanti Segue una tabella con la lista delle variabili usate su un sistema Linux e la loro descrizione. I valori di esempio sono presentati di seguito.
Variabile PATH Descrizione Variabile che contiene una lista di directory, separate dai due punti (:), nelle quali il sistema cerca file eseguibili. Se si digita un comando (come ls, rc-update o emerge) che non presente nella lista, il sistema non pu essere in grado di eseguirlo, a meno che non si digiti il comando preceduto da tutto il percorso, come /bin/ls. Variabile che ha la stessa funzione di PATH, con la sola differenza che le directory specificano il percorso di ricerca per comandi digitati dall'utente root. Variabile che contiene la lista di directory, separate dai due punti (:), per la ricerca delle librerie da parte del linker dinamico. Variabile che contiene la lista di directory, separate dai due punti (:), per la ricerca delle pagine man da parte del comando man. Variabile che contiene la lista di directory, separate dai due punti (:), per la ricerca delle pagine info da parte del comando info. Variabile che contiene il percorso del programma usato per visualizzare il contenuto di file di testo (come less o more). Variabile che contiene il percorso del programma usato per modificare il contenuto di file di testo (come nano o vi). Variabile che contiene la lista di directory, separate dai due punti (:), nelle quali si trova materiale specifico al KDE. Variabile che contiene la lista di directory, separate dai due punti (:), conteneti le classi JAVA. Variabile che contiene la lista di directory, separate da spazi, che vengono protette durante il processo di aggiornamento del sistema da parte del Portage. Variabile che contiene la lista di directory, separate da spazi, che non dovranno essere protette durante il processo di aggiornamento del sistema da parte del Portage.

ROOTPATH LDPATH MANPATH INFODIR PAGER EDITOR KDEDIRS CLASSPATH CONFIG_PROTECT CONFIG_PROTECT_MASK

Segue un esempio di definizione di tutte queste variabili:

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Gentoo Linux Documentation -- Variabili di ambiente


Esempio1: Esempio di definizioni

PATH="/bin:/usr/bin:/usr/local/bin:/opt/bin:/usr/games/bin" ROOTPATH="/sbin:/bin:/usr/sbin:/usr/bin:/usr/local/sbin:/usr/local/bin" LDPATH="/lib:/usr/lib:/usr/local/lib:/usr/lib/gcc-lib/i686-pc-linux-gnu/3.2.3" MANPATH="/usr/share/man:/usr/local/share/man" INFODIR="/usr/share/info:/usr/local/share/info" PAGER="/usr/bin/less" EDITOR="/usr/bin/vim" KDEDIRS="/usr" CLASSPATH="/opt/blackdown-jre-1.4.1/lib/rt.jar:." CONFIG_PROTECT="/usr/X11R6/lib/X11/xkb /opt/tomcat/conf \ /usr/kde/3.1/share/config /usr/share/texmf/tex/generic/config/ \ /usr/share/texmf/tex/platex/config/ /usr/share/config" CONFIG_PROTECT_MASK="/etc/gconf

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione

6.b.

Definire variabili globali

Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione

La directory /etc/env.d

Lars Weiler Per centralizzare la definizione di queste variabili, stata introdotta in Gentoo la directory Contributi /etc/env.d. All'interno di questa directory si trovano un certo numero di file, come 00basic, 05gcc, ecc. che contengono le variabili necessarie alle applicazioni menzionate nel nome del file. Marco Mascherpa Traduzione

Per maggiore chiarezza; quando si installa il gcc, viene anche creato dall'ebuild un file chiamato 05gcc, che contiene la definizione delle seguenti variabili:
Esempio2: /etc/env.d/05gcc

Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Con Gentoo si possono controllare facilmente le variabili di ambiente per il sistema. Questo capitolo spiega come farlo e descrive anche le variabili utilizzate con maggior frequenza.

PATH="/usr/i686-pc-linux-gnu/gcc-bin/3.2" ROOTPATH="/usr/i686-pc-linux-gnu/gcc-bin/3.2" MANPATH="/usr/share/gcc-data/i686-pc-linux-gnu/3.2/man" INFOPATH="/usr/share/gcc-data/i686-pc-linux-gnu/3.2/info" CC="gcc" CXX="g++" LDPATH="/usr/lib/gcc-lib/i686-pc-linux-gnu/3.2.3"

In altre distribuzioni la definizione di variabili ambiente viene fatta con modifiche o aggiunte al file /etc/profile o ad altre locazioni. D'altra parte l'uso di Gentoo facilita la manutenzione e la gestione delle variabili ambiente, dato che non occorre fare attenzione ai numerosi file che possono contenere variabili ambiente. Per esempio, durante l'aggiornamento del gcc viene anche aggiornato il file /etc/env.d/05gcc senza nessuna richiesta di interazione da parte dell'utente. Di questo sono beneficiari il Portage e anche l'utente. Occasionalmente potrebbe nascere l'esigenza di configurare una variabile ambiente a livello globale. Prendiamo per esempio la variabile http_proxy. Invece di modificare l'/etc/profile, basta creare un file /etc/env.d/99local, e inserire la seguente definizione:
Esempio3: /etc/env.d/99local

http_proxy="proxy.server.com:8080"

L'uso dello stesso file per tutte le variabili utente, aiuta ad avere una panoramica delle variabili definite in seguito dall'utente stesso. Lo script env-update Alcuni file in /etc/env.d definiscono la variabile PATH. L'esecuzione di env-update appende le diverse definizioni prima di aggiornare le varabili ambiente, rendendo semplice l'aggiunta di variabili ambiente ai pacchetti (o agli utenti) senza interferire con i valori gi presenti. Lo script env-update appende i valori dei file in /etc/env.d in ordine alfabetico. Questo il
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Gentoo Linux Documentation -- Variabili di ambiente

motivo per cui i nomi dei file in /etc/env.d iniziano con un numero.
Esempio4: Ordine di aggiornamento di env-update

00basic 99kde-env 99local +-------------+----------------+-------------+ PATH="/bin:/usr/bin:/usr/kde/3.2/bin:/usr/local/bin"

Durante l'esecuzione di env-update vengono create tutte le variabili ambiente e verranno poste in /etc/profile.env (usato a sua volta da /etc/profile). Vengono inoltre estratte le informazioni dalla variabile LDPATH per creare il file /etc/ld.so.conf. Dopo di che, viene eseguito il comando ldconfig per ricreare il file /etc/ld.so.cache usato dal linker dinamico. Per vedere l'effetto immediato di env-update dopo il suo uso, eseguire il seguente comando per aggiornare l'ambiente. Utenti che hanno installato Gentoo, si ricordano probabilmente questo dalle istruzioni di installazione:
Esempio5: Aggiornare l'ambiente

# env-update && source /etc/profile

6.c.

Definire variabili locali

Specifiche dell'utente Non sempre conveniente definire variabili ambiente a livello globale. Per esempio, l'aggiunta di /home/mioutente/bin alla variabile PATH non dovrebbe riflettersi su tutti gli altri utenti. E' necessario definire una variabile ambiente locale e per questo occorre usare i file ~/.bashrc o ~/.bash_profile:
Esempio6: Estendere PATH per uso locale in ~/.bashrc

PATH="${PATH}:/home/mioutente/bin"

Dopo un nuovo login, la variabile PATH viene aggiornata. Specifiche alla sessione A volte sono necessarie anche definizioni pi ristrette. Potrebbe essere il caso in cui necessario usare file binari di una directory temporanea senza usare il percorso dei binari di sistema o senza editare ~/.bashrc per la temporaneit dell'uso. In questo caso si pu definire la variabile PATH nella sessione corrente usando il comando export. Finch non si esegue un'operazione di logout, la variabile PATH manterr la configurazione temporanea.
Esempio7: Definire una variabile ambiente specifica per una sessione

# export PATH="${PATH}:/home/my_user/tmp/usr/bin"

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Gentoo Linux Documentation -- Lavorare col Portage

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3. Lavorare col Portage


"Lavorare col Portage" spiega a fondo il Portage, il gestore del software di Gentoo. Content: 1. File e Directory Una volta conosciuto il Portage si deve sapere dove vengono memorizzati i suoi file e dati 2. La configurazione attraverso variabili Portage completamente configurabile attraverso diverse variabili che possono essere definite in file di configurazione o facendo uso di variabili ambiente. 3. Miscelare branche software Gentoo fornisce software suddiviso in alcune branche, a seconda della stabilit e dell'architettura supportata. "Miscelare branche software" spiega come possono essere configurate queste branche e come poterle sovrascrivere individualmente. 4. Ausili supplementari del Portage Portage viene fornito con ausili extra che possono migliorare l'esperienza su Gentoo. Questa parte mostra l'uso di dispatch-conf e altri ausili. 5. Deviare dall'albero ufficiale "Deviare dall'albero ufficiale" mostra alcuni suggerimenti su come usare un proprio albero del Portage, some sincronizzare solo alcune categorie, iniettare pacchetti ed altro ancora. 6. L'applicazione ebuild "L'applicazione ebuild" mostra i passi che Portage fa menre installa il software e come farlo manualmente usando l'applicazione ebuild. application.

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Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: "Lavorare col Portage" spiega a fondo il Portage, il gestore del software di Gentoo.

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Gentoo Linux Documentation -- File e Directory

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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

1. File e Directory
Indice:
q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson

I file del Portage Ubicazione dei file Compilare il software Caratteristiche di log

1.a.

I file del Portage

Direttive per la configurazione Portage usa le configurazioni predefinite memorizzate in /etc/make.globals. Scorrendo questo file, si noter che tutta la configurazione del Portage gestita da variabili. Quali sono queste variabili ed il loro significato descritto in seguito. Dato che molte direttive di configurazione differiscono da architettura ad architettura, Portage ha un file di configurazione predefinito nel nostro profilo: /etc/make.profile/make.defaults. Verranno presi in considerazione i profili e la directory /etc/make.profile. Se si sta pianificando la modifica di una variabile di configurazione non alterate

/etc/make.globals o /etc/make.profile/make.defaults. Usare invece /etc/make.conf che ha la

precedenza sui file precedenti. Un file di esempio che non viene preso in considerazione dal Portage, si trova in /etc/make.conf.example. Si pu anche definire una variabile di configurazione del Portage come una variabile ambiente, ma non raccomandato. Informazioni specifiche sul profilo

Si gi avuto a che fare con la directory /etc/make.profile. Questa non esattamente una Redazione directory ma un link simbolico ad un profilo, di default uno all'interno di /usr/portage/profiles anche se potete crearne uno vostro e farlo puntare a questo. Il profilo cui punta il link il profilo Colin Morey Redazione al quale aderisce il sistema. Un profilo contiene informazioni specifiche dell'architettura cos come una lista di pacchetti che appartengono al sistema che corrisponde a questo profilo, una lista di pacchetti che non girano su questo profilo (o sono mascherati), ecc. Informazioni specifiche dell'utente Quando si vuole sovrascrivere il comportamento del Portage riguardo l'installazione del software, si dovrnno editare file all'interno di /etc/portage. Si incoraggiati ad usare i file
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Jorge Paulo Redazione

Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

Gentoo Linux Documentation -- File e Directory

all'interno di /etc/portage e scoraggiati ad usare variabili ambiente. All'interno di /etc/portage si possono creare i seguenti file:
q q

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi

package.mask una lista di pacchetti che si vuole che il Portage non installi package.unmask una lista di pacchetti che si vuole installare anche se gli sviluppatori di

package.keywords una lista di pacchetti che si vuole installare anche se il pacchetto non Redazione package.use una lista di flag USE che si vuole usare per certi pacchetti senza che l'intero

Gentoo scoraggiano dal farlo

stato trovato disponibile per l'architettura del sistema

sistema ne sia coinvolto Maggiori informazioni sulla directory /etc/portage e la lista completa dei file che vi si possono creare, pu essere trovata nella pagina man del Portage:
Esempio1: Leggere la pagina man del Portage

$ man portage

Modificare l'ubicazione dei file e delle directory del Portage Come menzionato precedentemente i file di configurazione non possono essere memorizzati in directory diverse da quelle predefinite. Comunque, Portage usa molte altre ubicazioi per vari scopi: memorizzazione del codice sorgente, directory di compilazione, albero del Portage, ...

Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione

Tutti questi scopi hanno ubicazioni predefinite ma che possono essere alterate attraverso /etc/make.conf. Il resto di questo capitolo spiega quali sono le ubicazioni per scopi speciali usate Sommario: Una volta conosciuto il Portage si dal Portage e come alterare la loro collocazione nel filesystem. Questo documento non deve essere usato come un riferimento. Se si desidera avere una panoramica, fare riferimento alle pagine man del Portage e di make.conf:
Esempio2: Leggere le pagine man del Portage e del make.conf

deve sapere dove vengono memorizzati i suoi file e dati

$ man portage $ man make.conf

1.b.

Ubicazione dei file

L'albero del Portage L'ubicazione predefinita per l'albero del Portage /usr/portage. Questo definito dalla variabile PORTDIR. Se si vuole mettere l'albero del Portage da qualche altra parte (alterando questa variabile), non ci si deve dimenticare di modificare il link simbolico /etc/make.profile in accordo con la nuova ubicazione. Se si altera la variabile PORTDIR, si possono voler modificare anche le seguenti variabili in quanto non noteranno il cambio di PORTDIR (a causa del modo di gestire le variabili del Portage): PKGDIR, DISTDIR, RPMDIR. Binari precompilati Anche se Portage non usa pacchetti precompilati di default, ha comunque un supporto esteso anche per questi. Quando si chiede al Portage di usare pacchetti precompilati, questi verranno cercati nella directory /usr/portage/packages. Questa ubicazione definita dalla variabile PKGDIR. Codice Sorgente

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Gentoo Linux Documentation -- File e Directory

Il codice sorgente delle applicazioni memorizzato, di default, in /usr/portage/distfiles. Questa ubicazione definita dalla variabile DISTDIR. File RPM Ancge se Portage non usa file RPM, possibile generarli usando il comando ebuild (vedere L'applicazione ebuild). L'ubicazione di default per i file RPM /usr/portage/rpm ed definita dalla variabile RPMDIR.

1.c.

Compilare il software

File temporanei I file temporanei del Portage sono memorizzati di default in /var/tmp. Questo definito dalla variabile PORTAGE_TMPDIR. Se si altera la variabile PORTAGE_TMPDIR, si potrebbe voler modificare anche le seguenti variabili dato che non noteranno la modifica di PORTAGE_TMPDIR (a causa di come Portage gestisce le variabili): BUILD_PREFIX. Directory di compilazione Portage crea specifiche directory di compilazione per ogni pacchetto emerso all'interno di

/var/tmp/portage. Questa ubicazione definita dalla variabile BUILD_PREFIX.

Ubicazione nel filesystem Di default Portage installa tutti i file sul filesystem corrente (/), ma si pu modificare questa definizione usando la variabile ambiante ROOT.

1.d.

Caratteristiche di log

Ebuild Logging Portage pu creare file di log per ebuild, ma solo quando la variabile PORT_LOGDIR definita con una locazione che sia scrivibile dall'utente portage. Il valore predefinito per questa variabile nullo.

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Gentoo Linux Documentation -- La configurazione attraverso variabili

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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

2. La configurazione attraverso variabili


Indice:
q q q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC

Configurazione del Portage Opzioni specifiche per la compilazione Protezione dei file di configurazione Opzioni per il download Configurazione di Gentoo Comportamento del Portage

2.a.

Configurazione del Portage

Si potuto notare come il Portage sia configurabile attraverso numerose variabili che si possono Joe Kallar definire in /etc/make.conf. Si faccia riferimento alle pagine man di make.conf per maggiori e pi Sviluppo SPARC complete informazioni:
John P. Davis Redazione
Esempio1: Leggere le pagine man di make.conf

$ man make.conf

Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione

2.b.

Opzioni specifiche per la compilazione

Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

Opzioni per la configurazione e la compilazione Quando Portage compila un'applicazione, passa il contenuto delle seguenti variabili al compilatore e allo script configure:
q q q

CFLAGS & CXXFLAGS definisce le flag per i compilatori C e C++. CHOST definisce l'informazione dell'host per lo script configure dell'applicazione. MAKEOPTS passata al comando make e di solito definisce l'ammontare del parallelismo usato durante la compilazione. Maggiori informazioni sulle opzioni di make possono essere trovate nella pagina man di make.

Anche la variabile USE viene usata durante la configurazione e la compilazione ma gi stata spiegata minuziosamente nei precedenti capitoli. Opzioni di emersione Quando Portage deve emergere una nuova versione di un certo software, rimuover i file
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Gentoo Linux Documentation -- La configurazione attraverso variabili

obsoleti delle vecchie versioni dal sistema. Portage aspetta cinque secondi prima di rimuovere le Jack Morgan Redazione vecchie versioni. Questi cinque secondi sono definiti dalla variabile CLEAN_DELAY.

2.c.

Protezione dei file di configurazione

Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione

Protezione delle locazioni del Portage

Portage sovrascrive i file provvisti dalle nuove versioni di un software se i file non sono memorizzari in una locazione protetta. Queste locazioni protette sono definite dalla variabile Grant Goodyear CONFIG_PROTECT e sono generalmente locazioni di file di configurazione. La lista delle directory Revisione separata da spazi. Un file che avrebbe dovuto essere scritto in tale locazione protetta viene rinominato e l'utente viene avvertito della presenza di una nuova versione del (presumibilmente) file di configurazione. Si pu avere la definizione corrente di CONFIG_PROTECT attraverso l'output di emerge info:
Esempio2: Avere la definizione di CONFIG_PROTECT

Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione

$ emerge info | grep 'CONFIG_PROTECT='

Maggiori informazioni sulla protezione dei file di configurazione del Portage disponibile attraverso emerge
Esempio3: Maggiori informazioni sulla protezione dei file di configurazione

Enrico Morelli Traduzione Sommario: Portage completamente configurabile attraverso diverse variabili che possono essere definite in file di configurazione o facendo uso di variabili ambiente.

$ emerge --help config

Escludere directory Per 'sproteggere' certe sottodirectory da locazioni protette si pu usare la variabile CONFIG_PROTECT_MASK.

2.d.

Opzioni per il download

Ubicazione dei server Quando le informazioni o i dati richiesti non sono disponibili sul sistema, Portage cerca di recuperarli da Internet. L'ubicazione dei server per le varie informazioni e i canali dati sono definite attraverso le seguenti variabili:
q q

GENTOO_MIRRORS definisce la lista dei server che contengono codice sorgente (distfiles) PORTAGE_BINHOST definisce un particolare server che contiene pacchetti precompilati per il sistema

Una terza definizione coinvolge l'ubicazione del server rsync usato quando si aggiorna l'albero del Portage:
q

SYNC definisce un particolare server che Portage usa per aggiornare il proprio albero

mirrorselect. Sar necessario emergere l'applicazione prima dell'uso com emerge mirrorselect.

Le variabili GENTOO_MIRRORS e SYNC possono essere definite attraverso il comando Per maggiori informazioni vedere l'help online di mirrorselect:

Esempio4: Maggiorni informazioni su mirrorselect

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# mirrorselect --help

Se il nostro ambiente richiede di usare un proxy server, si possono usare le variabili HTTP_PROXY, FTP_PROXY e RSYNC_PROXY per dichiarare il proxy server. Comandi per il download Quando Portage necessita di scaricare codice sorgente, usa il comando wget di default. E' possibile modificarlo attraverso la variabile FETCHCOMMAND. Portage riesce e riprendere download parziali di codice sorgente. Per questo usa wget, ma si pu alterare con la variabili RESUMECOMMAND. Occorre assicurarsi che sia FETCHCOMMAND che RESUMECOMMAND memorizzino il codice sorgente nella collocazione corretta. Per questo si possono usare le variabile \${URI} e \${DISTDIR} per puntare all'ubicazione del codice sorgente e dei distfiles rispettivamente. Si possono anche definire dei gestori di protocollo specifici con FETCHCOMMAND_HTTP, FETCHCOMMAND_FTP, RESUMECOMMAND_HTTP, RESUMECOMMAND_FTP, ecc. Configurazione di rsync Non si pu alterare il comando rsync usato dal Portage per aggiornare il proprio albero, ma si possono definire delle variabili relative al comando rsync:
q

RSYNC_EXCLUDEFROM punta ad un file contenente la lista dei pacchetti e/o categorie che rsync dovrebbe ignorare durante il processo di aggiornamento RSYNC_RETRIES definisce quante volte rsync dovrebbe provare a connettersi al mirror definito dalla variabile SYNC prima di rinunciarvi. Il valore predefinito per questa variabile 3. RSYNC_TIMEOUT definisce i secondi di inattivit di una connessione rsync prima di avere un timeout. Il valore predefinito per questa variabile 180 ma utenti dialup probabilmente dovrebbero aumentare i secondi a 300 o pi.

2.e.

Configurazione di Gentoo

Selezione di una branca Si pu cambiare la branca predefinita con la variabile ACCEPT_KEYWORDS il cui valore di default l'architettura stabile del sistema. Maggiori informazioni sulle branche di Gentoo possono essere trovate nela prossimo capitolo. Caratteristiche del Portage Si possono attivare certe caratteristiche del Portage con la variabile FEATURES. Le caratteristiche del Portage sono state discusse nei capitoli precedenti, come in Caratteristiche del Portage .

2.f.

Comportamento del Portage

Gestione delle risorse Con la variabile PORTAGE_NICENESS si pu aumentare o ridurre il valore nice con cui viene eseguito il Portage. Il valore di PORTAGE_NICENESS viene aggiunto al valore corrente di nice. Per maggiori informazioni sui valori di nice fare riferimento alle pagine man del nice:

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Gentoo Linux Documentation -- La configurazione attraverso variabili


Esempio5: Maggiori informazioni sul nice

$ man nice

Comportamento dell'output La variabile NOCOLOR, il cui valore predefinito "false", definisce se Portage deve disabilitare l'uso di output colorato.

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Gentoo Linux Documentation -- Miscelare branche software

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

3. Miscelare branche software


Indice:
q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione

Usare una branca Miscelare branche stabili e test Usare pacchetti mascherati

3.a.

Usare una branca

La branca stabile La variabile ACCEPT_KEYWORDS definisce la branca usata dal sistema. Il suo valore predefinito la branca stabile per l'architettura del sistema in uso, per esempio x86 La raccomandazione di usare solo la branca stabile, comunque, se non si preoccupati eccessivamente per la stabilit e si vuole aiutare Gentoo sottomettendo rapporti di problemi su http://bugs.gentoo.org, si pu proseguire con la lettura. La branca di test Se si vogliono usare i software pi recenti si pu considerare l'uso della branca test. Per far usare al Portage la branca di test occorre aggiungere il simbolo ~ prima dell'architettura del sistema in uso. Per esempio, per selezionare la branca di test per architetture x86, editare /etc/make.conf e definire:
Esempio1: Definire la variabile ACCEPT_KEYWORDS

ACCEPT_KEYWORDS="~x86"

Se si aggiorna il sistema dopo questa modifica, si avranno molti pacchetti da aggiornare. Una cosa da tenere bene in mente che se si aggiorna il sistema in uso alla branca di test non c' un modo semplice per tornare alla branca stabile (eccetto l'uso di backup naturalmente).

Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

3.b.

Miscelare branche stabili e test

Il file package.keywords Si pu chiedere al Portage di permettere la branca di test per particolari pacchetti ma usare la branca stabile per il resto del sistema. Per questo, si deve aggiungere la categoria ed il nome

http://www.gentoo.it/handbook/hb_part3_chap3.html (1 di 3) [20/01/2005 11.31.42]

Gentoo Linux Documentation -- Miscelare branche software

del pacchetto che si vuole usare dalla branca di test al file /etc/portage/package.keywords. Per esempio, per usare la branca di test di gnumeric:
Esempio2: Definizione di /etc/portage/package.keywords per gnumeric

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione

app-office/gnumeric

La stessa cosa pu essere ottenuta aggiungendo la keyword corretta alla fine della linea, per esempio per l'architettura x86:
Esempio3: Definizione di /etc/portage/package.keywords per gnumeric, linea completa

app-office/gnumeric ~x86

Sperimentare versioni particolari

Ken Nowack Revisione Lars Weiler

Se si vuole usare una versione specifica di software dalla branca di test ma non si vuole che Contributi Portage usi la branca di test per le versioni successive, si pu aggiungere la versione nel file Marco Mascherpa package.keywords. In questo caso si deve usare l'operatore =. Si pu anche inserire un intervallo Traduzione di versioni usando gli operatori <=, <, > o >=. In ogni caso, volendo aggiungere una versione si deve usare un operatore. Se non si specifica alcuna versione non si possono usare operatori. Il seguente esempio mostra come accettare gnumeric-1.2.13:
Esempio4: Usare una particolare versione di gnumeric

Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Gentoo fornisce software suddiviso in alcune branche, a seconda della stabilit e dell'architettura supportata. "Miscelare branche software" spiega come possono essere configurate queste branche e come poterle sovrascrivere individualmente.

=app-office/gnumeric-1.2.13

3.c.

Usare pacchetti mascherati

Il file package.unmask Quando un pacchetto stato mascherato dagli sviluppatori di Gentoo e si vuole comunque installare il file a dispetto della ragione menzionata nel file package.mask (ubicato di default in /usr/portage/profiles), aggiungere la stessa identica linea in /etc/portage/package.unmask. Per esempio, se =net-mail/hotwayd-0.8 mascherato, si pu comunque installarlo aggiungendo la stessa identica linea nel file package.unmask:
Esempio5: /etc/portage/package.unmask

=net-mail/hotwayd-0.8

Il file package.mask Se non si vuole che Portage installi un certo pacchetto o una specifica versione di un pacchetto, lo si pu mascherare autonomamente aggiungendo una riga appropriata in /etc/portage/package.mask. Per esempio, se non si vuole che Portage installi nuove versioni del kernel dopo developmentsources-2.6.8.1, si aggiunga la seguente linea a package.mask:
Esempio6: /etc/portage/package.mask esempio

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Gentoo Linux Documentation -- Miscelare branche software


>sys-kernel/development-sources-2.6.8.1

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Gentoo Linux Documentation -- Ausili supplementari del Portage

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

4. Ausili supplementari del Portage


Indice:
q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione

etc-update dispatch-conf quickpkg

4.a.

etc-update

etc-update un tool il cui scopo di installare i file ._cfg0000_<name> attraverso un'interfaccia

che permette l'installazione interattiva e l'installazione automatica dei file di configurazione non importanti. I file ._cfg0000_<name> sono generati dal Portage quando tenta di memorizzare un file in una directory protetta dalla variabile CONFIG_PROTECT. Eseguire etc-update molto semplice:
Esempio1: Eseguire etc-update

# etc-update

Dopo l'installazione dei file di configurazione non importanti, viene visualizzata una lista di file protetti che dovrebbero essere aggiornati. In fondo alla lista viene richiesto il da farsi tra le seguenti possibili opzioni:
Esempio2: Opzioni di etc-update

Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

Please select a file to edit by entering the corresponding number. (-1 to exit) (-3 to auto merge all remaining files) (-5 to auto-merge AND not use 'mv -i'):

Se si sceglie -1, si provoca l'uscita immediata di etc-update senza aver eseguito alcun cambiamento. Con le scelte -3 o -5, tutti i file di configurazione listati verrano sovrascritti con le nuove versioni. E' perci molto importante selezionare prima i file di configurazione che non si vorrebbero aggiornare automaticamente. Questo si pu fare semplicemente digitando il numero listato alla sinistra del file di configurazione. Come esempio selezioniamo il file di configurazione /etc/pear.conf:
Esempio3: Aggiornare un file di configurazione specifico

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Gentoo Linux Documentation -- Ausili supplementari del Portage


Beginning of differences between /etc/pear.conf and /etc/._cfg0000_pear.conf [...] End of differences between /etc/pear.conf and /etc/._cfg0000_pear.conf 1) Replace original with update 2) Delete update, keeping original as is 3) Interactively merge original with update 4) Show differences again

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione

Si possono ora vedere le differenze tra i due file. Se si pensa che il file possa venire aggiornato senza problemi, digitare 1. Se si pensa che l'aggiornamento non sia necessario o non provveda nuove o utili informazioni, digitare 2. Se si vuole aggiornare il file di configurazione corrente in modo interattivo, digitare 3. Non ci sono punti a favore della fusione interattiva. Per completezza, segue la lista di comandi che possono essere usati mentre si sta interattivamente fondendo i due file. Vengono visualizzate due linee (quella originale e quella proposta nell'aggiornamento) e la richiesta sul da farsi tra uno dei seguenti comandi:
Esempio4: Comandi disponibili per la fusione interattiva

Grant Goodyear Revisione Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione Ken Nowack Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: Portage viene fornito con ausili extra che possono migliorare l'esperienza su Gentoo. Questa parte mostra l'uso di dispatch-conf e altri ausili.

ed: eb: el: er: e: l: r: s: v: q:

Edit then use both versions, each decorated with a header. Edit then use both versions. Edit then use the left version. Edit then use the right version. Edit a new version. Use the left version. Use the right version. Silently include common lines. Verbosely include common lines. Quit.

Una volta terminato l'aggiornamento dei file di configurazione importanti, si pu procedere all'aggiornamento automatico dei restanti file, etc-update terminer la sua esecuzione quando non ci saranno pi file di configurazione da aggiornare.

4.b.

dispatch-conf

Usando dispatch-conf si possono installare gli aggiornamenti dei file di configurazione mentre si tiene traccia di tutte le modifiche. dispatch-conf memorizza le differenze tra i file di configurazione come patch o usando il sistema di revisione RCS. Come con etc-update, viene richiesto di mantenere li file di configurazione invariato, usare il nuovo file, editare il file corrente o fondere le modifiche interattivamente. Comunque, dispatchconf possiede anche alcune caratteristiche aggiuntive:
q

Vengono aggiornati automaticamente i file di configurazione le cui modifiche coinvolgono solo commenti. Vengono automaticamente aggiornati i file di configurazione che differiscono solo per la quantit di spazi.

Accertarsi di editare /etc/dispatch-conf.conf e di creare la directory referenziata dalla variabile archive-dir. Per maggiori informazioni, consultare le pagine di manuale di dispatch-conf:
Esempio5: Leggere le paine di manuale di dispatch-conf

$ man dispatch-conf

4.c.

quickpkg

http://www.gentoo.it/handbook/hb_part3_chap4.html (2 di 3) [20/01/2005 11.31.44]

Gentoo Linux Documentation -- Ausili supplementari del Portage

Con quickpkg si possono creare archivi di pacchetti che sono gi installati sul sistema. Questi archivi possono essere usati come pacchetti precompilati. L'uso di quickpkg estremamente semplice, basta aggiungere i nomi dei pacchetti che si vuole archiviare. Per esempio, se si vogliono archiviare curl, arts e procps:
Esempio6: Esempio dell'uso di quickpkg

# quickpkg curl arts procps

I pacchetti precostruiti vengono memorizzati in /usr/portage/packages/All. Link simbolici che puntano a questi pacchetti sono posti in /usr/portage/packages/<category>.

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Gentoo Linux Documentation -- Deviare dall'albero ufficiale

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

5. Deviare dall'albero ufficiale


Indice:
q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC Joe Kallar Sviluppo SPARC John P. Davis Redazione Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione

Usare un Portage Tree Subset Aggiungere ebuild non ufficiali Software non mantenuto dal Portage

5.a.

Usare un Portage Tree Subset

Escludere pacchetti e/o categorie Si possono selettivamente aggiornare certe categorie/pacchetti ed ignorarne altre/i facendo in modo che rsync escluda categorie/pacchetti durante la fase di emerge --sync. Di default, rsync controlla il contenuto di /etc/portage/rsync_excludes (se esiste) per vedere quali categorie o pacchetti non si vogliono aggiornare con rsync. Si noti comunque che questo pu portare ad avere problemi di dipendenze nuove, aggiornando pacchetti che potrebbero dipendere da pacchetti nuovi ma esclusi.

5.b.

Aggiungere ebuild non ufficiali

Definizione di una propria directory Portage

Il Portage pu usare ebuild che non sono disponibili attraverso l'albero ufficiale. Per far questo, Jungmin Seo si pu creare una nuova directory (per esempio /usr/local/portage) entro la quale memorizzare Redazione gli ebuild di terze parti usando la stessa struttura delle directory dell'albero del Portage.

Si definisce quindi la variabile PORTDIR_OVERLAY in /etc/make.conf affinch punti alla directory creata precedentemente. Usando Portage dopo queste modifiche, si potranno usare questi nuovi Jared Hudson Redazione ebuild senza che vengano rimossi o sovrascritti da un nuovo emerge --sync.

Stoyan Zhekov Redazione

5.c.

Software non mantenuto dal Portage

Colin Morey Redazione Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

Usare il Portage con software proprietario In alcuni casi si pu voler configurare, installare e manutenere software proprietario senza dover automatizzare il processo del Portage anche se Portage pu provvedere il titolo software. Casi conosciuti sono sorgenti del kernel e driver nvidia. Si pu configurare Portage in modo tale che sappia che certi pacchetti sono stati installati manualmente nel sistema. Questo processo chiamato injecting ed supportato dal Portage attraverso il file /etc/portage/profile/package.provided.
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Gentoo Linux Documentation -- Deviare dall'albero ufficiale


Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Grant Goodyear Revisione
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Per esempio, per informare il Portage che development-sources-2.6.8.1 stato installato manualmente, aggiungere la seguente linea a /etc/portage/profile/package.provided:
Esempio1: Esempio di linea per package.provided

sys-kernel/development-sources-2.6.8.1

Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione

Ken Nowack I contenuti di questo documento sono sottoposti alla Creative Commons - Attribution / Share Alike license. Revisione Lars Weiler Contributi Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione Sommario: "Deviare dall'albero ufficiale" mostra alcuni suggerimenti su come usare un proprio albero del Portage, some sincronizzare solo alcune categorie, iniettare pacchetti ed altro ancora.

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Gentoo Linux Documentation -- L'applicazione ebuild

Ultimo aggiornamento10 Maggio 2004


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Daniel Robbins Autore Principale Sven Vermeulen Autore

6. L'applicazione ebuild
Indice:
q q q q

Chris Houser Autore Jerry Alexandratos Autore Seemant Kulleen Sviluppo x86 Tavis Ormandy Sviluppo Alpha Aron Griffis Sviluppo Alpha Brad House Sviluppo AMD64 Guy Martin Sviluppo HPPA Pieter Van den Abeele Sviluppo PPC

Emerge e ebuild Installazione manuale del software Caratteristiche aggiuntive di ebuild Maggiori informazioni

6.a.

Emerge e ebuild

L'applicazione ebuild un'interfaccia a basso livello per il sistema Portage. Usando questa applicazione si possono eseguire specifiche azioni con dati ebuild. Per esempio, si possono eseguire i singoli passi di un'installazione.

L'uso di ebuild a scopo di sviluppo; per maggiori informazioni su ebuild si rimanda il lettore al Joe Kallar Developers Handbook. Verranno comunque esaminate le istanze di ebuild che vengono invocate Sviluppo SPARC dal Portage durante il processo di installazione di un certo titolo software, e come invocare certi John P. Davis passi di post installazione che alcuni ebuild permettono di eseguire.
Redazione

6.b.

Installazione manuale del software

Pierre-Henri Jondot Redazione Eric Stockbridge Redazione Rajiv Manglani Redazione Jungmin Seo Redazione Stoyan Zhekov Redazione Jared Hudson Redazione Colin Morey Redazione

Scaricare i sorgenti e controllo del checksum Ogni volta che si usa ebuild con un dato file ebuild, viene verificato il checksum di tutti i file coinvolti affinch sia uguale a quello dato nel file Manifest o files/digest-<name>-<version>. Questo succede dopo che i sorgenti sono stati scaricati. Per scaricare i sorgenti usando ebuild eseguire:
Esempio1: Scaricare i sorgenti

# ebuild path/to/ebuild fetch

Se l'md5sum dell'ebuild non corrisponde con uno listato nel file Manifest, o uno dei sorgenti scaricati non corrisponde a quelli listati nei file files/digest-<package>, si ricever un errore simile al seguente:
Esempio2: Ebuild checksum fallito

Jorge Paulo Redazione Carl Anderson Redazione Jon Portnoy Redazione Zack Gilburd Redazione

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Gentoo Linux Documentation -- L'applicazione ebuild


!!! File is corrupt or incomplete. (Digests do not match) >>> our recorded digest: db20421ce35e8e54346e3ef19e60e4ee >>> your file's digest: f10392b7c0b2bbc463ad09642606a7d6

Jack Morgan Redazione Benny Chuang Redazione Erwin Redazione Joshua Kinard Redazione Revisione

Segue una riga che menziona il file coinvolto.

Se si certi che il sorgente scaricato e l'ebuild stesso sono validi, si pu rigenerare il Manifest e Grant Goodyear il file digest-<package> usando la funzionalit digest di ebuild:
Esempio3: Regenerare Manifest e il digest

# ebuild path/to/ebuild digest

Gerald J. Normandin Jr. Revisione Donnie Berkholz Revisione

Estrarre i sorgenti

Ken Nowack Revisione Lars Weiler Marco Mascherpa Traduzione Stefano Rossi Traduzione Enrico Morelli Traduzione

Per estrarre i sorgenti in /var/tmp/portage (o in un'altra directory specificata in /etc/make.conf), Contributi eseguire la funzionalit unpack di ebuild:
Esempio4: Estrarre i sorgenti

# ebuild path/to/ebuild unpack

Il precedente comando esegue la funzione src_unpack() dell'ebuild (che anche la funzione predefinita se nell'ebuild non definita nessuna funzione src_unpack()), ancora in questo passaggio che vengono applicate le patch necessarie. Compilare i sorgenti Il passo che segue nel processo di installazione la compilazione dei sorgenti. La funzionalit compile di ebuild si prende in carico di eseguire la funzione src_compile() dell'ebuild. Questo passo include anche la configurazione attraverso l'esecuzione del comando configure.
Esempio5: Compilare i sorgenti

Sommario: "L'applicazione ebuild" mostra i passi che Portage fa menre installa il software e come farlo manualmente usando l'applicazione ebuild. application.

# ebuild path/to/ebuild compile

Si consiglia di editare la funzione src_compile() dell'ebuild se si vogliono modificare le istruzioni di compilazione. Si pu anche far credere al Portage che l'applicazione ebuild abbia terminato la compilazione eseguendo manualmente tutti i comandi necessari e creando un file vuoto chiamato .compiled nella directory di lavoro:
Esempio6: Informare Portage dell'avvenuta compilazione

# touch .compiled

Installare i file in un'ubicazione temporanea Il passo successivo prevede l'installazione di tutti i file necessari in una locazione temporanea. Questa directory contiene tutti i file che saranno installati nel filesystem. Si pu ultimare questo passaggio eseguendo la funzionalit install di ebuild che esegue la funzione src_install() dell'ebuild:
Esempio7: Installare i file

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Gentoo Linux Documentation -- L'applicazione ebuild


# ebuild path/to/ebuild install

Installare i file nel filesystem Il passo finale l'installazione di tutti i file nel filesystem reale e registrarli nel Portage backend. ebuild chiama questo passo "qmerge" e coinvolge i seguenti passaggi:
q q q q

Eseguire la funzione pkg_preinst() se specificata Copiare tutti i file nel filesystem reale Registrare i file nel Portage backend Eseguire la funzione pkg_postinst() se specificata

L'esecuzione della funzionalit qmerge di ebuild coinvolge i seguenti passi:


Esempio8: Installazione di tutti i file nel filesystem

# ebuild path/to/ebuild qmerge

Ripulire la directory temporanea Al termine, si pu ripulire la directory temporanea usando la funzionalit clean di ebuild:
Esempio9: Ripulire la directory temporanea

# ebuild path/to/ebuild clean

6.c.

Caratteristiche aggiuntive di ebuild

Eseguire tutti i comandi dell'installazione Usando la funzionalit merge di ebuild si possono eseguire i comandi fetch, unpack, compile. install e qmerge in una colpo solo:
Esempio10: Installare del software

# ebuild path/to/ebuild merge

Eseguire delle configurazioni Alcune applicazioni includono istruzioni che permettono delle configurazioni aggiuntive di un pacchetto. Queste istruzioni possono essere interattive e perci non possono essere eseguite automaticamente. Per eseguire queste configurazioni, che sono ottenute dalla funzione opzionale dell'ebuild config(), usare la funzionalit config di ebuild:
Esempio11: Configurare un pacchetto

# ebuild path/to/ebuild config

Costruire un pacchetto RPM Si pu istruire il Portage a creare pacchetti binari di un ebuild o anche di un file RPM. Per creare questi archivi si usano le funzionalit package o rpm di ebuild. Ci sono piccole differenze tra queste funzionalit:

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Gentoo Linux Documentation -- L'applicazione ebuild


q

La funzionalit package come la funzionalit merge, eseguendo tutti i passi necessari (fetch, unpack, compile, install) prima della creazione del pacchetto. La funzionalit rpm costruisce un pacchetto RPM dai file creati dopo aver eseguito la funzionalit install di ebuild.

Esempio12: Creare pacchetti

(Per un pacchetto binario compatibile Portage) # ebuild path/to/ebuild package (Per un pacchetto RPM) # ebuild path/to/ebuild rpm

Il file RPM comunque non contiene le informazioni delle dipendenze.

6.d.

Maggiori informazioni

Consultare le seguenti pagine di manuale per maggiori informazioni sul Portage, l'applicazione ebuild e i file ebuild:
Esempio13: Pagine di manuale

$ $ $ $

man man man man

portage emerge ebuild 5 ebuild

(Portage) (Il comando emerge ) (Il comando ebuild ) (La sintassi dei file ebuild)

Si possono trovare maggiori informazioni sullo sviluppo nel Developers Handbook.

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