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introduzione

[titolo capitolo]

Giovanni reale non una personalit facilmente intervistabile. il compito pi difficile consiste nel porgli le domande giuste. Si dir che questo vale per tutti gli intervistati dallalto profilo culturale. Ma a reale pertiene una prerogativa che solo pochi possono vantare: la padronanza della dialettica domanda-risposta, che lui ha conseguito dopo lunghe e insistite meditazioni guidate dai suoi maestri Socrate, Platone, Hans-Georg Gadamer. La novit pi cospicua introdotta da Socrate e Platone rispetto ai filosofi precedenti, ha detto reale a Modena nel settembre 2010 durante il festivalfilosofia (nel corso di una intervista!), la dialettica di domanda e risposta. unacquisizione di portata straordinaria, che stata rivalutata solo nel secolo scorso da Gadamer. di solito si ritiene che sia molto pi difficile rispondere che non porre le domande. Socrate e Platone mostrano proprio il contrario: Guarda che molto pi difficile far domanda, perch la domanda ti pone gi le tracce in cui deve incanalarsi la risposta. in generale, far domande a chi ha una compiuta dimestichezza della dialettica di domanda-risposta
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attivit straniante, ci si sente fin da subito vagliati, scrutati, esaminati circa la nostra capacit di instaurare un vero dialogo, dunque di formulare interrogazioni degne di risposta; si fa lesperienza di un interrogare apparente, mentre in realt si viene severamente sottoposti a una pre-interrogazione pensante. devo dire che nel mio caso il rischio dello straniamento era assai ridotto. Ma la medesima circostanza che ha favorito questo indubbio vantaggio, per altro verso ha costituito una difficolt ancora maggiore. conoscendoci infatti personalmente da quasi ventanni, e nutrendo io un rispetto assoluto verso lo studioso e un profondissimo affetto per luomo, ho dovuto affrontare i vari colloqui con Giovanni reale condizionato da un deficit strutturale di oggettivit. Le conversazioni non potevano non coinvolgermi in maniera totale, emotivamente e riflessivamente; daltra parte, sapevo che la conoscenza dei temi discussi mi avrebbe poi imposto di indossare artificiosamente la maschera dellintervistatore. e cos, sulla scorta di unagile scaletta argomentativa approvata allinizio dallo stesso reale, nelle nostre discussioni ho quasi sempre sollecitato e provocato questioni la cui trattazione mi era ampiamente nota. Solo nella rielaborazione scritta del materiale dialogico ho potuto in parte introdurre quella distanza che necessaria per una sua pubblicazione in forma di intervista. Nella fattispecie, inoltre, lintervista culturale ha le sue leggi, le quali per riprendere una notazione di derrida* fanno puntualmente soffrire il filosofo
* cfr. J. derrida, Al di l delle apparenze, Mimesis, Milanoudine 2010, p. 19. Per altre dichiarazioni derridiane sullintervista in generale, vedi anche le pp. 20 e 33-34.

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quando costretto a obbedirvi. La legge suprema quella della semplificazione, in quanto ogni intervista corrisponde qui allesigenza non tanto della mera propalazione di informazioni, ma della divulgazione della conoscenza; e poich si pu semplificare solo al costo di non entrare nei dettagli, lintervistare comporta il limite costitutivo di sfigurare ci che viene comunicato, di non garantirne una trasmissione del tutto attendibile, in breve: di tradire sempre. derrida sostiene che questo limite non solo negativo, sostanzialmente per due motivi: 1) quando si accetta di venire intervistati, dunque quando si disposti a semplificare, il tradimento pu essere compensato giocando a carte scoperte con intervistatore, uditore e lettore, cio rinviandoli esplicitamente ad altri testi e contesti in cui si semplificato meno; 2) pur tradendo sempre delle verit, ai lettori e uditori attenti la semplificazione esibisce comunque altre verit, per esempio quella del filosofo intervistato che soffre e si dibatte senza fine per resistere invano alla semplificazione o allimpoverimento. anche riguardo a questa circostanza, tuttavia, Giovanni reale rappresenta una rara eccezione. i tratti distintivi del suo stile di scrittura sono da sempre la chiarezza e la semplicit comunicativa. Se come si vedr nel corso del volume gli ambiti di cui si occupa sono spiccatamente articolati e complessi, e i temi affrontati non di rado ardui, le modalit con cui per sceglie di esprimere i contenuti delle proprie ricerche e meditazioni mirano senzaltro alla chiara intelligibilit da parte del lettore. in tal senso esemplare Per una nuova interpretazione di Platone, capolavoro di acribia storico-filosofica, finezza esegetica, sobriet stilistica e comunicazione cristallina.
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Per reale la semplificazione, prima legge dellintervista culturale, non affatto una costrizione, semmai il canale pi idoneo in cui convogliare comodamente la maniera enunciativa dei risultati delle sue indagini e riflessioni. il nitore che caratterizza molte efficaci formulazioni sintetiche presenti nei suoi scritti si presta in modo naturale a venire mantenuto nella colloquialit di una intervista; e gi in linea di principio ci consente ai contenuti di non patire granch i danni dovuti allinevitabile deformazione, e di limitare al minimo gli effetti del tradimento. Ma nellintervista che segue c di pi: allassenza fisiologica di particolari si contrappone una tale variet e qualit di questioni trattate, in forma sintetica eppure essenziale, che il lettore si trover di fronte a un compendio assai perspicuo, e quindi attendibile, delle principali teorie realiane come se i contesti in grado di integrare i singoli passaggi non avessero sede in altri scritti, ma in una sezione anteriore o successiva del medesimo testo. inoltre, mentre nei colloqui, tenuti a pi riprese e in giorni diversi, veniva delineando una summula delle proprie posizioni teoriche, lintervistato non ha mai mostrato sofferenza n disagio per la rinuncia obbligata alla scientificit piena (limpoverimento derridiano) o per il mancato ricorso alle citazioni (che nei suoi libri vengono di norma fornite ad abundantiam), anzi stato felicemente concentrato sulle Sachen, sulle cose via via discusse. Possano i lettori provare la stessa gioia meditativa con cui ho prima vissuto e poi rielaborato gli esiti di questa lucida concentrazione di Giovanni reale. Vincenzo Cicero
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